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Parere del Comitato economico e sociale in merito a "I negoziati tra l'Unione europea, Mercosur ed il Cile: aspetti socioeconomici"

Gazzetta ufficiale n. C 260 del 17/09/2001 pag. 0067 - 0078


Parere del Comitato economico e sociale in merito a "I negoziati tra l'Unione europea, Mercosur ed il Cile: aspetti socioeconomici"

(2001/C 260/13)

In data 1o marzo 2001 il Comitato economico e sociale, a norma dell'articolo 23, paragrafo 3, del Regolamento interno, ha deciso di elaborare un parere in merito a "I negoziati tra l'Unione europea, Mercosur ed il Cile: aspetti socioeconomici".

La Sezione "Relazioni esterne", incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Zufiaur in data 28 giugno 2001.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 12 luglio 2001, nel corso della 383a sessione plenaria, con 69 voti favorevoli, 4 voti contrari e 9 astensioni, il seguente parere.

1. Introduzione

1.1. Sin dall'inizio degli anni novanta il Comitato economico e sociale ha partecipato attivamente al rafforzamento delle relazioni tra Unione europea ed America latina, prendendo posizione in merito ai principali aspetti delle relazioni interregionali ed accogliendo favorevolmente le iniziative avviate a favore dello sviluppo e dell'intensificazione delle relazioni con i paesi e le diverse aree regionali dell'America latina. Il Comitato ha in particolare dato un decisivo contributo all'avvicinamento tra le società civili delle due regioni grazie alla collaborazione con le organizzazioni degli interlocutori socioeconomici dell'America latina. Tra le iniziative più recenti del Comitato in materia figurano il parere "Le relazioni tra l'Unione europea, l'America latina ed i Caraibi: il dialogo socioeconomico interregionale"(1), adottato in occasione del primo vertice dei Capi di Stato e di governo dell'Unione europea, dell'America latina e dei Caraibi, svoltosi a Rio de Janeiro il 28 e 29 giugno 1999, e l'organizzazione del primo incontro dei rappresentanti della società civile europea, latinoamericana e dei Caraibi, svoltosi a Rio dal 23 al 25 giugno 1999.

1.2. Il Comitato ha seguito con particolare attenzione l'evoluzione delle relazioni tra Unione europea e, rispettivamente, Mercato comune del Sud (Mercosur) e Cile. Tale interesse è testimoniato dall'approvazione, il 15 ottobre 1995, del parere sulla Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo "Per un rafforzamento della politica dell'Unione europea nei confronti del Mercosur"(2), e del parere su "La situazione socioeconomica in Cile e le sue relazioni con il Mercosur e con l'Unione europea", adottato il 9 settembre 1998(3). Inoltre il Comitato mantiene da diversi anni contatti istituzionali con le forze che rappresentano gli interessi socioeconomici del Mercosur e del Cile, e tra questi è opportuno sottolineare la relazione di collaborazione istituita con il Foro consultivo economico e sociale (FCES) del Mercosur, con il quale è stato sottoscritto un "Memorandum d'intesa per la cooperazione istituzionale nel dicembre del 1997". In occasione della riunione dei ministri degli esteri del Mercosur, del Cile e della Bolivia, svoltasi a Vilamoura il 23 febbraio 2000, il Comitato ed il FCES hanno proposto congiuntamente la creazione di un Comitato consultivo misto (CCM) nell'ambito dell'accordo di associazione che l'Unione europea sta attualmente negoziando con il Mercosur. La proposta è stata accettata da entrambe le parti.

1.3. La stipulazione degli accordi quadro di cooperazione di "quarta generazione" con il Mercosur (Accordo quadro interregionale di cooperazione, del 15 dicembre 1995) e con il Cile (Accordo quadro di cooperazione con il Cile, del 21 giugno 1996) è stata una tappa decisiva nelle relazioni dell'Unione con i quattro paesi che fanno parte del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay) e con il Cile e ha rappresentato un salto qualitativo nelle relazioni tra l'Europa e l'America latina. L'obiettivo di fondo di tali accordi è la creazione di un'associazione bi-regionale, basata sull'istituzionalizzazione di un dialogo politico permanente, l'ampliamento e la diversificazione della cooperazione e, come elemento nuovo, la liberalizzazione reciproca e graduale degli scambi commerciali.

1.4. Avviati in occasione del vertice di Rio de Janeiro, i negoziati con il Mercosur e con il Cile sui nuovi accordi di associazione si sono aperti nel novembre 1999. Tali negoziati entreranno in una fase decisiva nei prossimi mesi, con l'inizio nel luglio 2001 della discussione sull'eliminazione delle tariffe doganali. Allo stesso tempo si attendono progressi sostanziali nei negoziati prima dello svolgimento del secondo vertice tra Unione europea, America latina e Caraibi, che avrà luogo a Madrid il 17 e 18 maggio 2002 in occasione della Presidenza spagnola dell'Unione.

1.5. Prima di questa nuova fase delle relazioni tra Unione, Mercosur e Cile, il presente parere di iniziativa ha l'obiettivo di analizzare l'ambito contestuale dei negoziati, identificare le motivazioni delle due parti per cercare di rafforzarne le relazioni, esaminare alcune delle materie di negoziato principali, valutando quali siano gli aspetti centrali per ottenere un accordo di associazione, nonché descrivere le posizioni delle parti negoziali circa le questioni più importanti. Allo stesso tempo il parere intende trattare in maniera approfondita gli aspetti sociali dei possibili futuri accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile.

1.6. Il Comitato intende così contribuire a far sì che le organizzazioni socioeconomiche e l'assieme della società civile organizzata europea conoscano meglio i negoziati avviati con il Mercosur e con il Cile. D'altro lato il parere potrebbe facilitare il dialogo tra gli interlocutori sociali europei e quelli del Mercosur e del Cile su alcune materie negoziali di particolare rilevanza economica e sociale. Il parere potrebbe infine aiutare a definire i contenuti della dimensione sociale degli accordi futuri, e facilitare inoltre la costituzione di un CCM nell'ambito dei futuri accordi tra l'Unione, il Mercosur ed il Cile.

2. Precedenti ed attuali sviluppi delle relazioni tra UE, Mercosur e Cile

L'accordo quadro di cooperazione interregionale con il Mercosur e l'accordo quadro di cooperazione con il Cile sono entrati in vigore rispettivamente il primo luglio 1999 e il 24 aprile 1999. Entrambi hanno l'obiettivo di intensificare le relazioni in ambito commerciale, economico e di cooperazione, nonché in altre aree di reciproco interesse, preparando le condizioni per la creazione di un'associazione (nel caso di Mercosur un'associazione interregionale, nel caso del Cile, un'associazione di carattere politico ed economico). I due accordi, assai simili tra loro, coprono tre ambiti principali:

- L'ambito politico: le parti hanno istituzionalizzato un dialogo politico periodico, allo scopo di conseguire una più stretta concertazione in merito alle questioni bi-regionali e multilaterali di reciproco interesse, e muovere verso un coordinamento delle proprie posizioni nelle sedi internazionali. Il dialogo politico viene portato avanti mediante contatti e consultazioni a vari livelli.

- L'ambito economico: le parti si impegnano a promuovere un aumento ed una diversificazione dell'interscambio commerciale, preparandone la liberalizzazione progressiva e reciproca, tenendo conto della sensibilità di determinati prodotti e della conformità alle norme dell'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC). Al tempo stesso le parti si accordano per mantenere aperto un dialogo periodico sulle tematiche di ordine economico e commerciale, oltre alla cooperazione in aree quali le norme agro-alimentari ed industriali, la politica della qualità, il riconoscimento della conformità, le questioni doganali, l'elaborazione delle statistiche, nonché, inter alia, le questioni della proprietà intellettuale. Con il Cile è stata inoltre avviata una cooperazione in materia di appalti pubblici.

- L'ambito della cooperazione: la cooperazione tra l'Unione ed il Mercosur ed il Cile riguarda soprattutto il settore economico, e persegue obiettivi quali il rafforzamento della competitività internazionale e dello sviluppo tecnologico e scientifico, il miglioramento delle condizioni per la creazione di posti di lavoro e della loro qualità, e, in generale, la diversificazione ed il rafforzamento delle relazioni economiche e sociali tra le parti. Nel contesto di tali obiettivi generali, le associazioni di cooperazione prenderanno in particolar considerazione la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sociale, ed in particolare la promozione dei diritti sociali fondamentali.

2.1. Il dialogo politico

2.1.1. L'Unione, il Mercosur ed il Cile hanno sin dal 1996 praticato un dialogo politico istituzionalizzato, sviluppato mediante cinque riunioni tra i Ministri degli esteri dell'Unione, del Mercosur e del Cile, nonché una riunione tra i Capi di Stato e di governo prima del vertice di Rio de Janeiro. Dopo il 1998 il dialogo politico è continuato anche mediante riunioni tra alti funzionari. Dopo l'ingresso del Cile (e della Bolivia) nel Meccanismo di consultazione e di concertazione politica (MCCP) del Mercosur, il 1o luglio 1997, le riunioni ministeriali tra l'Unione ed il Cile si svolgono congiuntamente a quelle con il Mercosur.

2.1.2. Nella riunione ministeriale svoltasi a Vilamoura, in Portogallo, il 23 febbraio 2000, il Mercosur, il Cile e la Bolivia hanno presentato la cosiddetta "Dichiarazione e programma di azioni per la cooperazione politica", che include proposte per la cooperazione in aree quali la promozione e la protezione dei diritti dell'uomo, la democrazia e lo Stato di diritto, nonché misure per la prevenzione delle crisi e la promozione della fiducia e della sicurezza. La proposta viene attualmente analizzata da alti funzionari delle due aree. Al tempo stesso, nella riunione ministeriale che si è svolta a Santiago del Cile il 28 marzo del 2001, i ministri di 21 paesi hanno sottolineato la necessità di rafforzare e rendere più dinamico il dialogo reciproco allo scopo di garantire una più stretta concertazione sulle questioni bi-regionali e multilaterali, specialmente facendo convergere le proprie posizioni su tematiche di interesse comune in occasione degli incontri internazionali. La Comunicazione della Commissione europea al Consiglio ed al Parlamento europeo sul seguito del vertice tra l'Unione europea, l'America latina ed i Caraibi definisce una priorità nelle relazioni con il Mercosur e con il Cile l'introduzione di meccanismi di cooperazione rafforzata negli incontri internazionali sulle questioni strategiche e su altre tematiche di interesse comune(4).

2.1.3. Anche in ambito parlamentare è stata sviluppata un'istituzionalizzazione della collaborazione politica tra Unione e, rispettivamente, Mercosur e Cile, mediante dichiarazioni separate che formalizzano la cooperazione tra PE e Commissione parlamentare congiunta (CPC) del Mercosur, da un lato, ed il Congresso del Cile, dall'altro.

2.2. Relazioni economiche: commercio ed investimenti

2.2.1. Nel loro assieme, il Mercosur ed il Cile rappresentano i principali partner commerciali dell'Unione in America latina. Nel 1999 hanno rappresentato il 59 % del valore degli scambi commerciali globali tra l'America latina e l'Unione (il 64 % delle esportazioni della regione verso l'Unione europea ed il 55 % delle importazioni latinoamericane in provenienza dall'Europa), il che equivale al 3,2 % del commercio extracomunitario dell'Unione(5). A differenza del resto della regione, questi cinque paesi della parte meridionale del subcontinente commerciano tradizionalmente più con l'Europa che con gli Stati Uniti, e nel 1999 l'Unione è stata per tutti loro il principale partner commerciale al di fuori dell'America latina. Allo stesso tempo la maggior parte degli investimenti diretti dall'estero (IDE) dei paesi dell'Unione europea, diretti in America latina, vengono effettuati nel Mercosur e nel Cile, e l'Unione è divenuta la fonte principale di investimenti dall'estero in Argentina ed in Brasile. Ciononostante, a dispetto della positiva evoluzione delle relazioni economiche nell'ultimo decennio, le relazioni commerciali, sono caratterizzate da squilibri che ostacolano la realizzazione di tutto il potenziale che rappresentano le relazioni economiche dell'Unione europea con il Mercosur e, rispettivamente, con il Cile.

2.2.2. Il Mercosur, in quanto blocco, è uno dei principali partner commerciali extracomunitari dell'Unione, rappresenta il principale mercato comunitario in America latina ed è il principale fornitore dell'UE nella regione. Gli scambi tra Unione e Mercosur sono significativamente aumentati nel corso degli anni novanta, con una crescita totale del 100 % circa tra 1990 e 1999. Nel 1999 il Mercosur ha rappresentato il 50,7 % del commercio totale tra America latina ed Unione europea, rispetto al 44 % del 1990. La crescita è dovuta anzitutto all'aumento delle importazioni dal Mercosur verso l'Unione europea, che sono cresciute del 246 %, mentre le esportazioni del Mercosur in direzione dell'Europa sono aumentate del solo 30,3 %. Dopo il 1995 le esportazioni verso l'UE sono rimaste praticamente immobili, con una crescita limitata al 5 %. Tra il 1998 ed il 1998 si è registrato un calo pari a quasi il 10 %. Pertanto la bilancia commerciale del Mercosur con l'Unione europea è sin dal 1995 deficitaria.

2.2.3. La debole evoluzione delle esportazioni verso l'Europa, combinata all'espansione assai significativa del commercio interno tra i paesi del Mercosur, significa che l'importanza relativa dell'Unione in quanto mercato per le economie del Mercosur è diminuita. Al tempo stesso le esportazioni in direzione degli Stati Uniti e del Canada sono andate aumentando con un ritmo superiore a quello delle esportazioni verso l'Europa, soprattutto negli anni più recenti.

2.2.4. Stando al punto di vista predominante nel Mercosur, espresso tra l'altro da alcuneorganizzazioni di esportatori, l'evoluzione insoddisfacente delle esportazioni verso l'Unione è dovuta in gran parte ai dazi elevati applicati in settori quali l'agricoltura e la pesca, che rappresenta più del 50 % delle esportazioni del gruppo verso l'Unione, settori nei quali i prodotti esportati da Mercosur sono più competitivi. Un altro aspetto della politica commerciale dell'Unione che ha ricevuto tradizionalmente critiche da parte del Mercosur è l'esistenza di varie barriere non doganali che influenzano negativamente l'esportazione di alcuni prodotti industriali. Merita segnalare in tale contesto che i prodotti alimentari, i prodotti agricoli primari ed i metalli hanno rappresentato nel 1999 il 72 % delle esportazioni del Mercosur in direzione dell'UE ma solo il 53 % delle esportazioni totali del gruppo.

2.2.5. La perdita di peso relativo del mercato europeo per i paesi del Mercosur contrasta con la crescente importanza della regione come mercato per le imprese europee. L'aumento sostanziale delle esportazioni europee verso il Mercosur nel corso degli anni novanta ha fatto sì che tale gruppo sia stata l'unica area dell'America latina nella quale l'Unione europea ha aumentato la propria quota di mercato, il che significa che il consolidamento del Mercosur in quanto blocco economico ha arrecato alle imprese esportatrici europee benefici relativamente maggiori rispetto ai loro concorrenti nelle altre parti del mondo.

2.2.6. Lo sviluppo degli scambi tra UE e Mercosur nel 2000 sembra indicare una possibile acutizzazione degli squilibri nelle relazioni commerciali, segnalando sia una ulteriore relativa diminuzione delle esportazioni del Mercosur verso l'Europa, sia una considerevole diminuzione delle importazioni dall'Unione del blocco sudamericano, nonostante il totale delle sue importazioni dall'estero sia aumentato del 7 %. Tali tendenze dimostrano l'importanza di adottare strumenti adeguati, nel reciproco interesse di stimolare gli scambi commerciali tra le due regioni.

2.2.7. A dispetto della persistenza di alcuni problemi sul piano commerciale, gli investimenti europei svolgono un ruolo sempre più importante nel Mercosur. Tradizionalmente la maggior parte - il 60 % circa nel periodo 1990-1997 - degli IDE europei in America latina sono stati diretti al Mercosur, e più in particolare all'Argentina ed al Brasile. Negli ultimi anni la concentrazione degli IDE europei in tali paesi è stata intensificata, ed essi, assieme al Cile, hanno ricevuto nel 1999 il 90 % circa degli investimenti diretti europei effettuati in America latina. Nello stesso anno si calcola che l'Argentina ed il Brasile abbiano ricevuto IDE per un valore totale superiore ai 50000 milioni di dollari - più di cinque volte il volume del 1995 - una notevole parte del quale proveniente da imprese europee.

2.2.8. Le relazioni economiche dell'Unione con il Cile mostrano alcune delle caratteristiche segnalate in precedenza per il Mercosur. L'evoluzione delle esportazioni cilene verso l'Unione negli anni novanta è stata irregolare, con una generale fase di ristagno dopo il 1996, che riflette le fluttuazioni, nei prezzi internazionali, del numero relativamente ridotto di prodotti - soprattutto il rame - che costituiscono la maggioranza delle esportazioni cilene dirette all'Europa. Le esportazioni dell'Unione verso il Cile sono cresciute in maniera sostenuta sino al 1997, in corrispondenza con la forte crescita dell'economia cilena, ma sono in calo dal 1998, in seguito alla recessione cilena iniziata verso la fine di tale anno. Tali tendenze potrebbero essersi ulteriormente accentuate nel 2000, anno nel quale l'incremento delle esportazioni verso l'Europa è risultato inferiore all'aumento delle esportazioni cilene e nel quale le importazioni provenienti dall'Unione sono rimaste statiche a dispetto di un aumento delle importazioni dall'estero del 20 % circa.

2.2.9. Pertanto le relazioni commerciali, tradizionalmente solide, con il Cile sono andate allentandosi e per certi versi sono state messe a repentaglio dallo sviluppo dinamico del commercio cileno con gli Stati Uniti e con i suoi nuovi partner commerciali in Asia e nella stessa America latina. Tra il 1990 ed il 1999 la quota dell'Unione nel totale delle esportazioni cilene si è ridotta passando dal 38,5 % al 26,2 %, mentre le quote degli Stati Uniti, e soprattutto del resto dell'America latina, sono aumentate. L'Unione europea, che è stata il primo partner commerciale del Cile sino al 1993, è oggi il secondo mercato per le esportazioni cilene ed il terzo per le importazioni dall'estero di tale paese. Allo stesso tempo, anche se in misura relativamente più ridotta le imprese esportatrici europee hanno perso posizioni nel mercato cileno. Gli investimenti europei in Cile hanno al contrario rappresentato un'importante parte dei flussi crescenti di IDE diretti al Cile negli ultimi anni.

2.3. Cooperazione

2.3.1. L'Unione europea rappresenta la fonte principale di aiuti ufficiali allo sviluppo (AUS) destinati al Mercosur ed al Cile. Il 56 % degli aiuti totali ricevuti dai cinque paesi tra il 1994 ed il 1998, quasi 3,5 milioni di dollari, è stato erogato dall'Unione e dagli Stati membri. Tuttavia, dato il loro livello economico relativamente elevato, questi paesi non figurano tra quelli che ottengono i massimi benefici dalla cooperazione europea allo sviluppo, e le risorse finanziarie destinate alla cooperazione con questi paesi, sia comunitarie che nazionali, sono andate diminuendo negli ultimi anni. Tra il 1990 ed il 1998 questi cinque paesi hanno ricevuto il 21,3 % del totale degli AUS destinati all'America latina (rispettivamente il 15,8 % al Mercosur ed il 5,5 % al Cile).

2.3.2. Tuttavia negli ultimi anni il livello della cooperazione comunitaria è risultato inferiore alla media nel decennio degli anni novanta, e nel 1999 la partecipazione dei cinque paesi alla cooperazione gestita dalla Commissione europea si è ridotta al 9,8 %. I cinque paesi, data l'intensità delle loro relazioni economiche con l'Unione, traggono però notevole beneficio dai programmi regionali elaborati allo scopo di dare un impulso agli investimenti ed alla cooperazione diretta tra operatori economici del settore privato in entrambe le regioni, come ad esempio AL-INVEST. In generale, conformemente al principio del mutuo beneficio, la cooperazione economica occupa una posizione centrale nella cooperazione comunitaria con il Mercosur e con il Cile: le azioni in tale settore hanno assorbito il 25 % (per il Mercosur) ed il 20 % (per il Cile), del totale delle risorse destinate alla cooperazione tra il 1990 ed il 1998.

2.3.3. Un'altra importante caratteristica della cooperazione comunitaria con il Mercosur e con il Cile è la ricerca di una maggior diversificazione dei beneficiari e di una maggior partecipazione, in essa, della società civile. In tal senso, accanto alla funzione svolta dai programmi di cooperazione orizzontale per creare relazioni di cooperazione tra i vari attori del comparto socioeconomico della società civile in senso lato, risultano importanti le risorse destinate a finanziare le attività di diverse organizzazioni non governative (ONG). Quasi il 20 % del totale della cooperazione con il Mercosur e con il Cile è stato destinato tra il 1994 ed il 1998 ad appoggiare azioni portate a termine dalle ONG. In tale contesto non va dimenticato l'importante lavoro di cooperazione che da molti anni viene portato a termine da altre organizzazioni sociali europee, soprattutto sindacali.

2.3.4. Per il periodo 2000-2003 le seguenti aree sono state definite prioritarie per la cooperazione UE-Mercosur: il coordinamento macroeconomico all'interno del Mercosur, lo sviluppo di infrastrutture e reti di trasporto, scienza e tecnologia, la cooperazione transfrontaliera, la società dell'informazione e l'istruzione. Per il periodo sino al 2006 verrà intensificata la cooperazione tra aree che possano contribuire all'adeguamento del Mercosur, alla liberalizzazione del suo commercio con l'Unione ed al completamento del suo mercato interno. Per l'assieme del periodo 2000-2006 si prevede di destinare alla cooperazione con il Mercosur, in quanto gruppo, un sostegno finanziario totale di 48 milioni di euro circa.

2.3.5. L'appoggio al processo di integrazione regionale rappresenta un settore centrale della cooperazione con il Mercosur. A tale scopo sono stati portati a termine o sono in corso di esecuzione programmi in aree quali: l'appoggio istituzionale; l'armonizzazione delle norme doganali e delle norme e standard tecnici e statistici; l'adozione di norme veterinarie e fito-sanitarie e la preparazione delle imprese, ed in particolare delle PMI, al mercato comune. Mediante il progetto "Dimensione socioprofessionale del Mercosur", all'elaborazione del quale il CES ha partecipato attivamente, si prevede che l'Unione appoggi lo sviluppo della dimensione sociale e partecipativa del processo d'integrazione regionale nel Mercosur, rafforzando il dialogo strutturato tra attori politici e socioeconomici e consolidando istituzionalmente le istanze del Mercosur che sono coinvolte in tale dialogo.

3. Prospettive del rafforzamento delle relazioni UE-Mercosur e UE-Cile

3.1. L'avvicinamento dell'Unione al Mercosur ed al Cile poggia sulla convinzione del mutuo beneficio che potrà comportare un'associazione fondata sulla reciprocità e su di una stretta cooperazione che, andando ben oltre le relazioni economiche, assume carattere integrale ed include relazioni politiche, sociali e culturali in quanto dimensioni fondamentali. In tal senso l'associazione dell'Unione con il Mercosur e con il Cile potrebbe trasformarsi in un modello coerente ed articolato non soltanto per il futuro delle relazioni con le altre aree dell'America latina, bensì anche per un nuovo tipo di relazione cooperativa o di "alleanza strategica" tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo in un contesto mondiale multipolare, che potrà offrire un potenziale significativo per garantire che la globalizzazione economica e la crescente interdipendenza tra paesi e regioni diverse divengano uno strumento per la stabilità e lo sviluppo economico e sociale.

3.2. Per l'Unione europea il rafforzamento delle relazioni attuali con il Mercosur e con il Cile rappresenterebbe una dimostrazione della sua capacità di convertire gli obiettivi della sua politica estera e di sicurezza comune (PESC) in compromessi vincolanti e di affermare l'identità internazionale dell'Unione. Al tempo stesso, l'associazione con il Mercosur rafforzerebbe tale raggruppamento di paesi ed il ruolo da loro svolto per dare maggior dinamica all'integrazione latinoamericana, oltre a rappresentare un contributo significativo al consolidamento di un progetto di integrazione e cooperazione regionale non dissimile da quello dell'integrazione europea. Pertanto l'associazione, basata su di un modello di cooperazione ampio, deve contribuire alla realizzazione degli obiettivi fondamentali che entrambi i gruppi di paesi possiedono: la promozione del progresso sociale e di quello economico ed il rafforzamento della coesione economica e sociale, così come previsto dal Trattato dell'Unione europea; nonché lo sviluppo economico in condizioni di giustizia sociale, obiettivo stabilito dal Trattato di costituzione del Mercosur.

3.3. A livello economico l'evoluzione del commercio e dei flussi di investimento negli ultimi anni ha evidenziato il potenziale insito nelle relazioni reciproche. Gli scambi commerciali con l'Unione e gli investimenti europei sono di fondamentale importanza per promuovere la crescita delle economie del Mercosur e del Cile, consolidarne la crescente partecipazione al commercio mondiale e stimolare ancor di più la diversificazione dei relativi settori di esportazione. Per l'Unione la crescita sostanziale delle esportazioni, soprattutto verso il Mercosur, e l'aumento degli investimenti effettuati nella regione, dimostrano i vantaggi di un rafforzamento delle relazioni economiche. In tal senso è particolarmente significativa la partecipazione delle PMI nelle esportazioni destinate al Mercosur (il 35 % circa).

3.4. Il Mercosur ed il Cile rappresentano, insieme, un mercato di quasi 220 milioni di abitanti, il cui prodotto interno lordo (PIL) supera la media mondiale. Nonostante l'incertezza causata dalla crisi fiscale in Argentina, le previsioni indicano che la regione continuerà la fase di recupero economico iniziata nel 2000, dopo il ristagno che fece seguito alla crisi finanziaria internazionale del 1998-1999. Se tali previsioni risulteranno fondate le prospettive per gli investimenti nei prossimi anni sono favorevoli, grazie, tra l'altro, alla necessità di grandi investimenti nelle infrastrutture. Si stima che la parte meridionale del Sud America necessiterà investimenti annui di circa 20000 milioni di dollari - in media - per sviluppare le sue reti di infrastruttura, settore nel quale le imprese europee possiedono una significativa esperienza.

3.5. Gli accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile, compresa la liberalizzazione del commercio, serviranno pertanto a consolidare la presenza europea nei mercati più dinamici e promettenti dell'America latina. L'eliminazione dei dazi e delle altre barriere al commercio andrà a vantaggio soprattutto delle esportazioni di prodotti dell'investimento, macchinari, apparecchiature e materiali di trasporto, nonché prodotti chimici e farmaceutici, settori nei quali il Mercosur attualmente applica dazi elevati e le imprese europee risultano particolarmente competitive. I servizi, compresi inter alia i settori bancario ed assicurativo, dei trasporti marittimi e delle telecomunicazioni, sono anch'essi suscettibili di trarre vantaggio da una liberalizzazione del commercio con il Mercosur e con il Cile. Al tempo stesso verrà facilitata la localizzazione delle imprese europee in tali paesi allo scopo di produrre per i mercati della regione. Tali imprese beneficeranno inoltre della possibilità di importare senza dazi le componenti destinate alla propria produzione.

3.6. Per il Mercosur ed il Cile la liberalizzazione del commercio con l'Unione rappresenta non soltanto migliori possibilità di accesso al mercato europeo, dove già attualmente il 60 % circa delle importazioni comunitarie provenienti dal Mercosur non sono soggette a dazi o fruiscono di condizioni preferenziali, conformemente alla clausola della Nazione più favorita (NPF) o conformemente al sistema delle preferenze tariffarie generalizzate (SPG), bensì anche la possibilità di offrire alle proprie relazioni commerciali con l'Unione maggiori possibilità di anticipazione e maggior stabilità mediante un accordo reciprocamente vincolante. Allo stesso tempo per tali paesi sarebbe estremamente importante poter eliminare o ridurre alcune tariffe sull'importazione di determinati prodotti, soprattutto nei settori agricolo e della pesca, che rappresentano la maggior parte delle vendite all'Unione e nei quali godono di vantaggi comparativi. In generale un calo nei prezzi dei beni di capitale importati dall'Unione europea e maggiori agevolazioni per gli investimenti europei rafforzerebbero la competitività delle imprese del Mercosur e del Cile.

3.7. Gli investimenti delle imprese europee nel Mercosur e nel Cile non solo offrono alle imprese europee una possibilità di beneficiare della crescita dei mercati regionali e di incorporare il capitale umano e le risorse della regione nei suoi processi produttivi, ma assegnano loro un ruolo importante nella promozione dello sviluppo produttivo, la creazione di posti di lavoro, l'innovazione tecnologica e la formazione delle risorse umane. In tal modo gli investimenti europei dovrebbero comportare anche un fattore positivo nel consolidamento degli elementi principali che caratterizzano l'economia sociale di mercato, come il dialogo sociale, l'attenzione all'adeguamento ed alla formazione professionale, un'adeguata protezione sociale ed il rispetto dei diritti del lavoro e sociali fondamentali. Analogamente è necessario considerare gli effetti sociali ed ambientali degli scambi commerciali e degli investimenti nelle due regioni. Sarebbe in tale contesto necessario conformarsi ai principi previsti, ad esempio, dalla "Risoluzione sulle norme comunitarie applicabili alle imprese europee che operano nei paesi in via di sviluppo - verso un codice di condotta e una piattaforma a sorveglianza europei", adottata dal Parlamento europeo il 15 gennaio 1999(6)e le linee direttrici dell'organizzazione di cooperazione e sviluppo economico (OCSE), adottate dagli Stati membri dell'OCSE e dall'Argentina, dal Brasile e dal Cile il 27 giugno 2000.

4. Il processo negoziale: le sfide principali

4.1. I negoziati relativi agli accordi d'associazione con il Mercosur e con il Cile si svolgono in base a due processi formalmente separati, ma paralleli. Tale impostazione è stata adottata per l'analogia tra gli accordi e per gli stretti vincoli esistenti tra il Cile e il Mercosur, in seguito tra l'altro all'accordo d'associazione del 1996 che crea una zona di libero scambio entro un termine di 10 anni e alla partecipazione del Cile, accanto alla Bolivia, agli organi politici del Mercosur. Nel contempo il governo cileno ha affermato l'intenzione del Cile di diventare membro a pieno titolo del Mercosur anche se i colloqui al riguardo sono stati rallentati dall'avvio, nel dicembre 2000, dei negoziati su un accordo di libero scambio tra Cile e Stati Uniti. Il parallelismo tra i negoziati con il Mercosur e con il Cile implicherebbe di massima una loro conclusione simultanea. Tuttavia, vista la possibilità che i negoziati con il Cile progrediranno più speditamente visto il loro contenuto ed essendo più facile negoziare con un paese che con un gruppo di quattro paesi, non si può escludere che a un certo punto i due processi negoziali si svolgano con ritmi differenti.

4.2. Le sessioni di negoziati svoltesi fino ad oggi hanno consentito di ravvicinare le posizioni tra le parti in diversi settori. Nei negoziati con il Mercosur si sono compiuti progressi per quanto riguarda la definizione del quadro giuridico e della struttura istituzionale del futuro accordo, l'ambito del dialogo politico, nonché la stesura dei capitoli relativi alla cooperazione in campo sociale e in campo culturale. Anche i negoziati con il Cile hanno registrato notevoli progressi in merito alla struttura istituzionale dell'accordo e in ambito politico, nonché in diversi capitoli della cooperazione, tra cui in settori come scienza e tecnologia, cooperazione sociale, culturale e in materia d'istruzione, oltre alla cooperazione economica. In ambo i casi è stata discussa la possibile partecipazione a diversi programmi dell'UE in settori come l'istruzione, la cultura, l'energia, la scienza e la tecnologia.

4.3. Anche se i processi negoziali includono l'insieme degli accordi d'associazione, l'aspetto a cui è stata dedicata maggiore attenzione è la liberalizzazione commerciale. In vista dei negoziati doganali che, conformemente al mandato negoziale dell'UE, sono iniziati nel secondo semestre 2001 sono stati fissati i seguenti principi fondamentali dei futuri accordi commerciali:

- gli accordi comprenderanno non solo la liberalizzazione dello scambio di beni, ma anche una vasta gamma di settori commerciali: i servizi, gli investimenti, la proprietà intellettuale, gli appalti pubblici, le politiche di concorrenza e di difesa commerciale e la composizione dei litigi;

- nessun settore sarà escluso dai negoziati sulla liberalizzazione del commercio e, a sua volta, l'accordo dovrà essere conforme alle norme della OMC;

- si terrà conto della sensibilità di certi prodotti conformemente alle norme della OMC;

- l'accordo sarà negoziato come un "impegno unico" ("single undertaking") che verrà applicato in blocco.

4.4. Parimenti lo scambio d'informazioni sulle politiche commerciali e gli interessi di ciascuna delle parti ha reso possibile una prima identificazione delle rispettive posizioni prima dell'inizio dei negoziati tariffari della quinta sessione di negoziati svoltasi nella prima metà di luglio del 2001, rispettivamente a Montevideo e a Santiago del Cile.

4.5. Come prima misura destinata a stimolare il commercio interregionale, l'UE ha lanciato un'iniziativa di vasta portata intesa ad agevolare gli scambi, tra cui vari provvedimenti di cooperazione, di scambio e di assistenza tecnica in settori come le norme doganali, gli standard, le norme sanitarie e fitosanitarie, il commercio elettronico e la concorrenza. Allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza nelle relazioni commerciali tra le parti e all'individuazione delle barriere che le ostacolano, questa iniziativa intende rispondere alle preoccupazioni del settore privato delle due sponde dell'Atlantico, quali sono state espresse ad esempio in occasione del Forum imprenditoriale Europa/Mercosur (Mercosur Europe Business Forum, MEBF). Il MEBF, che cerca di intensificare le relazioni economiche e commerciali tra l'UE e il Mercosur attraverso il dialogo e la cooperazione diretta tra le associazioni di imprese e con la presentazione di raccomandazioni agli organi governativi, ha creato gruppi di lavoro che includono le principali dimensioni del commercio UE/Mercosur: l'accesso ai mercati, gli investimenti e le privatizzazioni e i servizi. Oltre a contribuire concretamente alla promozione dei flussi commerciali, questa iniziativa rappresenta uno strumento per vincolare il settore privato nel processo negoziale e radicarne l'adesione attiva agli obiettivi perseguiti.

4.6. Il negoziato per un accordo di liberalizzazione commerciale ampio ed equilibrato tra l'UE e il Mercosur, il primo di questo tipo tra due unioni doganali, sarà complesso e non privo di difficoltà. L'esistenza di diversi prodotti sensibili, sui quali le due parti applicano attualmente dazi doganali elevati, potrebbe creare problemi. Nel caso del Mercosur le principali difficoltà si situano probabilmente in diversi settori industriali, attualmente protetti da tariffe doganali relativamente elevate, nonché nel settore dei servizi. Sul versante europeo è prevedibile che gli aspetti più difficili del negoziato si concentreranno nel capitolo agricolo, settore che riunisce in sé il maggior numero di prodotti sensibili per l'UE e che rappresenta nel contempo la parte più consistente delle esportazioni del Mercosur. Inoltre per il Mercosur il principale vantaggio della liberalizzazione del commercio con l'UE risiede precisamente in un migliore accesso dei suoi prodotti alimentari e agroindustriali al mercato europeo.

4.7. Considerato l'elevato potenziale di crescita della produzione agricola del Mercosur e la competitività di numerosi dei suoi prodotti agricoli, alcuni settori nell'ambito del Mercosur ritengono che la piena liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli sia incompatibile con il mantenimento dell'attuale politica agricola comune (PAC) dell'UE. Ciò nonostante i prodotti agricoli e della pesca classificati come sensibili rappresentano solo il 14 % delle importazioni dell'UE provenienti dal Mercosur. Inoltre diversi fattori consentono di intravedere una prospettiva in cui i problemi del settore agricolo non si trasformino in uno scoglio insormontabile per i nuovi accordi di associazione:

- le riforme della PAC e il rispetto degli impegni assunti nell'ambito dell'Uruguay Round hanno comportato una riduzione considerevole e costante delle sovvenzioni agricole dell'UE. Di fatto questa evoluzione contrasta ad esempio con l'incremento dei sussidi da parte degli Stati Uniti e con l'aumento delle garanzie di credito alle esportazioni concesse all'agricoltura di questo paese che non sono soggette a controllo multilaterale. Inoltre è probabile che gli attuali negoziati agricoli nell'ambito della OMC, iniziati nel marzo 2000 e il processo di ampliamento dell'UE favoriscano, insieme ad altri fattori, un'ulteriore revisione della PAC e, pertanto, una riduzione dei sussidi alla produzione sostituendoli con sostegni diretti agli agricoltori. Inoltre i problemi recenti che hanno colpito l'agricoltura europea, in parte a seguito del mancato rispetto della normativa comunitaria esistente, in special modo in relazione all'encefalopatia spongiforme bovina (ESB), potrebbero accelerare dei cambiamenti nei sistemi produttivi dell'agricoltura e dell'allevamento.

Tenendo presenti questi elementi e riconoscendo l'importanza dell'agricoltura per l'occupazione e per la coesione sociale e regionale in Europa, nonché il principio della multifunzionalità, l'intesa tra le parti in questo ambito potrebbe risultare facilitata da una revisione supplementare della PAC, le cui caratteristiche e finalità sono oggetto di discussione.

- D'altro canto la soppressione o la riduzione dei dazi doganali potrebbero generare nuove opportunità di esportazione di prodotti agricoli europei con un grado elevato di trasformazione e di qualità, prodotti che attualmente sono soggetti a dazi elevati (ad esempio i prodotti lattierocaseari, i vini, le bevande alcoliche e gli articoli dolciari). Sfruttando queste opportunità, si contribuirebbe ad equilibrare l'attuale deficit europeo nel commercio agricolo con il Mercosur e ad attenuare le conseguenze negative a breve termine della liberalizzazione commerciale per l'agricoltura europea.

4.8. Il contesto dei negoziati

4.8.1. I negoziati con il Mercosur e con il Cile si svolgono in un contesto complesso, in cui si svolgono altri processi negoziali internazionali, nell'ambito della OMC e anche della zona di libero scambio americana (AFTA).

4.8.2. In base al mandato negoziale dell'UE, i negoziati con il Mercosur e con il Cile possono concludersi soltanto al termine di un nuovo round di negoziati commerciali nell'ambito della OMC. Ciò nondimeno, da quando è fallito il tentativo di lanciare una nuova sessione multilaterale in occasione della riunione ministeriale dell'OMC a Seattle nel novembre/dicembre 1999, le prospettive di questi negoziati sembrano incerte. Anche se la quarta riunione ministeriale della OMC che avrà luogo nel Qatar il 9 e 13 novembre 2001 riesce a lanciare una nuova sessione globale, è poco probabile che questa si concluda prima della fine del 2004. Se è vero che gli accordi con il Mercosur e con il Cile devono essere compatibili con le norme della OMC e con altri impegni multilaterali delle parti, prolungare fino a tal punto i negoziati in corso potrebbe comportare conseguenze negative. In tale ordine di idee si è prospettata la possibilità di modificare il mandato negoziale. In particolare il Parlamento europeo, in diverse sue risoluzioni, ha chiesto di eliminare l'attuale subordinazione dei negoziati con il Mercosur e con il Cile alla conclusione(7) della sessione dell'OMC, anche considerando che questa condizione costituisce un elemento discriminatorio nei confronti di altri accordi di associazione. Il Comitato condivide l'idea di non far dipendere la data di conclusione dei negoziati con il Mercosur e con il Cile dal termine della sessione di negoziati dell'OMC e di accelerare invece in tutti i modi il conseguimento degli accordi con Cile e Mercosur che rafforzerebbero le relazioni tra queste regioni.

4.8.3. D'altro canto dal settembre 1998 il Mercosur e il Cile, assieme ad altri 29 paesi dell'emisfero, stanno negoziando per l'adesione all'AFTA. Anche se i negoziati si trovano ancora in una fase tecnica e nonostante persistano dubbi sulla possibilità per il governo USA di ottenere dal Congresso l'autorizzazione a negoziare accordi commerciali secondo la procedura accelerata (fast track), il processo dell'AFTA va avanti secondo l'iter programmato. Il III Vertice delle Americhe svoltosi a Quebec dal 20 a 22 aprile 2001 ha constatato i progressi compiuti per la creazione dell'AFTA includendo l'elaborazione di una bozza preliminare di accordo. I mandatari dei 34 paesi che partecipano al processo hanno così confermato il calendario stabilito per la prima volta nel 1994 per la creazione dell'AFTA, impegnandosi a concludere i negoziati al più tardi nel gennaio 2005 affinché l'accordo entri in vigore non oltre il 31 dicembre dello stesso anno.

4.8.4. Nonostante il fatto che da diverse valutazioni risulti che il libero commercio con l'UE apporterebbe ai paesi del Mercosur un beneficio netto superiore rispetto all'AFTA, i governi del gruppo percepiscono i due processi come complementari e compatibili. Inoltre la partecipazione simultanea a negoziati di libero scambio con i due principali gruppi economici del mondo offre ai paesi sudamericani la possibilità di rafforzare la loro capacità di negoziato in entrambi i processi e di minimizzare i costi d'apertura dei loro mercati. Per l'UE la creazione di una zona panamericana di libero scambio, senza che si giunga nel contempo ad un accordo di liberalizzazione commerciale con i suoi principali soci dell'America latina, potrebbe indebolire seriamente le posizioni europee nell'economia del Cono sud di fronte ai concorrenti USA, accelerando le tendenze già delineatesi nelle relazioni commerciali di questi ultimi anni. In tale contesto va ricordato che un importante incentivo per il negoziato degli accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile fu quello di evitare che l'AFTA dia origine agli stessi effetti di perdita di quote di mercato registrati nel commercio con il Messico da quando è entrato in vigore l'accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA).

4.8.5. L'AFTA rappresenta una sfida per l'UE che travalica l'ambito economico. Nella misura in cui la creazione di una zona di libero scambio, su scala emisferica, e considerate le asimmetrie tra il peso economico, politico e culturale degli Stati Uniti e quello degli altri paesi dell'emisfero, e nonostante si tratti di un processo negoziale multilaterale, determinerà un consolidamento dell'influenza statunitense nell'area latinoamericana, l'AFTA comporta la prospettiva di un indebolimento dell'influenza europea nella regione, specie nei paesi del Mercosur e nel Cile che tradizionalmente hanno mantenuto i legami più forti con l'Europa. Di fronte a tale prospettiva, l'associazione con l'UE, considerata come un modello di società basato sull'economia sociale del mercato, acquisisce una particolare rilevanza, in quanto rappresenta un modello di cooperazione interregionale più integrale, senza pretese egemoniche, e non solo compatibile, ma anzi favorevole all'approfondimento del processo d'integrazione nel Cono sud e con tutta la regione latinoamericana. In proposito va menzionata l'opposizione di vari settori del Mercosur e del Cile nei confronti dell'AFTA opposizione dovuta all'idea che si tratti di un'iniziativa meramente mercantile o economistica, contraria ad un modello d'integrazione che includa le dimensioni sociale, politica e culturale, oltre a quelle economiche e commerciali.

4.8.6. Per il Mercosur una delle principali condizioni per il successo dei negoziati con l'UE e per quelli relativi all'AFTA è la coesione interna del gruppo. Recentemente gli effetti derivati dalla svalutazione brasilena del 1999 e dalla crisi fiscale argentina hanno dischiuso un panorama piuttosto preoccupante quanto al futuro del Mercosur; si è posta chiaramente la necessità di approfondire il coordinamento delle politiche economiche tra i suoi membri, di rafforzarne i meccanismi istituzionali e di consolidare fino in fondo l'unione doganale. In tal senso non si può escludere che il processo di formazione dell'AFTA possa creare effetti centrifughi addizionali che minaccino la coesione interna del gruppo e il suo ruolo in quanto elemento dinamizzante dell'integrazione latinoamericana, prospettiva che si è rafforzata con l'apertura dei negoziati di libero scambio tra Cile e USA, al margine del processo AFTA.

4.8.7. In cambio il processo negoziale con l'UE, sia per l'obiettivo generale dell'associazione, sia per gli obiettivi concreti della cooperazione UE/Mercosur, è inequivocabilmente diretto a rafforzare il gruppo, ciò che nelle circostanze attuali risulta più importanti che mai. In relazione ad una delle massime priorità attuali del Mercosur, ossia il conseguimento di un maggior grado di coordinamento tra le politiche economiche dei paesi membri, l'UE potrebbe apportare un contributo considerevole al consolidamento del Mercosur in quanto spazio regionale, tenendo conto di esperienze europee come la creazione del mercato unico europeo (MUE) e l'unione economica e monetaria (UEM). In tal senso una delle priorità fissate dalla comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo relativa al seguito al primo vertice tra l'America latina, i Caraibi e l'Unione europea(8) consiste proprio nell'appoggio ad una più intensa cooperazione nell'ambito macroeconomico, con l'obiettivo di contribuire alla stabilità finanziaria della regione e di incoraggiare l'integrazione regionale nei settori economico e monetario.

4.8.8. L'importanza di evitare che gli squilibri macroeconomici dettino misure tali da ripercuotersi negativamente sul processo d'integrazione regionale del Mercosur e da comportare effetti potenzialmente nocivi per i paesi terzi, è stata messa in luce dalla decisione del governo argentino presa nel quadro del piano di adeguamento presentato alla fine di marzo del 2001, di aumentare temporaneamente fino al 35 % i dazi relativi alle importazioni dei beni di consumo e di ridurre fino allo 0 % i dazi applicati ai beni d'investimento per prodotti provenienti da paesi al di fuori del Mercosur. Anche se la valutazione delle conseguenze per le esportazioni europee di questa misura, che intacca la tariffa doganale comune del Mercosur, dipenderà da un esame più particolareggiato dei suoi aspetti settoriali, questa decisione mette in risalto l'importanza per l'UE di basare le relazioni economiche con il Mercosur su impegni reciproci e vincolanti.

5. La dimensione sociale e la partecipazione della società civile

5.1. Approfondire i vincoli con il Mercosur e con il Cile deve costituire un obiettivo della massima importanza strategica per la politica esterna dell'UE e una delle priorità nelle sue relazioni con l'America Latina. I negoziati in corso offrono all'UE l'opportunità di dimostrare la propria volontà di stabilire vincoli più stretti con una regione che ha in comune con l'Europa profondi legami storici e culturali, nonché per approfondire una cooperazione improntata al profitto reciproco con una delle regioni più importanti del mondo. Il carattere biregionale dei negoziati con il Mercosur (si tratta di un negoziato tra due organismi di integrazione) e la natura integrale dei processi di associazione che si stanno realizzando con il Mercosur e con il Cile sono elementi che disegnano un nuovo tipo di relazioni tra regioni che potrebbe servire da modello in un mondo sempre più globalizzato e interdipendente.

5.2. Il Comitato considera che sia l'attuale fase di ravvicinamento al Mercosur e al Cile sia i futuri accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile offrono un'occasione di prim'ordine per mettere in pratica le disposizioni dell'Agenda sociale europea, adottata dal Consiglio europeo di Nizza (7/9 dicembre 2000) nella quale si raccomanda il rafforzamento della dimensione sociale delle relazioni esterne dell'UE. In tale contesto l'UE può apportare un notevole contributo allo sviluppo della dimensione sociale dell'integrazione regionale del Cono sud, specie per quanto riguarda l'attuazione pratica dei principi enunciati nella Dichiarazione socioprofessionale del Mercosur adottata nel 1998. Al riguardo il Comitato esprime la propria soddisfazione per l'iniziativa volta a sostenere un progetto di cooperazione inteso a consolidare la dimensione socioprofessionale del Mercosur che avverrà nell'ambito dell'accordo quadro interregionale di cooperazione con il Mercosur.

5.3. Il Comitato esprime pieno accordo quanto alla definizione contenuta nella comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo in merito al seguito del vertice tra l'UE, l'America Latina e i Caraibi, secondo la quale il sostegno ai gruppi più vulnerabili della società e la lotta contro la povertà devono beneficiare della massima priorità nella cooperazione con il Mercosur e con il Cile. Al riguardo esso constata la piena convergenza tra gli obiettivi dell'UE e quelli del Mercosur e del Cile, quali sono stati espressi, ad esempio nella Carta di Buenos Aires, sull'impegno sociale nel Mercosur, Bolivia e Cile, adottata dai Presidenti dei sei paesi il 30 giugno 2000 nella quale si riconosce la responsabilità fondamentale dello Stato nella formulazione di politiche destinate a lottare contro la povertà e a sostenere le azioni della società civile rivolti a questo obiettivo. D'altro canto, in seguito alla riduzione delle risorse europee destinate alla cooperazione con il Mercosur e il Cile nel corso degli ultimi anni, il Comitato sottolinea la necessità che l'impegno dell'UE in questo ambito ritrovi perlomeno il livello degli anni in cui gli importi erano più elevati, in modo da apportare così un contributo efficace alla diminuzione della povertà in detti paesi.

5.4. Il Comitato accoglie con favore la Dichiarazione presidenziale dei diritti fondamentali dei consumatori del Mercosur, adottata il 15 dicembre 2000, nella quale gli Stati si impegnano per una serie di diritti di base, quali il diritto alla protezione efficace della vita, della salute e della sicurezza del consumatore e dell'ambiente; la fornitura di servizi pubblici e privati e di prodotti in condizioni adeguate e sicure; l'agevolazione dell'accesso agli organi giudiziali e amministrativi per la protezione degli interessi individuali e collettivi dei consumatori. Tale dichiarazione rappresenta un progresso importante nel ravvicinamento dell'integrazione regionale agli interessi e alle preoccupazioni dei cittadini, collocandosi in piena sintonia con gli sforzi profusi dall'UE per rendere compatibile l'integrazione dei mercati con la protezione dei consumatori; essa offre inoltre nuove opportunità di cooperazione interregionale.

5.5. Poiché l'altro obiettivo della liberalizzazione del commercio e dell'apertura dei mercati deve consistere nell'incremento dello sviluppo economico e sociale, il Comitato raccomanda che i futuri accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile facciano un riferimento esplicito alle norme fondamentali del lavoro contenute nella dichiarazione di principio dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) del 1998, che fa parte della serie di principi su cui si baseranno i nuovi accordi, congiuntamente agli altri diritti umani fondamentali e all'adesione ai principi della democrazia e dello stato di diritto. L'inclusione di questi diritti costituirebbe un importante contributo all'attuazione pratica della priorità che la succitata comunicazione della Commissione europea accorda alla promozione e alla protezione dei diritti umani, includendovi i diritti economici e sociali.

5.6. La partecipazione attiva delle diverse categorie della società civile è essenziale per conseguire un rafforzamento duraturo dei vincoli tra l'UE e il Mercosur e il Cile, nella prospettiva di assicurare che i futuri accordi di associazione si baseranno su relazioni solide tra le società di ambo le regioni. Il Comitato si compiace del crescente riconoscimento dell'importanza della partecipazione degli interlocutori economici e sociali e degli altri settori della società civile organizzata, ai diversi forum di cooperazione e di dialogo interregionale, in particolare nei seguenti ambiti:

- la dichiarazione della riunione dei ministri delle relazioni esterne dell'UE e del Gruppo di Rio, svoltasi il 23 marzo 2001 a Santiago del Cile, dove si sottolinea l'importanza di promuovere e intensificare gli scambi e la cooperazione tra le società civili di ambo le regioni.

- Il comunicato della riunione dei ministri delle relazioni esterne dell'UE e del Mercosur, Cile e Bolivia, tenutasi a Vilamoura nel febbraio 2000, in cui si mette in rilievo l'importanza del contributo di nuovi attori, di associati e di risorse della società civile, nonché l'opportunità di incoraggiare gli scambi reciproci e la cooperazione della società civile delle due regioni.

- La proposta della Commissione europea, nella sua comunicazione relativa al seguito del vertice tra l'UE e l'America latina e i Caraibi, di attribuire priorità nelle relazioni con il Mercosur e con il Cile all'intensificazione del dialogo e della cooperazione con la società civile e con gli attori economici.

- L'affermazione, da parte dell'ultimo vertice dei presidenti del Mercosur, Bolivia e Cile, tenuto il 14 e 15 dicembre 2000, dell'importanza della partecipazione della società civile al processo d'integrazione, accentuando in particolare il ruolo del CES.

- La raccomandazione del Parlamento europeo, in due risoluzioni adottate il 1o marzo 2001, affinché i futuri accordi di associazione consentano la partecipazione strutturata della società civile al dialogo politico, mediante l'organizzazione di conferenze periodiche con i rappresentanti della società civile organizzata dell'UE, del Mercosur e del Cile, e grazie alla loro partecipazione come osservatori nelle riunioni ministeriali e in altri forum di dialogo e di cooperazione interregionale.

5.7. Per concludere con successo i negoziati in corso tra l'UE, il Mercosur e il Cile, è indispensabile mantenere un elevato livello d'informazione sul suo sviluppo, diretto in generale alla società civile e, in particolare, alle organizzazioni che rappresentano gli interessi in gioco in primo luogo a seguito delle decisioni che saranno prese nell'ambito di tali negoziati. La maggior trasparenza possibile e l'attivazione di meccanismi adeguati per canalizzare le aspettative e i suggerimenti delle diverse categorie della società civile organizzata sono fattori decisivi per consolidare la legittimità del processo negoziale e per ottimizzare il sostegno sociale agli obiettivi perseguiti dai negoziati.

5.8. In tale contesto il Comitato esprime la propria soddisfazione per l'accordo adottato nel corso dell'ultima riunione ministeriale tra l'UE, il Mercosur, Bolivia e Cile, avvenuta a Santiago del Cile il 23 marzo 2001, accordo inteso a incoraggiare gli incontri periodici con i rappresentanti delle rispettive società civili, nell'intento di favorire gli scambi e la cooperazione tra le parti, di mantenerle informate dell'evoluzione dei negoziati in corso e di raccogliere suggerimenti per il loro sviluppo. Il Comitato esprime inoltre l'auspicio che vengano avviate sollecitamente iniziative concrete basate su detto accordo. Nel contempo esso accoglie con favore l'interesse mostrato dalla Commissione europea di associare la società civile organizzata al processo negoziale con il Mercosur e con il Cile, interesse manifestato nella conferenza organizzata dalla Commissione stessa il 12 ottobre 2000 alla quale ha partecipato un'ampia gamma di rappresentanti della società civile europea; esso esprime la speranza che in futuro si realizzino regolarmente più iniziative di questo genere. Nello stesso ordine d'idee il Comitato esprime il proprio sostegno al consolidamento delle attività del MEBF a favore del ravvicinamento con il Mercosur e la propria soddisfazione per il primo vertice imprenditoriale tra l'Unione europea, l'America latina e i Caraibi, tenutosi a Madrid il 20 e 21 novembre 2000 in cui si è confermato il ruolo positivo che può avere la cooperazione imprenditoriale nello svolgimento dei negoziati interregionali. È necessario favorire iniziative analoghe, di monitoraggio e di appoggio dei processi negoziali in corso, promossi da altri settori (lavoratori, consumatori, agricoltori) rappresentativi d'interessi economici e sociali.

5.9. I futuri accordi di associazione con il Mercosur e con il Cile devono agevolare la cooperazione e i contatti diretti tra gli attori della società civile e assicurare loro una posizione centrale nel contesto delle relazioni interregionali. Oltre alla creazione, già approvata, di un CCM nel quadro della struttura istituzionale degli accordi, le organizzazioni rappresentative degli interessi sociali devono assumere un ruolo centrale e attivo nell'esecuzione di diversi programmi e azioni di cooperazione, contribuendo all'attuazione dei principi di coesione economica e sociale e rispondendo alla necessità di ridurre gli squilibri tra settori sociali e regioni. Va quindi considerata prioritaria la promozione di attività da realizzare direttamente dagli attori economici e sociali, allo scopo di agevolare una cooperazione più diretta tra le organizzazioni che rappresentano i cittadini dell'UE, del Mercosur e del Cile, trasformandoli in veri e propri protagonisti delle nuove relazioni di associazione.

Bruxelles, 12 luglio 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

(1) GU C 169 del 16.6.1999.

(2) GU C 18 del 22.1.1996.

(3) GU C 407 del 28.12.1998.

(4) COM(2000) 670 def. del 31.10.2000.

(5) I dati sul commercio provengono dal Banco Interamericano de Desarollo (BID) ("Periodic Note on Integration and Trade in the Americas", dicembre 2000) e da Eurostat.

(6) A4-0508/1988 del 15.1.1999.

(7) A5-0049/2001 ed A5-0050/2001 del 6.2.2001.

(8) COM(2000) 670 del 31.10.2000.

ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale

L'emendamento che segue, che ha raccolto più di un quarto dei voti espressi, è stato respinto dal Comitato nel corso dei dibattiti:

Punto 4.7

Sostituire il testo con:

"I paesi del Mercosur esportano prodotti agricoli di tipo tropicale e di tipo temperato. Nel 1999 sono divenuti il terzo fornitore dell'Unione europea per i prodotti agricoli europei di tipo temperato (il 12 % delle importazioni provengono dal Mercosur e dal Cile). Tali importazioni si incentrano su prodotti che non sono protetti o lo sono assai poco (ortofrutticoli e semi oleosi). Tuttavia gli agricoltori dei paesi del Mercosur possono ancora conseguire guadagni in termini di produttività che riguardano altre produzioni dell'Unione europea, già sottoposte a forte concorrenza:

- la carne bovina, che affronta la crisi di fiducia dei consumatori;

- il pollame, confrontato ad una forte concorrenza sui mercati internazionali;

- i semi oleosi e le colture proteiche, che è necessario sviluppare nel contesto della dipendenza europea dalle proteine vegetali.

Inoltre i possibili vantaggi in termini di esportazione per l'agricoltura ed il settore agro-alimentare dell'Unione sembrano assai limitati nella misura in cui il settore è in pieno sviluppo nei paesi del Mercosur. È per tal motivo che l'aspetto agricolo delle relazioni tra Unione e Mercosur è sensibile per l'agricoltura europea.

D'altro canto il funzionamento e la gestione del mercato nel Mercosur sono assai diversi rispetto alla situazione esistente nell'ambito del mercato unico europeo e rispetto alle aspettative dei consumatori riguardo alle possibilità di rintracciare l'iter dei prodotti lungo l'intera catena di produzione e di identificarne il livello di qualità.

Infine le successive riforme della PAC ed il rispetto degli impegni presi all'Uruguay Round hanno permesso una riduzione considerevole e costante delle sovvenzioni agricole dell'Unione europea. Tale evoluzione si scontra in particolare con l'aumento degli aiuti attribuiti dagli Stati Uniti e cozza contro l'aumento delle garanzie di credito all'esportazione offerte all'agricoltura di tali paesi, misure che non sono sottoposte a controlli multilaterali. La PAC deve inoltre fronteggiare scadenze e sfide connesse alla riuscita dell'ampliamento dell'Unione europea ed alle preoccupazioni in materia di salute. Le discussioni con i paesi del Mercosur, che si integrano in un più ampio processo che riguarda altresì aspetti sociali e diritti dell'uomo, non devono considerare soltanto aspetti commerciali (salute, condizioni di produzione, benessere degli animali) bensì riconoscere il modello agricolo ed alimentare europeo. Per tal motivo lo sviluppo delle relazioni commerciali agricole tra l'Unione europea ed il Mercosur non deve venir ridotto alla mera problematica dell'accesso al mercato."

Motivazione

L'agricoltura europea è in concorrenza diretta con le produzioni agricole dei paesi del Mercosur, i quali non sono soggetti agli stessi vincoli alla produzione in termini sanitari, ambientali e di benessere animale. Dato che le relazioni con il Mercosur non sono circoscritte agli aspetti commerciali, i negoziati agricoli non debbono limitarsi alle sole condizioni commerciali.

Esito della votazione

Voti favorevoli: 19, voti contrari: 43, astensioni: 11.