Risoluzione sul ruolo delle cooperative nella crescita dell'occupazione femminile
Gazzetta ufficiale n. C 313 del 12/10/1998 pag. 0234
A4-0270/98 Risoluzione sul ruolo delle cooperative nella crescita dell'occupazione femminile Il Parlamento europeo, - viste le sue precedenti risoluzioni sull'economia sociale e le cooperative, in particolare le risoluzioni del 13 aprile 1983 sulle cooperative nella Comunità europea ((GU C 128 del 16.5.1983, pag. 51.)), del 9 luglio 1987 sul contributo delle cooperative allo sviluppo regionale ((GU C 246 del 14.9.1987, pag. 94.)), del 26 maggio 1989 sul ruolo delle donne nelle cooperative e nelle iniziative locali per l'occupazione ((GU C 158 del 26.6.1989, pag. 380.)), dell'11 febbraio 1994 sul contributo delle cooperative allo sviluppo regionale ((GU C 61 del 28.2.1994, p.231. )), del 9 marzo 1994 sulle fondazioni e l'Europa ((GU C 91 del 28.3.1994, p. 48.)), del 6 maggio 1994 sull'economia alternativa e solidale ((GU C 205 del 25.7.1994, p. 481.)), - visto il Libro bianco «Crescita, competitività e occupazione - Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo» (COM(93)0700), - visto il suo parere del 17 novembre 1995 sulla proposta di decisione del Consiglio in merito a un Quarto programma d'azione a medio termine per la parità di opportunità tra le donne e gli uomini (1996-2000) ((GU C 323 del 4.12.1995, pag. 167.)), - vista la sua risoluzione del 5 settembre 1996 sulla comunicazione della Commissione concernente una strategia europea d'incoraggiamento delle iniziative locali per lo sviluppo e l'occupazione ((GU C 277 del 23.9.1996, pag. 45.)), - viste le conclusioni del Consiglio europeo straordinario di Lussemburgo sull'occupazione del 21 e 22 novembre 1997, - vista la decisione della Commissione che istituisce un comitato consultivo delle cooperative, mutue, associazioni e fondazioni (CMAF) ((GU L 80 del 18.3.1998, pag. 51.)), - visto il suo parere del 1° aprile 1998 sulla proposta di decisione del Consiglio recante misure di assistenza finanziaria a favore di piccole e medie imprese innovatrici e creatrici di posti di lavoro - Iniziative per la crescita e l'occupazione ((GU C 138 del 4.5.1998, pag. 93.)), - vista la sua risoluzione del 2 luglio 1998 sulla comunicazione della Commissione sulla promozione del ruolo delle associazioni e fondazioni in Europa ((Processo verbale della seduta in tale data, parte II, punto 11.)), - visto l'articolo 148 del suo regolamento, - vista la relazione della commissione per i diritti della donna (A4-0270/98), A. considerando che l'obiettivo delle pari opportunità per uomini e donne è stato inserito nel trattato di Amsterdam ed è uno dei quattro orientamenti fissati dal Consiglio europeo di Lussemburgo in materia di occupazione; B. considerando che la strategia europea per l'occupazione, delineata nel summenzionato Libro bianco e nei successivi documenti della Commissione, mira a conciliare la crescita economica, l'occupazione e la qualità della vita, individuando nuovi bacini d'impiego rispetto a bisogni nuovi e definendo nuove modalità per l'organizzazione del lavoro; C. considerando che questa strategia ha un impatto particolare sull'occupazione femminile ed è necessario un approccio coordinato a livello europeo che favorisca l'individuazione e l'interazione di strumenti diversi e flessibili, nel rispetto del principio di sussidiarietà; D. considerando che lo sviluppo di alcune forme organizzative del lavoro tipiche dell'economia sociale, quali le cooperative e le imprese sociali, può favorire l'inserimento lavorativo delle donne e contribuisce a coniugare professionalità, flessibilità e partecipazione tanto è vero che il Consiglio europeo di Lussemburgo ha menzionato l'economia sociale nelle sue conclusioni; E. considerando che nel bilancio del 1997 la Commissione, in seguito ad una iniziativa del Parlamento, ha lanciato due bandi di gara per la presentazione di progetti pilota sul tema "terzo sistema e occupazione¨con lo scopo di individuare delle buone pratiche a livello europeo ed approfondire le conoscenze in questo ambito; F. considerando che nel bilancio 1998 il Parlamento ha creato un nuovo titolo B5-5 (mercato del lavoro e innovazione tecnologica) che prevede un finanziamento di 450 milioni di ECU nell'arco di tre anni (1998-2000) a favore delle PMI e di azioni e progetti innovativi sul mercato del lavoro; G. considerando che l'espressione «economia sociale» indica le attività economiche svolte da imprese cooperative, da mutue e associazioni senza scopi di lucro; che essa copre realtà diverse e si esprime in forme giuridiche diverse negli Stati membri e che occorre tener conto di tale diversità nell'elaborazione di qualsiasi misura di sostegno del settore; H. considerando che sta emergendo in Europa un nuovo modello di impresa sociale, in cui finalità economiche e imprenditorialità si coniugano a finalità sociali, in grado di contribuire a una crescita basata sull'occupazione, l'equità sociale e la parità; I. sottolineando che l¨economia sociale combina i vantaggi del settore privato (controllo dei costi, organizzazione flessibile, servizi personalizzati) ed esigenze etiche proprie del servizio pubblico ed apre quindi nuove prospettive al partenariato pubblico-privato; J. sottolineando che l'economia sociale, e in particolare le cooperative, operano spesso nella produzione di servizi destinati a fasce svantaggiate o di servizi alla collettività aventi un particolare valore sociale e rilevando che tali imprese prevedono forme di tutela del consumatore tramite la sua partecipazione alla gestione dell'impresa; K. considerando che nel 1997 la Commissione ha ritirato la proposta di decisione del Consiglio relativa a un programma pluriennale (1994-1996) di azioni a favore delle cooperative, delle mutue, delle associazioni e delle fondazioni nella Comunità ((testo iniziale: GU C 99 del 21.4.1992; testo modificato GU C 236 del 31.8.1993.)), sulla quale il Parlamento aveva espresso il suo parere ((GU C 89 del 17.3.1995, pag. 202.)), in quanto il Consiglio non aveva mai raggiunto un accordo al riguardo e che la questione dello statuto europeo della società cooperativa, delle mutue e delle associazioni è tuttora pendente; Economia sociale, cooperazione e occupazione femminile 1. ritiene che le organizzazioni dell'economia sociale svolgano un ruolo di primo piano nelle realtà economiche nazionali e locali e che la loro funzione produttiva si sia rafforzata nel rispondere in modo flessibile a una domanda differenziata; 2. osserva che la cooperazione occupa una posizione di rilievo nell'economia sociale e sottolinea lo sviluppo registrato negli ultimi anni dalle cooperative sociali, sia per la produzione di servizi alla persona che per l'integrazione di persone svantaggiate; 3. sottolinea il potenziale delle cooperative sul piano della qualità, sperimentazione e innovazione in termini di prodotto e di modalità di organizzazione; ritiene che occorra incentivare i settori innovativi e promuovere l'accesso delle donne alle nuove tecnologie; 4. ritiene che le cooperative, grazie al funzionamento partecipativo e alla capacità d'adattamento, possano promuovere in termini sia quantitativi che qualitativi l'occupazione femminile nel settore dei servizi in quanto - permettono di convertire in chiave imprenditoriale esperienze e competenze tradizionalmente femminili; - propongono un'offerta di lavoro ad ampio spettro, che consente l'inserimento anche di donne poco qualificate o prive di esperienza professionale e il rientro sul mercato del lavoro dopo un periodo di assenza per esigenze familiari; - costituiscono una fase del percorso professionale della donna, valida per acquisire competenze e professionalità che potranno essere riconvertite in altri settori; - contribuiscono alla conciliazione di lavoro e famiglia, offrendo servizi di qualità a costi contenuti; 5. mette in guardia da eventuali rischi, in particolare di impieghi precari e sottopagati e di marginalizzazione in settori di attività tradizionalmente femminili; 6. osserva che i principali ostacoli allo sviluppo dell'economia sociale, incluse le cooperative, sono un quadro giuridico non sempre adeguato, difficoltà di finanziamento, scarsa solvibilità della domanda privata o assenza di un mercato privato, difficoltà di reperire risorse umane adeguate, inclusa quella imprenditoriale, problemi di tipo organizzativo e difficoltà nei rapporti con le amministrazioni pubbliche; Politiche e strumenti 7. ritiene che l'Unione europea debba promuovere attivamente l'economia sociale nel quadro della strategia per l'occupazione, rafforzando il quadro legislativo, assicurando coordinamento e sostegno organizzativo e prevedendo risorse finanziarie adeguate; 8. invita la Commissione, al fine di programmare interventi precisi sul piano legislativo e organizzativo, ad effettuare in collaborazione con gli Stati membri a) una ricerca di ampio respiro, non solo sulle dimensioni dell'economia sociale nei diversi paesi europei, ma anche sulle caratteristiche peculiari dei modelli di impresa sociale che si vanno delineando; b) una valutazione dell'impatto sull'occupazione femminile dell'economia sociale (in particolare le cooperative), sulla base di dati aggiornati e disaggregati per i due sessi; 9. vede un segnale positivo nella comunicazione della Commissione sulle associazioni e fondazioni e nella decisione di istituire il comitato consultivo delle CMAF; chiede che la Commissione completi tali iniziative con un Libro bianco sulle cooperative e le imprese sociali, sulla base degli studi e delle ricerche di cui sopra; 10. sollecita, al fine di sbloccare la situazione di stallo che caratterizza l'azione legislativa dell'Unione!venga inclusa una riflessione sul contributo apportato da questo settore alla lotta contro la disoccupazione e alla qualificazione professionale delle donne; 11. chiede alla Commissione di inserire sistematicamente, e in un'ottica di pari opportunità, l'economia sociale nelle misure a favore delle PMI e dell'occupazione, e di garantire il coordinamento tra le diverse direzioni generali, così da ottimizzare i risultati e concentrare le limitate risorse su obiettivi di occupazione; 12. chiede di destinare parte dei fondi del nuovo titolo di bilancio B5-5 alle donne nelle imprese dell'economia sociale; 13. chiede che nella valutazione dei risultati della linea "terzo sistema e occupazione¨, prevista per il 1999, venga inclusa una riflessione sul contributo apportato da questo settore alla lotta contro la disoccupazione e alla qualificazione professionale delle donne; 14. chiede alla Commissione di studiare modalità per sviluppare l'imprenditorialità femminile nell'economia sociale, specialmente per le imprese più innovative e non solo quelle che seguono il modello tradizionale di servizi di assistenza sociale e di valorizzare a tal fine i programmi esistenti; 15. chiede stanziamenti specifici nel FSE per offrire una formazione adeguata, mirata alle nuove qualifiche e professioni e volta ad acquisire, oltre a competenze tecniche, qualifiche come spirito d'équipe, iniziativa e gestione dei progetti; 16. chiede alla Commissione - di potenziare il sostegno organizzativo, promuovendo consorzi, reti d'informazione, la costituzione e messa in rete di agenzie dell'economia sociale che offrano formazione, consulenza e assistenza tecnica ; - di svolgere un ruolo catalizzatore nella diffusione di prassi migliori, favorendo scambi di esperienze e gemellaggi di imprese; - di migliorare l'informazione orientandola alle esigenze specifiche delle donne; 17. chiede inoltre alla Commissione - uno studio sull'incidenza e le cause del lavoro nero negli Stati membri, concorrenza sotterranea ai nuovi bacini d'impiego e fattore di marginalizzazione dei lavoratori, spesso donne; - progetti pilota sulle cooperative per l'integrazione lavorativa delle immigrate; - nel piano d'azione per Internet, siti di informazione sugli strumenti dell'economia sociale per l'occupazione e l'imprenditorialità femminile; - un adeguamento delle normative comunitarie in materia di appalti, per tener conto delle specificità dell'economia sociale; - di presentare una proposta di modifica della sesta direttiva IVA in modo da avviare l¨applicazione di un aliquota ridotta su base sperimentale a vantaggio di servizi ad alta intensità di occupazione prestati dal terzo settore; 18. chiede agli Stati membri di prevedere - nei piani d'azione annuali, iniziative concrete per l'economia sociale; - un contesto giuridico che favorisca l'organizzazione dell'economia sociale, cooperative incluse, e il partenariato pubblico-privato; - incentivi finanziari e fiscali, inclusa una riduzione dell'IVA per le imprese sociali ad alta intensità di lavoro e creatrici di occupazione in particolare per le donne, e la semplificazione delle procedure, così da favorire anche l'integrazione dell'economia sommersa nel settore formale; - un più facile accesso al credito, anche incentivando il partenariato con le istituzioni finanziarie dell'economia sociale; - incentivi finanziari per la costituzione di cooperative di donne; 19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e ai governi degli Stati membri.