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1.9.2023 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 312/216 |
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
del 14 luglio 2023
relativa al programma nazionale di riforma 2023 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2023 della Romania
(2023/C 312/23)
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,
visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato per l'occupazione,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato per la protezione sociale,
visto il parere del comitato di politica economica,
considerando quanto segue:
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Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (3) che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza («dispositivo») è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo fornisce sostegno finanziario agli Stati membri per l'attuazione di riforme e investimenti, producendo uno stimolo di bilancio finanziato dall'Unione. In linea con le priorità del semestre europeo, il dispositivo contribuisce alla ripresa economica e inclusiva e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili e favorevoli alla crescita, in particolare riforme e investimenti volti a promuovere le transizioni verde e digitale e a rendere più resilienti le economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a consolidare le finanze pubbliche e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo, a migliorare la coesione territoriale all'interno dell'Unione e a continuare l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell'ambito del dispositivo è stato aggiornato il 30 giugno 2022, a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241. |
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(2) |
Il 22 novembre 2022 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita sostenibile 2023, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2023. Il 23 marzo 2023 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell'analisi annuale della crescita sostenibile 2023, incentrate sulle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva. Sempre il 22 novembre 2022 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta per il 2023, in cui annoverava la Romania tra gli Stati membri che possono presentare squilibri o correre il rischio di presentarli. Il paese deve pertanto essere sottoposto a esame approfondito. La Commissione ha inoltre adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro e una proposta di relazione comune sull'occupazione 2023, che analizza l'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il 16 maggio 2023 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro (4) («raccomandazione sulla zona euro del 2023») e il 13 marzo 2023 la relazione comune sull'occupazione. |
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(3) |
Sebbene le economie dell'Unione diano prova di notevole resilienza, il contesto geopolitico continua ad avere un impatto negativo. Nella sua agenda di politica economica e sociale l'Unione, fermamente al fianco dell'Ucraina, mira, nel breve periodo, a ridurre gli effetti negativi degli shock energetici su famiglie e imprese vulnerabili e, nel medio periodo, a proseguire gli sforzi per realizzare le transizioni verde e digitale, favorire una crescita sostenibile e inclusiva, salvaguardare la stabilità macroeconomica e accrescere la resilienza. L'agenda è fortemente incentrata anche sull'aumento della competitività e della produttività dell'Unione. |
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(4) |
Il 1o febbraio 2023 la Commissione ha pubblicato la comunicazione dal titolo «Un piano industriale del Green Deal per l'era a zero emissioni nette» («piano industriale del Green Deal»). L'obiettivo del piano industriale del Green Deal è stimolare la competitività dell'industria dell'Unione a zero emissioni nette e sostenere la transizione rapida verso la neutralità climatica. Il piano integra gli sforzi in corso nell'ambito del Green Deal europeo e di REPowerEU. Intende creare un contesto più favorevole che consenta di aumentare la capacità dell'Unione di produrre le tecnologie e i prodotti a zero emissioni nette necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell'Unione, nonché di garantire l'accesso alle materie prime critiche necessarie, anche diversificando l'approvvigionamento, sfruttando adeguatamente le risorse geologiche negli Stati membri e massimizzando il riciclo delle materie prime. Il piano industriale del Green Deal si basa su quattro pilastri: un contesto normativo prevedibile e semplificato, un accesso più rapido ai finanziamenti, migliori competenze e l'apertura commerciale per catene di approvvigionamento resilienti. Il 16 marzo 2023 la Commissione ha pubblicato un'ulteriore comunicazione dal titolo «Competitività a lungo termine dell'UE: prospettive oltre il 2030», articolata attorno a nove fattori sinergici, con l'obiettivo di adoperarsi in favore di un quadro normativo propizio alla crescita. La comunicazione definisce le priorità politiche per provvedere in modo attivo a miglioramenti strutturali, investimenti ben mirati e misure normative per la competitività a lungo termine dell'Unione e degli Stati membri. Le raccomandazioni formulate di seguito contribuiscono a rispondere a tali priorità. |
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Nel 2023 il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche continua a evolvere in linea con l'attuazione del dispositivo. La piena attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza rimane fondamentale per realizzare le priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti rispondono a tutte le pertinenti raccomandazioni specifiche per paese formulate negli ultimi anni o a un insieme significativo di esse. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019, 2020 e 2022 rimangono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241. |
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Il regolamento (UE) 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio (5) («regolamento REPowerEU»), adottato il 27 febbraio 2023, mira a una graduale e rapida eliminazione della dipendenza dell'Unione dalle importazioni di combustibili fossili russi. Ciò contribuirà alla sicurezza energetica e alla diversificazione dell'approvvigionamento di energia dell'Unione, aumentando nel contempo la diffusione delle energie rinnovabili, le capacità di stoccaggio dell'energia e l'efficienza energetica. Il regolamento REPowerEU consente agli Stati membri di aggiungere ai rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza un nuovo capitolo dedicato al piano REPowerEU, onde finanziare riforme e investimenti chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi di REPowerEU. Tali riforme e investimenti contribuiranno inoltre a stimolare la competitività dell'industria dell'Unione a zero emissioni nette, come indicato nel piano industriale del Green Deal, e a dare seguito alle raccomandazioni specifiche per paese in materia di energia rivolte agli Stati membri nel 2022 e, se del caso, nel 2023. Il regolamento REPowerEU introduce una nuova categoria di sostegno finanziario non rimborsabile, messo a disposizione degli Stati membri per finanziare nuove riforme e nuovi investimenti connessi al settore dell'energia nell'ambito dei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza. |
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L'8 marzo 2023 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti di politica di bilancio per il 2024 («comunicazione dell'8 marzo 2023»). Essi mirano a sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e a rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche. La Commissione ha inoltre ricordato che la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita sarà disattivata alla fine del 2023. Per il periodo 2023-2024 ha sollecitato politiche di bilancio che garantiscano la sostenibilità del debito a medio termine e aumentino la crescita potenziale in modo sostenibile e ha invitato gli Stati membri a precisare nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza per il 2023 le modalità con cui i loro piani di bilancio garantiranno il rispetto del valore di riferimento del trattato del 3 % del prodotto interno lordo (PIL) e garantiranno la riduzione plausibile e costante del debito, o in che modo intendano mantenere il debito a livelli prudenti a medio termine. La Commissione ha inoltre invitato gli Stati membri a eliminare gradualmente le misure di bilancio nazionali introdotte per proteggere le famiglie e le imprese dallo shock dei prezzi dell'energia, iniziando da quelle meno mirate. Ha precisato che, qualora fosse necessaria una proroga delle misure di sostegno a causa di nuove pressioni imputabili ai prezzi dell'energia, gli Stati membri dovrebbero far sì che dette misure siano molto più mirate a favore delle famiglie e delle imprese vulnerabili. La Commissione ha dichiarato che le raccomandazioni di bilancio saranno quantificate e differenziate. Inoltre, come proposto nella comunicazione del 9 novembre 2022 sugli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'UE, le raccomandazioni di bilancio saranno formulate sulla base della spesa primaria netta. Ha raccomandato che tutti gli Stati membri continuino a tutelare gli investimenti finanziati a livello nazionale e a garantire l'uso efficace del dispositivo e di altri fondi dell'Unione, soprattutto in considerazione degli obiettivi in materia di transizioni verde e digitale e di resilienza. La Commissione ha inoltre indicato che proporrà al Consiglio di avviare, nella primavera del 2024, le procedure per i disavanzi eccessivi basate sul disavanzo in base ai dati di consuntivo per il 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti. |
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(8) |
Il 26 aprile 2023 la Commissione ha presentato proposte legislative per attuare una riforma globale delle regole della governance economica dell'Unione. L'obiettivo centrale delle proposte è rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti. Nelle sue proposte la Commissione mira a migliorare la titolarità nazionale, semplificare il quadro e spostarne il fulcro maggiormente sul medio termine, in combinazione con un'applicazione efficace e più coerente. Secondo le conclusioni del Consiglio adottate il 14 marzo 2023 sugli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'UE, l'obiettivo è concludere i lavori legislativi nel 2023. |
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Il 31 maggio 2021 la Romania ha presentato alla Commissione il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, conformemente all'articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241. A norma dell'articolo 19 del medesimo regolamento, la Commissione ha valutato la pertinenza, l'efficacia, l'efficienza e la coerenza del piano, conformemente agli orientamenti per la valutazione di cui all'allegato V del regolamento. Il 3 novembre 2021 il Consiglio ha adottato la decisione di esecuzione relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza della Romania (6). L'erogazione delle rate è subordinata all'adozione di una decisione della Commissione a norma dell'articolo 24, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/241, che stabilisca che la Romania ha conseguito in misura soddisfacente i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Il conseguimento soddisfacente presuppone che non siano annullati i traguardi e gli obiettivi conseguiti in precedenza. |
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L'11 maggio 2023 la Romania ha presentato il programma nazionale di riforma 2023 e il 10 dello stesso mese il programma di convergenza 2023, in linea con l'articolo 4, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1466/97. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. In conformità dell'articolo 27 del regolamento (UE) 2021/241, il programma nazionale di riforma 2023 rispecchia anche la relazione semestrale della Romania in merito ai progressi compiuti nella realizzazione del suo piano per la ripresa e la resilienza. |
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(11) |
Il 24 maggio 2023 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2023 relativa alla Romania. La Commissione ha valutato i progressi compiuti dalla Romania nel dar seguito alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio tra il 2019 e il 2022 e ha fatto il punto dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza. Sulla scorta di tale analisi la relazione per paese ha individuato lacune rispetto alle sfide non affrontate o solo parzialmente affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, e anche a sfide nuove ed emergenti. Ha valutato quindi i progressi compiuti dalla Romania nell'attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, conseguire gli obiettivi principali dell'Unione in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. |
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La Commissione ha effettuato un esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011 per la Romania e ne ha pubblicato i risultati il 24 maggio 2023. La Commissione ha concluso che il paese presenta squilibri macroeconomici. In particolare le sue vulnerabilità riguardano i conti con l'estero, in relazione al considerevole disavanzo pubblico, e sono aumentate le pressioni di surriscaldamento. L'ingente disavanzo delle partite correnti è notevolmente peggiorato dopo la recessione causata dalla pandemia di COVID-19 e ha esposto l'economia a shock legati ai finanziamenti esterni. Se il disavanzo delle partite correnti permane elevato, sussiste il rischio che la posizione patrimoniale netta sull'estero sia trascinata in un territorio ancor più negativo. I segni di surriscaldamento sono chiaramente visibili: l'inflazione di fondo è a un livello elevato che desta preoccupazione, la crescita delle retribuzioni si attesta stabilmente su valori a doppia cifra e il tasso di disoccupazione è relativamente basso. Si prevede che gli indicatori della competitività di costo si stabilizzino, ma persistono problemi strutturali. Il tasso di cambio sembra superiore al livello indicato dai fondamentali e rimane strettamente controllato. Il disavanzo pubblico è considerevole ormai da parecchi anni ed è in larga misura responsabile dell'eccesso della domanda nonché del conseguente disavanzo esterno; benché in miglioramento, si prevede che il disavanzo pubblico sia destinato a rimanere consistente nel 2023 e nel 2024. La diminuzione del disavanzo pubblico nel 2022 è stata determinata principalmente dalla marcata crescita del PIL nominale, che a sua volta si basa notevolmente sul surriscaldamento della domanda interna. I premi per il rischio e i costi del prestito sovrano sono assai più alti rispetto agli anni precedenti la pandemia. Alla luce dell'attuale irrigidimento delle condizioni della liquidità globale, sarà importante invertire le tendenze in corso. In prospettiva l'aggiustamento di bilancio dovrebbe costituire il metodo preferibile per riportare la domanda in linea con l'offerta e contenere il disavanzo esterno e interno. La piena attuazione delle riforme fiscali e pensionistiche contenute nel piano per la ripresa e la resilienza, nonché il rispetto degli obiettivi di bilancio nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi conterrebbero sensibilmente le dinamiche attuali. |
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Il 3 aprile 2020 il Consiglio ha adottato la decisione (UE) 2020/509 (7) sull'esistenza di un disavanzo eccessivo in Romania dovuto al mancato rispetto, da parte del paese, del criterio del disavanzo nel 2019. Il 3 aprile 2020 il Consiglio ha formulato inoltre una raccomandazione (8) intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania entro il 2022. In considerazione della profonda contrazione dell'attività economica legata alla pandemia di COVID-19 e della necessità correlata di adottare politiche di bilancio a sostegno della ripresa, il 18 giugno 2021 il Consiglio ha formulato una nuova raccomandazione (9) affinché la situazione di disavanzo eccessivo in Romania cessi entro il 2024. Nella raccomandazione del 18 giugno 2021 il Consiglio ha esortato la Romania a ridurre il disavanzo delle amministrazioni pubbliche all'8,0 % del PIL nel 2021, al 6,2 % del PIL nel 2022, al 4,4 % del PIL nel 2023 e al 2,9 % del PIL nel 2024. Le riduzioni erano coerenti con un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta pari al 3,4 % nel 2021, all'1,3 % nel 2022, allo 0,9 % nel 2023 e allo 0,0 % nel 2024. Ciò corrispondeva a un aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,7 % del PIL nel 2021, all'1,8 % del PIL nel 2022, all'1,7 % del PIL nel 2023 e all'1,5 % del PIL nel 2024. La raccomandazione del 18 giugno 2021 specificava altresì che eventuali entrate straordinarie avrebbero dovuto essere utilizzare per ridurre il disavanzo delle amministrazioni pubbliche, e che la Romania avrebbe dovuto garantire la piena ed effettiva applicazione del quadro di bilancio nazionale. Il Consiglio ha inoltre affermato che per garantire il successo della strategia di bilancio a medio termine sarebbe stato importante sostenere il risanamento di bilancio con riforme globali. |
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Sulla base dei dati convalidati da Eurostat, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche della Romania è sceso dal 7,1 % del PIL nel 2021 al 6,2 % nel 2022, mentre il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso dal 48,6 % del PIL alla fine del 2021 al 47,3 % alla fine del 2022. Tali risultati sono in linea con l'obiettivo di disavanzo nominale per il 2022 raccomandato dal Consiglio. L'aggiustamento del saldo strutturale per il 2022 era pari a 0,4 punti percentuali di PIL, ben al di sotto degli 1,8 punti percentuali di PIL raccomandati. Tale situazione richiede un'attenta analisi basata sul parametro di riferimento per la spesa. Nel 2022 la crescita della spesa primaria netta (corretta per le misure una tantum e per le misure di politica di bilancio sul lato delle entrate) era pari al 14,1 %, al di sopra dell'1,3 % raccomandato. Il miglioramento del saldo strutturale si è quasi arrestato nel 2022, benché le entrate pubbliche siano state notevolmente più elevate del previsto, stimolate da una forte crescita del PIL reale, da un'inflazione elevata e da una composizione favorevole della crescita economica. Sul lato della spesa le retribuzioni pubbliche e gli acquisti di beni e servizi sono diminuiti in percentuale del PIL nominale, a causa di un'indicizzazione parziale e di un massimale autoimposto sugli acquisti. La maggior parte delle altre voci di spesa è tuttavia cresciuta assai più velocemente di quanto programmato, in parte a causa di sorprese impreviste sul fronte dell'inflazione, per cui parte delle entrate straordinarie è stata usata per finanziare spese supplementari relative ai piani. |
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Sul saldo delle amministrazioni pubbliche hanno inciso le misure di politica di bilancio adottate per mitigare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia. Nel 2022 tali misure di politica di bilancio comprendevano massimali sui prezzi per le tariffe dell'elettricità e del gas naturale, sia per le famiglie che per gli utenti non domestici. Comprendevano anche pagamenti speciali a pensionati a basso reddito, buoni alimentari per famiglie a basso reddito (compresi pensionati e studenti) e sovvenzioni per i combustibili. Il costo di tali misure è stato parzialmente compensato da nuove imposte sui proventi straordinari delle imprese nazionali produttrici di energia. La Commissione stima il costo di bilancio netto di queste misure allo 0,4 % del PIL nel 2022. Il saldo delle amministrazioni pubbliche ha risentito marginalmente anche del costo di bilancio dell'offerta di protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina, stimato allo 0,0-0,1 % del PIL nel 2022. |
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Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di convergenza 2023 è relativamente prudente nel 2023 e più favorevole rispetto a quello delle previsioni di primavera 2023 della Commissione dopo questa data. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 2,8 % nel 2023 e del 4,8 % nel 2024. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale pari al 3,2 % nel 2023 e al 3,5 % nel 2024. Le previsioni di crescita sensibilmente inferiori formulate dalla Commissione per il 2024 rispecchiano il suo punto di vista in merito all'impatto ritardato della stretta monetaria sull'economia. Rispecchiano altresì l'opinione della Commissione, secondo la quale l'economia rumena opera attualmente in prossimità del suo livello potenziale, il che sembra ragionevole in considerazione dei tassi d'inflazione di fondo elevati e vischiosi e di un tasso di disoccupazione relativamente basso. Tale situazione limita il potenziale di crescita non inflazionistica. |
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Nel programma di convergenza 2023 il governo prevede che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenda dal 6,2 % del PIL nel 2022 al 4,4 % nel 2023, come ha raccomandato il Consiglio. Tale calo sensibile rispecchia le previste limitazioni delle spese, che comprendono diminuzioni considerevoli delle retribuzioni reali dei dipendenti pubblici e alcune misure volte a incrementare le entrate, tra cui un aumento dell'aliquota fiscale sui dividendi, una riduzione della soglia per beneficiare dell'aliquota fiscale più bassa nel quadro del regime per le microimprese e aumenti delle aliquote IVA su alcuni prodotti selezionati. Secondo il programma, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 47,3 % alla fine del 2022 al 47,1 % alla fine del 2023. |
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(18) |
Stando alle previsioni il saldo generale delle amministrazioni pubbliche nel 2023 continuerà a risentire delle misure adottate per attenuare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia. Si tratta di misure prorogate dal 2022 (in particolare massimali sui prezzi per le tariffe dell'elettricità e del gas naturale, sovvenzioni per le fasce di popolazione a basso reddito e pagamenti speciali a pensionati a basso reddito). Il costo di tali misure continua a essere compensato in gran parte dalle imposte sui proventi straordinari dei fornitori nazionali di energia e sui margini di profitto. Tenendo conto di tali entrate, il costo di bilancio netto delle misure di sostegno è stimato allo 0,3 % del PIL per il 2023. La maggior parte delle misure del 2023 è mirata a sostenere le famiglie più vulnerabili, tuttavia esse non preservano appieno il segnale di prezzo necessario per ridurre la domanda e accrescere l'efficienza energetica. |
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(19) |
Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico del 4,7 % del PIL per il 2023. Tali previsioni sono superiori di 0,3 punti percentuali di PIL rispetto al disavanzo previsto nel programma di convergenza 2023, principalmente a causa dell'aumento previsto delle spese, in particolare per beni e servizi, trasferimenti sociali e altre spese correnti, di cui il programma di convergenza 2023 prevede una crescita a ritmo molto più lento rispetto all'inflazione. Rispetto al programma di convergenza 2023 la Commissione prospetta inoltre una crescita del gettito fiscale lievemente superiore, che rispecchia soprattutto una maggiore crescita del PIL. Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL leggermente inferiore (pari al 45,6 % alla fine del 2023) rispetto al programma di convergenza 2023. |
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Il disavanzo nominale per il 2023 prospettato nelle previsioni di primavera 2023 della Commissione supera di 0,3 punti percentuali di PIL l'obiettivo di disavanzo nominale raccomandato dal Consiglio. L'aggiustamento strutturale, stimato all'1,5 % circa del PIL, rispecchia le diminuzioni delle retribuzioni reali nel settore pubblico e il blocco di nuove assunzioni di dipendenti pubblici, nonché le misure sul lato delle entrate appena descritte. L'aggiustamento è tuttavia lievemente inferiore a quello raccomandato di 1,7 punti percentuali di PIL. Tale situazione richiede un'attenta analisi basata sul parametro di riferimento per la spesa. Secondo le previsioni di primavera 2023 della Commissione la crescita della spesa primaria netta (corretta per le misure una tantum e per le misure di politica di bilancio sul lato delle entrate) si attesta nel 2023 all'8,3 %, al di sopra dello 0,9 % raccomandato. Tutti e tre gli indicatori indicano pertanto il rischio di una deviazione dall'aggiustamento raccomandato. In un contesto di inflazione elevata la spesa pubblica continuerà a crescere più velocemente di quanto ha raccomandato il Consiglio il 18 giugno 2021. Sulla base di un'attenta analisi emerge che la Romania rischia di non rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2023 stabiliti nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021. |
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(21) |
Secondo il programma di convergenza 2023, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà al 2,9 % del PIL nel 2024, in linea con la raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. La riduzione prevista per il 2024 rispecchia principalmente il protrarsi delle limitazioni delle spese, con una diminuzione prospettata della spesa pubblica dal 38,4 % al 36,9 % del PIL. Secondo il programma di convergenza 2023, si prevede che il rapporto debito pubblico/PIL scenda al 46,1 % alla fine del 2024. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico del 4,4 % del PIL per il 2024. Si tratta di un dato più alto rispetto al disavanzo previsto nel programma di convergenza 2023, in quanto le misure annunciate non sembrano sufficienti a conseguire lo sforzo di bilancio raccomandato dal Consiglio nella procedura per i disavanzi eccessivi. Le previsioni di primavera 2023 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL superiore, pari al 46,1 % alla fine del 2024. |
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Il disavanzo nominale per il 2024 prospettato nelle previsioni di primavera 2023 della Commissione supera di 1,5 punti percentuali di PIL l'obiettivo di disavanzo nominale raccomandato dal Consiglio, mentre l'aggiustamento del saldo strutturale previsto è di soli 0,3 punti percentuali di PIL nel 2024, rispetto agli 1,5 punti percentuali di PIL raccomandati. Tale situazione richiede un'attenta analisi basata sul parametro di riferimento per la spesa. Secondo le previsioni di primavera 2023 della Commissione la crescita della spesa primaria netta (corretta per le misure una tantum e per le misure di politica di bilancio sul lato delle entrate) si attesterà nel 2024 al 9,5 %, al di sopra dello 0,0 % raccomandato. Tutti e tre gli indicatori indicano pertanto il rischio di una deviazione dall'aggiustamento raccomandato. L'assenza di sforzi di bilancio significativi previsti per il 2024 rispecchia in parte l'impatto delle norme di indicizzazione vigenti in Romania (l'indicizzazione del 2024 per le pensioni e le retribuzioni minime rispecchierà gli alti tassi d'inflazione registrati nel 2022). Si noti tuttavia che il piano per la ripresa e la resilienza comprende varie misure e riforme che, se adottate e attuate in tempo, potrebbero produrre un sensibile aumento delle entrate pubbliche già nel 2024 e contribuire a raggiungere l'obiettivo in materia di disavanzo. Nel complesso, sulla base di un'attenta analisi, emerge che la Romania rischia di non rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2024 stabiliti nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021. Tenuto conto del rischio di non conseguire gli obiettivi di bilancio raccomandati per il 2023 e il 2024, appare necessaria l'adozione di ulteriori misure di bilancio volte a rispettare il percorso di aggiustamento, correggere il disavanzo eccessivo entro il 2024 e rafforzare la posizione esterna. |
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(23) |
Il programma di convergenza 2023 fa riferimento a riforme e investimenti programmati nel quadro del piano per la ripresa e la resilienza, che contribuiranno alla sostenibilità di bilancio e a una crescita sostenibile e inclusiva. Tali riforme e investimenti comprendono riforme importanti del sistema pensionistico (sia per le pensioni speciali che per i sistemi generali), un'ambiziosa riforma fiscale, sforzi volti a potenziare l'amministrazione fiscale e riforme delle imprese statali. La piena attuazione di queste riforme contribuirebbe a conseguire gli obiettivi di disavanzo fissati dal Consiglio nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. |
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(24) |
Il programma di convergenza 2023 prevede l'eliminazione graduale della maggior parte delle misure di sostegno connesse all'energia nel 2025. Anche la Commissione presuppone l'eliminazione graduale di quasi tutte le misure di sostegno connesse all'energia (entrate nette pari allo 0,1 % del PIL nel 2024). Ciò si basa sul presupposto che non si registrino nuovi aumenti dei prezzi dell'energia. |
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Il programma di convergenza 2023 delinea un percorso di bilancio a medio termine fino al 2026. Secondo il programma di convergenza 2023 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche rimarrà al 2,9 % del PIL nel 2025 e nel 2026, sulla base di una crescita del PIL reale pari al 5,0 % nel 2025 e al 4,6 % nel 2026, ben al di sopra del potenziale. Dopo una notevole riduzione dal 39,8 % del 2021 al 36,9 % del 2024, il rapporto spesa/PIL rimarrà sostanzialmente immutato nel 2025 e nel 2026. Sempre in base al programma di convergenza 2023, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire passando dal 46,1 % alla fine del 2024 al 45,4 % entro la fine del 2026. |
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Conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (UE) 2021/241 e all'allegato V, criterio 2.2, di tale regolamento, il piano per la ripresa e la resilienza comprende un'ampia gamma di riforme e investimenti che si rafforzano reciprocamente, da attuare entro il 2026. Sebbene l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza della Romania proceda, il rischio di ritardi aumenta. La Romania ha presentato due richieste di pagamento, corrispondenti a 72 traguardi e obiettivi del piano per la ripresa e la resilienza, per un'erogazione di 2,6 miliardi di EUR al netto del prefinanziamento per la prima richiesta di pagamento, mentre la valutazione della seconda è in corso. I crescenti rischi di ritardi nell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza sono dovuti alla debolezza della governance e alla limitata capacità della pubblica amministrazione. Risolvere questi problemi, anche attraverso la garanzia di risorse umane adeguate, è essenziale per coordinare meglio il piano e attuare tempestivamente gli investimenti. Per completare importanti riforme strutturali saranno inoltre necessari la titolarità e un costante impegno politico. In considerazione della notevole importanza macroeconomica e di bilancio del piano, un'attuazione piena e tempestiva delle misure sarebbe cruciale per contenere le vulnerabilità esterne e di bilancio. Il piano sarà rivisto nel 2023, per includervi, tra l'altro, un capitolo dedicato a REPowerEU, e tener conto della riduzione del sostegno non rimborsabile, dovuta alla forte ripresa economica della Romania. Sono in corso discussioni a tal fine. La rapida inclusione del nuovo capitolo dedicato al piano REPowerEU nel piano per la ripresa e la resilienza consentirà di finanziare ulteriori riforme e investimenti a sostegno degli obiettivi strategici della Romania in materia di energia e transizione verde. Per l'attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza e di altre politiche economiche e occupazionali che vanno al di là di tale piano, per assicurare un'ampia titolarità dell'agenda politica generale rimane importante il coinvolgimento sistematico ed effettivo delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e degli altri portatori di interessi pertinenti. |
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Nel 2022 la Commissione ha approvato tutti i documenti di programmazione della politica di coesione della Romania. Procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione in complementarità e sinergia con il piano per la ripresa e la resilienza, compreso il capitolo dedicato al piano REPowerEU, è fondamentale per realizzare le transizioni verde e digitale, accrescere la resilienza economica e sociale e conseguire uno sviluppo territoriale equilibrato in Romania. |
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(28) |
Oltre alle sfide economiche e sociali affrontate dal piano per la ripresa e la resilienza e dai programmi della politica di coesione, la Romania si trova di fronte a una serie di ulteriori sfide connesse alla politica energetica e alla transizione verde. |
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La Romania ha davanti a sé sfide connesse alla decarbonizzazione in quanto il paese dipende ancora largamente dai combustibili fossili. La quota di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) è lievemente aumentata nel 2021 rispetto al 2020. Nel 2021 era pari al 72 %, mentre le energie rinnovabili rappresentavano soltanto il 20 %. La Romania è il secondo maggior produttore di gas dell'Unione, che immette soprattutto nel mercato interno. Per conseguire gli obiettivi energetici e climatici, previsti per il 2030 a livello nazionale e di Unione dal pacchetto «Pronti per il 55 %», la Romania dovrebbe concentrarsi su una diffusione efficace delle energie rinnovabili, su un notevole aumento dell'efficienza del settore dell'edilizia residenziale dal punto di vista energetico e sull'impiego di nuove tecnologie nell'industria. Tra l'agosto 2022 e il marzo 2023 il consumo di gas naturale della Romania è diminuito del 20 % rispetto al consumo medio di gas registrato per lo stesso periodo nei cinque anni precedenti, superando l'obiettivo di riduzione del 15 % stabilito nel regolamento (UE) 2022/1369 (10). La Romania potrebbe dare attuazione a misure temporanee di riduzione della domanda di gas fino al 31 marzo 2024 a norma del regolamento (UE) 2023/706 del Consiglio (11). |
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Incrementare la capacità della rete è essenziale per ridurre il ricorso ai combustibili fossili e accelerare la transizione energetica. Nel piano per la ripresa e la resilienza della Romania si prevede che la capacità di produzione di energia elettrica alimentata a carbone e lignite sarà dismessa completamente entro il 2032 e sarà sostituita da fonti di energia rinnovabile. Le reti di trasmissione e distribuzione dell'elettricità esistenti limitano tuttavia l'assorbimento di nuova capacità di energie rinnovabili. Le strozzature della rete ostacolano la diffusione delle energie rinnovabili. Sono necessari investimenti per ammodernare e digitalizzare le reti esistenti per integrare la nuova produzione di energie rinnovabili e aumentare la capacità di interconnessione con gli Stati membri vicini, coerentemente con gli obiettivi climatici. Per l'ammodernamento e l'espansione della rete sarebbe necessaria una pianificazione sufficiente e avanzata del sistema integrato (a livello sia di trasmissione che di distribuzione), così da soddisfare la domanda e le esigenze di flessibilità. Inoltre semplificare la designazione delle zone di riferimento e razionalizzare ulteriormente le relative procedure, anche agevolando la diffusione negli edifici di impianti di energie rinnovabili di modesta capacità (come i pannelli solari), consentirebbe di migliorare la situazione attuale, in cui è relativamente facile ottenere concessioni per installare centrali che producono energia da fonti rinnovabili ma è assai più arduo ottenere le concessioni necessarie per connetterle alla rete. |
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(31) |
Nel settore dell'edilizia obiettivi nazionali più ambiziosi per il 2030 richiederebbero finanziamenti supplementari per il parco immobiliare del paese. Il piano per la ripresa e la resilienza della Romania prevede la ristrutturazione di 2,4 milioni di m2 di edifici pubblici e 4,4 milioni di m2 di edifici residenziali, mentre la politica di coesione ha stanziato fondi per la ristrutturazione di 1,6 milioni di m2 in entrambi i settori. La difficoltà di accesso a finanziamenti e informazioni in relazione a ristrutturazioni energetiche e installazione di impianti di energia rinnovabile ostacola gravemente ulteriori miglioramenti. In particolare un migliore accesso ai finanziamenti per le famiglie e le piccole imprese, al fine di incrementare l'efficienza energetica, contribuirebbe a ridurre sensibilmente la dipendenza della Romania dai combustibili fossili, contrastando anche la povertà energetica. Le autorità regionali e locali potrebbero inoltre fornire ulteriori informazioni su come accedere a fondi per la ristrutturazione energetica e sui tipi di piccoli impianti di energia rinnovabile che potrebbero essere installati negli edifici e nelle abitazioni familiari. |
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(32) |
La carenza di manodopera e di competenze nei settori e nelle professioni fondamentali per la transizione verde — compresi la produzione, la diffusione e la manutenzione delle tecnologie a zero emissioni nette — sta creando strozzature nella transizione a un'economia a zero emissioni nette. Sistemi di istruzione e formazione di qualità elevata che rispondano alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro e misure mirate per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze, sostenuti da efficaci politiche attive del mercato del lavoro, sono cruciali per ridurre le carenze di competenze e promuovere l'inclusione lavorativa e la riallocazione della forza lavoro. Per sbloccare il potenziale inutilizzato dell'offerta di lavoro, tali misure devono essere accessibili, in particolare per le persone e nei settori e nelle regioni maggiormente interessati dalla transizione verde. Nel 2022 in Romania sono state segnalate carenze di manodopera per numerose professioni che richiedono competenze o conoscenze specifiche per la transizione verde, tra cui addetti all'isolamento, ingegneri civili e dirigenti dell'edilizia. |
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(33) |
Alla luce della valutazione della Commissione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2023 e il suo parere (12) trova riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1. |
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(34) |
Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della valutazione ivi contenuta, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2023 e il programma di convergenza 2023. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1. Le politiche menzionate nella raccomandazione di cui al punto 1 contribuiscono ad affrontare le vulnerabilità connesse sia ai conti con l'estero, e alimentate da disavanzi di bilancio considerevoli, sia a problemi di competitività che si ripresentano. Le raccomandazioni di cui ai punti 2 e 3 contribuiscono a dare seguito alla raccomandazione di cui al punto 1, |
RACCOMANDA alla Romania di prendere provvedimenti nel 2023 e nel 2024 al fine di:
1.
Perseguire politiche di bilancio in linea con la raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania entro il 2024 e a rafforzare la posizione esterna della Romania;Eliminare gradualmente le vigenti misure di sostegno di emergenza connesse all'energia, usando i relativi risparmi per ridurre il disavanzo pubblico, quanto prima nel 2023 e nel 2024; qualora nuovi aumenti dei prezzi dell'energia dovessero richiedere nuove misure di sostegno o il proseguimento di quelle esistenti, provvedere a che tali misure di sostegno mirino a tutelare le famiglie e le imprese vulnerabili, siano sostenibili a livello di bilancio e preservino gli incentivi al risparmio energetico;
Preservare gli investimenti pubblici finanziati a livello nazionale e provvedere all'assorbimento efficace delle sovvenzioni del dispositivo e di altri fondi dell'Unione, in particolare per promuovere le transizioni verde e digitale;
Per il periodo successivo al 2024, continuare a perseguire una strategia di bilancio a medio termine di risanamento graduale e sostenibile, combinata con investimenti e riforme atti ad aumentare la crescita sostenibile, al fine di conseguire una posizione di bilancio prudente a medio termine;
2.
Garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa ai fini dell'attuazione continuativa, rapida e solida del piano per la ripresa e la resilienza; perfezionare celermente il capitolo dedicato al piano REPowerEU al fine di avviarne rapidamente l'attuazione; procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione in stretta complementarità e sinergia con il piano per la ripresa e la resilienza;
3.
Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione energetica, in particolare accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e migliorando la capacità di rete al fine di consentire a nuove capacità di operare nel mercato; Accrescere l'efficienza energetica e l'ambizione degli sforzi di ristrutturazione degli edifici, anche migliorando l'accesso alle informazioni e a opzioni di finanziamenti sostenibili. intensificare le iniziative a livello politico a favore dell'offerta e dell'acquisizione delle abilità e competenze necessarie per la transizione verde.
Fatto a Bruxelles, il 14 luglio 2023
Per il Consiglio
La presidente
N. CALVIÑO SANTAMARÍA
(1) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
(2) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
(3) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(4) Raccomandazione del Consiglio, del 16 maggio 2023, sulla politica economica della zona euro (GU C 180 del 23.5.2023, pag. 1).
(5) Regolamento (UE) 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 febbraio 2023, che modifica il regolamento (UE) 2021/241 per quanto riguarda l'inserimento di capitoli dedicati al piano REPowerEU nei piani per la ripresa e la resilienza e che modifica i regolamenti (UE) n. 1303/2013, (UE) 2021/1060 e (UE) 2021/1755, e la direttiva 2003/87/CE (GU L 63 del 28.2.2023, pag. 1).
(6) ST 12319/2021; ST 12319/2021 ADD 1.
(7) Decisione (UE) 2020/509 del Consiglio, del 3 aprile 2020, sull'esistenza di un disavanzo eccessivo in Romania (GU L 110 dell'8.4.2020, pag. 58).
(8) Raccomandazione del Consiglio, del 3 aprile 2020, intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania (GU C 116 dell'8.4.2020, pag. 1).
(9) Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 111).
(10) Regolamento (UE) 2022/1369 del Consiglio, del 5 agosto 2022, relativo a misure coordinate di riduzione della domanda di gas (GU L 206 dell'8.8.2022, pag. 1).
(11) Regolamento (UE) 2023/706 del Consiglio, del 30 marzo 2023, che modifica il regolamento (UE) 2022/1369 per prorogare il periodo di applicazione delle misure di riduzione della domanda di gas e rafforzare la comunicazione e il monitoraggio della loro attuazione (GU L 93 del 31.3.2023, pag. 1).
(12) A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.