PARERE DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE in sull' iniziativa comunitaria concernente le zone urbane (URBAN)
Gazzetta ufficiale n. C 295 del 22/10/1994 pag. 0089
Parere sul - Futuro delle iniziative comunitarie nel quadro dei fondi strutturali, - Iniziativa comunitaria concernente le zone urbane (Urban), e - Iniziativa comunitaria concernente l`ammodernamento dell`industria tessile e dell`abbigliamento in Portogallo (94/C 295/19) La Commissione ha deciso, in data 15, 16 e 22 marzo 1994, conformemente al disposto dell`articolo 198 del Trattato che istituisce la Comunità economica europea, di consultare il Comitato economico e sociale in merito ai seguenti documenti : Futuro delle iniziative comunitarie nel quadro dei fondi strutturali, Iniziativa comunitaria concernente le zone urbane (Urban), Iniziativa comunitaria concernente l`ammodernamento dell`industria tessile e dell`abbigliamento in Portogallo. La Sezione « Sviluppo regionale, assetto territoriale e urbanistica », incaricata dall`Ufficio di presidenza del Comitato economico e sociale, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Christie, in data 24 maggio 1993. Il Comitato economico e sociale ha adottato all`unanimità il 2 giugno 1994, nel corso della 316a sessione plenaria, il seguente parere. 1. Introduzione 1.1. Nel settembre 1993, il CES ha adottato un parere (doc. CES 771/93) sulla Comunicazione della Commissione intitolata « Futuro delle iniziative comunitarie nel quadro dei fondi strutturali » [doc. COM(93) 282 def.] esprimendo pieno appoggio per la continuazione delle iniziative comunitarie. Al contempo il Comitato approvava la proposta della Commissione di razionalizzare le iniziative comunitarie sospendendone alcune e raggruppandone in modo diverso altre - cui, ove necessario, si aggiungono nuove iniziative - basata sui seguenti cinque temi generali : - cooperazione e reti transfrontaliere, transnazionali e interregionali, - sviluppo rurale, - regioni ultraperiferiche, - occupazione e sviluppo delle risorse umane, - gestione delle trasformazioni industriali. 1.2. In seguito a richieste specifiche, la Commissione ha deciso di aggiungere altre due iniziative per coprire i settori : - zone urbane, - pesca. 1.3. Infine la Commissione darà il via ad un`iniziativa a beneficio delle piccole e medie imprese (PMI) sotto il capitolo « Trasformazioni industriali ». 1.4. Nell`illustrare il presente programma di iniziative proprie, la Commissione garantisce, da un lato, la continuità dei programmi esistenti, e, dall`altro, l`introduzione di nuovi. Molte delle iniziative proposte costituiscono una continuazione dei programmi esistenti. Interreg continua e includerà l`iniziativa Regen fino al momento in cui i progetti inizialmente approvati saranno stati portati a termine. L`iniziativa Leader continua con Leader II che otterrà fondi molto più ingenti che in precedenza. La Commissione continuerà inoltre a promuovere iniziative comunitarie per affrontare i problemi delle regioni in cui si è registrato il declino delle industrie tradizionali - Rechar, Resider, Konver e Retex - costruendo sul contributo alla trasformazione industriale quale risultato della prima fase di iniziative comunitarie. 1.5. Il Comitato economico e sociale ha espresso il proprio appoggio a tali programmi in passato e continua a farlo in questa sede. 1.6. Le iniziative comunitarie si rivolgeranno, come in passato, ai complessi problemi del mercato del lavoro e della trasformazione industriale che l`Unione europea si trova a dover affrontare. Singole iniziative nel campo dell`occupazione riguarderanno i gruppi di lavoratori svantaggiati oltre che la disoccupazione giovanile e di lungo periodo. Una nuova iniziativa, Adapt, promuoverà l`adattamento della forza lavoro nel contesto della trasformazione industriale e sarà collegata al nuovo obiettivo 4 dei Fondi strutturali. 1.7. Il Comitato loda gli sforzi della Commissione nell`identificare iniziative innovative tese alla risoluzione dei complessi e profondamente radicati problemi del mercato del lavoro e della flessibilità industriale. Tali politiche contribuiranno ad accrescere la competitività in tutto il territorio dell`Unione. In un momento in cui il livello ufficiale della disoccupazione nell`Unione europea è dell`11,6 % pari oltre a 19 milioni di cittadini - è oltremodo adeguato che siano attuate quelle iniziative comunitarie che si pongono l`obiettivo primario del mantenimento o della creazione di posti di lavoro. Come il Comitato ha notato in passato, la forza delle iniziative comunitarie sta nel fornire una rapida risposta ai problemi emergenti e nel consentire l`identificazione dei meccanismi adeguati per stabilire la politica da seguire. Resta di importanza vitale che tali iniziative continuino a riflettere un`impostazione « dal basso verso l`alto » (« bottom-up ») garantendo il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in particolare gli interlocutori economici e sociali. 1.8. Il Comitato desidera tuttavia sottolineare che attraverso le sole iniziative comunitarie si potrà dare unicamente un contributo limitato alla lotta alla disoccupazione nell`UE. La particolare caratteristica delle iniziative comunitarie è l`introduzione di politiche innovative e sperimentali da cui vengono tratte informazioni che possono risultare utili in tutta l`UE. Di conseguenza, risulta essenziale che le iniziative comunitarie di comprovata efficacia vengano adottate e inserite in un quadro sistematico di misure ed estese al di là del programma delle iniziative comunitarie. La responsabilità ultima di garantire finanziamenti sufficienti per rafforzare programmi efficaci spetta agli Stati membri. Il Comitato raccomanda che le parti interessate degli Stati membri, compresi gli interlocutori economici e sociali continuino, insieme alla Commissione, a controllare le iniziative comunitarie ed estendano i programmi che permettono di ridurre la disoccupazione. 1.9. Le iniziative comunitarie rappresentano soltanto uno dei numerosi programmi dell`UE tesi ad aumentare la competitività e a promuovere la crescita e le opportunità d`impiego. Durante tutto il 1993, sulla scia dell`iniziativa per la crescita europea varata dal Consiglio europeo nel dicembre 1992, sono stati elaborati vari strumenti per aumentare l`occupazione, la crescita e la competitività nell`UE. Il Libro bianco presentato in dicembre 1993 costituisce un ulteriore sviluppo in tal senso. Il successo delle numerose misure volte ad aumentare l`occupazione e la competitività, incluse alcune iniziative comunitarie, dipenderà in parte dal livello di coordinamento di tali misure. Il Comitato chiede alla Commissione e agli Stati membri di vagliare le misure necessarie per garantire un opportuno livello di coordinamento. 2. Osservazioni generali 2.1. I fondi per le iniziative comunitarie ammontano a 13,45 miliardi di ECU per il periodo 1994-99. Le previsioni finanziarie indicano che il 62 % della totalità degli stanziamenti sarà assegnato alle regioni dell`obiettivo 1. La decisione di aggiungere altri due temi - zone urbane e pesca - ai cinque già proposti, oltre a iniziative comunitarie a favore delle PMI e dell`industria tessile portoghese, significa che le riserve non ancora assegnate sono pari a 1,6 miliardi di ECU, poco meno del 12 % del totale. Il Comitato ritiene che, data la situazione, si tratti di una riserva inadeguata, di gran lunga inferiore al 25 % inizialmente proposto. L`esperienza ha dimostrato che nelle economie contemporanee si possono verificare scossoni improvvisi in alcuni settori chiave, e date le prospettive finanziarie, la Commissione possiede scarse possibilità di far fronte a simili eventualità. 2.1.1. Benché il Comitato ritenga che la riserva proposta sia inadeguata, è di fondamentale importanza che in questa fase la riserva disponibile non venga assegnata a programmi specifici, ma resti a disposizione della Commissione per far fronte a eventi imprevisti. 2.2. Pur sottoscrivendo i motivi addotti per le nuove iniziative comunitarie proposte, il Comitato teme che l`introduzione di nuovi programmi per aree nuove e l`ampliamento di alcuni dei programmi esistenti possa ridurre i fondi già esigui disponibili per le iniziative in misura tale da impedire di raggiungere la « massa critica » di contributi necessaria per garantire l`efficacia delle diverse misure. Ciò solleva ancora una volta il problema dell`adeguatezza delle risorse finanziarie globalmente assegnate al programma delle iniziative comunitarie. 2.3. Il Comitato si rammarica che la Commissione a tutt`oggi non sia stata in grado di presentare valutazioni e stime riguardanti la prima fase delle iniziative comunitarie. Dato che numerose iniziative per loro stessa natura sono sperimentali e innovative, è essenziale che, se necessario, le valutazioni siano disponibili. Di conseguenza, il Comitato ritiene che la Commissione dovrebbe fornire valutazioni periodiche relative all`impatto delle iniziative. Per essere d`aiuto in tal senso il Comitato raccomanda che per ogni iniziativa comunitaria, ove possibile, vengano stabiliti obiettivi precisi, e che il raggiungimento di tali obiettivi sia adottato come ulteriore criterio per valutare l`impatto dell`iniziativa nel tempo. Se, in seguito a una valutazione, risulta che un`iniziativa comunitaria non raggiunge gli obiettivi concordati, essa dovrebbe essere opportunamente modificata o, qualora ciò non fosse possibile, abbandonata. 2.4. La Commissione ha provveduto in un certo senso a razionalizzare il programma delle iniziative comunitarie riunendo diversi programmi specifici sotto titoli più ampi. Benché durante la prossima fase le proposte determineranno un aumento, piuttosto che una diminuzione, del numero di iniziative comunitarie, queste saranno incentrate d`ora innanzi, su obiettivi specifici. Ciò non solo dovrebbe aumentare l`efficacia dei programmi, ma dovrebbe altresì facilitare il processo di controllo e valutazione. 2.4.1. Il Comitato teme che, estendendo la zona di ammissibilità di talune iniziative, oltre le aree solitamente ammissibili a beneficiare di contributi nel quadro dei fondi strutturali le proposte della Commissione possano compromettere il contributo specifico delle iniziative comunitarie, che consiste nella promozione della coesione. 2.5. Il Comitato ha sottolineato l`importanza di coinvolgere le parti economiche e sociali nell`attuare le iniziative comunitarie, in linea con gli orientamenti su cui le politiche strutturali si basano. Tuttavia, di solito, le parti economiche e sociali non sono coinvolte in tale processo. Il Comitato chiede alla Commissione di presentare proposte specifiche che garantiscano il coinvolgimento delle parti economiche e sociali, per esempio fornendo aiuti tecnici alle parti sociali. Diversamente ciò potrebbe costare caro in quanto le iniziative comunitarie risultano sempre più incentrate su problemi di occupazione e competitività. 2.6. Il Comitato è preoccupato per il poco tempo disponibile dopo la conclusione delle consultazioni relative alle presenti proposte in merito a iniziative comunitarie per l`elaborazione e l`approvazione di proposte in modo che primi impegni possano essere presi nel 1994. 2.7. Il Comitato auspica inoltre una modifica delle procedure relative alle iniziative comunitarie nel quadro dei fondi strutturali con lo scopo di renderle più semplici ed efficaci. 3. Osservazioni specifiche 3.1. L`iniziativa Interreg II riprende Interreg I e Regen. In base ai regolamenti riveduti potranno beneficiare dei contributi tutti i territori frontalieri interni ed esterni. Il Comitato ribadisce che, essendo l`obiettivo principale delle iniziative comunitarie il rafforzamento della coesione economica e sociale, l`iniziativa Interreg II dovrebbe essere principalmente rivolta alle aree che di norma beneficiano dell`assistenza nel quadro dei Fondi strutturali. Le nuove proposte fanno temere un`eccessiva frammentazione delle risorse che impedirebbe di ottenere l`impatto desiderato sulle regioni ammissibili. 3.1.1. Il Comitato si rammarica del fatto che la Commissione non abbia tenuto conto della sua raccomandazione di includere nel programma Interreg anche la cooperazione transnazionale e interregionale fuori dalle zone di frontiera. La cooperazione transnazionale, in particolare tra regioni dotate di strutture produttive simili, compresa la cooperazione con regioni in Stati non membri confinanti (ivi inclusi l`Europa centrale e orientale e gli Stati mediterranei) presenta vantaggi notevoli. Il Comitato ritiene che i regolamenti esistenti non offrano una cornice sufficientemente ampia per la cooperazione transnazionale soprattutto tra le regioni che potrebbero beneficiare in modo particolare di tale cooperazione. Il Comitato raccomanda che gli interventi riguardanti la cooperazione transnazionale vengano fatti rientrare nell`iniziativa Interreg. 3.1.2. Il Comitato è favorevole all`estensione delle aree d`intervento all`interno coperte dall`iniziativa Interreg II - istruzione, sanità, servizi di comunicazione, formazione linguistica, pianificazione territoriale nelle regioni frontaliere e misure complementari alle reti transeuropee - affinché le regioni di confine possano usufruirne pienamente. Ciò aumenterà in ogni caso il potenziale per uno sviluppo economico autonomo, soprattutto ove venga garantita la piena partecipazione di tutte le autorità regionali e locali (settore pubblico, settore privato e parti sociali) nella definizione e attuazione delle politiche e nella valutazione dei risultati. 3.1.3. Il Comitato deplora la posizione della Commissione di ammettere solo pochissime frontiere marittime a beneficiare di Interreg, ma approva che alle frontiere già contemplate siano aggiunte due nuove frontiere marittime interne. Il Comitato tuttavia ritiene importante che, ove una nuova frontiera marittima venga specificamente ammessa a beneficiare dei contributi d`Interreg, siano prese le misure necessarie per garantire che tali contributi non danneggino la competitività di una regione adiacente dell`UE ammessa a beneficiare dei fondi strutturali (obiettivo 1) ma non dei contributi Interreg. Inoltre, il Comitato raccomanda che, per quanto concerne i casi ammessi a beneficiare dei contributi Interreg, la Commissione verifichi - ove ciò risulti possibile - che tali contributi siano distribuiti equamente in tutta la regione interessata. 3.1.4. Il Comitato accoglie favorevolmente la proposta della Commissione di far rientrare nell`iniziativa Interreg II altre due frontiere marittime esterne. Nota tuttavia la mancanza di una spiegazione relativa ai criteri utilizzati per stabilire l`ammissibilità in tali casi. La Commissione dovrebbe spiegare per quale motivo altre frontiere - come per esempio quella tra Sicilia e Tunisia - non sono state scelte. 3.1.5. Il Comitato conviene che, per garantire una maggiore flessibilità, è necessario verificare se non sia più opportuno dimensionare gli investimenti Interreg a livello di NUTS II. In ogni caso il Comitato è favorevole al mantenimento di una certa flessibilità all`interno d`Interreg II al fine di rendere disponibile l`assistenza anche a zone non frontaliere, ove ciò risulti necessario, al fine di garantire che i territori di confine traggano beneficio dall`iniziativa. 3.1.6. Il Comitato prende atto del fatto che Interreg II consentirà di completare le reti energetiche previste nel quadro di Regen, ma nota altresì che non è previsto l`avvio di nuovi programmi di questo tipo nel quadro di Interreg II. Il Comitato non ha avuto informazioni a sostegno della proposta di concludere l`iniziativa Regen. 3.2. L`iniziativa comunitaria Leader I è seguita da Leader II, a cui sono stati destinati 1,4 Miliardi ECU, dei quali 900 MECU saranno assegnati alle regioni dell`obiettivo 1. Il Comitato vede con favore la continuazione di tale iniziativa. In futuro, le zone rurali dell`UE si troveranno di fronte a nuove sfide e la loro prosperità dipenderà in larga misura dalla capacità di diversificazione introducendo attività non tradizionali. I punti forti del programma Leader sono la flessibilità e l`enfasi sull`approccio « bottom-up ». È fondamentale che tali elementi vengano ampliati nel quadro di Leader II. Al fine di stimolare il coinvolgimento di gruppi locali il Comitato sarebbe favorevole a una maggiore flessibilità per quanto riguarda gli apporti amministrativi che tali gruppi devono dare. 3.2.1. Il Comitato appoggia pienamente la scelta della Commissione di trasferire una maggiore responsabilità per le strategie di sviluppo economico rurale agli operatori locali in quanto solo essi possiedono le informazioni necessarie riguardo alle condizioni del posto. Pertanto, è favorevole anche alle nuove modalità di attuazione proposte che assegnano un ruolo più importante ai partner locali - conformemente al principio di sussidiarietà - nel mettere a punto e attuare programmi nel quadro di una partnership decentralizzata cui prendono parte tutti gli operatori locali interessati. 3.2.2. I criteri per l`ammissibilità a beneficiare dei contributi previsti da Leader II sono, in linea di massima, corretti. Nella fattispecie sono : acquisizione di competenze richieste per elaborare una strategia integrata di sviluppo economico locale; una maggiore enfasi su misure nel complesso innovative che possano fungere da modello ed essere adatte anche ad altre regioni; misure di cooperazione transnazionale e misure intese alla creazione di una rete di sviluppo tra le zone rurali dell`UE. 3.3. L`iniziativa Regis intende promuovere uno sviluppo economico tra le regioni ultraperiferiche dell`Unione - per i dipartimenti francesi d`Oltremare, le Canarie, le Azzorre e Madera i contributi di Regis II resteranno pari a 600 millioni di ECU. Il Comitato vede con favore la continuazione di tale iniziativa. Nota che la portata di Regis II è stata ampliata in modo che i programmi Poseidom, Poseican e Poseima sovvenziona-bili con i fondi strutturali possono continuare e che anche programmi sovvenzionati da altre iniziative, come Stride, Telematique e Prisma potranno essere inglobati da Regis, ciò che dovrebbe aumentare l`efficacia dei programmi stessi. 3.3.1. Pur senza contestare la legittimità del programma Regis e le specifiche necessità delle zone attualmente ammissibili, il Comitato si rammarica del fatto che la definizione di ultraperifericità non sia stata riveduta in modo da ammettere al beneficio dei contributi le zone molto periferiche dell`UE situate in territorio europeo continentale. La perifericità possiede un`importante dimensione economica e geografica, e molte delle zone più lontane dell`Europa continentale sono svantaggiate in termini economici al pari delle regioni ultraperiferiche attualmente ammesse a partecipare al programma Regis. 3.4. Le iniziative comunitarie riguardanti l`occupazione e la valorizzazione delle risorse umane si sviluppano su tre fronti, due dei quali prevedono la revisione di iniziative esistenti, mentre il terzo è costituito da un programma nuovo. L`elaborazione di un`impostazione integrata e più specifica per risolvere particolari problemi di mercato del lavoro - migliorando la flessibilità, l`accesso al mercato del lavoro da parte di gruppi svantaggiati e l`investimento del capitale umano - ha sempre incontrato il favore del Comitato; pertanto, le proposte della Commissione vengono accolte favorevolmente. La proposta di introdurre un`iniziativa specificamente rivolta alla disoccupazione giovanile - Youthstart - viene salutata con particolare entusiasmo. 3.4.1. Il Comitato si dichiara favorevole alla proposta di estendere le iniziative NOW e Horizon. I problemi dei gruppi emarginati e svantaggiati sono tuttora molto sentiti. Le iniziative comunitarie offrono uno strumento particolarmente adeguato per affrontare tali problemi, sempreché in tale quadro si tenga conto di misure di integrazione sociale e di reinserimento. Il Comitato desidera sottolineare che l`estensione delle iniziative NOW e Horizon non dovrebbe in alcun modo compromettere la possibilità, di cui tali gruppi godono attualmente, di beneficiare di aiuti più ampi nell`ambito del Fondo sociale. Il Comitato confida che nello sviluppo e nell`applicazione pratica di tali programmi vengano coinvolte anche le associazioni di solidarietà sociale. 3.4.2. La Commissione mette in evidenza quattro caratteri distintivi dell`iniziativa « Occupazione e valorizzazione delle risorse umane » : transnazionalità, innovazione, impostazione « dal basso verso l`alto » e consolidamento di politiche e programmi comunitari. Il Comitato concorda con la Commissione su tali punti. In particolare, l`iniziativa comunitaria non dovrebbe sovrapporsi alle misure nazionali per l`incremento dell`occupazione dei dodici Stati membri e dovrebbe, per quanto possibile, continuare a proporre nuove soluzioni e impostazioni a beneficio dell`intera Unione. Vale la pena sottolineare ancora una volta che i benefici delle iniziative comunitarie potranno essere sfruttati appieno solo se le autorità nazionali competenti saranno disposte a diffondere e finanziare le iniziative di successo. 3.4.3. Trattandosi di un programma integrato, particolari sforzi devono essere compiuti al fine di garantire il coordinamento all`interno della Commissione e tra la Commissione e gli Stati membri. Di conseguenza, la proposta che lo svolgimento sia coordinato da un unico comitato per ogni Stato membro viene vista in modo particolarmente favorevole. Inoltre, sarebbe opportuno che la Commissione fornisse informazioni dettagliate relative ai meccanismi utili per facilitare l`intercambio di know-how ed esperienze. 3.5. Un aspetto fondamentale delle proposte della Commissione è costituito dall`introduzione di una serie di misure integrate riguardanti i mutamenti industriali. Il Comitato è favorevole a che sia data priorità a tale obiettivo generale. 3.5.1. L`introduzione di un`iniziativa (Adapt) intesa ad assistere le imprese e i lavoratori nell`adeguarsi alle mutate condizioni che presiedono alla competitività risulta particolarmente importante in un momento come quello attuale, come viene riconosciuto all`obiettivo 4 riveduto dei Fondi strutturali. Le iniziative comunitarie sono inoltre un mezzo adatto per elaborare nuove risposte e il Comitato desidera sottolineare che, nella presente iniziativa, il pieno coinvolgimento delle parti sociali è assolutamente essenziale al fine di garantire il successo dell`impresa. L`adattamento ai mutamenti industriali in vista di un aumento della competitività delle imprese richiede l`attiva partecipazione delle parti sociali oltre che di organismi esterni competenti. Di conseguenza, è opportuno identificare metodi che favoriscano la massima partecipazione delle parti sociali per quanto concerne l`elaborazione e l`applicazione di programmi individuali nel quadro dell`iniziativa Adapt in linea con il principio della sussidiarietà. 3.5.2. L`estensione delle iniziative Rechar, Resider, Retex e Konver viene vista favorevolmente. Tali iniziative sono rivolte in modo specifico alle regioni direttamente interessate alle trasformazioni industriali. Il Comitato prende atto che tali iniziative saranno rivedute entro il 1997 e suggerisce di continuare a tenere sotto stretto controllo i fattori relativi alle industrie interessate in quanto vari elementi - tra cui gli accordi GATT - potrebbero determinare un ulteriore periodo di transizione che continuerà oltre tale data. 3.5.3. La proposta d`introdurre un`iniziativa specifica destinata ad assistere le PMI nel loro sviluppo rappresenta un tentativo di unificare diversi interventi che esistevano nel quadro di precedenti iniziative. La proposta viene vista favorevolmente e risulta in linea con le osservazioni del Comitato contenute in precedenti pareri. Il Comitato prende atto che l`aiuto sarà concentrato sulle PMI nelle regioni dell`obiettivo 1 (80 % del totale) e che la presente iniziativa comprenderà una vasta gamma di misure : esso vede favorevolmente la flessibilità consentita da tale atteggiamento. Proprio perché le misure sono così numerose, tuttavia, risulterà estremamente complesso stabilire l`efficienza delle proposte e verificare l`efficacia globale dell`iniziativa. 3.5.3.1. Il Comitato riconosce che l`obiettivo prioritario dell`azione della Commissione nei confronti delle PMI è quello di fornire assistenza alle imprese in modo da permettere loro di aumentare la competitività sul mercato internazionale. Ritiene che si tratti si una politica impostata correttamente. Le PMI sono tuttavia assistite in diversi modi attraverso altre politiche della Commissione, in particolare quelle della DG XXIII. Anche in questo caso risulta fondamentale il coordinamento tra i diversi programmi; le modalità per garantirlo dovrebbero essere previste con priorità nella prossima fase delle iniziative comunitarie. 3.6. Il Comitato considera favorevolmente le proposte della Commissione di introdurre un`iniziativa comunitaria rivolta ai problemi delle zone urbane. Proprio in queste aree si riscontrano alcuni dei più gravi problemi correlati alla disoccupazione, all`esclusione sociale e alla povertà. Pertanto in tali aree si registra una particolare necessità d`interventi innovativi. L`assistenza nelle zone urbane favorisce inoltre la messa a punto di misure innovative a carattere transnazionale. Tuttavia, il Comitato ritiene opportuno sottolineare nuovamente che, al fine di garantire il massimo impatto, tali azioni comunitarie devono essere coordinate con tutte le misure comunitarie e nazionali già di applicazione. 3.6.1. Il Comitato ritiene necessario segnalare l`importanza di verificare che l`assistenza alle zone urbane non rischi di favorire la migrazione verso i centri urbani aggravando così i problemi esistenti. Inoltre, per la coesione economica e sociale è necessario che le politiche siano incentrate sulle regioni piuttosto che sulle città e le zone urbane. Pur riconoscendo che le zone urbane debbono poter fruire di un`assistenza nel quadro dei Fondi strutturali, tale assistenza dovrebbe essere garantita principalmente ai centri situati nelle regioni di cui agli obiettivi 1 e 2, e anche allora esclusivamente ove sia dimostrato che tale assistenza contribuisce a promuovere la coesione. 3.7. Il Comitato riconosce che il settore della pesca attualmente fa fronte ad una crisi strutturale molto grave e che le regioni la cui economia è basata sulla pesca probabilmente verranno gravemente colpite da tale crisi. Pur accogliendo favorevolmente l`iniziativa Pesca, il Comitato ritiene che le risorse disponibili siano insufficienti per risolvere i problemi che tali regioni si troveranno ad affrontare. È importante che l`iniziativa Pesca preveda misure adeguate per assistere le suddette regioni, ma sarà necessario che sia la Commissione sia le autorità nazionali aumentino le risorse a mano a mano che l`adeguamento previsto dalla politica comune della pesca prende forma. 3.8. Il Comitato riconosce l`importanza di introdurre un`iniziativa comunitaria riguardante l`ammodernamento dell`industria tessile e dell`abbigliamento portoghese e appoggia l`iniziativa proposta. È particolarmente interessante notare che l`obiettivo è modernizzare un`industria già esistente oltre a favorire la conversione verso altre attività economiche. Forse in futuro la lezione tratta dalla situazione portoghese potrebbe essere sfruttata per altri settori offrendo assistenza anche durante la fase di modernizzazione. Il Comitato ritiene essenziale che gli orientamenti proposti riguardo alla presente iniziativa vengano seguiti rigorosamente. 3.8.1. Il Comitato rileva che la dimostrazione, da parte delle imprese, di ottemperare alle norme nazionali relative alle condizioni di lavoro, sarà condizione essenziale per la concessione di contributi comunitari nel quadro di tale iniziativa. Il Comitato propone che la portata di tale condizione sia estesa in modo da comprendere gli accordi nazionali tra le parti sociali. Ciò servirà come garanzia per la posizione delle parti economiche e sociali nell`applicazione di tale iniziativa. 3.9. Il Comitato richiede - come già lo ha fatto in varie occasioni - l`istituzione di un`iniziativa comunitaria relativa alle zone di montagna. I problemi che tali zone si trovano ad affrontare sono diversi da quelli delle zone rurali per i motivi già spiegati nei precedenti pareri del Comitato. (1) 3.10. Il Comitato appoggia la proposta di gestire le iniziative comunitarie, ove possibile, nell`ambito dei QCS, pur riconoscendo che ciò non sarà opportuno in tutti i casi. Ciò garantirà la coerenza di tali programmi con altri aspetti delle politiche strutturali. È tuttavia particolarmente importante garantire il mantenimento del carattere essenzialmente innovativo delle iniziative comunitarie. Il Comitato chiede alla Commissione di verificare periodicamente il contributo delle diverse iniziative in vista del raggiungimento degli obiettivi dichiarati. Ciò potrebbe avvenire attraverso relazioni periodiche su ciascuno dei sette temi intorno a cui le iniziative sono riunite. Mentre esiste un accordo diffuso sul fatto che numerose iniziative della fase precedente hanno contribuito in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi dichiarati, la mancanza di una valutazione precisa non solo ha ostacolato l`analisi delle iniziative, ma ha rafforzato la posizione di quanti erano favorevoli all`abbandono del principio delle iniziative comunitarie. Fatto a Bruxelles, il 2 giugno 1994. Il Presidente del Comitato economico e sociale Susanne TIEMANN (1) « Una politica per le aree montane » GU n. C 175 del 4. 7. 1988. « Revisione dei regolamenti dei Fondi strutturali » GU n. C 201 del 26. 7. 1993. « Il futuro delle iniziative comunitarie nel quadro dei Fondi strutturali » GU n. C 304 del 10. 11. 1993. « Riforma dei Fondi strutturali » GU n. C 175 del 4. 7. 1988.