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Parere del Comitato economico e sociale sul tema "Contraffazione"

Gazzetta ufficiale n. C 221 del 07/08/2001 pag. 0020 - 0024


Parere del Comitato economico e sociale sul tema "Contraffazione"

(2001/C 221/02)

Il Comitato economico e sociale, in data 19 dicembre 2000, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 23, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema di cui dopra.

La Sezione "Mercato unico, produzione e consumo", incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il parere, sulla base del rapporto introduttivo del relatore Malosse, in data 16 maggio 2001.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 30 maggio 2001, nel corso della 382a sessione plenaria, con 112 voti favorevoli e 1 voto contrario, il seguente parere.

1. Introduzione

1.1. Il 24 febbraio 1999, nel corso della 361a sessione plenaria, il Comitato economico e sociale ha adottato, in seguito ad una consultazione da parte della Commissione europea in base all'articolo 198 del Trattato CE, un parere(1) in merito al "Libro verde - La lotta alla contraffazione e alla pirateria nel mercato interno".

1.2. La Commissione ha presentato il 30 novembre 2000(2) una comunicazione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale sul seguito da dare al Libro verde. Nella riunione del 19 dicembre 2000 l'Ufficio di presidenza del Comitato ha deciso di elaborare un supplemento di parere per dare un segnale politico alla Commissione, al Consiglio, al Parlamento europeo e alla società civile europea, dato il fortissimo impatto di tale problema nella Comunità.

1.3. Il parere adottato il 24 febbraio 1999 era stato oggetto di un lavoro approfondito da parte del Comitato e sulla sua base è stata organizzata un'audizione cui hanno preso parte più di trenta organizzazioni economiche e sociali europee, che devono affrontare, per qualche ragione, il problema della contraffazione e della pirateria. Le raccomandazioni contenute nel parere figurano in allegato al presente documento.

1.4. Il Comitato ha seguito con grande attenzione le riflessioni e le discussioni condotte su tale argomento dopo la pubblicazione del Libro verde. In particolare, ha partecipato all'audizione organizzata a Monaco di Baviera il 2 e 3 marzo 1999 dalla Commissione europea e dalla Presidenza tedesca del Consiglio, nonché ad un Forum europeo sulla lotta alla contraffazione e alla pirateria, organizzato dalla Presidenza francese del Consiglio il 20 e 21 novembre 2000 a Parigi.

1.5. Il presente supplemento di parere fa parte di una serie di iniziative del Comitato sul tema della promozione della proprietà intellettuale e industriale in Europa. Così il parere di iniziativa sul tema "L'estinzione dei diritti conferiti dal marchio depositato"(3), adottato il 24 gennaio 2001, sottolinea i rischi di afflusso di prodotti contraffatti nel caso in cui si rinunciasse all'estinzione comunitaria.

2. Considerazioni generali sul documento della Commissione

2.1. Approvazione dell'orientamento generale della comunicazione

2.1.1. Il Comitato approva il proposito della Commissione di presentare rapidamente una proposta di direttiva intesa a rafforzare gli strumenti a disposizione per fare rispettare i diritti di proprietà intellettuale e a definire un quadro generale per lo scambio di informazioni e la cooperazione amministrativa. Vista l'allarmante recrudescenza dei fenomeni di contraffazione e di pirateria, il Comitato sottolinea l'urgenza di presentare rapidamente tale proposta di direttiva. La maggior parte delle organizzazioni europee interessate, come anche il Comitato nel parere in merito al Libro verde, ne avevano effettivamente sottolineato la necessità. In tale contesto il Comitato insiste sul diritto delle organizzazioni economiche e sociali, comprese le associazioni dei consumatori, di far valere in sede giudiziaria la possibilità di chiudere gli stabilimenti dove sono stati commessi gli atti di contraffazione e di pirateria, nonché la procedura di richiamo delle merci le cui spese dovrebbero essere sostenute, in solido, dai responsabili della produzione e dell'introduzione di merci contraffatte o pirata. Sottolinea infine l'importanza di classificare la contraffazione e la pirateria in quanto reati, colpiti da sanzioni minime abbastanza dissuasive anche per i distributori e i privati, quando si tratti di quantità importanti e che siano state acquisite con cognizione di causa. Tali sanzioni dovrebbero andare fino alla chiusura degli impianti di produzione, con misure sociali per il personale che sia stato eventualmente soggetto a condizioni di sfruttamento. Il Comitato auspica che tale principio venga inserito, in questa fase, nel progetto di direttiva, senza escludere iniziative aventi per oggetto disposizioni più precise, nel quadro dell'attuazione dello spazio giudiziario europeo.

2.1.2. Il Comitato si compiace in maniera particolare del fatto che la Commissione preveda di introdurre il diritto di informazione. Per poter reprimere in modo efficace questo tipo di infrazioni, spesso la prima condizione è che il detentore di diritti disponga di informazioni complete sull'origine e sui circuiti di distribuzione della contraffazione. A tal fine occorre che il diritto all'informazione sia indipendente dall'infrazione e quindi non sottoposto a condizioni. Il Comitato sottolinea quindi la necessità di un'informazione adeguata dei detentori di diritti affinché essi possano richiedere l'intervento dei servizi delle dogane, tanto più che le merci contraffatte e pirata sono spesso di difficile individuazione.

2.2. Necessità di una coerenza tra azione interna ed esterna: "tutto tranne la contraffazione e la pirateria"

Il Comitato si rammarica del fatto che la comunicazione non affronti in modo globale il tema della contraffazione e della pirateria, e in particolare i suoi aspetti esterni, dal momento che una grande quantità di prodotti pirata e di contraffazioni che circolano nell'Unione provengono da paesi terzi. Recentemente la Commissione europea ha proposto l'iniziativa "tutto fuorché le armi", intesa a permettere ai 48 paesi più poveri del mondo di esportare verso l'Unione europea tutti i loro prodotti tranne le armi, senza contingenti, senza dazi d'importazione e senza eccezioni. Si osserverà che, mentre le armi provengono generalmente da paesi sviluppati, ciò non vale per i prodotti contraffatti e i prodotti pirata che, seguendo del resto percorsi identici a quelli della droga o dell'immigrazione clandestina costituiscono una vera minaccia e compromettono le possibilità reali di sviluppo, soffocando il decollo dell'economia legale. Il Comitato raccomanda quindi di utilizzare l'articolo 9 del regolamento sulle preferenze generalizzate per fare pressione sui paesi che si mostrino compiacenti con tali pratiche. D'altro canto, per evitare di mostrarsi soltanto sotto una veste repressiva, l'Unione dovrebbe promuovere azioni di sensibilizzazione e di formazione nell'ambito dei programmi di cooperazione con i paesi terzi maggiormente interessati da tale fenomeno.

2.3. Un aspetto essenziale dell'ampliamento, ma anche una necessità per gli Stati membri attuali

Il Comitato approva pienamente la determinazione della Commissione a fare in modo che la lotta alla contraffazione e alla pirateria sia un argomento prioritario di negoziato con i paesi candidati, in particolare con quelli pesantemente colpiti dal fenomeno. A tal fine occorre garantire la coerenza tra la comunicazione in esame e quella che la Commissione ha recentemente presentato(4) in merito ai grandi problemi cui devono far fronte i servizi doganali, in particolare nella prospettiva dell'ampliamento. Il Comitato chiede tuttavia alla Commissione di vigilare affinché gli obblighi e soprattutto le pratiche che si chiederà ai paesi candidati di rispettare non siano superiori a quelli in vigore negli attuali Stati membri. In caso contrario, la posizione della Comunità ci si rivela in tutta la sua debolezza: come si può infatti imporre misure draconiane ai paesi candidati mentre taluni Stati membri continuano ad indulgere ad un certo lassismo?

2.4. Il Comitato propone un atto politico solenne

Il Comitato, al fine di dare un segnale forte e di dare un carattere globale agli sforzi dell'Unione, raccomanda di tenere una riunione del Consiglio allargato, con i ministri della giustizia e degli affari interni, del mercato interno, del commercio e degli affari esteri. In tale riunione dovrebbero essere adottate misure coordinate sul piano nazionale e comunitario in materia di lotta alla contraffazione e alla pirateria, di rafforzamento delle sanzioni penali, di azione doganale nei confronti dei paesi che chiudono gli occhi su tali pratiche, di coordinamento dei provvedimenti e degli strumenti di protezione della proprietà industriale e intellettuale. Sarebbe inoltre opportuno che in tale occasione venisse elaborata una dichiarazione solenne del Consiglio, che evidenzi i danni economici e sociali derivanti da tali pratiche, i rischi per la sicurezza e la salute delle persone e i legami con la grande criminalità organizzata.

3. Proposte concrete riguardanti la formazione e la sensibilizzazione

3.1. Sensibilizzazione e informazione dell'opinione pubblica

Il Comitato aveva anche chiesto delle azioni volte alla sensibilizzazione e all'informazione dell'opinione pubblica e si compiace del fatto che esse figurino tra le azioni urgenti proposte dalla Commissione. Constata tuttavia con preoccupazione l'assenza di precisazioni e di mezzi impegnati a tal fine. Ribadisce il ruolo fondamentale delle organizzazioni della società civile (consumatori, organizzazioni sindacali, associazioni professionali, commercio, associazioni di autori e di artisti, soggetti in grado di influenzare l'opinione pubblica). Suggerisce che vengano creati concreti meccanismi di informazione: campagne europee di affissione nei porti e negli aeroporti, predisposizione immediata di un sito Internet, accessibile tra l'altro alle organizzazioni imprenditoriali, ai distributori e alle organizzazioni dei consumatori attraverso cui rendere pubbliche le decisioni giudiziarie (quest'ultima proposta è menzionata nel piano della Commissione solo come azione a medio termine).

3.2. Il ruolo fondamentale della giustizia

Il Comitato si rammarica del fatto che la comunicazione non menzioni l'esigenza di azioni di informazione e coordinamento tese ad aumentare l'efficacia degli organi di polizia e giudiziari e i mezzi a loro disposizione. La maggior parte delle organizzazioni e delle imprese interessate ha sottolineato che tali azioni rivestono carattere di urgenza. Il Comitato chiede quindi agli Stati membri e alla Commissione di proporre rapidamente delle azioni nel quadro dello spazio giudiziario europeo:

- rafforzamento e specializzazione di unità di Europol;

- formazione e scambio di agenti di polizia e di magistrati;

- sviluppo di una rete di tribunali che dispongano delle qualificazioni necessarie per trattare tali questioni e si appoggino ad una sezione specializzata a livello europeo in collegamento con l'adozione del brevetto comunitario;

- organizzazione di scambio d'informazioni nel quadro della rete europea d'assistenza giudiziaria.

Per accelerare le procedure giuridiche, il Comitato propone anche che venga studiata la possibilità di includere nel progetto di titolo esecutivo europeo il trattamento dei casi di contraffazione e di pirateria.

3.3. L'informazione delle imprese

La comunicazione non affronta la questione centrale dell'informazione delle imprese in merito ai loro diritti e doveri per far fronte allo sviluppo di tale criminalità. La Commissione si accontenta di ricordare che "... la responsabilità in questo campo incombe soprattutto ai titolari dei diritti ... che devono vigilare" e sembra dimenticare che il più delle volte si tratta di piccole e medie imprese, commercianti, artigiani, autori indipendenti o ricercatori, che non hanno i mezzi per svolgere tale vigilanza e spesso non conoscono i propri diritti. Il Comitato chiede quindi che le azioni di sensibilizzazione finanziate dall'Unione siano realizzate con il concorso delle organizzazioni professionali. In alcuni Stati membri vi sono già programmi del genere e sarebbe opportuno diffonderli su scala europea con un approccio transnazionale. Il Comitato ribadisce inoltre l'opportunità di dotare le imprese di adeguati strumenti di informazione, come banche dati sui disegni e sui modelli, un osservatorio europeo della contraffazione sotto forma di una rete di informazione alle imprese attraverso gli eurosportelli (Euro info centre) eccetera. Più in generale il Comitato non può fare a meno di sottolineare che è urgente adottare efficaci strumenti comunitari di protezione della proprietà, come il brevetto comunitario o il regolamento su disegni e modelli.

3.4. L'importante ruolo della società civile europea con i nuovi modi di regolazione

3.4.1. Il Comitato sottolinea inoltre che la comunicazione non affronta direttamente l'importante ruolo che la società civile europea e le sue organizzazioni potrebbero svolgere direttamente, nel quadro delle cosiddette "autoregolazione o coregolazione". Si tratta segnatamente di codici di buona condotta per la distribuzione o l'industria, e di marchi di qualità eccetera. In questo spirito, anche il "parassitismo", che consiste nel fabbricare imitazioni palesi ("look alike") deve figurare nelle "liste nere", dal momento che tali pratiche sleali vanno a detrimento della creatività e dell'inventiva.

3.4.2. Il Comitato propone alla Commissione di organizzare un seminario di lavoro su tali argomenti con le grandi organizzazioni economiche e sociali. Nel corso del seminario verrebbero presentate delle buone pratiche attuate a livello dei soggetti della società civile ed elaborati suggerimenti per la loro diffusione.

4. Conclusione

4.1. Il Comitato sottolinea l'urgenza di una politica globale e coordinata di lotta contro i fenomeni nocivi della contraffazione e della pirateria. Oltre al danno economico e sociale che comportano, tali fenomeni minacciano la sicurezza e la salute dei cittadini e oltraggiano l'inventiva e la creatività.

4.2. Ogni ritardo nel dotare l'Unione europea degli strumenti di protezione della creatività e dell'inventiva (brevetto comunitario, regolamento sui disegni e i modelli) e di lotta contro la contraffazione e la pirateria (il progetto di direttiva annunciato dalla Commissione europea) sarebbe interpretato come un segnale di debolezza. Al momento inventori, imprenditori e designer corrono il rischio che la loro opera venga copiata, mentre consumatori e distributori corrono il rischio di essere ingannati. Occorre invertire i ruoli e far sì che i rischi e i pericoli incombano su quanti contraffanno l'innovazione e sui pirati della creatività.

4.3. In tale lotta, i migliori alleati dell'Unione saranno le forze di repressione (polizia, giustizia), ma anche le organizzazioni della società civile. La pressione esercitata dalla società può essere infatti un'arma molto efficace di vigilanza, d'allarme, d'educazione e di moralità.

Bruxelles, 30 maggio 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

(1) GU C 116 del 28.4.1999, pag. 35.

(2) COM(2000) 789 def. del 30 novembre 2000.

(3) GU C 123 del 25.4.2001.

(4) COM(2001) 51 def. del 24 gennaio 2001, "Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale relativa a una strategia per l'Unione doganale".

ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale

Raccomandazioni contenute nel parere del Comitato economico e sociale in merito al "Libro verde - La lotta alla contraffazione e alla pirateria nel mercato interno"

1.1. Considerando i gravi pregiudizi che tutte le forme di contraffazione, pirateria e altri generi di parassitismo comportano per le imprese e per gli stilisti europei,

1.2. considerando che si tratta di un inganno dei clienti e dei consumatori che può comportare gravi rischi per la loro sicurezza e la loro salute,

1.3. considerando gli effetti negativi sull'occupazione e sul design in Europa,

1.4. considerando che molto spesso le attività illecite di contraffazione e di pirateria si collocano nei contesti del lavoro nero, dell'evasione fiscale, dell'inosservanza della legislazione sociale e del lavoro, e della criminalità organizzata,

2.1. il Comitato raccomanda all'Unione europea un approccio globale al fenomeno, che tenga conto dei suoi aspetti di politica estera e di politica interna all'Unione e che attui delle misure di prevenzione e di repressione appropriate contro tutte le forme di contraffazione, di pirateria e di altri atti di parassitismo.

2.2. Tenendo conto dell'importanza della prevenzione, il Comitato rileva l'importanza di un diritto comunitario che comporti una protezione uniforme, ad un costo ragionevole, per tutte le forme di proprietà intellettuale, una buona informazione degli stilisti e degli imprenditori in merito ai loro diritti e delle campagne intese a mettere in guardia i consumatori e a fare appello al loro civismo.

2.3. Insiste sulla necessità di lanciare delle campagne di informazione coordinate a livello europeo e rivolte all'opinione pubblica, associandovi le organizzazioni dei consumatori, i sindacati e le organizzazioni professionali interessate, comprese quelle del settore della distribuzione.

2.4. Raccomanda che venga istituito un "Osservatorio europeo di lotta contro la contraffazione, la pirateria e altre forme di parassitismo", che operi in rete con tutte le organizzazioni e associazioni interessate; suggerisce delle iniziative pilota per promuovere i progetti, su scala europea, aventi in particolare la funzione di allarme, di informazione dell'opinione pubblica e di formazione delle autorità coinvolte.

2.5. Ribadisce l'urgenza di un rafforzamento della collaborazione giudiziaria e di polizia, in collegamento con le organizzazioni e le associazioni interessate. Ritiene che il vero strumento per combattere la contraffazione e la pirateria organizzate su vasta scala sia un grande rigore nell'applicazione della legge unito ad una cooperazione efficace sul piano europeo.

2.6. Considera opportuno dare alle organizzazioni e associazioni interessate la possibilità di rappresentare in giudizio le imprese, gli stilisti o i consumatori lesi.

2.7. Ritiene che occorra incoraggiare la giustizia ad applicare rigorosamente le leggi, in particolare in caso di recidiva o di coinvolgimento della criminalità organizzata, e a non fare sostenere ai ricorrenti il costo della distruzione delle merci fabbricate in modo illecito. I mezzi adeguati a tal fine sono una formazione specifica dei giudici e l'istituzione di tribunali specializzati, nonché l'estensione delle disposizioni già previste in materia di marchio comunitario agli altri settori della proprietà industriale e intellettuale.

2.8. Raccomanda che la lotta alla contraffazione, alla pirateria e alle altre forme di parassitismo sia strettamente connessa alla lotta contro il lavoro clandestino, l'evasione fiscale e la criminalità organizzata. La cooperazione tra amministrazioni dev'essere ampliata e rafforzata grazie a programmi europei di formazione che coinvolgano e mobilitino tutti i tipi di autorità interessate.