[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE | Bruxelles, 8.10.2007 COM(2007) 379 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piccole, ecologiche e competitive Un programma inteso ad aiutare le piccole e medie imprese a conformarsi alla normativa ambientale {SEC(2007) 906}{SEC(2007) 907}{SEC(2007) 908} INDICE 1. Introduzione 3 2. PMI e la politica ambientale 3 3. PMI più eco-efficienti: una scommessa 4 4. Il contesto politico 5 5. Il Piano d’azione 6 5.1. Legiferare meglio sotto l’aspetto dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche, per facilitare e ridurre al minimo gli oneri amministrativi della regolarizzazione delle PMI 7 5.2. Prevedere sistemi di gestione ambientale «su misura» più accessibili alle PMI 8 5.3. Offrire un’assistenza finanziaria mirata ed un programma finanziario pluriennale a favore della produzione sostenibile nelle PMI 9 5.4. Sviluppare competenze locali in materia di ambiente per le PMI 11 5.5. Migliorare la comunicazione e fornire informazioni più mirate 12 6. Conclusioni e prospettive 13 1. Introduzione Per conseguire gli ambiziosi obiettivi che il Consiglio europeo[1] ha stabilito di raggiungere entro il 2020 in materia di riduzione delle emissioni di gas effetto serra, di energie rinnovabili e di efficienza energetica è necessario sviluppare un nuovo modello economico che permetta di integrare gli aspetti ambientali nei processi produttivi e nei prodotti. Le piccole e medie imprese (PMI)[2] costituiscono una parte significativa dell’economia europea, giacché rappresentano il 99% di tutte le imprese e il 57% del valore aggiunto dell’economia[3]. In quanto tali, devono anche svolgere un ruolo fondamentale nell’adozione di nuovi modelli di produzione e di consumo più sostenibili nell’economia europea. Tenuto conto della loro rilevanza per le attività economiche, le PMI hanno una ripercussione non trascurabile sull'ambiente. Il problema non è creato dalle imprese considerate individualmente, sebbene alcune di esse possano avere una forte incidenza sull’ambiente e sulla comunità locale, bensì dal loro impatto combinato attraverso i vari settori. Esistono segnali inequivocabili del fatto che ampi settori industriali stanno progressivamente adottando processi di produzione più ecologici, allo scopo, tra l’altro, di rispondere agli imperativi dei cambiamenti climatici. È necessario assicurare che le PMI non perdano terreno a questo proposito. Le PMI incontrano difficoltà diverse e a volte maggiori rispetto alle imprese di grandi dimensioni e devono risolvere specifici problemi ai fini del controllo del loro impatto ambientale e del rispetto della legislazione in materia di ambiente. 2. PMI e LA POLITICA AMBIENTALE Spesso le PMI non sono consapevoli delle ripercussioni ambientali delle loro attività. Nella maggior parte dei casi (tra il 75% e il 90% secondo alcuni studi)[4], esse ritengono che non ve ne siano. Per questo motivo, la maggior parte delle PMI non ha adottato misure concrete per ridurre l’impatto prodotto sull’ambiente e solo il 6% dispone di un sistema di gestione ambientale. È inoltre comprovato che sebbene i sistemi e gli strumenti di gestione ambientale (Environmental Management System - EMS) siano più raramente utilizzati nelle PMI rispetto alle grandi imprese (in parte a causa dei costi legati alla verifica esterna), laddove esistono essi generalmente fanno una grande differenza[5]. In alcuni casi le PMI rientrano nella catena di approvvigionamento di grandi imprese; è essenziale allora che queste ultime si assicurino che le PMI interessate rispettino le norme ambientali. Benché il loro effetto combinato sull’ambiente sia considerevole, spesso le PMI non sono soggette ad alcuni dei meccanismi e delle disposizioni legislative di più ampia portata e di maggiore efficacia (ad esempio la direttiva IPPC[6] o il sistema di scambio di quote di emissioni[7]). Questa situazione si spiega con il fatto che esse si situano generalmente al di sotto della soglia minima per l’applicazione di questi strumenti, che si concentrano sulle fonti individuali d'inquinamento importanti. Quando la legislazione ambientale è loro applicabile, le PMI tendono a ritenere che stanno rispettando la legge; in tal caso la conformità legislativa è spesso il risultato di un’azione esterna conseguente ad un’ispezione piuttosto che un processo costante di verifica volto ad assicurare il rispetto delle prescrizioni normative[8]. Nello stesso tempo, le PMI non dispongono spesso delle competenze giuridiche e tecniche che permettono loro di adattarsi alla legislazione nel settore dell'ambiente. Questa situazione non è auspicabile per tre motivi principali: 1. Tenuto conto delle recenti evoluzioni in materia di politica ambientale e energetica, le PMI rischiano di perdere l’opportunità di trarre i benefici economici derivanti da una gestione più rispettosa dell’ambiente (efficienza energetica e uso razionale delle risorse, miglioramento della gestione dei processi e dei prodotti) e dall’eco-innovazione. 2. Se le PMI non sono consapevoli dell’incidenza delle loro attività sull’ambiente e non conoscono le disposizioni della normativa ambientale loro applicabili, le loro attività potrebbero costituire una significativa minaccia per l’ambiente e ridurre l’efficacia delle misure comunitarie di protezione dell’ambiente. 3. L’effetto sull’ambiente delle PMI, combinato con una bassa consapevolezza e uno scarso rispetto della legge, potrebbe avere come conseguenza un aumento dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori (esposizione a prodotti chimici, all’inquinamento atmosferico, ecc.). 3. PMI PIÙ ECO-EFFICIENTI: UNA SCOMMESSA I risultati di alcune ricerche e la consultazione delle parti interessate evidenziano un ampio consenso circa i principali ostacoli che le PMI incontrano nel conformarsi alla normativa e nell’introdurre miglioramenti nel settore ambientale in generale. Tali ostacoli sono: - la poca consapevolezza e la scarsa conoscenza dei problemi, delle ripercussioni e dei rischi ambientali; - l’ignoranza dei vantaggi potenziali connessi alla gestione ambientale e del concetto di “ciclo di vita ambientale”; - l’accesso insufficiente alle informazioni, agli strumenti e alle formazioni adeguate nel settore ambientale e la scarsa disponibilità degli stessi a livello locale; - la mancanza di risorse finanziarie e umane/ delle competenze atte a garantire la conformità alle norme; - la pianificazione a relativamente breve termine a livello dell’impresa. Altri due fattori relativi alla politica ambientale ostano all’integrazione degli aspetti ecologici nelle attività principali delle PMI: - il comportamento ecologico delle imprese è generalmente dettato dalla pressione regolamentare o dell’opinione pubblica; - il mercato non offre riconoscimenti/incentivi sufficienti per indurre comportamenti rispettosi dell’ambiente. Il successo della politica europea a favore delle PMI dipende in gran parte dall’azione degli Stati membri, giacché questi ultimi mantengono le competenze principali in materia di politica delle imprese e di politica ambientale applicabile alle stesse. Il ruolo della Commissione europea, conformemente alla sua politica delle PMI moderna, consiste nell’aiutare queste imprese ad adottare modi di produzione e pratiche commerciali sostenibili. Assicurare che gli obiettivi della normativa comunitaria nel settore ambientale non siano compromessi da insufficienti livelli di osservanza della legislazione, è una parte rilevante di questo processo. A tale scopo, la Commissione trae spunto da positive esperienze nazionali e regionali, agevolando e sostenendo iniziative volte a facilitare il rispetto della legislazione in tutta l’Unione. Con il presente programma, la Commissione intende pertanto perseguire gli obiettivi seguenti: - aumentare il rispetto della legislazione ambientale da parte delle PMI; e in tal modo - ridurre l’incidenza delle PMI sull’ambiente e migliorare le loro prestazioni ecologiche; e - garantire un’attuazione armonizzata della legislazione ambientale e condizioni eque di concorrenza per le PMI nel mercato interno. - aumentare l’eco-efficienza (energia, risorse) delle PMI tramite sistemi di gestione ambientale e altri strumenti adeguati; - aumentare il rapporto costo/efficacia della politica ambientale, riducendone i costi per le PMI e, in tal modo, liberando risorse utilizzabili ai fini della conformità alle norme; - rafforzare l’eco-innovazione e la competitività delle PMI. 4. Il contesto politico Il presente programma è stato previsto dal Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, il quale propone di “istituire un programma di assistenza in materia di conformità, che fornisca un aiuto specifico alle piccole e medie imprese”[9]. Questo tipo di programma d'assistenza è stato considerato uno degli approcci strategici che permettono di raggiungere gli obiettivi del programma d'azione e attuare il principio secondo il quale sono la natura e l'ampiezza dei problemi ambientali, e non la dimensione dell'impresa, che devono guidare l'azione nel settore dell'ambiente. La presente comunicazione contribuisce parimenti agli obiettivi di Lisbona. Nel documento sul rilancio della strategia di Lisbona si legge: “Per ottenere un successo duraturo, l’Unione deve affrontare una serie di sfide legate alle risorse e all’ambiente che, se non controllate, costituiranno un freno per la futura crescita. Ciò costituisce l’essenza di uno sviluppo sostenibile. (…) L’Europa deve far fronte a questa sfida ed essere la prima ad adottare modelli di produzione e di consumo maggiormente sostenibili.”[10] Infine, il presente programma rispecchia inoltre l’impegno della Commissione nell’ambito dell’iniziativa “Legiferare meglio” della Commissione, che si propone di semplificare e di migliorare il contesto normativo , di aumentare la comprensione dei requisiti ambientali e di ridurre gli oneri amministrativi ingiustificati. Infine, è conforme agli obiettivi della moderna politica delle PMI della Commissione. 5. Il Piano d’azione Se misure d'applicazione sono necessarie, ma non sono tuttavia sufficienti a garantire il rispetto della legislazione nel settore ambientale, soprattutto perché solo raramente inducono una modifica duratura del comportamento delle PMI controllate. Dalla letteratura specializzata e dagli studi di casi si evince che, per ottenere risultati, è necessario lavorare simultaneamente sugli aspetti seguenti: norme ben concepite, accessibili strumenti di gestione ambientale, formazione e sensibilizzazione, controlli in loco combinati con l’individuazione dei problemi esistenti, informazioni mirate e scambio di buone pratiche. Conseguentemente, si propone una serie di azioni che vertono sui temi elencati di seguito e che vanno da iniziative di natura più strutturale a misure più puntuali[11]: 4. Legiferare meglio sotto l’aspetto dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche , per facilitare e ridurre al minimo gli oneri amministrativi della regolarizzazione delle PMI, che possono così liberare risorse utilizzabili per migliorare la propria osservanza delle norme ambientali; 5. Prevedere sistemi di gestione ambientale «su misura» e più accessibili , per integrare in modo coerente ed economicamente efficiente le preoccupazioni ecologiche nelle attività principali delle PMI; 6. Offrire un sostegno finanziario mirato e stabilire un programma finanziario pluriennale , per incoraggiare le autorità o le reti di sostegno delle imprese ad attuare iniziative a favore della produzione sostenibile nelle PMI; 7. Sviluppare le competenze locali in materia di ambiente per le PMI , per sopperire alla carenza di conoscenze tecniche a livello delle imprese; 8. Migliorare la comunicazione e rendere più mirata l’informazione , per rimediare a talune lacune specifiche in materia di informazione. 5.1. Legiferare meglio sotto l’aspetto dell’elaborazione e dell’attuazione delle politiche, per facilitare e ridurre al minimo gli oneri amministrativi della regolarizzazione delle PMI In alcuni casi, una modifica della concezione o del funzionamento della legislazione può aiutare le PMI a conformarsi più facilmente agli obblighi loro incombenti, rendendo più chiare le disposizioni e utilizzando metodi più semplici per conseguire gli stessi obiettivi ambientali. Gli Stati membri e l’Unione devono elaborare politiche volte a rendere minimi gli oneri amministrativi connessi alla regolarizzazione, il che permetterà alle PMI di liberare risorse utilizzabili per migliorare il rispetto della legislazione e le prestazioni ecologiche. L’iniziativa «Legiferare meglio» avviata dalla Commissione di concerto con gli Stati membri apporterà un notevole sostegno alle PMI ai fini della loro regolarizzazione[12]. - Ridurre i costi amministrativi a livello europeo, nazionale e regionale. La Commissione sta passando in rassegna l’intera normativa comunitaria per stabilire dove possono essere ridotti costi superflui connessi alla richiesta di informazioni alle PMI. Gli Stati membri dovrebbero partecipare a tale sforzo. Spesso è possibile diminuire i costi a livello nazionale evitando di chiedere due volte le stesse informazioni, facendo ricorso a sistemi informatici e tecniche di campionatura, razionalizzando le procedure di autorizzazione o semplificando il formato di presentazione delle informazioni. Sarebbe parimenti utile prevedere il ricorso agli sportelli unici per le procedure di autorizzazione o di altro tipo. - Individuazione e diffusione di buone/migliori pratiche nell’Unione europea. Una relazione del Gruppo di esperti BEST descrive circa 76 esempi di azioni concrete intraprese in 24 paesi[13]. La rete esistente e la relazione offrono un meccanismo ben rodato di sostegno alle azioni volte ad attuare la legislazione ambientale nel modo economicamente più efficiente. - Lavorare con le autorità di controllo della regolamentazione . Per migliorare l’applicazione della legislazione ambientale e rafforzarne il rispetto, la Commissione intende proseguire la sua cooperazione con la rete IMPEL[14]. In particolare, la rete IMPEL contribuirà alla revisione delle Raccomandazioni sui criteri minimi per le ispezioni ambientali[15] e apporterà anche la sua esperienza concreta delle necessità e dei vincoli propri alle PMI. - Coinvolgere le PMI nel processo di elaborazione delle politiche e nella relativa attuazione. Nell’aggiornamento delle linee guida interne relative alla valutazione dell’impatto delle politiche e della legislazione dell’Unione europea, la Commissione ha potenziato la dimensione delle PMI. Rafforzerà parimenti la consultazione delle parti interessate collegate alle PMI, tanto nell’elaborazione che nell’esecuzione delle politiche, al fine di garantire che i requisiti specifici delle PMI siano debitamente presi in considerazione e che, all’occorrenza, siano adottate misure specifiche per facilitare l’adempimento della nuova normativa in materia ambientale[16]. 5.2. Prevedere sistemi di gestione ambientale «su misura» più accessibili alle PMI L’attuazione di un sistema di gestione ambientale e la designazione esplicita delle responsabilità in materia ambientale hanno un’influenza ben più positiva sull’impegno delle imprese a favore dell’ambiente che le ispezioni o i controlli di conformità effettuati una tantum. Nel corso degli ultimi anni, accanto all’EMAS ( European Eco-Management and Audit Scheme - sistema di gestione ambientale e di controllo dell’Unione europea), sono emersi sistemi di gestione ambientale diversificati, per rispondere alle caratteristiche settoriali e alla complessità delle imprese o per affrontare determinati aspetti ambientali. Grazie a tali iniziative, le PMI dispongono di un’ampia gamma di sistemi di gestione ambientale che possono attuare su base volontaria. Se le autorità accettano un sistema di gestione ambientale come alternativa affidabile ai controlli e alle ispezioni, la frequenza dei controlli e delle relazioni diminuirà, riducendo le spese amministrative e incoraggiando certamente le PMI a optare per tali sistemi. A motivo dei criteri rigorosi e della trasparenza che lo caratterizzano, l’EMAS offre effettive garanzie alle autorità pubbliche. L’EMAS è attualmente oggetto di una revisione intesa a rendere il sistema più solido e affidabile sotto l’aspetto delle prestazioni ambientali e il rispetto delle norme ambientali. Sebbene il sistema EMAS sia concepito per essere utilizzato da organizzazioni di varia tipologia e dimensioni, saranno adottate le misure specifiche illustrate di seguito per facilitare l’attuazione nelle PMI a breve e lungo termine. - La Commissione incoraggerà e sosterrà i partenariati pubblico/privato (consorzi o organismi di coordinamento) e altre iniziative, al fine di promuovere il ricorso all’EMAS nei gruppi o poli industriali delle PMI, grazie ad approcci specificamente incentrati sui gruppi industriali o sulla catena di approvvigionamento. Tali approcci permettono non soltanto di ridurre i costi di consulenza e di verifica/audit per le PMI partecipanti, ma anche di rafforzare la condivisione delle conoscenze e lo scambio di esperienze tra dette PMI, favorendo una politica ambientale coerente all’interno del gruppo[17]. - Gli strumenti esistenti per l’attuazione dell’EMAS nelle PMI, quali EMAS-Easy , saranno rafforzati e applicati su scala più ampia con progetti in tutti gli Stati membri dell’Unione. Una fase pilota dell’iniziativa EMAS-Easy è già stata condotta nei nuovi Stati membri e ha dimostrato che la piena registrazione EMAS è facilmente realizzabile nelle microimprese. - Nell’ambito della revisione dell’EMAS, la Commissione intende ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi connessi a tale sistema, il che tornerà a vantaggio soprattutto delle PMI. Il sistema EMAS dovrebbe essere reso più accessibile , comprensibile ed efficace , con meno formalità amministrative pur mantenendo l’eccellenza del sistema. Risulta inoltre necessario migliorarne la « visibilità » grazie a una maggiore promozione da parte della Commissione e degli Stati membri, che lo renderà anche uno strumento di marketing interessante per le PMI registrate. Si prevede inoltre di incoraggiare gli Stati membri a offrire incentivi alle PMI registrate . 5.3. Offrire un’assistenza finanziaria mirata ed un programma finanziario pluriennale a favore della produzione sostenibile nelle PMI Un’altro modo per aiutare le PMI a rispettare la legislazione in materia d’ambiente in modo economicamente efficiente e - generalmente - migliorare le loro prestazioni ambientali, consiste nel favorire l’applicazione delle migliori tecniche disponibili e promuovere le tecnologie e pratiche innovative. Ai fini di questo tipo d’investimenti, le PMI hanno bisogno di incentivi specifici e di sostegno alla partecipazione in programmi di ricerca o altri programmi destinati ad incoraggiare le tecnologie ambientali innovative[18]. Il quadro finanziario europeo per il periodo 2007-2013 prevede risorse specifiche per le PMI e la politica ambientale. Conformemente al principio di sussidiarietà, gli Stati membri e le autorità regionali svolgono spesso un ruolo specifico nella gestione di tali risorse. Le fonti di finanziamento più significative sono presentate di seguito. - Nell’ambito del nuovo regolamento LIFE + , è stato previsto un programma pluriennale (2008-2013) con una dotazione di bilancio di 5 milioni EUR al fine di sostenere le misure di assistenza alla conformità ambientale delle PMI. Il programma contempla la maggior parte delle azioni descritte ai punti 5.2, 5.4 e 5.5. Tra le misure che possono beneficiare di un sostegno figurano la creazione di organi di coordinamento dei gruppi industriali per la registrazione EMAS, i programmi regionali d’assistenza alla conformità legislativa intesi a prestare alle PMI servizi di consulenza e di controllo gratuiti nel settore ambientale, o agevolare loro l’accesso a questi servizi, le iniziative d’informazione settoriali, i programmi di formazione nel settore ambientale forniti dalle reti di sostegno alle imprese e specificamente destinati alle PMI, ecc. - I nuovi strumenti della politica di coesione 2007-2013 mettono a disposizione degli Stati membri fondi considerevoli destinati agli investimenti nella protezione dell’ambiente, con particolare riferimento alle PMI. Conformemente alle “priorità di Lisbona” e al principio secondo il quale “le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente devono essere integrate nella definizione e nell’attuazione delle politiche e azioni comunitarie”[19], gran parte del finanziamento previsto per le PMI nel settore ambientale proverrà dai fondi strutturali. Più precisamente, una delle categorie di spese prioritarie del nuovo Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione [20] fa riferimento al “supporto alle PMI per la promozione di prodotti e processi produttivi rispettosi dell’ambiente (introduzione di sistemi efficaci di gestione dell’ambiente, adozione ed utilizzo di tecnologie per la prevenzione dell’inquinamento, integrazione delle tecnologie pulite nella produzione aziendale)”. Anche il nuovo Fondo sociale europeo [21] include fra i suoi obiettivi l’informazione e la formazione in seno alle PMI nei settori delle “tecnologie rispettose dell’ambiente e delle competenze in materia di gestione”. Occorre che gli Stati membri destinino agli obiettivi summenzionati ampie e sufficienti risorse nei loro documenti di programmazione e nelle loro richieste nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea per il periodo 2007-2013 e che provvedano ad applicare a livello regionale le buone pratiche più indicate fra quelle presentate negli allegati I e II. - Gli investimenti a favore dell’ambiente appaiono tra i principali settori di sostegno nell’ambito della nuova iniziativa JEREMIE [22] (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises - Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese), che entrerà nella fase operativa nel 2007 e permetterà agli Stati membri di fare ricorso ai fondi strutturali per creare strumenti di finanziamento (regionali) destinati alle PMI, in particolare per quanto riguarda la consulenza e l’assistenza tecnica, i fondi propri e il capitale di rischio così come le garanzie. - La Disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente attualmente in vigore autorizza gli Stati membri ad accordare aiuti all’investimento destinati a sostenere le PMI nel loro adattamento alle norme comunitarie in materia di ambiente. Permette anche gli aiuti all’investimento miranti ad incoraggiare le imprese ad andare oltre a quanto imposto dalle norme ambientali e a promuovere gli investimenti sui risparmi di energia[23]. In occasione della revisione della disciplina per gli aiuti nel settore ambientale, la Commissione considererà se sia opportuno concedere aiuti destinati ad un adattamento anticipato alle future norme comunitarie piuttosto che aiuti per la regolarizzazione alle norme già esistenti, il che permetterebbe di incoraggiare le imprese ad assumere un atteggiamento pro-attivo riguardo alle norme ambientali. - Il programma quadro “Competitività e innovazione” 2007-2013 (CIP) [24] mira a rafforzare la competitività e il potenziale di innovazione della Comunità, ponendo l’accento in particolare sulle PMI, principali beneficiari diretti o indiretti del programma. Il programma quadro CIP comporta un sotto-programma intitolato “programma per l’innovazione e l’imprenditorialità” finalizzato a sostenere l’accesso al credito per l’avviamento e la crescita delle PMI, con una dotazione di 430 milioni EUR per investimenti nell’eco-innovazione. Il sotto-programma “Energia intelligente - Europa” dispone di un importo di 727 milioni EUR per il finanziamento di progetti nei settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. - Infine, con l’avvio di molti strumenti finanziari - nuovi o profondamente rivisti - dell’Unione europea per il periodo 2007-2013, la Commissione pubblicherà un manuale (in versione elettronica e cartacea) che illustra le nuove opportunità di finanziamento per i progetti intesi a migliorare il rispetto della legislazione nel settore ambientale e le prestazioni ambientali delle PMI. 5.4. Sviluppare competenze locali in materia di ambiente per le PMI Le PMI devono poter trovare esperti locali capaci di rispondere alle loro domande e informarle dei loro doveri e delle possibilità esistenti in materia di politica ambientale. Le azioni seguenti permetteranno di contribuire al conseguimento di quest’obiettivo. - La Commissione organizzerà una prima serie di seminari dedicati al rafforzamento delle capacità negli Stati membri nel 2007 . Essi dovranno permettere, ove necessario, di iniziare ad organizzare una rete di esperti in materia di ambiente nelle organizzazioni di sostegno alle imprese (associazioni professionali, camere di commercio, Eurosportelli/organizzazioni settoriali o di zona), per assistere le PMI. I seminari verteranno sulla localizzazione delle fonti di informazione e sulla presentazione tanto delle prescrizioni di legge che dei vantaggi connessi al miglioramento delle prestazioni ecologiche. Un modulo di formazione sarà anche dedicato alle modalità di assistenza alle PMI (approccio reattivo) e di coinvolgimento delle PMI nella politica ambientale al di là del semplice rispetto delle norme (approccio pro-attivo). - La rete degli Eurosportelli (Euro Info Centres - EIC), e dal 2008 la nuova rete di sostegno alle imprese e all’innovazione che integrerà i servizi degli EIC e dei Centri relay di innovazione (IRC) , sosterranno gli sforzi fatti dalla Commissione per sviluppare le competenze locali necessarie in materia di ambiente e attuare le diverse misure previste dal programma, mediante[25]: - la promozione di partenariati con alcuni enti pubblici e privati, le associazioni di PMI e le organizzazioni settoriali/di zona/gruppi industriali che assistono le PMI affinché possano trarre pienamente vantaggio dalle possibilità offerte dal programma e rispettare la normativa comunitaria del modo più economicamente efficiente, aumentandone l’eco-efficienza e il potenziale di eco-innovazione; - una collaborazione pro-attiva con le PMI per spiegare loro le disposizioni legislative esistenti o nuove in materia di ambiente che le riguardano, ricorrendo ai mezzi più efficaci, comprese le visite in loco, siti Internet, lettere di informazione o seminari, allo scopo di sensibilizzare le imprese all’impatto che le loro attività producono sull’ambiente e ai vantaggi derivanti da un idoneo sistema di gestione ambientale. 5.5. Migliorare la comunicazione e fornire informazioni più mirate È innegabile che le PMI manchino di informazioni generali sulle questioni concernenti l’ambiente[26]. È chiaro che si deve rimediare alla situazione attuale se si vuole che tali imprese siano più consapevoli e, quindi, più rispettose della legislazione. Inoltre, laddove sono presenti, le preoccupazioni delle PMI in materia di sicurezza, salute e ambiente si limitano ad alcuni rischi manifesti ben precisi. - La Commissione creerà un nuovo sito web multilingue, collegato al portale delle PMI[27] e inteso a diventare una fonte principale di informazioni per le reti di sostegno alle PMI sulle questioni relative alla politica ambientale dell’Unione europea e alle PMI . Sarà organizzata anche una campagna di sensibilizzazione al riguardo. Il sito Internet conterrà informazioni generali sulle disposizioni esistenti o future applicabili alle PMI in materia di ambiente, ma verterà soprattutto sulle questioni che interessano direttamente le PMI: l’attuazione, gli strumenti di gestione disponibili, le possibilità di finanziamento, una selezione di buone pratiche per settore e criteri geografici, le offerte di formazione, i risultati dei progetti di dimostrazione relativi alla produzione sostenibile nelle PMI e finanziati recentemente nell’ambito del programma LIFE-Environment (LIFE III), nonché collegamenti a iniziative nazionali o altre fonti di informazione. - La Commissione elaborerà linee guida operative per assistere le PMI passo a passo nel controllo del loro impatto sull’ambiente: consumo di energia, produzione di rifiuti, gestione delle sostanze chimiche, emissioni atmosferiche e rifiuti di sostanze inquinanti nel suolo e nelle acque. Detti strumenti saranno impostati in maniera progressiva, aumentandone e adattandone il livello di complessità in funzione del settore, della dimensione e delle necessità dell’impresa e utilizzeranno un linguaggio semplice e non tecnico. 6. Conclusioni e prospettive Il presente programma e la sua attuazione saranno oggetto di una verifica periodica da parte della Commissione di concerto con gli Stati membri, per il tramite di una rete di punti di contatti nazionali “PMI e ambiente” nominati dagli Stati membri. Nel corso di riunioni annuali, la rete sorveglierà l’attuazione del programma, procederà a scambi di conoscenze e di esperienze e proporrà orientamenti per le future iniziative della Commissione in questo settore. La Commissione è determinata ad attuare il presente programma. Il “miglioramento delle prestazioni ambientali e dell’eco-efficienza delle PMI” figura fra le priorità della “politica moderna a favore delle PMI per la crescita e l’occupazione”. La Commissione invita gli Stati membri, il Parlamento europeo e il Consiglio: - ad adottare il presente programma e promuoverne l’attuazione rapida mediante piani di attuazione nazionali; - a prevedere entro il 2010 una prima valutazione dell’attuazione del presente programma, che la Commissione realizzerebbe di concerto con gli Stati membri, comprendente informazioni dettagliate sulle misure di assistenza alla conformità normativa, dati sul contributo delle PMI ai problemi ambientali e sul tasso di conformità alla legislazione ambientale da parte delle PMI nonché raccomandazioni per azioni future. [1] Cfr. Conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Bruxelles dell’8 e 9 marzo 2007. [2] Le PMI sono imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR. Raccomandazione della Commissione, del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese (2003/361/CE). [3] Comunicazione della Commissione “Una politica moderna a favore delle PMI per la crescita e l’occupazione” (COM(2005)551). [4] Cfr. ad esempio SME-nvironment 2005 in http://www.netregs.gov.uk . [5] Cfr. A Comparative Analysis of the Environmental Management, Performance and Innovation of SMEs and Larger Firms based on the OECD database , Julien Labonne, 07/2006. [6] Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24.9.1996. [7] Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13.10.2003. [8] R. Fairman & C. Yapp, Making an impact on SME compliance behaviour: An evaluation of the effect of interventions upon compliance with health and safety legislation in SMEs , Kings College London for the Health and Safety Executive 2005, Research Report 366. [9] Articolo 3, paragrafo 5 della decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22.7.2002. [10] COM (2005) 24. [11] A sostegno di queste azioni la Commissione riporta nell’allegato della presente comunicazione una selezione delle buone pratiche in materia di assistenza alla conformità provenienti dai 15 Stati membri dell’UE o paesi OCSE. Gli studi di casi comprendono la valutazione dell’efficacia sia della trasferibilità delle iniziative, ed offrono una vasta gamma di esempi concreti per le autorità pubbliche e gli enti di assistenza alle imprese. [12] Cfr. http://ec.europa.eu/governance/better_regulation [13] Relazione 2006 del Gruppo di esperti BEST “ Reducing Burdens on Industry: Simplifying the Implementation of Environmental Regulation ”. http://ec.europa.eu/enterprise/environment/index_home/best_project/intro.htm [14] Network for Implementation and Enforcement of Environmental Law (IMPEL); http://ec.europa.eu/environment/impel [15] Raccomandazione 2001/331/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. [16] Un buon esempio è REACH, il nuovo regolamento sulle sostanze chimiche (Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18.12.2006), nell’ambito del quale si stanno elaborando delle raccomandazioni all’indirizzo degli Stati membri volte alla costituzione di speciali helpdesk REACH per le PMI. [17] Sono già stati portati a termine con successo progetti pilota. Cfr. ad esempio http://www.life-pioneer.info . [18] Si veda il Piano d’azione per le tecnologie ambientali dell’UE: http://ec.europa.eu/environment/etap [19] Articolo 6 del trattato che istituisce la Comunità europea. [20] Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell’11.7.2006, e regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5.7.2006. [21] Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5.7.2006. [22] Cfr. http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/2007/jjj/jeremie_en.htm [23] Gli aiuti a favore delle PMI per servizi di consulenza nel settore ambientale possono essere erogati ai sensi del regolamento (CE) n. 70/2001 del 12.1.2001 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore delle piccole e medie imprese. Gli aiuti per le attività di formazione in materia ambientale sono erogabili ai sensi del regolamento (CE) n. 68/2001 della Commissione, del 12 gennaio 2001, relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti destinati alla formazione. Sovvenzioni fino a 200 000 EUR, per triennio, possono essere concessi ai sensi del regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione del 15.12.2006 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d’importanza minore ( de minimis ) e non sono considerati aiuti di Stato. [24] Decisione n. 1639/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 24.10.2006. [25] Cfr. Invito a presentare proposte (ENT/CIP/07/0001) "Servizi di sostegno alle imprese e all’innovazione". [26] Ad esempio 70% delle PMI francesi ammettono di essere poco o per nulla informate degli strumenti disponibili in materia ambientale (sistemi di gestione ambientale, certificati energetici, incentivi fiscali, ecc.) [ADEME 6.2.2007] e 95% delle PMI del Regno Unito dichiarano di voler maggiori informazioni/assistenza sulle questioni ambientali [SME-nvironment 2005, Agenzia per l’ambiente]. [27] http://ec.europa.eu/enterprise/sme/index_en.htm