51999IP0082

Risoluzione sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sullo sviluppo della politica della sanità pubblica nella Comunità europea (COM(98)0230 C4-0393/98)

Gazzetta ufficiale n. C 175 del 21/06/1999 pag. 0135


A4-0082/99

Risoluzione sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sullo sviluppo della politica della sanità pubblica nella Comunità europea (COM(98)0230 - C4-0393/98)

Il Parlamento europeo,

- vista la comunicazione della Commissione COM(98)0230-C4-0393/98,

- viste la sua risoluzione del 19 novembre 1993 sulla politica della sanità pubblica dopo Maastricht ((GU C 329 del 6.12.1993, pag. 375.)), nonché le successive relazioni e risoluzioni approvate su questioni inerenti alla sanità pubblica,

- visti l'audizione pubblica organizzata dalla commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori il 28 ottobre 1998 a Bruxelles e il documento di lavoro preliminare (SACO 102) «La politica della sanità pubblica nell'Unione europea alle soglie del nuovo millennio» pubblicato dalla propria Direzione generale degli studi,

- visto il trattato di Amsterdam,

- vista la dichiarazione fatta dal Presidente della Commissione Jacques Santer dinanzi al Parlamento il 18 febbraio 1997 sull'Europa della salute,

- vista la relazione della commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori (A4-0082/99),

A. considerando che il trattato di Amsterdam mira, all'articolo 152, paragrafo 1 (ex articolo 129 del trattato CE), a completare le politiche sanitarie nazionali e prevede che nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche e attività della Comunità sia garantito un livello elevato di protezione della salute umana e considerando che tale articolo contiene anche un'esplicito riferimento, nei paragrafi 4 e 5, al ruolo svolto dagli Stati membri nella fornitura di servizi sanitari,

B. considerando i profondi mutamenti - a livello di demografia, comunicazioni, stili di vita, piramide d'età, mobilità, standard di assistenza sanitaria e determinanti sanitari legati alle condizioni sociali, economiche e ambientali - che hanno interessato i cittadini dell'Unione europea nel periodo del primo Programma quadro in materia di sanità pubblica; cercando di trarre insegnamento dalle esperienze acquisite durante tale periodo in materia di nuove malattie e altre affezioni, in particolare per quanto riguarda le malattie trasmissibili,

C. considerando che non tutte le raccomandazioni contenute nella summenzionata risoluzione del 19 novembre 1993 sulla sanità pubblica sono state attuate, così come non è stato dato adeguatamente seguito alle sue risoluzioni del 17 aprile 1996 concernenti rispettivamente il libretto sanitario europeo, il morbo di Alzheimer e la sicurezza e l'autosufficienza del sangue nella Comunità ((GU C 141 del 13.5.1996, pagg. 104, 129 e 131.)),

D. considerando la diffusa preoccupazione e le critiche espresse su taluni aspetti della gestione del primo Programma quadro, in termini, fra l'altro, di restrizioni finanziarie dei programmi, limitate risorse disponibili per la gestione, mancanza di coordinamento strategico e di valutazione, incongruenza dell'integrazione della sanità nelle altre politiche settoriali e dei collegamenti interistituzionali, oltre alla carente sensibilizzazione del pubblico e degli operatori in merito al ruolo della Comunità nel campo della sanità pubblica, nonostante gli strenui e consistenti sforzi del personale, che si trova a operare lontano dal grosso della Direzione generale interessata,

E. considerando che le implicazioni delle politiche comunitarie in materia di sanità interessano praticamente tutte le Direzioni generali della Commissione, che varie politiche comunitarie incidono positivamente o negativamente sulla salute dei cittadini dell'Unione a livello internazionale o regionale e che l'introduzione di valutazioni di impatto sanitario e ambientale a tutti i livelli decisionali è diventata parte integrante di questi processi,

F. considerando le ben note disuguaglianze in materia di sanità pubblica, accesso all'assistenza sanitaria e libertà di circolazione dei cittadini, compresi i professionisti, all'interno della Comunità, ma anche l'approccio mirato all'azione socioeconomica, che costituisce un punto fermo delle politiche comunitarie,

G. considerando che i servizi sanitari di tutti gli Stati membri sono sottoposti a una crescente pressione finanziaria; che è quindi auspicabile che la Commissione e il Consiglio incoraggino la definizione di obiettivi sanitari realistici, misurabili, fissati nel tempo e, ove opportuno, specifici ai sessi, per affrontare le malattie e i rischi sanitari più importanti,

H. considerando che il trattato di Amsterdam pone l'accento su una linea d'azione volta a migliorare la sanità pubblica e a far fronte ai determinanti sanitari, mantenendo un elevato livello di informazioni a livello locale, regionale, nazionale o internazionale in materia di epidemiologia, demografia, ecc. nonché pratiche mediche in vigore;

I. considerando l'importante contributo fornito dalle organizzazioni internazionali, quali l'OMS, l'OCSE, la Banca mondiale, altre agenzie e reti di organizzazioni non governative, sindacati, istituti scolastici e autorità regionali, e il significativo ruolo da essi svolto al di là dei confini dell'Unione in programmi sanitari cui la Comunità partecipa a titolo di partnership o cooperazione,

J. considerando che il processo di ampliamento dell'Unione, attualmente in fase di negoziazione con i paesi candidati, potrà comportare benefici ma anche sfide per la sanità pubblica negli Stati membri e nei paesi candidati,

K. considerando le sentenze della Corte di giustizia concernenti i diritti dei cittadini in relazione a taluni prodotti medici e i potenziali benefici di un rapido sviluppo di nuove tecnologie e nuovi prodotti farmaceutici nel quadro delle libertà del mercato unico;

1. esorta il Consiglio e la Commissione a dare un'interpretazione positiva alle disposizioni del trattato di Amsterdam relative alla sanità pubblica, in particolare all'articolo 152, tenuto conto del valore della protezione della salute nel quadro del trattato CE e del principio di sussidiarietà, che offre una buona base per lo sviluppo sostenibile del ruolo della Comunità quale partner nella tutela e nel miglioramento della salute dei cittadini dell'Unione, pur riconoscendo le responsabilità degli Stati membri in materia di organizzazione e prestazione di servizi sanitari e assistenza medica; auspica nel contempo che una prossima revisione del trattato preveda un maggiore coinvolgimento della Comunità nei problemi della tutela della salute dei cittadini dell'Unione;

2. accoglie con favore la comunicazione della Commissione, che considera un contributo costruttivo al dibattito sullo sviluppo sostenibile; in particolare esprime la sua preferenza per un singolo strumento quadro con un pacchetto finanziario unico e ribadisce nel contempo la necessità di mantenere il ruolo del Parlamento europeo nel definire congiuntamente l'impianto e la dotazione dello strumento quadro, nonché il significativo ed essenziale processo di valutazione da inserire in tale strumento; concorda sull'opportunità che quest'ultimo si articoli nelle seguenti tre linee d'azione:

a) migliorare le informazioni per lo sviluppo della sanità pubblica,

b) reagire rapidamente alle minacce per la salute,

c) far fronte ai determinanti sanitari attraverso la promozione della salute e la prevenzione delle malattie;

e invita la Commissione, una volta ratificato il trattato, a pubblicare con urgenza proposte dettagliate e motivate che stabiliscano un numero realistico di misure realizzabili all'interno delle singole linee d'azione nell'arco dei cinque anni di durata dello strumento quadro;

3. invita la Commissione ad approfondire i lavori sull'impatto dell'alimentazione sulla sanità, giacché si tratta di uno dei principali fattori che condizionano la salute nell'Unione; invita pertanto la Commissione a partecipare agli sforzi compiuti dagli Stati membri e da altri per migliorare la politica di informazione del pubblico in tale settore;

4. deplora il fatto che non tutte le raccomandazioni contenute nelle summenzionate risoluzioni del 19 novembre 1993 e del 17 aprile 1996 siano state attuate e sollecita una revisione interistituzionale che ponga rimedio alla scarsa priorità attribuita alle risorse nel settore della sanità pubblica, tenendo conto dei mutamenti intervenuti a livello di esigenze e aspettative durante il primo programma quadro e basandosi su proposte volte a migliorare la gestione strategica dei programmi e l'assegnazione delle risorse nell'ambito delle prospettive finanziarie;

5. ribadisce che la Commissione dovrebbe conferire a uno dei suoi membri la responsabilità specifica di una Direzione generale per la sanità pubblica, con sede a Bruxelles, dotandola di competenze tali da coprire tutti gli aspetti della politica della sanità pubblica e aumentando adeguatamente le sue risorse, compresa una maggiore consulenza di esperti sulle questioni sanitarie e sulla situazione in singoli paesi;

6. chiede che gli sforzi dell'Unione europea nel settore della sanità pubblica siano mirati a integrare la dimensione sanitaria in tutte le altre politiche e la valutazione dell'impatto sanitario in quei settori delle politiche dell'Unione che hanno un'incidenza sulla salute, privilegiando le politiche della ricerca, dell'agricoltura e dell'alimentazione, dei trasporti, nonché le politiche socioeconomiche; in particolare

a) la Commissione dovrebbe rafforzare le relazioni sull'integrazione della sanità includendo la valutazione dell'impatto sanitario;

b) la Commissione dovrebbe indicare nei propri programmi di lavoro quali proposte possono esercitare un impatto sulla sanità;

c) la Commissione e gli Stati membri dovrebbero intervenire con urgenza per favorire una coerente cooperazione nel settore delle politiche locali, regionali, nazionali e comunitarie che incidono sulla sanità, per esempio nei programmi di finanziamento regionale;

d) sarebbe opportuno pubblicare, entro la prima metà del programma quadro, uno studio sui metodi di valutazione dell'impatto sanitario potenzialmente idonei a essere utilizzati ai vari livelli e cercare di applicarli e valutarli su base interlocutoria prima della conclusione del programma;

7. chiede che l'azione della Comunità si ponga come obiettivi prioritari una maggiore uguaglianza nel campo della sanità in tutta l'Unione, il rafforzamento dell'approccio regionale in materia di sanità e una maggiore coerenza con le politiche e i programmi socioeconomici e chiede che siano identificati e introdotti «Settori prioritari mirati in materia sanitaria» sulla base di criteri probanti e in stretta cooperazione con gli Stati membri, le autorità regionali e le organizzazioni non governative nell'ambito delle disposizioni quadro; chiede che la Commissione utilizzi le precedenti relazioni sull'integrazione della dimensione sanitaria per fare il punto sulle disparità sociali, l'accesso ai servizi connessi alla sanità, i diritti e le responsabilità in materia di libera circolazione dei cittadini e le possibilità per gli operatori sanitari di formarsi e di esercitare la loro attività con i migliori risultati;

8. insiste sulla necessità di garantire trasparenza nell'ambito delle tre linee d'azione orizzontali e di definire chiaramente i «flagelli» e le priorità; chiede pertanto alla Commissione di presentare urgentemente, non appena il trattato di Amsterdam sarà ratificato, proposte chiare su obiettivi, calendari, metodi e strategie d'azione per ciascuna priorità, prevedendo flessibilità in caso di sviluppi imprevisti, compreso il continuo sviluppo e finanziamento, ove opportuno, dei programmi esistenti e includendo le principali malattie croniche, nel cui ambito possa essere benefico il valore aggiunto dell'azione a livello comunitario;

9. ribadisce l'importanza di introdurre una ripartizione per sesso in tutte le statistiche pertinenti per quanto riguarda lo stato e l'evoluzione della sanità pubblica, in vista della definizione di un'efficace politica di sanità pubblica;

10. invita la Commissione e il Consiglio a massimizzare la libertà di informazione a livello di migliori prassi, epidemiologia, servizi, reti, rischi e opportunità e la sensibilizzazione del pubblico, degli operatori e del legislatore in merito all'attività della Comunità e al valore aggiunto del suo ruolo per quanto riguarda la tutela e il miglioramento della salute; chiede specificamente

a) che la Comunità realizzi una grande campagna di informazione in cooperazione con le autorità nazionali e regionali e le organizzazioni non governative, evitando comunque di impartire una formazione diretta in materia sanitaria;

b) una maggiore partecipazione delle organizzazioni non governative e la presenza nel processo decisionale delle parti sociali e di organi di rappresentanza dei cittadini, degli operatori o dei pazienti chiaramente identificabili e responsabili;

c) che la Commissione promuova i dibattiti, anche in collaborazione con il Parlamento e gli Stati membri, ove sia possibile migliorare e sviluppare le interfacce con i cittadini e le organizzazioni interessate, e contribuisca al mantenimento di reti accessibili per la divulgazione delle informazioni;

d) che questi dibattiti affrontino in modo trasparente le grandi questioni connesse alla salute, comprese le disparità in materia sanitaria, la libertà di circolazione, la formazione degli operatori sanitari, la migliore prassi e le norme in materia di assistenza sanitaria, etica, ricerca e tecnologie;

11. invita la Commissione a creare un quadro di dialogo tra tutti i protagonisti (governi, organizzazioni di pazienti, industria farmaceutica, sindacati, ecc.) in vista di una gestione comune del rapido ritmo di mutamento;

12. sollecita una maggiore cooperazione e comunicazione fra le istituzioni dell'Unione e le organizzazioni internazionali attive in campo sanitario, in particolare

a) con le agenzie ONU, segnatamente l'OMS, attraverso centri di collaborazione e utilizzando l'esperienza esistente negli Stati membri e nelle sedi delle agenzie;

b) con organismi come l'OCSE, il Consiglio d'Europa e la Banca Mondiale;

c) sviluppando il dialogo Unione europea-Stati Uniti e cercando di integrare le politiche sanitarie nelle iniziative e negli accordi di cooperazione con altri paesi terzi e associazioni regionali;

d) collaborando e negoziando con l'OMC;

e) con i paesi e le regioni in via di sviluppo, soprattutto i paesi ACP, nei quali i progetti e i programmi in partenariato con l'Unione sono determinanti ai fini della tutela e del miglioramento della sanità e lo sviluppo della politica interna ed estera deve essere coerente;

f) con le reti internazionali di operatori sanitari e di ricerca;

13. esprime preoccupazione, in previsione della pubblicazione di una comunicazione della Commissione in materia di «Sanità e ampliamento», per le condizioni sanitarie nella maggior parte dei paesi candidati, che sono inferiori a quelle negli Stati dell'Unione, e per l'incremento di alcune minacce per la salute; chiede

a) che sia riservata una maggiore priorità da parte del Consiglio e della Commissione agli obblighi e ai fattori connessi alla sanità nei negoziati con i paesi candidati, allo scopo di rafforzare le funzioni legislative per quanto riguarda la sanità in questi paesi;

b) lo sviluppo di migliori scambi e collegamenti tra le ONG, gli esperti dell'assistenza sanitaria, i sistemi di informazione, ecc.;

c) una valutazione realistica dei potenziali problemi e benefici che rientri sia nello sviluppo dello strumento quadro che nei preparativi di adesione;

14. chiede al Consiglio e alla Commissione di riconoscere in modo coerente e costante gli sviluppi internazionali come le nuove tecnologie e i nuovi farmaci nonché i progressi del mercato unico nel contesto dei preparativi per la prossima CIG e di valutarli e rispondervi positivamente; li incoraggia pertanto a lavorare con questo Parlamento per fornire la leadership lungimirante e le risorse concrete necessarie per far fronte alle esigenze e alle aspettative dei cittadini dell'Unione proclamando il periodo 2000-2010 «Decennio europeo della salute»;

15. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.