52006DC0253

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Un concetto per il sostegno della Comunità europea alla riforma del settore della sicurezza {SEC(2006) 658} /* COM/2006/0253 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 24.5.2006

COM(2006) 253 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Un concetto per il sostegno della Comunità europea alla riforma del settore della sicurezza {SEC(2006) 658}

INDICE

1. Introduzione 3

2. Motivazione e obiettivo generale 4

3. Il sistema di sicurezza e la sua riforma 4

3.1. L’esigenza di una riforma del settore della sicurezza 4

3.2. Il sistema di sicurezza e la sua riforma 5

4. Il sostegno della Comunità europea alla riforma del sistema di sicurezza 6

4.1. Settori d’impegno 6

4.2. Principi su cui si basa il sostegno della CE alla riforma del sistema di sicurezza 8

4.3. Il ruolo specifico e la forza del sostegno della CE alla riforma del sistema di sicurezza 8

5. Il futuro sostegno dell’UE alla riforma del sistema di sicurezza 9

5.1. Prospettive della CE sui modi di rafforzare il sostegno complessivo dell’UEalla riforma del sistema di sicurezza 9

5.2. Raccomandazione volta a potenziare il contributo della CE al sostegno generale dell’UE alla riforma del sistema di sicurezza 11

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Un concetto per il sostegno della Comunità europea alla riforma del settore della sicurezza

INTRODUZIONE

Con la sua azione esterna l’Unione europea sottolinea la sua identità di protagonista e partner globale impegnato a promuovere i suoi valori comuni, in particolare il rispetto per i diritti umani, le libertà fondamentali, la pace, la democrazia, il buon governo, la parità tra uomini e donne, lo Stato di diritto, la solidarietà e la giustizia, anche per quanto riguarda la riforma del settore della sicurezza[1]. Prevenire e risolvere conflitti violenti, combattere il terrorismo e affrontare la fragilità degli Stati sono alcuni dei modi con cui l’UE cerca di ridurre l’insicurezza ed eliminare la povertà, contribuendo così al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, lo sviluppo sostenibile e la sicurezza globale.

Oggi la comunità internazionale e l’UE sono più consapevoli del fatto che la riforma del settore della sicurezza o, come spesso si dice per denotare la natura multisettoriale del sistema, la riforma del sistema di sicurezza ( security system reform , SSR) ha un ruolo importante nella prevenzione dei conflitti, nella costruzione della pace e nella democratizzazione e contribuisce allo sviluppo sostenibile. La SSR riguarda sia gli organismi che provvedono alla sicurezza dei cittadini, sia le istituzioni responsabili della gestione e della sorveglianza di tali organismi. Pertanto il suo obiettivo non è soltanto l’efficienza dei singoli servizi (esercito, polizia, istituzioni giudiziarie ecc.), ma il funzionamento complessivo del sistema di sicurezza nel quadro più vasto di una politica e strategia di riforma della governance del settore pubblico. In altre parole, la SSR va considerata come un processo generale destinato ad accrescere la sicurezza di tutti i cittadini e a rimediare alle carenze di governance. Il fine è assicurare che il settore della sicurezza non sia collocato o considerato al di fuori del settore pubblico e sia piuttosto visto come una parte integrante ma equilibrata degli stanziamenti pubblici e del quadro istituzionale dello Stato. Anche se alcuni aspetti della SSR possono essere a breve termine, il processo complessivo non può che essere a lungo termine e su base decisamente nazionale.

La SSR non è un nuovo settore d’impegno per l’Unione europea: costituisce anzi da molti anni una parte essenziale del processo di integrazione, di allargamento e di aiuto esterno dell’UE. Mediante gli strumenti comunitari, l’UE ha sostenuto processi di riforma nei paesi e nelle regioni partner in varie zone del mondo e in una vasta gamma di settori politici. Le politiche e gli strumenti in questione riguardano la cooperazione allo sviluppo, l’allargamento, il processo di stabilizzazione e di associazione, la politica europea di vicinato, la prevenzione dei conflitti e la gestione delle crisi, la democrazia e i diritti dell’uomo e gli aspetti esterni della politica di libertà, sicurezza e giustizia.

Negli ultimi anni l’UE ha sviluppato una maggiore capacità di sostenere la SSR nell’ambito della Politica estera e di sicurezza comune (PESC), come dimostra la strategia europea in materia di sicurezza[2]. Le missioni della Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) e l’attività comunitaria nel settore della SSR possono quindi intervenire in modo complementare, specialmente nei paesi in situazione di crisi o appena usciti da una crisi. Inoltre, alcuni Stati membri dell’UE sostengono molto attivamente i processi di riforma del sistema di sicurezza su base bilaterale. Di conseguenza, gli Stati membri e la Commissione hanno affermato l’esigenza di definire un concetto più coerente e comune a livello dell’UE per il sostegno alla SSR nell’ambito dei tre pilastri, al fine di rendere più efficace l’azione esterna dell’UE in questo campo. Il presente documento costituisce il contributo della Commissione europea alla definizione di un quadro politico comunitario più chiaro e integrato per la riforma del sistema di sicurezza.

Motivazione e obiettivo generale

Questo documento espone i principi e le regole per l’impegno della Comunità europea nella SSR. Esso si basa sul sostegno attualmente fornito in vari paesi e contesti regionali, e sui quadri politici pertinenti nell’ambito dei quali la CE sostiene la SSR; mette inoltre in rilievo i motivi per cui la SSR costituisce un aspetto importante del sostegno comunitario. Il quadro politico contribuirà così a garantire metodologie più coordinate e strategiche per le attività comunitarie relative ai vari strumenti politici; la SSR va infatti considerata come una questione trasversale che interessa i vari elementi dell’aiuto esterno dell’UE. Il presente concetto mira inoltre a definire il ruolo della Comunità nel quadro più ampio dell’azione esterna dell’UE in materia di SSR, al fine di garantire la complementarità tra le attività della CE e quelle svolte dall’UE nell’ambito della PESC/PESD e dagli Stati membri in contesti bilaterali. Esso deve essere complementare al concetto UE per il supporto PESD alla riforma del settore della sicurezza[3], approvato sotto la presidenza britannica, e unirsi ad esso in un’idea complessiva dell’UE riguardo alla riforma del sistema di sicurezza.

Il sistema di sicurezza e la sua riforma

L ’esigenza di una riforma del settore della sicurezza

Per la CE, la sicurezza non è soltanto quella territoriale dello Stato o di un particolare regime, ma comprende la sicurezza sia esterna, sia interna di uno Stato e della sua popolazione. L’obiettivo è quindi di assicurare la sicurezza dell’uomo (libertà dal bisogno e dalla paura e libertà di agire su propria iniziativa)[4], ponendo al centro dell’attenzione la sicurezza dei cittadini quale complemento alla sicurezza dello Stato. I cittadini dovrebbero potersi aspettare che lo Stato sia in grado di mantenere la pace e di garantire gli interessi strategici di sicurezza del paese, nonché di assicurare la salvaguardia del loro diritto alla vita e alla proprietà e dei loro diritti politici, economici e sociali. Lo Stato dev’essere capace di proteggere i cittadini dalle minacce dell’insicurezza, tra cui i conflitti violenti e il terrorismo, impedendo al tempo stesso che i diritti e le istituzioni siano danneggiati da queste minacce. Il presente documento si concentra sugli elementi destinati a contribuire alla pace, alla protezione della vita e dell’incolumità fisica, e ad assicurare il rispetto della legge, nonché la sorveglianza dei competenti organi esecutivi tramite il sistema giudiziario e le istituzioni democratiche.

Eserciti regolari di dimensioni eccessive e sottopagati, forze irregolari e imprese di vigilanza che operano al di fuori della legge, organi giudiziari che mancano di indipendenza, di prestigio e di risorse, un Parlamento privo della capacità, della competenza legale e talvolta della volontà politica necessarie per garantire la responsabilità dei servizi di sicurezza, violazioni dei diritti umani da parte della polizia e dell’esercito, una cultura dell’impunità a livello dello Stato e l’incapacità di proteggere la popolazione dagli atti terroristici: sono questi alcuni dei problemi a cui si confrontano i paesi partner dell’UE, e che ostacolano gli sforzi comuni per raggiungere uno sviluppo sostenibile. È più facile che i funzionari violino i diritti dei cittadini in Stati nei quali non c’è spazio per una società civile efficace e, di conseguenza, la democrazia è debole o inesistente. Questi problemi influenzano anche la stabilità delle regioni e l’intera comunità internazionale. L’esercito è soltanto uno degli strumenti per fornire sicurezza alla popolazione. La polizia e la gendarmeria, i tribunali e le prigioni forniscono sicurezza mantenendo la legge e l’ordine all’interno dello Stato. Gli organi democratici di sorveglianza (Parlamenti, mediatori ecc.) e il sistema giudiziario contribuiscono anch’essi alla sicurezza, vigilando contro gli abusi di potere e garantendo che le politiche siano eseguite secondo i mandati. La sorveglianza può essere inoltre assicurata dalle istituzioni della società civile (commissioni civili di controllo, commissioni di ricorso pubblico), nonché, in maniera informale, tramite la pressione delle ONG, le indagini svolte dai mezzi d’informazione ecc.

Il sistema di sicurezza e la sua riforma

Secondo la definizione dell’OCSE-DAC[5], il sistema di sicurezza può essere definito come l’insieme delle istituzioni statali e degli altri enti che svolgono un ruolo destinato a garantire la sicurezza dello Stato e della sua popolazione.

Soggetti principali della sicurezza, compresi gli organi preposti all’applicazione della legge: forze armate; polizia; gendarmerie; forze paramilitari; guardie presidenziali; servizi di intelligence; guardia costiera; guardia di frontiera; autorità doganali; unità di riserva o unità locali di sicurezza.

Organi di gestione e di sorveglianza della sicurezza: Parlamento/potere legislativo; governo/potere esecutivo, in particolare i ministeri della difesa, degli affari interni e degli esteri; organi consultivi sulla sicurezza nazionale; autorità tradizionali; organi di gestione finanziaria; società civile, compresi i mezzi d’informazione, le università e le ONG.

Organi giudiziari: ministeri della giustizia; prigioni; servizi incaricati dell’indagine e dell’azione penale; potere giudiziario (corti e tribunali), servizi incaricati dell’applicazione della giustizia (ufficiali e uscieri giudiziari), altri sistemi giudiziari tradizionali; commissioni per i diritti umani e mediatori, ecc.

Forze di sicurezza non ufficiali: eserciti di liberazione; eserciti di guerriglieri; unità private di guardie del corpo; imprese private di sicurezza, ecc.

La riforma del sistema di sicurezza consiste in una trasformazione del sistema stesso, destinata a fare in modo che tutti questi soggetti, con i loro ruoli, le loro responsabilità e attività, collaborino per gestire e far funzionare il sistema in un modo coerente con le regole democratiche e con i principi del buon governo, contribuendo in tal modo al corretto funzionamento del quadro di sicurezza. Per la CE, lo scopo è contribuire esplicitamente a rafforzare il buon governo, la democrazia, lo Stato di diritto, la tutela dei diritti umani e l’uso efficiente delle risorse pubbliche. Da questo punto di vista, il controllo civile e la sorveglianza parlamentare sono aspetti fondamentali della SSR.

Il sostegno della Comunità europea alla riforma del sistema di sicurezza

Settori d ’impegno

La Comunità europea (CE) sostiene la riforma del sistema di sicurezza, con programmi sia geografici che tematici, in più di 70 paesi[6], nell’Europa orientale, nel Caucaso settentrionale e meridionale e nell’Asia centrale, nei Balcani occidentali, in Africa, Caraibi e Pacifico, nel Mediterraneo meridionale e nel Medio Oriente, in America Latina e in Asia.

La CE ha appoggiato la riforma in paesi e regioni con situazioni relativamente stabili, in paesi che vivevano processi di transizione o di democratizzazione a lungo termine, in paesi appena usciti da un conflitto e in paesi che attraversavano processi post-conflittuali di pacificazione e ricostruzione a lungo termine[7]. Tale sostegno riguarda, tra l’altro, la riforma delle istituzioni preposte all’applicazione della legge, degli organi giudiziari e delle istituzioni statali impegnate nella gestione e nella sorveglianza del sistema di sicurezza. Vi sono inoltre numerose attività destinate a rafforzare il controllo civile e la governance democratica del settore pubblico in generale e a garantire il rispetto dei diritti umani, che riguardano anche il settore della sicurezza e quindi contribuiscono indirettamente alla riforma di tale sistema. Collegato a queste attività è il sostegno della CE al rafforzamento delle capacità di organizzazioni regionali e subregionali per attività connesse al settore della sicurezza e per riforme nel campo della pace e della sicurezza, che possono anch’esse influenzare positivamente le attività di SSR svolte a livello nazionale.

In questo settore entrano in gioco varie politiche e strategie. Anche se i principi su cui si basa il sostegno comunitario alla SSR devono essere sempre gli stessi, metodi e modalità di applicazione possono variare in funzione dei contesti politici e nazionali[8]. Nell’ambito dell’OCSE-DAC, gli Stati membri dell’UE e la CE hanno contribuito alla definizione di linee direttive per il sostegno alla SSR ( Security System Reform and Governance [9]), che forniscono una base importante per l’impegno della CE in questo settore in termini di regole, principi e indicazioni operative.

Nella riunione ad alto livello del marzo 2005, l’OCSE-DAC ha deciso di estendere l’ammissibilità dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) al settore della sicurezza; di conseguenza, è aumentata la gamma di attività relative alla riforma che possono essere finanziate dai fondi della cooperazione allo sviluppo. Ciò riguarda tutti gli aspetti civili della riforma, nonché attività collegate al controllo democratico e civile della parte militare della riforma, compresa la gestione finanziaria e amministrativa delle questioni relative alla difesa[10].

La CE presta il suo sostegno in stretta collaborazione con organismi nazionali, regionali e internazionali, compresi l’ONU, il Consiglio d’Europa e l’OSCE, per garantire un processo di cambiamento sostenibile e gestito dal paese stesso. L’assenso politico da parte dei soggetti interessati nazionali è di fondamentale importanza per garantire un processo di riforma sostenibile. Di conseguenza, occorre garantire che l’intera riforma sia gestita dagli Stati stessi e che vi siano impegnati i vari attori nazionali e regionali. Il dialogo politico con i paesi terzi è uno strumento importante affinché l’UE e i paesi partner concordino obiettivi e priorità comuni. Inoltre, l’applicazione dei principi OCSE-DAC per un efficace impegno internazionale negli Stati fragili[11] da parte della Comunità e degli Stati membri potrebbe contribuire ulteriormente a consolidare il quadro di sostegno alla riforma in paesi di questo tipo.

Principi su cui si basa il sostegno della CE alla riforma del sistema di sicurezza [12]

Il processo di riforma del sistema di sicurezza dovrebbe:

- essere costituito da processi di riforma nazionali/regionali volti a potenziare il buon governo, le regole democratiche, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell’uomo, conformemente a norme stabilite a livello internazionale[13];

- rispondere ai requisiti principali per un sistema di sicurezza ben funzionante, ossia elaborare un concetto della sicurezza su scala nazionale, definire chiaramente le politiche pertinenti e assicurare la corretta amministrazione delle istituzioni responsabili della sicurezza, e garantire che, se vengono create forze di sicurezza professionali, esse siano al tempo stesso responsabili verso le autorità civili e capaci di svolgere i compiti operativi loro affidati;

- essere considerato come un quadro nell’ambito del quale affrontare gli svariati problemi di sicurezza a cui si confrontano gli Stati e le loro popolazioni, basato su una metodologia multisettoriale che rispetti la parità tra uomini e donne e volto a rispondere alle esigenze di riforma in diversi settori fondamentali; dovrebbe quindi mirare alla separazione dei compiti tra vari servizi e istituzioni e prendere in considerazione, nello sviluppo e nell’applicazione della riforma a livello nazionale, il ruolo della società civile e di altre strutture non statali di governance, ad esempio i sistemi giudiziari tradizionali in alcune società;

- basarsi sui medesimi principi di responsabilità e trasparenza che si applicano nel settore pubblico, in particolare il miglioramento della governance mediante una maggiore sorveglianza del processo di sicurezza da parte della società civile e del Parlamento;

- fondarsi sul dialogo politico con ognuno dei paesi partner riguardo ai diritti umani e ai problemi di sviluppo e di sicurezza, e svolgersi in sinergia con altri strumenti.

Il ruolo specifico e la forza del sostegno della CE alla riforma del sistema di sicurezza

La CE mira a fornire un valore aggiunto nel sostegno alla riforma del sistema di sicurezza, in base ai seguenti fattori.

- Grazie al suo carattere sovranazionale e alla sua esperienza nel promuovere la democrazia, i diritti umani e il consolidamento degli Stati, anche in situazioni molto difficili, la Commissione è in grado di svolgere attività che potrebbero essere impossibili per altri soggetti, compresi i donatori su base bilaterale.

- Il raggio d’azione globale della CE offre alla Commissione la possibilità di agire, se lo ritiene necessario, in quasi ogni regione del mondo, e di reagire a una vasta gamma di situazioni.

- Grazie alla presenza a lungo termine sul terreno assicurata dalle sue Delegazioni, la CE può fornire un sostegno durevole sia al dialogo nazionale sulla SSR, sia a vari aspetti del processo di SSR.

- L’impegno alla coerenza nella politica per lo sviluppo, in particolare laddove le politiche della CE hanno un effetto significativo sui paesi in via di sviluppo: un approccio coerente alla SSR, che tenga conto degli stretti legami tra sicurezza, sviluppo e governance, compresi i principi democratici, lo Stato di diritto, i diritti umani e la creazione di capacità istituzionali, è fondamentale per il successo della riforma e per un uso efficace delle scarse risorse finanziarie, non solo a livello della Comunità e degli Stati membri, ma anche a livello dei paesi partner.

- La vasta gamma di strumenti: il sostegno della CE alla riforma del sistema di sicurezza fa parte della sua azione abituale di assistenza esterna e del dialogo politico svolto dall’UE. La possibilità di coordinare l’azione della CE mediante i suoi vari strumenti politici e finanziari costituisce un vantaggio fondamentale nella riforma del sistema di sicurezza.

- La CE può contare sull’ampia varietà di esperienze compiute dagli Stati membri in materia di SSR. La maggior parte dei nuovi Stati membri ha profondamente riformato il settore della sicurezza in occasione di cambiamenti di regime, quando sono stati istituiti organi democratici ed è stato fondato uno Stato di diritto.

- La capacità di coordinare e agevolare l’armonizzazione delle azioni della CE in situazioni di transizione, promuovendo collegamenti, dopo una crisi, per il recupero e lo sviluppo a lungo termine, affrontando le cause profonde del conflitto e garantendo il coordinamento e la complementarità con l’attività svolta dall’UE nell’ambito della PESC/PESD, dagli Stati membri, da altre organizzazioni regionali e multilaterali e dalla società civile locale, costituisce un vantaggio fondamentale nella riforma del sistema di sicurezza. Questa capacità può potenziare il processo di riforma in situazioni post-belliche e dev’essere guidata da strategie di transizione integrate, compresi chiari collegamenti tra il sostegno alla riforma del sistema di sicurezza e il sostegno nel settore del disarmo, della smobilitazione e del reinserimento sociale degli ex combattenti.

Il futuro sostegno dell ’UE ALLA RIFORMA DEL SISTEMA DI SICUREZZA

Prospettive della CE sui modi di rafforzare il sostegno complessivo dell ’UE alla riforma del sistema di sicurezza

La riforma del settore della sicurezza forma parte integrante della politica di allargamento dell’UE, per quanto riguarda i paesi in fase di preadesione, ed è un elemento importante della cooperazione allo sviluppo e dell’assistenza esterna ai paesi terzi. I nuovi strumenti per l’assistenza esterna, tutti importanti per il sostegno alla riforma da parte della CE, permetteranno alla Comunità di aumentare

ulteriormente il suo sostegno[14]. La Comunità deve concentrarsi più chiaramente sugli aspetti della riforma relativi alla governance, come il rafforzamento della vigilanza parlamentare, l’indipendenza del sistema giudiziario e la libertà dei mezzi d’informazione, e affrontare la riforma in maniera più ampia, impegnandosi in un sostegno coordinato ai vari settori del processo. Questo contribuirà ad attuare meglio il sostegno della CE nell’ambito in questione e permetterà all’UE nel suo insieme di fornire un aiuto più coordinato e complessivo. A tale fine occorre inserire più chiaramente la SSR nei documenti strategici per paese e per regione e nei piani d’azione, nonché in altre forme di cooperazione con i paesi partner.

Mentre l’impegno a medio-lungo termine dell’UE nella SSR dev’essere attuato tramite programmi comunitari e mediante il sostegno bilaterale da parte degli Stati membri, l’impegno a breve-medio termine può avviare e integrare gli strumenti a lungo termine. Lo Strumento di stabilità può aumentare la capacità della Comunità di reagire rapidamente e di impegnarsi in modo più flessibile a breve termine in varie parti del mondo. Le missioni nell’ambito della PESD forniscono spesso un sostegno nelle prime tappe della SSR in situazioni di crisi o successive a una crisi e aprono nuovi settori per il sostegno UE, specialmente per quanto riguarda la riforma generale dell’esercito e dei servizi di intelligence. Per favorire maggiormente la SSR l’UE deve garantire, da un lato, migliori sinergie tra il sostegno attualmente fornito dalla Comunità e dagli Stati membri in contesti bilaterali e, dall’altro, un coordinamento più efficace tra le missioni svolte nell’ambito della PESD e l’azione della Comunità e degli Stati membri.

È importante che l’UE nel suo insieme affronti in modo complessivo e pragmatico il processo di riforma per poter fornire al momento opportuno un sostegno ben coordinato e pertinente nell’intero processo e nelle sue varie parti. Analisi strategiche comuni e valutazioni comuni delle esigenze[15] per l’intero processo e una pianificazione generale, ove possibile, assicureranno un’azione più coerente e coordinata. Per fornire un sostegno efficace occorrono scambi di esperienze e una più vasta base di esperti negli Stati membri a cui ricorrere per i vari aspetti della SSR.

In base al dialogo politico con il paese partner, l’UE deve garantire che il sostegno da essa fornito risponda alle esigenze e agli intenti dei soggetti interessati nazionali e si inserisca nel quadro politico del processo generale di riforma. Anche l’azione della società civile, non soggetta al consenso preliminare dei governi, può contribuire a migliorare la sorveglianza del settore della sicurezza. Occorrerebbe inoltre valutare quale azione dell’UE sia più appropriata per ogni singolo contesto, in modo da completare i programmi già esistenti e da fornire un valore aggiunto in termini di sostegno internazionale alla SSR. Un’importante tappa successiva sarebbe la definizione di linee generali di applicazione.

L’azione dell’UE dev’essere inoltre coordinata alle iniziative di altri soggetti esterni. Quadri di attuazione per la riforma nell’ambito dell’OCSE-DAC, con l’attiva partecipazione della Commissione, degli Stati membri e di altri donatori (ad esempio Canada, Stati Uniti, Giappone, Norvegia e Svizzera) potrebbero consentire ai donatori di coordinare meglio i loro interventi e di fornire forme di assistenza tra loro complementari.

Per promuovere una metodologia veramente multilaterale, sarebbe opportuno cercare sempre di operare in stretto coordinamento e in cooperazione con l’ONU e altre organizzazioni internazionali, tra cui quelle regionali e sub-regionali, come l’OSCE e l’Unione africana, nonché con la società civile. Si tratta infatti di partner e soggetti importanti per l’UE nello sviluppo e nell’attuazione di metodi e programmi della SSR. Il sostegno alla SSR dovrà quindi concentrarsi anche sul potenziamento di capacità a livello regionale e sub-regionale.

Raccomandazione volta a potenziare il contributo della CE al sostegno generale dell ’UE alla riforma del sistema di sicurezza

Rafforzare la politica e programmare il dialogo

- Garantire una strategia più efficace e generale e programmare il dialogo con i soggetti interessati nei paesi partner, inserendo nel dialogo politico le norme internazionali per la SSR[16] e i principi che guidano il sostegno della CE, e definendo obiettivi, priorità e meccanismi di verifica insieme ai governi ed ai soggetti non statali, per prendere meglio in considerazione le capacità delle istituzioni pubbliche e i risultati da esse ottenuti. In paesi dove la qualità della governance del settore della sicurezza si sta deteriorando si potrebbe prevedere un’assistenza da parte della CE.

Inserire la riforma del sistema di sicurezza nei documenti strategici per paese e per regione, nei piani d’azione e negli strumenti di programmazione

- Inserire la SSR nei documenti strategici per paese e per regione e nei piani d’azione, in base ad analisi della governance e dei conflitti e ad esami specifici del settore della sicurezza. Questo aiuterà la CE a seguire un approccio più generale alla SSR. Al tempo stesso occorrerà garantire la flessibilità necessaria per consentire alla CE di adeguare la sua programmazione alle circostanze locali. Il coordinamento tra i documenti strategici per paese definiti a livello della CE e quelli definiti a livello degli Stati membri su base bilaterale può aumentare la capacità di pianificare l’impegno complessivo dell’UE in questo settore.

Garantire una pianificazione coordinata

- Una pianificazione coordinata fra i tre pilastri, ove possibile, assicurerà una maggiore coerenza tra tutte le azioni dell’UE.

- La valutazione delle esigenze e il ricorso a gruppi di valutazione e pianificazione per svolgere missioni informative può agevolare la pianificazione di attività (anche aggiuntive) della CE e di una più vasta azione dell’UE. Occorrerà anche prevedere missioni comuni con il Segretariato del Consiglio e/o con gli Stati membri.

Rafforzare l’attuazione complessiva del sostegno dell’UE

- Cercare di potenziare il coordinamento e la complementarità tra le azioni comunitarie svolte dalla CE, dall’UE nell’ambito della PESC/PESD e dagli Stati membri tramite programmi bilaterali, a livello centrale e locale.

- Sviluppare un’attuazione comune tra le iniziative della Comunità, quelle degli Stati membri e l’attività svolta dall’UE nell’ambito della PESC/PESD.

Definire strumenti per la pianificazione e l’attuazione

- Definire strumenti per svolgere analisi complessive della SSR e orientamenti operativi per attuare la SSR, come seguito al presente concetto, può agevolare la valutazione, programmazione e applicazione complessiva del sostegno dell’UE/CE in questo settore.

Aumentare le competenze tecniche e potenziare il gruppo di esperti per missioni sul campo e programmi

- Contribuire allo sviluppo di una cooperazione istituzionale tra gli organi competenti negli Stati membri e la Commissione al fine di poter ricorrere a esperti numerosi e qualificati per attività a breve, medio e lungo termine, e di garantire la coerenza nei profili, nella formazione e nell’equipaggiamento di tali esperti, da distaccare all’estero nell’ambito di specifici programmi per la riforma del sistema di sicurezza. Devono essere definite modalità adeguate per una mobilitazione efficace di risorse umane.

Sviluppare una formazione specifica per la programmazione della riforma del sistema di sicurezza

- Affinché l’UE possa affrontare la SSR in modo più generale e completo, occorre sviluppare una formazione specifica per favorire l’inserimento della SSR nella programmazione e per aumentare le competenze tecniche nelle istituzioni dell’UE e degli Stati membri.

Rendere prioritaria la riforma del sistema di sicurezza nell’ambito dei nuovi strumenti finanziari

- Occorre rendere prioritaria la SSR, ove necessario, nell’ambito dei nuovi strumenti finanziari (compresi lo Strumento di assistenza preadesione, lo Strumento europeo di vicinato e partenariato, gli strumenti di cooperazione allo sviluppo e cooperazione economica e lo Strumento di stabilità), affrontando tale riforma in modo completo e generale. Lo Strumento di stabilità potrebbe assumere un ruolo importante garantendo un sostegno rapido e flessibile in fasi critiche del processo di riforma e completando sia i programmi di assistenza a lungo termine, sia altri strumenti a breve termine.

Aumentare la cooperazione con partner internazionali

- Rafforzare la cooperazione con organizzazioni regionali e multilaterali, tra cui l’ONU, l’OCSE, il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione africana, per quanto riguarda la formazione, lo scambio d’informazioni sulle migliori pratiche e una pianificazione e attuazione più coordinata del sostegno alla SSR. Occorre inoltre aumentare la collaborazione con le organizzazioni della società civile e con altri donatori sul campo, al fine di migliorare l’efficienza del sostegno dell’UE in questo settore.

[1] Lo testimoniano documenti politici fondamentali come la Dichiarazione sulla politica di sviluppo dell’Unione europea, Il consenso europeo in materia di sviluppo, adottata dal Consiglio il 22 novembre 2005 e pubblicata nella Gazzetta ufficiale C 46 del 24.2.2006, e la strategia europea in materia di sicurezza adottata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003.

[2] Ibid.

[3] Conclusioni del Consiglio, Consiglio Affari generali e Relazioni esterne, 21-22 novembre 2005.

[4] Si veda Human Security Now , relazione finale della Commissione sulla sicurezza dell’uomo (2003) e la Comunicazione della Commissione Governance e sviluppo , COM (2003) 615 def.

[5] Security System Reform and Governance, Policy and Practice , DAC Guidelines and Reference Series (Parigi, OCSE 2004).

[6] Si veda l’allegato 2, sui settori del sostegno CE alla riforma del sistema di sicurezza, con esempi di regioni e paesi.

[7] Ibid.

[8] Si veda l’allegato 1 sui quadri politici della CE e l’allegato 3 relativo al ciclo di programmazione.

[9] Security System Reform and Governance, Policy and Practice , DAC Guidelines and Reference Series (2004).

[10] Cooperazione tecnica fornita al Parlamento, ai ministeri, alle agenzie responsabili dell’applicazione della legge e al sistema giudiziario per assisterli nella revisione e nella riforma del sistema di sicurezza e per migliorare in tal modo la governance democratica e il controllo civile; cooperazione tecnica fornita al governo per migliorare la sorveglianza civile e il controllo democratico del bilancio, della gestione, della contabilità e della revisione della spesa nel settore della sicurezza, compreso il bilancio militare, nell’ambito del programma di gestione della spesa pubblica; assistenza fornita alla società civile per aumentare la sua competenza e la sua capacità di controllare il sistema di sicurezza in modo che sia gestito conformemente alle regole democratiche e ai principi di responsabilità, trasparenza e buon governo; non è compreso il sostegno diretto alle forze di sicurezza ufficiali e non ufficiali.

[11] Nella riunione ad alto livello dell’OCSE-DAC del 3 marzo 2005, i ministri incaricati dello sviluppo e i responsabili degli organismi di assistenza hanno deciso che i principi elaborati dal gruppo OCSE-DAC per gli Stati fragili sull’impegno internazionale a favore di tali Stati (“good international engagement in fragile states”) sia nel settore dello sviluppo, sia in quello della sicurezza, fossero oggetto di un’applicazione pilota in nove Stati fragili fino alla fine del 2006 e presi in considerazione per l’adozione nella riunione ad alto livello del 2007.

[12] Sono basati sui principi definiti negli orientamenti OCSE-DAC: Security System Reform and Governance, Policy and Practice, DAC Guidelines and Reference Series (Parigi, OCSE 2004).

[13] Cfr. allegato 4.

[14] Ad esempio, lo Strumento europeo di vicinato e partenariato offre nuovi metodi per la cooperazione transfrontaliera e la capacità di sostenere una vasta gamma di attività nell’ambito della SSR. Grazie allo Strumento di assistenza preadesione, i paesi beneficiari saranno sostenuti soprattutto nei loro sforzi per intraprendere riforme, in particolare per quanto riguarda il loro sistema giuridico, la polizia, l’azione penale, il sistema giudiziario e penitenziario, i controlli doganali e frontalieri. Inoltre, la cooperazione transfrontaliera aiuterà a prevenire e a combattere le minacce alla sicurezza comune nelle zone di frontiera.

[15] CE, PESC/PESD e Stati membri.

[16] Cfr. allegato 4.