28.6.2005   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 157/107


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione: La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione

COM(2004) 353 def.

(2005/C 157/20)

La Commissione europea, in data 17 giugno 2004, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione di cui sopra.

La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 10 novembre 2004, sulla base del progetto predisposto dal relatore WOLF.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 15 dicembre 2004, nel corso della 413a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 83 voti favorevoli, 3 voti contrari e 1 astensione.

1.   Introduzione

1.1

Il futuro economico, sociale e culturale d'Europa. Il futuro sviluppo dell'Europa e la sua posizione nelle articolazioni globali di potere saranno determinati, in particolare, dalla concorrenza, non evitabile, nel mercato mondiale, in cui l'industria e la struttura economica, la situazione del mercato del lavoro e delle materie prime sono in costante mutamento. A questo proposito appare sempre più evidente che la crescita, il successo e la potenza economica — e la conseguente capacità di offrire servizi sociali e una ricca vita culturale — dipendono in modo decisivo dalle conoscenze disponibili e dagli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico.

1.2

Il contesto concorrenziale globale. L'Europa, tuttavia, non deve più competere soltanto con i tradizionali paesi industrializzati come gli Stati Uniti, il Giappone o la Russia, bensì anche con potenze economiche in rapida espansione come la Cina, l'India, la Corea del Sud, ecc., ossia con tutta l'area economica del Sud-Est asiatico. Dall'efficienza scientifica e tecnica non dipendono soltanto la competitività economica e la conseguente capacità di attrazione esercitata su investitori, scienziati e ingegneri, ma anche il prestigio e l'influenza culturali e politici. Investimenti sufficienti in materia di ricerca e sviluppo possono e devono contribuire a consolidare la posizione dell'Europa e a garantire uno sviluppo sostenibile.

1.3

Lo spazio europeo della ricerca  (1). È per rispondere a tali sfide che è stato creato il concetto di «spazio europeo della ricerca», divenuto, con le conclusioni del Consiglio di Lisbona del marzo 2000, un concetto chiave e un quadro di riferimento per la politica della ricerca delle Comunità europee, in particolare rispetto ai noti, ambiziosi, obiettivi di Lisbona, Göteborg e Barcellona. La ricerca e lo sviluppo comunitari devono apportare un valore aggiunto europeo, assumere, nel rispetto della sussidiarietà, compiti che vanno oltre la capacità dei singoli Stati membri, nonché collegare, rafforzare e valorizzare il potenziale scientifico dell'Europa. La scienza e la ricerca sono elementi essenziali della cultura europea.

1.4

Configurazione dello spazio europeo di ricerca. Tutte le comunicazioni, decisioni e iniziative che si sono poi susseguite in materia di politica di ricerca europea sono state basate sul fecondo concetto di spazio europeo della ricerca. Vanno in particolare ricordati il Sesto programma quadro con il programma Euratom e i relativi strumenti di sostegno alla ricerca, l'iniziativa del 3 % (2) e numerosi altri aspetti, che riguardano per esempio la professione di ricercatore, l'importanza della ricerca di base, l'approvvigionamento energetico, la ricerca spaziale e le biotecnologie, ma anche l'interconnessione tra scienza, cittadini e società.

1.5

Pareri precedenti del Comitato. Il Comitato, nei pareri precedentemente formulati in materia, ha appoggiato sostanzialmente e vigorosamente le summenzionate iniziative della Commissione (3). Ha messo in rilievo l'importanza decisiva della ricerca e dello sviluppo (R&S) per gli obiettivi di Lisbona — più tardi anche per quelli di Göteborg e Barcellona — come pure per far emergere nell'UE un benessere sostenibile, dal punto di vista economico, sociale, ecologico e culturale. In questo contesto il Comitato ha fornito suggerimenti e formulato proposte per quanto concerne molti elementi importanti. Spesso ha persino raccomandato un netto rafforzamento delle proposte della Commissione, in molti casi però sollecitando correzioni ed esprimendo perplessità. Queste ultime si sono rivolte in particolare alla tendenza a provocare inefficienza, confusione e disagio a causa di un eccesso di disposizioni, obiettivi restrittivi e procedure burocratiche, nonché di modifiche troppo rapide e imprevedibili delle procedure e degli strumenti di sostegno.

2.   La comunicazione della Commissione

2.1

La comunicazione della Commissione in esame costituisce il seguito logico di questi sviluppi di principio estremamente positivi. Essa comprende una serie di obiettivi e riflessioni in vista della preparazione delle proposte per il Settimo programma quadro di R&S e per il programma Euratom, tenuto conto, da un lato, dell'ampliamento dell'UE a 25 Stati membri e, dall'altro, delle esperienze finora acquisite con il Sesto programma quadro di R&S.

2.2

Innanzitutto, la comunicazione ricapitola ancora una volta gli obiettivi e le misure attuali, tra cui in particolare l'obiettivo del 3 %, il quale, messo a confronto con la situazione presente dell'Unione europea, nel frattempo allargata a 25 membri, e con la situazione degli Stati in concorrenza con l'UE, viene motivato in modo molto convincente. Inoltre viene sottolineato l'effetto di leva della spesa del settore pubblico sugli investimenti privati nella ricerca, come pure l'esigenza di rendere attraente la professione di ricercatore, in modo da poter competere a livello mondiale per i migliori cervelli.

2.3

È così che viene motivata anche la necessità di rafforzare e sviluppare in misura sostanziale il sostegno alla ricerca da parte dell'UE, cui deve accompagnarsi un impegno maggiore — e certamente non inferiore — dei singoli Stati membri.

2.4

Anche sulla base delle esperienze di merito e operative ottenute nell'esecuzione dell'attuale programma quadro, la Commissione stabilisce sei obiettivi importanti:

creare poli d'eccellenza europei (4) tramite la collaborazione tra laboratori,

avviare iniziative tecnologiche europee,

stimolare la concorrenza nella ricerca di base a livello europeo,

rendere l' Europa attraente per i migliori ricercatori,

sviluppare infrastrutture di ricerca di interesse europeo,

migliorare il coordinamento dei programmi nazionali di ricerca.

2.5

Tra i punti esposti e i suggerimenti contenuti nella comunicazione, vanno menzionati i seguenti:

sfruttare appieno il potenziale dell'Europa a 25 Stati membri,

sfruttare appieno la complementarità con i fondi strutturali,

individuare i principali temi d'interesse europeo,

promuovere due nuovi settori di ricerca: lo spazio e la sicurezza,

utilizzare modalità di attuazione più efficaci,

migliorare il funzionamento del programma quadro.

3.   Osservazioni di carattere generale

3.1

Obiettivi di Lisbona, Göteborg e Barcellona. Il Comitato accoglie con favore e approva le intenzioni e le iniziative contenute nella proposta, oltre a trovarvi misure estremamente importanti per gli ambiziosi obiettivi di Lisbona, Göteborg e Barcellona. Il Comitato prende atto con grande soddisfazione del fatto che la comunicazione tiene conto di molte delle raccomandazioni da esso formulate nei suoi pareri precedenti.

3.2

«L'obiettivo 3 %  (5)». Il Comitato appoggia in particolare l'obiettivo del 3 %, che è basato sugli attuali investimenti in R&S dei concorrenti a livello mondiale. A livello dell'UE è necessario aumentare considerevolmente a tal fine le risorse disponibili per il programma quadro e per il programma Euratom, in linea con gli obiettivi di Lisbona e anche con la nuova Europa allargata a 25.

3.2.1

Raddoppiamento delle risorse dell'UE necessarie a questo fine. Secondo la proposta della Commissione, verrebbero raddoppiate le risorse messe a disposizione complessivamente per tutte le misure. Ciò riflette anche la raccomandazione del Comitato, da esso già formulata nel parere sul Sesto programma quadro (6).

3.2.2

Stati membri e industria. Per raggiungere l'obiettivo del 3 % il raddoppiamento delle risorse deve essere affiancato anche da un aumento corrispondente dei bilanci nazionali R&S e delle spese R&S dell'industria. Per entrambi i casi il Comitato nutre una forte preoccupazione che ciò non avvenga o avvenga in misura insufficiente. nel caso della ricerca e dello sviluppo industriali si può persino osservare che in molti casi gli investimenti R&S vengono destinati a centri situati all'esterno dell'UE. Il Comitato raccomanda di individuare le ragioni di questa spiacevole tendenza in modo che si possano adottare misure per far raggiungere l'obiettivo del 3 % anche alla ricerca e allo sviluppo portati avanti dall'industria europea.

3.2.3

Appello del Comitato. Il Comitato esorta nuovamente il Consiglio, il Parlamento e i governi degli Stati membri, e in modo speciale anche l'industria, ad allineare a tale obiettivo le rispettive decisioni e ad adeguarvi i bilanci nazionali e del settore privato in materia di ricerca e sviluppo. Il Comitato sa perfettamente che questo non è un compito facile, se si considera l'attuale difficile situazione finanziaria generale. Tuttavia, gli investimenti proposti dalla Commissione in materia di R&S sono non soltanto modesti, ma anche in grave ritardo rispetto alla concorrenza internazionale. Alle parole devono ora seguire i fatti.

3.2.4

Sviluppo dinamico. A questo proposito si deve evitare di guardare alla situazione in modo statico. Nell'ambito della concorrenza globale la politica europea deve essere impostata in funzione dello sviluppo futuro all'esterno dell'Europa (7). Se l'obiettivo del 3 % viene raggiunto troppo tardi, gli obiettivi di Lisbona non saranno conseguiti. A più lungo termine quindi gli investimenti in R&S devono essere ulteriormente aumentati.

3.3

Poli d'eccellenza a livello europeo. Il Comitato approva l'obiettivo generale di creare e sostenere dei poli d'eccellenza a livello europeo: ciò apporta un valore aggiunto europeo, stabilisce criteri per valutare la qualità e aumenta la capacità di attrazione della ricerca e dello sviluppo europei. L'auspicata collaborazione internazionale tra centri di ricerca, università e imprese deve costituire anche in futuro l'elemento centrale della politica di sostegno attraverso il programma quadro di R&S (compreso Euratom). In tale quadro il massimo rilievo deve essere dato alle priorità tematiche di ricerca.

3.3.1

Prerequisito. Il prerequisito per il conseguimento di tale obiettivo è in ogni caso l'esistenza di centri o gruppi d'eccellenza, dalla cui cooperazione ci si possano aspettare risultati «eccellenti» (8).

3.3.2

Si dovrebbe inoltre spiegare con maggiore chiarezza che il concetto «polo di eccellenza» non rappresenta un nuovo strumento di sostegno (cfr. infra) bensì un concetto più generale, che comprende gli strumenti di sostegno che perseguono tale obiettivo, come ad esempio «Network of Excellence» (NoE), «Integrated Projects» (IP) oppure «Specific Targeted Research Projects» (STREPs).

3.4

Strumenti di sostegno per la ricerca  (9) (struttura dei progetti). Facendo riferimento alla lodevole intenzione della Commissione di utilizzare modalità di esecuzione più efficaci, il Comitato ribadisce (10) le proprie richieste di chiarezza, semplicità, continuità e, in particolare, anche di flessibilità degli strumenti di sostegno alla ricerca. Flessibilità significa che i proponenti devono poter adeguare gli strumenti in funzione della struttura e delle dimensioni necessarie e ottimali di ciascun progetto. Solo in questo modo è possibile evitare che vengano creati dei progetti le cui dimensioni e struttura si adattino agli strumenti prefissati piuttosto che ai requisiti ottimali sul piano tecnico-scientifico. Gli strumenti devono servire le condizioni di lavoro e gli obiettivi di ricerca e sviluppo, e in nessun caso deve avvenire il contrario. L'impegno per la presentazione delle proposte e gli oneri amministrativi devono essere compensati dal risultato.

3.5

Ricerca di base e concorrenza europea. Allo stesso modo il Comitato ribadisce le affermazioni principali contenute nel suo recente parere (11) in materia, vale a dire la necessità di dare un'importanza immediatamente evidente al sostegno della ricerca di base — come fondamento di tutti i successivi progressi in materia di ricerca e sviluppo, e ciò in un contesto europeo concorrenziale con libera scelta dei temi da parte dei proponenti. La concorrenza a livello europeo apporta valore aggiunto europeo.

3.6

Dimensione internazionale della ricerca. A questo proposito non si può tuttavia ignorare che la dimensione internazionale della ricerca, che oltrepassa i confini dell'UE, riveste la stessa importanza. L'eccellenza in materia di ricerca e sviluppo si estende oggi ad un ambito globale, internazionale (12) di cooperazione aperta e allo stesso tempo di concorrenza mondiale. Anche questo aspetto deve essere sostenuto e preso in considerazione tramite l'adozione di adeguate misure (ad es. programma di mobilità, accordi di cooperazione, ecc.).

3.7

Interconnessione ed equilibrio tra le categorie della ricerca  (13). A tale proposito il Comitato fa riferimento ancora una volta all'interconnessione necessaria per l'innovazione e il progresso, alle fruttuose interazioni e ai passaggi fluidi tra le categorie della ricerca: ricerca di base, ricerca applicata (detta talvolta anche ricerca precompetitiva) e sviluppo (di prodotti e processi). Quest'interconnessione, così importante per la competitività della Comunità e per gli obiettivi di Lisbona, interessa anche la cooperazione e la reciproca integrazione tra la ricerca e lo sviluppo portati avanti dall'industria e la ricerca effettuata nelle università e negli istituti di ricerca finanziati dallo Stato. Essa deve quindi rispecchiarsi anche nell'equilibrio del sostegno destinato alle diverse categorie come pure nei singoli compiti e sottotemi delle rispettive priorità/azioni tematiche. Va dunque garantito l'accesso di tutte le summenzionate categorie di ricerca ai rispettivi assi di sostegno del programma quadro. In fin dei conti è su questo che si basa l'effetto di leva tra la spesa in R&S del settore pubblico e quella del settore privato dell'economia.

3.8

Modalità di applicazione efficaci. Come ultimo punto, ma non per questo meno importante, il Comitato accoglie con favore e sostiene l'intenzione di utilizzare le migliori modalità di esecuzione e di migliorare l'attuazione concreta del programma quadro. A questo proposito il Comitato nota che vi è un gran bisogno di misure che richiedano minori oneri amministrativi, che meglio di prima siano adeguate alla «Comunità scientifica» e all'industria e corrispondano alle loro regole interne, alle loro esperienze e condizioni di lavoro. I protagonisti dello spazio europeo della ricerca sono i ricercatori con il loro entusiasmo per la scoperta: essi hanno bisogno di uno spazio per realizzarsi e di condizioni quadro ottimali. Di tutto ciò occorre tenere conto.

4.   Osservazioni specifiche

4.1

Pareri recenti. Gran parte delle seguenti osservazioni sono già state accennate o formulate nei recenti pareri sulla politica europea della ricerca (14).

4.2

Criterio determinante. Il criterio determinante per la selezione dei progetti e il sostegno alla ricerca deve essere l'eccellenza scientifica e tecnologica, affinché l'UE possa acquisire e mantenere una posizione concorrenziale di primo piano a livello mondiale. Soltanto in questo modo possono essere conseguiti gli obiettivi formulati nella comunicazione della Commissione, ossia creare «eccellenza ed innovazione, chiavi della competitività industriale europea» e «stimolare la creatività della ricerca fondamentale tramite la concorrenza tra equipe a livello europeo».

4.2.1

Eccellenza. L'eccellenza e le prestazioni di alto livello sono il risultato di un processo di sviluppo e di selezione lungo, complesso e faticoso, che si svolge secondo regole stabilite dalla stessa «Comunità scientifica»; in esso ricorrono diversi fattori importanti e collegati di cui si deve tenere conto.

4.2.2

Società e politica. La società e la politica devono quindi far sì che siano presenti o vengano creati i presupposti per la nascita e il mantenimento di condizioni di eccellenza e di prestazioni di alto livello.

4.2.3

Criteri non pertinenti. L'impiego di criteri non pertinenti o troppo astratti aumenta gli oneri burocratici, induce in errore e rischia di condurre a decisioni sbagliate, con tutte le conseguenze negative che ne derivano, non soltanto per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona, ma anche per la ricerca nel suo complesso.

4.3

Il potenziale dell'Europa a 25. Allo stesso tempo occorre anche — e il Comitato condivide appieno questa intenzione della Commissione — sviluppare e sfruttare pienamente l'Europa a 25. A questo fine occorre creare i presupposti per prestazioni di alto livello sia nelle strutture di ricerca dell'Europa allargata, qualora non siano già presenti, sia nelle regioni che non dispongono di sufficienti attrezzature di ricerca.

4.3.1

Sussidiarietà. Conformemente al principio di sussidiarietà, rientra nelle competenze degli Stati membri il compito di sviluppare tali capacità tecnico-scientifiche nazionali e le relative attrezzature di base, come fondamento per creare «eccellenza» e ottenere prestazioni di alto livello.

4.3.2

Fondi strutturali e fondo europeo per gli investimenti. Ove sia necessario e appaia promettente, il suddetto compito dovrebbe essere sostenuto e finanziato, in modo mirato ed efficace, tramite i fondi strutturali e il fondo europeo per gli investimenti dell'UE. Per questo motivo il Comitato condivide l'intento della Commissione, anche in vista di una efficace politica di coesione, di sfruttare appieno la complementarità tra i fondi strutturali e i programmi europei di ricerca. Il Comitato raccomanda però di includervi il fondo europeo per gli investimenti, nonché di assegnare un parte delle risorse di tali fondi allo sviluppo di capacità di ricerca e infrastrutture.

4.3.3

A tal fine è inoltre necessario un finanziamento iniziale sufficiente delle misure di R&S nei nuovi Stati membri, in quanto in tali paesi le istituzioni scientifiche non sono ancora nelle condizioni di anticipare esse stesse per il momento le risorse richieste per i progetti sostenuti dall'UE. A titolo integrativo dovrebbero però di volta in volta essere creati a tale scopo anche corrispondenti sistemi di sostegno nazionali.

4.4

Infrastrutture di ricerca. Anche in riferimento a ciò, il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione di sviluppare le infrastrutture di ricerca (15) a livello europeo. Finora i consistenti finanziamenti attribuiti a grandi installazioni scelte in base al criterio della «geometria variabile» si sono dimostrati efficaci: si dovrebbe quindi proseguire sulla stessa strada. Il Forum europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI) svolge in tale ambito un'utile funzione consultiva. Su questa base dovrebbe essere elaborato un progetto europeo in materia di infrastrutture.

4.4.1

Infrastrutture di media grandezza. In base alle risorse disponibili e all'utilità riconosciuta per i progetti comunitari, la misura di cui al precedente paragrafo non dovrebbe essere limitata esclusivamente alle grandi installazioni, poiché in molti settori della ricerca sono necessarie anche infrastrutture complesse di media grandezza; esse possono, nello stesso tempo, contribuire al conseguimento degli obiettivi di ricerca di più Stati membri.

4.5

Rafforzamento delle priorità tematiche e della mobilità. Come già indicato, il Comitato appoggia la proposta della Commissione di raddoppiare le risorse disponibili per il Settimo programma quadro e il programma Euratom (rispetto all'attuale Sesto programma quadro). Tale aumento dovrebbe favorire principalmente (16) le priorità/azioni/progetti tematici (compresi quelli di Euratom) e il programma di mobilità (17) (compreso il sostegno alle nuove generazioni di scienziati e ai ricercatori di alto livello).

4.6

Strumenti di sostegno della ricerca. Per rendere più chiare le sue raccomandazioni in materia, il Comitato suggerisce di attenersi ai seguenti principi:

il numero degli strumenti deve essere limitato,

gli strumenti devono essere ben definiti e i loro obiettivi trasparenti,

la loro utilizzazione deve essere la più semplice possibile,

essi dovrebbero essere preferibilmente destinati al sostegno immediato di attività di R&S e ai ricercatori che vi sono impegnati,

la scelta degli strumenti e/o dello strumento per un determinato obiettivo o progetto dovrebbe spettare al proponente. Quindi i diversi elementi delle priorità tematiche non dovrebbero mai essere abbinati a priori ad uno strumento specifico (18); allo stesso modo la Commissione dovrebbe offrire consulenza a questo proposito e spiegare i motivi per cui dà preferenza a un certo strumento per certi temi,

anche per quanto concerne gli strumenti bisogna garantire una sufficiente continuità evitando, in particolare, un repentino «cambiamento dei parametri», in modo da mantenere gli oneri amministrativi per tutti gli interessati entro limiti ragionevoli,

la priorità dovrebbe essere data all'assegnazione di «Grants» o «STREPs» (Specific Targeted Research Projects), ossia all'autorizzazione di strumenti facilmente controllabili e gestibili. A questo proposito il Comitato rammenta le proprie precedenti esortazioni e le successive osservazioni in materia di PMI.

In linea con tali principi viene tra l'altro raccomandato, per quanto riguarda il NoE (Networks of Excellence), di sostenere non soltanto gli oneri derivanti dal coordinamento, bensì anche una parte delle spese dirette di R&S (come, ad esempio, già avviene nel caso delle associazioni del programma di fusione Euratom).

4.6.1

La relazione Marimon  (19). È con grande soddisfazione che il Comitato prende nota del fatto che le proprie raccomandazioni coincidono con quelle avanzate nella relazione Marimon di recentissima pubblicazione, di cui appoggia con forza le affermazioni.

4.6.2

Continuità. Per sottolineare e chiarire una volta di più l'importanza di questo aspetto: si dovrebbe garantire in generale la massima continuità possibile nella transizione dal sesto al settimo programma quadro. Per il mondo scientifico e per l'industria (soprattutto per le PMI) il cambiamento delle condizioni di sostegno, delle modalità di candidatura, dei criteri di valutazione, delle condizioni quadro e degli strumenti giuridici e dei modelli di costo comporta un onere con una corrispondente perdita d'efficienza. Per assicurare tale continuità si dovrebbe evitare di introdurre strumenti del tutto nuovi e ulteriori procedure; al contrario gli strumenti e le procedure utilizzate fino a un certo momento devono essere semplificati e adeguati in funzione delle esperienze acquisite e delle raccomandazioni espresse. L'obiettivo principale deve quindi essere la continuità, associata alla semplificazione e alla chiarificazione, oltre che la flessibilità nella scelta degli strumenti per i proponenti.

4.7

Piattaforme tecnologiche. Il Comitato approva espressamente l'iniziativa della Commissione e dell'industria di istituire delle piattaforme tecnologiche che riuniscano a livello europeo imprese, istituti di ricerca, il mondo della finanza, autorità e gli organismi di normazione. Il loro compito è quello di stabilire un programma di ricerca comune, attraverso il quale si intende mobilitare una massa critica di risorse nazionali e europee, sia pubbliche che private.

4.7.1

Progetti di sviluppo comunitari. Quest'iniziativa appare al Comitato positiva nel caso di progetti di sviluppo comunitari tecnico-scientifici di ampia portata e costosi, con obiettivi ben definiti, come per esempio il progetto Galileo, al fine di mettere in atto una collaborazione concertata dei partner. Ciò può avvenire sotto forma di «Progetti integrati» oppure di «Imprese comuni», conformemente all'articolo 171 del Trattato CE (20). Tuttavia, anche in questi casi, si dovrebbe accuratamente esaminare (21) in che modo si possa evitare di far lievitare le spese organizzative e amministrative e si possa favorire un'adeguata partecipazione delle PMI e di istituti o gruppi di ricerca di più piccole dimensioni.

4.7.2

Spese amministrative e organizzative. Considerate le ingenti spese organizzative, amministrative e legali (per esempio per le questioni della proprietà intellettuale) a tal fine richieste, prima dell'istituzione di nuove piattaforme tecnologiche si dovrebbe, innanzitutto, acquisire esperienza con quelle attualmente in corso di costruzione e inoltre si dovrebbe chiarire che, anche in questo contesto, si può applicare un criterio di «geometria variabile». Inoltre si dovrebbe di volta in volta esaminare se l'obiettivo sia stato chiaramente definito e se esso non possa essere conseguito con l'ausilio o lo sviluppo di procedure più semplici, per evitare di originare maggior confusione e oneri di coordinamento sproporzionati, a causa di un ulteriore aumento del numero di strumenti, che in parte si sovrappongono.

4.8

Piccole e medie imprese (PMI). Le PMI contribuiscono già adesso in misura notevole al processo d'innovazione ovvero dispongono del potenziale per farlo in futuro. Pertanto, le condizioni di partecipazione per le PMI alle priorità tematiche dovrebbero essere configurate in modo ancora più flessibile e essere semplificate, anche attraverso un'attribuzione flessibile e un'opzione di scelta di temi e strumenti (CRAFT, Collective research, Eureka). In generale, al momento di adeguare gli strumenti di sostegno e di strutturare i progetti si dovrebbe vegliare più attentamente di quanto fatto finora a coinvolgere in modo appropriato le PMI competenti, sia nel settore delle alte che in quello delle basse tecnologie. A questo fine si rivelano più adatti strumenti di sostegno come gli «Specific Targeted Research Projects — STREPs», che permettono l'avvio di raggruppamenti e di progetti più piccoli e favoriscono anche un approccio dal basso verso l'alto.

4.8.1

PMI e trasferimento delle conoscenze. Questo obiettivo va tuttavia trattato in modo distinto dal compito, altrettanto importante, di portare al livello dei ricercatori e tecnici che lavorano nell'industria, e particolarmente nelle PMI, le nuovissime conoscenze, con un potenziale di applicazione, ottenute dalla ricerca di base condotta nelle università e negli istituti di ricerca sostenuti dallo Stato e di dare a tali ricercatori e tecnici accesso a tali conoscenze, in modo da accelerare il trasferimento di conoscenze necessario per l'innovazione e la competitività dell'industria. Anche a tale proposito il Comitato ha già più volte fornito suggerimenti (22), riguardanti anche gli scambi di personale (mobilità) tra il mondo accademico e l'industria, che vanno chiaramente migliorati e resi più interessanti.

4.8.2

Imprenditorialità e politica industriale. Soprattutto la creazione di piccole imprese fornisce un impulso fondamentale all'innovazione e alla crescita economica. Spesso, però, il problema di tali nuove imprese non consiste principalmente in un sostegno insufficiente alle attività di ricerca e sviluppo, bensì in questioni relative alla gestione aziendale e al marketing, e soprattutto in una copertura finanziaria a lungo termine insufficiente per poter affrontare senza problemi le fasi iniziali caratterizzate da perdite. In questo contesto, quindi, la politica industriale e quella della ricerca devono cercare insieme soluzioni per creare incentivi e possibilità di successo per una maggiore imprenditorialità in Europa.

4.8.3

Il programma statunitense SBIR. Il Comitato raccomanda inoltre di avvalersi delle esperienze acquisite in questo settore dagli Stati Uniti con il programma «Small business innovation research (SBIR)», nel cui quadro il governo statunitense sostiene, attraverso diverse agenzie, misure di R&S orientate al mercato nel quadro delle piccole e medie imprese (23).

4.9

Coordinamento aperto. Il Comitato si è già pronunciato ripetutamente a favore dell'applicazione del metodo aperto di coordinamento da parte della Commissione, ma ha anche sempre sottolineato che gli Stati membri possono adottare questo approccio solo su base volontaria.

4.10

Organizzazione e coordinamento autonomi. Il Comitato ha richiamato più volte l'attenzione anche sull'autogestione e l'autocoordinamento — intesi come processo articolato dal basso verso l'alto — dei vari attori del mondo tecnico-scientifico comunitario che, nelle rispettive discipline, si conoscono per mezzo di pubblicazioni, congressi e workshop, influenzando di propria iniziativa la definizione dei programmi e — in una dialettica di concorrenza e cooperazione (cfr. più sotto) — contribuiscono al coordinamento. Iniziative, programmi e organismi di ricerca internazionali di importanza decisiva e di spicco a livello mondiale sono nati in questo modo, preparando così il progetto dello spazio europeo della ricerca. Questo fatto andrebbe riconosciuto e sfruttato.

4.11

Promozione della concorrenza. In questo contesto il Comitato si compiace che la Commissione consideri la promozione della concorrenza uno dei suoi sei grandi obiettivi e appoggia la sua aspettativa di ottenere un valore aggiunto mediante la concorrenza a livello europeo. Ribadisce inoltre quanto affermato in precedenza (24), e cioè che la scienza e la ricerca vivono di concorrenza per trovare le idee, le procedure e i risultati migliori, come pure della riproduzione (o smentita) indipendente dei risultati, ossia della «certificazione» delle nuove conoscenze, nonché della loro diffusione, estensione e approfondimento. È quindi necessario rendere possibili e sostenere approcci e strutture di ricerca pluralistici e interdisciplinari, al fine di stimolare e di sfruttare la concorrenza che ne deriva per le migliori idee e i migliori risultati.

4.12

Concorrenza, cooperazione e coordinamento. Tra gli obiettivi di concorrenza, cooperazione e coordinamento possono crearsi delle incompatibilità tanto più profonde quanto più le attività svolte sono legate allo sviluppo dei prodotti. Tenuto conto di questo, occorre delimitare i rispettivi campi di applicazione ottimali — e quindi anche scegliere gli strumenti adeguati, fermo restando il principio: tutta la concorrenza possibile, tutta la cooperazione necessaria.

4.13

Massa critica e concorrenza globale. Gli obiettivi della R&S come ad esempio le grandi infrastrutture o determinati progetti tecnologici di grandi dimensioni che, anche presi singolarmente, hanno una massa critica che va oltre le capacità dei singoli Stati membri e, quindi, fondamentalmente può essere ottenuta solo mediante una cooperazione a livello europeo, devono far fronte anche alla concorrenza globale ancor più di altri settori (cfr. anche il punto 3.6 «Dimensione internazionale della ricerca»), ed affermarsi a livello mondiale. A questo proposito vale anche quanto affermato in merito alle «piattaforme tecnologiche».

4.14

Consiglio europeo della ricerca (CER). Il Comitato, come ha già accennato in un suo recente parere (25), appoggia l'intenzione della Commissione di creare un Consiglio europeo della ricerca (CER). Tale organismo, il cui compito dovrebbe essere quello di organizzare e promuovere il settore della ricerca di base, dovrebbe essere gestito dalla «comunità scientifica» e svolgere la propria attività in piena autonomia, in base alle regole applicate da organismi analoghi che operano con successo a livello nazionale o negli Stati Uniti. Per sfruttare l'interazione tra le singole categorie della ricerca, il Comitato raccomanda che fra i membri del CER vi siano anche ricercatori di livello eccellente provenienti dal mondo della ricerca industriale.

4.15

Valutazione tra pari. Lo strumento fondamentale per la valutazione dovrebbe essere la valutazione tra pari (peer review). Tuttavia, anche per compensare le ben note debolezze (p. es. i conflitti di interesse) insite anche in questo metodo di valutazione, nel CER — e, più in generale, in ogni organizzazione di sostegno alla ricerca (26) — dovrebbero lavorare ricercatori di grande esperienza, comprovata dai loro risultati scientifici, e che, dal canto loro, conoscano perfettamente il settore specifico di loro competenza.

4.16

Favorire le carriere scientifiche. Il Comitato sostiene espressamente l'obiettivo di rendere più attraenti la scienza, la ricerca e lo sviluppo quali prospettiva di carriera, di creare entusiasmo nei ricercatori più brillanti per questo tipo di scelta professionale e di promuovere di conseguenza le carriere scientifiche. Recentemente il Comitato, in un suo parere (27), ha affrontato l'argomento in modo molto dettagliato e si è compiaciuto degli sforzi profusi dalla Commissione.

4.16.1

Insoddisfacente situazione contrattuale dei ricercatori. Un problema particolare, in tale contesto, è dato dagli attuali livelli retributivi e dalle vigenti condizioni contrattuali, che in molti Stati membri, soprattutto nel caso dei ricercatori più giovani, presentano netti svantaggi rispetto alle carriere nel settore privato e perfino rispetto ad attività nel pubblico impiego che per il resto sono senz'altro paragonabili. Il Comitato ribadisce che è assolutamente necessario un intervento, soprattutto da parte degli Stati membri.

4.17

Evitare organismi paralleli e sovrapposizioni. L'attività di ricerca comporta anche compiti di pianificazione, compiti di tipo imprenditoriale, amministrativo e peritale che devono essere espletati da ricercatori esperti. Visto il proliferare di domande, perizie e processi di monitoraggio, il Comitato ribadisce la sua raccomandazione alla Commissione (28) di affrontare questo problema e di adoperarsi a favore di procedure efficaci e coordinate (soprattutto con e tra i vari enti nazionali coinvolti) in grado di evitare il moltiplicarsi di organismi (e procedure) verticali (e anche orizzontali/paralleli) di approvazione, gestione e controllo che operano in modo indipendente gli uni dagli altri, e di evitare quindi l'attività improduttiva che ne consegue.

4.18

Scelta dei valutatori. Al medesimo tempo e ferma restando la necessità di ridurre globalmente l'attuale carico di lavoro dei valutatori, si deve però anche prestare attenzione ad ottenere per tale attività i ricercatori di maggior successo e particolarmente esperti nelle singole discipline poiché, altrimenti, vi sarebbe un maggior rischio di valutazioni sbagliate. A tal fine occorre però liberare le procedure di selezione dei valutatori dagli attuali eccessivi oneri burocratici, che sono caratterizzati da una mancanza di flessibilità e spaventano in modo particolare proprio i ricercatori di successo.

4.19

Procedure di valutazione. È possibile che alcune procedure criticate dalla comunità scientifica siano il risultato di un tentativo effettuato con la buona intenzione di introdurre e impiegare criteri di valutazione standardizzati in un campo troppo complesso e delicato per simili tentativi, invece di avvalersi dell'esperienza dei ricercatori. Il Comitato, pur approvando l'intenzione di evitare il più possibile le valutazioni soggettive in nome della trasparenza e dell'oggettività, in quanto esse sono contestabili e possono anche dar adito ad abusi, sottolinea che in questo modo si crea un dilemma irrisolvibile. La valutazione delle prestazioni e della creatività scientifiche non può essere automatizzata né delegata a persone inesperte.

4.20

Due nuovi temi: lo spazio e la ricerca nel campo della sicurezza. Nella comunicazione della Commissione non vengono ancora trattate le priorità tematiche. L'unica eccezione è data dai cenni alla ricerca di base (29) e ai due nuovi temi della ricerca europea: lo spazio e la sicurezza. Il Comitato accoglie con favore la proposta della Commissione di affrontare d'ora in poi anche a livello europeo il tema dello spazio e della ricerca nel campo della sicurezza; in tale contesto ribadisce le sue precedenti raccomandazioni relative al settore spaziale (30). Tuttavia, raccomanda anche di non finanziare questi due settori mediante gli stanziamenti destinati al Settimo programma quadro e di collocarli entrambi al di fuori delle priorità tematiche del programma quadro in quanto presentano caratteristiche particolari e diverse, non compatibili con le modalità di gestione del programma quadro.

4.20.1

Nel settore spaziale esiste già un programma molto convincente e di grande successo che finora è stato coordinato e gestito soprattutto dall'Agenzia spaziale europea (ESA) e dall'industria aerospaziale europea e al quale hanno già fornito contributi sostanziali anche gli organismi di ricerca degli Stati membri. Per questo motivo la partecipazione della Commissione — senz'altro caldeggiata dal Comitato — dovrebbe avvenire ed essere finanziata in una sede diversa, vale a dire nel quadro del vigente accordo di cooperazione tra l'ESA e la Commissione, e quindi al di fuori del Programma quadro. Il Comitato auspica di poter avere informazioni più dettagliate in materia.

4.20.2

Per quanto riguarda la ricerca nel campo della sicurezza, in tutta Europa vi è un forte interesse per un'azione a livello comunitario. In seno al Comitato se ne è già discusso e lo si è sottolineato più volte e, pertanto, il Comitato è decisamente favorevole ad affrontare l'argomento. Tuttavia, questo comporta anche questioni relative alla segretezza e alla possibile applicazione dei compiti di difesa interna o esterna, aspetti che vanno affrontati in modo diverso rispetto alle priorità tematiche del programma quadro (in cui, ad esempio, è richiesta la trasparenza). Anche in questo caso, quindi, andrebbe sviluppato un progetto a sé stante, che non dovrebbe essere finanziato a titolo del programma quadro, di cui non dovrebbe utilizzare gli strumenti.

5.   Sintesi

5.1

Il Comitato sottolinea l'importanza decisiva della ricerca e dello sviluppo per la competitività dell'Europa a livello globale, e quindi anche per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Appoggia pertanto le misure proposte nella comunicazione della Commissione e gli obiettivi ivi descritti.

5.2

Questo vale soprattutto per l'obiettivo del 3 % e per la conseguente proposta di raddoppiare gli stanziamenti comunitari destinati alla R&S (per il programma quadro e il programma Euratom). Il Comitato esorta vivamente il Consiglio e il Parlamento europeo a dar seguito a tale proposta, fa appello ai governi degli Stati membri affinché realizzino questo obiettivo anche nei loro bilanci nazionali dedicati alla R&S e invita l'industria ad aumentare a sua volta gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo effettuate in Europa, conformemente al summenzionato obiettivo.

5.3

Il Comitato richiama l'attenzione sul fatto che l'obiettivo del 3 % riflette l'attuale situazione concorrenziale e che, pertanto, in futuro andrà adeguato alle tendenze all'aumento registrate soprattutto negli Stati Uniti e nel Sud-Est asiatico.

5.4

Appoggia l'intenzione della Commissione di impiegare inoltre una parte degli stanziamenti dei fondi strutturali per lo sviluppo delle capacità e delle infrastrutture di ricerca, per sfruttare appieno il potenziale dell'Europa dei Venticinque e per tener conto anche della situazione di transizione nei nuovi Stati membri. Raccomanda inoltre di utilizzare a tal fine anche il Fondo europeo per gli investimenti.

5.5

Il Comitato è favorevole alla proposta della Commissione di utilizzare modalità di attuazione più efficaci possibile e di migliorare il funzionamento pratico del programma. Raccomanda pertanto di semplificare i vari strumenti e renderli più flessibili, garantendo al tempo stesso la continuità. I proponenti devono poter adeguare gli strumenti alla struttura ottimale necessaria per i singoli compiti da espletare e alle dimensioni dei progetti. Questo vale anche per la creazione di «piattaforme tecnologiche». Il Comitato condivide quanto affermato nella relazione Marimon.

5.6

Il Comitato raccomanda di coinvolgere le PMI idonee nelle attività di ricerca e sviluppo e nel processo di innovazione maggiormente di quanto non sia avvenuto finora e richiama l'attenzione sul programma SBIR messo a punto a tal fine negli Stati Uniti. Raccomanda inoltre di creare un'interazione tra la politica a favore delle imprese e quella in materia di ricerca per poter promuovere e sfruttare appieno il potenziale delle PMI e delle nuove imprese ai fini dell'innovazione e della crescita economica.

5.7

Il Comitato appoggia l'intenzione della Commissione di introdurre due nuove priorità tematiche: lo spazio e la sicurezza; esorta tuttavia a gestire e finanziare questi due settori come categorie separate, al di fuori del programma quadro (e spiega il motivo di questa sua raccomandazione).

5.8

Il Comitato è favorevole anche alla proposta della Commissione di inserire nel programma quadro la ricerca di base in quanto tale, di promuoverla in un contesto competitivo a livello europeo, e di creare a tal fine un Consiglio europeo della ricerca (CER) indipendente.

5.9

Il Comitato sottolinea l'importanza fondamentale dei rapporti tra le seguenti categorie della ricerca: ricerca di base, ricerca applicata (ricerca precompetitiva) e sviluppo. In questo contesto è necessario sostenere tutti e tre i tipi di ricerca in modo equilibrato.

5.10

Il Comitato appoggia l'intenzione della Commissione di rendere l'Europa più interessante per i migliori ricercatori, di indurre i giovani brillanti ad intraprendere una carriera scientifica e di garantire la possibilità di svolgere effettivamente una tale carriera. A questo proposito è necessario un intervento, soprattutto da parte degli Stati membri.

Per molte altre importanti e dettagliate riflessioni, raccomandazioni e osservazioni critiche si rimanda ai precedenti punti 3 e 4.

Bruxelles, 15 dicembre 2004.

La Presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Anne-Marie SIGMUND


(1)  ERA: European Research Area, cfr. in particolare GU C 110 del 30.4.2004 (CESE 319/2004) e GU C 95 del 23.4.2003 (CESE 288/2003).

(2)  Al Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 l'UE si è fissata l'obiettivo di innalzare, entro il 2010, le sue spese complessive di ricerca al 3 % del suo PIL; di tale percentuale i due terzi devono provenire dagli investimenti privati e un terzo dal settore pubblico (Stati membri e UE). Cfr. in merito anche la GU C 95 del 23.4.2003.

(3)  GU C 204 del 18.7.2000; GU C 221 del 7.8.2001; GU C 260 del 17.9.2001; GU C 94 del 18.4.2002; GU C 221 del 17.9.2002; GU C 61 del 14.3.2003; GU C 95 del 23.4.2003; GU C 234 del 30.9.2003; GU C 32 del 5.2.2004; GU C 110 del 30.4.2004; GU C 302 del 7.12.2004.

(4)  Cfr infra il punto 3.3.

(5)  GU C 112 del 30.4.2004.

(6)  (L'aumento del bilancio raccomandato in tale parere si riferiva al fabbisogno dell'Europa a 15 e deve quindi essere adeguato all'Europa a 25 - GU C 260 del 17.9.2001).

(7)  Cfr. punto 1.2.

(8)  Cfr. a tale proposito anche il punto 4.2 e segg.

(9)  Cfr. a tale proposito anche il punto 4.6.

(10)  Cfr. a tale proposito anche il punto 5.4 (GU C 95 del 23.4.2003).

(11)  GU C 110 del 30.4.2004.

(12)  Ad es. Canada, Cina, India, Giappone, Corea, Russia e Stati Uniti.

(13)  Questo tema, come pure altri problemi fondamentali collegati, è trattato in modo esauriente al punto 7 Ricerca e innovazione tecnica del parere del Comitato sul tema dello «spazio europeo della ricerca».

(14)  GU C 95 del 23.4.2003; GU C 110 del 30.4.2004.

(15)  Cfr. a tale proposito anche il punto 5.4 (GU C 95 del 23.4.2003).

(16)  Cfr. anche le raccomandazioni al punto 3.5.

(17)  In questo contesto riveste particolare importanza il programma Marie-Curie, di cui si raccomanda il potenziamento.

(18)  Il Comitato deplora nuovamente che le sue precedenti raccomandazioni, dello stesso tenore, non siano state prese in considerazione.

(19)  Relazione del comitato di esperti presieduto dal prof. Marimon, 21 giugno 2004, Sesto programma quadro.

(20)  «La Comunità può creare imprese comuni o qualsiasi altra struttura necessaria alla migliore esecuzione dei programmi di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione comunitari.»

(21)  Cfr. anche punto 4.7.2.

(22)  Cfr. per esempio i punti 7 e 8 (GU C 204 del 18.7.2000).

(23)  Cfr. http://sbir.us/pm.html e http://www.zyn.com/sbir/funding.htm

(24)  Cfr. punti 4.2.2, 4.2.3 e 4.2.4 (GU C 95 del 23.4.2003).

(25)  GU C 110 del 30.4.2004.

(26)  Per questo motivo il Comitato ha già raccomandato più volte di adottare questo approccio anche in seno ai sevizi della Commissione competenti in materia di sostegno alla ricerca.

(27)  GU C 110 del 30.4.2004 (CESE 305/2004) e CESE 1086/2004.

(28)  CESE 305/2004; punto 5.18 (GU C 110 del 30.4.2004).

(29)  Cfr. punto 3.5.

(30)  (GU C 112 del 30.4.2004).