Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo di primavera di Barcellona - La strategia di Lisbona - Produrre il cambiamento /* COM/2002/0014 def. */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE al Consiglio europeo di primavera di Barcellona LA STRATEGIA DI LISBONA - PRODURRE IL CAMBIAMENTO SINTESI Sono passati ormai quasi due anni da quando il Consiglio europeo di Lisbona ha definito l'obiettivo decennale coraggioso e ambizioso di trasformare l'Unione nell'economia basata sulla conoscenza più dinamica, competitiva e sostenibile, dotata di piena occupazione e di una rafforzata coesione economica e sociale. Da allora il Consiglio europeo ha dedicato le riunioni di primavera alle questioni strategiche in materia economica, sociale e ambientale, alla luce dell'obiettivo complessivo di garantire uno sviluppo sostenibile. Durante il Consiglio europeo di Barcellona, pertanto, si rivedranno i progressi compiuti e si definiranno le aree prioritarie chiave sulle quali concentrare l'attenzione per il prossimo anno. Nella presente relazione si espone l'ordine del giorno di tale riunione. I progressi fino a questo momento sono incoraggianti..... La fase iniziale della definizione degli obiettivi strategici e della stesura delle riforme sta giungendo a conclusione. Molte delle riforme devono ancora essere adottate formalmente ed i loro effetti non saranno avvertiti immediatamente dopo l'adozione. Si sono registrati notevoli successi a livello delle strategie, quali le nuove norme per il mercato delle telecomunicazioni; la cooperazione in aree quali l'istruzione, le riforme del sistema pensionistico, la ricerca e i nuovi programmi volti ad affrontare le diseguaglianze e l'emarginazione sociale. Il successo del passaggio all'euro ha mostrato la capacità dell'Unione europea di mantenere i propri impegni. L'euro ha rafforzato i fondamenti economici già complessivamente saldi. L'attuale congiuntura sfavorevole ha interrotto la costante riduzione della disoccupazione e sta rallentando la creazione di nuovi posti di lavoro. ...ma talune proposte chiave restano in sospeso Si sono anche registrati degli insuccessi: settori quali il brevetto comunitario, i servizi finanziari, l'energia e il sistema satellitare Galileo, per i quali non sono stati rispettati i termini per il raggiungimento di un accordo definiti dal Consiglio europeo e per i quali il progresso non è stato sempre sufficientemente rapido. Per evitare ripercussioni sulla credibilità, il Parlamento europeo e il Consiglio devono ora operare per riparare a tale scarsezza di risultati. È necessario perseguire il programma su tutti i fronti L'Unione europea deve confermare la strategia concordata in materia di stabilità macroeconomica e deve mantenere l'impulso conferito all'intera strategia di Lisbona. Gli obiettivi di Lisbona si rafforzano a vicenda e solo un'impostazione integrata potrà garantire il loro conseguimento. Ciò comporta: - riparare alla mancanza di risultati in materia di riforme strutturali ed economiche e assicurare che lo sviluppo sostenibile sia una parte integrante di tali riforme; - continuare a promuovere la coesione economica e sociale e prendere le misure necessarie per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle pensioni per il futuro; - sviluppare lo spirito imprenditoriale nell'ambito di un contesto commerciale competitivo ma talune aree richiedono azioni prioritarie Per conseguire gli obiettivi entro la fine del decennio, l'Unione europea deve aumentare il suo potenziale di crescita. Nelle attuali condizioni esistono tre aree prioritarie alle quali il Consiglio europeo di Barcellona dovrà conferire un impulso decisivo all'azione; aree che possono contribuire ad accelerare la ripresa dell'Unione e che sono importanti per le sue esigenze a lungo termine: - l'ulteriore sviluppo di strategie per l'occupazione, con un'attenzione particolare alle riforme attive del mercato del lavoro. Ciò comporta lo studio dei sistemi fiscali e delle prestazioni, il premio alle persone che lavorano più a lungo e il miglioramento dell'assistenza ai figli. Si dovranno affrontare gli ostacoli, in aree quali le competenze e le lingue, che scoraggiano i lavoratori a cambiare occupazione all'interno dell'impresa, oppure in altri settori o addirittura in altri paesi. Si dovranno incoraggiare le misure prese dalle parti sociali per anticipare e gestire il cambiamento. Ciò aiuterà l'Unione europea ad avvicinarsi sempre più, anche nell'attuale clima, al proprio obiettivo di piena occupazione e di migliori posti di lavoro; - collegare l'Europa e collegare i mercati. Tale obiettivo può essere realizzato attraverso ulteriori riforme e completando gli anelli mancanti nelle industrie di rete chiave e accelerando l'integrazione dei mercati finanziari garantendo il corretto quadro normativo. Ciò significa, ad esempio, definire date certe per l'apertura dei mercati dell'energia e concordare le misure chiave ancora necessarie per i servizi finanziari; al contempo, tuttavia, l'Unione deve proseguire gli investimenti nei progetti infrastrutturali prioritari che renderanno il mercato interno più dinamico e competitivo. Le recenti riforme del settore delle comunicazioni devono accelerare l'introduzione di reti veloci di telecomunicazioni a banda larga. Un'Europa più interconnessa, nonché servizi di interesse economico generale efficienti e ben funzionanti, manterranno l'Unione europea sul sentiero della crescita e contribuiranno a garantire a tutti i cittadini dell'Unione servizi di qualità più elevata; - moltiplicare gli investimenti nella conoscenza per garantire la competitività futura e i posti di lavoro. L'Unione europea deve aumentare gli sforzi nei settori della ricerca, dell'innovazione, dell'istruzione e della formazione ed aumentarne l'impatto perseguendo una strategia più integrata, collocando tali azioni sotto uno slogan comune: un'area europea della conoscenza. Saranno istituite nuove reti di eccellenza e la dimensione europea dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita potrà essere sostenuta da qualifiche di livello europeo. Un ulteriore tema prioritario delle azioni sarà quello di convincere le imprese a spendere somme ben più importanti nella ricerca e nell'innovazione. Con l'invio di un segnale di fiducia e tramite l'esercizio di una vera leadership politica, la riunione di Barcellona conferirà nuovo slancio alla strategia di Lisbona e al coordinamento delle strategie in campo economico. Essa rafforzerà, inoltre, la governance economica che contribuirà a dare forma ad una società e ad un'economia salde, sostenendo al tempo stesso l'euro. INDICE Sintesi 1 CONTESTO POLITICO ED ECONOMICO 2 PROGRESSI COMPIUTI VERSO GLI OBIETTI DI LISBONA 3 RISPOSTA STRATEGICA 3.1 Conservare lo slancio 3.2 Azioni più mirate nel 2002 3.3 Oltre Barcellona La presente relazione è affiancata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione che analizza gli sviluppi e i progressi nel campo delle strategie realizzati a partire dal Consiglio europeo di Lisbona. 1 CONTESTO POLITICO ED ECONOMICO Il Consiglio europeo si riunirà a Barcellona solo qualche settimana dopo la trasformazione dell'euro in una realtà tangibile nelle mani dei cittadini. L'euro è un potente simbolo dell'integrazione europea e mostra ciò che l'Unione europea è in grado di ottenere quando esiste la volontà politica. È necessario applicare ora la stessa ambizione alla politica economica, sociale e ambientale se vogliamo che l'UE sia in grado di conseguire l'obiettivo strategico che si è data per questo decennio: divenire l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo, come deciso durante il Consiglio europeo di Lisbona due anni or sono. Trasformando la riunione annuale di primavera nel punto focale per l'intera strategia economica, sociale e ambientale dell'Unione europea, il Consiglio europeo si è impegnato a fornire una leadership al livello politico più elevato. La prossima riunione di Barcellona metterà alla prova tale leadership. Esistono tutte le prospettive per un successo. L'Unione economica e monetaria ha garantito stabilità macroeconomica e le condizioni, nonostante l'attuale congiuntura sfavorevole, restano fondamentalmente solide. Tale situazione riflette il ruolo svolto dal patto di stabilità e di crescita dell'Unione europea. Ciò rappresenta il giusto contesto per intraprendere le azioni nel campo dell'occupazione, della ricerca e dell'innovazione, delle riforme economiche e della coesione sociale definite nella strategia di Lisbona; azioni che si rafforzano a vicenda per creare un mercato interno più dinamico e competitivo e per raccogliere le sfide a breve e a lungo termine per l'intera società. A partire dal suo varo durante il Consiglio europeo di Lisbona la strategia è stata rafforzata in due aspetti. Il Consiglio europeo di Nizza ha avviato l'agenda per la politica sociale che contiene le misure necessarie per conseguire gli obiettivi di Lisbona di un numero maggiore di posti di lavoro di migliore qualità e di un moderno stato assistenziale nell'ambito di una società dell'inclusione. Le linee principali della strategia di Lisbona sono state completate a Göteborg, dove il Consiglio europeo ha aggiunto una dimensione ambientale ed ha confermato, con la strategia per lo sviluppo sostenibile dell'Unione europea, la necessità di garantire la coerenza dei differenti ambiti strategici con gli obiettivi a lungo termine. Le prospettive economiche a breve termine per il Consiglio europeo di Barcellona A prima vista le condizioni economiche e politiche non potrebbero essere più diverse da quelle prevalenti nel marzo 2000 o addirittura all'epoca della riunione del Consiglio di primavera dello scorso anno. Il rallentamento economico negli Stati Uniti, aggravato dall'incertezza provocata dagli attentati terroristici negli Stati Uniti e dalla successiva situazione in campo politico e militare, rappresenta un'importante sfida politica per l'Unione ed ha anche avuto gravi conseguenze, dirette e indirette, a carattere economico e sociale. - La fiducia di imprese e consumatori, già fragile, si è ulteriormente indebolita. - Le previsioni di crescita per l'Unione europea per gli anni 2001 e 2002 sono state drasticamente ridotte. - Le aziende di tutte le dimensioni nell'intera Unione europea hanno rallentato significativamente gli investimenti in attesa di osservare la direzione intrapresa dall'economia. - La riduzione quadriennale dell'occupazione si è interrotta e sembra che la creazione di posti di lavoro subirà un deciso rallentamento. Nonostante quanto esposto in precedenza, esistono segnali che fanno sperare che l'attuale congiuntura sfavorevole sia di breve durata e che inducono ad un cauto ottimismo. I mercati finanziari europei hanno assorbito bene il contraccolpo, grazie anche al decisivo aiuto apportato dall'arrivo dell'euro. L'attuale congiuntura riflette un cambiamento in larga misura ciclico nell'economia mondiale, aggravato da una serie senza precedenti di eventi di carattere politico ed economico. Le attuali condizioni non mettono in discussione i fondamentali economici essenzialmente solidi o la necessità di portare avanti la strategia di Lisbona. Le riforme strutturali rappresentano una componente importante della soluzione a lungo termine. Il calo dell'inflazione ha inoltre permesso ai tassi di interesse a breve termine di scendere di 1,5 punti percentuali (calo rispecchiato dai tagli in Danimarca, Svezia e nel Regno Unito) nell'ultimo anno. L'economia non ha ancora completamente avvertito tale riduzione ed esiste la possibilità di ulteriori tagli legati alla continua diminuzione dell'inflazione. Fatto salvo un peggioramento della situazione politica generale, si prevede una modesta ripresa per il primo semestre dell'anno in corso, con un ritorno della fiducia dei consumatori, delle spese e degli investimenti. La crescita dovrebbe conservare tale slancio nel secondo semestre dell'anno con la ripresa dei mercati delle esportazioni al di fuori dell'Unione europea. Come dimostrato dalla recente esperienza, gli sviluppi che intervengo al di fuori dell'Unione europea possono avere serie ripercussioni al suo interno. Ciò rafforza la necessità di riforme strutturali che rendano l'Unione meno vulnerabile ai contraccolpi esterni, di natura sia politica che economica, ma al tempo stesso mette in luce l'importanza di un pieno impegno negli sforzi volti a riformare il panorama internazionale e di un ruolo attivo nell'attuale tornata di negoziati commerciali avviata a Doha. Il Consiglio europeo di Barcellona rappresenterà un momento critico per la strategia di Lisbona A Barcellona il Consiglio europeo valuterà i progressi che sono stati compiuti; esso dovrà altresì consolidare i successi conseguiti, evidenziare i punti deboli e definire le priorità per i prossimi dodici-diciotto mesi. La riunione avrà luogo in un momento importante per la strategia di Lisbona: - la Commissione ha ormai presentato la maggior parte delle sue principali proposte strategiche; - la seconda fase dell'accordo su tali strategie e della loro adozione è già ben avviata. Il successo o il fallimento è in larga misura nelle mani del Parlamento europeo o del Consiglio che devono prendere le decisioni nelle aree chiave della strategia; - la fase finale, nella quale le strategie convenute vengono attuate e cominciano ad avere una ripercussione diretta, è appena iniziata. La trasformazione delle nuove strategie in risultati visibili, tuttavia, come dimostrato dalla presente relazione, richiede l'intervento di tutte le parti in causa. Si sono già registrati importanti successi, quale il Pacchetto telecomunicazioni approvato di recente, che sono scaturiti dalla stretta cooperazione tra la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio. In altre aree cruciali delle riforme economiche e strutturali, tuttavia, il progresso è stato lento o deludente. Il Consiglio europeo deve rispondere a questa scarsezza di risultati prima che la situazione peggiori e deve inviare un segnale di fiducia, conferendo un chiaro impulso politico in quei settori nei quali l'esigenza di progresso è più sentita. La strategia di Lisbona contiene un ordine del giorno esauriente ed è necessario compiere progressi su tutti i fronti, anche se non tutti gli elementi in essa contenuti possono o debbono ricevere la stessa attenzione durante l'annuale Consiglio europeo di primavera. 2 PROGRESSI COMPIUTI VERSO GLI OBIETTIVI DI LISBONA Il calendario delle riforme riportato in seguito mostra le azioni più significative avviate a Lisbona e la misura in cui i termini ad esse collegati sono stati rispettati. Il calendario delle riforme di Lisbona: indicazione dell'anno in cui le riforme di Lisbona dovrebbero entrare in vigore (- indica misure necessarie adottate/prese; * indica che il termine stabilito rischia di non essere rispettato a causa della mancanza di progressi presso il Consiglio e il Parlamento europeo). 2001 - Accesso disaggregato alla rete locale - Quadro e registro degli aiuti di Stato Strategia per la semplificazione dell'ambiente normativo (Qualche ritardo) 2002 Nuovo quadro per gli appalti pubblici* (non è stato rispettato il termine del 2001 per un accordo) - Nuovo quadro per il commercio elettronico (esclusa la gestione dell'IVA per l'e-commerce per la quale non è stato rispettato il termine del 2001 per un accordo) Primi Piani d'azione nazionali biennali contro l'esclusione e la povertà Quadro della politica sociale 2003 - Nuovo quadro per le telecomunicazioni Mercato unico per il capitale di rischio* Ulteriore apertura dei mercati dell'energia elettrica all'utenza commerciale* Sesto programma quadro per la ricerca Brevetto comunitario* (non è stato rispettato il termine del 2001 per un accordo) - Liberalizzazione del trasporto merci internazionale su rotaia attraverso le reti ferroviarie transeuropee 2004 Cielo unico europeo Ulteriore apertura del mercato del gas all'utenza commerciale* Quadro per la tassazione dei prodotti energetici* Quadro per la tassazione dei risparmi 2005 Mercato unico per tutti i servizi finanziari* Apertura dei mercati del gas e dell'elettricità all'utenza privata Avvio di un sistema obbligatorio europeo di scambio delle emissioni per il CO2 2006 Seconda fase di apertura del mercato per i servizi postali 2008 - Liberalizzazione di tutto il trasporto merci internazionale su rotaia Il sistema di navigazione satellitare Galileo entra in funzione* (non è stato rispettato il termine del 2001 per un accordo sulla struttura) 2009 Possibile nuova fase o fase finale dell'apertura dei mercati per i servizi postali (subordinata a uno studio, nel 2006, circa le ripercussioni della liberalizzazione) Un documento di lavoro separato che affianca la presente relazione contiene una valutazione più completa dei progressi [1] ed un elenco delle azioni per l'attuazione della strategia di Lisbona. Una descrizione ancora più completa delle azioni che rientrano nell'agenda per la politica sociale sarà fornita in un Quadro della politica sociale che sarà pubblicato prima di Barcellona. [1] Tale valutazione è basata sugli indicatori strutturali convenuti. In taluni casi i dati disponibili per l'intera UE non coprono ancora il periodo a partire dal Consiglio europeo di Lisbona e, nel caso degli indicatori ambientali e della coesione, offre un quadro che risale ormai a quattro o cinque anni fa. Ciò evidenza la necessità di conferire priorità al lavoro statistico in tutte le aree della strategia di Lisbona. Si veda il documento di lavoro della Commissione, SEC(2002) 29, 15.1.02. Nella tabella che segue si evidenzia come molto resti ancora da fare verso gli obiettivi chiave di Lisbona per consentire all'Unione europea di divenire "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo...", ma anche come, nella maggior parte dei casi, taluni Stati membri abbiano già compiuto passi decisivi. Gli "Indicatori delle migliori prestazioni" utilizzati nella tabella rappresentano la media non ponderata dei tre Stati membri aventi le migliori prestazioni. Tali indicatori sono utili per fornire un'indicazione di ciò è possibile e si dovrebbe conseguire nel corso del tempo [2], sebbene essi servano a misurare il progresso compiuto verso obiettivi a livello dell'UE e non impongano obiettivi vincolanti per i singoli Stati membri. [2] Tale indicatori delle migliori prestazioni devono essere trattati con un certo grado di cautela, ad esempio, in quanto alcuni di loro sono particolarmente sensibili ai cicli economici. Nonostante ciò, la loro evoluzione nel corso degli anni a venire contribuirà a mostrare i progressi compiuti, sia in relazione ad altri Stati membri, che in relazione agli obiettivi generici di Lisbona, ove presenti. Tabella 2: progresso compiuto verso determinati obiettivi di Lisbona e indicatori delle migliori prestazioni >SPAZIO PER TABELLA> >SPAZIO PER TABELLA> La fonte dei dati è Eurostat salvo ove diversamente indicato. La serie completa dei dati è aggiornata periodicamente in linea all'indirizzo http://europa.eu.int/comm/eurostat. * Media non ponderata dei tre Stati membri dell'UE che vantano le migliori prestazioni ** Pratica migliore per il 2001 stimata in base alle cifre relative al 2000 per DK e NL, e a quelle del 2001 per UK. Valutazione dei progressi nei due anni intercorsi dal Consiglio di Lisbona I principali messaggi derivanti dalla valutazione dei progressi compiuti verso l'obiettivo strategico dell'Unione europea sono sintetizzati in seguito. Il conseguimento degli obiettivi di Lisbona richiede un tasso di crescita sostenuto a livello dell'UE pari al 3%. Vista la fase di rallentamento che l'Unione europea sta attraversando al momento risulta cruciale ottenere successi nell'attuazione delle riforme che devono condurre ad una continua crescita del tasso di occupazione e ad una più elevata produttività del lavoro. A partire da Lisbona il divario nel PIL pro capite tra l'Unione europea e gli USA è rimasto inalterato. In base agli ultimi dati disponibili il PIL pro capite dell'Unione è equivalente al 64% di quello degli USA. La differenza nella produttività del lavoro spiega, attualmente, circa un terzo di tale divario. I restanti due terzi sono dovuti al minor numero di ore di lavoro annuali per lavoratore e al più basso tasso di occupazione dell'Unione. Per colmare tale divario in modo significativo sono necessari progressi a livello dell'intera strategia di Lisbona. (a) Occupazione [3] Il progresso verso l'obiettivo della piena occupazione è falsato dalle attuali condizioni che hanno interrotto un periodo prolungato di riduzione della disoccupazione e di creazione di posti di lavoro. La creazione di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità da parte delle imprese dell'Unione europea dipenderà dalla velocità con la quale l'economia dell'Unione europea riemergerà dall'attuale rallentamento. Le strategie per l'occupazione, e in particolare quelle per il mercato del lavoro, stanno comunque contribuendo a un aumento del numero di persone che hanno un lavoro. La strategia europea per l'occupazione ha contribuito a stimolare tali riforme e la loro continuazione dovrà essere una priorità, grazie anche allo scambio delle pratiche migliori nell'ambito dell'Unione. Visto l'attuale clima, si dovranno incoraggiare i provvedimenti delle parti sociali volti ad anticipare e a gestire le trasformazioni all'interno di settori e imprese differenti. La task force ad alto livello in materia di competenze e mobilità [4] ha evidenziato la necessità di rimuovere le barriere alla mobilità geografica e di garantire che i lavoratori dispongano di competenze pertinenti e adattabili che consentano loro di passare da un'occupazione all'altra. Ciò dovrà essere integrato da un sistema di informazioni trasparente e integrato circa il mercato del lavoro. Allo stesso tempo dagli indicatori strutturali correlati all'istruzione (apprendimento lungo tutto l'arco della vita, abbandono scolastico precoce) risulta chiaro che nell'intera Unione europea poco è stato fatto per trasformare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita in una realtà quotidiana per la maggior parte degli adulti. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno continuato a lavorare su un certo numero di proposte legislative in settori quali la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, la partecipazione dei lavoratori e il trattamento paritario delle donne e degli uomini. Sono stati avviati nuovi dibatti su questioni quali la qualità del lavoro e la responsabilità aziendale. [3] Per ulteriori informazioni si veda il progetto di relazione comune sull'occupazione 2001, COM(2001) 438. [4] Relazione finale della task force di alto livello in materia di competenze e mobilità, 14 dicembre 2001, http://europa.eu.int/comm/employment_social/general/index_en.htm (b) Ricerca e innovazione L'area della ricerca europea ha trovato nuovo slancio anche grazie all'accordo, raggiunto in dicembre, in merito alle direttrici principali del sesto programma quadro di ricerca. Sono proseguite le tendenze positive, in particolare nella scienza e nella ricerca, in relazione alla crescita del numero di brevetti rispetto alla popolazione e in relazione al numero di laureati in materie scientifiche nell'Unione. L'Unione ha un punto di forza nella ricerca accademica e in quella pura, ma i ricercatori e le imprese europee non sfruttano adeguatamente le loro competenze nelle tecnologie di punta, quali la biotecnologia e le scienze naturali [5] e in altre tecnologie ambientali pulite. A tale riguardo risultano importanti le trasformazioni nel contesto imprenditoriale, ma anche l'accelerazione di misure volte a sostenere l'integrazione dei mercati finanziari e a migliorare la disponibilità di capitale di rischio una volta che si sarà invertita la contrazione ciclica che ha caratterizzato il 2001, nonché il raggiungimento di un primo accordo sul brevetto comunitario. Non sono stati compiuti progressi sufficienti per rafforzare la base di conoscenza dell'Unione europea. Il livello degli investimenti nell'istruzione è ancora troppo basso, la partecipazione all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita limitato e troppi giovani abbandonano la scuola senza aver conseguito alcuna competenza oppure con competenze minime. [5] Tale punto di vista è stato esposto nel corso della riunione di consultazione delle parti interessate in materia di biotecnologia e scienze naturali organizzata dalla Commissione europea nel settembre 2001. http://europa.eu.int/comm/biotechnology (c) Riforma economica Sono stati compiuti progressi significativi in talune aree della riforma del mercato interno e dell'economia in generale [6], correlati in particolare alla creazione del quadro normativo per il commercio elettronico ed il settore delle telecomunicazioni. Il ruolo del piano d'azione eEurope 2002 è risultato importante. Sono stati compiuti notevoli progressi nella connessione delle scuole a Internet [7]. Il mercato interno ha apportato chiari benefici in termini di concorrenza, scelte più ampie e prezzi più bassi in settori cruciali quali quello delle telecomunicazioni e dei mercati dell'energia. Nel contempo, tutti gli Stati membri hanno preso misure per migliorare il contesto aziendale, agevolando l'innovazione e la crescita e incoraggiando le imprese ad assumere rischi e ad innovare. Gli sforzi volti a semplificare il contesto normativo individuati a Lisbona e nella Carta europea delle piccole imprese devono proseguire. Tuttavia, come segnalato nella relazione circa il funzionamento dei mercati dei prodotti e dei capitali, sono necessari ulteriori sforzi per migliorare le prestazioni del mercato interno. Negli ultimi anni la convergenza dei prezzi sembra rallentare ed i progressi nel campo delle riforme strutturali ed economiche non sono stati uniformi. Taluni Stati membri devono ancora compiere sforzi significativi per rispettare l'obiettivo del Consiglio europeo di Stoccolma di recepire a livello nazionale, entro il marzo 2002, il 98,5% della legislazione CE adottata. Un'ampia parte delle 1500 cause di violazione in atto contro gli Stati membri per non aver applicato correttamente il mercato interno si riferisce ad ostacoli alla fornitura transfrontaliera di servizi, sebbene i mercati dei servizi siano uno di quei settori ai quali il Consiglio europeo di Lisbona ha attribuito particolare importanza. Purtroppo sono scarsi i progressi compiuti nell'attuazione del piano della Commissione per l'integrazione del settore dei servizi. Non sono state altresì attuate talune delle principali riforme strutturali che riguardano l'elettricità, il gas, il sistema di navigazione satellitare Galileo, i mercati dei servizi finanziari e i mercati degli appalti, per le quali era necessario raggiungere un accordo entro la fine dello scorso anno. I progressi compiuti sono stati limitati, sebbene i capi di Stato e di governo avessero definito i termini da rispettare. [6] Per ulteriori informazioni si veda la Relazione della Commissione - Riformare l'economia: relazione sul funzionamento dei mercati comunitari dei prodotti e dei capitali (la relazione di Cardiff, COM(2001) 736 e il quadro di valutazione del mercato interno n. 9, nov. 2001. http://europa.eu.int/comm/internal_market/en/update/economicreform/index.htm [7] A breve la Commissione pubblicherà una comunicazione circa eEurope 2002: valutazione, monitoraggio e sfide future. (d) Coesione [8] L'agenda per la politica sociale europea ha conferito nuovo slancio ed ha fornito un nuovo quadro strategico nell'ambito del quale conseguire l'obiettivo di Lisbona di una maggiore coesione. Nella metà degli anni '90 circa il 18% della popolazione, vale a dire 60 milioni di persone, era a rischio di povertà ed esistevano differenze significative tra gli Stati membri e all'interno degli stessi Stati membri. Senza i trasferimenti sociali questo tasso sarebbe stato pari al 26%. Differenze simili erano evidenti nella distribuzione del reddito tra le famiglie più ricche e quelle più povere. I sistemi assistenziali hanno svolto un ruolo fondamentale nella difesa dei cittadini dal rischio di povertà. La mancanza di dati aggiornati rende difficile valutare l'impatto del periodo di maggiore crescita e di diminuzione della disoccupazione nella seconda parte del decennio. A partire da Lisbona sono state decise, a livello sia europeo che nazionale, misure concrete per la lotta alla povertà, alla discriminazione e all'esclusione sociale, sostenute da nuovi programmi d'azione. Gli Stati membri hanno presentato i loro primi piani d'azione nazionali biennali contro l'esclusione e la povertà. Tale lavoro è stato basato sullo scambio delle pratiche migliori e sullo sviluppo di indicatori concordati ed ha coinvolto non solo gli Stati membri, ma anche le parti sociali e la società in generale. È tuttavia necessario attendere prima che gli effetti di tali azioni siano avvertiti nell'anno a venire. È altresì necessario rafforzare la base statistica per la misurazione della coesione economica e sociale. Nel contempo, lo studio [9] sulle ripercussioni dell'invecchiamento della popolazione sui sistemi pensionistici ed aziendali continua a mettere in luce i pericoli che si prospettano e la necessità di proseguire il lavoro in tale ambito. Le differenze di prestazioni, misurate in PIL pro capite, tra gli Stati membri restano significative e sono spesso accentuate tanto all'interno degli Stati membri che tra di loro. Sebbene permangano disparità tra gli Stati membri, queste si sono tuttavia ristrette in misura considerevole a partire dal 1998, in particolare nei paesi detti di coesione (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) nei quali il divario iniziale si è ridotto di un terzo. Restano, tuttavia, pronunciate le differenze nei livelli di disoccupazione tra regioni, con percentuali medie superiori al 20% nelle regioni più colpite. [8] Per ulteriori informazioni si veda il secondo rapporto sulla coesione economica e sociale, COM(2001) 24. [9] Per ulteriori informazioni si veda la comunicazione in materia di sostegno alle strategie nazionali volte a garantire pensioni sicure e sostenibili attraverso un approccio integrato, COM(2001) 362. (e) Ambiente Nei sette mesi intercorsi dal lancio, durante il Consiglio europeo di Göteborg, della strategia di sviluppo sostenibile dell'Unione europea sono state intraprese importanti azioni strategiche [10]. A Barcellona, l'impulso conferito alle politiche in materia di energia e trasporti deve prendere in dovuta considerazione l'ambiente. I dati disponibili suggeriscono che, sebbene le emissioni di gas serra siano diminuite durante gli anni '90, il rispetto degli obiettivi concordati di ridurre le emissioni oppure di quello di Göteborg di dissociare la crescita del PIL da quella dei trasporti resta una sfida particolarmente ardua. Sono necessarie ulteriori misure proprio perché il traffico è cresciuto di pari passo, se non più rapidamente del PIL, in particolare per quanto riguarda i viaggi aerei e il trasporto delle merci su gomma. Le conferenze di Bonn e Marrakech hanno comunque fornito un quadro che dovrebbe consentire di fronteggiare i cambiamenti climatici. L'adozione delle azioni proposte nel Libro bianco dello scorso anno circa la politica dei trasporti [11] consentirà di promuovere lo sviluppo di un approccio sostenibile ai trasporti. Anche le tecnologie pulite svolgeranno un ruolo importante in quanto aiutano ad affrontare le sfide in materia di ambiente, ma consentono anche di migliorare le prestazioni dell'intera economia. La prossima relazione della Commissione circa gli effetti delle tecnologie ambientali ("pulite") sulla crescita e l'occupazione mostra come la realizzazione del loro pieno potenziale significhi superare gli attuali ostacoli che derivano dagli incentivi sui prezzi, ma anche, ad esempio, da una mancanza di consapevolezza circa i risparmi che possono derivare da una riduzione dell'inquinamento. [10] Per ulteriori informazioni si veda la comunicazione in materia di sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile, COM(2001) 264. [11] Libro bianco "La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte" COM(2001) 370. 3 RISPOSTA STRATEGICA 3.1 Conservare lo slancio L'Unione europea deve rispettare la strategia convenuta in materia di stabilità macroeconomica, mantenere lo slancio alla base dell'intera strategia di Lisbona e concentrarsi sulle aree che possono apportare il contributo maggiore. 3.1.1 Un risoluto impegno verso il patto di stabilità e di crescita contribuirà a migliorare la fiducia Il quadro strategico macroeconomico offre una stabilità che dovrebbe accelerare il ritorno dell'Unione a una crescita più robusta: - le attuali strategie macroeconomiche all'interno del patto di stabilità e di crescita possono contribuire a rispondere alle esigenze a breve termine dell'economia senza compromettere l'obiettivo a medio termine della stabilità; - l'alleggerimento delle condizioni monetarie correlate ai minori rischi per la stabilità dei prezzi hanno contribuito a regolare il quadro strategico macroeconomico; - anche le politiche di bilancio contribuiscono a stabilizzare l'economia. Nel 2001, in taluni Stati membri sono stati attuati significativi tagli alle imposte (pari allo 0,5% del PIL); - sono in funzione stabilizzatori di bilancio automatici all'interno del patto di stabilità e di crescita. A causa degli effetti ciclici sulle aziende si prevede un deterioramento dei saldi di bilancio. Gli Stati membri che presentano ancora dei disavanzi dovrebbero puntare alla loro eliminazione entro il 2003-4, lasciando agire gli stabilizzatori di bilancio automatici entro il tetto complessivo del 3% del PIL per i disavanzi di bilancio. Qualora non si conseguano progressi in materia di consolidamento del bilancio entro il 2002 saranno necessari ulteriori sforzi nei due anni successivi. In tale contesto, l'attuale rallentamento mostra che l'economia dell'Unione europea resta vulnerabile agli sviluppi economici e politici in altre parti del mondo. L'attuazione delle riforme nell'ambito della strategia di Lisbona contribuirà a ridurre le ripercussioni di futuri shock sull'Unione europea. - Il Consiglio europeo dovrà ribadire un deciso impegno per la stabilità macroeconomica e per un ulteriore consolidamento a medio termine delle finanze pubbliche. 3.1.2 Conservare lo slancio per il conseguimento di tutti gli obiettivi di Lisbona A Barcellona il Consiglio europeo deve garantire l'avanzamento della strategia su tutti i fronti: economico, sociale e ambientale. Si tratta di aspetti che si rafforzano a vicenda e solo un approccio integrato potrà assicurare che l'Unione europea rispetti l'obiettivo di un tasso di crescita elevato e della piena occupazione e resti sul sentiero dello sviluppo sostenibile. Si deve sottolineare quanto segue: (a) Colmare il divario tra i risultati attesi e quelli conseguiti nell'ambito delle riforme economiche e strutturali Esiste un divario tra risultati attesi e risultati conseguiti. A più riprese non sono stati rispettati i termini per la presa e l'attuazione delle decisioni, spesso a causa di interessi politici o corporativi a breve termine. Tutto ciò costituisce un problema reale con costi concreti per le imprese e i cittadini dell'Unione europea. Il presidente Prodi ha sottolineato tale divario nella sua lettera ai capi di Stato e di governo dello scorso novembre. In tale lettera era contenuto un pacchetto prioritario [12] sul quale è necessario conseguire progressi prima di Barcellona [13]. [12] Il presidente ha individuato il Brevetto comunitario, la legislazione prendente in materia di appalti pubblici, le proposte in materie della vendita a distanza di servizi finanziari e di OICVM (taluni fondi di investimento) e, nell'ambito del piano d'azione per i servizi finanziari, le proposte pendenti in materia di abusi del mercato, garanzie collaterali, prospetti informativi, fondi pensione, pagamenti transfrontalieri e norme di contabilità internazionali. [13] Sono stati compiuti progressi su tutte le voci contenute nel pacchetto prioritario, ad eccezione del Brevetto comunitario, degli appalti pubblici, dei fondi pensione e dei prospetti informativi. Sono inoltre necessarie decisioni urgenti circa il sistema di navigazione satellitare Galileo e il quadro istituzionale nella relazione Lamfalussy. I membri del Consiglio europeo devono assumere la responsabilità della guida nei confronti dei rispettivi governi. Essi dovranno fare in modo che i ministri risolvano le dispute circa le singole proposte, anziché accettare che i termini non rispettati siano semplicemente sostituiti da altri o di essere chiamati a dirimere tutti i dettagli delle proposte più complesse. Il Parlamento europeo deve assumersi la propria parte di responsabilità nel garantire che venga colmato il divario tra i risultati attesi e quelli effettivamente conseguiti. Il Consiglio europeo dovrà affrontare tale sfida valutando soluzioni alternative al fine di colmare il divario in tale area: - la presidenza del Consiglio potrebbe organizzare ulteriori riunioni del Consiglio prima dei Consigli europei di primavera al fine di risolvere le questioni in sospeso; - la presidenza del Consiglio dovrebbe sfruttare appieno il voto a maggioranza qualificata, ove possibile, per garantire che le decisioni circa le riforme di Lisbona non vengano bloccate, in particolare nei settori messi in luce nella presente relazione; - i capi di Stato e di governo dovrebbero garantire un coordinamento interno appropriato per il conseguimento di progressi sull'intera strategia. Ove non sia possibile superare le ostruzioni, viene messa in discussione l'effettiva importanza ed urgenza della proposta. In tali casi la Commissione valuterà l'opportunità di ritirare la proposta presentata. Ove la mancanza di progressi, ad esempio nel settore del gas e dell'elettricità, pregiudichi la concorrenza e ritardi l'integrazione del mercato, la Commissione, come fece negli anni '90 per il settore delle telecomunicazioni, valuterà l'opportunità di adottare una legislazione per l'apertura dei mercati utilizzando i propri poteri in base alle norme europee per la concorrenza. (b) Garantire che lo sviluppo sostenibile sia una parte integrante di tali riforme Sviluppo sostenibile significa garantire che le strategie attuate siano compatibili con gli obiettivi a lungo termine. Tutti e tre gli obiettivi (economico, sociale ed economico) influiscono sulla qualità della vita. È per questo motivo che nella strategia di Lisbona è stata integrata una dimensione ambientale. Ciò dovrebbe garantire che a ciascuno di questi tre elementi venga conferito il giusto peso all'atto della definizione dell'orientamento strategico al livello politico più elevato. Ciò significa che l'impatto complessivo e la coerenza delle strategie devono essere valutati rispetto agli obiettivi generali a lungo termine. Al momento la Commissione sta sviluppano meccanismi per la valutazione della sostenibilità delle sue proposte che saranno attuati entro la fine di quest'anno. Il miglioramento della coerenza delle strategie risulterà particolarmente importante nel corso dei prossimi dodici-diciotto mesi nelle aree dei trasporti e dell'energia. Un'ulteriore apertura dei mercati dei trasporti e dell'energia, ad esempio, comporterà una riduzione dei costi e porterà a prezzi più bassi, ma non dovrà togliere ai singoli e alle imprese gli incentivi per investire nelle tecnologie pulite e nell'efficienza energetica. Ciò comporta la necessità di rimuovere i sussidi dannosi per l'ambiente e un utilizzo appropriato delle tasse ambientali. I legislatori dovranno inoltre garantire alle fonti di energia rinnovabili un adeguato accesso al mercato. Il Parlamento europeo e il Consiglio: - dovranno adottare la direttiva sull'imposizione dei prodotti energetici entro il dicembre 2002. Nel 2002 la Commissione presenterà: - nuove proposte circa i costi dell'infrastruttura dei trasporti per garantire che i prezzi di utilizzo delle differenti modalità di trasporto meglio riflettano i loro costi per la società. Gli introiti potrebbero essere utilizzati per contribuire a realizzare i collegamenti mancanti nell'ambito delle reti transeuropee, in particolare per quanto riguarda le alternative al trasporto su strada; - nuove proposte in materia di sistemi di trasporto più sicuri in Europa, e - di pari passo con la prosecuzione dei negoziati sulla direttiva in materia di direttiva sull'imposizione dei prodotti energetici, rivedrà l'impostazione generale all'imposizione dei prodotti energetici e studierà alternative per fare in modo che i prezzi dei prodotti energetici meglio riflettano il loro costo complessivo per la società. Le strategie e le nuove infrastrutture, comprese le reti transeuropee, devono essere compatibili con lo sviluppo sostenibile. La Commissione presenterà proposte volte a migliorare l'efficienza e a garantire la sicurezza delle fonti energetiche in seguito alla consultazione circa il Libro verde del novembre 2000 [14]. [14] Verso una strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico, COM(2000) 769 (c) Continuare a promuovere la coesione economica e sociale Il miglioramento della coesione economica e sociale deriva da una combinazione di prestazioni economiche più solide, dalla creazione di una società basata sulla conoscenza e dal sostegno strutturale a lungo termine degli investimenti nelle infrastrutture e nel capitale umano, in particolare nelle regioni a tasso di sviluppo più basso. La coesione sfrutta la solidità e l'ambizione del modello sociale europeo e dello stato assistenziale. Tale modello contribuisce a riportare i cittadini nel mondo del lavoro, riconoscendo che un'occupazione è spesso la migliore forma di protezione contro l'esclusione sociale. Esso combina un sistema accessibile che offre un livello elevato di protezione sociale con particolare attenzione alla coesione sociale, aspetto quest'ultimo spesso ritenuto poco sviluppato negli Stati Uniti. Tale obiettivo risulta particolarmente importante nelle regioni meno ricche e per i gruppi svantaggiati all'interno della società, per i quali la coesione non è solo una conseguenza della corretta integrazione, ma rappresenta un segno di solidarietà. Esso implica un continuo sforzo in termini di investimenti nel medio e nel lungo periodo che diverrà ancora più necessario nel contesto di un'Unione europea allargata. Il Consiglio europeo dovrà: - definire, per il 2010, l'obiettivo di dimezzare il numero di persone a rischio di povertà [15] nell'Unione europea. Gli Stati membri dovranno indicare nei loro Piani d'azione nazionali biennali contro la povertà e l'esclusione sociale come intendano contribuire al conseguimento di tale obiettivo. Il lavoro dovrà essere basato sugli indicatori dell'inclusione sociale approvati dal Consiglio europeo a Laeken; [15] Tale obiettivo dovrà essere basato sul livello medio del 1997 (ultimo anno per il quale esistono dati disponibili) pari al 18% della popolazione dell'intera Unione europea considerata a rischio di povertà una volta preso in considerazione il sostegno fornito dai sistemi assistenziali. - approvare gli studi in corso circa le ripercussioni dell'invecchiamento sulle cure mediche e l'assistenza per gli anziani al fine di rafforzare la cooperazione e lo scambio di buone pratiche. (d) Garantire pensioni sicure e sostenibili L'indice di dipendenza degli anziani, vale a dire la relazione tra la popolazione attiva e quella oltre l'età di pensionamento, raddoppierà passando dall'attuale 24% al 49% entro il 2050. Le proiezioni circa la spesa futura per le pensioni mostrano un aumento significativo compreso tra 3 e 5 punti percentuali del PIL nella maggior parte dei paesi, e ancora di più in altri paesi. Aumenti di tali proporzioni costituiscono una fonte di seria preoccupazione per i sistemi pensionistici e per le finanze pubbliche. Il Consiglio europeo dovrà chiedere la prosecuzione delle riforme dei sistemi pensionistici in atto nella maggior parte degli Stati membri al fine di: - salvaguardare la capacità dei sistemi pensionistici di rispondere alle loro funzioni sociali; - garantire la sostenibilità finanziaria di tali sistemi; - migliorare la loro capacità di rispondere alle trasformazione della società. (e) Sviluppare lo spirito imprenditoriale nell'ambito di un contesto adeguato per le imprese e incoraggiare una vera concorrenza Un'economia solida, una forza di lavoro più competente e più mobile, mercati dell'energia, dei trasporti e finanziari integrati ed una migliore base tecnologica e della conoscenza all'interno dell'Unione europea rappresentano opportunità da sfruttare. La conversione di tali opportunità in crescita economica e posti di lavoro dipende dalle imprese e dallo spirito creativo degli imprenditori di tutta l'Unione europea, nonché da un ambiente competitivo non distorto da misure di natura privata o statale. La forza della loro risposta rappresenterà un fattore chiave per il successo. Le piccole imprese [16], in particolare, rappresentano la spina dorsale dell'economia europea e ricoprono un ruolo di cardinale importanza nell'innovazione e nella creazione di posti di lavoro. [16] A Barcellona la Commissione presenterà la sua relazione annuale circa la Carta europea delle piccole imprese. Lo spirito imprenditoriale troverà terreno di crescita in un contesto favorevole per le imprese. Ciò richiede progressi su numerosi fronti che, insieme, stanno apportando trasformazioni significative. Al Consiglio europeo di Stoccolma gli Stati membri si sono impegnati a ridurre gli aiuti statali e a reindirizzare tali aiuti verso gli obiettivi orizzontali. Sebbene abbiano compiuto progressi nella riduzione dei livelli degli aiuti, gli Stati membri devono proseguire in tale sforzo e non devono permettere che trasformazioni del clima economico divengano scuse per compiere dei passi all'indietro. Il Consiglio europeo dovrà appoggiare le azioni in corso volte a: - ridurre gli aiuti statali in relazione al PIL e reindirizzare tali aiuti verso obiettivi di interesse comune, compresi gli obiettivi in materia di coesione - finalizzare, entro il giugno 2002, un piano d'azione per il miglioramento e la semplificazione dell'ambiente normativo; - sviluppare obiettivi quantitativi nell'ambito delle imprese, delle piccole imprese e del contesto commerciale, ad esempio riducendo il tempo necessario per la registrazione di un'impresa oppure migliorando la disponibilità di servizi dell'e-governo in linea. Ciò contribuirà a prestare maggiore attenzione alle aree nelle quali la necessità di progressi è più avvertita e a dimostrare i progressi effettivamente conseguiti. Sarà necessaria flessibilità per consentire agli Stati membri di utilizzare, nell'ambito di un gruppo concordato di obiettivi, quelli che meglio rispondono alle loro priorità specifiche; - rafforzare le azioni lungo le dieci linee direttrici della Carta europea delle piccole imprese (approvata dal Consiglio europeo a Feira nel giugno 2000); - migliorare l'ambiente fiscale per le imprese dell'Unione europea rimuovendo gli ostacoli all'attività economica transfrontaliera. La Commissione europea: - proporrà azioni mirate a breve termine; ad esempio, emendamenti volti ad estendere le direttive esistenti in materia di fusioni e casa madre-consociate per coprire il campo fiscale. Valuterà soluzioni complessive a medio termine, quale la possibilità per le imprese di lavorare con un unico gruppo di norme fiscali aziendali che garantisca un'unica base fiscale comune consolidata alle attività comunitarie. 3.2 Azioni più mirate nel 2002 Il Consiglio europeo di Barcellona dovrà prestare la massima attenzione a tre aree prioritarie per l'anno a venire: - strategie per l'occupazione, in particolare politiche attive per il mercato del lavoro, al fine di ridurre la disoccupazione e migliorare le prospettive di occupazione per l'intera forza lavoro, ma in particolare per accrescere i tassi di occupazione delle donne e dei lavoratori anziani; - riforme economiche per rafforzare la concorrenza, l'integrazione e gli investimenti nell'ambito delle industrie di rete dell'Unione europea ed un'accelerazione dello sforzo volto al completamento dell'integrazione dei mercati finanziari; - una base della conoscenza più solida nell'Unione europea. Sono queste le aree che possono giocare un ruolo decisivo nelle prestazioni a lungo termine dell'Unione europea. Esse contribuiranno a stimolare l'occupazione, gli investimenti e la produttività a breve e medio periodo, non solo in settori specifici, ma nell'intera economia. Ogniqualvolta ciò risulti appropriato, la Commissione farà in modo che le sue proposte circa gli orientamenti per le strategie di massima in materia di economia e occupazione traducano tali priorità in misure operative che dovranno essere attuate a livello europeo e nazionale. 3.2.1 Sviluppo di strategie per l'occupazione che si concentrino su politiche attive del mercato del lavoro per i mercati del lavoro europei È necessario mantenere gli obiettivi relativi al tasso di occupazione dell'Unione europea per il 2005 e 2010 ed è altresì necessario accelerare gli sforzi per la creazione di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità e per l'apertura del mercato del lavoro ad un numero sempre più ampio di persone. Si dovranno favorire le misure che aiutino gruppi specifici, quali le donne e i lavoratori anziani, ad entrare nella forza lavoro e a rimanervi. - Nel 2002 la Commissione europea presenterà una proposta per la revisione della strategia europea per l'occupazione al fine di sfruttare i risultati conseguiti ed integrare gli obiettivi di Lisbona, compreso il calendario del processo di Lussemburgo. - A partire dal 2003 gli Stati membri dovranno indicare come intendano contribuire a conseguire tali obiettivi dell'Unione europea definendo obiettivi nazionali ambiziosi, ma accessibili, nell'ambito dei loro Piani d'azione nazionali per l'occupazione. Tale impostazione dovrà essere recepita negli orientamenti per l'occupazione per il 2003. Il progresso è possibile se le azioni sono attuate da tutte le parti in causa, ma in particolare dagli Stati membri e dalle parti sociali. Le azioni dovranno concentrarsi su: (a) Rimozione degli ostacoli e dei disincentivi che dissuadono i cittadini dal trovare un'occupazione e dal rimanere nel mondo del lavoro (i) Aspetto fiscale Gli Stati membri hanno già abbassato le imposte, tra il 1999 e il 2001, di circa lo 0,75% del PIL. Tale tendenza dovrà proseguire al fine di ottenere un'ulteriore riduzione entro il 2005 dell'ordine di un punto percentuale. Tali riduzioni dovranno rispettare pienamente il patto di stabilità e di crescita e dovranno, in generale, essere compensate da riduzioni nella spesa pubblica. - Il Consiglio europeo dovrà sottolineare che, all'atto dei tagli alle tasse, gli Stati membri dovranno assegnare priorità ai tagli a favore delle persone a basso reddito. (ii) Benefici Per numerosi Stati membri è urgente la necessità di riforme complessive che prendano in considerazione gli effetti combinati delle misure fiscali e delle prestazioni nella creazione di incentivi alla partecipazione e alla permanenza nella forza lavoro. Sebbene debbano essere rivolte ai sistemi di controllo e alle norme di ammissibilità per beneficiare delle indennità, tali riforme devono concentrarsi sul miglioramento degli incentivi che rendono il lavoro redditizio, garantendo al tempo che non vengano pregiudicati gli obiettivi sociali dei sistemi assistenziali. Il Consiglio europeo dovrà evidenziare l'importanza di accelerare le riforme dei benefici chiave a livello nazionale, prendendo in considerazione gli effetti combinati delle misure fiscali e dei benefici. Gli Stati membri dovranno prendere misure per: - scoraggiare il prepensionamento per i singoli lavoratori e l'introduzione di sistemi di prepensionamento da parte delle imprese. Ciò agevolerà la crescita della partecipazione alla forza lavoro e del tasso di occupazione dei lavori anziani e dovrà contribuire ad un aumento nell'età media effettiva di pensionamento da 58 a 60 anni nel 2010. Gli sforzi dovranno essere maggiormente pronunciati negli Stati membri che presentano tassi di occupazione inferiori per i lavoratori anziani; - promuovere una transizione graduale dal lavoro al pensionamento (ad esempio, incoraggiare il lavoro a tempo parziale) e premiare coloro che ritardano l'uscita dal mondo del lavoro; - riformare i benefici assegnati in base alle reali esigenze, senza pregiudicare gli obiettivi sociali o gli incentivi all'istruzione e alla formazione, al fine di garantire che ciascun membro di un gruppo familiare sia incentivato a lavorare. La Commissione valuterà ulteriormente come la combinazione delle varie strategie si ripercuota sul livello della partecipazione al mercato del lavoro (quali sistemi di incentivi, penali per il lavoro in occupazioni differenti dopo il pensionamento). Le parti sociali dovranno essere incoraggiate a sostenere un'uscita più graduale dalla forza lavoro da parte dei lavoratori anziani. Gli Stati membri possono contribuire apportando, ad esempio, modifiche ai regolamenti relativi a determinati sistemi di prestazioni (quali quelli relativi all'assistenza sanitaria). (iii) Migliorare le strutture per l'assistenza ai figli e studiare le cause dell'attuale divario fra i sessi sul luogo di lavoro Per aumentare la partecipazione delle donne alla forza lavoro si dovrà migliorare la disponibilità di strutture pubbliche e private per l'assistenza ai figli. La definizione di obiettivi, basati su futuri indicatori dell'assistenza ai figli, contribuirà a imprimere slancio per ulteriori miglioramenti. La mancanza di assistenza ai figli è solo un esempio dei fattori che influenzano la partecipazione delle donne alla forza lavoro e che contribuiscono all'esistenza di un divario fra i sessi. Il Consiglio europeo dovrà definire obiettivi a livello dell'UE per il 2010: - l'assistenza per i figli dovrà essere disponibile per almeno il 90% dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l'età dell'obbligo scolastico e per almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni. Nel 2002 la Commissione avvierà una valutazione complessiva circa i motivi dell'esistenza di differenze che portano a un divario tra i sessi, compreso quello nei livelli di retribuzione. (b) Promozione dell'occupabilità, dell'adattabilità e della mobilità per una migliore gestione dei cambiamenti (i) Un piano d'azione in materia di competenze e mobilità Il lavoro della task force di alto livello in materia di competenze e mobilità ha evidenziato l'esistenza di barriere significative ad una maggiore mobilità occupazionale e geografica all'interno dell'Unione europea. Tali barriere possono derivare da una mancanza di competenze chiave, dall'esigenza di un regime più uniforme, trasparente e flessibile per il riconoscimento professionale ed altri problemi correlati alle qualifiche, dalla mancanza di informazioni circa le opportunità di lavoro in altri Stati membri e da ostacoli legati alle pensioni, all'accesso all'assistenza sanitaria e alla sicurezza sociale. La Commissione presenterà a breve un piano d'azione volto a rimuovere le barriere all'interno dei mercati del lavoro europei entro il 2005. Il piano d'azione conterrà misure volte a: - rendere i sistemi scolastici più sensibili alle esigenze del mercato del lavoro; - ridurre gli ostacoli normativi e amministrativi al riconoscimento professionale nonché gli altri ostacoli derivanti dalla modalità di riconoscimento delle qualifiche formali e dell'apprendimento non formale; - garantire la piena trasferibilità dei diritti della sicurezza sociale, comprese le pensioni, all'interno dell'Unione europea. Ciò dovrà comprendere una misura pratica e simbolica, quale quella di sostituire i moduli attualmente necessari per beneficiare dei trattamenti sanitari in un altro Stato membro con una Tessera di assicurazione sanitaria europea. Tale tessera avrebbe quale finalità quella di semplificare le procedure, piuttosto che di modificare i diritti e gli obblighi esistenti; - analizzare l'interazione tra l'immigrazione, l'occupazione e le politiche sociali. Gli Stati membri dovranno intraprendere azioni per migliorare la mobilità all'interno dei rispettivi territori. - Ciò comporta uno sforzo mirato che combini le politiche attive del mercato del lavoro con un rafforzamento dell'amministrazione dei sistemi di indennità e una maggiore flessibilità nella possibilità di conservare le indennità quando ci si sposta da una regione all'altra. A tale proposito è inoltre necessario che i salari siano più direttamente legati alla produttività e alle situazioni del mercato del lavoro in settori e in aree geografiche differenti. (ii) Anticipare e gestire il cambiamento nel contesto della ristrutturazione aziendale Per valutare l'occupazione e gli aspetti sociali della ristrutturazione aziendale risulta importante un dialogo tra le parti sociali a tutti i livelli. Ciò garantirà un'impostazione a carattere preventivo e proattivo, un'impostazione che anticipa i cambiamenti e mira a gestirli. La Commissione sta avviando la prima fase della consultazione delle parti sociali circa l'anticipazione e la gestione del cambiamento. Ciò consentirà di valutare l'aspetto sociale della ristrutturazione aziendale. La Commissione si attende che le parti sociali sviluppino impostazioni sviluppate di comune accordo e basate sulle pratiche migliori. - Il Consiglio europeo dovrà sostenere le necessità di un approccio positivo al cambiamento a fronte della necessità di una maggiore capacità di adattamento nell'ambito dell'economica e dovrà chiedere alle parti sociali di continuare il lavoro in tale settore. 3.2.2 Collegare l'Europa, collegare i mercati Nel giro di mezzo secolo l'Unione europea si è evoluta in una rete di interdipendenza ed integrazione. Le decisioni che attuano le riforme economiche strutturali chiave avviate a Lisbona devono essere prese nel 2002. È necessario accelerare il lavoro sulla creazione del quadro normativo necessario al conseguimento di mercati finanziari integrati al fine di ridurre il costo del capitale, creare posti di lavoro e consentire ai cittadini e alle imprese di sfruttare pienamente i benefici apportati dal passaggio all'euro. Il Parlamento europeo e il Consiglio devono definire un calendario e un quadro per l'ulteriore integrazione dei mercati del gas e dell'elettricità e per le aree chiave nel settore dei trasporti. È necessario completare i collegamenti ancora mancanti nella rete chiave delle infrastrutture europee e incoraggiare gli investimenti nelle infrastrutture di base. (a) Mercati finanziari Sono stati compiuti progressi nell'ambito degli obiettivi di Lisbona relativi ad una completa integrazione dei mercati dei valori mobiliari entro il 2003 e dei mercati dei servizi finanziari entro il 2005, ma tali progressi non sono stati sufficientemente rapidi. Ciò è fondamentale per la crescita, la competitività, l'occupazione e le imprese dell'Unione europea. Le barriere di natura amministrativa e giuridica ancora presenti devono essere rimosse. Le direttive OICVM in materia di armonizzazione dei fondi di investimento [17] e il regolamento in materia di pagamenti transfrontalieri sono già stati adottati in modo formale. Sono necessarie decisioni circa altri elementi chiave del piano d'azione per i servizi finanziari se si vuole che l'Unione istituisca un settore dei servizi finanziari integrato nei tempi previsti dai Consigli europei di Lisbona e Stoccolma. [17] Organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari. Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno: - adottare le proposte pendenti in materia di vendita a distanza dei servizi finanziari, garanzie collaterali, abuso dei mercati e norme internazionali di contabilità entro il giugno 2002; - adottare le proposte pendenti in materia di fondi pensione, conglomerati finanziari e prospetti informativi entro il dicembre 2002. Il gruppo di esperti ad alto livello sul diritto aziendale, istituito dalla Commissione europea, ha presentato la sua prima relazione sulle questioni correlate alle offerte pubbliche di acquisto. Prendendo in considerazione le sue raccomandazioni la Commissione presenterà una nuova proposta nel secondo trimestre di quest'anno e auspica che si raggiunga un pieno accordo politico su tale questione cruciale entro la fine del 2002. (b) Energia e trasporti Prima della fine del 2002 dovranno essere prese decisioni definitive circa le azioni da adottare per un'ulteriore integrazione dei mercati dell'energia e dei trasporti all'interno dell'Unione europea. Un'ulteriore apertura dei mercati contribuirà al miglioramento dei servizi per le imprese e i cittadini, garantendo al tempo stesso un livello di servizio adeguato in qualsiasi punto dell'Unione europea ad un prezzo ragionevole. (i) Apertura dei mercati Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno: - adottare quanto prima possibile, nel corso del 2002, le proposte pendenti che definiscono i termini e il quadro per la fase finale della liberalizzazione dei mercati dell'elettricità e del gas; - adottare, entro il dicembre 2002, le proposte per la creazione del Cielo unico europeo, le norme proposte circa l'assegnazione degli slot aeroportuali, nonché le proposte pendenti in materia di accesso ai servizi portuali e ai contratti del servizio pubblico; - compiere progressi significativi sul prossimo secondo pacchetto di misure volto a dare nuova vita alle ferrovie europee, in vista della sua adozione nel 2003. Il Consiglio deve, alla luce delle conclusioni del Consiglio europeo di Laeken: - assumere le decisioni necessarie, entro il marzo 2002, per avviare ufficialmente la fase di sviluppo del sistema di navigazione satellitare Galileo. (ii) Collegamenti mancanti L'apertura dei mercati deve essere accompagnata da sforzi volti a migliorare l'utilizzo delle reti esistenti e a completare i collegamenti mancanti nel settore dell'energia e dei trasporti nell'ambito dell'Unione europea. Ciò rafforzerà il mercato interno e sosterrà una vera concorrenza. Nel caso dell'energia, tale apertura consentirà di agevolare l'accesso ai sistemi di distribuzione nazionali da parte delle fonti rinnovabili di energia e migliorerà la protezione a lungo termine delle fonti di energia dell'UE. In base alla sua comunicazione in materia di reti europee dell'energia del dicembre 2001, la Commissione europea ritiene che sia essenziale migliorare il grado di interconnessione tra le reti nazionali di distribuzione dell'energia. - Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno adottare, entro il dicembre 2002, la revisione degli orientamenti e delle norme finanziarie di accompagnamento in materia di reti transeuropee dei trasporti e dell'energia. - Entro il 2005 gli Stati membri dovranno conseguire l'obiettivo di un livello di interconnessione nel campo dell'elettricità pari ad almeno il 10% della capacità di generazione installata. Un rapido accordo circa gli orientamenti TEN dovrebbe consentire un migliore impiego dei fondi strutturali e di coesione insieme al bilancio delle TEN al fine di assicurare gli investimenti necessari. Ciò risulta particolarmente importante per l'ulteriore creazione di collegamenti ferroviari in vista dello spostamento del traffico dalle strade alle ferrovie, nonché per i paesi cosiddetti di coesione. (c ) Reti a banda larga La realizzazione del pieno potenziale di una società basata sulla conoscenza significa che i cittadini e le imprese devono essere in grado di accedere a comunicazioni ad alta velocità e a costi accessibili in qualsiasi punto dell'Unione europea. L'accesso ad Internet a banda larga sarà un fattore chiave per il miglioramento delle prestazioni dell'economia. Le reti a banda larga costituiranno la spina dorsale di una società sempre più interconnessa e integrata. L'introduzione della banda larga è piuttosto lento anche a causa degli enormi investimenti richiesti. Le decisioni riguardo a tali reti spettano al mercato, ma le autorità pubbliche possono promuovere la concorrenza, in particolare a livello del nodo locale, e garantire condizioni equilibrate per tutti i concorrenti attraverso l'attuazione delle nuove norme per le telecomunicazioni concordate di recente. Esse possono inoltre stimolare il mercato in qualità di clienti di nuove applicazioni e servizi che utilizzano la capacità della banda larga e mettendo in linea i servizi governativi. - Il Consiglio europeo dovrà definire quale obiettivo l'ampia disponibilità delle tecnologie basate sulla banda larga nell'intera Unione europea entro il 2005. La promozione dell'introduzione delle reti a banda larga è solo una parte di ciò che è necessario. È fondamentale sfruttare appieno, a partire dalla scuole, le possibilità offerte dai collegamenti ad alta velocità. Ciò mette in luce l'importanza delle azioni in atto volte a diffondere le competenze nel campo delle tecnologie dell'informazione presso l'intera popolazione nel quadro dell'eLearning e delle iniziative per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Le scuole hanno inoltre urgentemente bisogno di più computer, connessioni a Internet di migliore qualità e di una migliore formazione degli insegnanti nel campo delle nuove tecnologie. - Il Consiglio europeo dovrà sostenere i nuovi obiettivi per l'eLearning nelle scuole dell'Unione europea. Si dovranno proseguire gli sforzi volti al conseguimento degli obiettivi esistenti, mentre nuovi obiettivi dovranno comprendere quello di garantire che entro la fine del 2002 in tutta l'Unione europea il rapporto tra il numero di computer connessi a Internet e il numero degli studenti sia ridotto a uno ogni quindici studenti. 3.2.3 Investire nella conoscenza per la competitività e l'occupazione futura L'Europa è all'avanguardia in numerosi settori scientifici, ha dimostrato di avere la capacità di trasformare le idee in prodotti e servizi innovativi e i suoi sistemi d'istruzione sono in genere molto validi. Allo stesso tempo, tuttavia, il sistema di istruzione superiore e il sistema di ricerca europeo non è in grado di attirare un numero sufficiente di persone e di investimenti, sia dall'interno dell'Europa che dal resto del mondo. Il finanziamento per la ricerca e l'istruzione è ancora insufficiente, in particolare quelle proveniente dalle imprese, nel caso della ricerca. Nonostante i progressi compiuti in taluni Stati membri, poi, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita non è ancora una realtà per la maggior parte delle persone. Fino a 150 milioni di europei non hanno completato il ciclo di istruzione secondaria; un numero relativamente basso di adulti (variabile tra uno su cento e uno su cinque) partecipa all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita). (a) Un'area europea della conoscenza L'Unione europea deve moltiplicare gli investimenti nelle risorse umane, sviluppare l'area europea della ricerca e dell'innovazione, trasformare i sistemi dell'istruzione e della formazione in una prospettiva rivolta all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, creare reti e centri di eccellenza nella ricerca e nell'istruzione e promuovere la mobilità europea. Progressi sono stati compiuti a livello comunitario e a livello nazionale per adattare le strategie a tali sfide, ma è necessario un più robusto impulso europeo. Un'impostazione più integrata dovrebbe poi garantire che le imprese dell'Unione europea restino competitive e che siano disponibili lavoratori con le competenze richieste pronti a ricoprire i nuovi posti di lavoro nella ricerca e nello sviluppo che si apriranno con l'aumento degli investimenti. - Il Parlamento europeo e il Consiglio dovrebbero adottare il sesto programma quadro per la ricerca entro il giugno 2002. - Nel 2002 la Commissione europea proporrà una strategia integrata per le politica comunitaria in materia di istruzione e ricerca. Tale strategia sarà basata su un'impostazione integrata nei confronti degli aspetti legati all'istruzione e alla ricerca della formazione e dello sviluppo delle carriere, le questioni legate all'università, lo sviluppo delle reti europee della conoscenza e della scienza, nonché il rafforzamento della cooperazione e degli scambi con i paesi terzi. Tale strategia integrata comprenderà azioni volte a: - sviluppare un ambiente europeo trasparente e aperto per la ricerca e l'istruzione. Si dovranno mettere in atto tutte le condizioni pratiche e giuridiche necessarie per garantire una reale mobilità per tutte le persone coinvolte nell'istruzione, nella ricerca e nell'innovazione. Tale azione sarà basata anche sul piano d'azione per le competenze e la mobilità; - creare reti europee e centri di eccellenza nella ricerca e nell'istruzione. Il nuovo sesto programma quadro di ricerca garantirà i finanziamenti per la creazione di importanti reti di eccellenza nella ricerca. Con l'aiuto degli Stati membri la Commissione completerà inoltre la mappa dei punti di eccellenza nella ricerca nell'ambito delle aree selezionate ed estenderà tale procedura ai paesi in via di adesione. La coerenza sarà garantita dagli aspetti legati all'istruzione per la quale saranno proposte azioni specifiche nella strategia integrata; - promuovere la dimensione europea dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Il diritto alla libertà di circolazione sarà sostenuto da un approccio coerente al riconoscimento delle qualifiche e delle competenze basate su una maggiore comparabilità delle qualifiche e delle competenze e sulla fiducia reciproca. A tale proposito si dovranno sviluppare master, certificati e diplomi europei, standard minimi di qualità nell'istruzione e nella formazione, valutazione reciproca e cooperazione tra le autorità che rilasciano qualifiche nell'Unione europea; - creare le condizioni per maggiori investimenti nella ricerca da parte di fonti private. La Commissione sosterrà lo scambio di buone pratiche e di esperienze in tale campo; utilizzerà il sesto programma quadro per la ricerca per sostenere progetti importanti ai quali parteciperanno le imprese e accelererà l'utilizzo complementare del programma quadro e dei finanziamenti della Banca europea per gli investimenti in seguito all'accordo tra la Commissione e la BEI. I miglioramenti nel livello della spesa del settore privato nella ricerca e nello sviluppo devono andare di pari passo con livelli sempre elevati di finanziamento pubblico per la ricerca nelle aree prioritarie. Le azioni previste rendono realistica e opportuna la definizione di obiettivi per la spesa per la ricerca nel 2010 che colmeranno il divario con i principali partner dell'Europa e aiuteranno l'Unione europea a conseguire gli obiettivi definiti a Lisbona. Il Consiglio europeo dovrebbe approvare azione volte a: - rafforzare l'area europea della ricerca e dell'innovazione definendo un obiettivo del 3% del PIL per il livello complessivo di spesa pubblica e privata per la ricerca e lo sviluppo entro la fine del decennio. Nell'ambito di tale somma complessiva, l'importo finanziato dalle imprese dovrebbe crescere fino a circa i due terzi, rispetto al 55% odierno [18]. [18] Il livello della spesa delle imprese per la ricerca e lo sviluppo è maggiore (circa il 65% dell'importo speso per la ricerca e lo sviluppo), ma una porzione di tale spesa è in realtà finanziata dal denaro pubblico per la ricerca. (b) Tecnologie di punta A Stoccolma il Consiglio europeo ha riconosciuto che le tecnologie di punta, quali le scienze naturali e la biotecnologia, accanto ad altre tecnologie ambientali pulite, rappresentano un fattore chiave per la crescita futura in settori nei quali la base della conoscenza europea, sebbene inferiore a quella degli Stati Uniti, è ben sviluppata. (i) Un piano d'azione per le scienze naturali e la biotecnologia Sebbene siano in atto sviluppi positivi, l'Unione europea risente del ritardo con il quale ha fatto il suo ingresso nel campo delle scienze naturali. La sua posizione è inoltre aggravata dalla mancanza di personale dotato delle competenze necessarie e dalla scarsità di incentivi derivante dalle norme sulla proprietà intellettuale. La coerenza nel quadro normativo e strategico complessivo è inoltre insufficiente. L'Unione europea deve sviluppare in modo attivo strategie lungimiranti, che riguardano l'intero panorama della materia e che promuovono le opportunità di crescita e occupazione a medio termine. In caso contrario sarà probabilmente costretta ad affrontare strategie definite da altri, sia al suo interno che all'estero. - Il Consiglio europeo dovrebbe avallare l'importanza di tale settore e fornire orientamenti strategici per il lavoro futuro. - La Commissione presenterà a breve una strategia complessiva volta ad affrontare gli ostacoli specifici e le opportunità per le scienze naturali e la biotecnologia. Le aree affrontate comprenderanno la competitività e l'innovazione, la ricerca, il contesto normativo e quello internazionale, il coinvolgimento del pubblico e le questioni etiche. - La strategia definirà un piano d'azione che propone misure concrete e che inviterà altri attori pubblici e privati a partecipare al processo. Il Consiglio europeo dovrà avallare l'importanza di tale settore e fornire orientamenti strategici per il lavoro futuro. (ii) Tecnologie pulite Lo sviluppo e l'ampia introduzione di tecnologie pulite svolgerà un ruolo importante nello stimolare la crescita e l'occupazione. Tali tecnologie sono state definite una tecnologia di punta chiave dal Consiglio europeo di Stoccolma. Il conseguimento del loro pieno potenziale comporta il superamento degli attuali ostacoli all'investimento in tali tecnologie e la creazione di un contesto favorevole per le aziende. Il sesto programma quadro di ricerca dovrà inoltre svolgere un ruolo nel sostenere lo sviluppo e l'introduzione in un settore nel quale le imprese europee svolgono già un ruolo di punta. - La Commissione europea, vista la prossima relazione sulle tecnologie ambientali, svilupperà un piano d'azione per affrontare gli ostacoli alla loro introduzione. 3.3 Oltre Barcellona 3.3.1 Garantire e migliorare il coordinamento La crescente interdipendenza delle economie degli Stati membri che hanno adottato l'euro, ma anche di quelle che non hanno partecipato alla sua introduzione, impone un coordinamento strategico più approfondito ed efficace. Questo deve garantire l'ulteriore convergenza delle economie dell'Unione europea ed un corretto funzionamento del mercato interno. Il trattato e il patto di stabilità e di crescita forniscono un quadro per tale coordinamento. Esso è basato sul consenso e comporta una valutazione comune della situazione economica, l'accordo sulle risposte strategiche appropriate in campo economico e una revisione paritetica che conduca, ove necessario, alla modifica di determinate strategie. Il Consiglio europeo dovrà approvare una strategia per il miglioramento del coordinamento strategico in campo economico che dovrà prevedere: - la valutazione della situazione economica e dell'insieme delle strategie da una prospettiva sempre più centrata sulla zona dell'euro, sostenuta da un aggiornamento della base statistica dell'Unione europea; - una maggiore apertura nella creazione del consenso circa le strategie appropriate garantendo che ciò avvenga nell'ambito delle norme comuni che regolano la condotta della strategia economica; - la pubblicazione di informazioni tempestive circa le iniziative più significative in materia di strategie da parte di uno Stato membro agli altri Stati membri e alla Commissione perché ciascuno Stato possa beneficiare dei punti di vista dei partner attraverso un processo di revisione paritetica. L'integrazione delle dimensioni economica, sociale e ambientale nell'ambito della strategia di Lisbona rende altresì fondamentale prestare maggiore attenzione alla coerenza delle strategie perseguite in tali campi. Ciò comporta una migliore coordinazione e sincronizzazione degli strumenti strategici chiave utilizzati per indirizzare i vari elementi, in particolare: - gli orientamenti di massima per la politica economica che la Commissione propone subito dopo il Consiglio europeo di primavera; - gli orientamenti per l'occupazione attualmente presentati dalla Commissione ogni autunno, e - la "relazione di Cardiff" circa la riforma economica presentata dalla Commissione alla fine di ogni anno. Tali elementi dovranno essere organizzati in modo da consentire al Consiglio europeo di primavera di fornire la guida più efficace e l'impulso politico sulle questioni di natura economica, sociale e ambientale. 3.3.2 Allargamento La strategia di Lisbona offre un'ulteriore modalità per i paesi candidati di adottare ed attuare gli obiettivi chiave in campo economico, sociale e ambientale, ma non rappresenta un'ulteriore condizione all'adesione. L'iniziativa eEurope Plus avviata dai paesi candidati al Consiglio europeo di Göteborg è un ottimo esempio di tale situazione. Essi hanno attuato un quadro volto ad accelerare la loro transizione a un'economia della conoscenza. La Commissione ritiene utile lo sviluppo di altre iniziative simili presso i paesi candidati. Il processo di allargamento presenta, tuttavia, delle sfide per la strategia stessa, così come per la coesione economica e sociale. Esso rappresenterà senza dubbio un ulteriore fattore di crescita, investimenti e creazione di posti di lavoro nell'Unione nella seconda metà del decennio, ma metterà anche a dura prova molti degli obiettivi quantitativi di Lisbona. Occorrerà un processo di apprendimento bidirezionale, un processo che è già stato avviato con la partecipazione dei paesi candidati a tutti i programmi comunitari. Ciò permette a tali paesi, talvolta con il sostegno degli aiuti di preadesione, di familiarizzarsi con gli obiettivi e la modalità di lavoro contenuti nella strategia di Lisbona. I finanziamenti di preadesione potranno inoltre aiutarli ad adottare, attuare e applicare gli elementi dell'acquis comunitario che fanno parte della strategia di Lisbona.