52001DC0512

Raccomandazione relativa a una raccomandazione del Consiglio riguardante l'attuazione delle politiche in materia di occupazione degli stati membri /* COM/2001/0512 def. */


Raccomandazione relativa a una RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO RIGUARDANTE L'ATTUAZIONE DELLE POLITICHE IN MATERIA DI OCCUPAZIONE DEGLI STATI MEMBRI

(presentata dalla Commissione)

RELAZIONE

La presente raccomandazione della Commissione al Consiglio, redatta in conformità dell'articolo 128, paragrafo 4 del trattato, fa parte di un pacchetto che comprende anche un progetto di relazione comune sull'occupazione per il 2001 e una proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per l'occupazione per il 2002. Una volta adottata dal Consiglio in qualità di raccomandazione riguardante l'attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri, il presente documento concentrerà l'azione sui settori prioritari e sarà di sostegno e orientamento per gli Stati membri nell'attuazione degli orientamenti per l'occupazione.

Risposta alle raccomandazioni del 2001

Raccomandazioni relative alle politiche in materia di occupazione degli Stati membri sono state adottate per la prima volta il 14 febbraio 2000 nel quadro del pacchetto occupazione del 1999. L'ultima serie di raccomandazioni è stata adottata dal Consiglio il 19 gennaio 2001, insieme agli orientamenti per l'occupazione per il 2001. Mentre la maggior parte delle raccomandazioni del 2001 è un aggiornamento delle 52 raccomandazioni dell'anno precedente, il resto pone un accento più forte sulla necessità che gli Stati membri elaborino strategie di apprendimento lungo tutto l'arco della vita e migliorino la propria combinazione di politiche (policy mix) all'insegna dei quattro pilastri degli orientamenti per l'occupazione, col risultato che il numero delle raccomandazioni è salito a 58.

I piani d'azione nazionali, presentati a maggio 2001 dagli Stati membri e valutati dalla relazione comune sull'occupazione 2001, danno un quadro di come queste raccomandazioni e gli orientamenti per l'occupazione sono stati messi in pratica. Anche se in generale le risposte degli Stati membri alle raccomandazioni sono state costruttive, esse mostrano diverse fasi di attuazione e allineamento agli orientamenti per l'occupazione. Nel complesso devono ancora essere affrontate rilevanti debolezze, e occorre proseguire le riforme strutturali dei mercati europei del lavoro, soprattutto alla luce delle prospettive economiche, ora meno favorevoli.

Le raccomandazioni per il 2002

Le raccomandazioni proposte, che gli Stati membri dovrebbero cominciare ad attuare in seguito all'adozione da parte del Consiglio, riferendone nei propri piani d'azione nazionali (PAN) per il 2002, si basano sui risultati dell'esame dei piani d'azione nazionali effettuato dalla Commissione, come indicato nella relazione comune sull'occupazione 2001. Nel complesso, l'esame dei PAN ha portato alla proposta di 57 raccomandazioni, un numero analogo a quello dell'anno scorso sia in termini di quantità totale sia per Stato membro [1]:

[1] La Danimarca avrà una raccomandazione in meno (sul mainstreaming delle questioni di genere), come il Portogallo (per la fusione di due raccomandazioni del 2001); l'Irlanda riceverà una raccomandazione in più, in materia di disparità regionali.

- la maggior parte delle raccomandazioni (48) è stata aggiornata alla luce dei progressi conseguiti;

- vi sono nove raccomandazioni completamente nuove [2];

[2] Quelle relative a disparità regionali ed efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro (cfr. sotto); mainstreaming delle questioni di genere in Grecia, apprendimento lungo tutto l'arco della vita in Austria.

- solo in quattro casi vi sono motivi per ritirare le raccomandazioni [3] avanzate l'anno scorso.

[3] È il caso ad esempio delle raccomandazioni sul mainstreaming delle questioni di genere in Danimarca, sul ruolo delle parti sociali in Lussemburgo, sul monitoraggio statistico nei Paesi Bassi e sulla pressione fiscale in Finlandia (paese nel quale si sono adottate riduzioni delle imposte per il 2002).

L'ordine di presentazione delle nuove raccomandazioni per ciascuno Stato membro non riflette alcun ordine di priorità. Dal momento che la maggioranza delle raccomandazioni aggiorna quelle dell'anno prima, l'ordine in cui sono presentate è lo stesso (ed è anche l'ordine in cui sono state valutate nel progetto di relazione comune sull'occupazione); le nuove raccomandazioni si possono generalmente trovare alla fine dell'elenco.

Nel redigere le raccomandazioni proposte, come previsto dall'articolo 126 del trattato, la Commissione ha fatto in modo di garantire la coerenza con gli indirizzi di massima per le politiche economiche.

Malgrado la difficoltà di istituire paragoni da un anno all'altro a causa del graduale cambiamento nella sostanza di alcune raccomandazioni, emergono chiaramente alcune tendenze tematiche:

- le raccomandazioni nel settore della combinazione delle politiche sono ora più specifiche, per consentire di affrontare le debolezze specifiche di ciascun paese, come nel caso dei bassi tassi occupazionali (rispetto agli obiettivi di Lisbona e Stoccolma) [4];

[4] Cfr. Italia e Grecia.

- le raccomandazioni imperniate sul sistema fiscale e quello sociale, che prima miravano a incrementare la partecipazione di particolari categorie come i lavoratori anziani, adesso si rivolgono in generale a un insieme più ampio di fasce di popolazione, dai lavoratori anziani alle donne e agli immigrati, al fine di contribuire a un aumento generale dell'offerta di manodopera [5];

[5] Per es. Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia.

- le raccomandazioni sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita sono state modificate, con una focalizzazione su problemi specifici quali il deficit delle competenze e l'assenza di un approccio esaustivo e coerente in molti Stati membri;

- le raccomandazioni relative alla tematica di genere sono ora più specifiche e si concentrano su problemi particolari, come la realizzazione di servizi di custodia [6];

[6] Ad es. Germania, Grecia, Spagna, Irlanda, Italia, Austria, Portogallo.

- diverse nuove raccomandazioni si concentrano sui problemi relativi alle disparità regionali, spesso nel contesto delle strozzature di cui tratta uno dei nuovi orientamenti per il 2001 [7];

[7] Belgio, Spagna, Irlanda e Finlandia (cfr. anche Germania e Italia).

- varie raccomandazioni sottolineano maggiormente la necessità di aumentare l'efficienza delle politiche attive del mercato del lavoro [8].

[8] Germania, Finlandia, Svezia.

Raccomandazione relativa a una

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

RIGUARDANTE L'ATTUAZIONE DELLE POLITICHE IN MATERIA DI OCCUPAZIONE DEGLI STATI MEMBRI

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 128, paragrafo 4,

vista la raccomandazione della Commissione del 12 settembre 2001,

visto il parere comune del comitato per l'occupazione e del comitato di politica economica [9],

[9] (Occorre verificare se il parere è comune).

considerando quanto segue:

(1) Il Consiglio ha adottato gli orientamenti per l'occupazione per il 2001 mediante decisione del 19 gennaio 2001 [10].

[10] GU L 22 del 24.1.2001, pag. 18.

(2) Il Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 ha concordato una strategia generale in materia di occupazione, riforme economiche e coesione sociale e si è impegnato a creare condizioni di piena occupazione; su tale base si sono fissati gli obiettivi relativi ai tassi d'occupazione da conseguire entro il 2010, poi integrati dal Consiglio europeo di Stoccolma del 23 e 24 marzo con obiettivi intermedi per il 2005 e un nuovo obiettivo consistente nell'accrescere il tasso occupazionale di donne e uomini anziani entro il 2010.

(3) Il Consiglio europeo di Nizza del 7, 8 e 9 dicembre ha approvato l'Agenda sociale europea, secondo la quale il ritorno alla piena occupazione richiede politiche ambiziose in termini di aumento dei tassi occupazionali, di riduzione delle differenze regionali, di riduzione delle disparità e di miglioramento della qualità dei posti di lavoro.

(4) Il Consiglio ha adottato la raccomandazione sugli indirizzi di massima per le politiche economiche il 15 giugno 2001 e il Consiglio europeo di Amsterdam del 16 e 17 giugno 1997 ha approvato una risoluzione relativa al Patto di stabilità e crescita che stabilisce impegni per gli Stati membri.

(5) Gli Stati membri dovrebbero attuare tale raccomandazione in modo coerente con gli indirizzi di massima per le politiche economiche, in particolare con la parte relativa al mercato del lavoro.

(6) La relazione comune sull'occupazione 2001, elaborata insieme alla Commissione, descrive la situazione dell'occupazione nella Comunità ed esamina le misure adottate dagli Stati membri per attuare le proprie politiche occupazionali in sintonia con gli orientamenti per l'occupazione e con la raccomandazione del Consiglio del 19 gennaio 2001 riguardante l'attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri [11].

[11] GU L 22 del 24.1.2001, pag. 27.

(7) Il Consiglio ritiene opportuno formulare raccomandazioni sulla scorta dell'esame dell'attuazione data dagli Stati membri alle rispettive politiche in materia di occupazione. Tali raccomandazioni, di cui occorre fare un uso contenuto, dovrebbero concentrarsi su temi prioritari ed essere basate su un'analisi seria e approfondita.

(8) Nel completare gli interventi degli Stati membri al fine di contribuire al raggiungimento della piena occupazione, dovrebbero essere rispettate le competenze degli Stati membri.

(9) Il Consiglio riconosce i notevoli sforzi già profusi dagli Stati membri al fine di attuare gli orientamenti per l'occupazione e la raccomandazione del 19 gennaio 2001. Nel valutare l'impatto di tali politiche occorre tenere conto della prospettiva pluriennale degli orientamenti per l'occupazione.

(10) Gli Stati membri dovrebbero articolare la propria risposta agli orientamenti relativamente ai quattro pilastri in una strategia complessiva coerente volta alla piena occupazione, riconoscendo le diverse posizioni di partenza rispettive, sviluppando e attuando strategie esaustive e coerenti di apprendimento lungo tutto l'arco della vita e un'ampia collaborazione con le parti sociali. Occorre prestare la dovuta attenzione all'integrazione orizzontale (mainstreaming) delle questioni di genere e ridurre le disparità regionali, nonché valutare i progressi compiuti nell'ambito di tutti e quattro i pilastri sulla base di opportuni indicatori.

(11) Al fine di influenzare l'andamento della disoccupazione giovanile e di lunga durata,tutti i giovani dovrebbero avere la possibilità di accedere al mondo del lavoro prima di essere stati disoccupati per sei mesi e a tutti gli adulti disoccupati dovrebbe essere offerto un nuovo inizio prima che raggiungano i dodici mesi di disoccupazione.

(12) Gli Stati membri devono perseguire l'obiettivo di modernizzare i rispettivi servizi pubblici dell'occupazione.

(13) È importante ridurre i disincentivi all'occupazione contenuti nei sistemi fiscali o sociali, al fine di garantire una maggiore presenza delle donne e dei lavoratori anziani nel mondo del lavoro.

(14) La promozione e la realizzazione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, compreso lo sviluppo di sistemi per l'istruzione iniziale, secondaria e superiore, l'aggiornamento e la formazione professionale, nonché la fissazione di obiettivi nazionali, sono decisivi per lo sviluppo di una società basata sulla conoscenza di tipo competitivo e dinamico e richiedono l'impegno attivo di tutte le parti interessate, compresi gli enti pubblici, le parti sociali e gli individui, con un rilevante contributo della società civile.

(15) È necessario un complesso coerente di politiche atte a promuovere la coesione sociale sostenendo l'integrazione dei gruppi e degli individui svantaggiati nel mondo del lavoro e a combattere le discriminazioni nell'accesso al mercato del lavoro.

(16) Sono necessari miglioramenti dell'ambiente in cui operano le aziende e degli strumenti a disposizione dei singoli per l'avvio di attività imprenditoriali, allo scopo di incoraggiare un numero sempre crescente di aziende dinamiche a creare posti di lavoro. Occorre sviluppare condizioni generali che consentano di sfruttare il potenziale di crescita occupazionale del settore dei servizi.

(17) Per sostenere la creazione di posti di lavoro sono necessari sistemi di tassazione più favorevoli all'occupazione in cui il pesante carico fiscale attualmente imposto al lavoro sia spostato su fonti alternative di gettito fiscale, quali l'energia e l'ambiente.

(18) Gli interventi locali a favore dell'occupazione contribuiscono in maniera significativa al conseguimento degli obiettivi della strategia europea per l'occupazione.

(19) La costituzione di partnership a tutti i livelli appropriati è fondamentale per modernizzare l'organizzazione del lavoro e promuovere l'adattabilità delle imprese e dei lavoratori.

(20) Le disparità tra donne e uomini sul mercato del lavoro, riguardanti in particolare occupazione, disoccupazione e retribuzione, nonché la segregazione settoriale e professionale tra i sessi, richiedono strategie esaustive di mainstreaming e misure che consentano di conciliare meglio lavoro e vita familiare,

RIVOLGE ai singoli Stati membri le raccomandazioni riportate in allegato.

Fatto a Bruxelles, il [...]

Per il Consiglio

Il Presidente

ALLEGATO

I. BELGIO

Problemi sul fronte occupazionale

Le condizioni del mercato del lavoro belga sono migliorate nel 2000, con un aumento del tasso d'occupazione al 60,5%, livello ancora decisamente al di sotto dell'obiettivo di Lisbona, pari al 70%. Si è registrato un ulteriore calo del tasso di disoccupazione al 7% (sotto la media UE dell'8,2%), mentre la crescita occupazionale si è ripresa, per arrivare alla media europea (1,8%). Ai problemi tradizionali però viene data solo una risposta graduale:

- i nuovi arrivi nella disoccupazione di lunga durata sono numerosi e, malgrado un ulteriore calo, le file dei disoccupati di lungo termine - il 3,8% della forza lavoro nel 2000 - sono più ampie della media UE;

- la partecipazione all'occupazione fra i lavoratori anziani è ancora la più bassa dell'UE (26,3%, cioè 11,4 punti sotto la media europea), e fra le donne col 51,5% resta sotto la media dell'Unione;

- il carico fiscale gravante sul lavoro rimane uno dei più elevati dell'UE;

- l'organizzazione del lavoro dev'essere ulteriormente modernizzata con la partecipazione delle parti sociali;

- le carenze di manodopera e di competenze sono evidenti, ma non è ancora in atto una strategia davvero coerente ed esaustiva di apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

- rimangono elevate le differenze regionali in termini di disoccupazione.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti l'attuazione di una politica di prevenzione, specialmente per gli adulti; l'aumento del tasso di occupazione fra i lavoratori anziani e le donne; la riduzione degli oneri fiscali sul lavoro; lo sviluppo dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; un aumento della mobilità infraregionale della forza lavoro.

Il Belgio è pertanto invitato a:

1. ridurre i nuovi arrivi nel campo della disoccupazione di lunga durata mediante passi decisivi verso l'attuazione di un sistema adeguato di intervento precoce per i disoccupati adulti; esaminare gli effetti del nuovo approccio personalizzato nei confronti dei giovani disoccupati;

2. adottare azioni più decise per aumentare il tasso occupazionale complessivo, in particolare per quanto riguarda le donne e i lavoratori anziani. Il Belgio dovrebbe, in particolare, esaminare l'impatto delle recenti misure e considerare la possibilità di adottarne di nuove per prevenire il ritiro anticipato dei lavoratori dall'attività, nonché di introdurre incentivi in grado di aumentare la capacità dei lavoratori anziani di rimanere attivi;

3. proseguire i provvedimenti miranti a ridurre gli oneri fiscali sul lavoro, in modo da incoraggiare le persone a iniziare un'attività lavorativa e i datori di lavoro a creare nuovi posti, e monitorare attentamente l'impatto delle misure già adottate, anche di quelle relative alla riduzione dei contributi di sicurezza sociale; intensificare gli sforzi con le parti sociali per combinare meglio sicurezza e maggiore flessibilità del mercato del lavoro;

4. accelerare, in cooperazione con tutti i soggetti interessati, lo sviluppo e l'attuazione di una strategia esaustiva di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, per prevenire le carenze di competenze, elevare l'attrattiva dell'istruzione tecnica e professionale e costruire un fondamento più solido per l'economia e la società basate sulla conoscenza;

5. adottare un'azione concertata per aumentare la mobilità dei lavoratori fra le regioni, mediante informazioni sul mercato del lavoro e migliorando ulteriormente il coordinamento delle politiche relative al mercato del lavoro.

II. DANIMARCA

Problemi sul fronte occupazionale

La situazione del mercato del lavoro rimane molto favorevole, col più alto tasso di occupazione femminile dell'UE (71,6%), uno dei tassi occupazionali più elevati per la popolazione maschile (80,8%) e uno dei tassi di disoccupazione più bassi (4,7%). La Danimarca, che supera gli obiettivi di Lisbona, si trova di fronte ai seguenti problemi:

- gli oneri fiscali complessivi sono ancora elevati. La ridotta differenza fra prestazioni sociali e retribuzioni basse ha limitato finora gli effetti delle riforme fiscali sugli incentivi al lavoro per le fasce a basso reddito;

- il mercato del lavoro nel 2000 si è contratto, mentre una parte considerevole della popolazione in età da lavoro gode del pensionamento anticipato o dell'assistenza sociale, e il tasso occupazionale degli immigrati rimane basso.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti la riduzione degli oneri fiscali e l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro.

La Danimarca è pertanto invitata a:

1. proseguire e monitorare attentamente l'attuazione delle riforme in corso miranti a ridurre la pressione fiscale globale sul lavoro, in particolare abbassando le alte aliquote d'imposta marginali effettive gravanti sui redditi medi e bassi;

2. proseguire gli incentivi per incoraggiare ancora più persone a entrare nel mondo del lavoro, in particolare attraverso un ulteriore sviluppo di un mercato del lavoro inclusivo e tramite sforzi ulteriori per l'integrazione degli immigrati.

III. GERMANIA

Problemi sul fronte occupazionale

Il positivo andamento dell'occupazione e della disoccupazione registrato negli ultimi anni si è confermato nel 2000. Il tasso d'occupazione complessivo, pari al 65,3%, supera la media UE, ma resta al di sotto dell'obiettivo di Lisbona per cinque punti percentuali. Le sfide fondamentali che si presentano tuttora al mercato del lavoro tedesco sono:

- un calo relativamente lento della disoccupazione di lunga durata, che corrisponde ancora al 4% della forza lavoro, con persistenti differenze regionali, soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione, che colpisce particolarmente i nuovi Länder. Inoltre, i risultati delle politiche attive del mercato del lavoro nella parte orientale del paese variano;

- il tasso occupazionale delle persone di età compresa fra i 55 e i 64 anni è al 37,3%, con un leggero calo sotto la media UE;

- la necessità di modernizzare l'organizzazione del lavoro e di uno sforzo tangibile e permanente in direzione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, per superare il deficit delle competenze e per aumentare il livello generale di qualificazione della manodopera;

- malgrado le riforme in corso, resta elevata la pressione fiscale complessiva sul lavoro;

- in Germania si registra uno dei maggiori divari fra i sessi quanto alla retribuzione di tutta l'UE, nonché una relativa scarsità di servizi di custodia dei bambini.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti le politiche di prevenzione; l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro da parte dei lavoratori anziani; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; la riduzione degli oneri fiscali sul lavoro; le pari opportunità.

La Germania è pertanto invitata a:

1. al fine di ridurre sensibilmente la disoccupazione di lunga durata, dedicare maggiori sforzi alla prevenzione dei nuovi arrivi nel campo della disoccupazione di lunga durata, soprattutto nella parte orientale del paese e per quanto riguarda le minoranze etniche e gli immigrati, nonché aumentare l'efficacia delle misure attive del mercato del lavoro;

2. continuare a rimuovere gli ostacoli e i disincentivi che possono scoraggiare la partecipazione al mercato del lavoro da parte dei lavoratori in età più avanzata e di altri gruppi a rischio, esaminare l'efficacia delle iniziative e delle azioni decise e adottare ulteriori misure per migliorare l'occupabilità dei lavoratori maggiori di 55 anni, e riferire in merito;

3. adottare provvedimenti, se del caso nel quadro dell'"Alleanza per il lavoro", per rendere più flessibili i contratti e l'organizzazione del lavoro; affrontare i deficit di competenze sul mercato del lavoro apportando miglioramenti concordati per la formazione iniziale e permanente, nonché attraverso l'ulteriore sviluppo di una strategia complessiva per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, basata su obiettivi qualitativi e quantitativi. Le parti sociali e il governo sono invitati, ciascuno nella sfera delle proprie competenze, a intensificare gli sforzi per aumentare la qualità della formazione continua e istituire sistemi per l'accreditamento e riconoscimento dell'istruzione formale e non formale;

4. proseguire gli sforzi per ridurre le tasse e i contributi per la sicurezza sociale all'estremità inferiore della scala retributiva in modo da rendere redditizio il lavoro e da rafforzare le prospettive di un'occupazione duratura e accettabile, esaminare l'incidenza dei provvedimenti varati e riferire in merito;

5. rafforzare l'azione per ridurre il divario fra i sessi in fatto di retribuzione e affrontare la questione dell'impatto del sistema fiscale e sociale sull'occupazione femminile, promuovere l'istituzione di servizi di custodia dei bambini e di orari di lavoro più compatibili con la vita familiare, nonché adattare gli orari scolastici. L'attuazione di tali politiche, con la partecipazione dei soggetti interessati a tutti i livelli, dovrebbe essere monitorata sulla scorta di indicatori e obiettivi opportuni e verificabili.

IV. GRECIA

Problemi sul fronte occupazionale

La Grecia ha ancora uno dei tassi di occupazione più bassi dell'UE (55,6% in totale e 40,9% per quanto riguarda le donne: ben al di sotto degli obiettivi di Lisbona). La disoccupazione si è stabilizzata a quota 11%, molto al di sopra della media UE, in una situazione in cui la crescita dell'occupazione è superata dagli aumenti strutturali a lungo termine della forza lavoro. La disoccupazione di lunga durata si è ridotta al 6,2%, ma rimane sensibilmente superiore alla media dell'Unione. Questa situazione rispecchia i seguenti problemi strutturali che affliggono il mercato del lavoro:

- il basso tasso di occupazione, a dispetto del potenziale di creazione di posti di lavoro delle PMI e dell'economia dei servizi, ancora non sfruttato;

- nell'attuale situazione di elevata disoccupazione giovanile, femminile e di lunga durata, i servizi pubblici dell'occupazione non propongono ancora un approccio preventivo e personalizzato; malgrado gli sforzi per monitorare i flussi, manca ancora un sistema statistico completo;

- nel contesto dato dai bassi tassi d'occupazione, occorre modificare il sistema fiscale e le norme sui diritti pensionistici, al fine di aumentare la disponibilità di manodopera;

- le riforme del sistema d'istruzione prevedono provvedimenti miranti a sviluppare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, ma manca ancora una chiara strategia d'insieme al riguardo, mentre devono essere ulteriormente migliorati i sistemi di istruzione e formazione professionale;

- occorre modernizzare ancora l'organizzazione del lavoro, anche col contributo delle parti sociali;

- vi sono ampie disparità fra i sessi per quanto riguarda l'occupazione e la disoccupazione, da risolvere fra l'altro aumentando la disponibilità di strutture di custodia dei bambini.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti la strategia complessiva; la prevenzione della disoccupazione; la riforma del sistema fiscale e sociale; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro e l'integrazione orizzontale delle questioni di genere.

La Grecia è pertanto invitata a:

1. migliorare il quadro strategico, in particolare elaborando un insieme di politiche ben coordinate ed equilibrate per applicare gli orientamenti per l'occupazione in tutti e quattro i pilastri, al fine di aumentare l'occupazione e i tassi occupazionali, in particolare a favore delle donne e dei giovani;

2. accelerare la ristrutturazione dei propri servizi pubblici dell'occupazione e varare un'azione coerente e incisiva per impedire che i disoccupati giovani e adulti cadano nella disoccupazione di lunga durata, ad esempio concretizzando in tempi stretti l'approccio personalizzato; migliorare il sistema statistico per fare in modo che indicatori strategici relativi alla prevenzione e all'attivazione siano disponibili in tempo utile, e che sia possibile monitorare efficacemente i progressi compiuti;

3. esaminare ed eliminare le distorsioni causate dalla tassazione sul lavoro e da alcune norme sulla pensione, migliorando così gli incentivi a lavorare;

4. sviluppare ulteriormente e attuare una strategia esaustiva in tema di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, nell'ambito della quale vengano stabiliti obiettivi; aumentare gli investimenti per migliorare i sistemi d'istruzione e di formazione professionale compreso l'apprendistato, al fine di elevare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze del mercato del lavoro;

5. dare piena attuazione al recente pacchetto di riforma del mercato del lavoro e costruire su questa base promuovendo impegni concreti delle parti sociali a tutti i livelli appropriati nei confronti della modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, raggiungendo un equilibrio tra flessibilità e sicurezza;

6. varare un'azione efficace ed esaustiva per aumentare il tasso di occupazione delle donne e ridurre il divario fra i sessi in materia di lavoro e di disoccupazione. In quest'ottica, occorre potenziare i servizi per la custodia dei bambini e a favore delle altre persone non autonome.

V. SPAGNA

Problemi sul fronte occupazionale

Negli ultimi anni la Spagna ha attraversato una fase costante e positiva di crescita economica e occupazionale, ma permangono gravi problemi:

- la disoccupazione si mantiene a livelli molto elevati (14,1%), malgrado una riduzione significativa dal 1996 a oggi. È diminuita anche la disoccupazione di lunga durata, ma le donne continuano a essere particolarmente colpite dal problema della disoccupazione;

- il tasso di occupazione (55%), sebbene in aumento, è tra i più bassi d'Europa e si situa ben al di sotto dell'obiettivo di Lisbona. Malgrado abbia registrato un aumento costante, il tasso di occupazione femminile rimane fra i più bassi nell'UE (40,3%). Le disparità fra i sessi sia per quanto riguarda il lavoro che la disoccupazione (29,6 e 10,8 punti percentuali rispettivamente) sono fra le più alte dell'Unione;

- in una situazione di scarsi risultati educativi e di scarsa partecipazione alla formazione continua, non è ancora stato varato un approccio pienamente coerente ed esaustivo in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

- vi è un'elevata percentuale di impieghi a tempo determinato; si tratta per lo più di contratti di breve durata che tendono a essere accettati in prevalenza dalle donne e dai giovani;

- le disparità regionali sono consistenti, mentre la mobilità geografica è assai ridotta.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti le politiche di attivazione e di prevenzione della disoccupazione; l'integrazione orizzontale delle questioni di genere; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; l'adattabilità e le disparità regionali.

La Spagna è pertanto invitata a:

1. completare la modernizzazione dei propri servizi pubblici dell'occupazione al fine di aumentarne l'efficienza e accelerare l'applicazione dell'approccio preventivo soprattutto per quanto riguarda i disoccupati adulti, in modo da raggiungere tutti i beneficiari potenziali. Questi sforzi dovrebbero comprendere il completamento del sistema di monitoraggio statistico;

2. varare un'azione efficace ed esaustiva per aumentare il tasso di occupazione complessivo e colmare il divario fra i sessi in materia di lavoro e disoccupazione. Nel quadro dell'approccio di integrazione orizzontale delle questioni di genere, occorre fissare e perseguire un obiettivo per mettere a disposizione servizi per la custodia dei bambini e a favore delle altre persone non autonome;

3. completare con decisione le riforme della formazione professionale, in modo da contemplare una strategia esaustiva e coerente di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, fissando obiettivi verificabili al fine di migliorare il livello d'istruzione e la partecipazione degli adulti a istruzione e formazione, affrontare il problema dello scarso livello di qualificazioni e sviluppare l'apprendimento non formale;

4. proseguire la modernizzazione del mercato e dell'organizzazione del lavoro con l'attiva partecipazione delle parti sociali, al fine di ridurre l'alta percentuale di contratti a tempo determinato e di aumentare il ricorso ai contratti a tempo parziale;

5. ridurre le disparità regionali nel lavoro e nella disoccupazione incoraggiando condizioni che portino alla creazione di posti di lavoro nelle regioni rimaste indietro e diminuendo gli ostacoli alla mobilità della manodopera.

VI. FRANCIA

Problemi sul fronte occupazionale

La situazione occupazionale continua a migliorare. Col 62,2%, il tasso di occupazione generale si avvicina alla media dell'UE, mentre quello delle donne è già arrivato oltre. Permangono tuttavia rilevanti problemi strutturali:

- il tasso occupazionale della popolazione di età compresa fra i 55 e i 64 anni è aumentato nel 2000, ma resta molto al di sotto della media UE (29,7% contro 37,7%);

- malgrado i progressi realizzati, le aliquote d'imposta marginali effettive sono ancora relativamente elevate;

- la persistenza di un tasso di disoccupazione superiore alla media europea (9,5% contro 8,2%) rende necessario proseguire e valutare programmi finalizzati a realizzare un approccio preventivo;

- la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro deve proseguire; la riduzione dell'orario di lavoro rappresenta un impegno notevole di tipo nuovo per le piccole imprese;

- l'istruzione e la formazione lungo tutto l'arco della vita devono essere promosse e il dialogo sociale in materia dev'essere intensificato.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti il mantenimento dei lavoratori più anziani nella vita attiva; la riduzione della pressione fiscale sul lavoro; la prevenzione della disoccupazione; l'attuazione della legislazione sulla settimana di 35 ore; l'istruzione e la formazione lungo tutto l'arco della vita.

La Francia è pertanto invitata a:

1. intensificare gli sforzi per ridurre il ritiro prematuro dei lavoratori anziani dalla vita attiva, elaborando una strategia più completa in materia di invecchiamento attivo che coinvolga le parti sociali;

2. a partire dalle recenti riforme dei sistemi fiscale e sociale, continuare a realizzare misure atte a incoraggiare i lavoratori a cercare un lavoro e a mantenerlo, in particolare quelle che hanno un impatto sui lavoratori non specializzati e scarsamente retribuiti, e osservarne gli effetti;

3. proseguire la realizzazione di sistemi personalizzati e di intervento precoce per i disoccupati; esaminare l'efficacia dell'attuazione di piani d'azione personalizzati nel quadro di un nuovo inizio e riferire in merito; valutare l'impatto a medio termine degli sforzi in corso per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani;

4. intensificare gli sforzi per modernizzare l'organizzazione del lavoro al fine di combinare meglio la sicurezza e una maggiore adattabilità, in modo da agevolare l'accesso all'occupazione; seguire da vicino gli effetti concreti prodotti dall'applicazione della normativa sulla settimana di 35 ore, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese;

5. proseguire gli sforzi nel quadro del dialogo sociale per rendere più efficiente il sistema di formazione continua e per promuovere una strategia esaustiva in tema di apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

VII. IRLANDA

Problemi sul fronte occupazionale

I risultati ottenuti dall'Irlanda sul fronte economico e su quello occupazionale sono stati molto positivi. Nel 2000 il tasso di occupazione complessivo, col 65,1%, si attestava a un livello più alto della media europea per il secondo anno consecutivo e il tasso di disoccupazione, già basso, ha continuato a scendere per tutte le fasce della popolazione. Tale evoluzione comporta un'ulteriore diminuzione della manodopera disponibile; permangono inoltre alcuni problemi strutturali:

- mentre la carenza di manodopera è aumentata negli ultimi anni, innescando pressioni inflative sui salari, il tasso occupazionale delle donne, malgrado i recenti aumenti, ha raggiunto appena la media UE (54%), e il divario fra i sessi nel mondo del lavoro resta alto;

- in questo contesto, occorrono ulteriori sforzi per aumentare il tasso di partecipazione, ora basso, all'aggiornamento, soprattutto fra chi già lavora;

- le considerevoli disparità regionali (in termini di lavoro e disoccupazione, ma anche di istruzione e retribuzioni) rischiano di impedire uno sviluppo duraturo ed equilibrato.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di sforzi continuativi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti l'aumento del tasso di partecipazione al mercato del lavoro, in particolare fra le donne; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in particolar modo la formazione in azienda; le disparità regionali.

L'Irlanda è pertanto invitata a:

1. proseguire la propria strategia globale per aumentare la manodopera disponibile e il tasso d'occupazione; intraprendere sforzi particolari per mobilitare e integrare maggiormente nel mercato del lavoro le persone economicamente inattive, soprattutto le donne, in particolare rimuovendo gli ostacoli di natura fiscale, aumentando il numero delle strutture accessibili per la custodia dei bambini e agendo al fine di ridurre il divario fra i sessi in fatto di retribuzione;

2. continuare gli sforzi miranti a sostenere l'incremento della produttività e a migliorare le competenze e le qualifiche della forza lavoro, ponendo maggiormente l'accento sulla formazione in azienda e sull'ulteriore sviluppo dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, stabilendo obiettivi generali e promuovendo in merito l'attiva partecipazione delle parti sociali all'attuazione del "Programma per la prosperità e l'equità";

3. nel quadro del programma strategia territoriale, combattere gli squilibri relativi a occupazione, disoccupazione, creazione di posti di lavoro e dotazione di capitale umano fra le diverse zone del paese.

VIII. ITALIA

Problemi sul fronte occupazionale

Come nell'anno precedente, anche nel 2000 l'occupazione è aumentata e la disoccupazione si è ridotta. Tuttavia, questi miglioramenti lasciano aperti numerosi problemi strutturali del mercato del lavoro italiano:

- il ridotto tasso di occupazione (53,5%) è ancora inferiore di circa 10 punti percentuali alla media UE e si colloca molto al di sotto dell'obiettivo di Lisbona; il tasso occupazionale delle donne (39,6%) è il più basso dell'UE e per i lavoratori anziani (27,8%) uno dei più bassi;

- la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro deve proseguire; la prevista revisione generale del sistema previdenziale è stata rimandata per la seconda volta;

- il tasso di disoccupazione è sceso al 10,5%, ma continua a superare di quasi due punti percentuali la media UE; le disparità regionali rimangono significative, con tassi di disoccupazione che vanno da meno del 5% a più del 20%, malgrado la recente crescita più spinta registrata nel Sud;

- il mercato del lavoro è caratterizzato, in particolare nelle regioni meridionali, da un ampio divario di genere in termini occupazionali (all'incirca 27,9 punti percentuali); il tasso di disoccupazione femminile, che si attesta al 14,4%, è quasi doppio di quello maschile, che si ferma all'8%;

- in una situazione di bassi tassi di scolarizzazione e di scarsa partecipazione alla formazione continua, è necessario migliorare la struttura dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, anche per coloro che lavorano.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti l'opportuna combinazione delle politiche al fine di favorire la crescita dell'occupazione, ridurre gli squilibri regionali e combattere il lavoro nero; il sistema fiscale e previdenziale; l'attivazione e la prevenzione della disoccupazione; l'integrazione orizzontale delle questioni di genere e il divario fra i sessi; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

L'Italia è pertanto invitata a:

1. proseguire le riforme per sostenere un aumento del tasso di occupazione, in particolare per le donne; tali riforme dovrebbero affrontare gli squilibri regionali rafforzando le politiche di occupabilità e promuovendo la creazione di posti di lavoro e la riduzione del lavoro nero, avvalendosi dell'attiva partecipazione delle parti sociali;

2. continuare a rendere più flessibile il mercato del lavoro, al fine di combinare meglio la sicurezza e una maggiore adattabilità, in modo da agevolare l'accesso all'occupazione; proseguire la riforma del sistema pensionistico mediante il riesame previsto per il 2001, dare avvio alla prevista modifica degli altri regimi previdenziali al fine di ridurre le uscite dal mercato del lavoro; proseguire gli sforzi per ridurre la tassazione sul lavoro, soprattutto per i lavoratori scarsamente retribuiti o a bassa qualificazione;

3. nel contesto dei provvedimenti in materia di occupabilità, adottare ulteriori provvedimenti per impedire che i giovani e gli adulti vadano a ingrossare le fila dei disoccupati di lunga durata. Tali azioni dovrebbero comprendere: la piena attuazione della riforma dei Servizi Pubblici per l'Impiego in tutto il paese; una rapida introduzione del Sistema Informativo del Lavoro; il proseguimento degli attuali sforzi per aggiornare il sistema di monitoraggio statistico;

4. migliorare l'efficacia delle politiche attive del mercato del lavoro e mettere in atto provvedimenti specifici per la riduzione degli ampi divari fra i sessi in materia di lavoro e disoccupazione nel quadro di un approccio complessivo di integrazione orizzontale delle questioni di genere, in particolare fissando obiettivi per l'istituzione di servizi di custodia dei bambini e a favore delle altre persone non autonome;

5. rafforzare gli sforzi per l'adozione e attuazione di una strategia coerente in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, compresa la fissazione di obiettivi nazionali; le parti sociali dovrebbero continuare i propri sforzi per fornire maggiori opportunità di formazione alla forza lavoro.

IX. LUSSEMBURGO

Problemi sul fronte occupazionale

In Lussemburgo, il mercato del lavoro gode di buona salute, grazie alla forte crescita dell'economia (8,5%) e a un aumento dell'occupazione (5,5%). Il tasso di disoccupazione resta il più basso dell'UE (2,4%). Tuttavia, permangono alcuni problemi strutturali:

- il tasso d'occupazione interno, pari al 62,9%, resta inferiore agli obiettivi comuni, malgrado una situazione occupazionale molto favorevole dovuta però in gran parte al notevole apporto di lavoratori frontalieri; i tassi d'attività sono particolarmente deboli per i lavoratori anziani (27,4%) e per le donne (50,3%), anche se le relative quote sono in aumento dal 1996;

- il divario fra l'occupazione maschile e femminile, con 24,8 punti, resta uno dei più ampi dell'Unione;

- gli sforzi avviati in materia di formazione continua vanno portati avanti, per rispondere alle necessità di un'economia moderna e dinamica.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti la partecipazione dei lavoratori anziani e delle donne al mercato del lavoro, nonché la coerenza tra l'istruzione e la formazione lungo tutto l'arco della vita.

Il Lussemburgo è pertanto invitato a:

1. rafforzare ulteriormente le azioni volte ad aumentare significativamente la partecipazione al mercato del lavoro fra i lavoratori oltre l'età di 55 anni, tramite modifiche ai sistemi di prepensionamento e di prestazioni di invalidità;

2. intensificare gli sforzi per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne, migliorando i servizi atti a facilitare la conciliazione fra lavoro e vita familiare e incoraggiando il ritorno al lavoro delle donne dopo periodi di assenza di una certa lunghezza, nonché adottando provvedimenti finalizzati a promuovere la parità uomo-donna, soprattutto per quanto riguarda il divario fra i sessi in materia retributiva;

3. dare un'efficace attuazione alla legge quadro sulla formazione continua, con un forte coinvolgimento delle parti sociali, combattere l'abbandono scolastico e avviare una revisione del sistema educativo generale al fine di arrivare a una maggiore coerenza fra i diversi settori dell'istruzione e della formazione.

X. PAESI BASSI

Problemi sul fronte occupazionale

Nei Paesi Bassi vi è stata una buona crescita occupazionale nel 2000; il paese vanta tassi di occupazione (73,2% in generale e 63,7% per le donne) nettamente superiori alla media UE e agli obiettivi di Lisbona. Il tasso di disoccupazione ufficiale ha continuato a scendere nel 2000, arrivando sotto il 3%, sensibilmente al di sotto della media UE. Il mercato del lavoro è però segnato da uno squilibrio strutturale fondamentale:

- malgrado l'emergere di una carenza di manodopera, la forza lavoro è contratta, a causa dell'alta percentuale della popolazione in età da lavoro che ricorre ai sussidi per invalidità o disoccupazione e ad altre prestazioni sociali.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti la disponibilità di manodopera e riforme al sistema sociale.

I Paesi Bassi sono pertanto invitati a:

1. oltre alle misure volte a frenare l'aumento delle persone assistite dalle prestazioni sociali, elaborare politiche efficaci per reinserire le persone attualmente dipendenti dall'assistenza, tenendo conto delle loro effettive capacità di lavoro;

2. per sfruttare tutte le potenzialità di manodopera e ridurre l'inattività, affrontare il problema del cumulo delle prestazioni sociali, comprese le indennità di carovita per le fasce a basso reddito.

XI. AUSTRIA

Problemi sul fronte occupazionale

I risultati del mercato del lavoro austriaco sono migliorati lo scorso anno, con un tasso di occupazione complessivo pari al 68,3% (59,4% per le donne) che si avvicina agli obiettivi fissati dal vertice di Lisbona e si situa comunque ben al di sopra della media europea. Sempre nel 2000 la disoccupazione globale è stata ridotta al 3,7% e, con la disoccupazione giovanile e quella di lunga durata, è sempre tra le più basse dell'UE. Malgrado i risultati complessivamente positivi, il mercato del lavoro continua a essere afflitto da problemi strutturali:

- in connessione con l'attività volta a garantire una disponibilità adeguata di manodopera in un mercato del lavoro che si contrae, è opportuno aumentare la partecipazione dei lavoratori anziani e dei lavoratori a bassa retribuzione, nonché delle minoranze etniche e degli immigrati;

- permane un significativo divario fra i sessi per quanto riguarda il lavoro, nonché uno dei maggiori divari retributivi fra uomini e donne, per cui sono necessari nuovi provvedimenti atti ad agevolare la conciliazione fra il lavoro e la vita familiare; la disponibilità di servizi di custodia dei bambini è fra le più basse dell'UE, e dev'essere aumentata;

- manca ancora una strategia esaustiva e coerente in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, con obiettivi quantitativi e un'opportuna partecipazione di tutti i soggetti interessati.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti l'aumento della partecipazione al mercato del lavoro; le disparità fra i sessi e la disponibilità di servizi di custodia dei bambini; l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

L'Austria è pertanto invitata a:

1. elaborare politiche volte a garantire un'adeguata disponibilità di manodopera per il futuro: in questo contesto, l'Austria dovrebbe proseguire ed estendere la riforma dei sistemi fiscale e sociale, in modo da aumentare la partecipazione dei lavoratori anziani, delle persone a bassa qualificazione e dei lavoratori a bassa retribuzione, nonché migliorare le pari opportunità per le minoranze etniche e i lavoratori immigrati sul mercato del lavoro;

2. elaborare una strategia basata su obiettivi precisi al fine di restringere il divario retributivo fra i sessi, di concerto con le parti sociali; promuovere azioni a tutti i livelli per ridurre il divario fra i sessi nell'occupazione, aumentando i servizi di custodia dei bambini e promuovendo politiche atte ad agevolare la conciliazione di lavoro e vita familiare;

3. adottare e attuare una strategia esaustiva e coerente di apprendimento lungo tutto l'arco della vita di concerto con tutte le parti interessate, inclusi indicatori e obiettivi quantitativi nazionali, in modo da garantire la disponibilità di risorse appropriate per sostenere i legami strutturali tra l'istruzione dell'obbligo e quella superiore, la formazione iniziale e continua, l'istruzione degli adulti.

XII. PORTOGALLO

Problemi sul fronte occupazionale

Con un tasso d'occupazione del 68,3%, la situazione è ulteriormente migliorata, avvicinandosi all'obiettivo di Lisbona. Col 4,2%, la disoccupazione è fra le più basse dell'UE, e anche la disoccupazione di lunga durata è bassa (2,7%). Il mercato del lavoro soffre tuttavia di debolezze strutturali in relazione alle quali occorre intervenire:

- in una situazione di scarsi risultati educativi e di scarsa partecipazione alla formazione continua, nonché di massima diffusione nell'UE (malgrado un calo) dell'abbandono scolastico col 43,1%, è necessario migliorare la struttura dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita;

- è necessario un forte contributo ulteriore delle parti sociali per affrontare le principali sfide che investono il mercato del lavoro portoghese, in particolare lo scarso livello di competenze, la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro e le relazioni di lavoro;

- il Portogallo presenta buoni risultati per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile, che ha raggiunto l'obiettivo del 60% stabilito dal vertice di Lisbona. Ciononostante, il mercato del lavoro portoghese è contraddistinto da uno degli squilibri di genere più pronunciati di tutta l'UE in termini di occupazione fra i vari settori.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di maggiori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e le competenze, la strategia di partnership e gli squilibri fra i sessi.

Il Portogallo è pertanto invitato a:

1. articolare meglio la strategia per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, migliorando il sistema educativo e formativo al fine di evitare i deficit di competenze, di accrescere la disponibilità di manodopera qualificata e conseguentemente di promuovere la creazione di posti di lavoro a qualificazione media e alta e aumentare la produttività del lavoro;

2. proseguire gli sforzi per attuare una strategia di partnership e promuovere impegni concreti per le parti sociali, in particolare nei settori della modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, dell'adeguamento delle relazioni di lavoro, normativa compresa, dell'attento monitoraggio quanto all'attuazione degli accordi firmati dal governo e dalle parti sociali;

3. proseguire gli sforzi per conciliare lavoro e vita professionale, in particolare aumentando i servizi per la custodia dei bambini, ed esaminare nuove soluzioni per promuovere un migliore equilibrio fra i sessi a livello settoriale.

XIII. FINLANDIA

Problemi sul fronte occupazionale

Anche se la Finlandia ha vissuto una forte crescita occupazionale negli ultimi cinque anni, raggiungendo un tasso d'occupazione complessivo (67,5%) vicino all'obiettivo di Lisbona e un tasso d'occupazione femminile (64,4%) che supera la media UE e l'obiettivo di Lisbona, restano alcuni importanti problemi strutturali:

- il tasso di disoccupazione complessivo è ancora al 9,8% e particolarmente alto per i giovani, mentre il tasso di disoccupazione di lunga durata dei lavoratori anziani desta particolari preoccupazioni, al pari delle notevoli disparità fra una regione e l'altra;

- la Finlandia ha un elevato tasso di occupazione femminile e politiche ben sviluppate in materia di pari opportunità, eppure il mercato del lavoro finlandese presenta uno degli squilibri di genere più pronunciati dell'UE in termini di occupazione fra i vari settori, nonché un considerevole divario retributivo fra i sessi;

- essa inoltre deve affrontare carenze di manodopera in diversi settori (sia nei posti di lavoro ad alta sia a bassa qualificazione) e in varie regioni; il risultato dei programmi attivi in materia di mercato del lavoro è variabile per quanto riguarda i contratti di assunzione dei partecipanti.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti in materia di disoccupazione e alle raccomandazioni riguardanti gli incentivi fiscali e la riforma delle norme sulle prestazioni sociali al fine di aumentare la partecipazione; il divario retributivo e gli squilibri fra i sessi; le disparità regionali.

La Finlandia è pertanto invitata a:

1. continuare la riforma del sistema fiscale e sociale, al fine di incoraggiare la partecipazione al mercato del lavoro e garantire la disponibilità della manodopera; in particolare, vanno intensificati gli sforzi per ridurre le alte aliquote d'imposta marginali effettive, soprattutto per le categorie di reddito basso, e migliorare gli incentivi nei sistemi di prestazioni sociali, soprattutto per quanto riguarda le pensioni, in modo che le persone entrino nel mondo del lavoro e vi rimangano;

2. adottare le opportune azioni, all'insegna di un approccio improntato all'integrazione orizzontale delle questioni di genere, per colmare il divario retributivo fra i sessi e continuare l'attività volta a migliorare l'equilibrio nella rappresentanza donne-uomini nelle varie occupazioni e nei vari settori;

3. aumentare l'efficienza e qualità dei programmi attivi in materia di mercato del lavoro, al fine di combattere la disoccupazione e di ridurre le disparità regionali e le strozzature del mercato del lavoro, concentrandosi sulle esigenze dei disoccupati giovani e di lunga durata.

XIV. SVEZIA

Problemi sul fronte occupazionale

Col 73% e il 71% rispettivamente, la Svezia supera gli obiettivi di Lisbona e vanta tassi di occupazione generale e femminile fra i più alti dell'UE. Nel 2000, la disoccupazione complessiva è scesa al 5,9%. Il mercato del lavoro continua tuttavia a essere afflitto da una serie di problemi strutturali:

- molte persone in età da lavoro dipendono dalle prestazioni sociali: mentre gli oneri fiscali sul lavoro sono ancora elevati, necessitano di un incremento gli incentivi fiscali e legati al sistema sociale;

- la Svezia ha un elevato tasso di occupazione femminile e politiche ben sviluppate in materia di pari opportunità, eppure il mercato del lavoro svedese presenta uno degli squilibri di genere più pronunciati dell'UE in termini di occupazione fra i vari settori;

- le differenze regionali per quanto riguarda la disoccupazione sono significative, si potrebbe inoltre migliorare la situazione del mercato del lavoro per le minoranze etniche e gli immigrati; l'efficacia dei diversi tipi di politiche attive del mercato del lavoro è varia;

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti gli oneri fiscali sul lavoro e gli incentivi al lavoro derivanti dal sistema fiscale e sociale; gli squilibri fra i sessi; l'efficienza delle politiche attive in materia di mercato del lavoro.

La Svezia è pertanto invitata a:

1. proseguire le riforme, stabilendo tra l'altro obiettivi in funzione della situazione nazionale, per ridurre significativamente l'elevato carico fiscale sul lavoro, in particolare per le fasce a bassa retribuzione; portare avanti le riforme del sistema fiscale e sociale, in modo da fornire incentivi al lavoro;

2. adottare nuove iniziative per affrontare l'attuale squilibrio nella rappresentanza donne-uomini (sia a livello occupazionale sia settoriale) nel quadro delle riforme, iniziate nel 1999, in materia di integrazione orizzontale delle questioni di genere;

3. rendere più efficaci i programmi attivi relativi al mercato del lavoro, soprattutto in relazione alla disoccupazione di lunga durata, e in questo contesto rivolgere particolare attenzione alle esigenze delle minoranze etniche e degli immigrati.

XV. REGNO UNITO

Problemi sul fronte occupazionale

Il Regno Unito ha conosciuto un ulteriore aumento dell'occupazione nel 2000 e registra, con il 77,8% e il 64,6% rispettivamente, tassi occupazionali per gli uomini e le donne ben al di sopra della media UE e degli obiettivi di Lisbona. Il tasso di disoccupazione ha continuato a scendere nel 2000 raggiungendo il 5,5%, al di sotto della media UE. Permangono tuttavia importanti problemi strutturali:

- a livello nazionale, malgrado un ruolo e una visibilità crescenti, non esiste un approccio complessivo per il coinvolgimento delle parti sociali, che pertanto rimane limitato ad alcune tematiche specifiche;

- per quanto in diminuzione, il divario retributivo fra i sessi e l'attuale squilibrio nella rappresentanza donne-uomini (sia a livello occupazionale che settoriale) rimane alto rispetto alla media UE; è importante far sì che i servizi di custodia dei bambini risultino economicamente sostenibili: la situazione al riguardo ha solo iniziato a migliorare;

- la caduta nella disoccupazione di lunga durata di giovani e adulti è rallentata di poco nel 2000 (attestandosi sul 16 e 10% rispettivamente) ed è ancora piuttosto alta. L'inattività, la disoccupazione di lunga durata e i bassi tassi occupazionali sono concentrati nelle famiglie in cui nessuno lavora, in alcune aree e presso le categorie particolarmente svantaggiate (genitori soli, determinate minoranze etniche, lavoratori maschi adulti, disabili, persone a bassa qualificazione);

- il basso livello di competenze elementari presso la forza lavoro contribuisce all'incipiente deficit di competenze e a livelli di produttività del lavoro che, malgrado recenti miglioramenti, restano bassi.

Da un'attenta analisi emerge la necessità di ulteriori sforzi per rispondere agli orientamenti per l'occupazione e alle raccomandazioni riguardanti la strategia di partnership; gli squilibri fra i sessi; le politiche di attivazione, in particolare per gli adulti e le fasce svantaggiate; il ruolo della formazione sul lavoro per eliminare i deficit di competenze.

Il Regno Unito è pertanto invitato a:

1. rafforzare il ruolo delle parti sociali a livello nazionale per migliorare l'attuazione e lo sviluppo delle politiche; in particolare, gli sforzi dovrebbero essere indirizzati verso un miglioramento della produttività e delle competenze, nonché verso la modernizzazione della vita lavorativa;

2. intensificare gli sforzi per ridurre il divario retributivo fra i sessi e migliorare l'equilibrio nella rappresentanza donne-uomini nelle varie occupazioni e nei vari settori, mediante un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, comprese le parti sociali, e un monitoraggio basato su indicatori e obiettivi appropriati e verificabili; occorre poi dare ulteriore attuazione alle azioni avviate per migliorare la disponibilità di servizi economicamente sostenibili di custodia dei bambini, e osservare i risultati di tali azioni;

3. rafforzare le politiche attive relative al mercato del lavoro per i disoccupati adulti prima dei dodici mesi, integrando il sostegno fornito dalle indennità per le persone in cerca di lavoro e i sistemi per il miglioramento dei risultati dati dalla ricerca di un impiego; in questo contesto occorre prestare un'attenzione specifica ai gruppi che incontrano problemi particolari sul mercato del lavoro;

4. intensificare gli sforzi in corso per incoraggiare e sviluppare la formazione sul lavoro, in modo da affrontare i problemi dati dal crescente deficit delle competenze e dai bassi livelli di competenze di base.