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1.9.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 334/190 |
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
del 12 luglio 2022
sul programma nazionale di riforma 2022 della Romania e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2022 della Romania
(2022/C 334/23)
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,
visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l'articolo 6, paragrafo 1,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato per l'occupazione,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato per la protezione sociale,
visto il parere del comitato di politica economica,
considerando quanto segue:
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(1) |
Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (3) che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornisce sostegno finanziario per l'attuazione di riforme e investimenti, con uno stimolo di bilancio finanziato dall'Unione. Contribuisce alla ripresa economica e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili e propizi per la crescita, volti in particolare a promuovere le transizioni verde e digitale, e rafforza la resilienza e la crescita potenziale delle economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a promuovere finanze pubbliche sostenibili e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà aggiornato nel giugno 2022, a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241. |
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(2) |
Il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita sostenibile, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2022. Ha tenuto debito conto dell'impegno sociale di Porto firmato il 7 maggio 2021 a proseguire l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il 25 marzo 2022 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. Sempre il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui annoverava la Romania tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la proposta di relazione comune sull'occupazione 2022, che analizza l'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il Consiglio ha adottato la relazione comune sull'occupazione il 14 marzo 2022. |
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(3) |
L'invasione russa dell'Ucraina, di poco successiva alla pandemia mondiale, ha sensibilmente modificato il contesto geopolitico ed economico. Il suo impatto sulle economie degli Stati membri si è manifestato, tra l'altro, con l'aumento dei prezzi dell'energia, dei generi alimentari e delle materie prime, e prospettive di crescita più deboli. L'aumento dei prezzi dell'energia grava in modo particolarmente pesante sulle famiglie più vulnerabili in condizioni di povertà energetica o che rischiano di cadervi, nonché sulle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia. L'Unione sta inoltre registrando un afflusso senza precedenti di persone in fuga dall'Ucraina. Gli effetti economici derivanti dalla guerra di aggressione della Russia hanno avuto un impatto asimmetrico sugli Stati membri. In questo contesto il 4 marzo 2022, tramite la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio (4), è stata attivata per la prima volta la direttiva 2001/55/CE del Consiglio (5), che riconosce agli sfollati ucraini il diritto di soggiornare legalmente nell'Unione e dà loro accesso all'istruzione e alla formazione, al mercato del lavoro, all'assistenza sanitaria, agli alloggi e all'assistenza sociale. Alla Romania è messo a disposizione un sostegno eccezionale nell'ambito dell'iniziativa «Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa» (CARE) e attraverso prefinanziamenti aggiuntivi del programma di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU) per rispondere prontamente alle esigenze di accoglienza e integrazione di quanti fuggono dall'Ucraina. |
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(4) |
Tenuto conto dei rapidi mutamenti della situazione economica e geopolitica, il semestre europeo riprende il suo ampio coordinamento delle politiche economiche e occupazionali nel 2022, seguendo nel contempo un'evoluzione in linea con i requisiti di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, come indicato nell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. L'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza adottati è fondamentale per il conseguimento delle priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti affrontano tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nei cicli del semestre europeo 2019 e 2020. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019e 2020 sono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241, e si aggiungono alle altre eventuali raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di presentazione di tali piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati. |
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(5) |
La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita è attiva sin da marzo 2020. Nella comunicazione del 3 marzo 2021 dal titolo «A un anno dall'insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio», la Commissione ha ritenuto che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell'economia, prendendo come criterio quantitativo principale il livello di attività economica nell'Unione o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi (fine del 2019). L'accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, i rincari dell'energia senza precedenti e il protrarsi di turbative nelle catene di approvvigionamento giustificano il mantenimento della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita per tutto il 2023. |
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(6) |
Il 2 marzo 2022 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti generali per la politica di bilancio nel 2023 («orientamenti per la politica di bilancio»), con l'obiettivo di sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche. Sulla base delle prospettive macroeconomiche risultanti dalle previsioni d'inverno 2022 la Commissione ha osservato che nel 2023 sarebbe appropriato operare una transizione da una politica di bilancio aggregata di sostegno nel 2020-2022 a una politica di bilancio aggregata sostanzialmente neutra, mantenendosi pronti a reagire all'evoluzione della situazione economica, e ha annunciato che è opportuno continuare a differenziare le raccomandazioni di bilancio per il 2023 tra i vari Stati membri e tenere conto di eventuali effetti di ricaduta transfrontalieri. La Commissione ha invitato gli Stati membri a integrare gli orientamenti nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza. La Commissione si è impegnata a monitorare attentamente l'evoluzione delle prospettive economiche e ad aggiornare secondo le necessità gli orientamenti politici al più tardi nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo di fine maggio 2022. |
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(7) |
A fronte degli orientamenti di bilancio, le raccomandazioni in materia di bilancio per il 2023 tengono conto del peggioramento delle prospettive economiche, dell'accresciuta incertezza e degli ulteriori rischi di revisione al ribasso, nonché dell'inflazione più elevata rispetto a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione dell'inverno 2022. Alla luce di tali considerazioni, la risposta di bilancio deve aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e la sicurezza energetica, e sostenere il potere d'acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attenuare le ripercussioni dell'impennata dei prezzi dell'energia e contribuire a limitare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli effetti di secondo impatto mediante misure mirate e temporanee. La politica di bilancio deve rimanere agile per adeguarsi al rapido evolvere delle circostanze, comprese le sfide derivanti dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina per quanto concerne la difesa e la sicurezza, e differenziare i vari paesi in funzione della loro situazione economica e di bilancio, anche per quanto riguarda la loro esposizione alla crisi e l'afflusso di sfollati dall'Ucraina. |
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(8) |
Il 31 maggio 2021 la Romania ha presentato alla Commissione il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, conformemente all'articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241. A norma dell'articolo 19 del medesimo regolamento, la Commissione ha valutato la pertinenza, l'efficacia, l'efficienza e la coerenza del piano, conformemente agli orientamenti per la valutazione di cui all'allegato V del regolamento. Il 3 novembre 2021 il Consiglio ha adottato la decisione di esecuzione relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza della Romania (6). L'erogazione delle rate è subordinata all'adozione di una decisione della Commissione a norma dell'articolo 24, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/241, che stabilisca che la Romania ha conseguito in misura soddisfacente i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Il conseguimento soddisfacente presuppone che non sia stato annullato il conseguimento di traguardi e obiettivi precedenti. |
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(9) |
Il 12 maggio 2022 la Romania ha presentato il programma nazionale di riforma 2022 e il 4 maggio 2022 il programma di convergenza 2022, oltre il termine stabilito dall'articolo 8 del regolamento (CE) n. 1466/97. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. In conformità dell'articolo 27 del regolamento (UE) 2021/241, il programma nazionale di riforma 2022 rispecchia anche la relazione semestrale della Romania in merito ai progressi compiuti nell'attuazione del suo piano per la ripresa e la resilienza. |
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Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2022 relativa alla Romania, nella quale valuta i progressi compiuti dalla Romania nel dare seguito alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio nel 2019, nel 2020 e nel 2021 e fa il punto sull'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza da parte della Romania, sulla base del quadro di valutazione della ripresa e della resilienza. Sulla scorta di tale analisi la relazione per paese ha individuato lacune rispetto alle sfide non affrontate o solo parzialmente affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, e anche a sfide nuove ed emergenti, tra cui quelle derivanti dall'invasione russa dell'Ucraina. Ha valutato quindi i progressi compiuti dalla Romania nell'attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e nel conseguire gli obiettivi principali dell'Unione in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. |
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(11) |
La Commissione ha effettuato un esame approfondito a norma dell'articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011 per la Romania e ne ha pubblicato i risultati il 23 maggio 2022. La Commissione ha concluso che la Romania presenta squilibri macroeconomici. In particolare, le vulnerabilità riguardano i conti con l'estero, alla luce degli elevati disavanzi di bilancio, e dei problemi di competitività che stanno riemergendo. |
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(12) |
Il 3 aprile 2020 il Consiglio ha adottato la decisione (UE) 2020/509 (7), in cui ha constatato l'esistenza di un disavanzo eccessivo in Romania dovuto al mancato rispetto del criterio del disavanzo nel 2019. Il 3 aprile 2020 il Consiglio ha anche formulato una raccomandazione (8) intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania entro il 2022. Alla luce della profonda contrazione dell'attività economica legata alla pandemia di COVID-19 e della necessità correlata di adottare politiche di bilancio a sostegno della ripresa nel 2021 e nel 2022, il 18 giugno 2021 il Consiglio ha rivolto alla Romania una nuova raccomandazione (9) affinché la situazione di disavanzo eccessivo cessi entro il 2024. La Romania dovrebbe raggiungere un obiettivo di disavanzo pubblico nominale dell'8,0 % del PIL nel 2021, del 6,2 % del PIL nel 2022, del 4,4 % del PIL nel 2023 e del 2,9 % del PIL nel 2024, in linea con un tasso di crescita nominale della spesa pubblica primaria netta del 3,4 % nel 2021, dell'1,3 % nel 2022, dello 0,9 % nel 2023 e dello 0,0 % nel 2024. Ciò corrisponde a un aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,7 % del PIL nel 2021, all'1,8 % del PIL nel 2022, all'1,7 % del PIL nel 2023 e all'1,5 % del PIL nel 2024. La procedura è sospesa dall'autunno 2021, successivamente a una valutazione del seguito effettivo eseguita dalla Commissione. |
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(13) |
Nel 2021, secondo i dati convalidati da Eurostat, il disavanzo pubblico della Romania è stato pari al 7,1 % del PIL, mentre il debito pubblico è aumentato dal 47,2 % del PIL nel 2020 al 48,8 % del PIL nel 2021. Tali risultati sono in linea con l'obiettivo di disavanzo nominale per il 2021 raccomandato dal Consiglio. L'aggiustamento del saldo strutturale per il 2021 è pari a 1,5 punti percentuali di PIL, al di sopra degli 0,7 punti percentuali raccomandati. |
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(14) |
Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di convergenza 2022 è realistico nel 2022 e favorevole negli anni successivi. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 2,9 % nel 2022 e del 4,4 % nel 2023. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano una crescita inferiore del PIL reale pari al 2,6 % nel 2022 e al 3,6 % nel 2023. Le differenze sono dovute principalmente all'elevata inflazione che incide sul potere d'acquisto delle famiglie, all'impatto esercitato sui consumi e sugli investimenti dall'eventuale protrarsi del deterioramento del clima di fiducia dovuto al contesto internazionale e al contributo negativo delle esportazioni nette, dato che secondo le previsioni i prezzi dei prodotti energetici continueranno ad aumentare. Nel programma di convergenza 2022 il governo prevede che il disavanzo nominale scenda al 6,2 % del PIL nel 2022 e al 4,4 % nel 2023. La diminuzione nel 2022 riflette principalmente la forte crescita del PIL nominale, il previsto aumento dell'efficienza della riscossione delle imposte, il congelamento della maggior parte delle retribuzioni nel settore pubblico e il piano di mantenere l'aumento della spesa per beni e servizi, assistenza sociale e altri trasferimenti al di sotto del tasso di crescita del PIL nominale. Secondo il programma di convergenza 2022, il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a salire al 49,4 % nel 2022 e al 49,7 % nel 2023. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico per il 2022 e il 2023 pari rispettivamente al 7,5 % e al 6,3 % del PIL. Tali previsioni sono superiori al disavanzo previsto nel programma di convergenza 2022, principalmente a causa dell'atteso aumento della spesa sociale e della spesa per interessi, del più elevato effetto netto stimato delle misure volte a far fronte all'impennata dei prezzi dell'energia, di un'ipotesi più prudente in merito al previsto miglioramento nella riscossione delle imposte e della mancanza di misure di risanamento sul lato della spesa specificate nel programma di convergenza 2022. Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL più elevato, pari al 50,9 % nel 2022 e al 52,6 % nel 2023. La differenza è dovuta principalmente alla previsione di disavanzi più elevati. Secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, la crescita del prodotto potenziale a medio termine (media su 10 anni) è stimata al 3,6 %. Tale stima non comprende però l'impatto delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale della Romania. |
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(15) |
Nel 2022 il governo ha gradualmente eliminato la maggior parte delle misure adottate in risposta alla crisi COVID-19, cosicché le misure temporanee di emergenza sono destinate a passare dall'1,1 % del PIL nel 2021 allo 0,2 % nel 2022. Il disavanzo pubblico risente delle misure adottate per contrastare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, sono stimate allo 0,7 % del PIL nel 2022 e allo 0,1 % del PIL nel 2023 (10). Consistono principalmente nella fissazione di massimali sui prezzi al dettaglio e all'ingrosso sul lato della spesa e nella tassazione degli utili supplementari dei produttori di energia sul lato delle entrate. Altre misure comprendono regimi di compensazione delle spese sostenute dalle famiglie e dalle PMI per l'energia e il gas e detrazioni energetiche per i consumatori vulnerabili. Tali misure sono state presentate come temporanee ma, nel caso in cui i prezzi dell'energia restassero elevati nel 2023, alcune potrebbero essere prorogate. Una parte di tali misure non è mirata, in particolare il massimale generale sui prezzi dell'energia per le famiglie. Il disavanzo pubblico risente anche dei costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina, che secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione si attestano allo 0,1 % del PIL sia nel 2022 che nel 2023 (11), nonché dell'aumento dei costi connessi alla spesa per la difesa, pari a 0,5 punti percentuali di PIL nel 2023. |
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(16) |
Il disavanzo nominale previsto per il 2022 nelle previsioni di primavera 2022 della Commissione supera di 1,3 punti percentuali di PIL l'obiettivo di disavanzo nominale raccomandato dal Consiglio, mentre l'aggiustamento del saldo strutturale previsto è di – 0,2 punti percentuali di PIL nel 2022, rispetto agli 1,8 punti percentuali di PIL raccomandati. Tale situazione richiede un'attenta analisi basata sul parametro di riferimento per la spesa. Nelle previsioni di primavera 2022 della Commissione la crescita della spesa primaria netta (corretta per le misure una tantum e per le misure di politica di bilancio sul lato delle entrate) nel 2022 è stimata al 9,6 %, al di sopra dell'1,3 % raccomandato. La crescita prevista della spesa aggregata nel 2022 è dovuta principalmente all'aumento della spesa sociale a seguito dell'indicizzazione delle pensioni e delle misure sociali iscritte nel bilancio, nonché al costo di bilancio delle misure volte a limitare i prezzi dell'energia (al netto delle misure sul lato delle entrate) e a far fronte all'afflusso di sfollati dall'Ucraina. Anche la crescita della spesa per i consumi intermedi, dovuta principalmente all'elevata inflazione attesa dei prezzi al consumo, è determinante, benché in misura minore. La deviazione della crescita della spesa netta rispetto alla raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 va nella stessa direzione della deviazione dell'aggiustamento del saldo strutturale, benché maggiore (2,7 punti percentuali di PIL nel caso della crescita della spesa netta rispetto ai 2,0 punti percentuali di PIL nel caso del saldo strutturale). La differenza può essere in parte spiegata dall'aumento del rapporto entrate/PIL previsto per il 2022 nelle previsioni di primavera 2022 della Commissione rispetto alle previsioni di primavera 2021 della Commissione (superiore di 0,9 punti percentuali di PIL), che migliora il saldo strutturale ma non incide sul parametro di riferimento per la spesa. Alla luce dell'attenta analisi effettuata, la Romania rischia di non rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2022 stabiliti nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021. |
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(17) |
Il disavanzo nominale previsto per il 2023 nelle previsioni di primavera 2022 della Commissione supera di 1,9 punti percentuali di PIL l'obiettivo di disavanzo nominale raccomandato dal Consiglio nella sua raccomandazione del 18 giugno 2021, mentre l'aggiustamento del saldo strutturale previsto è di 0,0 punti percentuali di PIL nel 2022, rispetto agli 1,7 punti percentuali di PIL raccomandati. Tale situazione richiede un'attenta analisi basata sul parametro di riferimento per la spesa. Nelle previsioni di primavera 2022 della Commissione, la crescita della spesa primaria netta (corretta per le misure una tantum e per le misure di politica di bilancio sul lato delle entrate) nel 2023 è stimata all'1,7 %, al di sopra dello 0,9 % raccomandato, data la mancanza di misure concrete volte a conseguire gli obiettivi. Alla luce dell'attenta analisi effettuata, la Romania rischia di non rispettare gli obiettivi di bilancio per il 2023 stabiliti nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021. Dato il rischio di non conseguire gli obiettivi di bilancio raccomandati per il 2022 e il 2023, appare opportuna l'adozione di ulteriori misure di bilancio volte a rispettare il percorso di aggiustamento e correggere il disavanzo eccessivo entro il 2024. |
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(18) |
Nel programma di convergenza 2022 si prevede un graduale calo del disavanzo delle amministrazioni pubbliche, che arriverà al 2,95 % del PIL nel 2024 e al 2,9 % nel 2025. Si prevede pertanto che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà al di sotto del 3 % del PIL entro il 2024. Il risanamento di bilancio dovrebbe avvenire principalmente sul lato della spesa. Tuttavia non sono state fornite informazioni sulle misure di risanamento sottostanti previste. Secondo il programma di convergenza 2022, il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a stabilizzarsi entro il 2025, nello specifico scendendo al 49,4 % nel 2024 e al 48,9 % nel 2025. Secondo l'analisi della Commissione i rischi per la sostenibilità del debito appaiono elevati nel medio periodo. |
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(19) |
Conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (UE) 2021/241, e al criterio 2.2 dell'allegato V di tale regolamento, il piano per la ripresa e la resilienza comprende un'ampia gamma di riforme e investimenti che si rafforzano reciprocamente, secondo un calendario indicativo per l'attuazione da completarsi entro il 31 agosto 2026. Questi contribuiscono ad affrontare tutte o un sottoinsieme significativo delle sfide economiche e sociali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese rivolte dal Consiglio alla Romania nei semestri europei 2019 e 2020, oltre che nelle raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di adozione di un piano per la ripresa e la resilienza. In particolare, il piano per la ripresa e la resilienza riguarda la piena digitalizzazione dell'amministrazione fiscale e la graduale eliminazione degli incentivi fiscali eccessivi al fine di migliorare la qualità e la sostenibilità delle finanze pubbliche. Il piano per la ripresa e la resilienza contribuisce inoltre a garantire la sostenibilità e l'equità del sistema pensionistico pubblico. Secondo le previsioni, le riforme sanitarie, accompagnate da investimenti nella digitalizzazione, miglioreranno l'accesso, l'efficienza in termini di costi e la resilienza dell'assistenza sanitaria. Si prevede che il processo decisionale basato su dati concreti, la pianificazione a lungo termine e le consultazioni pubbliche, nonché le misure volte a migliorare le procedure di appalto pubblico, contribuiranno a migliorare la qualità e l'efficacia della pubblica amministrazione e comporteranno un migliore utilizzo dei fondi dell'Unione. Rafforzando l'indipendenza e aumentando l'efficienza del sistema giudiziario, migliorando l'accesso alla giustizia e intensificando la lotta contro la corruzione, il piano per la ripresa e la resilienza mira ad affrontare problemi significativi relativi allo Stato di diritto in Romania, conformemente alla pertinente giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, tenendo conto delle raccomandazioni formulate nelle relazioni nell'ambito del meccanismo di cooperazione e verifica, delle relazioni del Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), dei pareri della Commissione di Venezia e delle relazioni sullo Stato di diritto. Anche le riforme fondamentali relative alla fissazione dei salari minimi e al reddito minimo di inclusione, al rafforzamento del governo societario delle imprese statali e al dialogo sociale danno seguito a raccomandazioni specifiche per paese di lunga data. Il piano per la ripresa e la resilienza istituisce inoltre un sistema di educazione e cura della prima infanzia unitario, inclusivo e di qualità, accompagnato da investimenti nell'assistenza all'infanzia. Promuove investimenti sostenibili e digitali e sostiene le attività di ricerca e sviluppo. Le riforme e gli investimenti fondamentali in materia di decarbonizzazione, creazione di un cloud pubblico e introduzione della carta d'identità elettronica contribuiscono a sostenere la transizione verde e digitale. |
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L'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza della Romania contribuirà presumibilmente a compiere ulteriori progressi nelle transizioni verde e digitale. Le misure a sostegno degli obiettivi climatici in Romania rappresentano il 41 % della dotazione totale del piano per la ripresa e la resilienza, mentre le misure a sostegno degli obiettivi digitali rappresentano il 21 % della dotazione. La piena attuazione del piano per la ripresa e la resilienza in linea con i traguardi e gli obiettivi pertinenti aiuterà la Romania a riprendersi rapidamente dalle conseguenze negative della crisi COVID-19, aumentandone la resilienza. Il coinvolgimento sistematico delle parti sociali e di altri portatori di interessi pertinenti rimane importante per l'attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza e di altre politiche economiche e occupazionali che vanno al di là del piano per la ripresa e la resilienza, e per assicurare un'ampia titolarità dell'agenda politica generale. |
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(21) |
La Romania ha presentato, il 14 aprile 2022, i documenti di programmazione della politica di coesione per l'accordo di partenariato previsto dal regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio (12) e, il 6 maggio 2022, per il suo primo programma. Conformemente al regolamento (UE) 2021/1060, la Romania deve tenere conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese nella programmazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027. Si tratta di un prerequisito per aumentare l'efficacia e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario ricevuto dai fondi della politica di coesione, e promuovere nel contempo il coordinamento, la complementarità e la coerenza tra tali fondi della politica di coesione e altri strumenti e fondi dell'Unione. Il successo dell'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi di politica di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno delle transizioni verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato. |
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In risposta al mandato conferito dai capi di Stato o di governo dell'Unione nella dichiarazione di Versailles, la proposta della Commissione per il piano REPowerEU mira ad azzerare gradualmente ma quanto prima la dipendenza dell'Unione dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. A tale scopo la Commissione intende identificare, nel dialogo con gli Stati membri, i progetti, gli investimenti e le riforme più idonei a livello regionale, nazionale e dell'Unione. Queste misure sono finalizzate a ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e a porre fine alle importazioni dalla Russia. |
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Secondo i dati del 2020 (13), il mix energetico della Romania è fortemente basato sui combustibili fossili; il petrolio e il gas rappresentano circa il 30 % ciascuno, mentre il carbone rappresenta un altro 10 %. La Romania stessa produce circa l'80 % del gas che consuma, mentre la quota restante proviene dalla Russia (complessivamente, la maggior parte dei consumi dell'Unione è sostenuta dalle importazioni di gas, il 44 % delle quali proviene dalla Russia). Per quanto riguarda il petrolio greggio, le importazioni dalla Russia rappresentano il 32 % del totale, rispetto alla media dell'Unione del 26 %. La Romania si è impegnata ad abbandonare gradualmente il carbone entro il 2032. Per conseguire questo ambizioso obiettivo, il piano per la ripresa e la resilienza della Romania e altri fondi dell'Unione, come il Fondo per la modernizzazione istituito dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (14), prevedono investimenti significativi nella promozione della decarbonizzazione attraverso la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Tuttavia la transizione verde e l'ingente aumento previsto del consumo di energia richiederanno miglioramenti significativi delle reti di trasmissione dell'energia e l'accelerazione della realizzazione di infrastrutture verdi. A tale scopo sarà necessario migliorare il quadro normativo e aumentare gli investimenti, nonché responsabilizzare i consumatori affinché possano partecipare in maniera attiva al mercato dell'energia elettrica, individualmente o collettivamente attraverso le comunità dell'energia. L'anticipazione degli investimenti in infrastrutture quali impianti di stoccaggio e interconnessioni delle reti del gas e dell'energia elettrica con i paesi vicini potrebbe aumentare la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, la stabilità del mercato e l'adattabilità alle differenze regionali. Tale aspetto deve essere esaminato nel contesto dell'invasione russa dell'Ucraina e della riduzione della dipendenza dalle importazioni, in quanto il sistema energetico continua a dipendere fortemente dai combustibili fossili. Inoltre i giacimenti di gas offshore individuati nel Mar Nero offrono alla Romania un'importante opportunità per rafforzare ulteriormente la propria indipendenza energetica e sostenere in modo significativo gli Stati membri limitrofi nella riduzione della loro dipendenza dalle importazioni di gas naturale dalla Russia. Si raccomanda che gli investimenti in nuove infrastrutture e reti per il gas siano, ove possibile, adeguati alle esigenze di domani per favorirne la sostenibilità a lungo termine mediante futuri processi di riconversione verso combustibili sostenibili. Nel contempo il piano per la ripresa e la resilienza della Romania prevede di investire 3 miliardi di EUR in misure a favore dell'efficienza energetica degli edifici residenziali pubblici e privati e dei settori industriali. Per ridurre i consumi energetici e la dipendenza dai combustibili fossili è necessario andare oltre questa prima ondata di ristrutturazioni, in quanto l'obiettivo del piano per la ripresa e la resilienza non coprirà l'intero parco immobiliare. La Romania deve migliorare ulteriormente il quadro strategico per accelerare la ristrutturazione degli edifici. Sarà necessario accrescere ulteriormente l'ambizione relativamente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e all'aumento delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica per allinearsi agli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %». |
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Anche se l'accelerazione della transizione verso la neutralità climatica e l'abbandono dei combustibili fossili genereranno notevoli costi di ristrutturazione in diversi settori, la Romania può avvalersi del meccanismo per una transizione giusta nel contesto della politica di coesione per attenuare l'impatto socioeconomico della transizione nelle regioni maggiormente interessate. La Romania può inoltre avvalersi del Fondo sociale europeo Plus, istituito dal regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio (15), per migliorare le opportunità occupazionali e rafforzare la coesione sociale. |
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Alla luce dell'esame approfondito della Commissione e della sua valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2022 e il programma di convergenza 2022. Le sue raccomandazioni a norma dell'articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1, 2 e 3. Le politiche di bilancio menzionate nella raccomandazione di cui al punto 1 contribuiscono a correggere, tra l'altro, gli squilibri legati all'ampio e persistente disavanzo delle partite correnti, in quanto il miglioramento dei saldi di bilancio concorrerà a ridurre l'elevato fabbisogno di finanziamenti esterni dell'economia rumena nel suo complesso. Le politiche menzionate nella raccomandazione di cui al punto 2 contribuiscono a correggere, tra l'altro, le vulnerabilità legate alla competitività. Le politiche menzionate nella raccomandazione di cui al punto 3 contribuiscono a correggere, tra l'altro, le vulnerabilità legate ai conti con l'estero nel lungo termine, |
RACCOMANDA alla Romania di prendere provvedimenti nel 2022 e nel 2023 al fine di:
1.
perseguire politiche di bilancio in linea con la raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania;
2.
procedere con l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio del 3 novembre 2021; concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di avviare l'attuazione dei programmi;
3.
ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili; agevolare l'ulteriore potenziamento della produzione sostenibile di energia accelerando lo sviluppo delle energie rinnovabili, modernizzando le reti di trasmissione dell'energia e aumentando l'interconnessione con gli Stati membri limitrofi; accrescere il ritmo e il livello di ambizione delle ristrutturazioni per incrementare l'efficienza energetica del parco immobiliare.
Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2022
Per il Consiglio
Il presidente
Z. STANJURA
(1) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
(2) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.
(3) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(4) Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).
(5) Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l'introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1).
(6) ST 12319/21; ST 12319/21 ADD1.
(7) Decisione (UE) 2020/509 del Consiglio, del 3 aprile 2020, sull'esistenza di un disavanzo eccessivo in Romania (GU L 110 dell'8.4.2020, pag. 58).
(8) Raccomandazione del Consiglio, del 3 aprile 2020, intesa a far cessare la situazione di disavanzo pubblico eccessivo in Romania (GU C 116 dell'8.4.2020, pag. 1).
(9) Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2021 della Romania (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 107).
(10) Le cifre rappresentano il livello dei costi annuali di bilancio delle misure adottate dall'autunno 2021, comprese le entrate e le spese correnti nonché, se del caso, le misure di spesa in conto capitale.
(11) Si ritiene che il numero totale di sfollati dall'Ucraina nell'Unione raggiungerà gradualmente i 6 milioni entro la fine del 2022 e la loro distribuzione geografica è stimata in base alle dimensioni delle comunità immigrate esistenti, alla relativa popolazione dello Stato membro ospitante e all'effettiva distribuzione degli sfollati provenienti dall'Ucraina in tutta l'Unione a partire da marzo 2022. Per i costi di bilancio pro capite, le stime si basano sul modello Euromod di microsimulazione del Centro comune di ricerca della Commissione, tenendo conto sia dei trasferimenti di denaro cui le persone potrebbero aver diritto che delle prestazioni in natura quali l'istruzione e l'assistenza sanitaria.
(12) Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159).
(13) Eurostat (2020), quota delle importazioni dalla Russia rispetto al totale delle importazioni. Per la media UE a 27, il totale delle importazioni si basa sulle importazioni dall'esterno dell'UE a 27. Per la Romania, le importazioni totali comprendono gli scambi intra-UE. Il petrolio greggio non comprende i prodotti petroliferi raffinati.
(14) Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio (GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32).
(15) Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21).