52001AR0282

Parere del Comitato delle regioni sulla "Proposta di decisione del Consiglio relativa all'Anno delle persone con disabilità 2003"

Gazzetta ufficiale n. C 107 del 03/05/2002 pag. 0108 - 0110


Parere del Comitato delle regioni sulla "Proposta di decisione del Consiglio relativa all'Anno delle persone con disabilità 2003"

(2002/C 107/31)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la proposta di decisione del Consiglio relativa all'Anno europeo delle persone con disabilità 2003 (COM(2001) 271 def. - 2001/0116 COD);

vista la decisione del Consiglio, in data 2 luglio 2001, di consultarlo in proposito a norma del disposto dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea;

vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza, in data 12 giugno 2001, di affidare alla Commissione 5 "Politica sociale, sanità pubblica, protezione dei consumatori, ricerca, turismo" l'incarico di elaborare il parere in materia;

vista la Dichiarazione dell'ONU sui disabili del 1993, e viste le norme dell'ONU sulla realizzazione di pari opportunità per i disabili adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, 48a sessione, il 20 dicembre 1993 (Risoluzione 48/96 e allegato - http://www.un.org/esa/socdev/enable/dissre00.htm);

vista la Risoluzione del Consiglio del 20 dicembre 1996 sulla parità di opportunità per i disabili(1);

vista la Risoluzione del Consiglio del 17 giugno 1999 relativa alle pari opportunità di lavoro per i disabili(2);

viste la Direttiva del Consiglio del 27 novembre 2000 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e la Decisione del Consiglio che istituisce un programma d'azione comunitario per combattere le discriminazioni (2001-2006)(3);

visto il proprio parere dell'aprile 2000 sulle misure di lotta contro la discriminazione (CdR 513/1999 fin)(4);

visto il proprio parere del dicembre 2000 sul tema "Verso un'Europa senza ostacoli per i disabili" (CdR 301/2000)(5);

vista la Risoluzione del Parlamento europeo sul tema "Verso un'Europa senza ostacoli per i disabili" (A5-0084/2001);

vista la riunione tenuta dal proprio Ufficio di presidenza il 3 aprile 2001, durante la quale i membri hanno convenuto di estendere il programma d'azione del CdR sulle pari opportunità a tutti i gruppi sottorappresentati oggetto dell'articolo 13 del Trattato, e ciò per assicurare che la composizione del Segretariato meglio rispecchi quella diversità della società europea che l'istituzione intende rappresentare;

visto il progetto di parere (CdR 282/2001 riv.) adottato dalla propria Commissione 5 il 10 settembre 2001 (Relatore: Keith Brown (UK/AE) Presidente del Consiglio di Clackmannanshire);

considerando quanto segue:

- le pari opportunità costituiscono una priorità politica del Comitato delle regioni;

- l'Anno europeo delle persone con disabilità 2003 ora proposto commemorerà il decimo anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui disabili;

- la scarsa comprensione e consapevolezza dei problemi dei disabili da parte dell'opinione pubblica costituisce il principale ostacolo che si frappone al loro pieno inserimento su un piede di parità nella società;

- l'indagine Eurobarometro dell'aprile 2001 indica che la maggioranza dei cittadini dell'Unione europea desidera che si faccia di più per garantire un migliore inserimento dei disabili nella società, e il 66 % degli intervistati nell'Europa dei 15 ritiene che spetti proprio agli enti locali assicurare ai disabili un migliore accesso agli spazi pubblici;

- gli enti locali e regionali svolgono un ruolo importante come educatori, datori di lavoro, fornitori di servizi, acquirenti di beni e servizi, "formatori di opinione", catalizzatori dell'innovazione e divulgatori delle migliori prassi;

- la gestione dell'Anno europeo e la selezione di progetti per gli aiuti finanziari saranno soggetti alla supervisione di organismi nazionali di coordinamento. La Commissione europea prevede che questi saranno composti da "rappresentanti dei ministeri interessati, delle organizzazioni delle persone con disabilità e da importanti settori della società", ma non necessariamente da rappresentanti degli enti locali e regionali;

- il rapporto di valutazione dell'Anno europeo contro il razzismo ha posto in evidenza che un Anno europeo riuscito dovrebbe servire da punto di partenza, ponendo le basi su cui sviluppare l'azione futura a lungo termine. Per conseguire tale successo occorre integrare la dinamica a livello europeo con misure corrispondenti a livello nazionale. Il successo dell'Anno europeo dipenderà quindi in primo luogo dalla volontà e capacità dei partner a livello europeo, nazionale, regionale e locale di dare un contributo fattivo alla sua realizzazione. Inoltre, l'esperienza maturata grazie ai vari anni internazionali indica l'importanza fondamentale di assicurare anche il coinvolgimento di tutti gli interessati nella sua preparazione e realizzazione. È pertanto essenziale assicurare la piena e attiva partecipazione degli enti locali e regionali e degli organi che rappresentano i disabili;

- i disabili sono sottorappresentati fra i membri che compongono il Comitato delle regioni, nei suoi organi a carattere politico e nel suo Segretariato,

ha adottato all'unanimità nel corso della 41a sessione plenaria del 14 e 15 novembre 2001 (seduta del 15 novembre) il presente parere.

Il Comitato delle regioni

1. ribadisce il proprio impegno a promuovere le pari opportunità, nella fattispecie per quanto riguarda in particolare i disabili, giudicando che ciò costituisca un problema inerente ai diritti umani;

2. si compiace della proposta di celebrare un Anno europeo delle persone con disabilità nel 2003 e ribadisce l'idea (già espressa nel documento CdR 301/2000) che ciò evidenzierà il ruolo essenziale e attivo che i cittadini disabili possono svolgere nell'Unione europea e contribuirà a far conoscere i problemi che essi possono incontrare. L'Anno europeo dovrebbe rientrare in una strategia articolata per far conoscere meglio le esigenze dei disabili e contribuire al loro inserimento nella vita economica e sociale;

3. ritiene che lo stanziamento di 12 milioni di euro ripartiti fra varie attività in 15 Stati membri sia insufficiente, specie se si considera che la partecipazione di disabili in un'attività comporta notevoli costi supplementari per assicurare loro parità di accesso (assistenti personali, interpretazione del linguaggio dei segni, materiale informativo di facile lettura, maggior costo di sale di riunione e di camere d'albergo accessibili a disabili, ecc...);

4. invita la Commissione europea a presentare, nel quadro dell'Anno europeo, una proposta di direttiva sui disabili in sintonia con la recente direttiva sulla razza e l'origine etnica;

5. appoggia la richiesta del Parlamento europeo di istituire nel 2004 un programma d'azione specifico per i disabili come seguito ai lavori dell'Anno europeo;

6. ritiene che l'Anno europeo offrirà un'opportunità eccellente per migliorare la consapevolezza e la comprensione dei problemi dei disabili da parte del pubblico e promuoverà migliori rapporti tra gli interessati a livello locale e regionale;

7. ritiene che tutti i principali soggetti interessati, ivi compresi i governi a livello locale e regionale, dovrebbero essere rappresentati negli organismi nazionali di coordinamento;

8. auspica vivamente la creazione di organismi di coordinamento regionali come strumento per sviluppare i partenariati a livello locale e regionale;

9. esorta gli enti locali e regionali a mostrare il loro impegno per l'Anno europeo rendendo disponibili fondi per progetti locali a favore dei disabili nel quadro delle attività organizzate in occasione di tale iniziativa. Occorrerà uno sforzo particolare per coinvolgere persone afflitte da disabilità gravi e multiple;

10. s'impegna a esaminare in quale modo gli enti locali e regionali potranno collaborare direttamente con le organizzazioni locali che si occupano dei disabili per avvalersi delle opportunità offerte dall'Anno europeo onde sviluppare attività di promozione delle norme delle Nazioni Unite a livello locale e regionale;

11. ritiene che l'Anno europeo offra un'occasione eccellente per svolgere uno studio delle migliori pratiche degli enti locali e regionali in materia di disabilità in quanto datori di lavoro (ad esempio: buone prassi in materia di pari opportunità), fornitori di servizi (ad esempio: istruzione) e organismi rappresentativi (ad esempio: promozione della partecipazione dei disabili alla vita politica); invita la Commissione europea a intraprendere o commissionare un tale studio;

12. s'impegna a organizzare un'audizione pubblica o un convegno sulle politiche a favore dei disabili durante il 2003 con la partecipazione del Forum europeo dei disabili per instaurare più stretti rapporti fra il movimento europeo dei disabili e gli enti regionali e locali europei;

13. dato il ruolo importante dei governi locali e regionali, propone di far partecipare oratori e rappresentanti del Comitato delle regioni alle attività su scala comunitaria intraprese in relazione all'Anno europeo;

14. invita sia il Consiglio (in quanto autorità avente potere di nomina) sia gli Stati membri e altri organismi coinvolti nelle procedure di nomina a migliorare la rappresentatività dei membri del Comitato delle regioni durante il prossimo mandato, che coinciderà con l'Anno europeo delle persone con disabilità;

15. invita tutte le istituzioni europee a porre in essere programmi d'azione a favore dei disabili nelle loro politiche per il personale, le infrastrutture, gli edifici, il mercato del lavoro, la formazione e le forme di collaborazione (accessibilità) e propone che esse redigano, collettivamente, un rapporto annuale per verificare i loro progressi in proposito; affida al proprio Segretario generale il compito sia di contattare altre istituzioni per avviare questo processo, sia d'inserire i disabili nel programma d'azione del Comitato delle regioni per le pari opportunità, come richiesto dal proprio Ufficio di presidenza il 3 aprile 2001;

16. ribadisce l'invito al suddetto Ufficio di presidenza, già formulato precedentemente(6), di costituire un gruppo di lavoro, con la partecipazione di varie commissioni, sulla problematica delle pari opportunità nel quadro del campo di applicazione dell'art. 13 del Trattato, oppure di creare un meccanismo che svolga una funzione analoga.

Bruxelles, 15 novembre 2001.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Jos Chabert

(1) GU C 12 del 13.1.1997.

(2) GU C 186 del 2.7.1999, pag. 3.

(3) Direttiva del Consiglio 2000/78/CE e Programma comunitario che sostiene e integra le misure legislative a livello comunitario e nazionale introdotte dalla Decisione del Consiglio 2000/750/CE.GU L 303 del 2.12.2000, pagg. 16 e 23.

(4) GU C 226 dell'8.8.2000, pag. 1.

(5) GU C 144 del 16.5.2001, pag. 67.

(6) CdR 301/2000.