Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi nel 2003 /* COM/2004/0523 def. */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sull'assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi nel 2003 Elenco delle sigle CAMEL // capitale, attivo, gestione, utili, liquidità ("capital, assets, management, earnings, liquidity": i parametri in uso nel sistema internazionale di valutazione dell'affidabilità finanziaria - "rating" - delle banche) CBA // regime del comitato monetario ("Currency Board Arrangement") PECO // paesi dell'Europa centrale e orientale IPC // indice dei prezzi al consumo DEM // marco tedesco CE // Comunità europea EFF // Agevolazione ampliata di credito dell'FMI ("Extended Fund Facility") BEI // Banca europea per gli investimenti ESAF // Agevolazione rafforzata dell'FMI per l'aggiustamento strutturale ("Enhanced Structural Adjustement Facility") UE // Unione europea EUR // Euro IED // Investimenti esteri diretti FESAL // Prestito della Banca mondiale per l'aggiustamento strutturale finanziario e imprenditoriale ("Financial and Enterprise Structural Adjustement Loan") FOREX // Valuta estera RFI // Repubblica federale di Iugoslavia FYROM // Ex repubblica iugoslava di Macedonia PIL // Prodotto interno lordo IFI // Istituzioni finanziarie internazionali FMI // Fondo monetario internazionale AMF // Assistenza macrofinanziaria NSI // Nuovi Stati Indipendenti PRGF // Agevolazione dell'FMI per la riduzione della povertà e per la crescita ("Poverty Reduction and Growth Facility", in precedenza ESAF) ASA // Accordo di stabilizzazione e di associazione SAF // Agevolazione dell'FMI per l'aggiustamento strutturale ("Structural Adjustement Facility") ASB // Accordo stand-by SOE // Impresa di proprietà statale USD // Dollaro USA IVA // Imposta sul valore aggiunto OMC // Organizzazione mondiale del commercio I. INTRODUZIONE Nella presente relazione si descrivono la situazione economica, le prospettive e l'andamento delle riforme nei paesi che nel 2003 hanno beneficiato di assistenza macrofinanziaria, con un particolare riferimento alla realizzazione delle riforme economiche e strutturali alle quali tale assistenza è subordinata. Nel capitolo II si presenta il quadro generale dell'assistenza macrofinanziaria della CE ai paesi terzi, rammentandone il contesto storico e descrivendo in sintesi le operazioni realizzate nel 2003, con un'analisi della condivisione degli oneri tra i donatori internazionali. Nei capitoli successivi si esamina la situazione economica dei paesi a favore dei quali il Consiglio ha deciso nuove operazioni di assistenza macrofinanziaria oppure sono stati effettuati o restano da effettuare nel 2003 versamenti nell'ambito di operazioni decise in passato. In linea con le raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti nella sua speciale relazione del marzo 2002, viene dedicata particolare attenzione agli aspetti rilevanti del processo di transizione e dell'attuazione delle riforme strutturali nei paesi beneficiari. I progressi realizzati in questo settore riflettono altresì il livello di adempimento delle corrispondenti condizioni di politica economica inerenti all'assistenza macrofinanziaria della Comunità. Inoltre, per quanto riguarda la raccomandazione della Corte in merito al miglioramento della gestione finanziaria nei paesi beneficiari, la Commissione intende procedere ad una valutazione operativa dei circuiti e dei controlli finanziari di tali paesi rilevanti per l'assistenza macrofinanziaria. A tal fine, in esito ad una gara d'appalto è stata selezionata una società di revisione contabile con la quale è stato firmato un contratto quadro nel 2003. In aggiunta, consulenti esterni eseguiranno alcune valutazioni approfondite ex post al fine di misurare l'impatto delle operazioni di assistenza macrofinanziaria nei paesi rilevanti. La presente relazione è stata elaborata in ottemperanza alle decisioni del Consiglio riguardanti l'assistenza macrofinanziaria o l'assistenza finanziaria eccezionale concessa dalla Comunità ai paesi terzi e fa seguito alle relazioni presentate negli anni scorsi [1]. [1] Vedansi le seguenti Comunicazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dal titolo "Relazione sull'attività di assistenza macrofinanziaria a favore di paesi terzi": COM (1992) 400 del 16 settembre 1992. COM (1994) 229 del 7 giugno 1994. COM (1995) 572 del 27 novembre 1995. COM (1996) 695 dell'8 gennaio 1997. COM (1998) 3 del 13 gennaio 1998. COM (1999) 580 del 15 novembre 1999. COM (2000) 682 del 27 ottobre 2000. COM (2001) 288 del 1° giugno 2001. COM (2002) 352 dell'11 luglio 2002. COM(2003) 444 del 24 luglio 2003. Nell'allegato 1 è indicato l'elenco completo delle operazioni di assistenza macrofinanziaria decise dal Consiglio, con i corrispondenti versamenti effettuati sino a tutto il 2003. Nell'allegato 2 è presentata in sintesi l'assistenza macrofinanziaria fornita da donatori bilaterali e multilaterali ai paesi beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria comunitaria. Nell'allegato 3, infine, è riportata una serie di indicatori macroeconomici dei paesi beneficiari. II. QUADRO GENERALE 1. Precedenti L'assistenza macrofinanziaria (AMF) sostiene le iniziative di riforma politica ed economica dei paesi beneficiari e viene attuata in associazione con i programmi di aiuto dell'FMI e della Banca mondiale; essa si ispira ad un insieme di principi, riaffermati dal Consiglio nelle sue conclusioni dell'8 ottobre 2002, che pongono in rilievo il carattere eccezionale dell'assistenza, la sua complementarità rispetto ai finanziamenti delle IFI e le condizioni di carattere macroeconomico alle quali è subordinata. In particolare, con la sua AMF, la Comunità ha sostenuto l'impegno dei paesi beneficiari ad attuare riforme economiche e modifiche strutturali, e, in stretto coordinamento con l'FMI e con la Banca mondiale, ha promosso politiche specificamente adattate alle esigenze dei vari paesi, con l'obiettivo generale di stabilizzarne la situazione finanziaria e d'introdurvi l'economia di mercato. La Commissione attua questo tipo di assistenza in collaborazione con il Comitato economico e finanziario. 2. L'assistenza macrofinanziaria nel 2003 Già negli anni precedenti è stata intensificata l'AMF a favore dei paesi balcanici, con la decisione da parte del Consiglio di otto operazioni a favore dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del Kosovo, del Montenegro, della Bosnia, della Serbia e del Montenegro. Questa tendenza è stata confermata nel 2003, con la concessione di un'AMF supplementare a Serbia e Montenegro. Nella situazione attuale i paesi balcanici sono pertanto i principali beneficiari dell'AMF, con nuove decisioni per un importo totale di 708 milioni di EUR per il periodo 2000-2003. A) Nuove decisioni a. Il 25 novembre 2003 il Consiglio ha deciso di fornire un supplemento di assistenza macrofinanziaria a Serbia e Montenegro per un importo massimo di 70 milioni di EUR, di cui 25 milioni di EUR a titolo di prestito e 45 milioni di EUR a titolo di sovvenzione; l'importo massimo di assistenza concessa con decisione del Consiglio (2002/882/CE) è stato così incrementato a 200 milioni di EUR (di cui 120 a titolo di sovvenzione). b. Il 23 dicembre 2003 la Commissione ha adottato una proposta di decisione che prevede la prestazione di assistenza macrofinanziaria all'Albania per un importo massimo di 25 milioni di EUR, di cui 9 milioni di EUR a titolo di prestito e 16 milioni di EUR a titolo di sovvenzione. Tale proposta dovrebbe essere adottata dal Consiglio nel secondo trimestre del 2004. c. Per quanto riguarda gli NSI, nel 2003 il Consiglio non ha adottato alcuna decisione. B) Versamenti I versamenti a titolo di assistenza macrofinanziaria sono ammontati in totale a 203 milioni di EUR, di cui 85 milioni a titolo di sovvenzione e 118 milioni a titolo di prestito. La quota a titolo di sovvenzione è ripartita come segue: 7 milioni di EUR per il Tagikistan, 25 milioni di EUR per la Bosnia (di cui 15 milioni sono stati versati sulla base di procedure avviate nel 2002 ma completate all'inizio del 2003), 18 milioni di EUR per la ex Repubblica iugoslava di Macedonia e 35 milioni di EUR per la Serbia e il Montenegro. Quanto alla quota prestiti, 50 milioni di EUR sono stati destinati alla Romania, 28 milioni di EUR all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e 40 milioni di EUR alla Serbia e al Montenegro. C) Rimborsi e importi non versati Per alcune operazioni di AMF decise nella prima metà degli anni '90, non tutti i pagamenti previsti sono stati realizzati. I motivi dei mancati versamenti sono stati il miglioramento della situazione finanziaria nei confronti dell'estero (Ungheria, paesi baltici, Repubblica Slovacca, Algeria) o un difficile clima economico o politico (Albania, Bielorussia). In questi casi, non è previsto il versamento delle quote rimanenti. L'attuazione delle operazioni più recenti è stata talora ritardata a causa del rallentamento del processo delle riforme (Romania, Georgia). Nel caso della Moldova e dell'Ucraina, l'evolversi delle circostanze ha indotto la Commissione a riconsiderare i termini delle operazioni di assistenza in corso di attuazione e a riformularli nel 2002, come esposto nel dettaglio nella relazione precedente. Un approccio analogo è stato proposto per l'Albania. I dettagli sugli importi non versati, sospesi o cancellati figurano nell'ultima colonna della tabella dell'allegato 1. 3. Tendenze e distribuzione geografica dell'assistenza macrofinanziaria Con la sua assistenza macrofinanziaria, la Comunità intende sostenere la stabilizzazione della situazione macroeconomica dei paesi beneficiari e alleviare le loro difficoltà sul piano della bilancia dei pagamenti (e del bilancio). Inoltre, tale assistenza svolge un ruolo utilissimo nella promozione delle riforme strutturali. Nel corso degli anni è aumentato il numero dei paesi ai quali era opportuno che la Comunità estendesse il proprio sostegno, poiché un numero crescente di paesi vicini hanno sperimentato difficoltà nella bilancia dei pagamenti e si sono impegnati ad attuare rigorosi programmi di riforme economiche. Ne è conseguito un mutamento nella ripartizione geografica dell'assistenza rispetto agli anni precedenti, quando i beneficiari erano per la maggior parte paesi dell'Europa centrale e orientale. Come risultato dei conflitti nei Balcani occidentali, in particolare quello del Kosovo nel 1999, e dei mutamenti politici in Serbia e Montenegro (ex Repubblica federale di Iugoslavia), le decisioni adottate dal Consiglio nel 1999-2003 hanno nettamente rafforzato l'AMF a favore dei paesi balcanici. Le cinque decisioni di AMF adottate nel 2002-2003 consistevano in tradizionali operazioni a sostegno della bilancia dei pagamenti e quattro di esse includevano sovvenzioni. Una particolarità delle decisioni del periodo 2000-2003 è stata infatti la forte percentuale di sovvenzioni sull'importo totale dell'assistenza: il 42 % invece del 6 % del periodo 1990-1999. La proporzione sovvenzioni/prestiti dei programmi di assistenza è stata modificata in base alla valutazione, da parte delle istituzioni dell'UE, del grado relativo di povertà e della limitata capacità di servizio del debito dei paesi beneficiari. Come già osservato nel 2000 e nel 2001, l'AMF ha l'obiettivo non soltanto di promuovere la stabilizzazione macroeconomica, ma anche di sostenere i programmi di riforma strutturale dei governi dei paesi beneficiari. Pertanto, nell'intento di rafforzare la capacità istituzionale indispensabile per il completamento delle riforme strutturali, l'AMF è stata efficacemente abbinata all'assistenza prevista nell'ambito dei programmi PHARE/ISPA, TACIS o CARDS. Le tabelle 1 e 2 ed i relativi grafici 1a e 2a evidenziano il carattere eccezionale dell'AMF comunitaria. In massima parte, le operazioni di AMF sono state decise e ne sono stati versati i relativi importi negli anni immediatamente successivi ai mutamenti di regime politico ed economico verificatisi nei paesi dell'Europa centrale e orientale. Da allora, le fluttuazioni degli importi dell'AMF riflettono le decisioni prese per ogni caso specifico, previo esame della situazione macroeconomica e del fabbisogno di finanziamenti esterni dei paesi potenzialmente beneficiari. Il grafico 1a, relativo agli importi netti delle operazioni decise nel periodo 1990-2003 (per un totale di circa 6 miliardi di EUR), e il grafico 2a, relativo agli importi effettivamente versati (per un totale di oltre 5 miliardi di EUR), mostrano che l'assistenza si è concentrata in gran parte sui paesi PECO candidati all'adesione all'UE (circa il 55% del totale dell'assistenza macrofinanziaria accordata negli ultimi 14 anni). Tuttavia, l'AMF a favore di questi paesi è stata gradualmente ridotta in parallelo con il loro progredire nell'aggiustamento macroeconomico e nelle riforme. In tempi più recenti, l'assistenza macrofinanziaria è stata erogata soprattutto ai Balcani occidentali (il 63,5 % delle operazioni decise tra il 1999 e il 2002, e l'83% di quelle relative al periodo 2000-2003) e ad alcuni NSI a basso reddito. Gli importi relativamente bassi assegnati ai paesi mediterranei (pari al 12 % degli importi totali autorizzati, senza nessuna nuova autorizzazione dopo il 1996) vanno considerati tenendo conto delle altre forme di sostegno macroeconomico messe a disposizione di tali paesi (in particolare le agevolazioni per l'aggiustamento strutturale del programma MEDA). >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> 4. Ripartizione degli oneri Nell'ambito del processo di coordinamento tra i donatori che sostengono i paesi PECO e i paesi dei Balcani occidentali, di concerto con la Banca mondiale la Commissione europea ha organizzato conferenze intese ad accertare il fabbisogno di finanziamenti esterni dei paesi beneficiari, nonché a identificare i contributi potenziali delle IFI e dei donatori bilaterali, compresa la CE. Un'impostazione analoga è stata seguita per altri paesi potenzialmente beneficiari nell'ambito di riunioni del Gruppo consultivo convocate su iniziativa della Banca mondiale. Nell'allegato 2 sono indicate le risorse messe a disposizione dai vari finanziatori per soddisfare il fabbisogno residuo di finanziamenti esterni dei paesi beneficiari dell'AMF comunitaria. L'allegato 2.1 contiene i dati relativi a ciascun paese beneficiario per il 2003. Dall'avvio dell'AMF, gli importi impegnati dalla CE hanno registrato fortissime fluttuazioni, in parallelo con il variare dell'entità del sostegno finanziario fornito dalla comunità internazionale (vedansi l'allegato 2 e le tabelle analoghe nelle precedenti relazioni sull'AMF). Nel 1990, l'assistenza comunitaria era molto cospicua rispetto ai finanziamenti forniti dalle IFI. In effetti, la Comunità ha svolto un ruolo cruciale, in qualità sia di principale erogatrice di fondi che di coordinatrice dell'assistenza bilaterale ai PECO nel quadro del G-24. Tuttavia, se si eccettuano il 2000 e il 2001, la quota delle IFI nei pacchetti di finanziamenti è andata crescendo in misura sostanziale nel corso degli anni, via via che le istituzioni internazionali sono state in grado di mobilitare maggiori risorse mediante nuovi strumenti. Nel contempo, sono stati mobilitati i creditori esteri, pubblici e privati, il cui contributo è consistito in operazioni di alleggerimento e di riduzione del debito, che sono iniziate nel 1991 e hanno assunto particolare rilievo nel 1994, 1995 e 2001. Tra i paesi a cui è stata accordata l'AMF comunitaria, quelli che hanno beneficiato di operazioni di alleggerimento e riduzione del debito sono stati i seguenti: Algeria nel 1991 e 1994; Bulgaria nel 1991, 1994 e 1997, Moldova nel 1996, Ucraina nel 1994, 1995 e 1999; ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Bosnia-Erzegovina e Albania nel 1999. Nel 2000 non è stato registrato alcun alleggerimento del debito per i paesi beneficiari di AMF comunitaria. Nel 2001, Serbia e Montenegro (l'ex Repubblica federale di Iugoslavia) hanno beneficiato di un cospicuo alleggerimento del debito approvato nell'ambito del Club di Parigi. Nel 2002 l'alleggerimento del debito è stato più limitato e ne hanno beneficiato l'Ucraina nonché la Serbia e il Montenegro, attraverso il Club di Parigi. La Serbia e il Montenegro hanno beneficiato nuovamente di una moratoria degli interessi per un importo massimo di 61 milioni di USD, decisa sia dal Club di Parigi che dal Club di Londra. III. Armenia 1. Sintesi Nel 2003 l'economia armena ha continuato a crescere a un tasso record, trainata soprattutto dai settori edile e manifatturiero. In termini reali, la crescita ha raggiunto il 13,9%, per quanto la produzione agricola abbia risentito delle cattive condizioni climatiche. A causa della forte penuria di alcuni prodotti alimentari, l'inflazione si è accelerata durante il secondo semestre dell'anno (inflazione annua media pari al 4,7% nel 2003, a fronte dell'1,1% nel 2002). L'Armenia ha aderito all'OMC nel febbraio del 2003. Pur avendo un regime di scambi liberale, l'Armenia non è riuscita a beneficiare pienamente dell'aumento delle opportunità commerciali per via della sua posizione isolata, dei costi elevati dei trasporti e delle carenze nelle procedure doganali. Vi sono stati progressi graduali nelle riforme strutturali, in particolare nel settore finanziario. Una strategia anti-corruzione è stata adottata dal governo in novembre, unitamente ad un piano d'azione per il periodo 2004-2006. L'Armenia ha attuato in modo soddisfacente il programma economico sostenuto dall'FMI. Il consiglio di amministrazione dell'FMI ha concluso la terza e la quarta verifica nel quadro dell'accordo triennale sostenuto dalla PRGF, rispettivamente in aprile e in novembre. Dopo una visita in loco nel dicembre 2003, i servizi della Commissione sono giunti alla conclusione che l'Armenia ha compiuto progressi soddisfacenti nell'adempiere alle condizioni specifiche cui è subordinato il versamento della quinta quota di sovvenzione di 5,5 milioni di EUR nell'ambito dell'assistenza finanziaria eccezionale. 2. Risultati macroeconomici La crescita reale del PIL ha registrato un'accelerazione nel 2003, raggiungendo un nuovo tasso record del 13,9% (12,9% nel 2002). La crescita economica è stata trainata soprattutto dai settori edile e manifatturiero. Oltre che dal settore della lavorazione dei diamanti, che è in notevole crescita già da diversi anni, lo scorso anno la produzione industriale è stata sostenuta da nuovi investimenti nel settore minerario, metallurgico e tessile. Il settore industriale nel suo insieme ha messo a segno una crescita del 14,9%. Il settore edile ha ricevuto finanziamenti esterni privati dalla American Armenian Lincy Foundation, la quale ha allocato fondi per la costruzione di alloggi, strade e siti culturali (equivalenti al 2-3% del PIL sia nel 2002 che nel 2003). La produzione agricola ha risentito delle gelate verificatesi all'inizio della stagione, a causa delle quali il tasso di crescita non è andato oltre il 4%. Attestandosi a circa il 10%, il tasso ufficiale di disoccupazione non ha registrato alcuna variazione significativa rispetto al 2002, nonostante il perdurare di una forte crescita economica. La politica di bilancio è rimasta prudente e nel 2003 il governo è riuscito a ridurre lo stock di pagamenti nazionali arretrati ad un importo trascurabile. Il rapporto gettito fiscale/PIL resta ad un livello abbastanza basso. Nel 2003 è stato raggiunto l'obiettivo di gettito fiscale nominale, ma si stima che il rapporto gettito/PIL sia sceso al 14,3%, in parte per via della forte crescita delle attività economiche finanziate da sovvenzioni che sono esenti da tassazione. Nel periodo 2003-2004 il disavanzo finanziario dovrebbe situarsi tra il 2% e il 2,5% del PIL. Come negli anni precedenti, il disavanzo è coperto soprattutto da finanziamenti esterni a condizioni agevolate. L'inflazione annuale media è salita al 4,7% nel 2003 (a fronte dell'1,1% nel 2002), oltrepassando il tasso obiettivo del 3% fissato dalla Banca centrale di Armenia. Tale sfondamento è dovuto soprattutto alla forte crescita dei prezzi di alcuni prodotti alimentari, ad esempio il pane, registrata nel corso dell'anno. Nel dicembre del 2003, il tasso d'inflazione su base annua era pari all'8,6%. In termini nominali, il dram si è mantenuto abbastanza stabile rispetto al dollaro USA, deprezzandosi invece rispetto all'euro. In termini effettivi reali si stima che il dram si sia apprezzato molto lievemente nel 2003, dopo un deprezzamento nel 2002. Grazie ai trasferimenti privati e pubblici la situazione della bilancia delle partite correnti ha registrato un graduale miglioramento negli ultimi anni. La bilancia commerciale si è deteriorata nel 2003 a causa di un'elevata domanda di importazioni da parte del settore edile, in notevole espansione, e per via dell'aumento del prezzo delle importazioni di materie prime e di alimentari. Sebbene il deterioramento della bilancia commerciale sia in parte compensato dall'aumento dei trasferimenti privati, si stima che il disavanzo delle partite correnti sia salito dal 6,6% del PIL nel 2002 al 7,5% nel 2003. Le riserve internazionali lorde della Banca centrale di Armenia (526 milioni di USD a fine 2003) sono ad un livello sufficientemente elevato in quanto coprono circa quattro mesi di importazioni. Lo swap debito/azioni con la Russia (per un importo di 94 milioni di USD) ha consentito di contenere l'aumento del debito nominale esterno nel 2003; se espresso in USD, il debito esterno è rimasto stabile a circa 1 020 milioni, mentre in rapporto al PIL è sceso al di sotto del 40%. L'Armenia ha altresì ripagato in natura il suo debito nei confronti del Turkmenistan (11 milioni di USD). D'altra parte, la forte crescita delle esportazioni, soprattutto di diamanti lucidati, ha significato che il valore attuale netto del debito esterno in rapporto alle esportazioni è sceso, in base alle stime, da circa il 130% a fine 2002 al 94% nel 2003. L'Armenia ha attuato in modo soddisfacente il programma economico sostenuto dall'FMI. Il consiglio di amministrazione dell'FMI ha concluso la terza verifica nel quadro dell'accordo triennale sostenuto dalla PRGF nell'aprile del 2003. Nel novembre 2003 si è conclusa la quarta verifica, a seguito della quale l'importo totale dei versamenti nell'ambito della PRGF è salito a 50 milioni di SDR (72 milioni di USD). La Banca mondiale ha approvato nel marzo 2003 il quinto credito per l'aggiustamento strutturale per un importo pari a 30,2 milioni di SDR, che è stato versato all'Armenia in due rate nel corso del 2003. 3. Riforme strutturali Nell'agosto del 2003 il governo ha adottato un piano strategico per la riduzione della povertà, che è stato successivamente approvato e adottato dall'FMI e dalla Banca mondiale come base per futuri finanziamenti a condizioni agevolate. Le priorità fissate in tale piano (sanità, istruzione e stato sociale) hanno trovato ampio riscontro nella strategia di spesa a medio termine per il 2004-2006 adottata dal governo nell'ottobre del 2003. La legge sul sistema di bilancio è stata modificata nell'aprile del 2003 in modo da integrare la predetta strategia nel ciclo di bilancio annuale regolare. La riduzione dei finanziamenti esterni prevista per i prossimi anni dovrà essere compensata dal risanamento delle finanze: si dovrà incrementare il gettito fiscale e mantenere una sana politica di spesa, dando la priorità alla spesa sociale e infrastrutturale. A seguito della recente riforma organizzativa basata sul decentramento, un'ampia parte della spesa nei settori della sanità e dell'istruzione è dovuta ad imprese non commerciali di recente creazione, compresi ospedali e scuole; ciò solleva tuttavia delle preoccupazioni sotto il profilo della trasparenza e dell'efficacia di tale spesa. Nel 2004 il governo dovrebbe introdurre adeguati obblighi di informativa e revisione dei conti per tali imprese. Nel maggio del 2003 la Banca centrale di Armenia ha stabilito le modalità per un sistema di garanzia dei depositi, al quale le banche hanno iniziato a fornire contributi in luglio. Il fondo di garanzia dei depositi per le persone fisiche diventerà pienamente operativo nel 2005. Il requisito patrimoniale minimo per le banche esistenti è stato innalzato nel luglio del 2003 ad un importo equivalente a 5 milioni di USD. Il numero delle banche è stato ridotto a 20 (tutte in mano a privati) a seguito di liquidazioni, ristrutturazioni, concentrazioni e acquisizioni. Il rapporto credito interno/PIL permane basso ad un livello di circa il 10%. Nel 2003 sono state privatizzate complessivamente 124 imprese (rispetto a 93 nel 2002), il che ha portato il numero totale delle privatizzazioni dall'indipendenza ad oltre 9000 (di cui 7200 riguardano piccole imprese). Tuttavia gli obiettivi fissati per le medie e grandi imprese nel programma di privatizzazione per il periodo 2001-2003 non sono stati ancora raggiunti. D'altro canto, si lavora per accelerare le procedure di liquidazione delle imprese statali non redditizie. Dopo la privatizzazione dell'azienda di distribuzione dell'elettricità nel 2002, i tassi di riscossione dei canoni di trasmissione e di distribuzione dell'elettricità sono nettamente migliorati, passando dal 90% al 98% delle fatture interne, mentre le perdite tecniche e di altro tipo sono state ridotte drasticamente. Tutte le principali modifiche apportate al settore dell'energia lo scorso anno sono state determinate dalla necessità del governo di saldare i debiti; tra tali modifiche vi sono state la cessione ai russi di due centrali elettriche e la firma di un contratto di gestione per la Medzamor NPP. Nel novembre del 2003, dopo un lungo periodo di preparazione, il governo ha adottato una strategia anticorruzione ed un piano d'azione per il periodo 2004-2006. Sebbene le reazioni iniziali della comunità dei donatori siano state piuttosto positive, il governo è incoraggiato ad ampliare ulteriormente la portata della strategia e a coinvolgere efficacemente la società civile nel monitoraggio della sua applicazione. L'Armenia ha aderito all'OMC nel febbraio del 2003. Pur avendo un regime di scambi liberale, l'Armenia non è riuscita a beneficiare pienamente dell'aumento delle opportunità commerciali per via della sua posizione isolata, dei costi elevati dei trasporti e delle carenze nelle procedure doganali. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria L'Armenia beneficia di un'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità europea consistente in un prestito di 28 milioni di EUR (versato nel dicembre del 1998) e in una sovvenzione dell'importo totale di 30 milioni di EUR. Durante il periodo 1998-2003 sono state versate nel quadro dell'assistenza quattro quote di sovvenzione, per un importo totale di 23 milioni di EUR. Tramite rimborsi anticipati, l'Armenia ha ridotto l'importo del suo debito nei confronti della Comunità a 9 milioni di EUR a fine dicembre 2003. Le condizioni specifiche per il versamento della quinta quota di sovvenzione di 5,5 milioni di EUR sono state concordate con le autorità armene durante una missione di funzionari della Commissione a Yerevan nel luglio 2002. Nel dicembre 2003, a seguito di discussioni svoltesi con le autorità armene a Yerevan, i servizi della Commissione hanno proceduto ad una verifica del rispetto di tali condizioni, ai fini del via libera all'erogazione di tale quota. I servizi della Commissione sono giunti alla conclusione che i risultati macroeconomici dell'Armenia sono stati soddisfacenti nel 2002 e 2003. Il governo ha attuato con successo il programma economico concordato con l'FMI, come risulta dal completamento della quarta verifica da parte del consiglio di amministrazione dell'FMI nel novembre 2003. Quanto alle riforme strutturali, i servizi della Commissione hanno concluso che, delle undici condizioni specifiche, dieci erano state soddisfatte. Sulla base delle circostanze particolari connesse alla crescita economica straordinariamente elevata registrata nel 2003 e alle misure di politica fiscale previste per il 2004, è stata concessa una deroga riguardo ad una condizione, il rapporto gettito fiscale/PIL. Nel complesso, le condizioni cui era subordinato il versamento della quinta quota di sovvenzioni sono state pertanto soddisfatte ed i servizi della Commissione hanno ritenuto appropriato procedere con il versamento della quota di sovvenzione di 5,5 milioni di EUR non appena l'Armenia avrà ridotto il suo debito nei confronti della Comunità tramite un rimborso anticipato di 7 milioni di EUR, come da accordi. Per quanto riguarda le raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti nella sua relazione speciale 1/2002 riguardante l'assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi ed i requisiti del nuovo regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee, i servizi della Commissione hanno proceduto ad una verifica sugli aspetti di gestione della finanza pubblica relativi a tale assistenza sulla base delle informazioni fornite dall'FMI, dalla Banca mondiale e dalle autorità nazionali. Sulla base di tale verifica stanno per essere introdotti, in accordo con le autorità armene, alcuni obblighi di informativa aggiuntivi in modo da rafforzare il monitoraggio dell'assistenza. La Commissione intende incorporare tali obblighi nell'elenco delle condizioni previste per il versamento della sesta quota di sovvenzione nel quadro del programma. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi Non vi sono più prezzi regolamentati, tranne nel settore dei servizi pubblici. I prezzi regolamentati sono pari a circa l'8 ½ dell'IPC. 2. Liberalizzazione degli scambi Politica commerciale liberale. Regime d'importazioni semplice e relativamente aperto, con aliquote medie basse. Nessuna restrizione quantitativa. L'adesione all'OMC ha efficacia a partire dal febbraio 2003. 3. Regime valutario Il tasso di cambio del dram è fluttuante. Interventi ufficiali limitati. Per le valute estere è dominante il mercato interbancario. Nessuna restrizione all'esecuzione dei pagamenti e dei bonifici per le operazioni internazionali correnti, conformemente all'articolo VIII dello statuto dell'FMI. 4. Investimenti esteri diretti Politica liberale nei confronti degli investimenti esteri diretti. Assenza di restrizioni al rimpatrio di utili e capitali. Gli afflussi netti di IED sono stati pari al 4,6% del PIL nel 2002. 5. Politica monetaria L'inflazione viene tenuta ad un livello basso grazie alle politiche monetarie prudenti attuate dalla Banca centrale dell'Armenia. 6. Finanze pubbliche Per il 2003 le entrate complessive, sovvenzioni incluse, vengono stimate a circa il 18 ½ % del PIL, il gettito fiscale a circa il 14 ½ % del PIL. Le spese totali ammonterebbero a circa il 20 ½ % del PIL. Un quadro di spesa a medio termine è stato elaborato e sta per essere integrato nella procedura di bilancio annuale. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese Il programma di privatizzazione triennale (2001-2003) interessa oltre 900 medie e grandi imprese, di cui solo circa un terzo sono state privatizzate. Sono in via di adozione misure intese ad accelerare la liquidazione delle imprese statali non redditizie. 8. Riforma del settore finanziario Il capitale minimo richiesto per le banche esistenti è stato incrementato a 2 milioni di USD nel luglio 2003 ed entro il 2005 è previsto un ulteriore aumento a 5 milioni di USD, importo già applicato alle nuove banche. Il numero delle banche si è ridotto a 20 (erano 30 nel 2001) a seguito di fusioni e acquisizioni, ristrutturazioni e liquidazioni. IV. Bosnia-Erzegovina 1. Sintesi Nel corso del 2003, la Bosnia-Erzegovina (B-E) ha mantenuto la stabilità macroeconomica ed un basso tasso di inflazione e ha continuato ad adoperarsi per il risanamento delle proprie finanze. Secondo le stime più recenti, la crescita reale del PIL è rallentata al 3,5% (dal 5,5% nel 2002) a causa di condizioni esterne negative e di un periodo di siccità, ma anche dell'indebolimento delle fonti interne di crescita. La situazione dei conti con l'estero resta delicata, con il permanere di disavanzi elevati della bilancia delle partite correnti in un contesto di aiuti ufficiali in calo. Lo studio di fattibilità adottato in novembre dalla Commissione identifica 16 aree prioritarie, nell'ambito delle quali la B-E deve compiere progressi significativi nel corso del 2004 affinché possano progredire i negoziati relativi ad un accordo di stabilizzazione e associazione (ASA). In questo contesto le autorità si sono impegnate a realizzare progressi significativi già entro la metà del 2004, il che potrebbe costituire un notevole incentivo per il programma delle riforme. Nel settore economico le aree prioritarie spaziano dalla riforma della finanza pubblica alla messa in atto di politiche commerciali coerenti e all'impegno per la creazione di uno spazio economico unico. Il programma dell'FMI è stato applicato come previsto durante il 2003, con il completamento della seconda e terza verifica nel giugno 2003, ed è stato di recente esteso fino a fine febbraio 2004, data alla quale dovrebbe concludersi positivamente. Continua l'attuazione della decisione del Consiglio del novembre 2002 di fornire alla B-E un'assistenza macrofinanziaria supplementare per un importo massimo di 60 milioni di EUR (20 milioni di prestito e 40 milioni di sovvenzione). La prima quota di 15 milioni di sovvenzione è stata versata nel febbraio 2003, in seguito al buon esito della verifica dell'FMI. A seguito dei progressi soddisfacenti realizzati nell'adempimento delle condizioni, la Commissione ha versato la seconda quota di sovvenzione di 10 milioni di EUR nel dicembre 2003 ed il prestito di 10 milioni di EUR nel gennaio 2004. 2. Risultati macroeconomici L'ambiente esterno negativo (bassa crescita in Europa) e la siccità hanno rallentato la crescita nel 2003, contenendola al 3,5% del PIL reale a fronte del 5,5% registrato nel 2002. In base ai dati ufficiali, tra gennaio e settembre 2003 la produzione industriale nella Federazione di B-E è scesa in media dello 0,3% e nella Republika Srpska (RS) del 2,4%. Nel 2003, il tasso ufficiale di disoccupazione è stato di circa il 40% in entrambe le Entità, sebbene secondo stime ufficiose il tasso effettivo ammonterebbe a circa il 20%. L'aderenza rigorosa al regime del currency board ha tenuto sotto controllo l'inflazione, che nei primi nove mesi del 2003 è stata pari in media allo 0,6% e dovrebbe mantenersi attorno allo zero per tutto l'anno. Con il konvertible marka (KM) ancorato all'euro ad un tasso immutato dall'introduzione della moneta dell'UE nel gennaio 1999, il tasso di cambio del KM è rimasto stabile. Le riserve ufficiali lorde restano ad un livello conveniente, equivalente alla copertura di 4 mesi e mezzo di importazioni (4,6 mesi a fine 2002). Pur restando ad un livello elevato, la spesa pubblica è scesa secondo le stime al 47% del PIL nel 2003, a fronte del 51% nel 2002. Dopo l'incremento delle entrate registrato nel 2002, con il ribasso del disavanzo di bilancio consolidato al 7,1% del PIL (2,2% incluse le sovvenzioni), per il 2003 le autorità hanno puntato ad un disavanzo pari al 6,4% del PIL (2,2% incluse le sovvenzioni). Tuttavia, dato il persistere di un buon livello di entrate e grazie a tagli delle spese (in particolare per il servizio del debito), questo obiettivo è stato addirittura oltrepassato ed il disavanzo delle amministrazioni pubbliche è stimato attualmente al 3,4% del PIL (il saldo è persino leggermente positivo se si includono le sovvenzioni). Nell'ambito del programma dell'FMI, le autorità hanno adottato a metà dicembre un piano di ampia portata sul debito interno, stimato a circa il 70% del PIL. Il piano prevede il regolamento in contante per un volume di crediti pari al 4% del PIL, l'emissione di obbligazioni di lungo termine per il 31% e la cancellazione del restante 35%. Nel settore dei conti con l'estero, sia la bilancia commerciale che quella delle partite correnti continuano a presentare disavanzi elevati. A seguito di una politica monetaria più restrittiva volta a controbilanciare un boom di crediti, il disavanzo delle partite correnti è stimato in lieve calo appena sotto al 18% del PIL (a fronte del 18,5% nel 2002). Continuano gli sforzi intesi a creare condizioni più propizie per gli investimenti. In particolare, grazie alle misure adottate per accrescere la trasparenza e ridurre gli ostacoli amministrativi (soprattutto ad opera del comitato "Bulldozer" istituito dall'OHR), gli IED in B-E sono pressoché raddoppiati nel 2002, raggiungendo approssimativamente i 244 milioni di EUR e secondo le stime questo trend positivo dovrebbe continuare nel 2003, con una crescita degli IED fino a 280 milioni di EUR. Situandosi a quota 2,3 miliardi di EUR, il debito pubblico esterno ammontava al 45% del PIL a fine 2002 (a fronte di una previsione del 52%) e dovrebbe scendere ulteriormente nel 2003 (a circa il 37%). Il servizio del debito in percentuale delle esportazioni di beni e servizi, che ha iniziato a crescere nel 2002 (8,5%) soprattutto per via dei rimborsi all'FMI e alla Banca mondiale, dovrebbe restare a tale livello nel 2003 prima di scendere negli anni successivi. 3. Riforme strutturali Nel novembre 2003 la Commissione ha portato a termine uno studio di fattibilità relativo all'apertura di negoziati su un ASA. Tale studio identifica 16 aree prioritarie nell'ambito delle quali la B-E deve compiere progressi significativi nel corso del 2004 affinché la Commissione possa raccomandare al Consiglio l'apertura di negoziati. In questo contesto le autorità si sono impegnate a realizzare progressi significativi già entro la metà del 2004, il che potrebbe costituire un notevole incentivo per la realizzazione del programma di riforme. Nel settore economico le aree prioritarie spaziano dalla riforma della finanza pubblica alla messa in atto di politiche commerciali coerenti e all'impegno per la creazione di uno spazio economico unico. Inoltre la B-E ha adottato nel dicembre 2003 la sua "Strategia di sviluppo di medio termine" (PRSP). Le riforme nel settore delle finanze pubbliche proseguono ad un passo sostenuto. Procede senza intoppi l'attuazione del sistema del dipartimento del Tesoro (Treasury system), che è stato introdotto all'inizio del 2002 sia nelle Entità che nello Stato e di cui è prevista un'estensione a livello di sub-Entità (cantoni e municipalità). Tutti gli utenti del bilancio sono attualmente inclusi nel sistema e viene usato un unico conto del tesoro anziché i precedenti sessanta. È in corso un'importante riforma delle amministrazioni tributarie e doganali. La Commissione per la politica delle imposte indirette, istituita dall'OHR nel febbraio 2003, ha preparato una legge per l'istituzione di un'unica Autorità per le imposte indirette, che è stata adottata nel corso dell'anno dal governo e dal Parlamento. Tale autorità riscuoterà le imposte indirette a livello statale tramite l'istituzione di un'amministrazione doganale unificata, preparerà l'introduzione dell'IVA a livello statale e, tramite il suo organo direttivo, coinvolgerà lo Stato nella formulazione della politica di bilancio. Anche i progressi in questo settore vengono monitorati con attenzione nel quadro della verifica del rispetto delle priorità dello studio di fattibilità. Mentre in pratica la privatizzazione delle piccole e medie imprese è stata completata in entrambe le Entità, il progresso nella vendita delle imprese "strategiche" (ad esempio imprese del settore minerario, raffinerie, fabbriche di tabacco, industrie di pezzi di ricambio per auto), che potrebbero attirare investitori esteri, ha subito un rallentamento. Scarsa volontà politica, preoccupazioni sociali e problemi di governo societario, debiti elevati e corruzione sono tutti fattori che scoraggiano i potenziali investitori (esteri). Verso la fine del 2003, le autorità hanno tentato di rivitalizzare il processo e hanno promosso una campagna per ottenere il sostegno pubblico. Alcune gare per la vendita di imprese sono state lanciate da dicembre ed altri progressi sono previsti all'inizio del 2004. Quanto alle condizioni operative delle imprese più in generale, il comitato "Bulldozer", istituito dall'Alto rappresentante nel novembre 2002 per smantellare gli ostacoli amministrativi che impediscono il buon funzionamento e la creazione delle imprese, è riuscito a far passare 50 riforme economiche nel maggio 2003 ed un secondo round di proposte di riforma è in via di preparazione. I governi delle Entità hanno adottato nel 2003 una legislazione sul fallimento pienamente armonizzata, che a fine 2003 era ancora all'esame del Parlamento. La situazione rimane tuttavia incerta per gli investitori esteri, a causa della riconosciuta esistenza di gravi rischi, di procedure costose e della mancanza di politiche trasparenti. Il processo di privatizzazione delle banche è stato completato in entrambe le Entità e l'apporto di capitali esteri nel settore bancario è notevole. La vigilanza sulle banche è stata rafforzata rendendo più severe le attuali regolamentazioni prudenziali (ad esempio tramite l'incremento dei requisiti patrimoniali minimi). Nel quadro del programma dell'FMI, le autorità hanno altresì posto in atto altre riforme della regolamentazione bancaria (in particolare per quanto riguarda le esposizioni in valuta estera, la liquidità e i fondi propri di base), ravvicinando il settore agli standard internazionali. Gran parte delle banche rispettano attualmente i requisiti dell'Agenzia di Stato per la garanzia dei depositi. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Nel novembre 2002 il Consiglio ha approvato un'assistenza macrofinanziaria comunitaria supplementare alla B-E per un importo massimo di 60 milioni di EUR (decisione 2002/883/CE); tale assistenza, che è ripartita in prestiti per 20 milioni di EUR e sovvenzioni per 40 milioni di EUR, fa seguito ad una prima operazione di assistenza macrofinanziaria conclusasi nel dicembre 2001 (decisione 1999/325/CE). La nuova assistenza è stata prevista a sostegno di un ampio programma di adeguamento economico e strutturale nell'ambito di un accordo stand-by dell'FMI approvato nell'agosto 2002. Analogamente al primo pacchetto la realizzazione di questa assistenza è legata ai progressi nell'attuazione di determinate politiche economiche. Dopo la firma di un memorandum d'intesa a fine dicembre 2002 e l'esito positivo della prima verifica dell'FMI, la prima quota di sovvenzione di 15 milioni di EUR è stata versata nel febbraio 2003. Di questo importo, il 25% è stato messo direttamente a disposizione dello Stato (3,75 milioni di EUR), mentre il rimanente è stato destinato, ripartito in due quote di un terzo e due terzi, rispettivamente alla RS e alla Federazione B-E, come nel caso della precedente operazione di AMF. A seguito di una visita in B-E dei servizi della Commissione, che ha avuto luogo a inizio giugno 2003, a fine luglio è stato siglato con le autorità un memorandum d'intesa supplementare. Tale memorandum ha fissato la seconda quota a 20 milioni di EUR (10 milioni di sovvenzione e 10 milioni di prestito) e ha stabilito una serie di condizioni di politica economica per il versamento della terza quota. Ha altresì identificato i settori nei quali sono necessari ulteriori progressi per soddisfare le condizioni economiche alle quali è condizionato il versamento della seconda quota, ovvero l'adozione, da parte dell'Entità, di leggi armonizzate sul fallimento e sulla liquidazione, una decisione dello Stato sull'istituzione di un Consiglio della concorrenza e progressi in materia di legislazione sulle assicurazioni. Nel frattempo l'FMI ha completato con successo la seconda e terza verifica e l'attuazione del programma è continuata come previsto. A seguito: i) dei progressi soddisfacenti realizzati nell'adempimento delle condizioni previste dal memorandum d'intesa supplementare menzionato in precedenza, ii) della ratifica dell'accordo di prestito da parte delle autorità della B-E (all'inizio di dicembre) e ii) dell'accettazione, da parte della B-E, di una serie di disposizioni (riguardanti le ispezioni, la prevenzione delle frodi, i controlli dei conti ed il recupero dei fondi in caso di frode o corruzione) intese a tenere conto degli obblighi previsti dal nuovo regolamento finanziario, la Commissione ha iniziato le procedure di versamento nel dicembre del 2003. In dicembre è stata versata la seconda quota di sovvenzione di 10 milioni di EUR, nel gennaio 2004 la quota di prestito di 10 milioni di EUR. Della sovvenzione di 10 milioni di EUR, il 50% è stato messo direttamente a disposizione dello Stato (5 milioni di EUR), mentre il rimanente è stato destinato, ripartito in due quote di un terzo e due terzi, rispettivamente alla RS e alla Federazione B-E. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi Prezzi quasi tutti liberalizzati, tranne per pochi servizi pubblici selezionati. 2. Liberalizzazione degli scambi È stata completata la rete degli accordi di libero scambio nel sud-est dell'Europa e la B-E già applica gli accordi con la Croazia (1/01/2001), la ex Repubblica iugoslava di Macedonia (1/07/2002) e la Serbia e il Montenegro (1/06/2002). Procedono lentamente i lavori per l'adesione all'OMC, attualmente prevista per il 2004. 3. Regime valutario Dal giugno 1998 la B-E applica il regime del comitato monetario; la moneta comune, il KM, è ancorata all'euro al tasso fisso di 1,96 KM. 4. Investimenti esteri diretti Continuano gli sforzi per migliorare le condizioni operative delle imprese: oltre alla creazione di un'Agenzia per la promozione degli investimenti esteri, a fine 2002 l'OHR ha istituito il comitato "Bulldozer" per smantellare gli ostacoli amministrativi al buon funzionamento e alla creazione delle imprese. Nel maggio 2003 è riuscito a far adottare 50 riforme economiche ed un secondo round di proposte di riforma è in via di preparazione. La situazione rimane tuttavia incerta per gli investitori esteri, a causa della riconosciuta esistenza di gravi rischi e della mancanza di trasparenza in sede politica. 5. Politica monetaria La Banca centrale della B-E è responsabile del funzionamento del regime del comitato monetario. Alla Banca centrale e alle altre banche è vietato concedere prestiti allo Stato. 6. Finanze pubbliche Nel 2003 il rapporto spesa pubblica/PIL è in calo, ma, situandosi al 47% del PIL, resta ad un livello molto elevato. Di tale percentuale, il 39% è destinato al pagamento dei salari e la spesa pubblica è spesso associata a gravi inefficienze. Tuttavia tra i risultati positivi figurano il notevole risanamento finanziario e l'armonizzazione fiscale tra le Entità. È in corso un'importante ristrutturazione del sistema tributario e doganale (compresa l'introduzione dell'IVA), anche grazie alle pressioni della comunità internazionale. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese Mentre la privatizzazione delle piccole e medie imprese è virtualmente completata in entrambe le Entità, la vendita delle grandi imprese "strategiche", di possibile interesse per gli investitori stranieri, ha subito un rallentamento. 8. Riforma del settore finanziario Il processo di privatizzazione delle banche è stato completato e l'apporto di capitale estero nel settore bancario è notevole. La vigilanza sulle banche è stata rafforzata rendendo più severe le attuali regolamentazioni prudenziali (ad esempio tramite l'incremento dei requisiti patrimoniali minimi). Nel quadro del programma dell'FMI, le autorità hanno modificato le regolamentazioni riguardanti le esposizioni delle banche in valuta estera, in linea con le pratiche internazionali. V. Ex repubblica iugoslava di Macedonia 1. Sintesi Nel 2003, la crescita reale del PIL dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha raggiunto il 3%, ampiamente in linea con le previsioni iniziali. Il disavanzo delle amministrazioni pubbliche (1,5% del PIL) si è ridotto di oltre 4 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il rapporto tra disavanzo commerciale e PIL è sceso da oltre il 20% nel 2002 a circa il 17% nel 2003. Il disavanzo delle partite correnti del 2003 (sovvenzioni escluse) è stimato all'8,3% del PIL. Si è garantito il mantenimento della stabilità monetaria e del tasso di cambio. Nell'ottobre del 2003, il consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato la prima verifica dell'accordo di stand-by di 14 mesi, che era stato concluso nell'aprile del 2003. Il processo di riforma strutturale ha ripreso vigore nel corso del 2003. Le autorità hanno compiuto alcuni progressi nella liquidazione delle grandi imprese in perdita, nella riforma della pubblica amministrazione e nella gestione delle finanze pubbliche. Nel settembre 2003, il Parlamento ha adottato una legge che istituisce l'Agenzia per la promozione dell'imprenditoria. Tuttavia, il contesto in cui operano le imprese resta sfavorevole ed in particolare l'impossibilità di far rispettare i contratti e i diritti dei creditori ostacola l'attività di prestito delle banche e si ripercuote negativamente sugli investimenti e sullo sviluppo economico. La Commissione ha completato l'erogazione dell'assistenza macrofinanziaria CE decisa dal Consiglio nel novembre 1999 (80 milioni di EUR), che è stata aumentata di 18 milioni di EUR nel dicembre 2001. La terza quota di tale assistenza (10 milioni di sovvenzione e 10 milioni di prestito) è stata versata nel maggio-giugno 2003, dopo l'approvazione del nuovo accordo di stand-by dell'FMI. La quarta e ultima quota (18 milioni di prestito e 8 milioni di sovvenzione) è stata versata nel dicembre 2003, a seguito dell'adempimento delle condizioni di politica economica fissate nel memorandum d'intesa supplementare firmato tra la Comunità europea e le autorità della ex Repubblica iugoslava di Macedonia nel settembre del 2002. 2. Risultati macroeconomici (1) Nel 2003, la crescita reale del PIL dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha raggiunto il 3%, ampiamente in linea con le previsioni iniziali e con un miglioramento rispetto ai risultati del 2001 e 2002 (rispettivamente -4,5% e +0,7%). In base ai dati preliminari, la produzione industriale è cresciuta del 4,7% rispetto al 2002. Tuttavia, questa ripresa dell'attività economica non è stata sufficiente per far ritornare il PIL al livello pre-crisi del 2000 e per ridurre la disoccupazione e migliorare in modo consistente il tenore di vita. Nel 2003 il livello ufficiale della disoccupazione è aumentato a circa il 37% della forza lavoro, rispetto al 32% dell'anno precedente. Tuttavia, tenendo conto del settore informale, le cifre reali riguardanti la disoccupazione sono probabilmente inferiori rispetto ai dati ufficiali. (2) L'inflazione si è mantenuta modesta nel 2003: i prezzi al consumo sono saliti dell'1,2% in media, ben al di sotto del previsto 3,0%. Oltre che al calo dei prezzi degli alimentari, che avevano registrato un aumento consistente nel 2002, la riduzione dell'inflazione è dovuta al deprezzamento del dollaro, visto che il denar macedone (MKD) rimane di fatto ancorato all'euro al cambio di circa 61 denar per un euro. Nel corso del 2003, i tassi di interesse medi sugli effetti della Banca centrale, che costituiscono il principale strumento per il controllo della liquidità, sono scesi dal 14,7% in gennaio a circa il 6% a fine anno. Tuttavia i clienti delle banche commerciali non hanno beneficiato pienamente di questo calo. In dicembre i tassi medi per i prestiti erano ancora al 14,6%, mentre il tasso di remunerazione dei depositi ammontava in media a circa il 7%. (3) Nel 2003 i risultati di bilancio sono migliorati sostanzialmente rispetto all'anno precedente. Il disavanzo delle amministrazioni pubbliche si è ridotto all'1,5% del PIL, rispetto al 5,7% nel 2002. Questo drastico calo di 4 punti percentuali del PIL rispetto all'anno precedente è stato reso possibile da un significativo contenimento della spesa, passata dal 41% al 36% del PIL. Tale contenimento è stato a sua volta causato dalla riduzione o dall'eliminazione di alcune spese una tantum sostenute nel 2002 - ad esempio spese per la sicurezza ed i rimborsi una tantum ai risparmiatori che avevano partecipato allo schema piramidale TAT - e dall'esecuzione insufficiente della spesa in conto capitale iscritta a bilancio. Le entrate totali (34,5% del PIL) sono state in linea con le previsioni, grazie al fatto che la resa superiore al previsto dei contributi di sicurezza sociale, dei dazi doganali e delle entrate non fiscali ha compensato un gettito IVA al di sotto delle aspettative. Nel settore dei conti con l'estero, nel 2003 c'è stato un lieve calo degli scambi commerciali complessivi in termini nominali (euro). Le esportazioni sono rimaste praticamente stabili rispetto al 2002, mentre le importazioni sono scese del 5%. Il disavanzo commerciale si è attestato ad oltre 700 milioni di EUR, pari al 17,2% del PIL; esso ha segnato una flessione se misurato in euro e in percentuale del PIL, ma un incremento se misurato in dollari, per via degli effetti dei tassi di cambio. Il disavanzo delle partite correnti del 2003 (sovvenzioni escluse) è stimato all'8,3% del PIL o al 6,2% del PIL se si considera l'assistenza estera (pari al 2,1% del PIL). Le riserve di valuta estera si sono mantenute nel 2003 ad un livello equivalente a circa quattro mesi di importazioni, che corrisponde all'obiettivo fissato dal programma dell'FMI. Il debito estero ha registrato un notevole calo scendendo al 33% del PIL a fine 2003, un livello piuttosto moderato rispetto ad altri paesi della regione. Un accordo di stand-by (ASB) con il Fondo monetario internazionale per 20 milioni di SDR (circa 25 milioni di EUR), atteso da tempo, è stato approvato il 30 aprile 2003, il che ha consentito l'erogazione di un'assistenza finanziaria estera consistente da parte di altri donatori. La prima verifica dell'ASB, completata nell'ottobre del 2003, ha avuto esito positivo. 3. Riforme strutturali La liberalizzazione dei prezzi è pressoché completa, tranne per la maggior parte dei servizi pubblici e per vari prodotti, quali il petrolio e i suoi derivati. Il processo di privatizzazione delle piccole e medie imprese (PMI) è quasi concluso. A fine settembre 2003, 1.683 imprese erano state privatizzate, mentre 81 delle imprese statali incluse nel programma di privatizzazione iniziato nel 1993 non avevano ancora trovato un acquirente. Il Piano d'azione per la ristrutturazione, la liquidazione o la privatizzazione di 40 grandi imprese in perdita, lanciato nel 2000, è stato finalmente completato. Le autorità si stanno dedicando attualmente ad una nuova priorità: lo sviluppo del settore privato. Nel settembre 2003, il Parlamento ha adottato una legge che istituisce l'Agenzia per la promozione dell'imprenditoria. Tuttavia, il contesto generalmente sfavorevole in cui operano le imprese ed in particolare l'impossibilità di far rispettare i contratti e i diritti dei creditori ostacolano l'attività di prestito delle banche e si ripercuotono negativamente sugli investimenti e sullo sviluppo economico. Nel 2003 le autorità hanno compiuto altresì progressi nella riforma dell'amministrazione pubblica e nella gestione delle finanze pubbliche, lanciando l'analisi funzionale nella maggior parte delle entità amministrative, sviluppando il segretariato generale, creando un unico conto del Tesoro, migliorando l'amministrazione IVA e adottando un piano per lo sviluppo di un mercato dei titoli di Stato. Inoltre, nel dicembre 2003, dopo lunghe discussioni, il governo ha adottato una legge sul finanziamento delle amministrazioni locali che deve essere approvata dal Parlamento. Tuttavia, i margini di miglioramento in questo vasto settore restano ampi e riguardano l'attuazione dell'analisi "funzionale", l'estensione della scala dei salari dei funzionari pubblici, il maggior controllo della spesa finanziata da fondi fuori bilancio, l'introduzione di controlli dei conti in tutta l'amministrazione e l'effettivo sviluppo di un mercato dei titoli di Stato. L'attuazione del processo di decentramento del sistema di bilancio e, in particolare, il rafforzamento della capacità delle entità locali di gestire le spese e di riscuotere le imposte, resta una grande sfida. Il settore finanziario è dominato dalle banche, mentre gli istituti finanziari non bancari svolgono un ruolo molto limitato. La solidità del settore bancario si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. Le tre banche principali, che costituiscono circa due terzi delle passività e attività totali, pongono in atto pratiche bancarie relativamente prudenti e sane. Tuttavia, la relazione dell'FMI sulla valutazione della stabilità del sistema finanziario, pubblicata nel dicembre del 2003, sottolinea che il sistema finanziario resta vulnerabile per via della debolezza dei sistemi di governo delle piccole banche e dei problemi di bilancio delle banche in generale, dimostrati dall'alta percentuale di prestiti in sofferenza (16% delle attività totali del portafoglio a metà 2003). Nel 2003 sei banche sono state assoggettate dalla Banca nazionale a vigilanza rafforzata, ma le ripercussioni sulla stabilità finanziaria dell'intero sistema sono state piuttosto limitate data la modesta dimensione di tali banche. La ex Repubblica iugoslava di Macedonia è stata il primo paese a firmare l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) con la Comunità nell'aprile 2001, e nel giugno 2001 è entrato in vigore l'accordo ad interim sul commercio e sulle questioni legate al commercio. Il processo di ratificazione dell'ASA è stato completato nel corso del 2003 e l'accordo entrerà in vigore il 1° aprile 2004. Il 4 aprile 2003 la ex Repubblica iugoslava di Macedonia è diventata il 146° membro dell'Organizzazione mondiale del commercio. Il paese ha già completato la rete di accordi di libero scambio con i paesi vicini, come raccomandato dal patto di stabilità. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria L'8 novembre 1999, il Consiglio ha deciso di concedere all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia una seconda assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 80 milioni di EUR (sino a 50 milioni di EUR a titolo di prestito e sino a 30 milioni di EUR a titolo di sovvenzione). Il 10 dicembre 2001 il Consiglio ha modificato questa decisione approvando un'estensione dell'assistenza sino alla fine del 2003 e aumentando la sovvenzione di 18 milioni di EUR (per una sovvenzione complessiva di 48 milioni di EUR su un aiuto totale di 98 milioni di EUR). Una prima quota dell'importo di 30 milioni di EUR (20 milioni di EUR a titolo di sovvenzione e 10 milioni di EUR a titolo di prestito) era stata già versata nel dicembre 2000/gennaio 2001. Nel gennaio 2002 una seconda quota di 22 milioni di EUR (di cui 10 milioni di EUR a titolo di sovvenzione) è stata versata, come misura eccezionale in base a un programma da attuare sotto il controllo dell'FMI, tenendo conto della difficile situazione politica ed economica del paese a seguito del conflitto etnico della primavera del 2001. Nel 2003 la Commissione ha completato l'erogazione dell'assistenza macrofinanziaria decisa nel 1999 ed estesa nel 2001, versando la terza e la quarta quota. La terza quota di 20 milioni di EUR (10 milioni di sovvenzione e 10 milioni di prestito) è stata versata nel maggio-giugno 2003, dopo l'approvazione del nuovo accordo di stand-by dell'FMI (cfr. supra). La quarta e ultima quota di 26 milioni di EUR (18 milioni di prestito e 8 milioni di sovvenzione) è stata versata nel dicembre 2003, a seguito: i) dell'adempimento delle condizioni di politica economica fissate nel memorandum d'intesa supplementare firmato tra la Comunità europea e le autorità della ex Repubblica iugoslava di Macedonia nel settembre del 2002; e ii) dell'accettazione, da parte della ex Repubblica iugoslava di Macedonia, di una serie di disposizioni (riguardanti le ispezioni, la prevenzione delle frodi, i controlli dei conti ed il recupero dei fondi in caso di frode o corruzione) intese a tenere conto degli obblighi previsti dal nuovo regolamento finanziario. Tra le condizioni cui era subordinato il versamento della quarta e ultima quota figurava la realizzazione di progressi nel campo delle riforme della pubblica amministrazione, della gestione della spesa pubblica e della riforma del bilancio, della ristrutturazione delle imprese e dello sviluppo del settore privato, come pure delle riforme nel settore finanziario. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi La liberalizzazione dei prezzi è pressoché completa, tranne per la maggior parte dei servizi pubblici e per vari prodotti, quali il petrolio e i suoi derivati. 2. Liberalizzazione degli scambi L'accordo ad interim sul commercio e sulle questioni connesse concluso con la UE, entrato in vigore nel giugno 2001 dopo la firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione, comporterà maggiore libertà di accesso al mercato per i prodotti UE e la graduale riduzione dei dazi doganali sui prodotti più importanti. Il 4 aprile 2003 la ex Repubblica iugoslava di Macedonia è diventata il 146° membro dell'OMC. Il paese ha completato la rete di accordi di libero scambio con i paesi vicini, come raccomandato dal patto di stabilità. 3. Regime valutario Dall'inizio del 1994 il denar era ancorato di fatto al DEM e dal 1° gennaio 2002 è ancorato all'euro. Dopo la svalutazione del luglio 1997, il cambio è di circa 61 denar per un euro. 4. Investimenti esteri diretti (IED) L'autorizzazione del governo resta necessaria per alcuni tipi di IED e l'assenza di un mercato fondiario ben funzionante è un ostacolo. Negli ultimi anni gli afflussi di IED sono stati irregolari e sono consistiti per lo più in poche grandi transazioni, scendendo a meno del 2% del PIL nel 2002 e 2003. 5. Politica monetaria Per legge la banca centrale è indipendente dal governo. Alla banca centrale è vietato concedere prestiti al governo, tranne per prestiti di un giorno non rinnovabili. La politica monetaria è orientata alla stabilità dei prezzi, che costituisce il principale obiettivo statutario. L'obiettivo intermedio della banca centrale è l'ancoraggio del tasso di cambio. 6. Finanze pubbliche L'IVA è stata introdotta dal governo nell'aprile 2000 e rappresenta una cospicua fonte di reddito. Nel 2003 le autorità hanno modificato la legge sul bilancio e la legge sugli appalti pubblici e hanno riunito i diversi conti degli utenti del bilancio in un unico conto presso il dipartimento del Tesoro, che è attualmente operativo. I controlli interni e i controlli dei conti posti in essere al Ministero delle finanze devono essere rafforzati ed estesi a tutta l'amministrazione pubblica. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese Il programma di privatizzazione che ha avuto inizio nel 1993 si è quasi concluso con la privatizzazione di circa 1700 piccole e medie imprese. Le imprese e le organizzazioni che svolgono attività di speciale interesse nazionale nonché i servizi pubblici e i servizi collettivi non fanno parte del programma. Nel 2001 l'operatore nazionale di telecomunicazioni è stato venduto alla società ungherese Matav. Nel 2003, la liquidazione di 40 grandi imprese in perdita, identificate nel Piano d'azione del 2000, è stata finalmente completata. 8. Riforma del settore finanziario La normativa del 2000 riguardante il settore bancario ha stabilito il quadro giuridico per il suo ammodernamento e rafforzamento. Il settore finanziario è dominato dalle banche, mentre gli istituti finanziari non bancari svolgono un ruolo molto limitato. Il settore bancario è in gran parte privatizzato ed estremamente concentrato, con tre delle principali banche che detengono circa due terzi delle attività e passività totali. VI. Georgia 1. Sintesi In Georgia la crescita economica non ha risentito dell'incertezza politica gravante sulle elezioni parlamentari, che ha portato infine alle dimissioni del presidente Shevardnadze nel novembre del 2003. Attestandosi all'8,6%, la crescita reale del PIL ha raggiunto il livello più elevato dal 1997 ad oggi. Tassi elevati di crescita sono stati registrati in diversi settori tra cui edilizia, agricoltura e industria manifatturiera. Il tasso medio di inflazione è sceso al 4,8%. A causa della forte domanda di importazioni derivante dalla costruzione dell'oleodotto di BTC, il disavanzo delle partite correnti si è deteriorato, salendo secondo le stime al 10%. Per quanto riguarda le riforme strutturali, vi sono stati alcuni sviluppi positivi nel 2003, soprattutto nel settore finanziario e nelle privatizzazioni, ma le principali sfide per il nuovo governo restano nel settore dell'energia, della gestione delle finanze pubbliche e della riforma della funzione pubblica. Per via degli scostamenti nelle politiche di bilancio, la Georgia non ha ripreso a beneficiare dei prestiti dell'FMI e nel settembre 2003 l'accordo di PRGF è stato sospeso. Il cambiamento di regime seguito alle proteste pubbliche di novembre ha creato un'opportunità per la ripresa delle relazioni con l'FMI ed attualmente sono in corso discussioni sulla conclusione di un nuovo accordo di PRGF. In queste circostanze, nel 2003 non è stata versata alcuna sovvenzione alla Georgia nel quadro dell'assistenza finanziaria eccezionale della CE. 2. Risultati macroeconomici Nel 2003 la crescita reale del PIL si è accelerata salendo all'8,6%, il tasso di crescita più elevato dal 1997, grazie soprattutto agli ottimi risultati registrati nei settori dell'edilizia e dell'agricoltura. La costruzione dell'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC) è iniziata sul territorio della Georgia in aprile e la costruzione continuerà fino al 2005. L'agricoltura è il settore principale dell'economia (20% del PIL) e nel 2003 le condizioni meteorologiche sono state favorevoli, il che ha contribuito ad una crescita del 10% della produzione agricola. Oltre all'agricoltura e all'edilizia, anche il settore minerario (alluminio, leghe, rame, oro e rottami metallici) e manifatturiero (vino, fertilizzanti, acqua minerale) hanno registrato forti tassi di crescita. Nel 2003 la produzione industriale è cresciuta del 10,6%. I tassi di disoccupazione ufficiali sono scesi lievemente durante l'anno raggiungendo una media dell'11,8% nei primi nove mesi. Gran parte dell'attività economica resta sommersa e il contrabbando è dilagante. Pertanto i robusti tassi di crescita registrati in diversi settori dell'economia non hanno determinato l'atteso incremento delle entrate fiscali. Al momento delle elezioni del novembre 2003 e nel periodo immediatamente successivo, prima dell'insediamento al potere del nuovo regime, l'esazione delle imposte, in particolare dell'IVA, si è pressoché arrestata. Inoltre la provincia autonoma di Adjara ha continuato a trattenere imposte riscosse sul suo territorio destinate al bilancio dell'amministrazione centrale. In base agli impegni, il disavanzo stimato per il 2003 è pari a circa il 3% del PIL (2% nel 2002), mentre in base alla contabilità di cassa il disavanzo è lievemente inferiore a quello del 2002 per via dell'accumulazione netta di arretrati di spesa. L'incertezza politica ha determinato difficoltà aggiuntive per la gestione di bilancio in novembre e in dicembre, ma i donatori hanno messo a disposizione del governo dei fondi per finanziare alcune necessità immediate. Il progetto di bilancio 2004, presentato al Parlamento nell'ottobre del 2003, è stato ritirato dal nuovo governo e verrà rivisto. I parametri del programma di bilancio verranno discussi con l'FMI all'inizio del 2004. La Banca nazionale della Georgia ha mantenuto una politica monetaria prudente. Le buone condizioni del settore agricolo hanno contribuito alla riduzione del tasso medio di inflazione dal 5,6% nel 2002 al 4,8% nel 2003. In novembre-dicembre, il tasso d'inflazione su base annua è salito tuttavia al 7%, soprattutto per via dell'incertezza politica seguita alle elezioni. Il lari è rimasto per lo più stabile nei confronti del dollaro USA (anche in novembre e dicembre), mentre si è deprezzato nei confronti dell'euro. In termini effettivi reali si stima che il lari si sia lievemente apprezzato nel 2003. Il disavanzo della bilancia delle partite correnti è cresciuto rapidamente nel 2003, salendo a circa il 10% del PIL (6% nel 2002), soprattutto per via dell'importazione di beni strumentali destinati alla costruzione dell'oleodotto BTC. Tali importazioni sono finanziate da investimenti esteri diretti negli oleodotti. Le riserve internazionali lorde della Banca nazionale di Georgia sono scese a circa 190 milioni di USD a fine 2003, il che è equivalente a 1,5 mesi di importazioni (escluse le importazioni collegate all'oleodotto). In dollari USA, il debito esterno della Georgia ha continuato a crescere nel 2003, raggiungendo circa 1,85 miliardi di USD, ma il rapporto debito nominale/PIL è sceso al 48%. La Georgia non ha potuto chiedere ai suoi creditori bilaterali del Club di Parigi la ristrutturazione delle scadenze di rimborso dei prestiti del 2003 come previsto nell'accordo del Club di Parigi del 2001, poiché l'accordo del paese con l'FMI è stato sospeso nel settembre del 2003. Pertanto, in attesa della ristrutturazione, la Georgia è tecnicamente inadempiente nel servizio del debito bilaterale, avendo accumulato circa 50 milioni di USD di arretrati sui rimborsi dovuti ai creditori del Club di Parigi nel 2003. 3. Riforme strutturali Nel giugno del 2003 il governo ha adottato il programma per lo sviluppo economico e la riduzione della povertà della Georgia, che è stato successivamente approvato dall'FMI e dalla Banca mondiale e adottato come base per futuri finanziamenti a condizioni agevolate. La preparazione del programma non è stata collegata con il processo di progettazione del bilancio e pertanto un quadro di spesa di medio termine deve essere tuttora messo a punto. Per agevolare l'attuazione dell'EDPRP, devono essere realizzati progressi nelle riforme in atto riguardanti la preparazione del bilancio e la gestione del Tesoro, sulla base della nuova legge sui sistemi di bilancio adottata nell'aprile del 2003. Dopo il cambio di regime intervenuto a seguito delle dimissioni del presidente Shevardnadze, il nuovo governo dovrebbe ora affrontare la questione dell'eventuale perfezionamento dell'EDPRP. Il Parlamento ha approvato nell'agosto del 2003 un nuovo codice fiscale, che prevede tra l'altro un netto aumento della soglia IVA, l'introduzione di un'imposta sulle piccole imprese e l'eliminazione di alcune tasse poco razionali. L'impatto immediato di queste riforme sul gettito fiscale complessivo dovrebbe essere neutro. Anche il sistema dei rimborsi IVA è stato riesaminato di recente. Vari gruppi di interesse continuano a beneficiare di numerose esenzioni dalle imposte sul reddito delle società e dall'IVA. Inoltre, la lotta all'evasione fiscale su larga scala per quanto riguarda le accise sui carburanti e i dazi sulle importazioni potrebbe apportare entrate consistenti al bilancio. Nel 2003 sono stati realizzati alcuni progressi nella privatizzazione delle grandi imprese, in particolare dell'impianto chimico di Azot e dell'impianto Zestafoni Ferro Alloys. Sono state rilasciate concessioni per alcune parti del Porto di Poti e sono stati dati in appalto contratti di gestione nel settore dell'industria aeronautica, della trasmissione e invio di elettricità nonché della distribuzione di elettricità (la United Distribution Company). Il ruolo più ampio svolto attualmente dagli operatori privati nel settore dell'elettricità non ha ancora avuto alcun riscontro nei tassi di riscossione dei canoni, che sono rimasti a circa il 70% nella capitale e nettamente al di sotto in altre regioni. Per migliorare la gestione delle imprese statali è stata costituita un'Agenzia per la gestione delle imprese sotto l'egida del Ministero dell'economia. D'accordo con l'FMI, il governo ha lanciato un ampio programma di controlli dei conti in tre importanti imprese statali, ma tali controlli non sono ancora obbligatori per tutte le imprese statali. La Banca nazionale della Georgia ha compiuto progressi nel rafforzamento della regolamentazione e della vigilanza bancaria, tra l'altro tramite l'adozione, nel 2003, di un nuovo quadro analitico per la liquidazione delle banche insolventi e tramite la fissazione di criteri di idoneità e competenza per i manager e i proprietari delle banche. La legge antiriciclaggio adottata nel 2003 non è stata ritenuta pienamente in linea con gli standard internazionali. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Dopo una visita del personale della Commissione a Tbilisi nel dicembre del 2002, un accordo ad referendum è stato concluso con le autorità georgiane sul pagamento della quarta quota di sovvenzione nel quadro dell'assistenza finanziaria eccezionale della CE, per un importo pari a 6,5 milioni di EUR. Tuttavia i servizi della Commissione hanno subordinato il pagamento al buon esito della terza verifica da parte del consiglio di amministrazione dell'FMI nel quadro dell'accordo triennale di PRGF della Georgia. La Georgia ha dovuto affrontare difficoltà crescenti per soddisfare le condizioni previste nel quadro del programma di PRGF nella prima metà del 2003, soprattutto per via di scostamenti significativi nella politica di bilancio. A settembre 2003 era apparso chiaro che le autorità non erano in grado di ottenere il sostegno del Parlamento per una revisione del bilancio del 2003 che avrebbe appianato il disavanzo emergente. Di conseguenza l'FMI non ha completato la terza verifica nel quadro dell'accordo PRGF e l'accordo triennale è scaduto nel gennaio del 2004. In queste circostanze, nel 2003 non è stata versata alcuna sovvenzione alla Georgia nel quadro dell'assistenza finanziaria eccezionale della CE. Il cambiamento di regime intervenuto a seguito delle elezioni parlamentari del novembre 2003 e delle dimissioni del presidente Shevardnadze ha creato un'opportunità per riprendere le relazioni con l'FMI ed il nuovo governo georgiano è impegnato in discussioni per la conclusione di un nuovo accordo nel quadro della PRGF. L'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità alla Georgia potrà essere ripresa solo dopo che il consiglio di amministrazione dell'FMI avrà approvato un nuovo accordo di finanziamento. L'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità europea è stata messa a disposizione della Georgia sotto forma di un prestito di 110 milioni di EUR (versato nel luglio del 1998) e di una sovvenzione di 65 milioni di EUR da versare in diverse quote. A causa della discontinuità dei progressi nell'adempimento delle condizioni per il versamento delle diverse quote, nel quadro dell'assistenza per il periodo 1998-2003 sono state erogate solo tre quote, per un importo totale di 25 milioni di EUR. Tramite rimborsi anticipati di prestiti, la Georgia ha ridotto l'importo del suo debito nei confronti della Comunità, a fine 2003, a 92 milioni di EUR (immutato da fine 2002). SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi Non vi sono più prezzi regolamentati, tranne nel settore dei servizi pubblici. I prezzi regolamentati sono pari a circa il 3% dell'IPC. 2. Liberalizzazione degli scambi Politica commerciale liberale. La Georgia è membro dell'OMC dal giugno 2002. Sulla base dei margini consentiti al momento dell'adesione all'OMC, la Georgia ha accresciuto il numero di fasce tariffarie e la tariffa massima, il che ha determinato l'aumento della tariffa media ponderata a circa l'11,3%. Gli ostacoli non tariffari sono consentiti solo per ragioni ambientali, sanitarie e di sicurezza. 3. Regime valutario Il tasso di cambio del lari è fluttuante. Interventi ufficiali limitati. Per le valute estere è dominante il mercato interbancario. Nessuna restrizione all'esecuzione dei pagamenti e dei bonifici per le operazioni internazionali correnti, conformemente all'articolo VIII dello statuto dell'FMI. 4. Investimenti esteri diretti Nel complesso, la normativa è adeguata. Nessun limite al rimpatrio di capitali e di profitti. Gli afflussi di IED sono stati pari al 3,9% del PIL nel 2002. 5. Politica monetaria La cauta politica monetaria ha contribuito a stabilizzare il tasso d'inflazione ad un livello basso. Resta considerevole il predominio del dollaro nell'economia (oltre l'80% degli attivi e prestiti bancari sono in valuta estera). 6. Finanze pubbliche Le entrate complessive (sovvenzioni incluse) vengono stimate a circa il 15,6% del PIL nel 2003, il gettito fiscale a circa il 14,4% del PIL, mentre le spese totali e l'indebitamento netto sono pari al 18,4% del PIL. Alcuni miglioramenti al sistema di bilancio sono in via di introduzione dopo che la nuova legge sul sistema di bilancio è stata adottata nell'aprile del 2003 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2004 (tuttavia non si tratta ancora di una legge organica). 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese La privatizzazione delle piccole e medie imprese è pressoché conclusa. Dopo una battuta d'arresto, nel 2003 sono stati compiuti alcuni progressi nella privatizzazione delle grandi imprese statali. Il ministero per la gestione dei beni dello Stato è stato soppresso nel 2003 e la nuova divisione dei compiti tra il Ministero dell'economia e la nuova Agenzia per la gestione delle imprese dovrebbe accelerare la ristrutturazione delle imprese statali restanti. 8. Riforma del settore finanziario Negli ultimi anni sono stati adottati vari provvedimenti per rafforzare la normativa e la vigilanza nel settore bancario. Attualmente le banche operative sono 25. Viene incoraggiata una maggiore concentrazione nel settore tramite il graduale incremento dei requisiti patrimoniali fino ad un importo equivalente a 5 milioni di EUR. VII. Moldova 1. Sintesi La ripresa iniziata nel 2000 è continuata nel 2003, quando la crescita annuale del PIL ha raggiunto il 6,3%, nonostante un forte calo della produzione di un settore importante come quello agricolo, dovuto alle cattive condizioni climatiche (-14,1% su base annua). Il rialzo delle esportazioni e la consistenza delle rimesse dei moldovi che lavorano all'estero continuano a trainare la crescita economica. La domanda interna è forte e continua la ripresa della produzione industriale. Sebbene le esportazioni siano cresciute sensibilmente, l'avanzata delle importazioni è stata addirittura più pronunciata, cosicché l'ampio disavanzo commerciale della Moldova si è ulteriormente accentuato. Di conseguenza, anche il disavanzo delle partite correnti è cresciuto, raggiungendo circa l'8% del PIL. L'inflazione ha registrato un'impennata a seguito della forte crescita della massa monetaria: l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto nel 2003 del 15,7%, a fronte del 4,4% nel 2002. Nel 2003 la politica di bilancio è rimasta rigorosa, ma i piani per il 2004 indicano un allentamento della disciplina; di conseguenza potrebbe emergere un disavanzo, in quanto le previsioni di bilancio appaiono ottimistiche. Sebbene grazie alle ristrutturazioni e alle cancellazioni del debito nel 2002 il rapporto debito pubblico/PIL sia sceso in modo significativo fino a circa il 52%, l'onere del servizio del debito resta elevato (gli interessi dovuti assorbirebbero oltre un terzo delle entrate dell'amministrazione centrale). Pertanto la dipendenza dai flussi di capitali provenienti da creditori multilaterali e bilaterali dovrebbe restare elevata nel medio termine. Nel 2003 la Moldova ha continuato ad accumulare pagamenti scaduti, soprattutto nei confronti del fornitore di gas russo Gazprom e della stessa Russia. Nel 2003 la Moldova ha tentato invano di ottenere una ristrutturazione del debito dal Club di Parigi. Dopo una partenza promettente all'inizio degli anni '90, le riforme strutturali si sono rallentate. La trasformazione in un'economia di mercato è lungi dall'essere compiuta. Mentre la riforma fondiaria ha registrato progressi, la privatizzazione dei settori economici fondamentali dell'economia ha segnato il passo (secondo le stime della BERS il 50% dell'economia è tuttora controllato dallo Stato). Le privatizzazioni sono notevolmente complicate dal fatto che le condizioni non sono favorevoli alle imprese e dalle interferenze eccessive dello Stato. La Moldova non ha ricevuto assistenza macrofinanziaria CE nel 2003. È stato impossibile avviare i versamenti della sovvenzione di 15 milioni di EUR approvata nel dicembre 2002 in assenza di un accordo di finanziamento operativo con l'FMI. 2. Risultati macroeconomici La ripresa economica della Moldova, iniziata l'anno scorso, è continuata anche nel 2003, con un PIL in ascesa del 6,3% su base annua in termini reali. La forte crescita industriale (+14% su base annuale) continua a dare impulso all'espansione, sostenuta da una ininterrotta domanda dalla Russia e dall'Ucraina e da una domanda interna in aumento. Dopo una decelerazione nel 2002, quando la crescita dell'indice dei prezzi al consumo (IPC) è scesa al 5% in media annuale, nel 2003 è stata registrata una forte ripresa dell'inflazione; l'IPC è cresciuto del 12% in media annuale, soprattutto per via della rapida crescita della massa monetaria determinata da acquisti di valuta estera per lo più non sterilizzati. La Banca nazionale della Moldova ha indicato che avrebbe perseguito una politica monetaria più rigorosa, giacché l'incremento dei tassi entrato in vigore nel 2003 si è rivelato insufficiente per impedire il rafforzamento delle pressioni inflazionistiche. Date le forti restrizioni al finanziamento tramite disavanzo, il saldo di cassa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un avanzo pari allo 0,5% del PIL nei primi tre trimestri del 2003; tuttavia questo risultato è stato ottenuto non solo grazie al forte gettito dell'IVA e dei dazi doganali ma anche e soprattutto all'accumulo di arretrati sui pagamenti esteri per un importo pari allo 0,6% del PIL. Nonostante gli aumenti dei salari nel settore pubblico, dal bilancio statale preventivo per il 2004 risulta un rapporto spesa/PIL immutato, mentre i tagli delle imposte determineranno un calo del rapporto entrate/PIL. Di conseguenza le prospettive per il 2004 prefigurano un disavanzo di cassa pari a circa ¾% del PIL, il che indica un peggioramento della posizione di bilancio di oltre l'1% del PIL. Secondo l'FMI, le attuali politiche di bilancio potrebbero determinare l'accumulazione di altri arretrati (il disavanzo di "cash flow", pagamenti arretrati esclusi, potrebbe raggiungere il 2% del PIL). Il debito pubblico esterno complessivo della Moldova è pari attualmente a circa il 52% del PIL (per quanto lo stock di debito esterno non garantito dallo Stato sia molto più elevato). Si tratta di un livello nettamente inferiore a quello del 1999, che riflette una serie di ristrutturazioni che hanno ridotto il valore del debito insoluto. Ciononostante il servizio del debito resta un compito difficile e impegnativo: nel 2003 i pagamenti in scadenza sono ammontati ad oltre il 36% delle entrate dell'amministrazione centrale. La Moldova non ha ripreso i pagamenti al fornitore di gas russo Gazprom, sospesi nel 2001, o ad alcuni altri creditori bilaterali, sospesi dopo l'agosto del 2003; nei primi tre trimestri del 2003, ha accumulato nuovi arretrati sui pagamenti esteri pari all'1,3% del PIL. Dato il basso livello delle riserve valutarie (meno di due mesi di importazioni) e l'elevato disavanzo strutturale della bilancia delle partite correnti, che è in crescita e nel 2003 è stato pari all'8% del PIL, il paese dovrebbe continuare a dipendere dal sostegno aggiuntivo delle istituzioni finanziarie internazionali e dei donatori bilaterali. In effetti i consistenti trasferimenti ufficiali (principalmente aiuti tecnici e assistenza umanitaria) e il livello elevato delle rimesse dall'estero possono mitigare solo parzialmente il forte disavanzo commerciale strutturale nel settore delle merci. 3. Riforme strutturali Sebbene la Moldova sia partita bene con le riforme strutturali all'inizio degli anni '90 (il che consentì in particolare una rapida adesione all'OMC), il successivo rallentamento degli sforzi in questo ambito ed una carente applicazione delle leggi hanno determinato un quadro ampiamente deleterio per le imprese. La corruzione e un quadro normativo generalmente insoddisfacente pongono notevoli ostacoli alla crescita nel settore privato; inoltre il governo continua a detenere la proprietà o il controllo di gran parte dell'economia (il 50% in base alla relazione sulla transizione della BERS del 2003). Nel 2002 il piano di privatizzazione del governo riguardava 450 imprese; 22 tra le maggiori imprese sono in via di privatizzazione individuale (due aziende di distribuzione dell'elettricità, Moldtelecom, il monopolio del tabacco, otto imprese vinicole e alcuni impianti industriali); tuttavia i proventi delle privatizzazioni sono stati deludenti e sono rimasti nettamente al di sotto delle aspettative. Deloitte & Touche, in qualità di consulente del governo per la privatizzazione delle aziende di distribuzione dell'elettricità, ha raccomandato di rimandare il processo di privatizzazione a causa delle sfavorevoli condizioni del mercato, mentre la privatizzazione del settore del tabacco è stata rinviata fino alla liberalizzazione dell'industria. Sino a ora, la più grande operazione di privatizzazione è stata, nel 1998, la vendita di metà della rete di distribuzione di energia elettrica del paese all'impresa spagnola Union Fenosa, con il sostegno della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Tuttavia, a seguito di disaccordi con il governo sulle tariffe elettriche, l'investitore spagnolo ha dichiarato che il governo e la comunità imprenditoriale hanno tentato di impedire la sua attività. Questa situazione ha scoraggiato gli investimenti esteri privati, come dimostrato dal calo dell'afflusso di IED. Nel complesso, i principali investitori della Moldova restano organismi pubblici come la BERS e il Fondo occidentale per le imprese dei nuovi Stati occidentali indipendenti (WNISEF) sostenuto dagli americani, che è spesso chiamato a sostituire gli investitori occidentali privati che abbandonano l'attività. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Negli anni '90 la Comunità europea ha concesso alla Moldova due pacchetti di assistenza macrofinanziaria dell'importo di 45 milioni di EUR e di 15 milioni di EUR. La Moldova ha, fino ad ora, onorato scrupolosamente i propri obblighi finanziari nei confronti della Comunità. Il 19 dicembre 2002 il Consiglio ha adottato una decisione intesa a concedere alla Moldova una nuova assistenza macrofinanziaria. Questa nuova assistenza, sotto forma di sovvenzione per un importo pari a 15 milioni di EUR, ha sostituito e cancellato il prestito di importo equivalente approvato dal Consiglio nel 2000 e mai erogato per via dell'assenza di un accordo di finanziamento operativo con l'FMI. Nel marzo del 2003 i servizi della Commissione hanno compiuto una missione a Chisinau per discutere delle condizioni cui subordinare il pagamento della prima quota della sovvenzione. Tuttavia non è stato possibile completare queste discussioni nel 2003 sempre per via dell'assenza di un accordo di finanziamento operativo con l'FMI. La PRGF triennale per la Moldova approvata dal consiglio di amministrazione dell'FMI nel dicembre del 2000 è stata sospesa all'inizio del 2003. Il programma è giunto infine a scadenza nel dicembre del 2003, a causa della lentezza di attuazione - ed in alcuni casi addirittura della cancellazione - delle riforme strutturali concordate. Nel contempo l'attuazione degli obiettivi macroeconomici del programma supportato dalla PRGF è stata ampiamente soddisfacente. Sempre per via degli scarsi risultati nell'attuazione delle riforme strutturali, la maggior parte del credito per l'aggiustamento strutturale della Banca mondiale (SAC III) scaduto nel settembre del 2003 non è stata versata. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi I prezzi sono stati in gran parte liberalizzati. 2. Liberalizzazione degli scambi La politica commerciale internazionale è relativamente liberale sulla carta, ma permangono alcune restrizioni formali o informali su alcune merci importanti (in particolare semi di girasole e rottami metallici). La Moldova è divenuta membro dell'OMC nel giugno 2000. 3. Regime valutario Il lei è convertibile per operazioni di partite correnti. Il tasso di cambio è fluttuante. 4. Investimenti esteri diretti Nessun limite al rimpatrio di capitale e di profitti. È consentito detenere conti bancari in valuta estera. La normativa generale è adeguata, ma la sua applicazione, spesso problematica, non crea condizioni favorevoli per le imprese. È stata registrata la tendenza ad aumentare l'interferenza dell'amministrazione nei confronti degli investitori esteri, soprattutto nel settore dell'energia. Gli IED sono in calo. 5. Politica monetaria La forte crescita della massa monetaria, determinata soprattutto dall'accumulazione di riserve di valuta estera non sterilizzata, ha determinato un'impennata dell'inflazione. Finora gli aumenti dei tassi non sono riusciti a rallentare l'inflazione. La Banca nazionale ha indicato che perseguirà una politica più restrittiva. 6. Finanze pubbliche Il governo sta tentando di aumentare le entrate e di rafforzare la disciplina di bilancio. L'esazione delle imposte e dei dazi è migliorata, sebbene sia ancora prioritario attuare una riforma dei dazi doganali. Nel 2003 è stato registrato un piccolo attivo nel bilancio di cassa, dovuto però soprattutto all'accumulazione di arretrati. Le autorità prevedono un disavanzo di cassa pari allo 0,7% del PIL nel 2004. Tuttavia i progetti di bilancio appaiono ottimisti e potrebbe emergere un disavanzo pari fino al 2% del PIL (rimborsi arretrati esclusi). Il debito pubblico esterno ammonta a circa il 52% del PIL; nel 2004 il servizio del debito assorbirebbe oltre un terzo delle entrate dell'amministrazione centrale. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese Le riforme strutturali hanno registrato un rallentamento. La trasformazione in un'economia di mercato è lungi dall'essere compiuta. La privatizzazione dei principali settori economici ha subito ritardi ed è frenata da un difficile clima di mercato. 8. Riforma del settore finanziario Il settore finanziario è in condizioni relativamente buone; tuttavia un suo ulteriore rafforzamento è di vitale importanza per mobilitare i risparmi e promuovere gli investimenti. Per quanto la quota dei prestiti in sofferenza sia in calo, data la rapida crescita del credito, si dovrà continuare a fare attenzione per impedire un degrado della situazione. VIII. Romania 1. Sintesi Le tendenze macroeconomiche sono rimaste favorevoli nel 2003, con una crescita sostenuta degli investimenti e dei consumi delle famiglie accompagnata da un'ulteriore disinflazione. Tuttavia il disavanzo delle partite correnti si è notevolmente ampliato per via di un'impennata delle importazioni di merci e ha spinto le autorità ad annunciare una politica più restrittiva ed un attento controllo degli sviluppi esterni per il 2004. Il dosaggio delle politiche macroeconomiche, consistente in una politica di bilancio piuttosto prudente e in una politica monetaria mirante alla disinflazione, fermo restando l'obiettivo di preservare la competitività esterna, ha sostenuto questi trend positivi globali e ha contribuito positivamente ad un'ulteriore disinflazione. Quanto all'attuazione delle riforme strutturali, sono stati realizzati progressi in una serie di settori, in particolare nella privatizzazione delle imprese statali, nel controllo dei salari dei dipendenti pubblici e negli aggiustamenti del livello e della struttura dei prezzi nel settore dell'energia. Il rafforzamento della disciplina finanziaria delle imprese resta una questione chiave irrisolta e si dovrebbero adottare misure per affrontare alla radice le cause dei persistenti arretrati di pagamento accumulati dalle imprese nei confronti del bilancio e dei servizi pubblici. Inoltre, nonostante varie iniziative volte a migliorare le condizioni in cui operano le imprese, si deve rafforzare notevolmente l'efficienza dell'amministrazione pubblica e della funzione giudiziaria, per creare condizioni uniformi di concorrenza ed eliminare gli ostacoli all'entrata e all'uscita dal mercato. La Romania potrà essere considerata un'economia di mercato funzionante se continuerà con decisione lungo la via intrapresa. È inoltre necessario attuare con vigore il programma di riforme strutturali affinché la Romania possa far fronte nel breve termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Nel gennaio 2002, con la decisione 99/732/CE, il Consiglio dell'UE ha accettato in linea di principio di mettere a disposizione della Romania 100 milioni di EUR, ripartiti in due quote, a condizione che l'ASB vigente venisse attuato in maniera soddisfacente e si compissero progressi adeguati nel processo di aggiustamento strutturale del paese. Nella prima metà del 2003 la Romania ha adempito alle condizioni per il versamento della prima sottoquota di 50 milioni di EUR, avvenuto il 17 luglio del 2003. 2. Risultati macroeconomici Dal 2001 la Romania registra una ripresa economica sostenuta, caratterizzata da una crescita economica robusta, da un netto calo dell'inflazione e da una maggiore apertura e concorrenza nell'economia. Tenuto conto della situazione turbolenta in cui versava la Romania nella seconda metà degli anni '90, contrassegnata dall'impossibilità di stabilizzare l'economia, da una recessione transitoria protratta e da un atteggiamento tiepido nei confronti della liberalizzazione dei prezzi e dei mercati, si tratta di un risultato importante. Nonostante il rallentamento registrato nella UE, la ripresa economica ormai quadriennale ha resistito in Romania anche nel 2003 e la crescita è rimasta robusta. In base ai dati preliminari, la crescita reale del PIL nel 2003 si è attestata al 4,8%. Tuttavia essa è diventata sempre meno equilibrata ed è stata trainata soltanto dalla domanda interna. In particolare i consumi delle famiglie sono cresciuti bruscamente a seguito dell'incremento del credito al consumo e della forte crescita dei salari. D'altro canto il consumo statale ha registrato solo una leggera espansione. Se si considerano inoltre la crescita sostenuta del gettito fiscale ed i maggiori risparmi sui pagamenti di interessi, il disavanzo di bilancio del 2003 è risultato persino lievemente inferiore all'obiettivo fissato. Gli investimenti del settore privato hanno continuato a salire rapidamente, il che indica che è in corso la sostituzione dello stock di capitale della Romania, e hanno determinato anche una forte crescita delle importazioni. Nel contempo la crescita delle esportazioni ha registrato una decelerazione nel corso del 2003 ed è apparsa considerevolmente meno vigorosa rispetto agli ottimi risultati registrati in questo settore dal 2000 in poi. Il risultato è stato che nel 2003 la produzione industriale è cresciuta ad un ritmo nettamente inferiore rispetto agli anni precedenti. Ne è seguito un significativo deterioramento della bilancia commerciale, giacché le esportazioni nette, dopo aver contribuito positivamente alla crescita nel 2002, sono diventate ampiamente negative durante il 2003. Il disavanzo della bilancia delle partite correnti si è ampliato notevolmente nel corso del 2003, lievitando a quasi il 6% del PIL. Pur non trattandosi di un problema strutturale, il disavanzo delle partite correnti deve essere monitorato con attenzione. Il dosaggio delle politiche consiste in una politica di bilancio piuttosto prudente ed una politica monetaria mirante alla disinflazione, che preservi nel contempo la competitività esterna, e resta appropriato per quanto possano essere giustificati degli aggiustamenti alla luce degli sviluppi esterni. Per il 2004 è stata annunciata una politica di bilancio più restrittiva di quella prevista in origine e entro il 1° febbraio sono state attuate misure nel sistema bancario volte a limitare la crescita del credito ad un livello compatibile con la necessità di mantenere il disavanzo delle partite correnti a livelli sostenibili. Nel 2003 l'inflazione ha continuato a scendere. Il tasso medio dell'inflazione dei prezzi al consumo è stato pari al 15,3%. Entro dicembre, il tasso su base annua è sceso al 14,1% nonostante gli aumenti dei prezzi dell'energia verificatisi nel corso dell'anno, il che ha consentito che l'obiettivo del governo per l'anno venisse raggiunto. Dopo essersi accelerato nel primo semestre dell'anno a seguito di un forte aumento del salario minimo, il ritmo della crescita reale dei salari è stato più moderato nella seconda parte dell'anno; l'aumento medio reale dei salari è stato pertanto prossimo al 9% nel 2003. Il tasso di disoccupazione (tasso armonizzato basato sull'indagine sulla forza lavoro) si è attestato a circa il 6,6% nel 2003; esso si mantiene piuttosto stabile attorno al 7% dal 1999. La disoccupazione ufficiale ha registrato una media del 7,6% nel 2003 ed è in calo dal 1999. Tuttavia i cambiamenti metodologici e la ridefinizione dei criteri di ammissibilità ai sussidi limitano la comparabilità nel tempo di entrambe le misure. Il tasso di disoccupazione apparentemente basso può essere però dovuto alla necessità di un ulteriore rafforzamento della ristrutturazione economica. Nel 2003 gli afflussi di investimenti esteri diretti (IED) hanno superato 1 miliardo di EUR, facendo registrare un modesto incremento rispetto agli anni precedenti. Tuttavia questo miglioramento non è stato sufficiente a controbilanciare il deterioramento della bilancia delle partite correnti. Finora la Romania non ha ancora registrato alcun aumento rilevante degli IED e il 2003 non ha comportato alcuna modifica sotto questo profilo. Dal 1999 l'afflusso netto annuale di IED è sempre rimasto attorno al 2,5% del PIL e, in termini di afflusso di IED pro capite, la Romania è agli ultimi posti rispetto alle economie in transizione più avanzate. Il livello sostenuto della crescita, il miglioramento dei dati di stabilità macroeconomica ed i progressi nel funzionamento dei meccanismi di mercato rendono probabile il futuro aumento dell'afflusso di IED. A causa della forte domanda nel mercato FOREX e degli sforzi della Banca centrale per limitare la pressione al ribasso sul lei rumeno, le riserve internazionali ufficiali della Romania si sono stabilizzate verso la fine del 2003. Tuttavia sono rimaste ad un livello soddisfacente, corrispondente a 3,7 mesi di importazioni di beni e servizi. Inoltre, come conseguenza dell'andamento macroeconomico per lo più positivo, le condizioni dei finanziamenti esterni stanno migliorando. Il rafforzamento della crescita, il miglioramento delle prospettive di riforma e la continuazione della collaborazione con l'FMI hanno consentito alla Romania di soddisfare il proprio fabbisogno di finanziamenti esterni nel 2003. Il rating del debito estero della Romania, sia quello in valuta nazionale che quello in valuta estera, è stato aumentato da diverse agenzie nel dicembre del 2003. Il debito estero è cresciuto ulteriormente nel 2003, ma il rapporto debito/PIL si è mantenuto ad un livello piuttosto basso, stimato al 20,5% del PIL a fine 2003. Gran parte dei progressi degli ultimi anni sono da attribuirsi al rinnovato impegno della Romania per ottenere una stabilizzazione macroeconomica durevole dell'economia e ad avanzare sulla via delle riforme economiche. Questo impegno è stato contestuale al processo di negoziazione dell'adesione della Romania alla UE e di adempimento dei criteri economici di Copenaghen nonché agli accordi con le istituzioni finanziarie internazionali. Nell'ottobre del 2003 la Romania ha superato con successo, per la prima volta nel periodo post-comunista, la verifica finale di un accordo con l'FMI. 3. Riforme strutturali Nel 2003 la Romania ha registrato progressi considerevoli nelle privatizzazioni; queste ultime, imponendo vincoli di bilancio rigidi e esponendo le imprese ai meccanismi di mercato, hanno rafforzato i meccanismi di uscita dal mercato, potenziando così la concorrenza. Nel quadro dell'amministrazione dell'agenzia per le privatizzazioni APAPS, le privatizzazioni hanno registrato passi avanti nel settore industriale, con la vendita della maggioranza delle grandi imprese statali. I preparativi per le dismissioni nel settore dei servizi di pubblica utilità sono andati oltre la prima fase, sebbene più lentamente di quanto previsto in origine. Sono stati effettuati licenziamenti in alcune delle principali imprese statali al fine di migliorarne i risultati economici e le prospettive di privatizzazione. Gli incentivi per un'allocazione più efficace delle risorse sono stati rafforzati grazie all'impegno a rafforzare la disciplina finanziaria delle imprese e a migliorare il quadro istituzionale adattandolo ad un'economia di mercato. L'accumulazione degli arretrati resta tuttavia uno dei principali problemi irrisolti dell'economia rumena. Nel corso del 2002 e del 2003, i debiti nei confronti del bilancio e delle imprese pubbliche di distribuzione di energia hanno continuato ad accumularsi. Nel caso di alcune imprese statali, che sono state oggetto di monitoraggio, lo stock degli arretrati da versare alle amministrazioni pubbliche è salito dal 4% del PIL a fine 2001 al 4,5% a fine 2002 e ha continuato a crescere nel primo semestre del 2003. Questo incremento degli arretrati si è verificato nonostante vari accordi di ristrutturazione e cancellazione del debito adottati nel contesto della ristrutturazione e privatizzazione delle imprese. Il funzionamento del settore dell'energia rappresenta un problema particolare a livello sia macro che microeconomico. Nonostante i passi avanti realizzati, i progressi nel settore della riforma dell'energia sono stati incostanti. La privatizzazione è rallentata da questioni complesse quali l'ampio stock di arretrati delle imprese, il sistema di fissazione dei prezzi e la valutazione delle spese ambientali passate. Nel settore delle imprese, sono persistite le difficoltà nell'imporre una disciplina di pagamento agli utenti finali dell'energia e gli arretrati si sono accumulati a tutti i livelli. Inoltre, per un nucleo duro di imprese statali, i pagamenti delle fatture di energia hanno continuato ad essere effettuati con fondi del bilancio in attesa della privatizzazione. Nel settore residenziale, i ¾ delle famiglie che utilizzano il riscaldamento urbano spendono oltre il 10% del loro reddito per le bollette del riscaldamento e, sebbene i trasferimenti alle famiglie a basso reddito siano elevati, molte famiglie decidono di non pagarle. Tuttavia di recente sono state adottate misure per stabilire una strategia di medio termine credibile per il settore. Le autorità hanno fatto rispettare con maggiore forza gli obblighi di pagamento e hanno iniziato ad interrompere la fornitura agli insolventi cronici, il che ha determinato un miglioramento dei tassi di riscossione. Inoltre è stato gradualmente rafforzato l'aggiustamento delle tariffe dell'energia, in modo da assicurare la copertura dei costi ed incorporare un margine sufficiente per finanziare gli investimenti di lungo termine. Sono state messe a punto nuove metodologie per la fissazione dei prezzi, che dovrebbero essere applicate a partire dal 2005. I preparativi per le previste vendite delle imprese pubbliche per la distribuzione di energia sono proseguiti, seppure più lentamente di quanto previsto in origine. Sono in corso negoziati per la privatizzazione di due società di distribuzione di elettricità nonché delle due principali aziende di distribuzione di gas. In aggiunta le autorità hanno avviato il processo di privatizzazione per altre due società di distribuzione di elettricità. Sono state ricevute lettere di manifestazione di interesse per la società petrolifera nazionale. Sono iniziati i preparativi per la vendita di impianti di produzione di energia termica e idroelettrica. La ristrutturazione delle società in preparazione della privatizzazione facilita altresì l'apertura del mercato dell'energia alla concorrenza. Sono state adottate misure preliminari quali la separazione della produzione, della distribuzione e dei trasporti ed il governo ha annunciato l'apertura del 40% del mercato del gas e dell'elettricità a partire dal 2004. Dopo molti ritardi la Romania ha compiuto notevoli progressi al fine di porre il sistema bancario su basi più solide ed il settore finanziario appare oggi in generale sufficientemente capitalizzato, liquido e sorvegliato. Nel 2003 i coefficienti di adeguatezza patrimoniale sono rimasti nettamente al di sopra del 20%, mentre i prestiti in sofferenza sono ammontati a meno del 10% dei prestiti totali. Tuttavia lo spread tra i tassi di interesse per i prestiti e i depositi resta compreso tra il 10 e il 15%, il che indica che l'intermediazione finanziaria ha un costo notevole e la competitività del settore è limitata. Permangono, tuttavia, vari elementi critici. Nel 2003, i tassi di crescita dei prestiti alle imprese e alle famiglie sono stati a due cifre. In particolare si sono impennati i prestiti delle banche ai consumatori, destinati in particolare all'acquisto di autoveicoli e immobili. La recente forte crescita del credito rischia di rendere inefficaci i miglioramenti richiesti per quanto riguarda l'intermediazione nonché il quadro di regolamentazione e vigilanza. In parte per minimizzare i rischi prudenziali e macroeconomici derivanti dal boom dei prestiti, la Banca nazionale di Romania ha innalzato diverse volte i tassi di riferimento di recente, portandoli al 21,25% nel febbraio del 2004, a fronte del 17,4% nell'aprile del 2003, quando la banca per la prima volta ha invertito la propria politica di riduzione progressiva dei tassi. Dopo che varie gare non avevano avuto alcun esito, nel settembre del 2003 il governo è riuscito a vendere un quarto della principale banca del paese (la BCR) alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e alla International Finance Corporation (IFC). Con questa vendita la partecipazione statale nella BCR è scesa al di sotto del 50%. Giacché la BCR detiene da sola circa un terzo delle attività bancarie totali della Romania, il proseguimento della sua privatizzazione e ristrutturazione devono essere considerate essenziali per accrescere la dinamica dei mercati finanziari. Il settore finanziario non bancario è tuttora in fase embrionale. Tuttavia le autorità hanno preparato il quadro legislativo per l'introduzione di un sistema pensionistico basato su tre pilastri, che nel tempo potrebbe accrescere la profondità dei mercati finanziari e sviluppare ulteriormente il settore assicurativo. Gli elementi principali della prevista riforma pensionistica sono la creazione di un regime obbligatorio del tipo secondo pilastro al quale contribuiscono sia i datori di lavoro che i dipendenti e di un regime professionale o aziendale complementare del tipo terzo pilastro. La riforma è intesa ad alleviare nel tempo gli oneri gravanti sul primo pilastro, il quale dispone di finanziamenti insufficienti. La riforma verrà inserita in un piano d'azione triennale, sostenuto dalla Banca mondiale, e dovrebbe essere attuata pienamente entro il 2007. L'attività delle imprese e gli investimenti hanno continuato ad essere ostacolati dalla mancanza di efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario. La complessità delle procedure amministrative continua a rendere difficoltoso entrare e uscire dal mercato. Gli sforzi intesi a rendere più allettanti gli investimenti sono stati tuttavia intensificati nel 2003. Nel tentativo di ridurre le formalità burocratiche, le autorità hanno istituito uffici in cui sia possibile sia registrare che autorizzare le imprese e hanno introdotto una procedura di tacita approvazione per l'emissione e il rinnovo della grande maggioranza delle autorizzazioni emesse dalla pubblica amministrazione. Sono state tra l'altro apportate modifiche al diritto fallimentare, il che ha già determinato un aumento sia del numero di fallimenti che del loro tasso di risoluzione. Per quanto riguarda la politica fiscale, nel 2003 è stato adottato un nuovo codice fiscale con relative disposizioni di attuazione, che dovrebbe conferire alla legislazione fiscale maggiore trasparenza e stabilità. Inoltre è stato riformato il sistema IVA, tra l'altro tramite l'introduzione di aliquote ridotte, in linea con l'attuale legislazione UE, e l'abolizione di alcune esenzioni. Nel 2003 sono state adottate varie misure amministrative intese a migliorare l'amministrazione fiscale, come ad esempio la creazione di un'unità "grandi contribuenti" a Bucarest. Inoltre, nel 2004 alcuni uffici tributari a livello locale saranno trasformati in "unità di eccellenza" e le autorità accorperanno nel corso del 2004 la riscossione, l'audit e l'esazione dei contributi sanitari, pensionistici e di disoccupazione. Il governo ha annunciato di recente che, per quanto riguarda l'imposizione del reddito delle persone fisiche, nel 2004 si passerà da un regime progressivo, con aliquote comprese tra il 18% e il 40%, ad un'aliquota unica del 23%. Eliminando le aliquote più elevate e semplificando il regime, il governo spera di ridurre l'evasione fiscale e di creare maggiori posti di lavoro nel mercato ufficiale. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Dal 1991, l'UE ha sostenuto il processo di transizione della Romania mediante quattro operazioni di assistenza macrofinanziaria. L'ultima di tali operazioni è stata approvata nel novembre 1999, quando il Consiglio (decisione 99/732/CE) ha accordato alla Romania un prestito a sostegno della bilancia dei pagamenti, per l'importo massimo di 200 milioni di EUR, nel quadro di un ASB relativo a 400 milioni di diritti speciali di prelievo. Tuttavia, dopo l'erogazione della prima quota di 100 milioni di EUR nel giugno 2000, il programma dell'FMI è stato sospeso ed infine è scaduto. Di conseguenza, non sono stati più effettuati versamenti nell'ambito dell'assistenza macrofinanziaria dell'UE. Nondimeno, nell'ottobre 2001, il consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato un nuovo ASB della durata di 18 mesi dell'importo di 300 milioni di diritti speciali di prelievo (pari a circa 383 milioni di USD). Nel 2002 si sono concluse le lunghe trattative con la Banca mondiale per un secondo prestito a favore dell'aggiustamento del settore privato (PSAL) dell'importo di 300 milioni di USD. L'attuazione del programma dell'FMI ha avuto un andamento incostante e a fine 2002 è stata rimandata la terza verifica. Nonostante questi ritardi, dovuti ai ripetuti sfondamenti registrati nella politica salariale e nelle privatizzazioni, e l'estensione del programma di sei mesi, per via dell'impossibilità di trovare un investitore strategico adeguato per la principale banca rumena (la BCR), la Romania ha infine portato a termine il programma nell'ottobre del 2003. Il programma ha consentito di raggiungere risultati importanti in termini di politiche macroeconomiche e di riforme strutturali e di realizzare notevoli progressi in materia di disinflazione, riallineamento delle tariffe energetiche e politica di bilancio. Nel contesto dell'ASB oramai definitivo e in ossequio ad una richiesta delle autorità rumene, nel gennaio 2002, con la decisione 99/732/CE, il Consiglio dell'UE ha concesso in linea di principio di mettere a disposizione della Romania 100 milioni di EUR; il versamento di questo importo doveva essere ripartito in due quote ed era subordinato alla condizione che l'ASB venisse attuato in maniera soddisfacente e si compissero buoni progressi nel processo di aggiustamento strutturale del paese. Dopo lunghe trattative, nel novembre 2002 sono stati firmati un accordo supplementare di prestito e un memorandum d'intesa supplementare. Dopo lunghi ritardi le condizioni di politica strutturale per il pagamento della prima sottoquota sono state soddisfatte nel primo semestre del 2003, creando le premesse per l'erogazione della prima sotto-quota di 50 milioni di EUR dell'ultima quota dell'assistenza macrofinanziaria UE, che è stata sborsata il 17 luglio del 2003. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi Nel 2003 si sono applicate a diciotto beni e servizi disposizioni di regolamentazione speciali. Il numero di beni e servizi amministrati nel paniere dei consumi ha rappresentato il 21,7%. I prezzi nel settore dell'energia sono stati adeguati, su base regolare, a un livello superiore all'inflazione. 2. Liberalizzazione degli scambi In base alla relazione commerciale dell'OMC del 2003, la media delle tariffe NPF per prodotti non agricoli applicate dalla Romania è stata pari, in media, al 16,2%, a fronte di una media UE del 4,2%. La liberalizzazione degli scambi è stata un elemento chiave nella trasformazione economica della Romania verso un'economia di mercato. Oltre alle importanti riforme economiche nazionali, la Romania ha svolto un ruolo attivo nel sistema commerciale multilaterale e nella sua integrazione negli accordi regionali europei. Sta attuando scrupolosamente i propri impegni in materia di accesso al mercato e altri accordi dell'Uruguay Round e sta partecipando attivamente ai negoziati multilaterali in corso. L'obiettivo della Romania di aderire all'UE ha un impatto importante sul suo regime di scambi con l'estero. 3. Regime valutario Il leu fluttua all'interno di un regime di fluttuazione manovrato e il tasso di cambio è utilizzato come il principale strumento anti-inflazione fino a quando ciò non mette in pericolo la bilancia delle partite correnti. In questo contesto, la banca centrale ha adottato una politica di interventi meno frequenti, ma cospicui, permettendo una maggiore fluttuazione del tasso di cambio. 4. Investimenti esteri diretti Il regime degli IED è aperto e non discriminatorio. Il rimpatrio dei profitti è libero. Sin dall'inizio del 1997 gli investitori esteri possono diventare proprietari dei terreni necessari per svolgere le loro attività. I testi di legge sulla regolamentazione e la promozione degli IED e degli investimenti di portafoglio sono stati modificati più volte, con conseguente incertezza del diritto. 5. Politica monetaria La Banca nazionale di Romania dispone di un elevato grado d'indipendenza. La legge sullo statuto della Banca centrale ne definisce l'obiettivo principale - assicurare la stabilità della moneta nazionale per contribuire alla stabilità dei prezzi - e le consente anche di accordare, per un importo limitato, finanziamenti diretti al governo. Questa possibilità non è stata utilizzata durante il 2002. 6. Finanze pubbliche La riforma tributaria di base è stata completata, ma per risanare le finanze pubbliche si debbono adottare altre misure importanti, tra cui le riforme delle pensioni e dell'assistenza sanitaria. Tuttavia nel 2003 è stata applicata la nuova legislazione sull'IVA e sull'imposizione dei profitti e sono stati presi provvedimenti per migliorare il quadro istituzionale relativo alla politica di bilancio e all'amministrazione fiscale. L'eliminazione della maggioranza dei fondi extra-bilancio ha fatto registrare un progresso verso l'eliminazione delle diffuse esenzioni fiscali e il potenziamento dell'esazione. Il nuovo codice fiscale che è entrato in vigore nel gennaio del 2004 unifica e semplifica una serie di regolamentazioni fiscali e rappresenta un passo avanti in termini di trasparenza e prevedibilità della legislazione fiscale. L'adozione di una nuova legge di bilancio nel 2003 ha migliorato ulteriormente le procedure di bilancio e di controllo della spesa. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese La privatizzazione ha compiuto passi avanti nel settore industriale, con la vendita di altre grandi imprese, mentre i preparativi per le dismissioni nel settore dell'energia sono andati oltre i primi passi, per quanto molto più lentamente di quanto previsto in origine. Sono stati effettuati consistenti licenziamenti in alcune delle principali imprese statali in perdita, al fine di migliorarne i risultati economici e le prospettive di privatizzazione. Per quanto riguarda il settore bancario, è risultato impossibile trovare, come previsto in origine, un investitore strategico per la maggiore banca statale ancora esistente (la BCR). Dopo varie gare senza esito, il governo è invece riuscito a vendere il 25% delle azioni della banca alla BERS e alla IFC nel settembre del 2003. 8. Riforma del settore finanziario In un contesto caratterizzato dal miglioramento della stabilità macroeconomica e dal rafforzamento dei bilanci delle banche, il settore bancario si è sviluppato ulteriormente nel 2003. Pur restando ad un livello contenuto, l'intermediazione finanziaria ha continuato a crescere rapidamente e alla fine del 2003 le attività finanziarie totali hanno rappresentato poco più del 40% del PIL. Il settore finanziario appare oggi in generale sufficientemente capitalizzato e liquido e ben sorvegliato. Le concentrazioni e le revoche delle autorizzazioni hanno ulteriormente ridotto il numero di istituti bancari ed oltre due terzi delle banche sono controllate da investitori esteri. Le banche estere assommano oltre la metà delle attività complessive del settore bancario, dei prestiti al settore non statale e dei depositi totali. IX. Serbia e Montenegro 1. Sintesi La situazione economica nel 2003 è stata caratterizzata da un calo della produzione industriale ed agricola, mentre i servizi ed il settore edile sono rimasti i motori principali della crescita, che è stata pari in termini reali al 3% (a fronte del 4% nel 2002). L'inflazione si è ulteriormente ridotta dal 15% all'8%, mentre il tasso di cambio del dinaro si è deprezzato di circa l'11% nei confronti dell'euro. Le riserve di valuta estera hanno continuato a crescere sensibilmente, precisamente di oltre un miliardo di euro, a seguito del forte afflusso netto di capitali, derivante in particolare da IED inaspettatamente elevati e da finanziamenti ufficiali. Dopo un'ottima partenza, con i brillanti risultati raggiunti nel biennio 2001/2002, le riforme strutturali sono avanzate ad un ritmo più lento nel 2003 e si sono arrestate verso la fine dell'anno durante la fase pre-elezioni in Serbia. In particolare, la ristrutturazione delle grandi imprese sociali e statali ed il processo di privatizzazione delle banche sono stati ritardati. È chiaramente necessario un nuovo slancio di riforma per migliorare le prospettive di crescita e di creazione di posti di lavoro. Questo nuovo slancio dovrebbe portare tra l'altro alla continuazione delle riforme istituzionali e ad ulteriori progressi concreti, come la creazione di un mercato unico funzionante in Serbia e in Montenegro. All'inizio del novembre 2002, il Consiglio ha deciso di concedere al paese un'assistenza macrofinanziaria comunitaria supplementare per un importo totale di 130 milioni di EUR, nel contesto di un programma triennale dell'FMI (2002-2005), dopo un primo pacchetto di 345 milioni di EUR applicato nel biennio 2001/2002. L'importo è stato portato a 200 milioni di EUR tramite una revisione della decisione del Consiglio del novembre 2003, al fine di far fronte alle necessità di finanziamento aggiuntive identificate dall'FMI nel corso dell'anno. Due quote, per un importo di 105 milioni di EUR (40 milioni di EUR in dicembre 2002/febbraio 2003 e 65 milioni di EUR nell'agosto del 2003), sono già state sborsate. 2. Risultati macroeconomici Nel 2003 i risultati relativi alla crescita nel paese sono leggermente peggiorati, con una previsione di crescita reale del PIL del 3% (a fronte del 4% nel 2002), rispetto ad un obiettivo iniziale compreso tra il 3,5% e il 4,5%. In Serbia la crescita reale del PIL nel 2003 è stimata al 3,1%, mentre l'economia del Montenegro è cresciuta in base alle stime solo dell'1,5%. Come nell'anno precedente, la crescita in Serbia è stata trainata soprattutto dai buoni risultati conseguiti nel settore dei servizi (commercio, servizi finanziari e settore edile). Tuttavia si stima che la produzione agricola sia scesa di una percentuale compresa tra il 10 e il 15% rispetto al 2002, per via di un lungo periodo di siccità in primavera-estate, e che la produzione industriale si sia ridotta di circa il 3%. I motori principali della crescita dell'economia del Montenegro sono stati la produzione industriale ed il turismo, con incrementi annuali rispettivamente dell'8,4 e dell'11% nei primi otto mesi del 2003 rispetto allo stesso periodo del 2002. In Serbia l'inflazione dei prezzi al dettaglio (fine periodo) nel 2003 è scesa dal 15% (fine 2002) a circa l'8%, nonostante un aumento dei prezzi dell'elettricità in luglio (in media del 15%) conforme al programma dell'FMI, e nonostante l'incremento dei prezzi degli alimentari dovuto alla siccità di primavera. Nel Montenegro l'inflazione annuale si è ulteriormente ridotta nel 2003, passando dal 9,5% a circa l'8% a fine anno. Si tratta di un'inflazione ancora relativamente elevata per un'economia "eurizzata", dovuta in parte all'introduzione dell'IVA in aprile e ad un aumento medio del 23% dei prezzi dell'elettricità. In base al piano iniziale, il disavanzo di bilancio consolidato del paese per il 2003 doveva essere mantenuto al 4,5% del PIL ed essere così composto: un disavanzo del 4,1% in Serbia e un disavanzo dello 0,4% in Montenegro, pari a circa il 5,6% del PIL montenegrino. Il livello globale di spesa doveva essere ridotto del 2% del PIL, in modo da creare le premesse per una riduzione del prelievo fiscale, in particolare in Serbia. In Serbia, il disavanzo consolidato delle amministrazioni pubbliche è stato successivamente rivisto al ribasso, precisamente al 3,5% del PIL. I proventi delle privatizzazioni più elevati del previsto hanno determinato un eccesso di finanziamento del bilancio pari al 2% del PIL, consentendo una riduzione equivalente del debito pubblico netto. Nel 2003 il bilancio del Montenegro è rimasto sotto pressione. L'introduzione dell'IVA in aprile ha contribuito ad un aumento delle entrate; tuttavia la posizione di bilancio globale nel 2003 è di difficile valutazione, anche a causa della mancanza di dati affidabili. Permangono incertezze, soprattutto rispetto alle dimensioni effettive del disavanzo del Montenegro e al suo finanziamento. La Banca nazionale della Serbia (NBS) ha continuato nel 2003 la sua politica monetaria orientata verso la stabilità. All'inizio del 2003 la NBS ha aumentato temporaneamente i requisiti in materia di riserve sui depositi, in modo tale da assorbire la liquidità in eccesso delle banche commerciali dovuta al trasferimento dei depositi statali in tali banche, nel contesto della riforma dei pagamenti. Dal maggio 2003, vi è stato un relativo allentamento della politica monetaria grazie a successive riduzioni del tasso di riserva obbligatorio. Lungo tutto il 2001 e il 2002, la politica di cambio ha perseguito l'obiettivo di stabilizzare il tasso di cambio nominale del dinaro, agevolando così in modo significativo il processo di disinflazione in Serbia. Dall'inizio del 2003, la Banca nazionale di Serbia ha applicato un approccio più flessibile, tenendo conto altresì degli sviluppi del tasso di cambio reale e degli aspetti della competitività internazionale. Da fine dicembre 2002 a fine dicembre 2003, il tasso di cambio dinaro/euro si è deprezzato di circa l'11% in termini nominali, ma è rimasto pressoché stabile in termini reali effettivi. Secondo le stime, il disavanzo delle partite correnti di Serbia e Montenegro è sceso nel 2003 all'11% del PIL al netto delle sovvenzioni (12,8% nel 2002), soprattutto a seguito della riduzione della domanda di importazioni e di una modesta ripresa delle esportazioni. La bilancia dei movimenti di capitale è stata oggetto di qualche tensione nel primo semestre del 2003, ma per l'anno nel suo insieme sono state registrate importanti entrate nette di capitali, in particolare sotto forma di afflusso netto eccezionalmente elevato di IED (1 060 milioni di EUR rispetto ad un livello previsto inizialmente di 550 milioni di EUR). Le riserve di valuta estera sono cresciute di circa un miliardo di EUR e hanno superato a fine anno i 3 miliardi di EUR (pari a 4,5 mesi delle importazioni previste). Nel complesso la sostenibilità esterna resta una sfida importante per la Serbia e il Montenegro. Nonostante l'importante alleggerimento del debito concesso dai creditori del Club di Parigi, il debito esterno (stimato a 12,7 miliardi di EUR ovvero al 61% del PIL) resta relativamente elevato. In particolare, gli oneri del servizio del debito dovrebbero crescere considerevolmente, passando da circa il 2,2% del PIL e il 10% delle esportazioni di beni e servizi nel 2003 rispettivamente al 4,1% e al 16,1% nel 2005. 3. Riforme strutturali In Serbia la riforma della finanza pubblica è proseguita ed il controllo della spesa è stato migliorato grazie alla graduale introduzione, presso la NBS, di un unico conto del tesoro per l'esecuzione del bilancio utilizzato dalla maggior parte dei ministeri e da altre unità di spesa diretta. Tuttavia la gestione e il controllo dei fondi extra-bilancio e dei bilanci delle amministrazioni locali devono essere perfezionati. L'esazione fiscale è migliorata grazie alla riorganizzazione e alla modernizzazione dell'Agenzia delle entrate pubbliche. La prevista legislazione sulla politica fiscale, tra cui quella sull'introduzione dell'IVA nonché sull'imposizione dei redditi e dei profitti, non è entrata in vigore per via del blocco dei lavori del Parlamento e la sua successiva dissoluzione. In Montenegro, dopo l'introduzione di un dipartimento del Tesoro nel Ministero delle finanze, le autorità hanno avviato altre riforme intese a contenere la spesa pubblica. Nel marzo del 2003 il governo ha adottato un piano d'azione per l'occupazione e la politica salariale, che prevede una riduzione dei dipendenti pubblici in esubero ed una maggiore differenziazione dei salari. L'introduzione dell'IVA nel Montenegro nell'aprile del 2003 ha rappresentato un'importante riforma, nonostante le difficoltà temporanee intervenute nell'esazione dell'imposta. Nel luglio del 2003 è stata adottata in Montenegro una legge sull'amministrazione pubblica che fornisce il quadro politico e giuridico per le riforme di questo settore. Inoltre nel settembre del 2003 è entrata in vigore una nuova legge sulle pensioni e sull'assicurazione degli invalidi che prevede un sistema basato su tre pilastri. In Serbia, nel 2003 il governo ha preparato o adottato una serie di leggi che mirano a migliorare il quadro giuridico e normativo per lo sviluppo del settore privato, riguardanti tra l'altro le imprese, la concorrenza, la registrazione delle società nonché le procedure di fallimento e gli appalti. Tuttavia tali leggi non sono ancora entrate in vigore. Nel febbraio del 2003 è stata adottata una legge sulla contabilità e nell'agosto del 2003 sono entrate in vigore alcune leggi che ampliano le possibilità di garantire i prestiti. A questo punto è importante che queste leggi vengano applicate pienamente, in modo tale da facilitare l'intermediazione finanziaria e pertanto gli investimenti reali e la crescita dell'economia. In Serbia il processo delle privatizzazioni ha acquisito slancio con la vendita di alcune società importanti, tra cui due fabbriche di tabacco, la seconda impresa petrolifera del paese, un'acciaieria ed una birreria. A fine 2003, circa 900 imprese erano state vendute tramite asta (206 delle quali nel 2002), 32 tramite gara di offerte (12 delle quali nel 2002) e 103 tramite lo Share Fund (48 delle quali nel 2002). Di conseguenza, nel 2003 i proventi delle privatizzazioni hanno superato i 900 milioni di EUR (345 milioni nel 2002). In Montenegro, il processo di privatizzazione della principale società montenegrina, la fabbrica di alluminio KAP-Podgorica, è iniziato con la selezione del consulente finanziario, ma poiché la vendita è collegata ad alcune decisioni strategiche (importazioni di elettricità) il processo non dovrebbe concludersi in tempi brevi. Per contro, la privatizzazione dell'acciaieria di Niksi? e della fabbrica di tabacco di Podgorica è in una fase avanzata. Verso la fine del 2003 il governo del Montenegro ha altresì annunciato la privatizzazione accelerata di 20 imprese di dimensioni ridotte e meno interessanti. In Serbia il processo di ristrutturazione di circa 50 grandi imprese insolventi non ha registrato grandi progressi a causa del problema irrisolto dello stock di passività di tali società. In un tentativo di accelerare il processo di ristrutturazione, le autorità hanno messo a punto un nuovo approccio di "gare condizionali", che consiste nell'offrire le società in vendita con i debiti non ristrutturati e nel lasciare agli offerenti la possibilità di presentare una proposta sulla quantità di debiti che sono disposti ad accettare. Resta da vedere se questa nuova strategia avrà maggiore successo. Nel settore finanziario, le autorità serbe hanno rafforzato il controllo esercitato dalle autorità di regolamentazione e di vigilanza sul sistema bancario locale, adottando la nuova legge sulla Banca nazionale nel luglio del 2003, insieme agli emendamenti alla legge bancaria. Il processo di privatizzazione delle 15 banche nelle quali il governo serbo acquistò partecipazioni tramite uno swap debito/azioni nel 2002 ha subito ritardi, anche per via di una modifica del top management dell'Agenzia per il risanamento delle banche (Bank Rehabilitation Agency). La privatizzazione delle prime tre delle 15 banche non avverrà prevedibilmente prima della metà del 2004. Il settore bancario è tuttora gravato dal problema irrisolto dei crediti nei confronti di società fortemente indebitate e si dovrà adottare una decisione strategica per quanto riguarda i crediti in sofferenza presenti nei portafogli delle banche. In Montenegro il quadro istituzionale della vigilanza bancaria è stato rafforzato lo scorso anno con l'introduzione di nuove regolamentazioni in materia di autorizzazione, capitale minimo, classificazione delle attività, accantonamenti e grandi fidi. Nel settembre del 2003 le autorità hanno altresì adottato una legge anti-riciclaggio. Quella che era in precedenza la principale banca del paese, la Montenegro Banka, è stata venduta nel luglio del 2003 e sono continuati i preparativi per la privatizzazione dell'ultima banca controllata dallo Stato, la Podgorica Banka. Un altro sviluppo importante del 2003 è stata la decisione del Ministero delle finanze di revocare tutte le autorizzazioni rilasciate alle banche offshore registrate in Montenegro. La continua crescita dei depositi nel corso del 2003 conferma il rafforzamento della fiducia nel settore bancario. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria All'inizio del novembre 2002, il Consiglio ha deciso di accordare al paese un'assistenza macrofinanziaria comunitaria supplementare dell'importo massimo di 130 milioni di EUR, dopo un primo pacchetto di 345 milioni di EUR attuato nel biennio 2001/2002. L'obiettivo di tale assistenza è sostenere le politiche economiche attuate nell'ambito dell'estensione dell'accordo triennale con l'FMI (2002-2005), approvato nel maggio del 2002, e in particolare sostenere la bilancia dei pagamenti e rafforzare le riserve di valuta estera del paese. Nel dicembre del 2002 è stato negoziato e concluso un memorandum d'intesa tra i servizi della Commissione e le autorità di Serbia e Montenegro. Esso specifica le condizioni di politica economica da soddisfare e le misure strutturali da prendere affinché possano essere versate la seconda e la terza quota dell'assistenza, nonché i provvedimenti da adottare per l'istituzione di un mercato unico all'interno del paese. Le autorità hanno convenuto di destinare il 90% dei fondi di questa assistenza alla Serbia e il 10% al Montenegro. La componente di sovvenzione della prima quota, dell'importo di 30 milioni di EUR, è stata erogata a fine dicembre 2002, dopo la firma del memorandum d'intesa. La componente di prestito della prima quota (10 milioni di EUR) è stata versata nel febbraio del 2003 dopo la ratifica, da parte del Parlamento dell'Unione di Stati, dell'accordo di prestito tra la Comunità ed il paese. Dopo l'assassinio del Primo ministro serbo nel marzo del 2003 ed una successiva richiesta di finanziamenti del Ministero delle finanze serbo, la Commissione, sostenuta dal Consiglio, ha proposto di concentrare il pagamento dell'assistenza macrofinanziaria restante in una seconda quota relativamente consistente, in modo da far fronte ai problemi finanziari del paese. La seconda quota di 65 milioni di EUR, comprendente una sovvenzione di 35 milioni di EUR, è stata pagata in agosto dopo che la Commissione aveva verificato che erano state soddisfatte le condizioni di politica economica nei settori della riforma e dell'amministrazione delle finanze pubbliche, della riforma del settore bancario e dello sviluppo del settore privato. Nell'ottobre del 2003 i servizi della Commissione hanno compiuto una missione per verificare l'adempimento delle condizioni per il pagamento della terza quota. Tale missione ha consentito di accertare che erano necessari notevoli progressi prima di poter versare tale quota. Nel novembre del 2003 il Consiglio ha deciso di aumentare l'attuale pacchetto di assistenza macrofinanziaria di 70 milioni di EUR, portandolo a 200 milioni di EUR, mediante una revisione della decisione del Consiglio del novembre 2002, in modo da aiutare il paese a far fronte alle necessità di finanziamento aggiuntive identificate dall'FMI nel contesto del programma di stabilizzazione corrente. Le modalità di questa assistenza aggiuntiva, tra cui la suddivisione in quote e le condizioni da soddisfare, devono essere ancora negoziate con le autorità. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi Gran parte dei prezzi sono liberalizzati, tranne che per alcuni servizi pubblici e collettivi. I prezzi dell'energia sono in graduale adeguamento ai livelli di copertura dei costi. I prezzi dell'elettricità sono stati aumentati del 15% in Serbia e del 23% in media in Montenegro. 2. Liberalizzazione degli scambi Sono stati fatti progressi sostanziali nell'armonizzazione delle tariffe della Serbia e del Montenegro, ma non è stato ancora raggiunto alcun accordo sull'armonizzazione delle tariffe agricole e sull'allineamento dei dazi sulle importazioni. Tra le misure di liberalizzazione adottate vi sono state la progressiva riduzione degli ostacoli non tariffari, la prevista eliminazione dei contingenti di importazione e la liberalizzazione delle importazioni di petrolio greggio. Le relazioni commerciali con la UE sono state influenzate negativamente dall'inadeguatezza dei controlli sull'origine di alcune esportazioni di zucchero. Stanno per essere conclusi accordi commerciali bilaterali con i paesi vicini. 3. Regime valutario In Serbia il regime di fluttuazione manovrata, con il quale il tasso di cambio nominale è stato mantenuto pressoché stabile nel 2001 e nel 2002, ha prodotto in tale periodo un notevole apprezzamento reale, pari a circa il 50%, per quanto a fine 2000 il cambio possa essere stato sottovalutato. Nel 2003, il dinaro si è deprezzato di circa l'11% a fronte dell'euro, pur rimanendo piuttosto stabile in termini effettivi reali. In Montenegro l'euro è l'unica moneta avente corso legale; l'inflazione molto più elevata rispetto all'area dell'euro implica un apprezzamento reale considerevole. 4. Investimenti esteri diretti Sono state poste in essere sia una legislazione appropriata sugli IED che un'agenzia per la promozione degli investimenti esteri. Tuttavia devono ancora essere adottate leggi importanti che consentano di migliorare le condizioni operative delle imprese, in particolare per quanto riguarda la registrazione delle società. Gli IED sono per lo più connessi a grandi operazioni di privatizzazione. Gli investimenti in partecipazioni azionarie e immobiliari sono rimasti modesti. 5. Politica monetaria Nel 2003 è stata mantenuta la politica monetaria orientata alla stabilità, intesa a portare l'inflaziona annuale al di sotto del 10% per la prima volta dall'inizio delle riforme alla fine del 2000. Tale politica prevede anche il contenimento del credito della banca centrale al settore delle amministrazioni pubbliche. La modifica degli obblighi in materia di riserve resta il principale strumento politico per influire sulla liquidità nel settore bancario. In Montenegro i margini per una politica monetaria indipendente sono molto limitati. 6. Finanze pubbliche Sono stati compiuti ulteriori progressi nelle riforme volte a migliorare il controllo della spesa in entrambe le repubbliche, ma è necessario portare avanti il risanamento finanziario e fissare priorità in materia di spesa pubblica. L'IVA è stata introdotta in Montenegro in aprile; in Serbia la sua introduzione è stata rinviata a metà 2005. Importanti innovazioni in Serbia sono state la riforma dell'Agenzia delle entrate pubbliche e l'abolizione del vecchio ufficio pagamenti. 7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese Le privatizzazioni in Serbia hanno acquisito maggiore slancio con la vendita, tramite asta, di molte piccole società e, tramite gara di offerte, di alcune industrie importanti. Gli introiti delle privatizzazioni sono stati superiori al previsto e sono ammontati a circa 900 milioni di EUR nel 2003. Tuttavia il processo di ristrutturazione e privatizzazione delle grandi società insolventi ha subito un rallentamento nel 2003. In Montenegro è in corso la privatizzazione di parti dell'enorme fabbrica di alluminio. 8. Riforma del settore finanziario La vigilanza bancaria è stata rafforzata in Serbia e in Montenegro. In Serbia il processo di ristrutturazione e privatizzazione del settore bancario ha subito ritardi. La Montenegro Banka è stata venduta nell'agosto del 2003 e la privatizzazione dell'ultima banca statale del Montenegro, la Podgorica Banka, è in via di preparazione. X. Tagikistan 1. Sintesi I risultati macroeconomici del Tagikistan si sono mantenuti nel 2003 a livelli ottimi e le fonti della crescita sono sempre più diversificate. I settori tradizionali (cotone e alluminio) hanno registrato una modesta espansione mentre in altri settori, ad esempio i servizi (soprattutto il commercio), l'edilizia, l'energia e il tessile, è stata registrata una forte crescita. La crescita della domanda interna è stata sostenuta da una forte espansione delle rimesse degli emigranti. Nel settore delle riforme strutturali, il bilancio presenta luci e ombre. Le entrate fiscali totali delle amministrazioni pubbliche sono cresciute, soprattutto grazie al miglioramento dell'amministrazione dell'IVA. Per contro, la privatizzazione delle medie e grandi imprese ha registrato progressi lenti negli ultimi anni. Le autorità stanno preparando una strategia di riduzione del debito per le aziende agricole statali, che prevede una disposizione per la cancellazione del debito interno delle aziende agricole in via di ristrutturazione. Nel settore bancario, la ristrutturazione della banca statale Amonatbank è stata pressoché ultimata e la principale banca del paese, la Agroinvestbank (AIB), ha completato un inventario dei crediti in sofferenza. Nel quadro dell'assistenza finanziaria eccezionale restano da erogare due quote di sovvenzione (ciascuna di 7 milioni di EUR) ed il debito del Tagikistan nei confronti della CE ammonta attualmente a 44 milioni di EUR. Gli importi esatti della quota di sovvenzione del 2003 e del rimborso anticipato del debito (rispettivamente fino a 7 milioni e 12 milioni di EUR) dipenderanno dai risultati della missione di verifica prevista per metà marzo 2004. 2. Risultati macroeconomici I risultati macroeconomici del Tagikistan si sono mantenuti a livelli ottimi nel 2003, con una crescita reale del PIL stimata al 10,2%, a fronte del 9,1% nel 2002. Le fonti della crescita diventano sempre più diversificate. I settori tradizionali (cotone e alluminio) hanno registrato una modesta espansione mentre in altri settori, ad esempio i servizi (soprattutto commercio), l'edilizia, l'energia e il tessile, la crescita è stata forte. La crescita della domanda interna è stata sostenuta da una forte espansione delle rimesse degli emigranti (che per il 2003 sono stimate pari al 15% del PIL). L'avanzo di bilancio globale per il 2003 è stimato pari allo 0,6% del PIL. Il programma di investimenti pubblici e i disavanzi parafinanziari non sono inclusi nei dati di bilancio ufficiali. L'FMI stima che il disavanzo parafinanziario nel settore dell'energia ammonta al 5,5% del PIL. Circa due terzi di tale disavanzo sono dovuti al basso livello delle tariffe e alle perdite tecniche, mentre il resto deriva dai bassi tassi di riscossione. In base alle stime, il rapporto imposte/PIL è salito al 15,5% nel 2003, a fronte del 14,7% nel 2002, e nel 2004 dovrebbe crescere ulteriormente fino al 16,2%. In ogni caso il governo continuerà ad affidarsi ai finanziamenti multilaterali per coprire il proprio disavanzo di bilancio. Pur restando consistente, il debito esterno del Tagikistan è sceso, secondo le stime, dall'82% del PIL a fine 2002 al 73% a fine 2003, grazie agli accordi di ristrutturazione del debito conclusi con i creditori bilaterali e la forte crescita del PIL registrata negli ultimi anni. Il periodo di grazia previsto nell'accordo di ristrutturazione con la Russia (dicembre 2002) scadrà nel 2005 e di conseguenza i costi del servizio del debito dovrebbero crescere in modo significativo nel periodo 2005-2009. Diversi fattori hanno contribuito ad un'accelerazione dell'inflazione nel 2003, in particolare nel primo trimestre dell'anno. In questo periodo vi è stato un allentamento della disciplina monetaria, con la concessione di crediti diretti al settore del cotone. Un inverno insolitamente rigido ha determinato un forte incremento dei prezzi degli alimentari, i quali sono cresciuti del 7,8% su base annua nei primi quattro mesi del 2003. Anche il livello inaspettatamente elevato dei prezzi mondiali dell'energia, unitamente all'incremento delle tariffe dei carburanti e dell'energia, ha determinato un rialzo dell'inflazione. Inoltre, i prezzi dei servizi sono cresciuti di circa il 32% su base annua tra gennaio e aprile 2003. L'inflazione a fine 2003 è stimata al 13,7%. La bilancia delle partite correnti si è rafforzata nei primi nove mesi del 2003, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ciò è dovuto ad un aumento delle rimesse degli emigranti più elevato del previsto, unito ad un aumento dei prezzi internazionali del cotone e dell'alluminio. La crescita del volume delle rimesse degli emigranti trasferite tramite le banche commerciali riflette la maggior fiducia nelle banche e l'incremento del numero degli emigranti che lavorano all'estero a causa della mancanza di occupazione in patria. Le riserve internazionali lorde sono aumentate del 38% durante i primi nove mesi del 2003. Tuttavia, a causa del netto rialzo delle importazioni derivante dalla forte crescita, la copertura delle importazioni a fine 2003 (1,8 mesi) è stimata pari a quella di fine 2002. 3. Riforme strutturali La forte crescita del gettito fiscale è dovuta principalmente al miglioramento dell'amministrazione dell'IVA, compreso il passaggio al principio della destinazione. Per rendere più efficace la riscossione dell'IVA, le autorità hanno iniziato un programma di informazione del contribuente e hanno ridotto i ritardi nei rimborsi IVA. Esse stanno altresì riducendo gradualmente i pagamenti d'imposta arretrati delle principali imprese statali. Le autorità hanno completato un progetto di nuovo codice fiscale, che dovrebbe semplificare e rafforzare l'amministrazione tributaria. Inoltre le autorità prevedono di ristrutturare il Ministero delle entrate statali e dei dazi (MSRD), di introdurre un sistema di numeri di identificazione dei singoli contribuenti e di aggiornare la base dati dei contribuenti. La privatizzazione delle medie e grandi imprese ha registrato progressi lenti negli ultimi anni. A fine 2002 erano state privatizzate circa 500 imprese, ovvero il 40% del numero totale di imprese destinate alla privatizzazione. Lo scorso anno sono state adottate nuove iniziative. Nel luglio del 2003, il Comitato per il patrimonio statale ha lanciato una gara per la vendita di sei grandi imprese industriali (nei settori della macinazione della farina, dell'acciaio, della lavorazione della pelle, dell'elettronica e delle calzature). Le autorità stanno preparando una strategia di riduzione del debito per le aziende agricole statali, che prevede una disposizione per la cancellazione del debito interno delle aziende agricole che sono in via di ristrutturazione. La AIB sta aiutando le autorità a preparare proposte per la riduzione o la ristrutturazione del loro debito esterno. Un'opzione presa in considerazione è un meccanismo per la vendita del debito esterno delle aziende agricole in cambio di diritti temporanei di commercializzazione del cotone. Le autorità prevedono di lavorare con organismi terzi indipendenti per rafforzare la trasparenza del processo di ristrutturazione delle aziende agricole. Si aspettano di raggiungere, entro fine marzo 2004, degli accordi con tali organismi - comprese le ONG internazionali - per il monitoraggio della privatizzazione di almeno 25 aziende agricole statali. Inoltre, per migliorare la governance del processo di privatizzazione delle aziende agricole, le autorità presenteranno al Parlamento emendamenti alla legge sulle amministrazioni locali e al codice fondiario (entro fine marzo 2004) volti ad impedire alle autorità locali di interferire nel processo di privatizzazione delle aziende agricole o nelle operazioni delle aziende agricole ristrutturate. Le autorità intendono anche far sì che i funzionari del Comitato per la riforma fondiaria siano indipendenti dalle autorità locali. Per assicurare che le aziende privatizzate abbiano diritti certi sui terreni, le autorità hanno convenuto di emanare 5 000 certificati di proprietà di parcelle di terreni (tra il 1° ottobre 2003 e fine marzo 2004). Una nuova legge sull'energia è stata emanata per promuovere la privatizzazione della società Barki Tajik (la società statale dell'elettricità) e per istituire un organismo di regolamentazione indipendente per il settore dell'energia. Il 3 giugno 2003 è stato costituito con decreto presidenziale un gruppo di lavoro presieduto dal ministro per l'energia avente il compito di guidare la ristrutturazione del settore dell'energia. Sono stati studiati diversi modelli ed attualmente si sta valutando la possibilità della scomposizione della Barki Tajik in una società di produzione, una società indipendente di trasmissione e (quattro) società di distribuzione regionali. Il numero delle banche commerciali è sceso da 17 nel 2001 a 13 (marzo 2003). Secondo l'FMI, la ristrutturazione della banca statale Amonatbank è stata pressoché ultimata. L'osservanza dei requisiti prudenziali è migliorata e la banca sta registrando degli utili. La banca principale, la Agroinvestbank (AIB), ha concluso un inventario dei suoi crediti in sofferenza. La AIB sarà suddivisa in due entità indipendenti: una banca commerciale ed un istituto finanziario non bancario destinato a finanziare le operazioni del settore del cotone. Nel 2002 solo cinque banche hanno adempito al requisito patrimoniale minimo di 1,5 milioni di USD e la Banca nazionale del Tagikistan ha concesso deroghe alle banche inadempienti. I previsti aumenti dei requisiti patrimoniali minimi sono stati rinviati cosicché i requisiti per le banche esistenti saranno incrementati a 2 milioni di USD a fine 2004 anziché a fine 2003. Non tutte le banche hanno fornito i previsti audit indipendenti dei loro conti. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Il Tagikistan ha beneficiato di un pacchetto di assistenza comprendente un prestito di 60 milioni di EUR (versato nel marzo 2001) e una sovvenzione dell'importo massimo di 35 milioni di EUR, da erogarsi entro fine 2004 in quote annuali. Visti i risultati soddisfacenti conseguiti nelle politiche macroeconomiche e nelle riforme strutturali, il Tagikistan ha beneficiato delle quote massime di sovvenzione annuale, per un importo che finora è ammontato complessivamente a 21 milioni di EUR. D'altro canto la CE non ha spinto per ottenere i rimborsi annuali massimi del debito che il memorandum avrebbe consentito. Sia nel 2001 che nel 2002, al Tagikistan è stato chiesto di rimborsare 8 milioni di EUR, mentre il memorandum avrebbe consentito alla CE di richiedere un rimborso di 12 milioni di EUR. Il debito del Tagikistan nei confronti della CE ammonta attualmente a 44 milioni di EUR. Gli importi esatti della quota di sovvenzione e del rimborso anticipato del debito per il 2003 (rispettivamente fino a 7 milioni e 12 milioni di EUR) dipenderanno dai risultati della missione di verifica di metà marzo 2004. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi È liberalizzata la maggior parte dei prezzi (ad eccezione dei servizi pubblici). 2. Liberalizzazione degli scambi Sistema di scambi relativamente liberale, ma con persistenti ostacoli non tariffari. Nel maggio 2002, i dazi all'importazione sono stati allineati al 5%. Il Tagikistan ha chiesto di aderire all'OMC (ha lo statuto di osservatore dal 2001). La Comunità economica eurasiatica (comprendente Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan) si prefigge di promuovere la collaborazione economica nella regione. 3. Regime valutario Regime valutario relativamente liberale. Il tasso ufficiale di cambio è stato allineato al tasso del mercato informale nel luglio 2000, quando ha iniziato a funzionare il mercato interbancario delle valute estere. Nell'ottobre 2000 è stata adottata la nuova moneta nazionale, il somoni. È in atto un regime di fluttuazione manovrata del somoni. 4. Investimenti esteri diretti Gli IED sono modesti, perché il paese è considerato a forte rischio nonostante il regime giuridico relativamente liberale. Nessun ostacolo giuridico agli investimenti esteri diretti o alle partecipazioni azionarie estere. Nessuna restrizione al rimpatrio di profitti e di capitali. Nel 2002 gli afflussi di IED sono stati pari al 3% e per il 2003 sono stimati all'1,4%. 5. Politica monetaria La Banca nazionale del Tagikistan ha continuato ad erogare, a fine 2002 e inizio 2003, crediti diretti alle imprese del settore del cotone, concessi da direttori di filiali. Tuttavia, nel febbraio del 2003 la Banca nazionale ha emanato un decreto che revoca ai direttori, capi dipartimento e vicepresidenti di filiali la possibilità di concedere prestiti. 6. Finanze pubbliche In base alle stime le entrate fiscali totali delle amministrazioni pubbliche sono cresciute dal 14,7% del PIL nel 2002 al 15,5% del PIL nel 2003. Questa forte crescita è dovuta principalmente al miglioramento dell'amministrazione dell'IVA, compreso il passaggio al principio della destinazione. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese La privatizzazione delle piccole imprese è per lo più completata, tuttavia quella delle medie e grandi imprese ha registrato progressi lenti negli ultimi anni. Nel luglio del 2003, il Comitato per il patrimonio statale ha lanciato una gara per la vendita di sei grandi imprese industriali (macinazione della farina, acciaio, lavorazione della pelle, elettronica e calzature). 8. Riforma del settore finanziario Sono stati apportati miglioramenti alla regolamentazione e alla vigilanza bancarie. Sono stati firmati accordi di ristrutturazione tra la Banca nazionale e le quattro banche più importanti. La ristrutturazione della banca statale Amonatbank è stata pressoché ultimata. La banca principale, la Agroinvestbank (AIB), ha concluso un inventario dei suoi crediti in sofferenza. La AIB sarà suddivisa in due entità indipendenti: una banca commerciale ed un istituto finanziario preposto al finanziamento delle operazioni del settore del cotone. XI. Ucraina 1. Sintesi Nel 2003 l'Ucraina ha continuato a registrare risultati macroeconomici globalmente soddisfacenti. La crescita del PIL è salita al 9,3%; l'inflazione resta al di sotto del 10%, pur essendo cresciuta a seguito del forte ritmo della crescita economica e della risalita dei prezzi degli alimentari; a fine anno la situazione di bilancio era prossima all'equilibrio. La situazione della bilancia dei pagamenti continua ad essere relativamente favorevole. A fine 2003 la bilancia delle partite correnti ha registrato un notevole attivo, il grivna è rimasto stabile e le riserve ufficiali di valuta estera hanno continuato a crescere. Inoltre l'Ucraina ha recuperato l'accesso ai mercati dei capitali internazionali con diverse emissioni di euro-obbligazioni di Stato. Nondimeno, gli afflussi di IED restano esigui. Questa situazione macroeconomica favorevole mal si concilia con i progressi insufficienti compiuti in materia di riforme strutturali. Sebbene le autorità, durante il 2003, abbiano adottato misure incoraggianti in alcuni settori, i passi avanti realizzati nella riforma di settori quali quello dell'energia e nelle privatizzazioni delle grandi imprese restano deludenti. A fine marzo 2004 l'FMI dovrebbe approvare un accordo stand-by cautelativo (ASB) per l'Ucraina. Nel luglio 2002 il Consiglio ha adottato una decisione intesa a concedere all'Ucraina una nuova assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 110 milioni di EUR, annullando la parte non versata della linea di credito del 1998. Le discussioni sulle condizioni cui subordinare la nuova linea sono state avviate nel giugno 2003. 2. Risultati macroeconomici L'Ucraina ha continuato a registrare risultati macroeconomici in complesso soddisfacenti. Dopo il rallentamento al 4,1% nel 2002, si stima che il tasso di crescita reale del PIL sia salito al 9,3% nel 2003, superando ampiamente le aspettative. La crescita è trainata sia dalla forza delle esportazioni che dall'espansione della domanda interna. Il tasso elevato di sviluppo economico, combinato con una forte crescita dei salari e con la risalita dei prezzi degli alimentari a seguito di un raccolto meno favorevole, ha riattizzato le tensioni inflazionistiche. Dopo la deflazione senza precedenti registrata nel 2002 (quando l'IPC è calato dello 0,6%), l'inflazione annuale si è accelerata al 9,3% a fine 2003. Per via della crescita economica più rapida del previsto e di politiche di spesa prudenti, nel 2003 le finanze pubbliche sono andate meglio di quanto preventivato e a fine anno il bilancio consolidato dell'amministrazione pubblica ha registrato un disavanzo di cassa contenuto (di circa ½ punto percentuale del PIL). Il bilancio per il 2004 adottato dal Parlamento è coerente con un obiettivo di avanzo consolidato pari all'1½ del PIL. Tuttavia, la necessità di smaltire i rimborsi IVA arretrati, le rivendicazioni salariali dei dipendenti pubblici e i trend di medio termine del sistema pensionistico, unitamente all'esigenza di passare ad un sistema fiscale più semplice e meno soggetto a distorsioni, continuano a rappresentare problemi significativi sotto il profilo della politica di bilancio. Dopo il brusco deprezzamento registrato durante il 1999, il grivna ha dimostrato un grado impressionante di stabilità. L'indice del tasso di cambio reale ha subito un certo apprezzamento negli ultimi anni, rispecchiando il differenziale di inflazione cumulativo dell'Ucraina nei confronti dei suoi principali partner commerciali, ma si ritiene che il tasso di cambio resti ad un livello relativamente competitivo. La Banca nazionale di Ucraina ha sostenuto il proprio regime di fluttuazione dei tassi di cambio con una politica monetaria relativamente prudente. La crescita molto rapida degli aggregati monetari registrata nel 2003 (la massa monetaria in senso ampio è cresciuta del 47%, la moneta di base del 30%) ha rispecchiato ampiamente l'aumento della domanda di moneta reale detenuta, nel quadro del processo di rimonetizzazione in atto [2]. [2] Il rapporto tra la massa monetaria in senso ampio e il PIL è salito dal 10% nel 1996 al 29% a fine 2002. La situazione della bilancia dei pagamenti continua ad essere relativamente favorevole. Dal 1999 le partite correnti registrano costantemente un avanzo, che secondo le stime si è ridotto dal 7,7% del PIL nel 2002 al 6% del PIL nel 2003 per via della forza della domanda interna [3]. Questo avanzo delle partite correnti ha contribuito ad un notevole rafforzamento delle riserve ufficiali di valuta estera, che hanno raggiunto circa 7,2 miliardi di USD (pari ad oltre 3 mesi di importazioni) all'inizio del febbraio 2004 [4]. La ristrutturazione del debito convenuta con gli obbligazionisti privati nell'aprile del 2000 e con il Club di Parigi nel luglio del 2001 ha alleggerito in modo significativo gli obblighi di servizio del debito dell'Ucraina. Gli indici del debito e del servizio del debito sono in discesa dal 2000, per quanto ci si attenda una crescita temporanea del servizio del debito nel 2003-06. Nel dicembre 2002 l'Ucraina ha riottenuto l'accesso ai mercati internazionali dei capitali (che aveva perso come conseguenza della crisi finanziaria russa nel 1998) e ha emesso euro-obbligazioni per 350 milioni di USD. All'inizio del giugno 2003 è seguita un'emissione di euro-obbligazioni decennali per un importo di 800 milioni di USD con un tasso di interesse annuale pari solo al 7,65%, per la quale le richieste di sottoscrizioni sono state superiori all'offerta [5]. Dal 2001 gli spread dei rendimenti del mercato secondario sulle euro-obbligazioni ucraine si sono ridotti notevolmente e le principali agenzie di rating internazionali hanno migliorato il rating dell'Ucraina diverse volte. [3] Tuttavia il rapporto tra l'avanzo delle partite correnti e il PIL è probabilmente esagerato, in quanto i dati ufficiali, che non incorporano pienamente l'ampia economia sommersa dell'Ucraina, portano ad una netta sottovalutazione del PIL. [4] Tuttavia l'incremento delle riserve riportato negli ultimi mesi è stato dovuto per lo più agli effetti sulla valutazione del forte deprezzamento del dollaro, che aumenta il valore in dollari della quota delle riserve che l'Ucraina detiene in altre valute. [5] Nell'ottobre del 2003 si è proceduto ad un'emissione aggiuntiva di 200 milioni di USD della stessa serie (con condizioni simili) per compensare i versamenti inferiori al previsto della Banca mondiale. Una debolezza persistente della bilancia dei pagamenti dell'Ucraina resta tuttavia il basso afflusso di IED. Nonostante il miglioramento dei risultati macroeconomici, l'afflusso di IED (cfr. i dati forniti nella tabella riassuntiva sulla situazione delle riforme economiche) permane nettamente inferiore a quello registrato nei paesi dell'Europa centrale e orientale. Un contesto poco favorevole agli investimenti, in particolare un quadro di regolamentazione instabile e svantaggioso per le imprese, i progressi insufficienti in materia di riforme strutturali e l'instabilità politica sono tra i fattori che possono spiegare questi risultati deludenti in materia di IED. 3. Riforme strutturali Gli ottimi risultati conseguiti dall'Ucraina sul fronte macroeconomico in anni recenti sono in contrasto con i progressi insufficienti in materia di riforme strutturali. Sebbene le autorità, durante il 2003, abbiano adottato misure incoraggianti in alcuni settori, i passi avanti realizzati nella riforma di settori quali quello dell'energia e nelle privatizzazioni delle grandi imprese restano deludenti. In questa sezione si esaminano gli sviluppi recenti nei settori delle riforme ai quali è subordinata l'erogazione dell'assistenza macrofinanziaria dell'UE. Durante il 2003 vi sono stati alcuni segni di riattivazione del processo delle privatizzazioni. Dopo due anni nei quali i proventi delle privatizzazioni sono stati ampiamente inferiori alle previsioni, nel 2003 il governo ha addirittura superato l'obiettivo previsto di 2,23 miliardi di grivna. A metà 2003 il governo ha presentato al parlamento un programma di privatizzazioni di medio termine ambizioso, che propone la riduzione del numero di grandi imprese escluse dalla privatizzazione per ragioni strategiche ed il completamento del processo di privatizzazione entro il 2008. Tuttavia l'adozione di questo programma ha posto delle difficoltà in parlamento. Per quanto riguarda la riforma del settore finanziario, si stanno compiendo progressi nella ristrutturazione delle operazioni della cassa di risparmio statale, che registra perdite. Pertanto, nel contesto del prestito di aggiustamento programmatico della Banca mondiale (PAL), le autorità hanno firmato a metà del 2003 un memorandum d'intesa che definisce un insieme di misure transitorie per la restrizione delle attività di prestito della predetta banca e la creazione delle condizioni per un'ampia ristrutturazione delle sue attività. Tuttavia il sistema bancario continua a presentare carenze importanti. In particolare i crediti in sofferenza continuano a rappresentare un quinto dei prestiti totali delle banche ed il sistema bancario resta altamente concentrato, con le otto banche principali che assommano oltre il 60% delle sue attività totali. Il grado di intermediazione bancaria resta basso, ma il sistema bancario è in rapida crescita dal 2000. Tale crescita è dovuta soprattutto al ritorno della fiducia nel settore bancario, che è un elemento positivo, in un contesto caratterizzato dal miglioramento della situazione macroeconomica; tuttavia essa comporta anche dei rischi considerevoli. In particolare, il rapido ritmo di espansione del credito mette a rischio la capacità delle banche di esaminare le richieste di prestiti con la debita attenzione. Per porre un freno a questa espansione eccessiva del credito, la banca centrale ha innalzato il coefficiente di adeguatezza patrimoniale delle banche dall'8% al 10% nel giugno del 2003. Nel settore commerciale, l'Ucraina continua a mantenere talune regolamentazioni che sono incompatibili con l'Accordo di Partnership e cooperazione (PCA). In particolare essa impone dazi sulle esportazioni ed altre restrizioni alle esportazioni di taluni prodotti e continua a discriminare i prodotti importati (in particolare automobili e bevande alcoliche) nell'applicazione di talune imposte interne. Inoltre, nonostante i progressi significativi compiuti negli ultimi anni, le regolamentazioni riguardanti i dazi, le licenze di importazione, gli standard tecnici e l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale devono essere rafforzate al fine di allinearli ai requisiti UE. L'Ucraina ha presentato domanda di adesione all'OMC nel 1994 e ha completato i negoziati bilaterali sull'accesso al mercato con 23 membri dell'OMC (compresa la UE). Resta tuttavia da trovare un accordo sugli aspetti non tariffari dei negoziati. L'Ucraina punta a diventare membro dell'OMC nel 2004, eventualmente in coincidenza con l'adesione della Russia. La UE sta aiutando l'Ucraina a prepararsi all'adesione all'OMC prestandole assistenza tecnica. Il governo si sta adoperando energicamente affinché il Parlamento approvi un programma ambizioso di riforma fiscale volto a ridurre l'applicazione di esenzioni e privilegi fiscali, a migliorare l'amministrazione tributaria, a limitare l'evasione fiscale e a ridurre gli effetti distorsivi del sistema fiscale. Tale programma prevede modifiche importanti all'imposizione del reddito delle persone, all'imposta sui profitti e alla legislazione IVA. A partire dal gennaio 2004, l'aliquota dell'imposta sui profitti è stata ridotta dal 30% al 25% e l'attuale regime di aliquote progressive dell'imposta sui redditi delle persone fisiche è stato sostituito da un regime basato su un'aliquota unica e su una soglia di esenzione fiscale più elevata. Inoltre il Parlamento ha adottato una legislazione che riduce significativamente il numero di settori esenti dall'IVA. Di recente vi sono stati anche dei progressi nella soluzione del problema dei rimborsi IVA arretrati agli esportatori. Nel novembre del 2003 è stato adottato un piano d'azione riguardante tali arretrati che in tale momento ammontavano a circa 3,2 miliardi di grivna, ovvero l'1,3% del PIL. In dicembre il governo ha versato circa 1,3 miliardi di grivna per tali arretrati. I restanti 1,9 miliardi di grivna sono stati scambiati contro obbligazioni statali quinquennali nel gennaio del 2004. Nel giugno del 2003 la Banca mondiale ha approvato la concessione di un prestito di 200 milioni di USD inteso a rafforzare l'amministrazione tributaria dell'Ucraina, una parte del quale potrebbe porre rimedio ai fattori che causano gli arretrati ricorrenti nei rimborsi IVA. La Commissione sta considerando di integrare questo progetto fornendo un'assistenza tecnica aggiuntiva. Le riforme nel settore dell'energia progrediscono in modo incerto e l'Ucraina continua ad avere uno dei coefficienti di efficienza energetica più bassi del mondo. La privatizzazione delle società regionali di distribuzione dell'elettricità (oblenergo) continua a farsi attendere ed i prezzi dell'energia dovrebbero restare nettamente al di sotto dei livelli di copertura del costo economico. Per quanto i tassi di riscossione dei canoni siano cresciuti significativamente negli ultimi anni, il settore dell'energia risente gravemente del problema dei pagamenti arretrati, sia per quanto riguarda i fornitori e lo Stato (arretrati di imposta) sia per quanto riguarda i crediti. La ristrutturazione e la privatizzazione del settore del gas continua ad essere rinviata. Inoltre i conti e le attività della società statale che detiene il monopolio del gas (Naftagas) mancano di trasparenza. Nel settore nucleare, le discussioni sul progetto K2R4 finanziato dalla BERS e da Euratom, che mira a compensare la chiusura di Chernobyl con la costruzione di reattori in altri due impianti nucleari, hanno incontrato talune difficoltà. Negli ultimi anni l'Ucraina ha compiuto sforzi considerevoli per accrescere la trasparenza delle proprie procedure di bilancio e dei propri conti e per allineare agli standard internazionali le norme contabili e di pubblicità riguardanti le società e gli istituti finanziari. Sul fronte del bilancio, nel 2001 è stato adottato un nuovo codice che chiarisce i ruoli del ramo esecutivo e legislativo e rafforza la trasparenza delle operazioni di bilancio. Il governo ha posto in atto un sistema di dipartimento del tesoro (Treasury system) relativamente moderno e sta adattando le regole sulla comunicazione delle statistiche di bilancio a quelle dell'FMI. Ma in questo settore persistono alcune carenze. In particolare la Camera contabile - l'organo supremo di audit esterno creato nel 1997 - non è autorizzata a controllare i conti del lato entrate del bilancio. Allo stato attuale la Camera contabile può controllare solo i conti delle amministrazioni tributarie e doganali come unità di spesa (le loro spese per elettricità, salari, attrezzature, ecc.). Un'altra anomalia riguarda i fondi extra-bilancio, i cui conti continuano ad essere presentati al di fuori del bilancio generale. 4. Attuazione dell'assistenza macrofinanziaria Il 12 luglio 2002 il Consiglio ha adottato una decisione intesa a concedere all'Ucraina una nuova assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 110 milioni di EUR, annullando la parte non versata della linea di credito del 1998. Nel giugno del 2003 i servizi della Commissione hanno avviato le discussioni a Kiev sulle condizioni politiche cui subordinare il versamento della prima quota del prestito. Tuttavia non è stato possibile completare queste discussioni nel 2003, in assenza di un accordo di finanziamento operativo con l'FMI. L'estensione dell'accordo approvata dall'FMI nel 1998 è giunta a scadenza nel settembre del 2002. Nel dicembre del 2003, i funzionari dell'FMI hanno concordato con le autorità dell'Ucraina un progetto di lettera di intenti e di memorandum di politiche economiche riguardanti un programma economico da sostenere con un ASB cautelativo. L'Ucraina ha attuato le azioni richieste in precedenza dall'FMI, tra cui in particolare il pagamento, entro dicembre 2003, di rimborsi IVA arretrati agli esportatori per un importo pari a 800 milioni di grivna e l'eliminazione della maggior parte delle esenzioni IVA [6]. Il consiglio di amministrazione dell'FMI dovrebbe approvare l'ASB cautelativo alla fine del marzo 2004. [6] La legge di bilancio 2004 ha abolito temporaneamente (per un anno) la maggior parte delle esenzioni IVA. Una legge adottata dal Parlamento all'inizio di febbraio ha reso tale abolizione permanente. All'inizio del dicembre 2003 la Banca mondiale ha approvato un nuovo prestito di aggiustamento programmatico per un importo di 250 milioni di USD, che riguarda diversi settori interessati da riforme strutturali [7]. La prima quota di tale prestito (75 milioni di USD) è stata versata al momento dell'approvazione da parte del consiglio di amministrazione. [7] Un primo prestito dello stesso importo è stato approvato nel settembre del 2001 ed è stato pienamente versato. SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE 1. Liberalizzazione dei prezzi I prezzi sono stati liberalizzati in massima parte. Le tariffe dei servizi comunali (gas, elettricità, riscaldamento e canoni d'affitto) sono soggette a controllo amministrativo e in genere non consentono il recupero integrale dei costi. 2. Liberalizzazione degli scambi Il regime delle importazioni non prevede restrizioni quantitative, con poche eccezioni dovute a motivi sanitari e di sicurezza. Nel 2001 l'Ucraina ha adottato un codice doganale relativamente liberale. L'aliquota media dei dazi doganali sulle importazioni, ponderata in base agli scambi, era del 7% a fine 2002 e l'aliquota media effettiva è addirittura inferiore per via dell'ampio ricorso alle esenzioni. D'altro canto i dazi presentano un livello relativamente elevato di dispersione, variando dallo 0 al 70%, e permangono alcune restrizioni alle esportazioni (semi di girasole, animali vivi, pelli di bovini e rottami metallici). Un accordo di partnership e di cooperazione con la UE è entrato in vigore il 1° marzo 1998. 3. Regime valutario Piena convertibilità dei conti correnti (secondo l'articolo VIII dello statuto dell'FMI) dal settembre 1996. Tra il settembre 1998 e l'agosto 1999, per difendere la moneta nazionale sono state reintrodotte alcune restrizioni di cambio per le operazioni correnti. 4. Investimenti esteri diretti Gli afflussi di IED sono rimasti esigui. Gli afflussi netti annui di IED hanno rappresentato in media solo l'1,8% del PIL nel 1999-2002. Gli afflussi netti cumulativi di IED pro capite tra il 1989 e il 2001 sono stati inferiori ai 100 USD. 5. Politica monetaria È basata in massima parte sull'uso di strumenti monetari indiretti. La Banca centrale concede mutui alle banche commerciali per lo più in forma di credito Lombard, aste di crediti e vendite di titoli con patto di riacquisto. 6. Finanze pubbliche La spesa pubblica consolidata è calata da circa il 70% del PIL nel 1992 a circa il 37% del PIL nel 2002. Tra il 1994 e il 1998 il numero di dipendenti pubblici è stato ridotto di un milione (portandolo a 4,7 milioni). Il disavanzo statale consolidato è diminuito dal 5,2% del PIL nel 1997 allo 0,5% del PIL nel 2003. Le fonti principali delle entrate, da cui proviene circa il 70% delle entrate statali consolidate, sono i contributi di sicurezza sociale, l'IVA e l'imposta sui profitti. 7. Privatizzazione e ristrutturazione d'imprese La privatizzazione delle piccole imprese è virtualmente completata: oltre 9.500 imprese sono state privatizzate mediante un piano di privatizzazione in massa (voucher) avviato all'inizio del 1995. Il programma di privatizzazione s'incentra ora sulle grandi imprese, inclusi i settori dell'energia e delle telecomunicazioni. La presenza di investitori esteri o strategici è limitata. Secondo la BERS, nel 2002 il settore privato ha contribuito alla produzione industriale nella misura di circa il 65%. 8. Riforma del settore finanziario Dal 1997 sono stati fatti grandi sforzi per rafforzare la vigilanza e la regolamentazione nel settore bancario, con l'adozione nel 1999-2000 di leggi sulla Banca centrale e sulle attività bancarie e con l'introduzione dei principi contabili internazionali e di un nuovo sistema di informativa per le banche. La maggior parte delle banche sono di proprietà privata. Tuttavia, il sistema bancario è ancora vulnerabile e alcune delle banche maggiori versano in condizioni difficili. I mercati dei capitali sono tuttora poco sviluppati. XII. Albania: avvio della procedura Nel giugno del 2002 l'FMI ha approvato un secondo programma triennale sostenuto dalla PRGF riguardante il periodo giugno 2002-giugno 2005. Le verifiche previste da questo programma sono state realizzate nel gennaio e nel luglio del 2003 e hanno avuto esito positivo. Durante l'ultima verifica l'FMI ha identificato, per il 2004, un fabbisogno di finanziamenti residui per la bilancia dei pagamenti di circa 46 milioni di USD. Nell'agosto del 2003 le autorità albanesi hanno indirizzato alla Commissione una richiesta di assistenza macrofinanziaria a condizioni agevolate. Nel 1999 il Consiglio aveva approvato [8] un'assistenza macrofinanziaria per un importo pari a 20 milioni di EUR a favore dell'Albania, sotto forma di prestito. Tale assistenza, che era stata offerta nel contesto della crisi del Kosovo, non fu mai attuata in quanto la crisi del Kosovo si rivelò relativamente breve, i profughi ritornarono a casa rapidamente e la bilancia dei pagamenti del paese risultò migliore del previsto. Pertanto le autorità albanesi comunicarono ai servizi della Commissione (una prima volta nel dicembre del 1999 ed una seconda volta nel giugno del 2000) di non aver bisogno di un'assistenza macrofinanziaria comunitaria sotto forma di prestito. Di conseguenza la Commissione ha cancellato questa assistenza nel 2001 [9]. [8] GU L 110, pagg. 13-15 - Decisione del Consiglio (1999/282/CE) del 22 aprile 1999. [9] Cfr. Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi nel 2001 - COM(2002)352. A seguito della richiesta presentata dalle autorità albanesi nell'agosto del 2003, dopo aver esaminato la situazione insieme all'FMI, i servizi della Commissione hanno preparato una proposta di decisione del Consiglio che abolisce la decisione del Consiglio del 1999 e fornisce all'Albania un'assistenza macrofinanziaria per un importo pari a 25 milioni di EUR. L'obiettivo di questa nuova assistenza è appoggiare il programma sostenuto dalla PRFG nonché agevolare gli sforzi delle autorità albanesi di attuare le riforme, nel contesto del processo di stabilizzazione e associazione. Dato il livello relativamente basso di sviluppo del paese (l'Albania ha un PIL pro capite di circa 1 400 USD ed è tuttora percettore di IDA), è stato considerato appropriato fornire una parte significativa di questa assistenza sotto forma di sovvenzione (16 milioni di EUR) ed il restante (9 milioni di EUR) sotto forma di prestito. La proposta è stata preparata tenendo conto dei requisiti del nuovo regolamento finanziario. Insieme ad essa è stata altresì presentata una valutazione ex-ante dell'assistenza proposta e nella decisione del Consiglio sono state inserite disposizioni intese a prevenire frodi. Prima di procedere con l'effettiva attuazione di questa assistenza, la Commissione verificherà l'affidabilità dei circuiti finanziari dell'Albania e delle procedure amministrative rilevanti. La Commissione ha adottato questa proposta il 23 dicembre 2003 [10]. Dopo la consultazione del Parlamento europeo il Consiglio dovrebbe adottare una decisione nel secondo trimestre del 2004. [10] COM (2003) 834 def. ALLEGATO >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> >RIFERIMENTO A UN GRAFICO>