/* COM/2001/0020 def. */ Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sul benessere dei suini negli allevamenti intensivi, tenendo conto in particolare del benessere delle scrofe allevate in maggiore o minore isolamento e in gruppo
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sul benessere dei suini negli allevamenti intensivi, tenendo conto in particolare del benessere delle scrofe allevate in maggiore o minore isolamento e in gruppo RELAZIONE La protezione dei suini è di competenza comunitaria. La direttiva 91/630/CEE del Consiglio stabilisce le norme minime per la protezione dei suini. A norma dell'articolo 6 della direttiva citata, la Commissione è tenuta a presentare al Consiglio, entro il 1° ottobre 1997, una relazione elaborata in base ad un parere del comitato scientifico veterinario sul/i sistema/i di allevamento intensivo che rispettano i requisiti relativi al benessere dei suini da un punto di vista patologico, zootecnico, fisiologico e comportamentale, nonché sulle implicazioni socioeconomiche dei diversi sistemi. Tale relazione dovrà in particolare prendere in considerazione il benessere delle scrofe allevate in maggiore o minore isolamento e in gruppo e sarà corredata delle opportune proposte della Commissione. Il 30 settembre 1997 il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali della Direzione generale "Salute e tutela dei consumatori" ha adottato il parere "Benessere dei suini negli allevamenti intensivi" ("Welfare of pigs kept in intensive conditions"). Tale parere evidenzia la necessità di prendere provvedimenti atti a migliorare le condizioni di benessere dei suini e, in particolare, di evitare in futuro l'impiego di box individuali per le scrofe gravide. Secondo le informazioni di cui dispone la Commissione, negli ultimi anni cinque Stati membri hanno adottato una legislazione relativa alla protezione dei suini che introduce requisiti supplementari rispetto alla direttiva 91/630/CEE del Consiglio; in particolare vengono vietati i box individuali per le scrofe gravide e previste pavimentazioni più idonee nonché aree separate adibite alle diverse attività comportamentali degli animali. Sulla base degli elementi di cui sopra, la Commissione ha elaborato una relazione da presentare al Consiglio corredata delle pertinenti proposte (cfr. articolo 6 della direttiva). La proposta della Commissione è intesa a modificare la legislazione in vigore, onde adeguarla alle nuove risultanze scientifiche e all'esperienza acquisita in materia dagli Stati membri. La proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 91/630/CEE, secondo quanto disposto dall'articolo 6, intende: * vietare l'uso di box individuali e dell'attacco per scrofe gravide e scrofette; * aumentare lo spazio disponibile per scrofe e scrofette; * consentire a scrofe e scrofette l'accesso continuo a materiale che permette loro di grufolare; * rendere necessarie una formazione più approfondita e una maggiore conoscenza in materia di benessere degli animali per gli allevatori e gli addetti; * richiedere un nuovo parere scientifico in relazione a taluni aspetti dell'allevamento suino. Le presenti proposte attueranno un quadro comunitario di norme accettabili in materia di benessere dei suini. Per dare all'industria il tempo necessario di adeguarsi a tali norme più rigorose è prevista un'introduzione graduale delle misure, che, una volta attuate, consentiranno all'industria delle carni suine di produrre e commercializzare i propri prodotti secondo modalità accettabili alla grande maggioranza dei consumatori, rafforzando così la propria immagine. In una fase successiva si potrà considerare l'introduzione di requisiti in materia di etichettatura intesi a evidenziare il miglioramento apportato e ad informare il consumatore. La protezione degli animali svolge un ruolo centrale per il futuro sviluppo delle politiche dell'allevamento nell'UE al fine di conciliare un'immagine pubblica positiva con sistemi di allevamento efficienti. A tale scopo occorrerà adeguare le dimensioni degli impianti, la manodopera e la strategia di comunicazione, nonché evidenziare l'ampia portata dei benefici arrecati da una produzione programmata. COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sul benessere dei suini negli allevamenti intensivi, tenendo conto in particolare del benessere delle scrofe allevate in maggiore o minore isolamento e in gruppo 1. Premessa La direttiva 91/630/CEE del Consiglio [1] stabilisce le norme minime per la protezione dei suini. [1] GU L 340 del dicembre 1991, pag. 33. A norma dell'articolo 6 della direttiva citata, la Commissione è tenuta a presentare al Consiglio, entro il 1° ottobre 1997, una relazione elaborata in base ad un parere del comitato scientifico veterinario sul/i sistema/i di allevamento intensivo che rispettano i requisiti relativi al benessere dei suini da un punto di vista patologico, zootecnico, fisiologico e comportamentale, nonché sulle implicazioni socioeconomiche dei diversi sistemi. Tale relazione dovrà in particolare prendere in considerazione il benessere delle scrofe allevate in maggiore o minore isolamento e in gruppo e sarà corredata delle opportune proposte della Commissione. Il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali della Direzione generale "Salute e tutela dei consumatori" è stato incaricato di esaminare in maniera approfondita lo stato di benessere dei suini nei sistemi di allevamento intensivo, nonché le implicazioni socioeconomiche dei diversi sistemi di allevamento. Il comitato ha costituito un gruppo di lavoro di esperti presieduto dal professor P. Jensen (Facoltà di scienze agricole, Dipartimento Ambiente e salute degli animali, Skara - Svezia). Il 30 settembre 1997 il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali ha adottato il parere "Benessere dei suini negli allevamenti intensivi" ("Welfare of pigs kept in intensive conditions"), in cui viene evidenziata la necessità che la Commissione prenda provvedimenti atti a migliorare il benessere dei suini. La Commissione è inoltre a conoscenza del fatto che negli ultimi anni i sistemi di ricovero dei suini nell'Unione europea sono cambiati continuamente. In particolare, in numerosi Stati membri la legislazione nazionale sul benessere degli animali, più rigorosa di quanto prescritto dalla direttiva 91/630/CEE del Consiglio, impone di prendere ulteriori provvedimenti per migliorare le condizioni dei suini negli allevamenti intensivi e delle scrofe gravide allevate in gruppo. Nel contempo, in numerosi Stati membri si chiede di modificare i sistemi di allevamento dei suini, riducendo la densità degli animali, a seguito di preoccupazioni di carattere ambientale. Alla luce delle conclusioni presentate dal comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali e tenendo conto dei recenti sviluppi legislativi in materia nell'ambito dell'UE, la Commissione ha deciso di presentare idonee proposte intese a modificare la direttiva 91/630/CEE del Consiglio. Sono state in particolare elaborate una proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 91/630/CEE e una proposta che la Commissione adotterà conformemente al parere del comitato veterinario permanente. La proposta della Commissione che accompagna la presente relazione è intesa a migliorare le condizioni di benessere dei suini negli allevamenti intensivi, in particolare per quanto riguarda il divieto di tenere le scrofe gravide in box individuali e la necessità di migliorare la qualità dell'ambiente in cui gli animali vivono e la qualità delle pavimentazioni utilizzate. La seconda proposta, che la Commissione adotterà conformemente al parere del comitato veterinario permanente, prevede la modifica degli allegati della direttiva 91/630/CEE onde migliorare i requisiti tecnici già contemplati dalla normativa. In sintesi, la proposta contiene nuove disposizioni relative alla gestione dei suini allevati in gruppo, all'età minima per lo svezzamento e alle caratteristiche della pavimentazione, nonché il divieto di effettuare mutilazioni di routine. 2. Principali sistemi di produzione nell'Unione europea - Quadro generale In Europa la progettazione dei ricoveri per gli animali è influenzata da una serie di fattori, tra cui il clima, la legislazione, l'economia, la struttura e la proprietà delle aziende agricole, la ricerca e le tradizioni. Di recente la legislazione concernente la protezione degli animali e la tutela dell'ambiente ha inciso considerevolmente, insieme agli aspetti socioeconomici, sui sistemi di allevamento dei suini negli Stati membri. Di conseguenza, le porcilaie dei paesi e delle regioni dell'Unione europea presentano attualmente grandi differenze. Il presente paragrafo intende illustrare brevemente le caratteristiche delle attuali unità di produzione commerciale dei suini nell'Unione, soffermandosi in particolare sugli allevamenti intensivi. 2.1 Categorie principali dei sistemi di stabulazione I sistemi di stabulazione possono essere suddivisi in tre categorie in funzione del sistema di eliminazione delle deiezioni adottato: sistemi a lettiera permanente, sistemi a raschiatura, sistemi a pavimentazione fessurata. Sistemi a lettiera permanente In questi sistemi tutta la superficie occupata dagli animali deve essere mantenuta pulita e asciutta rimuovendo regolarmente il materiale delle lettiere e fornendone di nuovo. Gli animali spesso utilizzano zone diverse del recinto per coricarsi e per defecare, scegliendo di coricarsi nelle zone più tranquille e che offrono maggior confort termico e di defecare in quelle fredde, bagnate o esposte a correnti d'aria. La paglia è ancora il materiale più usato in tali sistemi; di recente, tuttavia, sono stati messi a punto sistemi con lettiere in trucioli di legno, talvolta con digestione anaerobica dei rifiuti attivata dal trattamento periodico con un preparato a base di enzimi/microbi. Sistemi a raschiatura In questi sistemi le zone riservate al riposo e alla defecazione sono strutturalmente separate e le deiezioni sono rimosse ad intervalli frequenti, spesso quotidianamente, dall'apposita area. Il vantaggio di tali sistemi è di non avere bisogno di lettiere, o solo minimamente, e di funzionare bene con una disponibilità di spazio inferiore per l'animale. Sistemi a pavimentazione fessurata Le porcilaie con pavimenti fessurati sono quelle più ampiamente diffuse in tutta l'Unione europea. In questi sistemi, in cui solitamente non si utilizzano lettiere, l'igiene è mantenuta mediante i pavimenti fessurati, che lasciano cadere le deiezioni in una fossa fisicamente separata dalla zona occupata dagli animali. Il fatto che non siano necessarie lettiere rende questi sistemi adatti ad essere utilizzati in zone non idonee alla coltivazione e riduce al minimo il bisogno di manodopera. La pavimentazione può essere interamente fessurata o combinare un'area di riposo a pavimento pieno e un'area di defecazione a pavimento fessurato. Di recente sono stati messi a punto sistemi di questi tipo concepiti appositamente per ridurre le emissioni di ammoniaca. 2.2 Locali di stabulazione per le varie categorie di suini a. Verri I verri adulti sono solitamente tenuti in ricoveri individuali per motivi di sicurezza del personale addetto e per poter essere più facilmente accuditi. I verri utilizzati per l'inseminazione artificiale vengono per lo più tenuti in recinti individuali. I verri da riproduzione sono generalmente acquistati all'età di 5-6 mesi da allevatori specializzati. Essi cominciano ad essere utilizzati per la riproduzione verso i 6-7 mesi e nella maggior parte degli allevamenti vengono venduti dopo 2-3 anni. b. Scrofe asciutte e scrofette di allevamento Le scrofette da allevamento sono solitamente allevate in gruppo, allo stesso modo dei suini da macello, fino al trasferimento alla mandria da riproduzione. Esse vengono generalmente tenute separate dalle scrofe più vecchie fino al termine della prima lattazione. Le scrofe da riproduzione possono essere allevate in ricoveri individuali, in gruppi stabili (formati allo svezzamento o alla fecondazione e lasciati inalterati fino al parto) o in grandi gruppi dinamici (in cui le scrofe sono regolarmente trasferite per il parto e sostituite da scrofe appena fecondate). Il ricovero individuale può essere costituito da una posta completamente chiusa o da una posta solo parzialmente delimitata in cui la scrofa è attaccata con un collare o un sottopancia (gli attacchi saranno vietati nell'UE dopo il 2005, come previsto dalla direttiva 91/630/CEE del Consiglio). B.1 Stabulazione individuale in poste Le poste singole presentano generalmente una superficie di 0.6-0,7 x 2,0-2,1 m, in cui le scrofe non possono girarsi e le deiezioni sono depositate in un punto fisso. Esistono diversi tipi di poste; nei casi migliori l'ampiezza dello posta è adattata alle dimensioni fisiche della scrofa, le pareti divisorie sono costituite da sbarre o da reti, che consentono il contatto visivo ma impediscono le aggressioni, e l'altezza e la posizione di fissaggio della sbarra inferiore sono tali da evitare lesioni. Il pavimento è di solito parzialmente fessurato, anche se si possono trovare sistemi con pavimenti interamente fessurati o sistemi con lettiere. Le scrofe dispongono generalmente di una mangiatoia individuale o in comune (4-6 scrofe), che consente di allevare in poste adiacenti scrofe delle stesse dimensioni o nelle stesse condizioni. L'alimentazione, somministrata mediante sistemi manuali o automatizzati (1-3 volte al giorno), può essere a secco o bagnata. B.2 Stabulazione in gruppo La stabulazione in gruppo risente fortemente dei limiti imposti dalle attuali modalità di alimentazione delle scrofe. L'assunzione da parte di ciascun animale di razioni individuali senza fenomeni di aggressione può infatti essere garantita solo isolando gli animali al momento dei pasti. La dieta delle scrofe asciutte consiste generalmente di una razione relativamente ridotta di mangime concentrato somministrata una o due volte al giorno. I principali sistemi di alimentazione per gli animali stabulati in gruppo sono i seguenti: poste ad alimentazione individuale, poste ad alimentazione individuale automatizzata a quantità fissa, sistemi automatizzati di identificazione e razionamento individuale (stazioni di alimentazione), sistemi di alimentazione a volontà. B.3 Parto e lattazione Le scrofe sono generalmente trasferite all'area adibita al parto 3-7 giorni prima della data prevista (115 giorni dopo la fecondazione). Negli allevamenti all'aperto le scrofe gestanti e allattanti sono tenute in recinti individuali o di gruppo, con accesso a ricoveri individuali. Nei sistemi a stabulazione prevale l'uso di gabbie da parto. Queste, solitamente di dimensioni 2,0-2,4 x 0,6 m, sono concepite in modo da limitare i movimenti della scrofa e posizionate al centro o ai margini di un recinto appositamente attrezzato per i lattonzoli. In alternativa, le scrofe possono essere attaccate in poste parzialmente aperte; tale possibilità verrà tuttavia vietata ai sensi della direttiva 91/630/CEE. In alcuni Stati membri l'impiego di gabbie da parto è consentito solo per un periodo limitato intorno alla data del parto. In tutta l'Unione, tuttavia, prevale l'impiego delle gabbie da parto per l'intera durata della lattazione. Di recente sono stati messi a punto alcuni sistemi che mantengono in gruppo le scrofe pronte per il parto, in cui esse dispongono di una zona individuale e hanno accesso ad un'area comune. Alcuni sistemi, ad esempio, prevedono semplici box o piccoli recinti quadrati con nicchie riscaldate. Attualmente nessuno di questi ha un utilizzo commerciale rilevante. Gran parte delle scrofe rimane nella gabbia da parto o nel recinto individuale per tutta la lattazione. In alcuni casi, tuttavia, le scrofe e le figliate possono essere raggruppate insieme in un sistema di lattazione collettiva una volta che i lattonzoli hanno superato il periodo critico successivo alla nascita. Questo può avvenire in un periodo compreso tra 2-3 giorni e 2 settimane. C. Svezzamento e suinetti Lo svezzamento avviene generalmente tra 3 e 5 settimane di età, anche se in alcune aziende si attende fino a 8 settimane. A questo punto la scrofa viene trasferita per la fecondazione e i lattonzoli sono lasciati per un periodo di tempo nel recinto del parto o portati immediatamente nella zona adibita allo svezzamento. Esistono varie soluzioni stabulative per i lattonzoli svezzati. Gabbie a diversi livelli ospitano piccoli gruppi di lattonzoli su pavimenti interamente fessurati, solitamente in ambienti controllati con riscaldamento supplementare. Anche i "flat decks" hanno pavimenti interamente fessurati, ma sono privi di copertura per facilità di accesso. Negli allevamenti intensivi gli animali sono trasferiti dalla zona adibita alla prima fase di svezzamento ad una seconda zona, più ampia, dopo 2-4 settimane. Se la pratica è più estensiva, i suinetti possono rimanere nello stesso recinto fino a raggiungere il peso di 30-40 kg o, in alcuni casi, fino alla macellazione. D. Suini da ingrasso I ricoveri per i suini da ingrasso possono avere pavimentazione interamente fessurata, parzialmente fessurata, avere lettiere ridotte con zona per la defecazione o lettiere permanenti di paglia o di trucioli di legno. Nonostante le differenze tra i diversi Stati, le porcilaie a pavimentazione interamente o parzialmente fessurata prevalgono nell'UE. Il mangime può essere somministrato secco o bagnato. Il mangime secco è spesso somministrato a volontà da una o più tramogge, anche se successivamente può essere limitato per evitare un ingrasso eccessivo in suini il cui genotipo non è stato migliorato o che hanno un peso alla macellazione molto elevato. Nei sistemi ad ambiente controllato è normale trasferire gli animali due o tre volte, ogni volta in un recinto più ampio, nel periodo di crescita/finissaggio per ottimizzare lo spazio disponibile. 3. Principali aspetti socioeconomici della produzione di suini nell'UE Negli anni '90 il patrimonio suinicolo dell'UE è rimasto relativamente stabile. Nel 1998, tuttavia, il numero di capi è aumentato di più del 5% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 125 milioni (EUROSTAT). Nel 1999 e nel 2000 si è invece registrata una leggera flessione. >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> La popolazione totale di scrofe da riproduzione nell'UE ammonta a circa 12,6 milioni [2] (v. grafico). [2] EUROSTAT 1997. Quanto alla distribuzione delle scrofe per paese (v. tabella seguente), dai dati disponibili risulta che nel 1999 il 72% della popolazione totale della Comunità era concentrata in cinque paesi. Tabella 1: numero di scrofe negli Stati membri dell'UE (in migliaia di animali e in percentuale del totale (EUROSTAT 1999) >SPAZIO PER TABELLA> Va osservato che le mandrie di scrofe sono relativamente più grandi in Danimarca, in Italia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito rispetto ad altri paesi, in cui poche aziende possiedono più di 200 scrofe. Nei Paesi Bassi quasi il 90% delle aziende detiene più di 100 scrofe. Le dimensioni delle mandrie sono relativamente modeste in Germania, dove oltre il 40% delle aziende possiede meno di 10 scrofe. In Italia l'80% delle aziende ha meno di 10 scrofe, mentre il 60% della popolazione è concentrato nel 2% delle aziende [3]. [3] H.J.M. Hendriks, B.K. Pedersen, H.M. Vermeer e M. Wittman: "Pig housing systems in Europe: current trends", 49th Annual Meeting of the European Association for animal production (Warsaw - Poland, August 1998). In Germania il patrimonio di scrofe è diminuito negli anni '90, ma rimane comunque il più consistente in Europa, con il 21,68% di tutte le scrofe (EU-12). Quanto invece al numero globale di suini, si è ridotto il divario tra la Germania e la Spagna, il secondo produttore per importanza nell'UE. Nell'UE quasi il 65% delle scrofe gravide sono tenute in ricoveri individuali e più del 60% di queste non dispone di paglia. In paesi come la Danimarca, la Finlandia, la Svezia, i Paesi Bassi e il Regno Unito i sistemi di stabulazione in gruppo conoscono una sempre maggiore diffusione in quanto la legislazione vieta il ricorso a sistemi di isolamento quali le poste e gli attacchi, che limitano la possibilità delle scrofe di girarsi. La produzione annua di carni suine nell'UE è di circa 18 milioni di tonnellate. L'UE produce carni suine in quantità sufficiente per il consumo interno ed è il maggiore esportatore mondiale. Il consumo pro capite di carni suine nell'Unione è in continuo aumento e le previsioni confermano questa tendenza. La suinicoltura è ormai un'industria altamente specializzata, che spesso non dipende dalla superficie agricola disponibile e che è attrezzata per l'acquisto, l'ingrasso e la vendita di animali con caratteristiche standardizzate nel rispetto di determinati requisiti e di precisi termini di consegna. Va inoltre osservato che la struttura di questo settore ha risentito del fatto che la corrispondente organizzazione di mercato delle carni suine nell'UE è orientata al mercato e non prevede misure di aiuto diretto. >RIFERIMENTO A UN GRAFICO> La produzione attuale nell'Unione europea è fortemente concentrata: il 72% dei suini sono allevati in cinque Stati membri, di cui il 21% nella sola Germania. In questi Stati membri si registrano concentrazioni regionali estremamente elevate, con un gran numero di suini allevati su un territorio di dimensioni ridotte. In Spagna, ad esempio, un terzo della popolazione suina si trova in Catalogna; in Belgio, il 95% della popolazione suina è concentrata nelle Fiandre (Vlaams Gewest); il 90% dei suini nei Paesi Bassi è allevato nella parte orientale e meridionale del paese, mentre il 65% dei suini in Germania è ripartito in soli tre Länder: Baviera, Bassa Sassonia e Renania settentrionale-Vestfalia. Secondo le informazioni di cui dispone la Commissione, in tutte queste zone, ad eccezione della Catalogna, la densità del bestiame supera il livello generalmente ritenuto ecologicamente sostenibile (1,4 unità di bestiame per ettaro) [4]. [4] Fonte: Concentration of Livestock Production (Martin Boschma, Alain Joaris, Claude Vidal - Eurostat). La versione completa della relazione è disponibile sul sito web della DG Agricoltura all'indirizzo seguente: L'allevamento dei suini è divenuto ormai redditizio soltanto se praticato su larga scala, in quanto i margini di guadagno si sono ridotti in seguito alla concorrenza nazionale ed estera; il numero medio di suini per allevamento è pertanto aumentato sensibilmente, come pure la percentuale di grandi allevamenti. Nel periodo 1990-1995, ad esempio, il numero medio di suini per azienda in Belgio è aumentato del 68%, in Spagna del 59% e nei Paesi Bassi del 36%. Nello stesso periodo, in Germania l'aumento è stato più contenuto (19%) a causa della ristrutturazione che ha avuto luogo dopo l'unificazione. In alcuni Stati membri come i Paesi Bassi la specializzazione comporta il trasferimento dei lattonzoli da un'azienda a un'altra, mentre in sistemi chiusi, come vengono praticati in Danimarca, il numero di trasferimenti è ridotto al minimo e così pure il rischio di diffondere le malattie. 4. Sintesi delle principali disposizioni legislative attualmente in vigore negli Stati membri in materia di protezione dei suini negli allevamenti intensivi La situazione della legislazione vigente negli Stati membri dell'Unione è illustrata nella tabella che segue, compilata sulla base delle informazioni fornite dalle autorità competenti nel primo semestre del 2000. Le informazioni disponibili dimostrano che le preoccupazioni circa il benessere degli animali e la protezione dell'ambiente hanno inciso sul modo in cui i suini sono allevati in alcuni Stati membri. Gli agricoltori sono obbligati a rispettare norme più restrittive in materia di ricovero e di gestione degli animali in diverse regioni della Comunità. In più Stati membri la legislazione prevede ora che le scrofe gravide siano tenute in gruppo e in due paesi (Regno Unito e Svezia) tali disposizioni sono già entrate in vigore. Nel Regno Unito, l'85% delle scrofe è allevato in gruppo e la percentuale è in crescita costante. Soprattutto nei paesi dell'Europa settentrionale sono state introdotte nuove norme sulla protezione dei suini, riprese nel parere del comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali. Sono stati ad esempio stabiliti i requisiti tecnici concernenti la pavimentazione, le dimensioni minime per i box individuali che consentano a tutti gli animali di girarsi facilmente, l'introduzione di materiali per migliorare l'ambiente, nonché modalità specifiche per effettuare le mutilazioni dei suini o il divieto di effettuare certi tipi di mutilazioni. Attualmente in tutta l'Unione europea le preoccupazioni di carattere ambientale e la corrispondente legislazione hanno influito sul modo in cui i suini sono allevati. La legislazione dell'UE prevede ora disposizioni specifiche in materia di riduzione della densità degli animali, di caratteristiche delle pavimentazioni e di eliminazione dei liquami al fine di ridurre le emissioni di ammoniaca. La principale normativa comunitaria adottata al fine di ridurre l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi è la direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole [5]. Tale direttiva deve ancora essere pienamente recepita in gran parte degli Stati membri, nonostante i termini per l'applicazione di molte misure siano ormai scaduti [6]. [5] GU L 375 del 31.12.1991, pag. 1. [6] Per i particolari v.: COM(1997)473 e COM(1998)16 definitivo. In questo periodo le pressioni di carattere ambientale, associate all'adozione di nuove norme in materia di benessere degli animali, stanno già spingendo gli allevatori di suini a modificare i loro metodi di produzione sulla base di sistemi innovativi di stabulazione. Tali cambiamenti sono indotti principalmente dalle richieste dei consumatori e da nuove norme in materia di commercializzazione messe a punto dalle importanti catene di distribuzione al dettaglio. Tabella 2: Legislazione sulla protezione dei suini negli Statti membri >SPAZIO PER TABELLA> (*) Misure più restrittive sul benessere degli animali devono essere applicate qualora l'agricoltore abbia sottoscritto i "contratti territoriali di sfruttamento". (**) Attualmente in vigore. (ñ) Lo Stato membro non ha fornito informazioni alla Commissione. 5. Aspetti socioeconomici correlati al miglioramento di taluni requisiti in materia di benessere dei suini previsti dalla proposta della Commissione Migliorare le condizioni di benessere degli animali comporta ovviamente un prezzo e le misure descritte nella presente proposta non fanno eccezione. In un'industria così competitiva come quella delle carni suine, in cui i margini di profitto sono estremamente ridotti, anche piccole differenze di prezzo possono avere ripercussioni significative a livello della concorrenza. Ne pagano le conseguenze anche i consumatori, sui quali, in ultima analisi, ricade il costo di tale miglioramento. La produzione di suini nell'UE risentirà in misura crescente degli scambi a livello mondiale e del cambiamento di valori dei consumatori. I produttori dovranno tener conto molto più che in passato delle preoccupazioni e delle preferenze dei consumatori. In particolare, in molti Stati membri il benessere degli animali sta acquistando importanza crescente, con il conseguente ampliamento della legislazione pertinente. Attualmente i requisiti relativi al benessere degli animali sono fortemente correlati all'immagine della produzione. Consumatori e produttori sono sempre più consapevoli degli effetti che le tecniche di riproduzione e di allevamento possono avere sugli animali, sulla loro salute, sul loro benessere e, non meno importante, sull'ambiente. Al punto 6.3 della relazione, il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali ha effettuato una valutazione economica delle misure intese a migliorare il benessere degli animali. In numerose simulazioni, fondate sui prezzi nei Paesi Bassi, tali misure sono paragonate ad una situazione di base quale è prevista dalla direttiva 91/630/CEE del Consiglio. La valutazione comprende: - il raffronto tra la stabulazione individuale e la stabulazione di gruppo per le scrofe asciutte; - le conseguenze economiche dovute al cambiamento del tipo di stabulazione per le scrofe allattanti; - le conseguenze economiche del ritardo nell'età dello svezzamento; - i possibili effetti dell'aumento dello spazio per i suini da ingrasso e dell'uso di paglia; - la stima di come costi di produzione più elevati dovuti alle misure di miglioramento del benessere possano incidere sul consumo di carni suine nonché alcune riflessioni sull'atteggiamento e il comportamento dei consumatori. I principali risultati della valutazione sono riassunti nei seguenti 5 punti. 1. Alcune nuove tecniche e sistemi di stabulazione finalizzati ad accrescere il benessere degli animali comportano un costo più elevato delle carni suine e vanno pertanto a scapito del reddito dei produttori, mentre altre misure non prevedono costi o addirittura consentono di aumentare il reddito. Tuttavia, poiché il margine operativo è ridotto, anche cambiamenti minimi dei costi possono modificare l'equilibrio. 2. Il sistema più economico di stabulazione di gruppo per scrofe gravide è meno costoso dal punto di vista dell'investimento per scrofa rispetto agli altri sistemi di stabulazione individuale. Tale beneficio economico potrebbe tuttavia essere ridotto o annullato dalla minore produttività delle scrofe (diminuzione del numero di lattonzoli nati vivi per figliata e aumento del tasso annuo di abbattimento delle scrofe). 3. Si presume che molti consumatori non siano disposti a pagare di più per carni suine prodotte in condizioni che essi ritengono migliori per il benessere degli animali. La conseguenza sarebbe una seria minaccia al reddito e all'occupazione nell'industria europea del settore a causa, da un lato, del calo di competitività nelle esportazioni sul mercato mondiale e, dall'altro, delle possibili importazioni di carni suine da paesi terzi in cui le condizioni di benessere degli animali sono peggiori. 4. Se i consumatori non sono disposti a pagare per migliorare il benessere degli animali e non è possibile limitare le importazioni da paesi terzi in cui le condizioni di benessere degli animali sono peggiori, l'unica alternativa per l'industria delle carni suine è cercare di controbilanciare l'aumento dei costi, ad esempio aumentando le dimensioni delle mandrie e ottimizzando l'efficienza economica. 5. Anche se al momento non si dispone di dati al riguardo, occorrerebbe comunque considerare la possibilità che i consumatori non acquistino più carni suine qualora ritengano inaccettabili le condizioni in cui sono tenuti gli animali. Va osservato che, se gli attuali sistemi di stabulazione per le scrofe venissero modificati conformemente alla presente proposta, i relativi costi sarebbero molto difficili da stimare, in quanto la situazione varia molto da uno Stato membro all'altro. I costi sarebbero naturalmente più elevati nel caso di impianti di isolamento di costruzione recente, poiché il valore dell'investimento effettuato non avrebbe ancora subito un deprezzamento. Nella relazione del comitato scientifico si evidenzia inoltre che, se i cambiamenti ai sistemi di stabulazione individuale vengono apportati al termine di un periodo ragionevolmente lungo di isolamento, il calcolo dei costi dà risultati molto diversi. Anche se difficili da quantificare, si stima che i costi aggiuntivi derivanti dall'abolizione delle poste individuali per le scrofe sarebbero di circa 0,006 EUR per kg/carcassa (costi di costruzione + costi di manodopera per i nuovi travetti). Tutti i dati ricevuti dalla Commissione confermano che i costi sono superiori se i sistemi vengono modificati prima di aver raggiunto i 10 anni di vita, con un aumento di 0,02 EUR per kg/carcassa. I dati relativi ai sistemi di stabulazione di gruppo indicano che i costi per la costruzione sono inferiori rispetto a quelli del sistema a poste individuali. Secondo la relazione del comitato scientifico veterinario (sezione 6.3.3), la diminuzione [dei costi di investimento] è dovuta principalmente al fatto che non sono più necessarie gabbie costose. Sui costi operativi incidono principalmente due fattori: l'utilizzo di paglia (il cui costo non è facilmente quantificabile) e il sistema di alimentazione degli animali (si veda la tabella 3). Nella tabella 3 i costi e i benefici di un'azienda agricola dei Paesi Bassi che, conformemente alle disposizioni della direttiva 91/630/CEE del Consiglio, alleva le scrofe in poste individuali senza paglia sono raffrontati con quelli dei diversi sistemi di stabulazione in gruppo. La tabella conferma che, nei nuovi impianti dotati di sistemi di alimentazione elettronici, i costi di produzione della stabulazione in gruppo sono inferiori a quelli dei sistemi con poste individuali. I costi di produzione aumentano quando si fornisce paglia (a causa in particolare dell'elevato costo della paglia nei Paesi Bassi) e quando si aumenta in maniera significativa la superficie disponibile (rispetto a quanto previsto nella proposta della Commissione). La tabella 3 riassume i dati figuranti nelle tabelle della sezione 6.3 della relazione del comitato scientifico veterinario, alle quali si può fare riferimento per maggiori informazioni. Tabella 3- Raffronto tra i costi e i benefici della stabulazione in gruppo con sistema di alimentazione elettronico (ESF) e quelli dell'allevamento a poste individuali in un'azienda tipica(**) dei Paesi Bassi (165 scrofe) (relazione del comitato scientifico veterinario) >SPAZIO PER TABELLA> (*) ESF (Electronic Sow Feeder): Sistema di alimentazione elettronico per scrofe. (**) Tipica: conforme alla direttiva 91/630/CEE del Consiglio. Nella tabella sono stati considerati due tipi di nuovi impianti, uno basato sulla stabulazione di gruppo e l'altro su poste individuali per scrofe, come esistono attualmente. Essa non affronta la questione dei costi aggiuntivi a carico dei produttori che, senza la modifica proposta della direttiva, non avrebbero bisogno di investire in nuovi impianti. Per quanto riguarda l'aiuto finanziario a favore degli allevatori da destinare ad investimenti in fabbricati e attrezzature tecniche al fine di migliorare il benessere degli animali, si rammenta che il regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale dal parte del TTTABLEFondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) prevede un sostegno agli investimenti nelle aziende agricole volti a mantenere e migliorare le condizioni di benessere degli animali. Le misure di sostegno, che devono essere inserite nei piani di sviluppo rurale elaborati dagli Stati membri e approvati dalla Commissione, saranno cofinanziate dal FEAOG e dallo Stato membro interessato. La questione si profila complessa anche per la dimensione internazionale del benessere degli animali e il rapporto con l'OMC. Sono infatti molti gli aspetti da considerare: dalle componenti etiche e giuridiche alla salute degli animali e alla sanità pubblica fino alla produzione alimentare. Per questo motivo la presente relazione non tratterà la questione direttamente, ma illustrerà le diverse iniziative avviate dalla CE in materia di benessere degli animali nel contesto dei negoziati dell'OMC per far sì che gli scambi commerciali non pregiudichino gli sforzi della Comunità intesi a migliorare la protezione degli animali d'allevamento. A tale riguardo nel giugno 2000, durante una riunione dell'OMC, la Comunità ha presentato un documento sul benessere degli animali e gli scambi in agricoltura ("Animal welfare and trade in agriculture"). Il documento iniziava presentando gli obiettivi della CE in materia di benessere degli animali nel contesto dei negoziati dell'OMC, obiettivi intesi in particolare a provvedere affinché gli scambi commerciali non pregiudichino gli sforzi della Commissione di migliorare la protezione del benessere degli animali. La CE propone una combinazione di una serie di misure intese a tutelare questa legittima preoccupazione: stipulare accordi bilaterali, stabilire norme adeguate in materia di etichettatura ed eliminare la compensazione dei costi aggiuntivi per migliorare le condizioni di benessere degli animali tramite la riduzione del loro numero. Tabella 4: Prezzi di mercato delle carni suine(1) Fonte: Commissione europea, Direzione generale dell'Agricoltura (1) Mercati rappresentativi. (2) Peso alla macellazione - Classe U. Dopo il 1° luglio 1995, classe E. (3) Calcolati sulla base dei prezzi nelle valute nazionali. (4) Media ponderata euro/100 kg. 6. Principali settori in cui è necessario migliorare il benessere dei suini negli allevamenti intensivi I suini hanno esigenze che vanno soddisfatte per salvaguardare il loro benessere. Tali esigenze comprendono la possibilità di esprimere comportamenti tipici della specie, fare sufficiente movimento e adottare posture e movimenti idonei ad evitare il cattivo sviluppo di muscoli, ossa e legamenti, evitare lesioni, malattie e lo sviluppo di parassiti e vivere in un ambiente sociale adeguato. Il comportamento, la salute e la produttività dei suini risentono considerevolmente delle caratteristiche strutturali del loro ricovero, dei fattori climatici e del personale addetto ad accudirli. Gli esperti del comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali hanno formulato una serie di conclusioni e conseguenti raccomandazioni atte a migliorare il benessere delle diverse categorie di suini negli allevamenti intensivi. Alla luce di tali conclusioni e dei recenti sviluppi nelle tecniche di allevamento dei suini in Europa, la Commissione ha elaborato una proposta di direttiva del Consiglio che modifica la legislazione UE in vigore relativa ai punti seguenti. 6.1 L'allevamento dei suini in condizioni di isolamento sociale, e in particolare l'utilizzo di box individuali per le scrofe, causa seri problemi di benessere agli animali Ad accezione dei verri adulti e delle scrofe nel periodo del parto, i suini sono animali sociali. Né i verri né le scrofette andrebbero allevati in condizioni di isolamento sociale. È accettabile allevare i verri in ricoveri individuali, ma questi non dovrebbero essere tenuti costantemente in isolamento visivo e olfattivo dagli altri suini. Il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali è giunto alla conclusione che anche nei migliori sistemi di stabulazione in poste sussistono gravi problemi di benessere per le scrofe. I vantaggi in termini di benessere per le scrofe allevate in gruppo, anziché confinate nelle poste, sono costituiti dall'instaurarsi di normali interazioni sociali e dalle accresciute possibilità di grufolare e manipolare materiali. I maggiori problemi che si riscontrano in buoni esempi di sistemi in cui le scrofe sono tenute all'attacco si rilevano anche nel caso della stabulazione a poste. Le scrofe allevate in gruppo presentano minori anormalità nello sviluppo delle ossa e dei muscoli, casi meno frequenti di comportamento anomalo, minore incidenza di reazioni fisiologiche estreme e di infezioni del tratto urinario connesse all'inattività, nonché un apparato cardiovascolare meglio sviluppato. Non si dovrebbero utilizzare recinti individuali che non permettono alla scrofa di girarsi agevolmente. La proposta della Commissione contempla il divieto di utilizzare recinti individuali per le scrofe durante il periodo compreso tra 4 settimane dopo la fecondazione a 7 giorni prima della data prevista per il parto. L'impiego di attacchi per scrofe e scrofette sarà definitivamente proibito. Vengono inoltre stabilite dimensioni minime per i recinti delle scrofe che consentano loro di girarsi. 6.2 L'allevamento dei suini su pavimentazioni artificiali, e in particolare l'uso di pavimentazioni interamente fessurate, crea disagio agli animali Le pavimentazioni artificiali non soddisfano in particolare le seguenti esigenze dei suini: avere un buon confort ed evitare lesioni quando sono coricati, ridurre al minimo il rischio di malattie e garantire una buona termoregolazione in caso di temperature elevate o basse. Nel caso di pavimenti perforati o fessurati, anziché pieni, le condizioni igieniche possono essere migliorate riducendo il contatto tra il suino e le feci/urina. Il rischio di lesioni allo zoccolo è inferiore su un pavimento pieno rispetto ad un pavimento perforato. Lo zoccolo può rimanere intrappolato nelle perforazioni o nelle fessure del pavimento, mentre la sezione piena tra le perforazioni o i travetti stessi possono essere troppo sottili per offrire un sostegno uniforme al piede. I suini preferiscono pavimentazioni isolate o provviste di lettiere che offrono confort fisico e termico. In condizioni di temperature elevate, la possibilità di trovare refrigerio sul pavimento può essere più importante per i suini del confort fisico o dell'isolamento fornito dalla lettiera. I sistemi a lettiera profonda o con compost possono dar luogo a problemi termoregolatori in suini tenuti in ambienti a temperature elevate. Le lettiere non solo offrono confort, esse si prestano ad attività esplorative e manipolative e, nel caso siano costituite di paglia, forniscono fibra alimentare e consentono ai suini di esprimere il loro comportamento alimentare. Tali aspetti non possono essere analizzati singolarmente. Nelle fasi di crescita e di finissaggio i ricoveri dei suini dovrebbero facilitare la separazione delle zone funzionali (zona di alimentazione, di riposo e di defecazione) o impedire il contatto diretto degli animali con le feci nella zona di riposo. Pavimenti in terra che permettano di grufolare o materiali da manipolare ed esplorare migliorano l'ambiente in caso di ricoveri sprovvisti di attrezzature apposite. Materiali deformabili, quali legno con pezzi di corteccia o una spessa corda, attraggono in modo particolare l'interesse dei suini. Qualora tuttavia vengano loro forniti oggetti artificiali, cala l'interesse nel manipolare gli oggetti di cui sopra, in quanto essi non rappresentano più una novità. Tutti i suini dovrebbero avere accesso permanente a terra per grufolare o a materiale manipolabile. La proposta della Commissione stabilisce requisiti specifici per i pavimenti fessurati in cemento atti ad evitare che gli zoccoli degli animali possano restare intrappolati e ad eliminare il disagio quando gli animali sono in piedi o camminano. Ai suini dovranno essere garantite condizioni adatte alle diverse attività funzionali e l'accesso permanente a materiali da esplorare e manipolare. La proposta prevede inoltre che siano sempre disponibili materiali fibrosi da assumere. 6.3 La mancanza di spazio per alimentarsi costituisce una potenziale causa di aggressione e di scarsa conversione energetica degli alimenti; il comportamento agonistico si accentua quando gli animali sono affamati Le scrofe asciutte possono subire disagi in diversi tipi di allevamento. Solitamente la quantità del mangime loro fornito è molto inferiore rispetto a quella che le scrofe consumerebbero, per cui gli animali soffrono la fame per buona parte della loro vita. A tutte le scrofe dovrebbe essere fornito mangime sufficiente per il loro mantenimento e la loro crescita e per la produzione di lattonzoli. Esse dovrebbero ricevere mangimi fibrosi e ad alto contenuto energetico per saziare la fame e soddisfare il loro bisogno di masticare. Le scrofe allevate in gruppo dovrebbero essere alimentate con un sistema atto a garantire che ciascun animale riceva mangime a sufficienza senza essere aggredito, anche in condizioni di competitività. La proposta della Commissione prevede l'impiego di sistemi di alimentazione atti a garantire che ciascun animale riceva mangime sufficiente senza essere aggredito. 6.4 Un suinicoltore incompetente per quanto riguarda le tecniche di allevamento e il benessere degli animali causa problemi in un sistema altrimenti efficiente La preparazione del personale addetto incide notevolmente sul benessere dei suini in qualunque sistema di allevamento. Un suinicoltore esperto può compensare i molti effetti negativi di taluni sistemi di allevamento. Il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali raccomanda che tutti gli addetti ai suini ottengano una licenza, rilasciata previa opportuna formazione e certificazione. Va osservato che in particolare l'allevamento in gruppo delle scrofe richiede una conoscenza specifica delle tecniche di gestione adeguate, unita alla consapevolezza dell'importanza di seguire determinate procedure. La proposta della Commissione evidenzia la necessità che il personale addetto sia a conoscenza delle disposizioni relative al benessere dei suini e sia ritenuto in grado di applicare adeguatamente tali disposizioni. 7. Settori principali in cui è necessaria ulteriore ricerca per migliorare la protezione dei suini Nelle sue conclusioni, il comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali ribadisce la necessità di ulteriori ricerche nei settori in cui le conseguenze delle diverse prassi di allevamento sul benessere dei suini non sono ancora state studiate. La proposta della Commissione tiene conto di tali preoccupazioni per il futuro. Alcuni requisiti della direttiva dovranno probabilmente essere rivisti in futuro per conformarsi ai progressi delle conoscenze scientifiche e delle nuove tecniche di allevamento dei suini. La proposta la Commissione intende in particolare evidenziare la necessità di promuovere ulteriori ricerche nei seguenti settori: valutazione delle conseguenze dei promotori di crescita sul benessere; impiego di antibiotici nei mangimi e resistenza agli antibiotici; effetti di alcune tecniche di allevamento in relazione allo spazio disponibile e alle caratteristiche delle poste e delle pavimentazioni per i suini da ingrasso; conseguenze dell'isolamento delle scrofe nel periodo della lattazione e messa a punto di sistemi in cui le scrofe possono muoversi liberamente in quel periodo senza compromettere la sopravvivenza dei lattonzoli; modalità di alimentazione e loro relazione con la disponibilità di materiali da manipolare e in cui i suini possano grufolare. Poiché le malattie infettive rappresentano un importante problema di benessere, il parere del comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali sottolinea l'importanza di studiare in maniera più approfondita i fattori di rischio per le malattie endemiche più diffuse. Particolare attenzione va inoltre riservata ai cambiamenti genetici indotti dall'ingegneria genetica. La letteratura scientifica non dispone infatti di molti studi sul benessere di suini transgenici o trattati con sostanze prodotte con la tecnologia del DNA ricombinante. Si prevede che il settore dello sviluppo delle tecnologie di riproduzione richiederà probabilmente il maggior numero di interventi nella futura legislazione comunitaria.