Proposta di decisione del Consiglio relativa a orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2001 /* COM/2000/0548 def. - CNS 2000/0225 */
Gazzetta ufficiale n. 029 E del 30/01/2001 pag. 0189 - 0197
Proposta di DECISIONE DEL CONSIGLIO relativa a orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2001 (presentata dalla Commissione) RELAZIONE Introduzione 1. Il progetto di proposta di orientamenti per l'occupazione rientra nel cosiddetto "pacchetto occupazione" adottato ogni anno dalla Commissione e presentato al Consiglio europeo d'autunno per l'approvazione definitiva. Tale pacchetto comprende il progetto di relazione comune sull'occupazione 2000, gli orientamenti per l'occupazione e raccomandazioni per il 2001 rivolte ai singoli Stati membri. La relazione comune sull'occupazione esamina la situazione occupazionale e valuta i provvedimenti adottati dagli Stati membri in risposta agli orientamenti e alle raccomandazioni per il 2000. Gli orientamenti contengono indirizzi d'intervento per tutti gli Stati membri, mentre le raccomandazioni sono rivolte a singoli paesi. I nuovi indirizzi devono essere coerenti con l'analisi contenuta nella relazione comune sull'occupazione. Nel caso degli orientamenti per l'occupazione, tuttavia, è stata svolta una revisione più approfondita per prendere in considerazione nuove priorità definite di comune accordo al vertice di Lisbona, senza però intaccare la struttura a quattro pilastri. Il contesto del trattato 2. La presente proposta di orientamenti per l'occupazione sarà la quarta versione del documento, elaborato a scadenza annuale da quando, alla fine del 1997, il vertice straordinario di Lussemburgo sull'occupazione diede attuazione alle nuove disposizioni del Titolo sull'occupazione del trattato. Dopo l'entrata in vigore, nel 1999, dell'articolo 128 del trattato, la Commissione ha l'obbligo formale di presentare una proposta di orientamenti in materia di occupazione. Gli Stati membri devono tener conto di essi nella definizione delle rispettive politiche in materia di occupazione e devono fornire relazioni sulla loro attuazione nel corso della primavera 2001, per preparare il successivo ciclo annuale del "processo di Lussemburgo". 3. La proposta di orientamenti per il 2001 dev'essere presentata per parere al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle regioni e al comitato per l'occupazione. Prima che il Consiglio proceda all'adozione formale degli orientamenti per il 2001, il Consiglio europeo deve esaminare la relazione comune sull'occupazione che (dopo la discussione del progetto della Commissione in sede di Consiglio) rifletterà la valutazione comune data dalla Commissione e dal Consiglio sull'attuazione dei precedenti orientamenti da parte degli Stati membri e costituirà la base di riferimento oggettiva dei nuovi orientamenti. 4. Per compiere ulteriori, necessari progressi occorrono valide strategie macroeconomiche, un'adeguata evoluzione delle retribuzioni, riforme strutturali in sintonia con gli indirizzi di massima per le politiche economiche e un'applicazione incisiva degli orientamenti per l'occupazione sulla base dei quattro pilastri dell'occupabilità, dell'imprenditorialità, dell'adattabilità e delle pari opportunità. Come stabilisce l'articolo 126 del trattato, gli Stati membri sono tenuti ad attuare le proprie politiche in materia di occupazione in modo coerente con gli indirizzi di massima per le politiche economiche. Aspetti principali degli orientamenti per il 2001 5. Sull'impostazione data dalla Commissione e sul contenuto degli orientamenti per il 2001 hanno influito quattro principali fattori: le conclusioni del vertice di Lisbona, la revisione intermedia del processo di Lussemburgo, svolta sulla base del mandato emanante dalle conclusioni del vertice di Lisbona, l'analisi della relazione comune sull'occupazione e l'esigenza di semplificazione in alcuni settori. Verranno ora illustrate sinteticamente le modalità con le quali tali elementi sono stati presi in considerazione nella revisione degli orientamenti per il 2001. Mantenimento dei quattro pilastri 6. Il comitato per l'occupazione ha condotto di recente la revisione intermedia del processo di Lussemburgo sulla base del mandato emanante dal vertice di Lisbona. Esso ha concluso che il Titolo sull'occupazione del trattato e il processo di Lussemburgo che ne è seguito hanno ottenuto risultati positivi, sia in termini di impatto politico che nella riduzione della disoccupazione, attraverso il "metodo di coordinamento aperto" basato sull'elaborazione a livello comunitario di orientamenti per l'occupazione che si concretano poi nei piani d'azione nazionali per l'occupazione. 7. La revisione intermedia ha confermato l'esistenza di un ampio consenso sul valore dimostrato dalla struttura a quattro pilastri degli orientamenti e sull'idea che tale struttura non debba quindi essere cambiata prima che venga svolta, verso la fine dell'attuale ciclo quinquennale, nel 2002, una valutazione esauriente dell'impatto della strategia. La revisione intermedia ha inoltre dato l'opportunità di stabilire le modalità per inserire negli orientamenti le idee strategiche emerse dal vertice di Lisbona. Nuove priorità generali derivanti dalle conclusioni del vertice di Lisbona. 8. Il vertice di Lisbona ha concordato una nuova strategia generale in materia di occupazione, riforme economiche e coesione sociale nell'ambito della società basata sulla conoscenza e si è impegnato a ripristinare condizioni di piena occupazione. Il vertice ha sottoscritto l'obiettivo generale dell'accrescimento del tasso di occupazione dal 62,2% del 1999 al 70% entro il 2010 (più del 60% per le donne). La finalità della piena occupazione, al cui conseguimento dovrebbero contribuire interventi nell'ambito di tutti e quattro i pilastri, e gli obiettivi stabiliti per il 2010,0 meritano di essere ampiamente sottolineati negli orientamenti. La Commissione ha optato per una parte introduttiva orizzontale che ribadisca tale obiettivo generale e il fondamento istituzionale essenziale della strategia adottata; essa inoltre definisce più chiaramente il ruolo dei diversi soggetti interessati e illustra la necessità di definire più a fondo gli obiettivi e i metodi di analisi comparativa. 9. La parte relativa alle questioni orizzontali affronta altre due tematiche emerse dai Consigli di Lisbona e di Feira, al fine di sottolinearne la generale rilevanza per tutti i pilastri. La prima tematica fa riferimento alle parti sociali, che il Consiglio europeo di Santa Maria da Feira invita a svolgere un ruolo più importante nell'attuare e valutare gli orientamenti dipendenti da esse. La seconda riguarda l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, la cui importanza viene particolarmente sottolineata dalle conclusioni di Lisbona. Secondo gli Stati membri e la Commissione l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita "comprende tutte le attività di apprendimento aventi uno scopo ben preciso, sia tradizionali che non, avviate su base permanente al fine di migliorare le qualifiche professionali, le conoscenze e le competenze". Esso ha rilevanza sia per il pilastro dell'occupabilità che per quello dell'adattabilità, in relazione ai quali occorrerebbe poi definire con più precisione gli interventi necessari nell'ambito del pertinente orientamento, la cui formulazione varierà in funzione del livello di intervento necessario e degli organismi che ne sono responsabili (scuola e strutture per l'istruzione e la formazione connesse con l'attività lavorativa, sia per i giovani che per gli adulti). 10. Gli orientamenti sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita nell'ambito del pilastro dell'occupabilità (orientamenti 4-6) sono stati perciò raggruppati per articolare meglio l'impostazione integrata data all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, mentre i ruoli rispettivi delle parti sociali e degli Stati membri sono stati ulteriormente chiariti nell'ambito del pilastro dell'adattabilità (orientamenti 14-16). Priorità specifiche derivanti dalle conclusioni del vertice di Lisbona. 11. Come stabilito dalle conclusioni del vertice di Lisbona, la portata dell'orientamento sulla promozione dell'occupazione nei servizi è stata estesa ai servizi alle persone (orientamento 11). 12. Maggiore attenzione è stata dedicata alla lotta agli elementi discriminatori del mercato del lavoro, onde rafforzarne il collegamento con l'integrazione sociale (orientamento 8). 13. Per tener conto delle conclusioni del vertice di Lisbona sono stati inseriti negli orientamenti obiettivi comuni aggiornati in materia di istruzione (orientamenti 4-5) e la sollecitazione ad aumentare gli obiettivi nazionali (cfr. l'orientamento 7 sulla formazione, l'8 sulla discriminazione e il 19 sulle pari opportunità). Modifiche derivanti dall'analisi della relazione comune sull'occupazione 14. L'analisi delle relazioni nazionali di attuazione contenuta nel progetto di relazione comune sull'occupazione rivela che, grazie a un clima economico più sano, hanno iniziato ad attenuarsi alcuni problemi presenti da tempo, quali l'elevato tasso di disoccupazione e la scarsa presenza femminile nel mondo del lavoro. La presenza sul mercato del lavoro delle persone in età avanzata resta tuttavia scarsa in molti Stati membri e si stanno delineando più chiaramente che in passato nuove sfide, in particolare la carenza di manodopera, la qualificazione inadeguata e le disparità regionali. 15. Per tener conto della situazione del mercato del lavoro, e in parte per rispondere a un'esigenza di semplificazione, sono state apportate le seguenti modifiche agli orientamenti: -gli orientamenti sulla prevenzione della disoccupazione, nell'ambito dei quali gli Stati membri affrontavano in pratica la disoccupazione dei giovani e quella degli adulti come aspetti richiedenti un insieme di soluzioni organiche, sono stati raggruppati nell'orientamento 1; -il vecchio orientamento 3 sulle politiche attive del mercato del lavoro è stato aggiornato e suddiviso in due parti (gli attuali orientamenti 2 e 6); il parametro di riferimento comune del 20% (ormai generalmente rispettato) è stato sostituito da nuovi obiettivi relativi alla spesa pro capite per le misure attive e da un parametro di riferimento più ambizioso e più concreto riguardante le misure di formazione; -l'orientamento sui lavoratori più anziani (attuale orientamento 3) è stato ampliato per abbracciare, oltre agli aspetti fiscali e previdenziali, un insieme più organico di politiche a sostegno dell'invecchiamento attivo; -l'orientamento 7 affronta la questione della carenza di manodopera e dell'insufficiente qualificazione dei lavoratori; -due vecchi orientamenti sulle pari opportunità sono stati raggruppati nel nuovo orientamento 19. 2000/0225 (CNS) Proposta di DECISIONE DEL CONSIGLIO relativa a orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2001 IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 128, paragrafo 2, vista la proposta della Commissione [1], [1] GU C [...] del [...], pag. [...]. visto il parere del Parlamento europeo [2], [2] GU C [...] del [...], pag. [...]. visto il parere del Comitato economico e sociale [3], [3] GU C [...] del [...], pag. [...]. visto il parere del Comitato delle regioni [4], [4] GU C [...] del [...], pag. [...]. visto il parere del comitato per l'occupazione, considerando quanto segue: (1) Il processo di Lussemburgo, basato sull'attuazione di una strategia europea coordinata per l'occupazione, è stato avviato dal Consiglio europeo straordinario sull'occupazione del 20 e 21 novembre 1997. La risoluzione del Consiglio del 15 dicembre 1997 sugli orientamenti in materia di occupazione per il 1998 [5], confermata dal Consiglio europeo, ha avviato un processo caratterizzato da elevata visibilità, forte impegno politico e ampia accettazione di tutte le parti interessate. [5] GU C [...] del [...], pag. [...]. (2) La decisione del Consiglio, del 13 marzo 2000, relativa agli orientamenti in materia di occupazione per il 2000 [6] ha consentito di consolidare il processo di Lussemburgo grazie all'applicazione di detti orientamenti. [6] GU C [...] del [...], pag. [...]. (3) Il Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000 ha stabilito un nuovo obiettivo strategico per l'Unione europea: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Il conseguimento di tale obiettivo consentirà all'Unione di ripristinare condizioni di piena occupazione. (4) Devono essere garantite la coerenza e il coordinamento tra gli orientamenti per l'occupazione e gli indirizzi di massima per le politiche economiche. (5) Nell'attuare gli orientamenti per l'occupazione, gli Stati membri dovrebbero perseguire un elevato livello di coerenza con altre due priorità sulle quali il vertice di Lisbona ha posto l'accento: modernizzare la protezione sociale e promuovere l'integrazione sociale, facendo in modo che lavorare convenga e che venga garantita a lungo termine la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale. (6) Il Consiglio europeo di Lisbona ha sottolineato che occorre adeguare i sistemi europei di istruzione e formazione alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell'occupazione e ha invitato gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a perseguire un sostanziale aumento annuale degli investimenti pro capite in risorse umane. (7) Il Consiglio europeo di Santa Maria da Feira del 19 e 20 giugno 2000 ha invitato le parti sociali a svolgere un ruolo più importante nel definire, attuare e valutare gli orientamenti in materia di occupazione che da esse dipendono, concentrandosi in particolare sulla modernizzazione dell'organizzazione del lavoro, sulla formazione permanente e sull'aumento del tasso di occupazione, in particolare per quanto riguarda le donne. (8) La relazione comune sull'occupazione 2000, elaborata dal Consiglio e dalla Commissione, descrive la situazione occupazionale nella Comunità ed esamina i provvedimenti adottati dagli Stati membri per adeguare le loro politiche occupazionali agli orientamenti per l'occupazione per il 2000 e alla raccomandazione del Consiglio, del 14 febbraio 2000 [7], riguardante l'attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri. [7] GU C [...] del [...], pag. [...]. (9) Il [...] il Consiglio ha adottato una nuova raccomandazione riguardante l'attuazione delle politiche in materia di occupazione degli Stati membri. (10) La revisione intermedia del processo di Lussemburgo condotta nel 2000 su richiesta del Consiglio europeo di Lisbona dovrebbe essere tenuta in considerazione nel rivedere gli orientamenti per l'occupazione per il 2001, senza cambiare la struttura essenziale a quattro pilastri, nonché nel migliorare l'efficacia del processo di Lussemburgo. (11) Gli Stati membri dovrebbero aumentare i propri sforzi per inserire e per evidenziare la considerazione delle problematiche uomo-donna in tutti i pilastri. (12) L'attuazione degli orientamenti può variare in funzione della loro natura, dei destinatari e della differente situazione di ciascuno Stato membro. Essi dovrebbero rispettare il principio di sussidiarietà e le competenze degli Stati membri in materia di occupazione. (13) Nell'attuare gli orientamenti per l'occupazione gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di tener conto delle situazioni regionali, pur rispettando pienamente il conseguimento degli obiettivi nazionali e il principio della parità di trattamento. (14) L'applicazione della direttiva 1999/85/CE [8] del Consiglio, che prevede la possibilità di introdurre a titolo sperimentale un'aliquota IVA ridotta sui servizi ad alta intensità di lavoro, dovrebbe essere verificata al fine di esaminare, in particolare, l'impatto delle iniziative nazionali sulla creazione di posti di lavoro. [8] GU L 277 del 28.10.1999, pag. 34. (15) Nel nuovo periodo di programmazione occorrerebbe evidenziare il contributo fornito dai fondi strutturali, e in particolare dal Fondo sociale europeo, alla strategia europea per l'occupazione. (16) Lo sviluppo sostenibile e l'inserimento delle tematiche ambientali in altre politiche comunitarie sono tra gli obiettivi del trattato. Gli Stati membri sono invitati a provvedere a tale inserimento nelle rispettive strategie nazionali per l'occupazione, promuovendo la creazione di posti di lavoro in campo ambientale, HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE: Articolo 1 Sono adottati gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2001, di cui all'allegato. Gli Stati membri devono tener conto di tali orientamenti nelle rispettive politiche in materia di occupazione. Articolo 2 Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione. Fatto a Bruxelles, il Per il Consiglio Il Presidente ALLEGATO ORIENTAMENTI PER L'OCCUPAZIONE PER IL 2001 OBIETTIVI ORIZZONTALI - CREARE CONDIZIONI DI PIENA OCCUPAZIONE IN UNA SOCIETÀ BASATA SULLA CONOSCENZA Nell'ultimo decennio, l'attenta costruzione di un contesto macroeconomico all'insegna della stabilità e della crescita, accompagnata da un coerente impegno di riforma dei mercati del lavoro, dei capitali e dei servizi, unitamente alle prospettive favorevoli dell'economia mondiale, ha dato vita nell'Unione europea a condizioni economiche propizie, che renderanno possibile il raggiungimento di alcuni dei principali obiettivi dell'Unione. Ulteriori progressi non saranno tuttavia automatici: richiederanno capacità di leadership, impegno e interventi coordinati. Per questo motivo il Consiglio europeo ha indicato la piena occupazione come uno degli obiettivi generali della politica occupazionale e sociale dell'Unione europea. Esso ha imposto agli Stati membri di raggiungere l'obiettivo strategico che consiste nel fare dell'Unione l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Per conseguire tali obiettivi è necessario l'impegno simultaneo della Comunità e degli Stati membri. È inoltre necessario che continui l'attuazione di un "policy mix" efficace, equilibrato e caratterizzato da provvedimenti che si rafforzino a vicenda, basato su una strategia macroeconomica, su riforme strutturali che promuovano mercati del lavoro adattabili e flessibili, innovazione e competitività, e che vi sia uno Stato sociale attivo che promuova lo sviluppo delle risorse umane, la partecipazione, l'integrazione e la solidarietà. Preparare la transizione verso un'economia basata sulla conoscenza, approfittare dei vantaggi offerti dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, modernizzare il modello sociale europeo investendo sulle persone e combattendo l'emarginazione e promuovere le pari opportunità sono sfide fondamentali per il processo di Lussemburgo. Per conseguire l'obiettivo della piena occupazione stabilito a Lisbona, gli Stati membri dovrebbero tener conto degli orientamenti con una strategia globale coerente, basata sui quattro pilastri e caratterizzata dai seguenti obiettivi orizzontali. A. Migliorare le opportunità occupazionali e fornire a tutti coloro che intendono iniziare un'attività retribuita adeguati incentivi, onde avvicinarsi alla piena occupazione. A tal fine gli Stati membri dovrebbero fissare obiettivi nazionali per l'aumento del tasso di occupazione, allo scopo di contribuire al conseguimento, entro il 2010, degli obiettivi europei generali: un tasso di occupazione complessivo del 70% e un tasso di occupazione femminile di oltre il 60%. Nel perseguire tali traguardi si dovrebbe tenere conto anche dell'obiettivo di migliorare la qualità dei posti di lavoro. B. Gli Stati membri dovranno elaborare strategie globali e coerenti in tema di apprendimento lungo tutto l'arco della vita, per aiutare gli individui ad acquisire e ad aggiornare le competenze necessarie ad affrontare i cambiamenti economici e sociali nell'intero ciclo della loro esistenza. Tali strategie dovrebbero riguardare in particolare l'elaborazione di sistemi di istruzione iniziale, secondaria e universitaria, di perfezionamento e di formazione professionale per i giovani e per gli adulti, allo scopo di migliorarne l'occupabilità, l'adattabilità e le competenze e di aumentarne la partecipazione alla società basata sulla conoscenza. Esse dovrebbero prevedere l'apporto organico degli enti pubblici, delle imprese, delle parti sociali e dei singoli nonché un contributo pertinente da parte della società civile, in modo che tutti partecipino alla realizzazione della società basata sulla conoscenza. In tale contesto le parti sociali dovrebbero negoziare e concordare provvedimenti volti a migliorare ulteriormente l'istruzione e la formazione degli adulti, per facilitare l'adattabilità dei lavoratori e aumentare la competitività delle aziende. A tal fine gli Stati membri dovrebbero fissare obiettivi nazionali per l'aumento degli investimenti nelle risorse umane e della partecipazione ai corsi di istruzione e di formazione complementare (sia tradizionali che non), monitorando periodicamente i progressi compiuti verso il conseguimento di tali obiettivi. C. Gli Stati membri dovranno coltivare una collaborazione su tutti i fronti con le parti sociali per l'attuazione, il monitoraggio e il follow-up della strategia per l'occupazione. Le parti sociali, a tutti i livelli, sono invitate a un impegno più attivo a sostegno del processo di Lussemburgo. Nel rispetto dell'impostazione generale e degli obiettivi stabiliti dai presenti orientamenti, le parti sociali sono invitate a elaborare, conformemente alle rispettive tradizioni e prassi nazionali, un proprio processo di applicazione degli orientamenti, del quale abbiano la principale responsabilità, a individuare le tematiche sulle quali sono disposte a negoziare e a rendere conto a scadenze periodiche dei progressi compiuti e dell'incidenza dei loro interventi sull'occupazione e sul funzionamento del mercato del lavoro. Le parti sociali a livello europeo sono invitate a definire il proprio contributo e a monitorare, incoraggiare e sostenere gli sforzi intrapresi a livello nazionale. D. Nel tradurre in politiche nazionali gli orientamenti per l'occupazione gli Stati membri presteranno la dovuta attenzione a tutti e quattro i pilastri nonché agli obiettivi orizzontali, definendo le proprie priorità in maniera equilibrata in modo da rispettare l'organicità degli orientamenti e il loro pari valore. I piani d'azione nazionali illustreranno la strategia occupazionale, il suo policy mix basato sui quattro pilastri e gli obiettivi orizzontali, specificando in che modo gli interventi relativi ai diversi orientamenti siano stati strutturati per conseguire gli obiettivi a lungo termine. E. Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero potenziare l'elaborazione di indicatori comuni di natura quantitativa che consentano di valutare adeguatamente i progressi compiuti nell'ambito di tutti e quattro i pilastri e che siano di ausilio nella definizione di parametri di riferimento e nell'individuazione delle buone prassi. Le parti sociali dovrebbero elaborare le banche dati statistiche, gli indicatori e i parametri di riferimento opportuni per misurare i progressi compiuti con gli interventi di cui sono responsabili. I. MIGLIORARE LA CAPACITÀ D'INSERIMENTO PROFESSIONALE Combattere la disoccupazione giovanile e prevenire la disoccupazione di lunga durata Al fine di incidere sull'evoluzione della disoccupazione giovanile e della disoccupazione di lunga durata, gli Stati membri intensificheranno i propri sforzi volti a elaborare strategie preventive e imperniate sull'occupabilità, basandosi sull'individuazione precoce delle esigenze dei singoli; entro un termine che sarà stabilito da ciascuno Stato membro, ma che non potrà superare i due anni (tale termine potrà tuttavia essere più lungo negli Stati membri con una disoccupazione particolarmente elevata), gli Stati membri faranno in modo di: 1. offrire un nuovo punto di partenza a tutti i disoccupati prima dei sei mesi di disoccupazione nel caso dei giovani, e prima dei dodici mesi di disoccupazione nel caso degli adulti, sottoforma di formazione, di riqualificazione, di esperienza professionale, di impiego o di qualunque altra misura atta a favorire l'inserimento professionale affiancandola, se necessario, a un orientamento e a una consulenza professionale individuali al fine di garantire l'effettivo inserimento nel mercato del lavoro. Queste misure preventive e di inserimento dovrebbero essere accompagnate da misure volte a sfoltire le schiere dei disoccupati di lunga durata promuovendone il reinserimento nel mercato del lavoro. In tale contesto gli Stati membri dovrebbero perseguire la modernizzazione dei servizi pubblici dell'occupazione e la collaborazione tra questi ultimi e altri fornitori di servizi, in modo da attuare la strategia di prevenzione e di attivazione nella maniera più efficace. Un'impostazione che favorisca maggiormente l'occupazione: sistema previdenziale, fiscale e di formazione Laddove necessario i sistemi previdenziali, fiscali e di formazione dovranno essere rivisti e adeguati per promuovere attivamente l'occupabilità delle persone disoccupate. Tali sistemi devono inoltre interagire opportunamente al fine di incoraggiare a rientrare nel mercato del lavoro le persone inattive disposte a lavorare e in grado di farlo. Si dovrà cercare in particolar modo di fornire alle persone disoccupate o inattive incentivi a cercare e cogliere le possibilità di lavoro e di promuovere misure per migliorarne le competenze e le opportunità occupazionali, soprattutto per coloro che incontrano maggiori difficoltà. 2. Ogni Stato membro: -riesaminerà e, se necessario, riformerà il proprio sistema previdenziale e fiscale per eliminare i circoli viziosi che mantengono in stato di povertà e fornirà alle persone disoccupate o inattive incentivi a cercare e cogliere le opportunità di lavoro; -si sforzerà di aumentare sensibilmente la percentuale delle persone che beneficiano di misure attive atte ad agevolare l'inserimento professionale, nella prospettiva di un effettivo inserimento nel mercato del lavoro, e aumenterà, rispetto alla sua situazione di partenza, la spesa pro capite per le misure attive, tenendo conto dell'efficienza rispetto ai costi e dell'equilibrio complessivo dei conti pubblici. Elaborare una politica dell'invecchiamento attivo Per raggiungere la piena occupazione, contribuire a garantire l'equità e la sostenibilità a lungo termine dei sistemi di sicurezza sociale e utilizzare al meglio l'esperienza dei lavoratori più anziani, sono necessari profondi mutamenti degli atteggiamenti collettivi diffusi nei confronti di tali lavoratori e la revisione dei sistemi fiscali e previdenziali. 3. Gli Stati membri elaboreranno perciò politiche di invecchiamento attivo volte ad aumentare la capacità dei lavoratori più anziani di esercitare il più a lungo possibile un'attività lavorativa e ad accrescere gli incentivi in tal senso, in particolare: -adottando provvedimenti concreti per conservare la capacità di lavoro e le competenze dei lavoratori più anziani, per introdurre modalità di lavoro flessibili e per aumentare nei datori di lavoro la consapevolezza del potenziale che i lavoratori più anziani rappresentano; -garantendo ai lavoratori più anziani sufficienti opportunità di istruzione e formazione complementare, per consentire loro di partecipare in condizioni di parità a un mercato del lavoro basato sulla conoscenza; -riesaminando i sistemi fiscali e di protezione sociale allo scopo di eliminare i disincentivi e di incoraggiare ulteriormente i lavoratori più anziani a mantenere un ruolo attivo sul mercato del lavoro. Sviluppare competenze per il nuovo mercato del lavoro nel contesto dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita Sistemi di istruzione e di formazione efficaci e ben organizzati, in grado di tener conto delle esigenze del mercato del lavoro, sono fondamentali per lo sviluppo dell'economia basata sulla conoscenza e per il miglioramento del livello e della qualità dell'occupazione. Tali aspetti sono essenziali anche per realizzare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, al fine di permettere una transizione "morbida" dalla scuola al mondo del lavoro, creare il fondamento per lo sviluppo di risorse umane produttive e dotate di competenze essenziali e di natura specifica e consentire agli individui di reagire positivamente ai mutamenti sociali ed economici. Per dar vita a una forza lavoro inseribile sul piano professionale è altresì necessario fornire alle persone la capacità di accedere alla società basata sulla conoscenza approfittando dei vantaggi da essa offerti, risolvere il problema dell'insufficienza di qualificazione ed evitare l'erosione delle competenze derivante dalla disoccupazione, dall'esclusione e dall'emarginazione nell'intero ciclo dell'esistenza. 4. Gli Stati membri devono perciò migliorare la qualità dei propri sistemi di istruzione e di formazione e i relativi programmi, senza dimenticare la modernizzazione dei sistemi di apprendistato e lo sviluppo di centri locali di apprendimento plurifunzionali, allo scopo di: -fornire ai giovani le competenze di base, tra l'altro in campo informatico e linguistico, per affrontare il mercato del lavoro e necessarie per partecipare all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita; -eliminare l'analfabetismo e ridurre notevolmente il numero dei giovani che abbandonano prematuramente la scuola, in particolare mettendo a punto adeguati meccanismi di sostegno per i giovani con difficoltà di apprendimento. In tale contesto gli Stati membri elaboreranno misure intese a dimezzare entro il 2010 il numero di giovani dai 18 ai 24 anni che hanno assolto solo il livello più basso di studi secondari e che non continuano gli studi né intraprendono altro tipo di formazione; -promuovere le condizioni atte a facilitare un migliore accesso degli adulti, compresi quelli con contratti atipici, all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in modo da avvicinare progressivamente la percentuale della popolazione adulta in età lavorativa (dai 25 ai 64 anni) che, in ogni dato momento, usufruisce dell'istruzione e della formazione, a quella degli Stati membri che registrano i risultati migliori, raddoppiando entro il 2005 le attuali percentuali per raggiungere almeno il 10% entro il 2010; -fare in modo che i rispettivi sistemi di istruzione provvedano a fornire un insieme continuamente aggiornato di competenze di base. Per agevolare la mobilità e incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, gli Stati membri dovrebbero migliorare il riconoscimento delle qualifiche, delle conoscenze acquisite e delle competenze. 5. Gli Stati membri dovranno darsi l'obiettivo di sviluppare l'apprendimento elettronico per tutti i cittadini. In particolare, essi faranno in modo che tutti gli istituti di istruzione e di formazione abbiano accesso a Internet e alle risorse multimediali entro la fine del 2001 e che tutti gli insegnanti e i formatori interessati conoscano l'uso di queste tecnologie entro la fine del 2002, onde fornire a tutti gli allievi un'estesa alfabetizzazione digitale. 6. Gli Stati membri promuoveranno misure per permettere ai disoccupati di acquisire o di migliorare le proprie competenze, tra l'altro nel campo dell'informatica e della comunicazione, agevolandone così l'accesso nel mercato del lavoro e riducendo le lacune di qualificazione della forza lavoro. A tal fine ogni Stato membro stabilirà un obiettivo in relazione alle misure attive che comportano un'offerta di formazione ai disoccupati: esse dovranno progressivamente raggiungere la media dei tre Stati membri che registrano i risultati migliori, e comunque almeno il 20%. Politiche attive per sviluppare il collocamento e per prevenire e combattere nuove strozzature In tutti gli Stati membri la disoccupazione e l'esclusione dal mercato del lavoro coesistono con carenze di manodopera in taluni settori, in talune regioni e per determinate mansioni. Con il miglioramento della situazione occupazionale e con l'accelerazione dei mutamenti tecnologici tali strozzature stanno aumentando. Se le politiche attive per prevenire e combattere le nuove situazioni di carenza di manodopera si riveleranno insufficienti la competitività ne risentirà, aumenteranno le pressioni inflazionistiche e la disoccupazione strutturale rimarrà elevata. 7. Gli Stati membri, insieme alle parti sociali quando opportuno, dovranno aumentare gli sforzi per individuare e prevenire il manifestarsi di strozzature, in particolare: -sviluppando le capacità di collocamento dei servizi a ciò preposti; -elaborando strategie per prevenire la carenza di lavoratori qualificati; -promuovendo la mobilità professionale e geografica; -favorendo il funzionamento dei mercati del lavoro con il miglioramento delle banche dati riguardanti le opportunità occupazionali e di apprendimento, che dovrebbero essere collegate tra loro a livello europeo, con l'uso delle moderne tecnologie dell'informazione e facendo tesoro dell'esperienza già realizzata a livello europeo. Combattere la discriminazione e promuovere l'integrazione sociale mediante l'accesso all'occupazione Numerosi gruppi e individui incontrano particolari difficoltà nell'acquisire le competenze necessarie per accedere e rimanere nel mercato del lavoro. Ciò può aumentare il rischio di emarginazione. Appare necessario un insieme coerente di politiche che promuovano l'integrazione sociale favorendo l'inserimento nel mondo del lavoro dei gruppi e degli individui sfavoriti, e che combattano la discriminazione nell'accesso al mercato del lavoro e all'interno di esso. 8. Ogni Stato membro: -elaborerà percorsi costituiti da efficaci misure preventive e di politica attiva, intese a promuovere l'inserimento nel mercato del lavoro dei gruppi e delle singole persone sfavorite o a rischio, al fine di evitare l'emarginazione, la diffusione del fenomeno dei "lavoratori poveri" e l'esclusione; -individuerà e combatterà la discriminazione fondata sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali nell'accesso al mercato del lavoro, all'istruzione e alla formazione; -attuerà adeguate disposizioni per soddisfare le esigenze delle persone disabili, delle minoranze etniche e dei lavoratori migranti in relazione al loro inserimento nel mercato del lavoro e fisserà obiettivi nazionali in tal senso, tenendo conto della situazione nazionale. II. SVILUPPARE L'IMPRENDITORIALITÀ E LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO Facilitare l'avvio e la gestione delle imprese La creazione di nuove imprese in generale, e in particolare il contributo alla crescita delle piccole e medie imprese (PMI) sono indispensabili per creare posti di lavoro e per sviluppare le opportunità di formazione dei giovani. Questo processo deve essere favorito procedendo a una sensibilizzazione allo spirito imprenditoriale, nell'ambito della società e nei programmi d'insegnamento, mettendo a punto una regolamentazione chiara, stabile e affidabile, migliorando le condizioni che consentono di sviluppare i mercati del capitale di rischio e l'accesso e tali mercati. Gli Stati membri dovranno inoltre alleggerire e semplificare gli oneri amministrativi e fiscali che gravano sulle PMI. Tali politiche dovrebbero rafforzare la prevenzione del lavoro sommerso. 9. Gli Stati membri presteranno un'attenzione particolare a una significativa riduzione delle spese generali e degli oneri amministrativi delle imprese, in particolare al momento della creazione di un'impresa e dell'assunzione di nuovo personale. Nel corso dell'elaborazione di nuove norme, gli Stati membri sono inoltre invitati a valutarne l'eventuale incidenza sui suddetti oneri amministrativi e sulle spese generali delle imprese. 10. Gli Stati membri incoraggeranno l'avvio di attività imprenditoriali -esaminando, al fine di ridurli, tutti gli eventuali ostacoli, in particolare nell'ambito dei regimi fiscali e di sicurezza sociale, al passaggio ad attività autonome e alla creazione di piccole imprese; -promuovendo la formazione all'imprenditorialità e al lavoro autonomo, specifici servizi di sostegno e la formazione per gli imprenditori e per chi aspira a diventarlo; -combattendo il lavoro sommerso e incoraggiandone la trasformazione in posti di lavoro regolari con l'uso di tutti gli strumenti utili al riguardo, tra cui disposizioni normative, incentivi e riforme fiscali e previdenziali, in collaborazione con le parti sociali. Nuove opportunità occupazionali nella società basata sulla conoscenza e nei servizi Per affrontare con successo la sfida dell'occupazione, l'Unione europea deve sfruttare efficacemente tutte le potenziali fonti di occupazione e di nuove tecnologie. Le aziende innovatrici devono operare in un contesto propizio, in quanto sono in grado di contribuire in modo essenziale alla mobilitazione del potenziale occupazionale della società basata sulla conoscenza. Il potenziale esistente è notevole, in particolare nel settore dei servizi. A tal fine: 11. gli Stati membri sopprimeranno gli ostacoli alla fornitura dei servizi e creeranno le condizioni propizie al pieno sfruttamento del potenziale occupazionale del settore, al fine di creare posti di lavoro più numerosi e migliori che investano l'intera gamma dei servizi di tipo tradizionale e non, dei servizi alle imprese e dei servizi alle persone. Occorre sfruttare in particolare il potenziale occupazionale della società della conoscenza e del settore ambientale. Interventi per l'occupazione a livello locale Per attuare la strategia europea per l'occupazione è necessario mobilitare tutti i soggetti interessati a livello regionale e locale, individuando il potenziale occupazionale a livello locale e potenziando le partnership in tal senso. 12. Gli Stati membri: -incoraggeranno gli enti regionali e locali a elaborare strategie occupazionali per sfruttare appieno le opportunità di creazione di posti di lavoro a livello locale; -promuoveranno la collaborazione di tutti i soggetti interessati, comprese le parti sociali, nell'attuazione di tali strategie a livello locale; -promuoveranno misure volte ad accrescere lo sviluppo competitivo e la capacità di creare posti di lavoro dell'economia sociale, in particolare nel campo della fornitura di prodotti e servizi che rispondono a esigenze non ancora soddisfatte dal mercato ed esamineranno, con l'obiettivo di ridurli, tutti gli eventuali ostacoli che si frappongono a tali misure; -potenzieranno a ogni livello la funzione svolta dai servizi pubblici dell'occupazione nell'individuare le opportunità di lavoro locali e nel migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro locali. Riforme fiscali per l'occupazione e la formazione È importante approfondire l'esame dell'incidenza occupazionale degli oneri fiscali e rendere più favorevole all'occupazione il sistema fiscale ribaltando la tendenza a lungo termine all'inasprimento del carico fiscale e contributivo sul lavoro. Le riforme fiscali devono altresì prendere in considerazione l'esigenza che le aziende, gli enti pubblici e gli stessi individui investano maggiormente nelle persone alla luce dell'impatto che tale investimento produce a lungo termine sull'occupazione e la competitività. 13. Ogni Stato membro: -tenendo conto del livello attuale fisserà, se necessario, un obiettivo di riduzione progressiva della pressione fiscale generale e, se del caso, un obiettivo di riduzione progressiva della pressione fiscale sul lavoro e dei costi indiretti gravanti sul lavoro, in particolare su quello poco qualificato e a bassa remunerazione. Tali riforme dovranno essere intraprese senza pregiudicare il risanamento delle finanze pubbliche e l'equilibrio finanziario dei sistemi di sicurezza sociale; -fornirà incentivi agli investimenti nelle risorse umane ed eliminerà gli ostacoli di natura fiscale in tal senso; -esaminerà l'opportunità di utilizzare fonti alternative di gettito fiscale, tra cui l'energia e le emissioni inquinanti, tenendo conto delle tendenze del mercato, in particolare dei mercati petroliferi. III. INCORAGGIARE LA CAPACITÀ DI ADATTAMENTO DELLE IMPRESE E DEI LORO LAVORATORI Le opportunità create dall'economia basata sulla conoscenza e la prospettiva di un miglioramento del livello di occupazione e della qualità dei posti di lavoro richiedono che, per soddisfare le esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro, tutti i soggetti coinvolti, aziende comprese, operino un adeguamento dell'organizzazione del lavoro e contribuiscano a realizzare strategie di apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Modernizzare l'organizzazione del lavoro Per promuovere la modernizzazione dell'organizzazione del lavoro e delle forme di lavoro dovrà essere stabilita una solida partnership a tutti i livelli appropriati (europeo, nazionale, settoriale, locale e aziendale). 14. Le parti sociali sono invitate a negoziare e attuare, a tutti i livelli appropriati, accordi (comprese modalità di lavoro flessibili) volti a modernizzare l'organizzazione del lavoro, al fine di rendere produttive e competitive le imprese, di raggiungere l'equilibrio necessario tra flessibilità e sicurezza e di migliorare la qualità del lavoro. I temi da affrontare possono comprendere, ad esempio, l'introduzione di nuove tecnologie, le nuove forme di lavoro (ad esempio il telelavoro) e le questioni collegate all'orario di lavoro, come l'annualizzazione dell'orario di lavoro, la riduzione dell'orario di lavoro, la riduzione degli straordinari, lo sviluppo del lavoro part-time e l'accesso alle interruzioni di carriera. Nel contesto del processo di Lussemburgo le parti sociali sono invitate a comunicare ogni anno gli aspetti della modernizzazione dell'organizzazione del lavoro affrontati dai negoziati, il loro stato di attuazione e il loro impatto sull'occupazione e sul funzionamento del mercato del lavoro. 15. Gli Stati membri, se del caso assieme alle parti sociali, -esamineranno il quadro normativo esistente e vaglieranno proposte relative a nuovi provvedimenti e incentivi per assicurarsi che essi contribuiscano a ridurre gli ostacoli all'occupazione, ad agevolare l'introduzione di un'organizzazione del lavoro moderna e ad aiutare il mercato del lavoro ad adeguarsi ai mutamenti strutturali in campo economico; -si sforzeranno di garantire sui luoghi di lavoro una migliore osservanza della normativa vigente in tema di salute e di sicurezza, accelerandone e potenziandone l'applicazione, fornendo indicazioni alle imprese, in particolar modo alle PMI, per aiutarle a rispettare la legislazione in vigore, migliorando la formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro e stabilendo soglie da raggiungere per la riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in settori tradizionalmente a rischio elevato; -al tempo stesso, tenendo in considerazione la crescente diversificazione delle forme di lavoro, esamineranno la possibilità di contemplare nella normativa nazionale tipologie contrattuali più flessibili e faranno in modo che coloro che lavorano con nuovi contratti di tipo flessibile godano di una sicurezza adeguata e di una posizione occupazionale più elevata, compatibile con le esigenze delle aziende. Sostenere l'adattabilità nelle aziende nell'ambito dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita Per rinnovare le competenze nelle imprese, aspetto essenziale dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, 16. le parti sociali, a tutti i livelli appropriati, sono invitate a: -concludere accordi sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita per agevolare l'adattabilità e l'innovazione, in particolare nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. In tale contesto dovrebbero essere poste le condizioni per offrire entro il 2003 a ogni lavoratore un'opportunità di apprendere le tecniche della società dell'informazione; -incoraggiare le aziende a individuare e a diffondere le buone prassi sull'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e introdurre un premio europeo per le imprese all'avanguardia. IV. RAFFORZARE LE POLITICHE PER LE PARI OPPORTUNITÀ TRA LE DONNE E GLI UOMINI Promozione sistematica delle pari opportunità tra donne e uomini Per conseguire l'obiettivo delle pari opportunità e per incrementare il tasso di occupazione femminile, come auspicato dalle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona, occorrerà rafforzare le politiche degli Stati membri per la parità tra donne e uomini; tali politiche dovranno affrontare tutte le situazioni che influenzano la decisione delle donne di iniziare un'attività lavorativa. Le donne incontrano tuttora particolari problemi nell'ottenere un'occupazione, nell'avanzamento professionale, nella retribuzione e nel conciliare la vita familiare con quella professionale. È quindi particolarmente importante: -garantire alle donne i vantaggi delle politiche attive del mercato del lavoro in misura proporzionale al loro tasso di disoccupazione; -prestare particolare attenzione all'impatto dei sistemi fiscali e previdenziali in termini di parità tra i sessi. Ogniqualvolta vengano individuati meccanismi fiscali o previdenziali che influiscono negativamente sulla presenza delle donne sul mercato del lavoro, essi dovrebbero venire rivisti; -prestare particolare attenzione all'applicazione del principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di valore equivalente; -prestare particolare attenzione agli ostacoli incontrati dalle donne che desiderino creare un'azienda o avviare un'attività autonoma; -fare in modo che le donne possano beneficiare di formule flessibili di organizzazione del lavoro, su base volontaria e senza che la qualità dell'impiego ne risenta. 17. Gli Stati membri procederanno perciò alla promozione sistematica delle pari opportunità tra donne e uomini nell'attuazione degli orientamenti in tutti e quattro i pilastri, -sviluppando e rafforzando meccanismi di consultazione con organi competenti in tema di parità tra i sessi; -seguendo, nell'ambito di ciascun orientamento, un iter per la valutazione dell'impatto sulla parità tra i sessi; -mettendo a punto indicatori per misurare i progressi sulla strada della parità tra i sessi in relazione a ciascun orientamento. Al fine di poter utilmente valutare i progressi realizzati, gli Stati membri dovranno disporre di adeguati sistemi e procedure per la raccolta dei dati. Affrontare il problema della discriminazione tra donne e uomini Gli Stati membri e le parti sociali devono considerare con attenzione lo squilibrio nella presenza femminile o maschile in alcuni settori di attività e in alcune professioni, nonché il miglioramento delle prospettive di carriera delle donne. 18. Gli Stati membri, se del caso assieme alle parti sociali, -rafforzeranno il proprio impegno per ridurre il divario tra donne e uomini in termini di tasso di disoccupazione sostenendo attivamente l'aumento dell'occupazione femminile; -adotteranno provvedimenti per ottenere una presenza equilibrata delle donne e degli uomini in tutti i settori e in tutte le professioni; -adotteranno misure positive per promuovere la parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore e per ridurre le differenze di reddito tra le donne e gli uomini: sono necessari interventi per colmare il divario retributivo tra i due sessi sia nel settore pubblico che in quello privato, e occorre individuare in che modo le politiche si ripercuotano sulla disparità di retribuzione tra i due sessi, affrontando i problemi che ciò comporta; -valuteranno l'opportunità di utilizzare più diffusamente provvedimenti volti a promuovere l'occupazione femminile allo scopo di ridurre le disparità tra i sessi. Conciliare lavoro e vita familiare Le politiche in materia di interruzione della carriera, di congedo parentale, di lavoro part-time e di formule di lavoro flessibili che rispondano sia agli interessi dei datori di lavoro che a quelli dei lavoratori rivestono particolare importanza per le donne e per gli uomini. Si dovrebbe accelerare e sorvegliare periodicamente l'attuazione delle varie direttive e accordi tra le parti sociali al riguardo. Occorre altresì fornire sufficienti strutture di buona qualità per la custodia dei bambini e l'assistenza alle persone a carico non autosufficienti, al fine di favorire l'ingresso e la permanenza delle donne e degli uomini sul mercato del lavoro. È essenziale a questo proposito un'equa ripartizione delle responsabilità familiari. Le persone che ritornano sul mercato del lavoro dopo un'assenza possono inoltre ritrovarsi ad avere competenze superate o incontrare difficoltà di accesso alla formazione. Occorre agevolare il reinserimento delle donne e degli uomini sul mercato del lavoro dopo un periodo di assenza. Al fine di rafforzare le pari opportunità, 19. gli Stati membri e le parti sociali: -elaboreranno, attueranno e incoraggeranno politiche in favore delle famiglie, quali la creazione di servizi accessibili, anche in senso economico, e di buona qualità per la custodia dei figli e di altre persone a carico, nonché regimi relativi al congedo parentale e ad altri tipi di congedo; -prenderanno in considerazione la fissazione di un obiettivo nazionale, che tenga conto delle rispettive situazioni di partenza, per l'aumento della disponibilità di strutture di custodia; -presteranno particolare attenzione alle donne e agli uomini che intendono reinserirsi sul mercato del lavoro dopo un periodo di assenza e, a tal fine, esamineranno i mezzi atti a sopprimere progressivamente gli ostacoli che si frappongono al reinserimento.