51998AC0102

Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni: "L'industria aerospaziale europea: rispondere alla sfida mondiale"»

Gazzetta ufficiale n. C 095 del 30/03/1998 pag. 0011


Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni: "L'industria aerospaziale europea: rispondere alla sfida mondiale"»

(98/C 95/04)

La Commissione, in data 30 settembre 1997, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 198 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale in merito alla comunicazione di cui sopra.

La Sezione «Industria, commercio, artigianato e servizi», incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Sepi, in data 7 gennaio 1998.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 28 gennaio 1998, nel corso della 351a sessione plenaria, con 112 voti favorevoli e 4 astensioni, il seguente parere.

1. Introduzione

1.1. La Commissione apre con questa discussione un vasto dibattito sull'industria aerospaziale europea per definire una politica industriale che ne aumenti la competitività e il ruolo a livello mondiale.

1.2. Risulta chiara infatti l'importanza fondamentale di questo settore e la necessità di un impegno politico dei governi degli Stati membri per il ruolo decisivo che deve svolgere nello scenario industriale dell'Unione europea.

1.3. La comunicazione arriva in un momento molto opportuno e si colloca coerentemente dopo quella sull'industria della difesa e quella aerospaziale.

1.4. Siamo infatti in un contesto in cui l'industria aerospaziale deve affrontare profondi mutamenti interni ed internazionali, sul piano dei finanziamenti e su quello delle ristrutturazioni aziendali, su quello delle strutture di produzione e su quello dell'innovazione tecnologica ().

1.5. Il Comitato, avendo già espresso i pareri sulle sfide dell'industria della difesa () e dello spazio (), si limiterà in questo parere ad affrontare soprattutto i problemi dell'industria aeronautica (), rilevando tuttavia che i tre comparti sono uniti da un vincolo stretto, sia in quanto le imprese e lo sviluppo tecnologico sono grosso modo simili, sia perché i tre comparti stanno vivendo una fase storica caratterizzata da profondi cambiamenti.

1.6. La Commissione coglie con tempestività il contesto mondiale che si fa ogni giorno più inquietante nel settore aeronautico a causa:

a) di una maggiore concorrenza internazionale;

b) di una riduzione dei finanziamenti pubblici;

c) dell'innovazione tecnologica e del dinamismo dei mercati.

1.7. Le imprese devono essere poste in grado, attraverso l'opportuna risposta istituzionale degli Stati e dell'Unione europea, di superare le attuali difficoltà e di far svolgere al settore quel ruolo di impulso economico che lo ha caratterizzato nei precedenti decenni.

1.8. Al riguardo, il Comitato accoglie con estremo favore la dichiarazione, del dicembre 1997, che impegna le industrie europee di Airbus a presentare, entro aprile 1998, un progetto chiaro di riorganizzazione. Il Comitato lo considera una prima espressione della volontà politica dei governi da estendere ad altre industrie ed altri settori.

2. La comunicazione della Commissione

2.1. La Commissione parte dalla constatazione che è senso comune che l'attuale struttura dei mercati «non permetterà che ad un limitato numero di capofila industriali di livello internazionale, di mantenere la loro competitività e il successo commerciale».

2.2. Oggi la divisione del mercato mondiale per i grossi velivoli commerciali presenta una sorta di duopolio con una quota di mercato del 70 % per la Boeing-McDonnell Douglas e il 30 % per Airbus.

2.3. La comunicazione evidenzia la crescita nella complessità di prodotti aeronautici e la conseguente crescita dei costi e dell'impegno finanziario che rende molto ristretto il novero delle entità che possono affrontarli con la necessaria credibilità. Ne deriva che in nessuno degli Stati membri, presi singolarmente, esistono le condizioni per sostenere questa sfida.

2.4. Gli USA stanno infatti procedendo, sulla base di un'analisi simile, a formidabili processi di fusione di aziende, che stanno portando l'industria americana a concentrarsi intorno a tre grandi poli: Lockheed Martin, Boeing-McDonnell Douglas e Raytheon.

2.5. Queste concentrazioni consentono oltre alla necessaria semplificazione delle scelte manageriali ed alla solidità finanziaria, di far fronte agli andamenti ciclici che caratterizzano il mercato civile e di utilizzare al massimo le sinergie tra i vari comparti.

2.6. In questo quadro, procedendo sempre nell'analisi della situazione americana rispetto a quella europea, la Commissione elenca i vantaggi di cui essa gode per:

a) l'utilizzo anche ai fini civili della spesa per la difesa soprattutto per i prodotti duali e per la R& S;

b) un quadro di regolamentazione unitaria ed un mercato unico completamente realizzato;

c) il sostegno politico-commerciale sul mercato mondiale.

2.7. Di fronte a questa situazione ed all'emergere di nuovi concorrenti nei paesi terzi (Brasile, Giappone, Cina, ecc.), l'industria europea è ancora frammentata e dispersa, con strutture molto più ridotte, incapaci di rispondere a questi processi di razionalizzazione e di concentrazione soprattutto negli USA.

2.8. Sottolineata l'importanza di questa industria nel panorama economico, tecnologico ed occupazionale continentale, la Commissione propone alcune misure ritenute necessarie per affrontare questa situazione.

2.9. La Commissione sottolinea come le soluzioni di collaborazione adottate finora, o quelle che potrebbero profilarsi in futuro a livello internazionale, sono del tutto insufficienti a dare competitività, autonomia e ruolo mondiale all'industria europea in questo nuovo contesto, e che soluzioni nazionali non sono credibili.

2.10. Di qui la proposta di raggruppamenti europei, che come mostra l'esperienza dell'Airbus, è la sola via per raggiungere un certo livello di competitività. A questo punto la Commissione si pone il problema su quale è la soluzione più realistica e promettente tra una concentrazione globale di tutti i gruppi multisettoriali.

2.11. L'opzione della Commissione sembra indirizzarsi verso la soluzione di concentrazioni per settori tecnologici, non perché non ci si renda conto dei vantaggi di una soluzione globale, quanto perché allo stato attuale della situazione, questa soluzione è più realistica e sufficientemente efficace.

2.12. Anche questa soluzione tuttavia esige un formidabile sforzo di ristrutturazione alla quale gli Stati e l'Unione europea devono dare il massimo appoggio in termini di finanziamento della R& S, realizzando un contesto interistituzionale e regolamentare favorevole.

2.13. Infine un'azione particolare deve essere prevista a livello europeo per sostenere l'azione commerciale dell'industria europea nel mondo.

3. Considerazioni generali

3.1. Il Comitato si compiace per questo documento che giunge in un momento molto delicato per il settore aeronautico ed è dell'avviso che le industrie nazionali non sono in grado, da sole, in generale di sostenere il livello di concorrenza mondiale.

3.2. Non può tuttavia non rilevare che anche prima della fusione tra Boeing e McDonnell Douglas l'industria europea aveva bisogno di superare il suo stato di frammentazione nazionale e all'interno degli Stati tra le imprese.

3.3. La comunicazione è sintetica e coraggiosa e indica scelte precise di politica industriale con una chiarezza non consueta in altri documenti della Commissione.

3.4. La comunicazione si inserisce perfettamente tra quelle precedenti che riguardavano l'industria della difesa e quella spaziale in senso stretto, facendo emergere a ragione gli stretti legami che esistono tra questi comparti.

3.5. Il Comitato vuole sottolineare questo legame, che deve essere mantenuto per fornire sostegno all'industria velivolistica, caratterizzata da un mercato commerciale soggetto a forti oscillazioni cicliche.

3.6. Tuttavia il Comitato non può non rilevare come la produzione dei velivoli da combattimento non potrà a lungo termine svolgere fino in fondo questo ruolo tradizionale e il settore spaziale difficilmente potrà supplire, date le sue dimensioni. Molto importante è perciò creare strutture industriali le cui dimensioni consentano di ammortizzare l'altalenanza dei cicli produttivi.

3.7. Il Comitato è d'accordo sulla necessità di una concentrazione e, in definitiva, di favorire la costruzione di un'industria aerospaziale europea, per tutte le ragioni esposte nella comunicazione, ma anche perché questo settore ha un importante ruolo per il mantenimento e la crescita di livelli occupazionali qualitativamente elevati e quindi fondamentali negli equilibri della società e per la competitività dell'economia europea.

3.8. La comunicazione della Commissione trascura la necessità di accompagnare i progetti industriali con una forte azione di formazione professionale omogenea ed europea. In tal senso i fondi strutturali dovrebbero favorire una vasta attività di formazione sia per i giovani che dovranno accedere all'industria aeronautica che per la riqualificazione professionale del personale già assunto.

3.9. Altrettanto importante sarà armonizzare, in ambito europeo, il livello dei corsi di laurea in ingegneria aeronautica magari utilizzando anche in questo campo lo strumento delle «reti tematiche» come già avvenuto per altri settori.

3.10. Il processo di ristrutturazione avrà sicuramente conseguenze sociali importanti, forse anche in alcune regioni sfavorite. L'Unione europea deve essere pronta ad impegnarsi con i suoi fondi strutturali per favorire il reimpiego dei lavoratori e la loro riqualificazione professionale.

3.11. Il finanziamento dei processi di ristrutturazione attraverso gli strumenti comunitari esistenti o da individuare può avere un effetto decisivo in questa fase anche in considerazione dell'analogo sostegno che le imprese del settore ricevono in altri paesi (come negli Stati Uniti, dove si valuta che, senza il sostegno governativo, il processo di ristrutturazione sarebbe stato solo del 20 %, e in Giappone).

3.12. La Commissione è chiamata a sostenere con sempre maggiore impulso la definizione sia di requisiti tecnici comuni che di normative per la gestione e la sicurezza della navigazione aerea. Dovrà essere altresì perseguita una tempestiva armonizzazione tra le normative in uso in ambito internazionale (Europa-Stati Uniti-paesi terzi). Lo sviluppo reciproco di standard tecnici tra l'Europa e gli Stati Uniti consentirebbe senz'altro una diminuzione dei carichi di lavoro ed eviterebbe inutili duplicazioni.

3.13. Una politica commerciale più efficace passa attraverso l'affermazione di un'identità europea a livello internazionale, non solo per quanto riguarda l'industria della difesa, ma anche per quella aeronautica, spaziale, ecc.

3.14. Il Comitato esprime il suo pieno appoggio ad una nuova pianificazione strategica, concordata attraverso un dialogo con l'industria, dotata di nuove funzioni di gestione a livello europeo per la R& S. È questo infatti uno dei punti chiave per l'industria aerospaziale (velivoli civili, militari e spazio).

3.15. Il Comitato ribadisce come ha già fatto per i pareri sull'industria della difesa e quella spaziale, che il rilancio in questi settori potrà avvenire solo se gli Stati membri si impegneranno a fondo in direzione univoca, accettando di darsi obiettivi economici comuni e mettendo a disposizione i loro strumenti.

3.16. Nella prospettiva dell'allargamento dovranno essere inoltre considerati i problemi e le opportunità che potrebbero derivare dall'ingresso di nuovi paesi (Est Europeo).

4. Considerazioni specifiche

4.1. Dal documento della Commissione ed anche nell'esperienza americana e dell'Airbus, emerge chiaramente l'esigenza di strutture industriali unificate e ciò presuppone la fusione come obiettivo finale. Ma oggi la fusione tra società europee di diversi paesi è molto ardua. Il varo dello statuto della Spa europea, malgrado le difficoltà che incontra, è perciò molto importante per questo settore.

4.2. Una struttura industriale basata su tre grandi raggruppamenti (velivoli, motori ed equipaggiamenti) ha molti vantaggi, ma determina di fatto un «European champion» per raggruppamento con possibili effetti negativi sul piano della rigidità al cambiamento e di una eccessiva verticalizzazione. Esso appare tuttavia indispensabile per creare un soggetto in grado di competere nel mercato globale.

4.3. Per dare comunque flessibilità al sistema ed incrementare l'occupazione si dovrebbe favorire la crescita di una rete di piccole e medie imprese europee che attivino il decentramento di una parte consistente della produzione, utilizzando anche in altri settori le ricadute tecnologiche. La necessità di un adeguato sostegno al comparto delle piccole e medie imprese depositarie di un elevato contenuto tecnologico è stata del resto ribadita anche in occasione del recente vertice sull'occupazione tenutosi in Lussemburgo, dove sono state altresì previste adeguate misure di finanziamento.

4.3.1. In quest'ottica potrà essere inoltre determinante l'attivazione delle opportune sinergie anche attraverso le università e i centri di ricerca.

4.4. Preoccupazione costante in questo processo di transizione sarà quella di raggiungere alti livelli di efficienza e competitività nei confronti dei principali concorrenti attraverso una tempestiva azione di ristrutturazione individuando obiettivi e politiche commerciali comuni.

4.5. Un forte impulso deve essere dato da parte delle istituzioni dell'UE e dei singoli Stati all'istituzione di un'autorità europea per la sicurezza aerea e di un sistema integrato di controllo del traffico aereo e un livello di infrastrutture a terra in considerazione anche delle esigenze future.

4.6. Una particolare attenzione dovrà essere riservata alle azioni in materia di politica ambientale soprattutto per quanto riguarda gli aeroporti e le loro adiacenze sviluppando le tecnologie in grado di ridurre l'inquinamento sia atmosferico che acustico.

4.7. Per la R& S sarà necessario ampliare le risorse ad oggi disponibili nei programmi specifici e, in particolare, ciò dovrebbe trovare concreta applicazione nel V° programma quadro. Inoltre, un aspetto determinante sarà il trasferimento delle tecnologie dal militare al civile e viceversa sostenendo la ricerca sui prodotti duali. Altrettanto importante sarà l'avvio di programmi comuni di ricerca coordinati a livello europeo utilizzando anche le risorse dei programmi nazionali dei singoli paesi e ipotizzando altresì ulteriori strumenti di intervento da parte dell'UE.

4.8. L'Unione europea dovrebbe inoltre considerare, quale sostegno alle industrie europee di recente ristrutturazione, il finanziamento di programmi comuni quali: un sistema di sorveglianza/monitoraggio integrato (multidisciplinare mare-cielo-terra-spazio) per la sicurezza continentale globale; un sistema di trasporto aereo militare/civile (FLA); un sistema di navigazione satellitare.

4.9. Il Comitato, infine, considerando complessivamente i tre comparti (difesa, spazio e aeronautica) ritiene che per stare alla pari con il sistema di politica industriale americano in settori che richiedono importanti contributi istituzionali e finanziari sia necessario dotarsi di strumenti di finanziamento e di modulazione della spesa pubblica a livello continentale. Ciò presuppone un salto di qualità nel processo politico di integrazione europea.

4.10. È in ogni caso indispensabile assicurare una migliore efficacia dell'apertura dei mercati pubblici che permetta all'industria aerospaziale europea di beneficiare di nuovi sbocchi.

4.11. Il Comitato accoglie con favore la richiesta di consultazione da parte della Commissione di un parere nel merito del nuovo documento sull'industria della difesa () e chiede di essere consultato sul prosieguo delle iniziative a sostegno dell'industria aerospaziale.

Bruxelles, 28 gennaio 1998.

Il Presidente del Comitato economico e sociale

Tom JENKINS

() A questo proposito la Commissione ha approvato, il 12 novembre 1997, il Piano d'azione sull'industria della difesa che avrà effetto anche su questo settore.

() Parere del Comitato in merito alla Comunicazione della Commissione «Le sfide cui deve far fronte l'industria europea legata al settore della difesa: Contributo per un'azione a livello europeo» - GU C 158 del 26.5.1997, pag. 32.

() Parere del Comitato in merito alla Comunicazione della Commissione «L'Unione europea e lo spazio: Promuovere le applicazioni, i mercati e la competitività dell'industria» (CES 101/98 ).

() Per industria aeronautica si intende sia quella velivolistica che quella per la produzione di elicotteri.

() Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sull'«Attuazione della strategia dell'Unione in materia d'industria connessa con la difesa» - (COM(97) 583 def.).