52001DC0265

Comunicazione della Commissione al Consiglio E al Parlamento EuropeoStrategia UE nei confronti della Cina: attuazione della comunicazione del 1998 e future iniziative per una politica comunitaria più efficace /* COM/2001/0265 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO Strategia UE nei confronti della Cina: attuazione della comunicazione del 1998 e future iniziative per una politica comunitaria più efficace

2. Introduzione

3. La comunicazione del 1998

4. Il nuovo quadro delle relazioni UE-Cina

5. Definizione dei punti di intervento per una politica comunitaria più efficace

5.1 Obiettivo 1. Integrare ulteriormente la Cina nella comunità internazionale

Il contesto

Gli sviluppi recenti

I punti di intervento

5.2 Obiettivo 2. Sostenere il passaggio della Cina ad una società aperta

Il contesto

Sviluppi recenti nelle relazioni tra UE e Cina

Punti di intervento

5.3 Obiettivo 3. Integrare ulteriormente la Cina nell'economia mondiale

Il contesto

Gli sviluppi recenti

I punti di intervento

5.4 Obiettivo 4. Sfruttare meglio i finanziamenti europei

Il contesto

Sviluppi recenti

Punti di intervento

5.5 Obiettivo 5. Elevare l'immagine dell'Unione europea in Cina

Il contesto

Sviluppi recenti

Punti di intervento

6. Conclusioni

1. Sintesi

La presente comunicazione:

- riprende gli obiettivi a lungo termine della politica UE definiti nel 1998;

- illustra gli sviluppi avvenuti in passato nell'Unione europea e in Cina e il nuovo quadro delle relazioni UE-Cina;

- fa il punto sull'attuazione della politica del 1998;

- propone una revisione globale e avanzata, da parte dell'Unione, degli obiettivi a breve e a medio termine e dei meccanismi di dialogo e di cooperazione che stanno alla base della strategia europea nei confronti della Cina, identifica e presenta proposte su settori chiave nei quali la politica UE potrebbe essere utilmente modificata e/o migliorata, oppure integrata da elementi nuovi.

La comunicazione suggerisce il modo di ampliare le relazioni con la Cina definendo concreti interventi a breve e medio termine intesi a far convergere più efficacemente la politica europea verso gli obiettivi a lungo termine stabiliti nel 1998.

Gli interventi saranno il più possibile pratici, dovendo permettere di fissare un programma di incontri mirati tra l'UE e la Cina.

Le principali proposte.

* Integrare ulteriormente Cina nella comunità internazionale rafforzando continuamente il dialogo politico tramite:

- una maggiore coerenza e continuità nel programmare i colloqui e gli incontri a tutti i livelli,

- il potenziamento mirato del dialogo su temi di interesse specifico a livello di esperti,

- l'impegno ad assicurare una migliore preparazione e un migliore collegamento tra tutti i livelli di dialogo,

- una migliore integrazione di temi globali e interconnessi e l'eventuale stesura di testi congiunti su questioni di interesse comune a margine delle riunioni di vertice,

- l'istituzionalizzazione del dialogo politico tra le due parti.

* Sostenere il passaggio della Cina ad una società aperta, tramite:

- un dialogo più mirato e orientato sui diritti umani, tenendo conto pienamente delle conclusioni del Consiglio Affari generali del 2001;

- collaborazione con la Cina per sostenere le adeguate riforme attualmente in corso;

- preparazione e attuazione di programmi di assistenza in materia di diritti umani a sostegno dello Stato di diritto e della riforma legislativa, dei diritti economici, sociali, culturali, civili e politici, nonché della democrazia;

- programmazione e individuazione di nuovi settori di assistenza, ad esempio la prevenzione della tortura.

* Integrare maggiormente la Cina nell'economia mondiale, tramite

- la conclusione del processo di adesione della Cina all'OMC,

- rigoroso controllo della corretta attuazione degli impegni assunti dalla Cina nell'ambito dell'OMC,

- programmi di assistenza UE per facilitare il buon esito del suddetto processo di adesione,

- potenziamento del dialogo e degli accordi settoriali in settori chiave (informatica, ambiente, energia, scienza e tecnologia) e sviluppo di nuovi accordi (politica imprenditoriale, norme e certificazione industriale, dogane, trasporti marittimi, valori mobiliari e concorrenza),

- potenziamento del dialogo tra imprese europee e cinesi,

- maggiori sforzi per risolvere le vertenze commerciali bilaterali,

* Sfruttare meglio i programmi di cooperazione UE-Cina

- migliore programmazione a lungo termine,

- accordo su un documento di strategia nazionale,

- concentrazione dell'assistenza UE in tre settori principali: promozione dello sviluppo sostenibile e di iniziative per il buon governo e lo Stato di diritto, sostegno alla riforma socioeconomica per aiutare la Cina ad assicurare la coesione regionale e sociale, lottare contro la povertà e perseguire la parità di diritti tra uomini e donne.

* Elevare l'immagine dell'Unione in Cina, rafforzando con ogni mezzo la politica di informazione nei confronti di questo paese.

I punti di intervento proposti non sono completi. Si tratta di elementi indicativi di cio' che potrebbe essere intrapreso nei prossimi anni, basandosi su quanto è stato finora realizzato.

2. Introduzione

Il presente documento si basa sulla comunicazione della Commissione del 1998 "Sviluppare una partnership globale con la Cina" [1] e sulle successive conclusioni del Consiglio del 29 giugno 1998 che sottolineavano l'interesse fondamentale per l'Unione di rafforzare le relazioni con la Cina.

[1] COM (1998) 181

Nel corso dell'inverno 2000/2001 dai dibattiti in sede di Consiglio è emerso un accordo sul fatto che gli obiettivi globali a lungo termine dell'UE nelle relazioni con la Cina definiti nel 1998 rimangono ampiamente validi e che, visti gli sviluppi e i cambiamenti sopravvenuti dal 1998, è possibile rendere più efficace la politica comunitaria allargando il dialogo e la cooperazione e affinando gli strumenti esistenti.

3. La comunicazione del 1998

La comunicazione della Commissione del 1998 e le relative conclusioni del Consiglio hanno stabilito i seguenti obiettivi per le relazioni tra l'UE e la Cina:

(i) integrare ulteriormente la Cina nella comunità internazionale, rafforzando il dialogo politico;

(ii) sostenere il passaggio della Cina ad una società aperta basata sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani;

(iii) integrare ulteriormente la Cina nell'economia mondiale, inserendola a pieno titolo nel sistema commerciale mondiale e sostenendo il processo di riforma socioeconomica in atto nel paese, in particolare nell'ambito dello sviluppo sostenibile;

(iv) sfruttare meglio I finanziamznti europei;

(v) elevare l'immagine dell'Unione europea in Cina.

Nella relazione al Consiglio e al Parlamento europeo dell'8 settembre 2000 sull'attuazione della comunicazione del 1998, la Commissione ha fatto un primo bilancio della politica comunitaria.

La relazione rileva che, come previsto, i rapporti tra l'UE e la Cina si sono fortemente intensificati. Il dialogo politico è stato approfondito, in particolare con i primi vertici UE-Cina nel 1998 e 1999; il 19 maggio 2000 è stato firmato un accordo bilaterale UE-Cina sull'ingresso di quest'ultima nell'OMC, che crea le premesse per l'adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio, e sta per iniziare un programma di assistenza tecnica a sostegno del processo di adesione; scambi e investimenti si sono ulteriormente intensificati; è stato firmato un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica; è aumentato il sostegno comunitario alle iniziative cinesi per la protezione dell'ambiente e la riforma socioeconomica. I programmi di assistenza UE sono stati riorientati in funzione degli obiettivi del 1998 e sono stati messi a punto alcuni importanti progetti in settori di interesse fondamentale, quali il programma di cooperazione giuridica e giudiziaria UE-Cina, il programma di formazione in materia di amministrazione dei villaggi, il progetto Borse di studio UE-Cina 2000, il programma Giovani imprenditori e il programma di formazione professionale UE-Cina. È stato inoltre inaugurato un nuovo campus della Cina-Europe International Business School (CEIBS).

La relazione conclude dicendo che sebbene i rapporti tra l'UE e la Cina si siano sviluppati in modo significativo, c'è modo di espanderli ulteriormente. Tale espansione è continuata nell'ultimo anno. Gli sviluppi vengono riesaminati nell'ambito degli obiettivi globali nel capitolo IV.

4. Il nuovo quadro delle relazioni tra l'UE e la Cina

Il dibattito sulla Cina tenuto in sede di Consiglio all'inizio dell'anno ha rivelato che la politica praticata e gli obiettivi a più lungo termine dell'UE nei confronti della Cina, definiti dalla Comunicazione della Commissione e dalle relative conclusioni del Consiglio del 1998, restano fondamentalmente validi, ma che sia le finalità sia gli strumenti potrebbero e dovrebbero essere migliorati e che gli obiettivi operativi a breve e medio termine potrebbero essere realizzati adottando misure atte a rendere più efficace la politica comunitaria.

Parecchi eventi degli anni passati evidenziano la necessità di correggere, nel 2001, la politica comunitaria nei confronti della Cina.

In primo luogo, si sono verificati eventi significativi nell'UE dal 1998 che possono influenzare e influenzano sempre più le relazioni con la Cina, come la ratifica e l'attuazione del trattato di Amsterdam, la firma del trattato di Nizza e l'adozione nel dicembre 2000 di una Carta dei diritti fondamentali. Tutto ciò ha potenziato la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la politica europea in materia di sicurezza e difesa (ESDP), quella in materia di giustizia e affari interni e altre politiche comunitarie. Inoltre, grazie al consolidamento dell'integrazione europea, l'Unione è in grado di discutere con la Cina una gamma sempre più vasta di problemi.

In secondo luogo, anche in Cina si è avuta un'importante evoluzione di cui si dovrà tener conto nel riorientare la politica dell'UE nei confronti di questo paese: infatti è sempre più deciso il ruolo della Cina sulla scena internazionale ed è sempre maggiore il suo peso politico ed economico. Già ora essa è il settimo partner commerciale a livello mondiale, il secondo paese al mondo per l'investimento estero diretto che riceve e un operatore di spicco in alcuni settori economici chiave (telecomunicazione e informazione, energia, ecc.). Inoltre, un vasto processo di riforma in atto interessa comparti sempre più numerosi della società cinese. I problemi principali sono la corruzione e il crescente divario nello sviluppo regionale e nella distribuzione dei redditi. La prevista adesione all'OMC darà impulso alle riforme economiche e sociali, ma potrebbe causare, almeno a breve termine, un aumento della disoccupazione urbana e rurale mettendo a dura prova il sistema previdenziale e aumentando le tensioni sociali, come è dimostrato dall'incremento della migrazione interna ed esterna degli scorsi anni. La situazione politica generale risente degli imminenti cambiamenti alla guida del paese (16° congresso del partito comunista nell'autunno 2002) e delle continue tensioni a causa di Taiwan.

In terzo luogo, nelle relazioni UE-Cina si è registrata una importante evoluzione che merita una breve rassegna, ad esempio il potenziamento del dialogo politico, l'apertura di un dialogo sulla migrazione illegale e sulla tratta degli esseri umani, il riorientamento dell'aiuto alla cooperazione con la stesura del nuovo documento di strategia nazionale, il potenziamento del dialogo a livello settoriale, nonché la crescente importanza della Cina come partner dell'UE nell'ambito degli scambi e degli investimenti.

Tutti gli eventi sopracitati puntano ad un ulteriore potenziamento del nostro impegno nei confronti della Cina. L'apertura del paese negli ultimi vent'anni ha dato impulso ad una impressionante crescita economica che ha migliorato il benessere di molti cinesi, creando nel contempo opportunità economiche per l'Europa. Il desiderio di garantire una crescita e uno sviluppo sostenuti ha stimolato le riforme in generale. L'apertura della Cina e il suo ingresso nella comunità internazionale hanno comportato difficoltà che probabilmente continueranno nei prossimi anni. Non c'è nulla di scontato e il processo di riforme non è automatico. È nell'interesse dell'UE, dal punto di vista economico e politico, sostenere una Cina aperta, un continuo e graduale processo di riforme e l'impegno positivo e costruttivo del paese a livello internazionale.

La Cina non è sempre stata un partner facile per l'Unione europea. Il suo sistema politico è diverso da quello della maggior parte degli altri principali paesi terzi con i quali l'UE intrattiene importanti e crescenti relazioni, mentre la questione dei diritti dell'uomo crea talvolta tensioni. Nonostante le difficoltà, è interesse dell'Unione rafforzare i legami con la Cina. Tra l'altro il termine "globalizzazione" implica che un paese del calibro della Cina è fondamentale per la risoluzione dei principali problemi internazionali e regionali. Il termine "impegno" significa creare relazioni globali che consentano di acquisire una comprensione comune di tutti i problemi, siano essi internazionali o regionali, e di sostenere le iniziative per risolverli.

Lo sviluppo delle relazioni richiede un coinvolgimento della Cina a tutti i livelli, coinvolgimento che è stato chiaramente espresso nei recenti vertici. Gli argomenti all'ordine del giorno nell'ambito della cooperazione tra i due paesi, si tratti di immigrazione illegale o dell'espansione del dialogo settoriale, richiederanno il pieno supporto delle autorità cinesi ai livelli inferiori, ad esempio quello regionale, nonché a livello di coordinamento interno fra i vari operatori interessati.

5. Definire i punti di intervento per una politica più efficace

5.1. Obiettivo 1: Integrare ulteriormente la Cina nella comunità internazionale

Il contesto

Integrare la Cina nella comunità internazionale e incoraggiarla a cooperare con l'UE nell'affrontare i problemi internazionali, regionali e transnazionali è una delle priorità dell'Unione. A questo proposito, molte delle iniziative proposte nel 1998 sono state attuate e il dialogo politico è stato rafforzato. Le riunioni al vertice si tengono ora su base annuale, i ministri degli esteri si incontrano regolarmente e la stessa cosa vale per gli ambasciatori e i funzionari di alto livello a Bruxelles, Pechino, New York e Ginevra. Vi è anche un accordo di principio per tenere riunioni periodiche a livello di esperti su argomenti specifici (gruppi di lavoro della Troika sulla PESC). Nonostante le difficoltà, il dialogo politico tra l'UE e la Cina si è rafforzato, avendo entrambe le parti preso atto della necessità di chiarire i contrasti e di cercare di risolvere i principali problemi.

L'importanza di associare la Cina con regolarità e coerenza alla discussione dei problemi di portata internazionale, è legata al riconoscimento che tale paese, nella sua qualità di membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di grande potenza economica e politica, può esercitare la sua influenza sulla maggior parte dei problemi di livello mondiale, si tratti della proliferazione degli armamenti, dell'immigrazione illegale o della tratta di esseri umani, della criminalità organizzata, del riciclaggio di denaro o della degradazione dell'ambiente. La cooperazione con la Cina, bilaterale o nell'ambito di strutture multilaterali quali le Nazioni Unite, è fondamentale per realizzare progressi a livello internazionale in questi importanti settori.

Sebbene il dialogo politico e quello sui problemi di portata mondiale siano particolarmente rilevanti per cercare di integrare sempre più la Cina nella comunità internazionale, possono contribuire a tale scopo anche gli altri tipi di dialogo, di cui si parla in altri capitoli della presente comunicazione.

Recente evoluzione delle relazioni UE-Cina

L'anno scorso sono state prese ulteriori iniziative per approfondire il dialogo politico con la Cina. Il terzo vertice UE-Cina, tenutosi il 3 ottobre 2000, ha avuto successo e ha confermato il reciproco interesse nel rafforzamento dei legami tra le due parti. Un ulteriore impulso è stato dato dalla prima riunione della Troika dei direttori politici UE con gli omologhi cinesi avvenuta il 30 novembre a Pechino nella quale sono stati ampiamente discussi temi internazionali e regionali di reciproco interesse. Nel settore della immigrazione illegale e del traffico di esseri umani le prime consultazioni ad altro livello tra funzionari cinesi ed europei si sono tenute nell'ottobre 2000, a Bruxelles, e nel febbraio 2001, a Pechino. Si è dato seguito in tal modo allo scambio di lettere tra il presidente Prodi e il primo ministro Zhu sulla necessità di potenziare la cooperazione in questo settore, soprattutto dopo la tragedia verificatasi a Dover nel giugno 2000, quando 58 clandestini cinesi persero la vita.

La crescente importanza internazionale della Cina e dell'UE dà particolare rilevanza al dialogo politico e a quello su problemi di livello mondiale. Nei prossimi anni molto si potrà fare per mettere a punto e far avanzare ciò che è stato realizzato finora, rendendo il dialogo più efficace.

Punti di intervento

Ampliamento del dialogo politico

* Continuare il dialogo politico impostato di recente tra direttori politici su base semestrale.

* Programmare riunioni semestrali di esperti a livello di Troika con la Cina in settori nei quali è già stato aperto un dialogo, ad esempio i problemi dell'Asia, la non proliferazione, l'esportazione di armi convenzionali, il disarmo, ed eventualmente colloqui semestrali tra esperti su argomenti di attinenza delle Nazioni Unite.

* Fissare, all'occorrenza, incontri periodici a Pechino dei consiglieri politici della Troika con rappresentanti del ministero degli Esteri cinese su temi regionali e internazionali.

* Migliorare la preparazione e il seguito delle riunioni di dialogo politico, in particolare quelle al vertice, potenziando i collegamenti ai vari livelli.

* Predisporre l'eventuale pubblicazione di testi convenuti (dichiarazioni o verbali), dopo le riunioni al vertice, su argomenti di comune interesse.

* Valutare con scadenza regolare, nell'ambito del comitato politico e di sicurezza, i risultati e l'efficacia del dialogo UE-Cina a tutti i livelli, apportando le modifiche che si impongono.

* Prendere in considerazione, alla luce delle valutazioni, l'espansione del dialogo tra esperti per estenderlo eventualmente ad altri argomenti (ad esempio terrorismo, problemi regionali al di fuori dell'Asia, ecc.).

* Prendere in considerazione l'istituzionalizzazione di un dialogo politico rafforzato UE-Cina.

Temi da trattare nell'ambito del dialogo politico

* Le priorità del dialogo politico:

- portare avanti la politica dell'Unione in tema di diritti dell'uomo,

- cercare soluzioni concrete per far avanzare la riconciliazione tra le due Coree,

- cooperare concretamente per sostenere le iniziative delle Nazioni Unite, relativamente alla Birmania/Myanmar, volte a incoraggiare la riconciliazione nazionale e a evitare che tale paese diventi una fonte di insicurezza regionale, soprattutto per il traffico di droga,

- cercare di risolvere congiuntamente le rivendicazioni territoriali nel Mar cinese meridionale attraverso i negoziati e il sostegno alla stesura di un codice di condotta,

- far presente il forte interesse dell'UE affinché la questione di Taiwan venga risolta pacificamente mediante il dialogo,

- sostenere le iniziative multilaterali per limitare la proliferazione e le esportazioni di armi e per favorire il disarmo (codice di condotta MTCR, misure di salvaguardia, entrata in vigore tempestiva del trattato per il bando completo della sperimentazione nucleare, inizio immediato di negoziati per un trattato sul divieto della produzione di materiali fissili, codice di condotta UE sull'esportazione di armi, conferenza delle Nazioni Unite del luglio 2001 sul commercio illecito di armi leggere e di piccolo calibro, sostegno del processo di Ottawa sulle mine antiuomo),

- promuovere la partecipazione al dialogo multilaterale sulla sicurezza, allo scopo di prevenire i conflitti per questioni regionali e internazionali e sfruttare al massimo, a tale scopo, gli organismi esistenti (ASEAM, ARF, NU),

- continuare a sostenere le iniziative delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace,

- proseguire il dialogo UE-Cina sulla immigrazione illegale e sul traffico di esseri umani,

- cooperare più strettamente alla realizzazione degli obiettivi definiti nelle principali conferenze internazionali organizzate sotto l'egida delle NU,

- rendersi conto, durante la pianificazione e la preparazione delle riunioni del dialogo politico, che tutti i settori sono sempre più interconnessi, compresi questioni regionali/sicurezza, organizzazioni internazionali/sicurezza/questioni regionali.

Regioni ad amministrazione speciale (RAS)

* Continuare a seguire gli eventi a Hong Kong e a Macao e a pubblicare relazioni annuali su ciascuna delle RAS, verificando la situazione dello Stato di diritto, delle libertà fondamentali e dell'autonomia di ciascuna regione, in conformità delle rispettive costituzioni.

Problemi di livello mondiale

* Continuare e approfondire il dialogo sull' immigrazione illegale e il traffico di esseri umani, portando avanti concretamente la cooperazione, agevolando il ritorno dei clandestini cinesi presenti negli Stati membri dell'UE. Applicare la "pratica migliore" fissata dalla Cina in cooperazione con i paesi terzi, senza peraltro trascurare i diritti dell'uomo e la possibile conclusione di un accordo di riammissione.

* Potenziare la cooperazione nel settore dell'immigrazione illegale, discutendo in modo approfondito sull'individuazione di documenti falsi e sull'uso illegale di documenti autentici, organizzando campagne di informazione e visite ad alto livello di funzionari cinesi delle amministrazioni centrali e regionali nell'UE e negli Stati membri, nonché seminari su altri temi ritenuti importanti per la cooperazione.

* Cercare il modo di cooperare nella lotta contro la criminalità organizzata.

* Coordinare maggiormente le politiche UE su problemi di livello mondiale, non soltanto tra la Commissione e gli Stati membri, anche in settori in cui si potrebbe avere una maggiore coerenza, quali la proliferazione delle armi, il traffico di droga, l'immigrazione illegale e la tratta di essere umani, la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro e il deterioramento dell'ambiente.

5.2. Obiettivo 2: Sostenere il passaggio della Cina ad una società aperta

Il contesto

Sostenere la transizione della Cina verso una società aperta basata sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti dell'uomo è essenziale ora e lo sarà in futuro per le relazioni tra l'UE e questo paese. C'è molto lavoro da fare.

Negli ultimi vent'anni le condizioni di vita della maggior parte della popolazione cinese sono migliorate. Le riforme economiche e la liberalizzazione hanno aumentato la libertà e l'autonomia dell'individuo in campo economico e sociale.

Risulta che in Cina si sta formando un sistema giuridico più aperto. L'importanza dello Stato di diritto nel processo di modernizzazione della Cina e in previsione della sua ulteriore integrazione nell'economia internazionale è ammessa dalle autorità cinesi e dai mezzi di comunicazione. Si sono avuti progressi nel settore dei diritti economici e sociali e alla costituzione del 1999 sono state aggiunte le disposizioni del caso. Per quanto riguarda i diritti civili e politici, sussiste tuttora un forte scarto tra gli standard generalmente accettati e la situazione dei diritti dell'uomo all'atto pratico.

L'UE e la Cina sono impegnate in un dialogo inteso al rispetto e alla promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e alla cooperazione con i meccanismi competenti che operano a livello internazionale. Dal 1997 si sono avuti dieci incontri ufficiali a tale scopo.

Si sta cercando, infine, di introdurre a poco a poco una maggiore democratizzazione a livello locale (elezioni dirette nei villaggi) che potrebbe essere ulteriormente migliorata.

Recente evoluzione delle relazioni UE-Cina

Due sessioni di dialogo UE-Cina sui diritti dell'uomo si sono tenute rispettivamente nel settembre 2000 a Pechino e nel febbraio 2001 a Stoccolma. Inoltre, nel dicembre 2000 hanno avuto luogo due seminari a Parigi sui diritti sindacali e sulla microcriminalità e, nel maggio 2001 a Pechino sulla pena di morte e sul diritto all'istruzione. Tali seminari hanno consentito approfondite discussioni tra funzionari ed esperti ed hanno chiarito i rispettivi punti di vista, andando incontro in tal modo alle preoccupazioni principali dell'UE.

Come è stato osservato nelle conclusioni del Consiglio Affari generali del 22 gennaio 2001, le riunioni nell'ambito del dialogo si svolgono in genere in un'atmosfera di apertura, garantendo un aperto scambio di opinioni su tutti i temi che interessano l'Unione europea, ad esempio l'inifferenza per le libertà fondamentali, la detenzione arbitraria e la rieducazione forzata, la tortura, la repressione degli attivisti democratici, la situazione delle minoranze e la pena capitale.

Più di recente l'UE si è congratulata per la decisione della Repubblica popolare cinese del 28 febbraio di ratificare la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR). Essa tuttavia resta preoccupata per la dichiarazione che la Cina si propone di fare circa l'articolo 8, paragrafo 1, lettera a) della convenzione, secondo la quale la legislazione cinese prevale sul suddetto articolo che sancisce il diritto di fondare e di aderire a un sindacato di propria scelta.

Complessivamente, l'Unione europea resta preoccupata per la situazione dei diritti dell'uomo in Cina e, come ribadito chiaramente nelle conclusioni del GAC di gennaio e marzo, anche se il dialogo sui diritti dell'uomo è il canale preferito dall'UE per cercare di migliorare la situazione, è ovvio che tale dialogo è un'opzione accettabile soltanto se si traduce in progressi concreti. È pertanto fondamentale che l'UE e la Cina continuino a consultarsi nel settore dei diritti umani non soltanto per favorire l'integrazione della Cina nella comunità internazionale, ma anche sostenere le riforme e la crescita economica del paese.

A sostegno del dialogo sui diritti dell'uomo, l'UE finanzia una serie di programmi di assistenza connessi alla tutela di tali diritti. L'attuazione di questi progetti e la preparazione di progetti nuovi hanno fatto passi avanti nello scorso anno e continueranno ad essere fondamentali ai fini della promozione dei diritti dell'uomo in Cina.

Punti d'intervento

* Portare avanti le conclusioni del GAC in merito al dialogo UE-Cina del 22 gennaio 2001 sui diritti dell'uomo, riorientare tale dialogo, valutarlo regolarmente e cercare di renderlo più efficace e concreto, soprattutto relativamente ai problemi chiave individuati nelle conclusioni del GAC, ivi compresa la cooperazione con le strutture che si occupano dei diritti umani, esigere garanzie per la protezione dei diritti dei responsabili di crimini punibili con la pena di morte e limitazione dei casi in cui tale pena potrebbe essere applicata; riforma della detenzione amministrativa; rispetto dei diritti fondamentali di tutti i prigionieri; esercizio illimitato della libertà di pensiero, coscienza e religione, delle libertà di espressione, nonché di assemblea e associazione. Aiutare la Cina a porre in atto la convenzione sui diritti economici, sociali e culturali di recente ratifica, incoraggiarla ad accettare tutte le disposizioni della convenzione riguardante la libertà di associazione e sollecitarla a rispettare le norme fondamentali del lavoro riconosciute a livello internazionale e contenute nelle convenzioni dell'OIL.

* Continuare a incoraggiare la Cina alla ratifica della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti politici e civili.

* Aiutare la Cina a compiere i primi passi nella riforma delle norme sulla detenzione, del sistema giuridico e delle sanzioni penali, nonché nella riforma del codice penale e di quello di procedura penale.

* Continuare la preparazione e l'attuazione dei programmi di assistenza connessi ai diritti dell'uomo affrontando la riforma dello Stato di diritto (programma di cooperazione UE-Cina nel settore giuridico e giudiziario), dei diritti economici, sociali, culturali, civili e politici (associazione UE-Cina per la ratifica e l'attuazione di convenzioni delle Nazioni Unite, programma di sostegno dei diritti economici, sociali e culturali nella provincia dello Yunnan, Federazione cinese dei disabili, strumento finanziario UE-Cina per piccoli progetti nel settore dei diritti umani, corso di laurea in legge sui diritti dell'uomo presso l'Università di Hong Kong) e della democrazia (programma di formazione UE-Cina sulla gestione dei villaggi).

* Intraprendere la definizione e programmazione a breve e lungo termine dell'assistenza tecnica e della cooperazione definendo altresì le priorità nel contesto della preparazione del documento di strategia nazionale ai fini della cooperazione con la Cina e, successivamente, l'identificazione di eventuali nuovi progetti connessi ai diritti umani, ad esempio nel settore della prevenzione della tortura.

5.3. Obiettivo 3: Integrare ulteriormente la Cina nell'economia mondiale

Il contesto

Oltre vent'anni di notevole espansione economica hanno profondamente trasformato l'economia cinese. Attualmente la Cina è il settimo partner commerciale mondiale, avendo portato, nel 2000, la sua quota del commercio mondiale al 3,9. Il totale degli scambi con l'estero è cresciuto del 31,5%, arrivando a 474 miliardi di USD. Complessivamente l'economia cinese, sulla base della parità del potere d'acquisto, è di livello pari a quella del Giappone e appena inferiore a quella degli Stati Uniti. Essa attrae l'investimento estero diretto (IED) ad un ritmo notevole ed è il secondo paese, da questo punto di vista, dopo gli USA, avendo superato il Regno Unito nel 2000. L'IED complessivo utilizzato nel 2000 è stato pari a circa 348,6 miliardi di USD, con un totale di 364 345 società interessate da investimenti esteri, mentre l'importo complessivo dell'IED impegnato è stato di 676,7 miliardi di USD. La Cina sta anche diventando - o è già diventata - un operatore e un mercato d'importanza mondiale in settori quali telecomunicazioni, trasporti, energia e ambiente.

Gli scambi tra l'UE e la Cina si sono sviluppati notevolmente da quando la Cina ha avviato nel 1978 una politica di "porta aperta". Tuttavia la modesta eccedenza commerciale dell'UE negli anni '80 si è trasformata in un disavanzo negli anni '90, che nel 2000 ha raggiunto un livello record di 44,4 miliardi di euro, con un aumento di circa il 50% rispetto al 1999. Nel 2000 l'UE è stata il primo investitore estero diretto in Cina, escludendo Hong Kong, con flussi di investimenti impegnati e realizzati rispettivamente di oltre 8,8 miliardi di USD e di 4,5 miliardi di USD. Tuttavia nonostante tale recente tendenza positiva, la quota di IED dell'Unione europea in Cina resta relativamente scarsa, rispetto a quella su altri mercati emergenti.

L'integrazione della Cina nell'economia mondiale, con tutte le implicazioni in termini di continuità di apertura e riforme, sarà cruciale ai fini della creazione di legami di cooperazione, dell'approfondimento dei collegamenti internazionali e della promozione di reciproci interessi commerciali. L'UE e la Cina hanno entrambe interesse a rafforzare il sistema di scambi commerciali multilaterali basati sulle norme internazionali. A questo proposito, l'importanza dell'adesione della Cina all'OMC non può essere minimizzata: essa porterà a un'ulteriore apertura del mercato e garantirà che la Cina possa partecipare attivamente man mano che il sistema commerciale mondiale si preparerà ad un'ulteriore liberalizzazione degli scambi in un prossimo Round. Si prevede che l'adesione accrescerà la fiducia, creerà investimento interno ed estero e stimolerà la crescita economica globale.

La Cina resta impegnata a continuare il proprio programma di riforme economiche e sociali. Tra i problemi attuali va citata la complessa e politicamente delicata riforma delle imprese statali (State Owned Enterprises - SOE) del sistema finanziario, soprattutto bancario, che ha accumulato enormi crediti inesigibili soprattutto nei confronti delle SOE, nonché del sistema di sicurezza sociale.

La disoccupazione continua ad essere acuita dal processo di riforma, dato che le SOE hanno eliminato manodopera a ritmo crescente, accelerando l'emigrazione di lavoratori non qualificati o semiqualificati verso le principali città. La Cina dovrà affrontare altresì il problema delle crescenti disuguaglianze sociali e regionali.

La Cina è il secondo consumatore e il terzo produttore mondiale di energia. L'entità di questo settore rende la politica energetica del paese e il suo impatto potenziale sulla scena mondiale un problema di grande importanza internazionale soprattutto nel contesto dell'inquinamento atmosferico e del mutamento climatico.

Avendo preso atto della necessità di tutelare l'ambiente naturale per garantirsi una continua prosperità e avendo posto l'accento su una politica di sviluppo sostenibile in occasione del decimo piano quinquennale (2001-2005), conciliare una rapida crescita economica, mutamenti e sviluppo della società con la tutela dell'ambiente è diventato una priorità assoluta per il paese. Il trasferimento di conoscenze, competenze e tecnologie dall'UE alla Cina diventerà sempre più necessario affinché tale paese possa realizzare modelli sostenibili di produzione e consumo, un equilibrio energetico e altri obiettivi fondamentali che gli permettano di sfruttare al massimo l'evoluzione economica futura. L'apporto fornito dall'UE consentirà alla Cina di migliorare i propri standard in materia di ambiente, in particolare laddove si hanno conseguenze a livello mondiale e/o dove si ravvisa una comunanza di interessi, ad esempio i cambiamenti climatici. La competenza dell'UE aiuterà la Cina innanzitutto a contenere il deterioramento ambientale e quindi, a medio e lungo termine, a tamponare i danni e a realizzare miglioramenti dell'ambiente. La Cina dispone già di una vasta gamma di norme di protezione ambientale e di regolamenti in materia, ma la loro attuazione è scarsa. La Cina si è prefissa l'obiettivo di portare l'attuale percentuale del PNL destinato alla tutela dell'ambiente dall'attuale 0,93% all'1,2% nel 2005 e all'1,7% entro il 2010.

Quando le autorità cinesi disporranno di più dati statistici affidabili sugli scambi esterni e sull'occupazione, nell'ambito dell'attuale cooperazione statistica con la CE, essi disporranno di una base di effettivo controllo e di decisione.

Evoluzione recente delle relazioni tra l'UE e la Cina

Gli accordi bilaterali della Cina con i paesi terzi per l'accesso ai mercati, ad esempio con gli USA nel novembre 1999 e con l'UE nel maggio 2000 hanno preparato la strada per l'adesione di questo paese all'Organizzazione mondiale del commercio. Essendo stati conclusi tutti gli accordi bilaterali, tranne uno, restano da risolvere soltanto alcuni problemi. Le discussioni a margine del vertice del 23 ottobre hanno portato alla risoluzione di alcune questioni bilaterali UE-Cina che rimanevano in sospeso, mentre le riunioni del Gruppo di lavoro di Ginevra sull'adesione della Cina, avvenuto nel novembre e dicembre 2000 e nel gennaio 2001, hanno consentito delle svolte in alcuni settori. Nel gennaio 2001 l'UE ha presentato una proposta globale di compromesso intesa a risolvere tutte le questioni in sospeso. I membri dell'OMC si stanno adoperando per risolvere con la Cina gli ultimi problemi rimasti sul tappeto.

Una riunione del comitato misto UE-Cina, tenutasi parallelamente al vertice dell'ottobre 2000, ha consentito di discutere a fondo i principali problemi bilaterali in materia di scambi e cooperazione. Si è raggiunto un accordo di principio per avviare un dialogo sulla politica e la normativa relative alle imprese. È stata accolta dalla Cina una proposta della Commissione di ampliare le competenze dell'attuale Gruppo di lavoro Telecoms, trasformandolo in un Gruppo di lavoro sulla società dell'informazione, che si occuperà anche del quadro normativo del settore e di altri nuovi comparti.

Nel novembre 2000 si sono tenuti a Pechino colloqui esplorativi riguardanti un eventuale accordo di cooperazione Cina-Euratom nel settore dell'uso pacifico dell'energia nucleare, confermando il reciproco interesse per l'apertura di negoziati formali. Nel novembre 2000 ha avuto luogo una riunione di alto livello che ha portato ad un accordo per l'istituzione di un gruppo di lavoro comune sulla cooperazione doganale, che preparerà i negoziati per un accordo di cooperazione e reciproca assistenza. Una riunione del gruppo di lavoro energia si è tenuta nel marzo 2001 a Bruxelles. La Commissione ha proposto che il dialogo sull'ambiente venga esteso alle questioni politiche.

Punti d'intervento

OMC, commercio e investimenti

* Concludere l'adesione della Cina all'OMC al più presto.

* Seguire da vicino l'attuazione degli impegni assunti dalla Cina nel quadro dell'OMC. In primo luogo sollecitare la Cina affinché adegui la propria legislazione, i regolamenti e le strutture amministrative, le procedure e metodi di lavoro ai requisiti OMC.

* Dopo l'adesione, proseguire il dialogo e adoperare gli strumenti necessari per verificare l'attuazione delle norme OMC di concerto con le autorità cinesi.

* Continuare l'attuazione del pacchetto di progetti di cooperazione connessi all'OMC per un valore di 22 milioni di euro: prima fase di sostegno dell'adesione all'OMC, riforma e ristrutturazione dei servizi finanziari, preparazione e raccolta di dati statistici, trasparenza nei pubblici appalti e creazione di un efficace sistema di protezione IPR.

* Dopo l'adesione della Cina, l'UE è pronta ad assistere ulteriormente tale paese affinché rispetti gli impegni assunti, completando l'attuale pacchetto di progetti.

* L'UE e la Cina dovranno cooperare strettamente allo sviluppo e alla liberalizzazione degli scambi mondiali, soprattutto se sarà possibile avviare una nuova tornata di negoziati nella riunione ministeriale dell'OMC a Qatar.

* Continuare a sostenere e a cooperare con la nuova Camera di commercio UE in Cina i 200 membri della quale costituiranno uno dei più importanti strumenti per controllare il rispetto degli impegni in ambito OMC.

* Sostenere le società europee e cinesi nel dialogo commerciale bilaterale. Dopo le due sessioni iniziali del 1998 e 2000, il dialogo viene riveduto alla luce della prossima adesione della Cina all'OMC.

Riforma economica e sociale

* Continuare a incoraggiare la riforma in corso mediante contatti, dialogo a tutti i livelli e cooperazione.

* Assistere la Cina affinché crei un'efficace sistema di sicurezza sociale, con adeguate iniziative di cooperazione.

* Promuovere un dialogo politico UE-Cina sull'istruzione e la valorizzazione delle risorse umane. Definire e attuare programmi di sviluppo delle risorse umane a favore dei principali destinatari delle riforme, quali docenti in materia di commercio, giurisprudenza, scienze politiche ed economiche, scienze e tecnologia, nonché pubblici funzionari, giovani professionisti, dirigenti e legislatori, opinionisti, ecc., portando avanti ed espandendo attività sul genere del programma UE-Cina per i giovani dirigenti e il progetto sull'istruzione superiore.

* Istituire uno scambio di esperienze tra le autorità delle due parti responsabili della politica regionale al fine di ridurre le disparità regionali in Cina.

Nuovi dialoghi settoriali

* Portare avanti le iniziative per stabilire con la Cina un dialogo sulla politica e la regolamentazione delle imprese, sulle norme e le certificazioni industriali, sul mercato dei valori mobiliari e sulla politica della concorrenza.

Telecom/Società dell'informazione

* Passare dall'attuale dialogo sulle telecomunicazioni a un quadro più ampio di dialogo permanente e regolare sulla società dell'informazione, comprendente la ricerca e la cooperazione, la regolamentazione dell'intero settore e nuovi comparti.

* Avviare un dialogo sulle norme nel settore industriale.

* Organizzare nell'aprile 2002 un convegno di cooperazione UE-Cina sulla società dell'informazione, che comprenda un'esposizione della tecnologia e dei servizi europei connessi alla società dell'informazione, una conferenza UE-Cina sui problemi della società dell'informazione e una serie di riunioni commerciali ed altri eventi appropriati.

Trasporti

* Organizzare nel corso del 2001 un seminario d'informazione sul programma GALILEO per la navigazione, il posizionamento e la diffusione del segnale orario via satellite.

* Avviare nel maggio 2001 colloqui esplorativi con i cinesi per il negoziato di un accordo marittimo bilaterale, e sulla base del mandato dato dal Consiglio 1998, al fine di migliorare la regolamentazione delle operazioni di trasporto marittimo dalla Cina all'UE e viceversa. Si tratta di stabilire disposizioni sulla libertà di fornire servizi di trasporto marittimo internazionale e libero accesso al mercato, trattamento equivalente per le società europee insediate in Cina, libero trasferimento dei proventi e degli investimenti, nonché la promozione della cooperazione marittima.

Cooperazione doganale

* Proseguire i colloqui preparatori con la controparte cinese e avviare negoziati per un accordo di cooperazione e assistenza reciproca nel settore doganale.

Ambiente

* Riesaminare l'attività del Gruppo di lavoro bilaterale ambiente e avviare separatamente un dialogo politico approfondito sulle questioni ambientali di reciproco interesse con l'amministrazione statale per la tutela dell'ambiente (SEPA) a livello interno e internazionale; si tratta di favorire uno scambio di dati utili per potenziare la politica interna, di studiare in che misura l'UE possa aiutare la Cina ad integrare le considerazioni ambientali in altri settori e di creare utili partnership che promuovano, se possibile, interessi comuni nell'ambito di accordi multilaterali.

* Cooperare con la Cina nell'elaborazione di adeguate strategie per una gestione sostenibile del patrimonio forestale, per la pianificazione e gestione del suolo e delle risorse idriche, per la produzione e commercializzazione dell'energia, per fronteggiare l'inquinamento atmosferico e i mutamenti climatici.

* Impostare progetti di cooperazione nei seguenti settori: metodi di produzione meno inquinanti; riduzione e gestione dei rifiuti; formazione nel settore dell'ecologia; creazione e applicazione di norme, nonché migliore gestione dell'ambiente; trasferimento di competenze e tecnologia in materia di ambiente; sensibilizzazione ai problemi di ordine ecologico.

Energia

* Impostare un dialogo in materia di regolamentazione e di strategia. Mettere a punto altri progetti di cooperazione, in particolare incentivando il trasferimento di know how, tra cui un progetto inteso a ridurre l'impatto della produzione e del consumo di energia sull'ambiente.

* Organizzare il 18 giugno a Pechino la Quarta conferenza UE-Cina sulla cooperazione in tema di energia, oltre ad eventuali altre attività nello stesso settore.

* Sviluppare la cooperazione nell'uso pacifico dell'energia nucleare, contribuendo a promuovere la non proliferazione. Preparare direttive di negoziato per un accordo di cooperazione nel settore nucleare. L'avvio dei negoziati è previsto per la fine del 2001/inizio 2002.

Scienza e tecnologiac

* Fare il possibile affinché l'accordo "Scienza e tecnologia", in vigore fin dal dicembre 1999, funzioni meglio e permetta una maggiore partecipazione di scienziati cinesi ai programmi di ricerca e sviluppo. Nel quadro del Quinto programma quadro UE è prevista una nuova serie di borse di studio grazie alle quali scienziati di paesi in via di sviluppo, compresa la Cina, potranno partecipare a determinati progetti. La Commissione si propone di estendere il regime di borse di studio nell'ambito del nuovo programma quadro.

* Cercare di aumentare la partecipazione cinese ai progetti approvati nell'ambito del programma UE al fine di promuovere la cooperazione tra Cina ed Europa nel settore della scienza e della tecnologia. Al riguardo sarà particolarmente utile mettere a disposizione informazioni ed assistenza pratica, nonché aprire nel 2001 un ufficio comune di promozione della ricerca e favorire una maggiore cooperazione tra ricercatori cinesi ed europei nel quadro dell'ASEM.

* Organizzare nel 2002 una conferenza UE-Cina nel settore della scienza e della tecnologia.

* Contribuire, se possibile, all'organizzazione di una conferenza internazionale sulla ricerca e lo sviluppo in agricoltura nel 2001 o

* inizio 2002, data l'importanza di sviluppare il settore agricolo cinese per motivi di stabilità economica e sociale.

Statistica

* Impegnare le autorità cinesi competenti in materia di statistica in un dialogo inteso ad estendere la cooperazione. Si tratterebbe, in particolare, di potenziare il sistema statistico cinese e la sua capacità di produrre dati affidabili, precisi e tempestivi nei settori economici e sociali emergenti.

5.4. Obiettivo 4: Sfruttare meglio i finanziamenti europei

Il contesto

Il programma di cooperazione dell'UE è diretto specificamente alla Cina. I settori d'intervento prioritari sono: sostegno alle riforme economiche e sociali, promozione dello sviluppo sostenibile e della tutela dell'ambiente, sostegno al buon governo e allo Stato di diritto. Lo sviluppo delle risorse umane è fondamentale per realizzare gli obiettivi globali della politica di cooperazione europea. Nello stesso tempo, le priorità generali della cooperazione allo sviluppo vengono integrate da aspetti quali la riduzione della povertà, la coesione regionale e sociale all'interno della Cina e la questione dell'uguaglianza tra i sessi. La dotazione del programma di cooperazione UE-Cina 2001-2005 si dovrebbe aggirare sui 250 milioni di euro.

L'esperienza passata ha messo in evidenza la necessità di migliorare l'esecuzione dei progetti. Come prime iniziative si è cercato di concentrarsi su un numero minore di progetti più ampi, di adottare una maggiore flessibilità e di costituire un apposito fondo per gestire i piccoli progetti con rapidità ed efficienza. La creazione di un ufficio di cooperazione EuropeAid e il previsto decentramento della gestione dei progetti alla delegazione di Pechino sono importanti riforme che la Commissione sta intraprendendo per migliorare l'attuazione dei progetti e il coordinamento dei donatori e per sfruttare al meglio le proprie risorse, concentrando gli sforzi a livello politico.

Recente evoluzione delle relazioni UE-Cina

La riunione annuale del comitato misto UE-Cina tenutasi nel 2000, ha convenuto che le priorità della cooperazione per il prossimo futuro (2001-2003) comprenderebbero il sostegno nei seguenti settori, l'adesione all'OMC, la lotta contro l'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani, la riforma della previdenza sociale, la società delle telecomunicazioni/informazione, l'ambiente, l'energia e la valorizzazione delle risorse umane. Si è convenuto altresì che le province occidentali della Cina beneficerebbero maggiormente dell'assistenza UE e che la Cina parteciperebbe più attivamente alla futura pianificazione e programmazione.

Nel gennaio 2001 la responsabilità di gestire gli attuali programmi di cooperazione e quelli previsti per il 2001 è stata trasferita dalla DG Relex all'Ufficio di cooperazione EuropeAid. Questa riforma, come anche il decentramento della gestione dei progetti alle delegazioni, compresa quella di Pechino, e il contemporaneo potenziamento del personale delle delegazioni migliorerà il coordinamento coi programmi di cooperazione di altri donatori, migliorando e accelerando nello stesso tempo l'esecuzione dei progetti UE-Cina.

La Commissione europea sta procedendo alla stesura di un documento di strategia nazionale (DSN). Esso definirà gli obiettivi globali e il contesto, nonché i principali settori d'intervento e i meccanismi di coordinamento con il paese beneficiario e con gli altri donatori. Ci sarà pertanto un documento di riferimento chiaro e un preciso programma di cooperazione UE-Cina per i prossimi anni. Il documento di strategia nazionale fornirà orientamenti ed aumenterà la trasparenza dell'aiuto comunitario alla Cina.

Punti di intervento

* Concludere il documento di strategia nazionale collegando strettamente i programmi di cooperazione finanziati dall'UE con la politica comunitaria generale nei confronti della Cina, in particolare la politica di sviluppo presentata dalla Commissione nel maggio 2000, la politica commerciale, la risposta alle sfide globali e la politica nel settore dei diritti dell'uomo.

* Sulla base del DSN, sviluppare le attività di cooperazione in tre settori principali:

- sostegno alla riforma economica e sociale, soprattutto mediante il potenziamento istituzionale e quello delle capacità, lo sviluppo delle risorse umane, la promozione di una sana struttura che regoli le attività finanziarie e il trasferimento di know how e di tecnologia;

- promozione dello sviluppo sostenibile inteso al raggiungimento di un equilibrio ottimale tra tutela dell'ambiente, sviluppo sociale e crescita economica;

- incentivazione di iniziative di buon governo e promozione dello Stato di diritto.

* Rafforzare il coordinamento con le autorità cinesi.

* Rafforzare il coordinamento e valutare le possibilità di una concreta cooperazione con altri donatori, in particolare gli Stati membri dell'UE, gli IFI e le agenzie delle Nazioni Unite.

* Continuare a orientarsi su progetti ampi ma flessibili nei settori in cui l'UE come donatore è in posizione di relativo vantaggio, concentrandosi e tenendo conto delle priorità di rapido sviluppo e di cambiamento della Cina.

* Migliorare la flessibilità dei progetti, consentendo adeguamenti annuali delle attività eseguite e dei rispettivi bilanci, al fine di realizzare al meglio gli obiettivi globali stabiliti.

* Decentrare la gestione del progetto verso la delegazione di Pechino, come previsto.

5.5. Obiettivo 5: Elevare l'immagine dell'UE in Cina

Il contesto

Migliorare l'immagine dell'UE in Cina è un obiettivo fondamentale, date le dimensioni del paese e la necessità di avvicinarsi alla gente a livello regionale, municipale e locale, poiché la Cina continua a perseguire un decentramento dei poteri centrali nei settori economico e sociale. Le risorse disponibili a tale scopo sono limitate, ma un uso razionale delle moderne tecnologie permetterà di avvicinare una fascia più ampia della popolazione. Cinque anni fa pochissimi cinesi avevano il telefono o potevano contattare il mondo esterno. Nel 2001 si prevede che il numero di utenti Internet raggiungerà i 40 milioni e nel 2005 i 300 milioni (rispetto ai 200 milioni circa degli Stati Uniti).

L'approfondimento delle relazioni tra l'UE e la Cina esige una migliore comprensione tra i due partner. Per aumentare i contatti e far combaciare gli interessi sarà necessario un maggiore scambio di informazioni. Inoltre, dato che la Cina continua ad aprirsi al mondo e che l'UE estende le proprie frontiere, occorrerà divulgare le informazioni in modo più efficace e più rapido. L'UE avrà bisogno di una politica di informazione attiva che si serva delle nuove tecnologie e che si aggiunga ai tradizionali contatti interpersonali e alle attività di cooperazione, mantenendo una posizione di spicco tra le molteplici fonti d'interesse.

Le estese attività dell'UE in Cina continuano a passare inosservate in Europa, sebbene un numero crescente di organizzazioni comuni di ricerca e commercio vengano impiantate a Bruxelles e altrove per andare incontro al crescente interesse manifestato dalla Cina. Sarà importante che una corretta informazione sulle attività dell'UE in Cina venga diffusa in entrambe le regioni, soprattutto con l'avvicinarsi dell'ampliamento.

Recenti sviluppi nelle relazioni UE-Cina

* I siti della Commissione dedicati agli affari esterni sono stati potenziati negli ultimi nove mesi e il numero di documenti disponibili è passato da 4 000 a quasi 9 000. Il numero dei collegamenti è salito da 700 000 a 1 800 000 al mese nello stesso periodo. Di conseguenza i siti dimostrano di essere un efficiente metodo per divulgare e promuovere le politiche e i programmi UE.

* Il programma Visitatori UE ha dimostrato di essere un valido sistema per migliorare i contatti interpersonali e gli scambi di visite, con una accurata selezione dei funzionari cinesi più importanti che visitano la Commissione e gli Stati membri per rendersi maggiormente edotti delle politiche e dei programmi comunitari in una vasta gamma di settori.

* Nel 2000 un gruppo di 20 redattori economici e reporter provenienti dalla Cina, da Hong Kong e da Macao ha partecipato a un seminario di una settimana tenutosi a Bruxelles. Il seminario si è concentrato sull'euro, ma ha anche illustrato a questi influenti giornalisti le funzioni delle varie istituzioni europee. In conseguenza di ciò su diversi giornali sono apparsi parecchi articoli sull'Unione europea.

Punti di intervento

* Migliorare la conoscenza e la percezione dell'Unione europea in Cina, fornendo informazioni sistematiche e aggiornate sulle politiche e sulle attività dell'UE e diffondendo materiale illustrativo recente e aggiornato, destinato ai media, agli opinionisti e ai responsabili politici cinesi, nonché a scuole, istituti e università.

* Aggiornare globalmente i siti della Commissione, compreso il sito della delegazione di Pechino, e garantire che l'accesso e la navigazione siano armonizzati e di facile uso e aumentare i collegamenti a tali siti.

* Continuare ad usare con perspicacia il programma "Visitatori" dell'UE onde attirare a Bruxelles e negli Stati membri i responsabili delle decisioni, affinché ne ricavino informazioni di prima mano.

* Incoraggiare e sostenere gli ex allievi che hanno partecipato a programmi di cooperazione, quali la Rete accademica Euro-Cina, il programma Europa-Cina per giovani dirigenti e il programma di borse di studio UE-Cina 2000, al fine di creare associazioni e reti di ex allievi in Cina, Asia ed Europa.

* Sensibilizzare l'opinione pubblica europea sulla cooperazione tra l'UE e la Cina, ad esempio gli uomini d'affari europei e le comunità accademiche, al fine di mantenere l'interesse che in Cina hanno creato i vari programmi di cooperazione (ad esempio il programma Giovani imprenditori).

* Incoraggiare un maggiore coordinamento e cooperazione tra gli Stati membri e la delegazione della Commissione a Pechino al momento di organizzare eventi culturali singoli o comuni.

* Continuare a partecipare a seminari, studi, riunioni, attività accademiche, presentazioni da parte di ONG, ecc., per migliorare l'informazione sulle politiche UE-Cina.

6. conclusione

Le relazioni con la Cina costituiranno un'opportunità unica per l'UE negli anni a venire. Gli obiettivi a lungo termine definiti nel 1998 restano ampiamente validi. La presente comunicazione ha suggerito come rendere la politica UE più efficace definendo obiettivi a breve e medio termine e iniziative intese a mettere a fuoco i rapporti tra l'UE e la Cina, tenendo conto degli scopi che l'Unione si è prefissa a lungo termine.

Di recente si è venuta a creare una relazione positiva tra due partner interessati e impegnati. Pertanto, l'istituzione di una partnership globale tra Europa e Cina richiederà impegno da entrambe le parti. Molti risultati sono stati ottenuti, ma molti ancora saranno necessari per sviluppare il pieno potenziale delle relazioni tra i partner.

Per l'UE si tratta di impegnare la Cina in modo globale e coerente su tutti i problemi che sono stati identificati nel 1998 e che sono stati trattati nella presente comunicazione, in particolare l'integrazione politica ed economica della Cina nella comunità internazionale, nonché la sua accettazione del concetto di diritti umani, come sono intesi a livello mondiale, e dello Stato di diritto.

Una partnership tra l'UE e la Cina, a livello bilaterale e mondiale, favorirà gli interessi reciproci, tanto politici quanto economici, e contribuirà a migliorare il tenore di vita dei cittadini europei e cinesi.

All'UE si presenta l'occasione di promuovere i propri interessi, impegnando la Cina, nella sua qualità di grande potenza in espansione, a cercare soluzioni costruttive ai principali problemi mondiali, contribuendo a migliorare in quel paese la situazione dei diritti dell'uomo e perseguendo interessi commerciali reciproci.