1.9.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 334/162


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2022

relativa al programma nazionale di riforma dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2022 dell'Austria

(2022/C 334/20)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (2) che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornisce sostegno finanziario per l'attuazione di riforme e investimenti, con uno stimolo di bilancio finanziato dall'Unione. Contribuisce alla ripresa economica e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili e propizi per la crescita, volti in particolare a promuovere le transizioni verde e digitale, e rafforza la resilienza e la crescita potenziale delle economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a promuovere finanze pubbliche sostenibili e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà aggiornato nel giugno 2022, a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241.

(2)

Il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita sostenibile, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2022. Ha tenuto debito conto dell'impegno sociale di Porto firmato il 7 maggio 2021 a proseguire l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il 25 marzo 2022 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. Sempre il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui non annoverava l'Austria tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio relativa alla politica economica della zona euro e la proposta di relazione comune sull'occupazione 2022, che analizza l'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il Consiglio ha adottato la raccomandazione relativa alla politica economica della zona euro (4) («raccomandazione sulla zona euro 2022») il 5 aprile 2022 e la relazione comune sull'occupazione il 14 marzo 2022.

(3)

L'invasione russa dell'Ucraina, di poco successiva alla pandemia mondiale, ha sensibilmente modificato il contesto geopolitico ed economico. Il suo impatto sulle economie degli Stati membri si è manifestato, tra l'altro, con l'aumento dei prezzi dell'energia, dei generi alimentari e delle materie prime, e prospettive di crescita più deboli. L'aumento dei prezzi dell'energia grava in modo particolarmente pesante sulle famiglie più vulnerabili in condizioni di povertà energetica o che rischiano di cadervi, nonché sulle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia. L'Unione sta inoltre registrando un afflusso senza precedenti di persone in fuga dall'Ucraina. Gli effetti economici derivanti dalla guerra di aggressione della Russia hanno avuto un impatto asimmetrico sugli Stati membri. In questo contesto il 4 marzo 2022, tramite la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio (5), è stata attivata per la prima volta la direttiva 2001/55/CE del Consiglio (6), che riconosce agli sfollati ucraini il diritto di soggiornare legalmente nell'Unione e dà loro accesso all'istruzione e alla formazione, al mercato del lavoro, all'assistenza sanitaria, agli alloggi e all'assistenza sociale.

(4)

Tenuto conto dei rapidi mutamenti della situazione economica e geopolitica, il semestre europeo riprende il suo ampio coordinamento delle politiche economiche e occupazionali nel 2022, seguendo nel contempo un'evoluzione in linea con i requisiti di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, come indicato nell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. L'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza adottati è fondamentale per il conseguimento delle priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti affrontano tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nei cicli del semestre europeo 2019 e 2020. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019 e 2020 sono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241, e si aggiungono alle altre eventuali raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di presentazione di tali piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati.

(5)

La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita è attiva sin da marzo 2020. Nella comunicazione del 3 marzo 2021 dal titolo «A un anno dall'insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio», la Commissione ha ritenuto che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell'economia, prendendo come criterio quantitativo principale il livello di attività economica nell'Unione o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi (fine del 2019). L'accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, i rincari dell'energia senza precedenti e il protrarsi di turbative nelle catene di approvvigionamento giustificano il mantenimento della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita per tutto il 2023.

(6)

Seguendo l'approccio indicato nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 (7), che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2021 dell'Austria, la misura migliore per valutare l'orientamento generale della politica di bilancio è attualmente la variazione, in relazione alla crescita potenziale a medio termine, della spesa primaria (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate, escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19), ma compresa la spesa finanziata dal sostegno non rimborsabile (sovvenzioni) del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione (8). Oltre all'orientamento generale della politica di bilancio, al fine di valutare se la politica di bilancio nazionale sia prudente e la sua composizione favorevole a una ripresa sostenibile in linea con le transizioni verde e digitale, è dedicata particolare attenzione anche all'evoluzione della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate ed escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19) e degli investimenti finanziati a livello nazionale (9).

(7)

Il 2 marzo 2022 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti generali per la politica di bilancio nel 2023 («orientamenti per la politica di bilancio»), con l'obiettivo di sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche. Sulla base delle prospettive macroeconomiche risultanti dalle previsioni d'inverno 2022 la Commissione ha osservato che nel 2023 sarebbe appropriato operare una transizione da una politica di bilancio aggregata di sostegno nel 2020-2022 a una politica di bilancio aggregata sostanzialmente neutra, mantenendosi pronti a reagire all'evoluzione della situazione economica, e ha annunciato che è opportuno continuare a differenziare le raccomandazioni di bilancio per il 2023 tra i vari Stati membri e tenere conto di eventuali effetti di ricaduta transfrontalieri. La Commissione ha invitato gli Stati membri a integrare gli orientamenti nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza. La Commissione si è impegnata a monitorare attentamente l'evoluzione delle prospettive economiche e ad aggiornare secondo le necessità gli orientamenti politici al più tardi nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo di fine maggio 2022.

(8)

A fronte degli orientamenti di bilancio, le raccomandazioni in materia di bilancio per il 2023 tengono conto del peggioramento delle prospettive economiche, dell'accresciuta incertezza e degli ulteriori rischi di revisione al ribasso, nonché dell'inflazione più elevata rispetto a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione dell'inverno 2022. Alla luce di tali considerazioni, la risposta di bilancio deve aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e la sicurezza energetica, e sostenere il potere d'acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attenuare le ripercussioni dell'impennata dei prezzi dell'energia e contribuire a limitare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli effetti di secondo impatto mediante misure mirate e temporanee. La politica di bilancio deve rimanere agile per adeguarsi al rapido evolvere delle circostanze, comprese le sfide derivanti dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina per quanto concerne la difesa e la sicurezza, e differenziare i vari paesi in funzione della loro situazione economica e di bilancio, anche per quanto riguarda la loro esposizione alla crisi e l'afflusso di sfollati dall'Ucraina.

(9)

Il 30 aprile 2021 l'Austria ha presentato alla Commissione il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, conformemente all'articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241. A norma dell'articolo 19 del medesimo regolamento, la Commissione ha valutato la pertinenza, l'efficacia, l'efficienza e la coerenza del piano, conformemente agli orientamenti per la valutazione di cui all'allegato V del regolamento. Il 13 luglio 2021 il Consiglio ha adottato la decisione di esecuzione relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Austria (10). L'erogazione delle rate è subordinata all'adozione di una decisione della Commissione a norma dell'articolo 24, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/241, che stabilisca che l'Austria ha conseguito in misura soddisfacente i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Il conseguimento soddisfacente presuppone che non sia stato annullato il conseguimento di traguardi e obiettivi precedenti.

(10)

Il 27 aprile 2022 l'Austria ha presentato il programma nazionale di riforma 2022 e il programma di stabilità 2022, in linea con il termine stabilito all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1466/97. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. In conformità dell'articolo 27 del regolamento (UE) 2021/241, il programma nazionale di riforma 2022 rispecchia anche la relazione semestrale dell'Austria in merito ai progressi compiuti nell'attuazione del suo piano per la ripresa e la resilienza.

(11)

Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2022 relativa all'Austria, nella quale valuta i progressi compiuti dall'Austria nel dar seguito alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio nel 2019, 2020 e 2021 e fa il punto dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, sulla base del quadro di valutazione della ripresa e della resilienza. Sulla scorta di tale analisi la relazione per paese ha individuato lacune rispetto alle sfide non affrontate o solo parzialmente affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, e anche a sfide nuove ed emergenti, tra cui quelle derivanti dall'invasione russa dell'Ucraina. Ha valutato quindi i progressi compiuti dall'Austria nell'attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e nel conseguire gli obiettivi principali dell'Unione in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

(12)

Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato. Tale relazione esamina la situazione di bilancio dell'Austria, poiché nel 2021 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 3 % del prodotto interno lordo (PIL) previsto dal trattato. Tale relazione ha concluso che il criterio del disavanzo non era soddisfatto. In linea con la comunicazione del 2 marzo 2022, la Commissione non ha proposto di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2022 e valuterà nuovamente la possibile apertura di tali procedure nell'autunno del 2022.

(13)

Nella raccomandazione del 20 luglio 2020 (11), il Consiglio ha raccomandato all'Austria di attuare nel 2020 e nel 2021, in linea con la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di COVID-19 e sostenere l'economia e la successiva ripresa. Ha inoltre raccomandato all'Austria, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, migliorando nel contempo gli investimenti. Secondo i dati convalidati da Eurostat, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell'Austria è sceso dall'8,0 % del PIL nel 2020 al 5,9 % nel 2021. La risposta della politica di bilancio dell'Austria ha sostenuto la ripresa economica nel 2021, mentre le misure temporanee di emergenza sono scese dal 4,8 % del PIL nel 2020 al 4,3 % nel 2021. Nel 2021 l'Austria ha adottato misure in linea con la raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020. Le misure discrezionali di bilancio adottate dal governo nel 2020 e nel 2021 erano per lo più temporanee o accompagnate da misure di compensazione. Allo stesso tempo, alcune delle misure discrezionali adottate dal governo nel periodo 2020-2021 non erano temporanee o accompagnate da misure di compensazione e consistevano principalmente in un significativo sgravio fiscale concesso alle famiglie e alle imprese attraverso la riforma fiscale «eco-sociale». Secondo i dati convalidati da Eurostat, il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso dall'83,3 % del PIL nel 2020 all'82,8 % del PIL nel 2021.

(14)

Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di stabilità 2022 è realistico. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 3,9 % nel 2022 e del 2,0 % nel 2023. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale pari al 3,9 % nel 2022 e all'1,9 % nel 2023. Nel programma di stabilità 2022, il governo prevede un calo del disavanzo nominale al 3,1 % del PIL nel 2022 e all'1,5 % nel 2023. Il calo registrato nel 2022 riflette in primo luogo la forte crescita dell'attività economica e l'allentamento della maggior parte delle misure di emergenza. In assenza di altre misure, come quelle relative agli elevati prezzi dell'energia, il disavanzo sarebbe ulteriormente diminuito. Secondo il programma di stabilità 2022 il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a scendere all'80,0 % nel 2022 per poi arrivare al 77,1 % nel 2023. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico per il 2022 e il 2023 pari rispettivamente al 3,1 % e all'1,5 % del PIL, in linea con il disavanzo previsto nel programma di stabilità 2022. Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL analogo, pari all'80,0 % nel 2022 e al 77,5 % nel 2023. Secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, la crescita del prodotto potenziale a medio termine (media su 10 anni) è stimata all'1,2 %. Tale stima non comprende però l'impatto delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale dell'Austria.

(15)

Nel 2022 il governo ha gradualmente eliminato la maggior parte delle misure adottate in risposta alla crisi COVID-19, cosicché le misure temporanee di emergenza sono destinate a passare dal 4,3 % del PIL nel 2021 all'1,1 % nel 2022. Il disavanzo pubblico risente delle misure adottate per contrastare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, sono stimate allo 0,4 % del PIL nel 2022 e allo 0,2 % del PIL nel 2023 (12). Tali misure consistono principalmente in trasferimenti sociali alle famiglie più povere, tagli delle imposte indirette sul consumo di energia e misure temporanee di sgravio per i pendolari nel contesto delle imposte sul reddito delle persone fisiche. Le misure sono state presentate come temporanee ma, nel caso in cui i prezzi dell'energia restassero elevati nel 2023, alcune di esse potrebbero essere prorogate. Il disavanzo pubblico risente anche dei costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, si attestano allo 0,3 % del PIL nel 2022 e allo 0,4 % nel 2023 (13).

(16)

Nella raccomandazione del 18 giugno 2021 il Consiglio ha raccomandato che nel 2022 l'Austria mantenga un orientamento della politica di bilancio favorevole, anche grazie all'impulso dato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, e preservi gli investimenti finanziati a livello nazionale. Il Consiglio ha inoltre raccomandato all'Austria, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti e sostenibilità a medio termine, incrementando nel contempo gli investimenti per stimolare il potenziale di crescita.

(17)

Nel 2022, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione e includendo le informazioni contenute nel programma di stabilità 2022 dell'Austria, l'orientamento della politica di bilancio sarà di sostegno all'economia, pari a – 1,2 % del PIL, come raccomandato dal Consiglio (14). L'Austria prevede di continuare a sostenere la ripresa avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti, come raccomandato dal Consiglio. Secondo le proiezioni nel 2022 il contributo positivo all'attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione aumenterà di 0,1 punti percentuali di PIL rispetto al 2021. Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo espansivo alla politica di bilancio pari a 0,3 punti percentuali nel 2022 (15). L'Austria prevede pertanto di preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale, come raccomandato dal Consiglio. Allo stesso tempo, si prevede che nel 2022 la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo espansivo di 0,5 punti percentuali all'orientamento generale della politica di bilancio. Questo comprende gli effetti supplementari delle misure volte ad affrontare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia (0,4 % del PIL), nonché i costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina (0,3 % del PIL).

(18)

Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano per il 2023 un orientamento di bilancio che si attesta allo 0,4 % del PIL nell'ipotesi di politiche invariate (16). Si prevede che nel 2023 l'Austria continuerà ad avvalersi delle sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa. Secondo le proiezioni il contributo positivo all'attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione rimarrà stabile rispetto al 2022. Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo restrittivo alla politica di bilancio pari a 0,4 punti percentuali nel 2023 (17). Allo stesso tempo, si prevede che nel 2023 l'aumento della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo sostanzialmente neutro pari a 0,0 punti percentuali all'orientamento generale della politica di bilancio. Questo comprende l'impatto della graduale eliminazione delle misure volte ad affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia (0,2 % del PIL), nonché i costi supplementari per l'offerta di protezione temporanea agli sfollati dall'Ucraina (0,1 % del PIL).

(19)

Secondo il programma di stabilità 2022, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà gradualmente allo 0,7 % del PIL nel 2024 e allo 0,3 % entro il 2025. Si prevede pertanto che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche rimarrà al di sotto del 3 % del PIL dal 2023 fino alla fine del periodo di riferimento del programma. Tali proiezioni ipotizzano una diminuzione della spesa pubblica per questo orizzonte temporale (dal 50,4 % del PIL nel 2023 al 49,6 % nel 2024 e al 49,4 % nel 2025). Secondo il programma di stabilità 2022, il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a ridursi entro il 2025, nello specifico scendendo al 74,5 % nel 2024 e al 72,1 % nel 2025. Secondo l'analisi della Commissione i rischi per la sostenibilità del debito appaiono medi nel medio periodo.

(20)

L'Austria si trova ad affrontare rischi medi per la sostenibilità di bilancio nel medio e lungo periodo, dovuti principalmente alle pressioni di bilancio derivanti dall'invecchiamento della popolazione. La percentuale di popolazione in età lavorativa (tra i 20 e i 64 anni) rispetto agli adulti anziani dovrebbe diminuire, passando da tre lavoratori a circa due lavoratori per persona di età superiore ai 65 anni nei prossimi 50 anni. Nel complesso, secondo lo scenario di rischio delineato dal gruppo di lavoro sull'invecchiamento nella relazione sull'invecchiamento 2021 pubblicata dalla Commissione, la spesa pubblica per l'assistenza a lungo termine dovrebbe aumentare passando dall'1,8 % del PIL nel 2019 al 2,3 % del PIL nel 2030. Oltre all'evoluzione demografica, si prevede che anche la necessità di cure più intensive dovute a malattie legate all'età avanzata contribuirà a far salire i costi dell'assistenza a lungo termine. È stata annunciata una riforma globale del sistema di assistenza a lungo termine, che tuttavia è ancora in sospeso. Finora una task force dedicata ha sintetizzato i principali risultati di una consultazione pubblica. Secondo la relazione della task force, una delle priorità della riforma consisterà nell'istituire un controllo coordinato del sistema. Ciò comprende una chiara attribuzione delle responsabilità a tutti i livelli di governo e la trasparenza in merito all'origine e all'utilizzo dei fondi.

(21)

Il federalismo austriaco in materia di bilancio è caratterizzato da una notevole discrepanza tra la spesa e le responsabilità in materia di aumento delle entrate a livello subnazionale. Anziché fare affidamento sull'autonomia fiscale, i bilanci subnazionali sono alimentati da un sistema complesso di condivisione delle imposte e di trasferimenti intergovernativi, che ostacola la trasparenza fiscale e la responsabilità politica e non è di grande incentivo a una spesa pubblica efficiente. Poiché persiste la necessità di una riforma, questa dovrebbe essere affrontata nei negoziati per la prossima legge sulle relazioni di natura tributaria tra le diverse amministrazioni, che dovrebbero iniziare nel dicembre 2022. Oltre a riformare il quadro di bilancio nazionale, un migliore utilizzo delle revisioni della spesa può migliorare l'efficacia e l'efficienza della spesa pubblica, in quanto ciò contribuisce a controllare le dotazioni finanziarie rispetto alle priorità politiche.

(22)

Il sistema fiscale austriaco continua ad avere un margine di manovra per migliorare l'equità e la capacità di favorire la crescita. Il sistema fiscale è caratterizzato da un onere elevato sul lavoro derivante dalle imposte sui salari e dai contributi previdenziali, questi ultimi a carico sia dei lavoratori che dei datori di lavoro. Ciò ostacola la creazione di posti di lavoro. Allo stesso tempo, aliquote fiscali marginali elevate disincentivano il lavoro, in particolare nel segmento più basso della distribuzione del reddito e per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare. La riforma fiscale eco-sociale recentemente adottata è un passo nella giusta direzione e l'introduzione di un prezzo del CO2 per i settori che non rientrano nel sistema di scambio di quote di emissione (ETS) è un progetto importante nell'ambito del piano per la ripresa e la resilienza dell'Austria. Permangono tuttavia sfide strutturali. Vi è margine per ridurre ulteriormente i costi non salariali del lavoro al fine di stimolare la creazione di posti di lavoro e l'offerta di manodopera, in particolare per i lavoratori a basso reddito. Un uso migliore di imposte più favorevoli alla crescita potrebbe contribuire a creare lo spazio di bilancio necessario e a migliorare l'equità del sistema fiscale.

(23)

Conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (UE) 2021/241, e al criterio 2.2 dell'allegato V di tale regolamento, il piano per la ripresa e la resilienza comprende un'ampia gamma di riforme e investimenti che si rafforzano reciprocamente, secondo un calendario indicativo per l'attuazione da completarsi entro il 31 agosto 2026. Questi contribuiscono ad affrontare tutte o un sottoinsieme significativo delle sfide economiche e sociali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese rivolte dal Consiglio all'Austria nei semestri europei 2019 e 2020, oltre che nelle raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di adozione di un piano per la ripresa e la resilienza. In particolare, le misure previste dal piano contribuiscono ad affrontare un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese individuate negli ultimi anni nel contesto del semestre europeo. Le modifiche previste al sistema fiscale contribuiranno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, contribuendo nel contempo ad alleggerire la pressione fiscale sul lavoro e tenendo conto anche degli aspetti ecologici e sociali. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro può beneficiare di una maggiore disponibilità di strutture di qualità per la prima infanzia. Anche la sfida da tempo riconosciuta relativa al divario pensionistico di genere è in parte affrontata. La transizione verde sarà promossa mediante investimenti i) nell'efficienza energetica, ii) nelle energie rinnovabili, iii) nella decarbonizzazione dell'industria, iv) nella biodiversità e v) nell'economia circolare, accompagnati da riforme correlate, comprese la revisione del quadro di sostegno alle energie rinnovabili e la graduale eliminazione degli impianti di riscaldamento a olio combustibile. Il piano contribuirà inoltre ad aumentare in modo sostanziale la capacità digitale delle imprese. L'onere amministrativo per le imprese sarà ridotto mediante punti di «accesso unico» digitali.

(24)

L'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Austria contribuirà presumibilmente a compiere ulteriori progressi nelle transizioni verde e digitale. Le misure a sostegno degli obiettivi climatici rappresentano il 58,7 % della dotazione finanziaria totale del piano per la ripresa e la resilienza, mentre le misure a sostegno degli obiettivi digitali rappresentano il 52,8 % della dotazione. La piena attuazione del piano per la ripresa e la resilienza in linea con i traguardi e gli obiettivi pertinenti aiuterà l'Austria a riprendersi rapidamente dalle conseguenze negative della crisi COVID-19, aumentandone la resilienza. Il coinvolgimento sistematico delle parti sociali e di altri portatori di interessi pertinenti rimane importante per l'attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza e di altre politiche economiche e occupazionali che vanno al di là del piano per la ripresa e la resilienza, e per assicurare un'ampia titolarità dell'agenda politica generale.

(25)

La Commissione ha approvato l'accordo di partenariato dell'Austria, di cui al regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio (18), il 2 maggio 2022. Il 21 ottobre 2021 l'Austria ha presentato i programmi per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo per una transizione giusta (JTF) di cui a detto regolamento, che i servizi della Commissione hanno restituito con osservazioni il 4 gennaio 2022. L'Austria non ha ancora presentato il programma del Fondo sociale europeo Plus. Conformemente al regolamento (UE) 2021/1060, l'Austria deve tenere conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese nella programmazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027. Si tratta di un prerequisito per aumentare l'efficacia e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario ricevuto dai fondi della politica di coesione, e promuovere nel contempo il coordinamento, la complementarità e la coerenza tra tali fondi della politica di coesione e altri strumenti e fondi dell'Unione. Il successo dell'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi di politica di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno delle transizioni verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato.

(26)

Oltre alle sfide economiche e sociali affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, l'Austria fa fronte a una serie di sfide aggiuntive legate al suo mercato del lavoro. Il forte sistema di protezione sociale dell'Austria e le ampie misure politiche hanno limitato l'impatto sociale della pandemia di COVID-19. L'Austria presenta buoni risultati nella maggior parte delle dimensioni del pilastro europeo dei diritti sociali, ma permangono alcune sfide tra cui, in particolare, il potenziale sottoutilizzato delle donne, dei lavoratori scarsamente qualificati e anziani e delle persone provenienti da un contesto migratorio. Ciò è particolarmente problematico in considerazione della carenza di manodopera qualificata. Liberare il potenziale sottoutilizzato di questi gruppi potrebbe ridurre la pressione sul mercato del lavoro austriaco.

(27)

Mentre il tasso di occupazione femminile è ben al di sopra della media dell'Unione, l'Austria si colloca al secondo posto nell'Unione per quanto riguarda l'occupazione a tempo parziale delle donne. Nel 2021 il 49,9 % delle donne austriache lavorava a tempo parziale, rispetto a una media dell'Unione del 28,3 %. Ciò indica un notevole potenziale per rafforzare la partecipazione a tempo pieno delle donne al mercato del lavoro. Un'offerta limitata di servizi di assistenza all'infanzia di qualità e a prezzi accessibili rende difficile per le madri partecipare più attivamente al mercato del lavoro. Solo il 21,1 % dei bambini di età inferiore ai tre anni è accolto in strutture formali di assistenza all'infanzia, uno dei tassi più bassi dell'Unione e ben lontano dall'obiettivo di Barcellona, fissato dal Consiglio europeo nel 2002, di accogliere il 33 % dei bambini di età inferiore ai tre anni in strutture formali di assistenza all'infanzia. L'elevata percentuale di lavoro a tempo parziale, insieme alla sovrarappresentanza delle donne nei settori a basso reddito, sono i principali fattori che contribuiscono all'elevato divario retributivo di genere e al divario pensionistico di genere relativamente elevato in Austria. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente amplificato queste disuguaglianze legate al genere, con una percentuale significativa di donne che si trova a dover combinare obblighi di lavoro e di assistenza. Aumentare l'offerta di servizi di assistenza all'infanzia di qualità innalzando gli standard qualitativi, offrire orari di apertura più lunghi per le strutture di assistenza all'infanzia e affrontare i disincentivi ad aumentare l'orario di lavoro (ad esempio migliorando gli incentivi fiscali) è fondamentale per garantire un migliore utilizzo del potenziale delle donne sul mercato del lavoro.

(28)

Diversi gruppi svantaggiati potrebbero essere meglio integrati nel mercato del lavoro, in particolare i lavoratori scarsamente qualificati e anziani e i lavoratori provenienti da un contesto migratorio. Quasi la metà dei disoccupati di lunga durata in Austria ha completato al massimo la scuola secondaria di primo grado (Pflichtschule). La partecipazione al mercato del lavoro delle persone provenienti da un contesto migratorio rimane bassa, con un livello di occupazione di 12,7 punti percentuali inferiore a quello dei residenti autoctoni nel 2020. Ciò è particolarmente problematico in quanto i risultati scolastici, le opportunità di lavoro e i futuri livelli di reddito dei bambini in Austria tendono ad essere determinati in particolare da quelli dei loro genitori. Le misure contenute nel piano per la ripresa e la resilienza dell'Austria tese a promuovere la riqualificazione e il miglioramento delle competenze affronteranno tali sfide sostenendo la formazione dei lavoratori scarsamente qualificati e dei disoccupati di lunga durata. Allo stesso tempo, le misure previste non affrontano pienamente il problema di base della partecipazione delle persone provenienti da un contesto migratorio e dei lavoratori scarsamente qualificati. Inoltre i risultati scolastici per questi gruppi devono essere migliorati in età molto più precoce. Permane la necessità di ulteriori opportunità di riqualificazione e apprendimento permanente per i lavoratori di tutte le età.

(29)

La crescente carenza di competenze (Fachkräftemangel) sta diventando una sfida crescente per le imprese che dipendono da professionisti altamente qualificati, come gli esperti informatici, ma anche professionisti qualificati per la diffusione delle energie rinnovabili in rapida crescita. Le cause della carenza di manodopera qualificata sono molteplici e la pandemia di COVID-19 le ha aggravate. L'ampliamento delle opportunità per talenti altamente qualificati provenienti dall'estero per posizioni che non possono essere coperte dalla forza lavoro austriaca o dell'Unione potrebbe alleviare tali carenze. Attualmente le procedure in vigore comportano un notevole onere amministrativo per le imprese che desiderano assumere lavoratori provenienti da paesi terzi, rendendo difficile attrarre i talenti stranieri necessari. Ciò ostacola la crescita della produttività, in particolare nel settore dei servizi e soprattutto nel settore informatico. Le riforme del 2019 e 2020 del regime «fast track» austriaco per la manodopera qualificata proveniente da paesi terzi (Rot-Weiß-Rot-Karte) non si sono dimostrate efficaci nell'affrontare la sfida generale. Si potrebbero pertanto adottare ulteriori misure per mettere le imprese in condizioni migliori per assumere manodopera qualificata proveniente dall'estero. Ciò significa anche rendere le procedure più rapide e più mirate alle esigenze individuali delle imprese.

(30)

In risposta al mandato conferito dai capi di Stato o di governo dell'Unione nella dichiarazione di Versailles, la proposta della Commissione per il piano REPowerEU mira ad azzerare gradualmente ma quanto prima la dipendenza dell'Unione dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. A tale scopo la Commissione intende identificare, nel dialogo con gli Stati membri, i progetti, gli investimenti e le riforme più idonei a livello regionale, nazionale e dell'Unione. Queste misure sono finalizzate a ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e a porre fine alle importazioni dalla Russia.

(31)

Gli sviluppi geopolitici innescati dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia hanno messo in luce i rischi per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'Austria. L'Austria dipende fortemente dalle importazioni di gas dalla Russia. Nel 2020 circa l'80 % delle sue importazioni totali di gas proveniva dalla Russia, rispetto a una media dell'Unione del 44 %. Il gas rappresenta anche una quota significativa della domanda di energia dell'Austria (22,7 %, leggermente al di sotto della media dell'Unione del 24,4 %), principalmente per il consumo industriale e il riscaldamento. Tuttavia l'Austria è meno dipendente dalla Russia per il petrolio (il 10 % del petrolio greggio proviene dalla Russia, un livello significativamente inferiore alla media dell'Unione del 26 %) (19). La diversificazione dell'approvvigionamento energetico e l'aumento della flessibilità e della capacità di flusso inverso per la già estesa interconnettività con altri Stati membri saranno fondamentali per ridurre la dipendenza dal gas russo. Si raccomanda tuttavia che tutti i nuovi investimenti nelle infrastrutture e nelle reti relative al gas siano adeguati alle esigenze future, ove possibile, al fine di facilitarne la sostenibilità a lungo termine attraverso la futura riconversione per i combustibili sostenibili. La riduzione della dipendenza dal gas russo comprende anche investimenti nella produzione di gas rinnovabili (come l'idrogeno rinnovabile e il biometano sostenibile), consentendo così di sostituire il gas naturale, in particolare nei settori e nelle regioni più vulnerabili alle interruzioni dell'approvvigionamento. Inoltre altre fonti di energia rinnovabile, come l'energia geotermica, continuano a essere sottoutilizzate e potrebbero essere ulteriormente esaminate.

(32)

Nel 2020 la quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia dell'Austria era del 37 %, superiore all'obiettivo del 34 % per lo stesso anno. La riforma del 2021 del sostegno alle energie rinnovabili inclusa nel piano per la ripresa e la resilienza ha creato il quadro necessario per aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo di energia elettrica. La riforma consentirà di raggiungere 27 TWh di capacità annua di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030 e contribuirà quindi a conseguire l'obiettivo del 100 % entro il 2030 (rispetto all'attuale 81 % nel 2020). Tuttavia gli investimenti nelle energie rinnovabili sono ostacolati dalla lunghezza delle procedure di pianificazione del territorio e di autorizzazione, un problema che è dovuto anche in parte alla complessa ripartizione delle competenze tra i livelli di governo federale e regionale e a problemi di organico nell'amministrazione. Per far fronte alla prevista espansione della produzione di energia da fonti rinnovabili, l'Austria potrebbe valutare la possibilità di aumentare in misura significativa gli investimenti nelle infrastrutture di rete (quali lo stoccaggio, la distribuzione e la trasmissione) e di garantire la tempestiva realizzazione di tale infrastruttura. Il rafforzamento del livello di ambizione in materia di efficienza energetica nei settori dell'edilizia e dell'industria ridurrà la dipendenza dai combustibili fossili. La strategia di ristrutturazione a lungo termine dell'Austria fissa tappe precise per il 2050 e mira a conseguire una decarbonizzazione dell'80 % del suo parco immobiliare. Il piano per la ripresa e la resilienza accelererà la graduale eliminazione delle caldaie a combustibili fossili nel settore edilizio e la loro sostituzione con tecnologie di riscaldamento da fonti rinnovabili o teleriscaldamento. Tuttavia gli obiettivi di efficienza energetica dell'Austria per il 2030 sono poco ambiziosi e il paese potrebbe accelerare gli investimenti nella ristrutturazione profonda degli edifici, nella sostituzione dei combustibili fossili con il riscaldamento da fonti rinnovabili e in una migliore gestione del consumo energetico attraverso la digitalizzazione delle utenze (quali contatori e termostati intelligenti). Al tempo stesso, ulteriori sforzi per decarbonizzare i processi industriali, anche attraverso gas rinnovabili, contribuirebbero a ridurre la domanda di gas e a proteggere le imprese dalla volatilità dei prezzi. Sarà necessario accrescere ulteriormente l'ambizione relativamente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e all'aumento delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica per allineare l'Austria agli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %».

(33)

Anche se l'accelerazione della transizione verso la neutralità climatica e l'abbandono dei combustibili fossili in alcuni settori genereranno notevoli costi di ristrutturazione in diversi settori, l'Austria può avvalersi del meccanismo per una transizione giusta nel contesto della politica di coesione per attenuare l'impatto socioeconomico della transizione nelle regioni maggiormente interessate. L'Austria può inoltre avvalersi del Fondo sociale europeo Plus, istituito dal regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio (20), per migliorare le opportunità occupazionali e rafforzare la coesione sociale.

(34)

Alla luce della valutazione della Commissione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2022 e il suo parere (21) trova riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1.

(35)

Date le strette correlazioni tra le economie degli Stati membri della zona euro e il loro contributo collettivo al funzionamento dell'Unione economica e monetaria, il Consiglio ha raccomandato a tali Stati membri di prendere provvedimenti, anche tramite i piani per la ripresa e la resilienza, per attuare le raccomandazioni di cui alla raccomandazione 2022 relativa alla zona euro. Per quanto riguarda l'Austria ciò trova riscontro in particolare nelle raccomandazioni di cui ai punti 1, 2 e 3,

RACCOMANDA all'Austria di prendere provvedimenti nel 2022 e nel 2023 al fine di:

1.   

garantire nel 2023 che la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale sia in linea con un orientamento della politica complessivamente neutro, tenendo conto del costante sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più esposte agli aumenti dei prezzi dell'energia, nonché alle persone in fuga dall'Ucraina; essere pronta ad adeguare la spesa corrente all'evoluzione della situazione; aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica tenendo conto dell'iniziativa REPowerEU, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'Unione; per il periodo successivo al 2023, perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti; garantire l'adeguatezza e la sostenibilità di bilancio del sistema di assistenza a lungo termine; semplificare e razionalizzare le relazioni e le responsabilità in materia di bilancio tra i vari livelli di governo e allineare le responsabilità di finanziamento e di spesa; migliorare il mix fiscale per sostenere una crescita inclusiva e sostenibile;

2.   

procedere con l'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021; concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di avviare l'attuazione dei programmi;

3.   

promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche migliorando la qualità dei servizi di assistenza all'infanzia, e migliorare i risultati sul mercato del lavoro per i gruppi svantaggiati;

4.   

ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di combustibili fossili accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e delle infrastrutture necessarie, in particolare semplificando la pianificazione e snellendo ulteriormente le procedure di autorizzazione, migliorando l'efficienza energetica, in particolare nell'industria e nell'edilizia, diversificando l'approvvigionamento energetico e aumentando la flessibilità e la capacità di flusso inverso delle interconnessioni.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2022

Per il Consiglio

Il presidente

Z. STANJURA


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).

(3)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(4)  Raccomandazione del Consiglio, del 5 aprile 2022, sulla politica economica della zona euro (GU C 153 del 7.4.2022, pag. 1).

(5)  Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l'introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1).

(6)  Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).

(7)  Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2021 dell'Austria (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 93).

(8)  Nella presente raccomandazione le stime dell'orientamento di bilancio e delle sue componenti sono stime della Commissione basate sulle ipotesi sottese alle previsioni di primavera 2022 della Commissione. Le stime della Commissione relative alla crescita potenziale a medio termine non comprendono l'impatto positivo delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale.

(9)  Non finanziati da sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza o altri fondi dell'Unione.

(10)  ST 10159/2021; ST 10159/2021 ADD 1; ST 10159/2021 COR 1.

(11)  Raccomandazione del Consiglio, del 20 luglio 2020, sul programma nazionale di riforma dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2020 dell'Austria (GU C 282 del 26.8.2020, pag. 74).

(12)  Le cifre rappresentano il livello dei costi annuali di bilancio delle misure adottate dall'autunno 2021, comprese le entrate e le spese correnti nonché, se del caso, le misure di spesa in conto capitale.

(13)  Si ritiene che il numero totale di sfollati dall'Ucraina nell'Unione raggiungerà gradualmente i 6 milioni entro la fine del 2022 e la loro distribuzione geografica è stimata in base alle dimensioni delle comunità immigrate esistenti, alla relativa popolazione dello Stato membro ospitante e all'effettiva distribuzione degli sfollati provenienti dall'Ucraina in tutta l'Unione a partire da marzo 2022. Per i costi di bilancio pro capite, le stime si basano sul modello Euromod di microsimulazione del Centro comune di ricerca della Commissione, tenendo conto sia dei trasferimenti di denaro cui le persone potrebbero aver diritto che delle prestazioni in natura quali l'istruzione e l'assistenza sanitaria.

(14)  Un segno negativo (positivo) dell'indicatore corrisponde a un eccesso (difetto) di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva (restrittiva).

(15)  Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo espansivo di 0,4 punti percentuali di PIL. Ciò è dovuto principalmente alla creazione di una riserva strategica di gas, come indicato anche nel programma di stabilità 2022.

(16)  Un segno negativo (positivo) dell'indicatore corrisponde a un eccesso (difetto) di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva (restrittiva).

(17)  Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo neutro.

(18)  Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159).

(19)  Eurostat (2020), quota delle importazioni dalla Russia rispetto al totale delle importazioni di gas naturale e petrolio greggio. La media dell'UE-27 si basa sulle importazioni extra UE-27. A partire dal marzo 2022 l'Austria ha smesso di importare petrolio greggio dalla Russia.

(20)  Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21).

(21)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.