15.1.2008   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 10/72


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Promuovere una produttività sostenibile nei luoghi di lavoro in Europa

(2008/C 10/19)

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 16 febbraio 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio regolamento interno, di elaborare un parere sul «Promuovere una produttività sostenibile nei luoghi di lavoro in Europa».

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 17 luglio 2007, sulla base del progetto predisposto dalla relatrice KURKI.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 26 settembre 2007, nel corso della 438a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 155 voti favorevoli, nessun voto contrario e 9 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

In aggiunta ai fattori tradizionali di crescita economica (incremento della forza lavoro, investimenti nei mezzi di produzione, aumento del livello di istruzione) occorre creare nuovi elementi atti a generare una crescita sostenibile. Anzitutto bisogna aumentare il ritmo di crescita della produttività. In secondo luogo occorre quanto meno rallentare la contrazione dell'offerta di mano d'opera. Infine bisogna accrescere la capacità di richiamo della vita lavorativa.

1.2.

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che il compito dell'Unione europea consista nel sostenere tutti gli Stati membri e le imprese negli sforzi volti ad accrescere la produttività sostenibile, in quanto parte essenziale della strategia di Lisbona. Bisogna promuovere attivamente la concezione secondo la quale le innovazioni qualitative e sociali nei luoghi di lavoro hanno ripercussioni importanti sul successo dell'attività imprenditoriale. Il Comitato invita ad inserire tale considerazione nella valutazione e nella revisione degli orientamenti in materia di economia e di occupazione.

1.3.

Il Comitato ribadisce la propria proposta di istituire un indice europeo della qualità della vita lavorativa, fondato su criteri basati sulla ricerca e atti a definire il «lavoro di qualità» e rilevato e pubblicato regolarmente. Grazie a tale indice si potrebbero mettere in rilievo i cambiamenti e i miglioramenti intervenuti nella qualità della vita lavorativa in Europa, e le relative ripercussioni sulla produttività. Al tempo stesso, esso potrebbe costituire la base di nuove iniziative legate al miglioramento della qualità del lavoro.

1.4.

Per sviluppare un indice europeo della qualità del lavoro occorre attivare un ampio forum di discussione, che potrebbe utilmente avvalersi della vasta e approfondita competenza accumulata dal Comitato in merito alle sfide derivanti dal cambiamento delle condizioni di lavoro e alle relative risposte. Compatibilmente con il proprio programma di lavoro, l'Osservatorio del mercato del lavoro potrebbe esaminare anche questo tema.

1.5.

Il CESE invita la Commissione a far eseguire ulteriori studi sul rapporto tra qualità del lavoro e produttività. Serve inoltre un'analisi più approfondita dei fattori della produttività sostenibile: a tal fine le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione europea potranno avvalersi più che in passato delle ricerche e delle analisi svolte dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Dublino) e dall'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (Bilbao).

1.6.

Il Comitato ritiene che nel quadro delle iniziative comunitarie in materia di innovazione e di istruzione (ad esempio il Programma quadro per la competitività e l'innovazione, i programmi dei fondi strutturali, il Piano di azione integrato per l'apprendimento permanente) sarebbe utile porre l'accento sull'innovazione nei luoghi di lavoro, sulle nuove competenze professionali e sui nuovi sistemi di gestione. In tale contesto le parti sociali hanno un'importante responsabilità nell'elaborazione, applicazione e valutazione dei progetti.

1.7.

Il Comitato propone che gli Stati membri, nel quadro dei rispettivi programmi occupazionali e della propria politica dell'innovazione, attuino dei programmi per la qualità e la produttività del lavoro. Vari paesi dispongono di centri nazionali per la produttività e di istituti per la ricerca sul lavoro, che potrebbero prendere parte a tali iniziative. Alle parti sociali spetta un ruolo importante nell'elaborazione dei progetti e nella loro attuazione pratica.

1.8.

È essenziale che nei vari forum europei, negli Stati membri e nelle imprese proseguano le discussioni e le iniziative concrete in materia di produttività sostenibile. Il Comitato può svolgere una parte rilevante in tale processo, presentando le considerazioni della società civile, in particolare nei propri pareri in materia di economia, di occupazione e di politica dell'innovazione.

2.   Introduzione

2.1.

Il benessere dell'Europa richiede una crescita economica sostenibile e un livello di occupazione elevato. L'obiettivo dell'UE è perseguire «lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente» (1). Tale obiettivo può essere raggiunto intensificando la crescita della produttività in tutti i settori (2). La crescita della produttività, se basata su un aumento della qualità della vita lavorativa e su un'espansione dell'occupazione, accresce il benessere dei cittadini. Un aumento sostenibile della produttività offre la possibilità di garantire il buono stato delle finanze pubbliche e di fornire in maniera sostenibile servizi sociali e sanitari ad una popolazione che invecchia, producendo al tempo stesso nuovi posti di lavoro di buona qualità. In questo modo esso contribuisce agli obiettivi economici, sociali e ambientali della strategia di Lisbona.

2.2.

In Europa la produttività del lavoro è costantemente aumentata nel dopoguerra. Ancora alla fine degli anni '60 la produttività per ora lavorata cresceva mediamente del 5 % l'anno. Tale crescita è rallentata a partire dagli anni '80, per attestarsi intorno all'1-2 % all'inizio degli anni 2000. L'evoluzione della produttività negli Stati membri negli ultimi anni è dovuta a una molteplicità di fattori che spingono in direzioni differenti. La produttività media del lavoro nell'UE è aumentata grazie all'adesione dei nuovi Stati membri, dove il livello di partenza era inferiore rispetto a quello dei vecchi Stati membri. A partire dal 1995, comunque, in tutta Europa è aumentato il numero dei posti di lavoro a bassa produttività, tra i quali rientrano lavori caratterizzati da retribuzioni e qualificazioni modeste nel settore dei servizi, nonché numerosi posti disciplinati da contratti atipici. Questa tendenza ha contribuito a rallentare l'aumento della produttività (3).

2.3.

Nel settore manifatturiero la produttività ha conosciuto la crescita più rapida nei comparti a più elevato contenuto tecnologico. Tuttavia, la quota di questi ultimi sul totale della produzione industriale è modesta, cosa che, stando alla valutazione della Commissione, potrebbe dare adito a problemi. Quanto maggiore è la quota dei comparti ad elevato contenuto tecnologico sul valore aggiunto complessivo, tanto più essi contribuiscono alla produttività e alla redditività reale dell'intera economia. Tali comparti sono sistematicamente all'avanguardia nell'innovazione, nella modernizzazione e nella diffusione di nuove tecnologie, anche al di là dei confini nazionali (4).

2.4.

Un problema serio consiste evidentemente nella modesta crescita della produttività registrata negli ultimi anni nel settore dei servizi privati e pubblici. Tuttavia, va ricordato che misurare la produttività di tale settore utilizzando gli stessi parametri che si applicano all'industria è difficile, se non impossibile. Per esempio, sebbene nei servizi sia cresciuta l'applicazione di vari strumenti innovativi, tra cui le TIC, tale crescita non si è riflessa nelle statistiche come aumento della produttività. Nel settore dei servizi le innovazioni nascono generalmente grazie a tecnologie acquisite (TIC, modifiche organizzative, capitale umano) piuttosto che da investimenti diretti delle imprese del settore in attività di ricerca e sviluppo (5). Pertanto, comparare meccanicamente i tassi di produttività può condurre a conclusioni sbagliate, qualora non si tenga in considerazione l'effettivo contenuto dei vari settori. Ciò vale anche per i servizi pubblici, i cui obiettivi di crescita della produttività devono anche tenere conto degli obiettivi di politica sociale, come pure dell'esigenza di garantire un ambiente propizio all'innovazione e alla crescita della produttività.

2.5.

Il miglioramento della situazione occupazionale e la crescita della produttività non si escludono a vicenda; al contrario, insieme essi contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona, che prevedono la creazione di un numero maggiore di posti di lavoro di migliore qualità. Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) l'occupazione produttiva è il fondamento del lavoro decoroso (6). L'aumento sostenibile della produttività e un livello di occupazione in crescita costituiscono un rimedio sano al fenomeno del lavoro sommerso.

2.6.

La struttura economica degli Stati membri dell'UE sta cambiando e il baricentro dei fattori di produzione si trasferisce sempre più dal capitale materiale al capitale umano. Secondo la Commissione la domanda di forza lavoro nell'UE si è già spostata dalle competenze tradizionali verso la mano d'opera altamente qualificata. Ciò riflette i cambiamenti intervenuti nella natura del lavoro stesso, piuttosto che quelli prodottisi nella ripartizione della mano d'opera tra le varie categorie. Nel periodo 1995-2000 la crescita dell'occupazione nei settori ad alta intensità di conoscenza, caratterizzati da un rapido sviluppo, ha originato oltre i due terzi dei nuovi posti di lavoro ad alta e media qualificazione, nonché una grandissima parte dei nuovi posti di lavoro a bassa qualificazione (7). La forza lavoro è cresciuta, in particolare nei servizi alle imprese, i quali avranno un ruolo molto importante in futuro nel creare nuovi posti di lavoro e nel compensare la soppressione di posti e la razionalizzazione nei settori manifatturieri (8).

2.7.

Dal punto di vista dei singoli individui la crescita della produttività comporta una maggiore stabilità dei posti di lavoro e migliori opportunità di progredire professionalmente e di vedere aumentare il proprio reddito. In tal modo aumenta la competenza professionale dei lavoratori, e la loro occupabilità in un contesto in via di trasformazione.

2.8.

Per le imprese accrescere la produttività è essenziale perché costituisce una garanzia di competitività. Dal momento che i mercati mondiali determinano in grande misura i prezzi, e i tradizionali investimenti destinati ai macchinari e alle attrezzature non riescono ad accrescere indefinitamente la produttività, bisogna ricorrere ad altri mezzi. Per le imprese l'aumento di produttività implica che la dinamica dei costi rallenta, i prezzi divengono più concorrenziali, la capacità di pagare i salari cresce, i posti di lavoro diventano più sicuri (e di conseguenza più desiderabili), la natura delle mansioni e l'organizzazione del lavoro si sviluppano, aumenta il valore aggiunto per i clienti mentre si riducono le risorse impiegate per produrlo, la redditività sale, si creano le condizioni per la crescita e la permanenza nel mercato e si costituiscono le basi per gli investimenti e per lo sviluppo dell'attività.

2.9.

La crescita economica dell'Europa è dipesa tradizionalmente dalla crescita della forza lavoro, dal livello di investimenti produttivi e dall'aumento dei livelli di qualificazione, sennonché tale modello ormai non funziona più così bene come dovrebbe. La disponibilità di forza lavoro ha smesso di crescere e al contrario si va contraendo. La propensione delle imprese a investire in capitale materiale si è ridotta. Le attività ad alta intensità di mano d'opera si sono trasformate in attività ad alta intensità di capitale, e il capitale umano diviene sempre più importante. Il lavoro manuale meno qualificato è divenuto in misura crescente lavoro specializzato (basato sulla conoscenza) che richiede un'apposita formazione. Limitarsi ad investire nell'istruzione di base non comporta più i vantaggi di un tempo in termini di produttività.

2.10.

In alcuni Stati membri la crescita economica è stata favorita anche dagli strumenti fiscali (esempio: la riduzione delle imposte sulle imprese e sui salari) e dalla crescita dei consumi privati (ad esempio attraverso la politica dei tassi di interesse o la tassazione). Le possibilità di ricorrere a tali fattori di crescita sono tuttavia limitate e i fattori stessi devono essere valutati sotto il profilo della concorrenza fiscale e del mantenimento delle infrastrutture pubbliche.

2.11.

Al di là degli elementi summenzionati è necessario trovare altri nuovi fattori di crescita. Ai fattori materiali di successo si sono affiancati fattori immateriali, in particolare la capacità del management di motivare i dipendenti e di valorizzarne le competenze.

2.11.1.

In primo luogo occorre accelerare l'aumento di produttività delle imprese. Ciò richiede politiche atte a generare un ambiente favorevole all'innovazione e alla crescita sostenibile delle imprese, e a garantire una sana concorrenza. Questo è l'unico modo per migliorare il risultato economico complessivo.

2.11.2.

In secondo luogo occorre quanto meno rallentare la contrazione dell'offerta di mano d'opera. Nei prossimi dieci anni vari Stati membri perderanno circa il 15 % della loro forza lavoro. Bisogna mantenere elevato il tasso di occupazione, tra l'altro intervenendo sulla politica occupazionale, sull'immigrazione e sull'integrazione di manodopera qualificata, nonché realizzando misure volte a conciliare la vita professionale con quella familiare e ad assicurare la parità tra i sessi, e riformando i sistemi pensionistici. Gli strumenti chiave per ritardare il pensionamento consistono nell'aiutare i lavoratori a far fronte alle sfide che si presentano nel luogo di lavoro e nello stimolarne la motivazione professionale.

2.11.3.

In terzo luogo bisogna accrescere il richiamo della vita lavorativa. Nella popolazione attiva è particolarmente vasto il gruppo di età da 40 a 54 anni, il che costituisce un'importante sfida politica. Ma è importantissimo anche prevenire l'interruzione degli studi da parte dei giovani e favorire il loro inserimento professionale. Bisogna migliorare la qualità del lavoro e la disponibilità di forza lavoro qualificata in modo da trarre un vantaggio più immediato dalle nuove tecniche, dall'innovazione e dalle attività di ricerca e sviluppo.

2.12.

Il Consiglio europeo ha coerentemente sottolineato l'importanza degli investimenti destinati a migliorare la qualità del lavoro, tra l'altro con l'ausilio di indicatori di qualità (9). Durante la presidenza finlandese dell'UE è stata avviata una discussione in merito all'importanza della produttività per la strategia di Lisbona. La Finlandia ha chiesto al CESE di redigere un parere sul tema Qualità della vita professionale, produttività e occupazione di fronte alla globalizzazione e alle sfide demografiche  (10). Tale parere è stato adottato dal Comitato nel settembre 2006.

2.13.

La presidenza tedesca ha proseguito la discussione sulla qualità della vita lavorativa. Il tema del «lavoro di qualità» traduce in termini concreti l'obiettivo della strategia di Lisbona di creare nuovi e migliori posti di lavoro (11). Nel corso della riunione informale dei ministri del Lavoro e degli affari sociali, svoltasi a Berlino nel gennaio 2007, la Germania, il Portogallo e la Slovenia hanno sottolineato insieme nelle loro conclusioni l'importanza di promuovere il «lavoro di qualità» in Europa (12). Nelle conclusioni del vertice dell'8 e 9 marzo 2007, il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza del «lavoro di qualità» per accrescere l'occupazione negli Stati membri e rafforzare il modello sociale europeo. Secondo il Consiglio i principi alla base del «lavoro di qualità» sono i diritti e la partecipazione dei lavoratori, la parità di opportunità, la sicurezza e la protezione della salute sul luogo di lavoro e un'organizzazione del lavoro favorevole alla famiglia (13).

2.14.

I programmi di livello europeo tengono conto, in un modo o nell'altro, dello sviluppo della vita professionale e della capacità dei posti di lavoro di far fronte alle sfide del cambiamento. Purtroppo, tuttavia, si tratta in genere di proposte isolate, piuttosto che di un punto di partenza centrale per orientare gli interventi. Per di più il coordinamento tra i vari programmi è debole, al punto che i progressi o le battute di arresto nel campo della produttività sostenibile non destano alcuna attenzione.

2.15.

Una questione essenziale è come si possa accelerare la crescita della produttività delle imprese in modo da rafforzare le risorse collettive e individuali dei lavoratori e al tempo stesso aiutandoli a mantenere la propria capacita di lavoro e la propria motivazione al mutare delle condizioni.

3.   L'aumento sostenibile della produttività come fattore di successo

3.1.

Nell'analizzare la produttività e l'occupazione è importante fare una distinzione tra effetti a breve e a lungo periodo. A breve termine può esserci una correlazione negativa tra crescita della produttività e occupazione. I mutamenti strutturali nel settore industriale sembrano accrescere la produttività media del lavoro, riducendo al tempo stesso il livello di occupazione (14). In questa situazione occorre un forte contributo da parte della politica del mercato del lavoro, visto che le qualificazioni professionali di alcune classi di lavoratori divengono obsolete e che di conseguenza essi perdono il lavoro. Per potere valorizzare in maniera flessibile le competenze e le capacità del maggior numero possibile di lavoratori occorrono nuove forme di protezione dai licenziamenti e dalla disoccupazione. Nel parere in merito alla politica occupazionale, il Comitato ha presentato varie proposte su come rendere più efficiente gli interventi in questo campo (15).

3.2.

Nel lungo periodo è possibile far crescere il tasso di occupazione grazie ad un aumento della produttività del lavoro. In particolare la sinergia tra la tecnologia e determinate componenti della qualità del lavoro determina condizioni di crescita che a loro volta si riflettono in un aumento dei posti di lavoro e del tasso di occupazione. Ciò, tuttavia, non avviene automaticamente, bensì dipende dalla capacità del settore produttivo di accrescere l'intensità di mano d'opera della crescita e di accelerare la crescita della produttività a lungo termine, la quale è collegata sia alla qualità del lavoro che al grado di soddisfazione della mano d'opera (16).

3.3.

La crescita della produttività può essere perseguita in vari modi. In particolare alcune società quotate in borsa valutano la competitività nel breve periodo, attraverso le entrate e le uscite trimestrali. La logica del profitto rapido è riconoscibile sul luogo di lavoro dal fatto che non si effettuano investimenti produttivi e non ci si cura della qualificazione e della capacità professionale dei dipendenti. In alcuni casi ciò dipende dal fatto che le imprese non hanno le necessarie disponibilità finanziarie, e spesso anche le condizioni di lavoro e le retribuzioni sono improntate al criterio del minimo possibile. Questo approccio comporta conseguenze sociali gravi e di lunga durata, e costituisce un fattore di rischio per la competitività globale dell'Europa. L'Europa non può vincere i propri concorrenti con un mix di bassa produttività, cattive condizioni di lavoro e bassi salari.

3.4.

Tradizionalmente la produzione è stata resa più efficiente ammodernandone le condizioni e sviluppandone l'organizzazione per andare meglio incontro alla domanda, nonché investendo in macchinari e attrezzature. Ne è risultato un aumento della produttività complessiva. La produttività può essere aumentata a piccoli passi, razionalizzando e semplificando le procedure nonché sviluppando prodotti e servizi con metodi produttivi più avanzati. Tuttavia, ciò non è sufficiente quando la collaborazione sul luogo di lavoro non è efficace, quando gli addetti non vengono motivati a lavorare oppure quando nell'ambiente di lavoro vi sono carenze che si riflettono negativamente sui risultati.

3.5.

Per mantenere la crescita economica occorrono riforme strutturali più profonde. La produttività può essere incrementata rapidamente grazie ad un «salto» strategico, con cui un'impresa riorganizza per intero le proprie modalità di gestione e si avvia quindi su un nuovo percorso di crescita. In questo caso spariscono inevitabilmente i posti di lavoro che richiedono competenze obsolete, ma al tempo stesso ne vengono creati di nuovi e spesso qualitativamente migliori. Le imprese che si rinnovano creano nuovi prodotti e nuove catene del valore. In questo processo i fattori chiave sono la velocità, l'innovatività, la capacità di cambiare e il coinvolgimento del personale. Il CESE e la sua commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) sono attivamente impegnati nell'analizzare i mutamenti strutturali, i processi di innovazione e l'applicazione della tecnologia (17). Il Comitato ha sottolineato l'importanza della flessibilità funzionale interna ai fini della promozione dei processi di innovazione (18).

3.6.

È interessante esaminare la produttività come aspetto delle prestazioni di impresa. Tali prestazioni possono essere suddivise in esterne ed interne, di cui quelle esterne danno la misura della capacità dell'impresa di ottenere dei risultati nell'ambiente sociale circostante. Tuttavia, la produttività può essere vista più chiaramente come una caratteristica interna di un'impresa, o anche come una caratteristica associata ad un singolo individuo, macchinario o nucleo di produzione (19).

3.7.

Gli aspetti interni delle prestazioni di impresa sono l'innovazione e la produttività, le cui condizioni preliminari sono le qualificazioni e le conoscenze, la soddisfazione del personale, un atteggiamento positivo nei confronti del cambiamento e l'impiego della tecnologia. Da questi elementi discende la qualità e l'efficacia rispetto ai costi. Gli aspetti esterni sono invece la competitività, la soddisfazione dei clienti e la quota di mercato: da essi dipendono la liquidità, la redditività e la solvibilità (cfr. fig. 1).

Figura 1: Aspetti delle prestazioni di impresa e loro interrelazioni

Image

3.8.

I vari aspetti delle prestazioni si influenzano reciprocamente secondo un modello a spirale. Per esempio, la crescita della produttività conduce a un minore costo per unità prodotta, da cui deriva un aumento della competitività dell'impresa. Ciò a sua volta fa sì che l'impresa abbia successo sul mercato e che quindi la sua redditività cresca ulteriormente. Ne consegue che l'impresa accumula ricchezza, la quale può essere investita per obiettivi come la formazione, i mezzi di produzione e gli strumenti di supporto alla gestione, in altre parole per migliorare i requisiti della produttività. Questo fenomeno può essere definito spirale ascendente della produttività, ma analogamente si può descrivere un processo che conduce ad una spirale discendente della produttività.

3.9.

La produttività sostenibile costituisce un processo più ampio rispetto alla semplice misurazione della produttività o all'analisi della produttività del lavoro. A livello di impresa la produttività è un indicatore riferito alla capacità di un'impresa di combinare i vari fattori di produzione per accrescere la propria efficienza e divenire competitiva sul mercato. La produttività sostenibile comprende, oltre all'ambiente di lavoro fisico, anche quello psicosociale, dal quale scaturiscono efficienza, creatività e innovatività (20).

3.10.

L'innovatività di un'impresa e del suo personale si riflette nell'abilità di sviluppare e rinnovare la concezione di un prodotto o di un servizio in modo che creino valore aggiunto per i clienti. L'innovatività è anche la capacità di migliorare continuamente i processi operativi, di produzione e di distribuzione insieme con i dipendenti e i partner. Così, l'innovazione può essere uno strumento, un'attrezzatura, un macchinario, una combinazione di questi, un modello di servizio, un modo nuovo di eseguire una vecchia mansione o la diversa soluzione a un problema. La capacità di cambiare è un elemento centrale della produttività.

3.11.

In base alla loro capacità di innovazione, le organizzazioni possono essere classificate in differenti categorie secondo il livello di sviluppo. Esse possono sviluppare consapevolmente la propria capacità d'innovazione e avanzare da un livello all'altro grazie all'apprendimento. Quanto più avanzate sono le prassi che un'organizzazione applica nella propria attività innovativa, tanto maggiore sarà la sua capacità di applicare l'innovazione (21).

3.12.

Accrescere la produttività sostenibile significa che le imprese e le organizzazioni si preparano ai rischi futuri prevenendo i cambiamenti e adattandovisi rapidamente e in modo flessibile. In tali imprese ognuno si impegna per un uno sviluppo costante delle competenze e delle conoscenze, si persegue il benessere del personale e i dipendenti partecipano attivamente al processo decisionale, specialmente alle decisioni che si riflettono sul loro lavoro. I lavoratori sono disposti e anche interessati a fornire il proprio contributo e a mettere la propria competenza al servizio del successo dell'impresa. L'attività gestionale si basa sul riconoscimento reciproco e sulla cooperazione, non su una posizione di dominio nei confronti del personale. I dirigenti sono in grado di collaborare con i clienti, con la rete di imprese dello stesso settore e con i centri di ricerca.

3.13.

Ai fini dell'aumento della produttività e dell'accelerazione di tale aumento saranno essenziali in futuro, da un lato, la capacità di concepire e applicare innovazioni tecnologiche nei luoghi di lavoro e, dall'altro, le innovazioni sociali destinate ad integrare tali innovazioni, siano esse di natura imprenditoriale o organizzativa. L'aumento di produttività realizzato in questo modo è sostenibile. Esso influenza la crescita economica in due modi: migliorando a lungo termine la produttività del luogo di lavoro/dell'impresa, e accrescendo la disponibilità di forza lavoro grazie all'aumento delle opportunità dei lavoratori e della loro propensione a prolungare la loro vita professionale.

4.   La produttività sostenibile nel luogo di lavoro

4.1.

Uno studio dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (22) esamina in maniera approfondita la relazione tra qualità dell'ambiente di lavoro e produttività. Una conclusione importante della ricerca è che, nelle attuali condizioni di forte competitività, il successo di un'impresa non può più essere misurato soltanto in termini di indicatori economici.

4.2.

Secondo il suddetto studio, infatti, cresce l'importanza di fattori quali la soddisfazione del cliente, l'ottimizzazione delle relazioni interne all'impresa, la capacità di innovazione e la flessibilità delle strutture organizzative. I risultati della ricerca indicano una stretta relazione tra buone condizioni di lavoro e il successo economico dell'impresa. La qualità della vita professionale incide fortemente sulla produttività e sulla redditività.

4.3.

Non si può assolutamente dire che la crescita della produttività in Europa negli anni recenti sia stata chiaramente sostenibile in termini qualitativi. Alle imprese mancano ancora conoscenze adeguate su come migliorare l'ambiente di lavoro e individuare le relative ripercussioni positive, e inoltre non dispongono di sufficienti soluzioni pratiche a tal fine. Secondo un rapporto della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro non si sono verificati cambiamenti importanti, in senso positivo o negativo, nella qualità complessiva del lavoro (23). Da analisi e comparazioni delle condizioni nei vari Stati membri emerge che la soddisfazione sul lavoro è legata alla sicurezza del lavoro, ad un'atmosfera positiva e all'esistenza di buone opportunità di apprendere e progredire professionalmente. Il lavoro in sé cambia più rapidamente del previsto, basandosi sempre più sulla conoscenza e sulla tecnologia e orientandosi maggiormente verso il cliente.

4.4.

Il summenzionato rapporto indica che sono stati fatti ben pochi progressi verso la conciliazione della vita professionale e di quella familiare. Il ricorso ad orari di lavoro flessibili commisurati alle esigenze individuali non si è generalizzato. Sebbene le condizioni di salute sul lavoro in Europa siano migliorate, ancora il 35 % dei lavoratori ritiene di essere esposto a rischi per la salute a causa dell'attività professionale. L'intensità del lavoro aumenta, e sempre più persone lavorano a ritmo sostenuto e con scadenze rigide. Sebbene l'esecuzione di un lavoro richieda autonomia, questa non è aumentata nei luoghi di lavoro. La maggior parte dei lavoratori ritiene che il proprio lavoro sia interessante e offra nuove sfide. Tuttavia, l'accesso alla formazione nell'ambito del lavoro non è migliorato. Tale accesso è particolarmente arduo per i lavoratori più anziani e meno qualificati. Uno dei cambiamenti più importanti nei luoghi di lavoro è la maggiore utilizzazione dell'informatica (24).

4.5.

In futuro la carenza di manodopera qualificata potrebbe fare venir meno le condizioni della crescita della produttività. Si deve comunque ricordare che i lavori del futuro e le competenze che richiedono saranno differenti da quelli di oggi. Inoltre i nuovi modi di organizzare il lavoro e le più efficaci applicazioni tecnologiche ridurranno la quantità di lavoro necessaria. Numerose imprese stanno creando delle reti su scala europea e la circolazione di lavoratori tra gli Stati membri è in aumento. Per tale ragione il Comitato ha osservato che gli Stati membri, malgrado le differenze tra i rispettivi sistemi di istruzione e formazione, dovrebbero considerarsi parte di un unico «spazio dell'istruzione» europeo e riconoscere che lo sviluppo della vita lavorativa ha una dimensione europea (25).

4.6.

Occorre pertanto esaminare più in dettaglio quali competenze e conoscenze saranno richieste nella vita professionale in futuro, tanto nel settore privato che in quello pubblico. Analogamente si dovrebbe considerare come integrare nell'istruzione e nella formazione la qualità della vita lavorativa e le questioni relative alla produttività. Su questa base bisognerebbe concepire e realizzare la struttura dei vari corsi di laurea e di formazione, i contenuti didattici e i metodi di insegnamento, nonché gli obiettivi della formazione permanente. È inoltre importante garantire la possibilità economica di prendere parte all'istruzione e alla formazione. Alle parti sociali spetta una parte importante nella riflessione in questo campo e nell'attuazione delle relative misure. Le parti sociali europee hanno gettato delle basi adeguate valutando gli aspetti principali dell'apprendimento permanente e le pratiche nazionali (26).

4.7.

Le carenze di qualificazione riguardano spesso settori dove le competenze non sono misurabili. Nella vita professionale di domani le qualificazioni più importanti, oltre a quelle di base, saranno per esempio le capacità di interagire con gli altri, di autogestirsi, di apprendere e acquisire nuove conoscenze, di estrarre gli elementi essenziali da un flusso complesso di informazioni, e di operare in luoghi di lavoro e in reti multiculturali. In questo tipo di ambiente una sfida particolare è costituita dai giovani che interrompono gli studi precocemente o che dispongono di un bagaglio di conoscenze inadeguato.

4.8.

Nel campo della gestione aziendale le carenze principali riguardano in particolare le competenze manageriali strategiche e la gestione dell'innovazione. La gestione delle risorse umane andrebbe vista come un aspetto strategico del management. Queste competenze potrebbero fungere da nuovo elemento propulsivo della crescita economica.

5.   Promuovere la produttività sostenibile

5.1.   Misure programmatiche e pratiche

5.1.1.

Il potenziale di riuscita derivante da una crescita sostenibile della produttività può essere sfruttato sia dalle piccole e medie imprese che da grandi aziende e dalla loro rete di subappaltatori. Altri beneficiari sono le organizzazioni dei servizi del settore pubblico e del terzo settore, che devono e vogliono migliorare la loro produttività in modo sostenibile e di qualità, garantendosi la disponibilità di una forza lavoro professionale e di elevato livello.

5.1.2.

Per promuovere una crescita sostenibile della produttività si può ricorrere a interventi orientati verso l'intera società, verso le imprese e le organizzazioni, nonché verso i luoghi di lavoro e i singoli. A causa della loro vasta portata, i cambiamenti sociali relativi per esempio alla formazione professionale, alle relazioni industriali, alle misure volte a riconciliare la vita professionale e quella familiare, alla salute e alla sicurezza sul lavoro, alle prestazioni sanitarie sul lavoro, alle misure di formazione e riqualificazione, ai trattamenti pensionistici o alle opportunità di pensionamento hanno grande importanza nel lungo periodo. Per favorire i progetti più adeguati si può ricorrere alla legislazione. Invece i miglioramenti nel livello di benessere sul lavoro a livello individuale hanno un impatto rapido ma sono di per sé insufficienti, e il loro impatto complessivo sul luogo di lavoro può risultare piuttosto modesto.

5.1.3.

La crescita sostenibile della produttività può essere incoraggiata promuovendo a livello di impresa e di luogo di lavoro prassi e procedure atte a valorizzare e ad accrescere maggiormente le risorse proprie dei lavoratori, le risorse del luogo di lavoro e le capacità di innovazione. In questo contesto un ruolo particolare spetta alle parti sociali.

5.1.3.1.

A livello europeo le parti sociali hanno concordato, nel loro nuovo programma di lavoro per il periodo 2006-2008, di effettuare un'analisi congiunta delle sfide principali che riguardano i mercati del lavoro europei (tra cui la promozione dell'apprendimento permanente, della competitività e dell'innovazione) (27). Per esempio a livello nazionale, le organizzazioni centrali delle parti sociali finlandesi hanno istituito all'inizio del 2007 una tavola rotonda sulla produttività, con l'obiettivo di promuovere la produttività stessa, la qualità della vita lavorativa e la cooperazione in materia di produttività. I membri della tavola rotonda sono rappresentanti dei massimi organi esecutivi di tutte le organizzazioni centrali dei datori di lavoro e dei lavoratori. In alcuni Stati membri le parti sociali svolgono un ruolo attivo anche nei programmi nazionali di sviluppo delle imprese. In tutti gli Stati membri si trovano buoni studi di casi (28).

5.1.4.

In certi casi sono stati dei mutamenti legislativi concernenti la tutela dell'ambiente a evidenziare l'esigenza di una riforma. Ad esempio il divieto di utilizzare l'amianto ha reso necessario sviluppare tecnologie sostitutive, l'introduzione di regolamenti più restrittivi in materia di rumori ha favorito la nascita di attrezzature tecniche con livelli minori di rumorosità, le esigenze in materia di tecnologie energetiche hanno fatto nascere nuove attrezzature e i requisiti di isolamento degli edifici hanno indotto a sviluppare nuovi materiali. In tal modo la legislazione ha contribuito alle azioni compiute direttamente dalle imprese e ha favorito l'innovazione.

5.1.5.

Gli Stati membri hanno adottato vari strumenti economici finalizzati a migliorare qualitativamente le condizioni di lavoro o a sostenere le imprese che investono in modelli innovativi di organizzazione del lavoro. Tra gli strumenti utilizzati figurano gli aiuti pubblici e altre misure di assistenza, anche finanziarie (prestiti bancari a tasso agevolato). Si può citare a titolo di esempio la strategia nazionale irlandese per il luogo di lavoro, l'Iniziativa tedesca per una nuova qualità del lavoro (INQA) e la strategia finlandese di sviluppo del luogo di lavoro, nelle quali svolgono un ruolo essenziale le iniziative e i finanziamenti pubblici (29). Il grande vantaggio di tali programmi consiste nel fatto che l'attività di sviluppo si svolge nei luoghi di lavoro. Per questi programmi è essenziale che vi sia un forte impegno a livello politico e che i lavoratori vengano motivati a collaborare ai progetti di sviluppo.

5.2.   Indice europeo della qualità del lavoro

5.2.1.

Affinché l'Europa sia in grado di rispondere alle sfide della globalizzazione e di realizzare con successo gli obiettivi della strategia di Lisbona, è importante monitorare i miglioramenti nella qualità del lavoro negli Stati membri e a livello europeo e le relative ripercussioni sulla produttività del lavoro. In quest'ottica, il CESE ha proposto di mettere a punto un indice europeo della qualità del lavoro, da stabilire applicando diversi criteri di definizione del «lavoro di qualità» elaborati sulla base di studi specifici, da tenere regolarmente aggiornato e reso pubblico (30). Un indice di questo tipo potrebbe contribuire ad evidenziare i cambiamenti e progressi intervenuti, come pure le relative ripercussioni in termini di produttività, e al tempo stesso offrire un punto di partenza per nuove iniziative volte a migliorare la qualità della vita lavorativa. Attualmente la qualità del lavoro e la produttività vengono analizzate in vari modi differenti e diverse organizzazioni stanno sviluppando indipendentemente l'una dall'altra degli indicatori propri. Il nuovo indice europeo potrebbe includere elementi di tali indicatori.

5.2.1.1.

A seguito di una decisione del Consiglio, nel 2003 è stata eseguita una valutazione dei progressi compiuti dagli Stati membri, utilizzando una serie di indicatori basati su dieci dimensioni della qualità del lavoro. Sebbene fossero stati realizzati dei progressi, è emerso che rimaneva ancora molto spazio per ulteriori miglioramenti. In particolare risultava deludente la crescita tendenziale della produttività. Tutto ciò ha indotto a concludere che occorreva un intervento più deciso, specie per incoraggiare gli investimenti delle imprese destinati alla formazione professionale e per promuovere la capacità lavorativa dei lavoratori anziani (31).

5.2.1.2.

Secondo la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (la Fondazione di Dublino) le imprese e i posti di lavoro innovativi si caratterizzano per il diritto ad apprendere e per il senso di autonomia sul lavoro, per il lavoro di gruppo, per la possibilità di rotazione nelle funzioni e per la polivalenza (multi-skilling). Un fattore chiave consiste quindi nel migliorare la qualificazione dei dipendenti e nel consentire loro di contribuire attivamente allo sviluppo dei processi di produzione. Inoltre nella primavera del 2007 la fondazione ha avviato una nuova ricerca a vasto raggio sulle interrelazioni tra innovazione, produttività e occupazione, che durerà tre anni. La prima fase della ricerca consiste nel redigere l'inventario delle ricerche già esistenti su questo tema allo scopo di prepararsi ad inserire le dimensioni della produttività e delle prestazioni nell'indagine sull'impresa europea che la fondazione eseguirà nel 2008. La fondazione è anche attivamente impegnata nello sviluppo di un nuovo indice della qualità del lavoro (32).

5.2.1.3.

Alcuni studi eseguiti dall'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro e relativi all'importanza della qualità del lavoro ai fini della produttività mostrano chiaramente che vi è una stretta relazione tra la qualità dell'ambiente di lavoro, la produttività e i risultati d'impresa. L'Agenzia conclude che è impossibile realizzare gli obiettivi stabiliti in materia di produttività se non vengono esaminati dettagliatamente sul luogo di lavoro i rischi collegati alla sicurezza e alla salute sul lavoro e se non viene fatto nulla per porvi rimedio (33). La campagna europea di sensibilizzazione è dedicata quest'anno al tema della prevenzione delle patologie muscoloscheletriche, e allo stesso tempo all'individuazione di buone prassi per l'inserimento professionale degli individui con questo tipo di disturbi. Inoltre sono già in corso i preparativi per la Settimana europea 2008, che sarà incentrata sull'analisi dei rischi legati al luogo di lavoro.

5.2.1.4.

Il programma per lo sviluppo del luogo di lavoro, avviato dalla presidenza tedesca, comprende un progetto di ricerca finalizzato a definire più esattamente cosa si intenda per «lavoro di qualità». Tale programma comprende anche un indice sviluppato dalla Confederazione tedesca dei sindacati (DGB) per valutare la qualità del lavoro. Questo indice si basa sui giudizi espressi dagli stessi lavoratori, i quali valutano il proprio lavoro in base a 15 criteri. Lo scopo è calcolare l'indice in questione con cadenza annuale, e i primi risultati saranno disponibili nell'autunno 2007 (34).

5.2.2.

Per sviluppare un indice europeo della qualità del lavoro occorre attivare un ampio forum di discussione, che potrebbe opportunamente avvalersi della vasta e approfondita competenza del Comitato economico e sociale europeo in materia di sfide derivanti dal cambiamento delle condizioni di lavoro e di relative risposte. Compatibilmente con il proprio programma di lavoro, l'Osservatorio del mercato del lavoro potrebbe esaminare anche questo tema.

Bruxelles, 26 settembre 2007.

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  Articolo I-3, paragrafo 3, del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa.

(2)  La produttività può essere misurata a vari livelli, per esempio economie nazionali (macrolivello), settori di attività (industria, TIC), impresa/organizzazione di lavoro/unità lavorativa, gruppo di dipendenti/categoria professionale o singoli individui. La produttività generale è quella quota di aumento della produttività che non può essere ascritta ad un maggiore ricorso ai tradizionali fattori di produzione (mano d'opera, capitale, materie prime, energia), ma che si crea grazie ai progressi tecnologici e ai miglioramenti in termini di formazione dei lavoratori, di sviluppo e di gestione delle organizzazioni e di metodi di produzione.

(3)  Comitato per l'occupazione, resoconto del gruppo di lavoro sul tema Enhancing higher productivity and more and better jobs, including for people at the margins of the labour market (Accrescere la produttività e creare posti di lavoro nuovi e migliori, anche per chi è ai margini del mercato del lavoro), EMCO/18/171006/EN-final, 2006.

http://ec.europa.eu/employment_social/employment_strategy/pdf/emco_workgroupprod06_en.pdf

(4)  Comunicazione dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Produttività: la chiave per la competitività delle economie e delle imprese europee (COM(2002) 262 def.).

(5)  Id.

(6)  Relazione annuale dell'OIL sull'occupazione nel mondo, Word Employment Report 2004-2005.

http://www.ilo.org/public/english/employment/strat/wer2004.htm

(7)  Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Produttività: la chiave per la competitività delle economie e delle imprese europee (COM(2002) 262 def.).

(8)  Parere del CESE del 13 settembre 2006 sul tema I servizi e le industrie manifatturiere europee: i processi di interazione e l'impatto su occupazione, competitività e produttività; relatore: CALLEJA (GU C 318 del 23.12.2006, pag. 26).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2006:318:0026:0037:IT:PDF

(9)  Il Consiglio europeo di Lisbona, del 23 e 24 marzo 2000, ha stabilito l'obiettivo generale di raggiungere la piena occupazione creando posti di lavoro non soltanto più numerosi ma anche migliori.

Nelle conclusioni del Consiglio di Nizza (2000) si affermava che è necessario insistere sulla promozione della qualità in tutti i campi della politica sociale.

Il Consiglio di Stoccolma (2001) ha puntualizzato che per ritornare alla piena occupazione bisogna concentrarsi sulla creazione di posti di lavoro non soltanto più numerosi, ma anche migliori, e ha chiesto che gli orientamenti in materia di occupazione per il 2002 includessero la qualità del lavoro tra gli obiettivi generali e definissero accurati indicatori quantitativi in tale campo.

Il Consiglio europeo di Laeken (2001) ha specificato che la qualità del lavoro è un concetto pluridimensionale e che gli indicatori raccomandati dal comitato per l'occupazione si basano su dieci dimensioni definite nella comunicazione della Commissione, chiedendo inoltre che tali indicatori fossero inseriti nella Strategia europea per l'occupazione a partire dal 2002. Cfr. la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Migliorare la qualità del lavoro: un'analisi degli ultimi progressi (COM(2003) 728 def.).

(10)  Adottato il 13.9.2006, relatrice: ENGELEN-KEFER (GU C 318 del 23.12.2006, pag. 157).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2006:318:0157:0162:IT:PDF

(11)  Priorità politiche del ministero federale del Lavoro e degli affari sociali per la presidenza tedesca nella prima metà del 2007.

URL:http://www.london.diplo.de/Vertretung/london/en/03/News__and__features/EU__Presidency/Political__priorities__FULL__DownloadDatei,property=Daten.pdf

(12)  Conclusioni della presidenza, redatte in cooperazione con i due successivi detentori della presidenza, Portogallo e Slovenia.

http://www.eu2007.de/en/News/Press_Releases/January/0119BMAS1.html

(13)  Consiglio europeo di Bruxelles dell'8 e 9 marzo 2007 — Conclusioni della presidenza. Consiglio dell'Unione europea 7224/07.

http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=DOC/07/1&format=PDF&aged=1&language=IT&guiLanguage=en

(14)  Comitato per l'occupazione, resoconto del gruppo di lavoro sul tema Enhancing higher productivity and more and better jobs, including for people at the margins of the labour market (Accrescere la produttività e creare posti di lavoro nuovi e migliori, anche per chi è ai margini del mercato del lavoro), EMCO/18/171006/EN-final, 2006.

(15)  Parere CESE del 25 aprile 2007 in merito alla Proposta di decisione del Consiglio relativa a Orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, relatrice: O'NEIL (GU C 168 del 20.7.2007, pag. 47).

http://eescopinions.eesc.europa.eu/viewdoc.aspx?doc=//esppub1/esp_public/ces/soc/soc264/it/ces608-2007_ac_it.doc

(16)  Id.

(17)  Parere CESE del 25 settembre 2003 sul tema Le trasformazioni industriali, situazione attuale e prospettive futureUn approccio globale, relatore: VAN IERSEL, correlatore: VAREA NIETO (GU C 10 del 14.1.2004, pag. 105).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2004/c_010/c_01020040114it01050113.pdf

Parere CESE del 29 settembre 2005 sul tema Il dialogo sociale e il coinvolgimento dei lavoratori: fattori essenziali per anticipare e gestire le trasformazioni industriali, relatore: ZÖHRER (GU C 24 del 31.1.2006, pag. 90).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2006/c_024/c_02420060131it00900094.pdf

Parere CESE del 14 dicembre 2005 in merito alla Comunicazione della CommissioneRistrutturazioni e occupazioneAnticipare e accompagnare le ristrutturazioni per ampliare l'occupazione: il ruolo dell'Unione europea, relatore: ZÖHRER, correlatore: SOURY-LAVERGNE (GU C 64 del 17.3.2006, pag. 58).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2006/c_065/c_06520060317it00580062.pdf

Parere CESE del 14 settembre 2006 sul tema Lo sviluppo sostenibile come forza trainante delle trasformazioni industriali, relatore: SIECKER, correlatore: ČINČERA (GU C 318 del 23.12.2006, pag. 1).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2006/c_318/c_31820061223it00010011.pdf

(18)  Parere CESE sul tema La flessicurezza (dimensione della flessibilità internacontrattazione collettiva e ruolo del dialogo sociale come strumento di regolazione e riforma dei mercati del lavoro) (SOC/272), relatore: JANSON (sarà discusso nella sessione plenaria dell'11 e 12 luglio 2007).

http://eescopinions.eesc.europa.eu/viewdoc.aspx?doc=//esppub1/esp_public/ces/soc/soc272/it/ces999-2007_ac_it.doc

(19)  Hannu Rantanen, Tuottavuus suorituskyvyn analysoinnin kentässä (La produttività nel contesto dell'analisi delle prestazioni) — Istituto di tecnologia di Lappeenranta, sezione di Lahti, 2005.

(20)  Professor Mika Hannula, Istituto tecnologico di Tampere, lezione del 29.1.2004.

(21)  John Bessant (2003): High-Involvement Innovation (Innovazione ad alta partecipazione). La capacità innovativa ha otto dimensioni:

l'organizzazione è consapevole dell'importanza strategica dell'attività di innovazione che coinvolge le persone e si basa su piccoli passi (comprensione),

l'organizzazione dispone di procedure che permettono alle persone di partecipare all'attività innovativa (acquisire l'abitudine),

l'attività innovativa dell'organizzazione è diretta verso i suoi obiettivi strategici (orientamento),

la direzione dell'organizzazione guida e sostiene adeguatamente l'attività innovativa (conduzione),

le strutture, le pratiche e i processi dell'organizzazione sono concepiti in modo tale che vi sia il miglior sostegno reciproco possibile tra queste, l'attività di innovazione e i relativi valori guida (allineamento),

la risoluzione dei problemi avviene attraverso una rete tra unità interne e unità esterne all'organizzazione (risoluzione condivisa dei problemi),

si provvede a monitorare, valutare e sviluppare costantemente l'aumento di efficienza derivante dalle innovazioni (miglioramento continuo del sistema),

l'organizzazione è in grado di trarre insegnamenti costanti e generali dalle proprie esperienze (l'organizzazione che apprende).

(22)  Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Quality of the Working Environment and Productivity (Qualità dell'ambiente di lavoro e produttività), 2004,

http://osha.eu.int/publications/reports/211/quality_productivity_en.pdf

(23)  Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Fourth European Working Conditions Survey (Quarto rapporto sulle condizioni di lavoro in Europa), 2005.

http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef0698.htm

(24)  Id.

(25)  Parere CESE del 28 ottobre 2004 sul tema Formazione e produttività, relatore: KORYFIDIS (GU C 120 del 20.5.2005, pag. 64).

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/oj/2005/c_120/c_12020050520it00640075.pdf

(26)  ETUC, UNICE, CEEP, Framework of actions for the lifelong development of competencies and qualifications, Evaluation report 2006 (Quadro di azione per lo sviluppo permanente delle competenze e delle qualificazioni — Rapporto di valutazione 2006).

(27)  Programma di lavoro delle parti sociali europee 2006-2008,

http://www.etuc.org/IMG/pdf/Depliant_EN_HD2006-2008.pdf

(28)  Ad esempio, nell'audizione tenuta il 10 maggio 2007 dal gruppo di studio, il direttore finanziario della compagnia maltese STMicroelectronics, Santo Portera, ha riferito come la sua impresa abbia risposto con successo alle sfide della globalizzazione, attraverso l'applicazione nelle proprie attività di elevati standard etici, nonché rafforzando e migliorando la qualificazione del personale, il benessere sul lavoro e l'organizzazione del lavoro, e incoraggiando l'innovazione.

(29)  Irlanda: www.workplacestrategy.ie; Cathal O'Reagan audizione del 10 maggio 2007.

Germania: http://inqa.de, Kai Schäfer, rappresentante del governo e della presidenza della Germania, audizione del 10 maggio 2007.

Finlandia: http://www.mol.fi/mol/en/01_ministry/05_tykes/index.jsp

(30)  Cfr. nota 10.

(31)  Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Migliorare la qualità del lavoro: un'analisi degli ultimi progressi (COM(2003) 728 def.).

(32)  www.eurofound.europa.eu; Radoslaw Owczarzak, Osservatorio europeo del cambiamento (EMCC), audizione del 10 maggio 2007.

(33)  www.osha.europa.eu; Brenda O'Brien audizione del 10 maggio 2007.

(34)  http://inqa.de; Kai SCHÄFER, rappresentante del governo e della presidenza della Germania, audizione del 10 maggio 2007.