|
1.9.2022 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 334/136 |
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
del 12 luglio 2022
sul programma nazionale di riforma 2022 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2022 dell'Ungheria
(2022/C 334/17)
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato per l'occupazione,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato per la protezione sociale,
visto il parere del comitato di politica economica,
considerando quanto segue:
|
(1) |
Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (2) che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornisce sostegno finanziario per l'attuazione di riforme e investimenti, con uno stimolo di bilancio finanziato dall'Unione. Contribuisce alla ripresa economica e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili e propizi per la crescita, volti in particolare a promuovere le transizioni verde e digitale, e rafforza la resilienza e la crescita potenziale delle economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a promuovere finanze pubbliche sostenibili e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà aggiornato nel giugno 2022, a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241. |
|
(2) |
Il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita sostenibile, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2022. Ha tenuto debito conto dell'impegno sociale di Porto firmato il 7 maggio 2021 a proseguire l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il 25 marzo 2022 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. Sempre il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui non annoverava l'Ungheria tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche la proposta di relazione comune sull'occupazione 2022, che analizza l'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il Consiglio ha adottato la relazione comune sull'occupazione il 14 marzo 2022. |
|
(3) |
L'invasione russa dell'Ucraina, di poco successiva alla pandemia mondiale, ha sensibilmente modificato il contesto geopolitico ed economico. Il suo impatto sulle economie degli Stati membri si è manifestato, tra l'altro, con l'aumento dei prezzi dell'energia, dei generi alimentari e delle materie prime, e prospettive di crescita più deboli. L'aumento dei prezzi dell'energia grava in modo particolarmente pesante sulle famiglie più vulnerabili in condizioni di povertà energetica o che rischiano di cadervi, nonché sulle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia. L'Unione sta inoltre registrando un afflusso senza precedenti di persone in fuga dall'Ucraina. Gli effetti economici derivanti dalla guerra di aggressione della Russia hanno avuto un impatto asimmetrico sugli Stati membri. In questo contesto il 4 marzo 2022, tramite la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio (3), è stata attivata per la prima volta la direttiva 2001/55/CE del Consiglio (4), che riconosce agli sfollati ucraini il diritto di soggiornare legalmente nell'Unione e dà loro accesso all'istruzione e alla formazione, al mercato del lavoro, all'assistenza sanitaria, agli alloggi e all'assistenza sociale. È messo a disposizione dell'Ungheria un sostegno eccezionale nell'ambito dell'iniziativa «Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa» (CARE) e attraverso prefinanziamenti aggiuntivi del programma di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU) per rispondere prontamente alle esigenze di accoglienza e integrazione di quanti fuggono dall'Ucraina. |
|
(4) |
Tenuto conto dei rapidi mutamenti della situazione economica e geopolitica, il semestre europeo riprende il suo ampio coordinamento delle politiche economiche e occupazionali nel 2022, seguendo nel contempo un'evoluzione in linea con i requisiti di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, come indicato nell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022. L'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza adottati è fondamentale per il conseguimento delle priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti affrontano tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nei cicli del semestre europeo 2019 e 2020. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019 e 2020 sono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241, e si aggiungono alle altre eventuali raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di presentazione di tali piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati. |
|
(5) |
La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita è attiva sin da marzo 2020. Nella comunicazione del 3 marzo 2021 dal titolo «A un anno dall'insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio», la Commissione ha ritenuto che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell'economia, prendendo come criterio quantitativo principale il livello di attività economica nell'Unione o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi (fine del 2019). L'accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, i rincari dell'energia senza precedenti e il protrarsi di turbative nelle catene di approvvigionamento giustificano il mantenimento della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita per tutto il 2023. |
|
(6) |
Seguendo l'approccio indicato nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 (5), che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2021 dell'Ungheria, la misura migliore per valutare l'orientamento generale della politica di bilancio è attualmente la variazione, in relazione alla crescita potenziale a medio termine, della spesa primaria (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate, escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19), ma compresa la spesa finanziata dal sostegno non rimborsabile (sovvenzioni) del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione (6). Oltre all'orientamento generale della politica di bilancio, al fine di valutare se la politica di bilancio nazionale sia prudente e la sua composizione favorevole a una ripresa sostenibile in linea con le transizioni verde e digitale, è dedicata particolare attenzione anche all'evoluzione della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate ed escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19) e degli investimenti finanziati a livello nazionale (7). |
|
(7) |
Il 2 marzo 2022 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti generali per la politica di bilancio nel 2023 («orientamenti per la politica di bilancio»), con l'obiettivo di sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche. Sulla base delle prospettive macroeconomiche risultanti dalle previsioni d'inverno 2022 la Commissione ha osservato che nel 2023 sarebbe appropriato operare una transizione da una politica di bilancio aggregata di sostegno nel 2020-2022 a una politica di bilancio aggregata sostanzialmente neutra, mantenendosi pronti a reagire all'evoluzione della situazione economica, e ha annunciato che è opportuno continuare a differenziare le raccomandazioni di bilancio per il 2023 tra i vari Stati membri e tenere conto di eventuali effetti di ricaduta transfrontalieri. La Commissione ha invitato gli Stati membri a integrare gli orientamenti nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza. La Commissione si è impegnata a monitorare attentamente l'evoluzione delle prospettive economiche e ad aggiornare secondo le necessità gli orientamenti politici al più tardi nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo di fine maggio 2022. |
|
(8) |
A fronte degli orientamenti di bilancio, le raccomandazioni in materia di bilancio per il 2023 tengono conto del peggioramento delle prospettive economiche, dell'accresciuta incertezza e degli ulteriori rischi di revisione al ribasso, nonché dell'inflazione più elevata rispetto a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione dell'inverno 2022. Alla luce di tali considerazioni, la risposta di bilancio deve aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e la sicurezza energetica, e sostenere il potere d'acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attenuare le ripercussioni dell'impennata dei prezzi dell'energia e contribuire a limitare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli effetti di secondo impatto mediante misure mirate e temporanee. La politica di bilancio deve rimanere agile per adeguarsi al rapido evolvere delle circostanze, comprese le sfide derivanti dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina per quanto concerne la difesa e la sicurezza, e differenziare i vari paesi in funzione della loro situazione economica e di bilancio, anche per quanto riguarda la loro esposizione alla crisi e l'afflusso di sfollati dall'Ucraina. |
|
(9) |
Il 29 aprile 2022 l'Ungheria ha presentato il programma nazionale di riforma 2022 e il programma di convergenza 2022. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. |
|
(10) |
La Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2022 relativa all'Ungheria il 23 maggio 2022. Ha valutato i progressi compiuti dall'Ungheria nel dare seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio nel 2019, nel 2020 e nel 2021. Ha valutato quindi i progressi compiuti dall'Ungheria nell'attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e nel conseguire gli obiettivi principali dell'Unione in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. |
|
(11) |
Il 29 aprile 2022 l'Ungheria ha presentato il suo programma di convergenza 2022, in linea con il termine stabilito dall'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1466/97. |
|
(12) |
Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato. Tale relazione esamina la situazione di bilancio dell'Ungheria, poiché nel 2021 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 3 % del prodotto interno lordo (PIL) stabilito dal trattato e il debito delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 60 % del PIL previsto dal trattato, senza rispettare il parametro per la riduzione del debito. La relazione conclude che i criteri del disavanzo e del debito non sono soddisfatti. In linea con la comunicazione del 2 marzo 2022, la Commissione considera, nella sua valutazione di tutti i fattori significativi, che il rispetto del parametro per la riduzione del debito implicherebbe uno sforzo di bilancio troppo impegnativo e incentrato sul periodo iniziale, il che potrebbe a sua volta compromettere la crescita. La Commissione ritiene pertanto che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non sia giustificato dalle attuali condizioni economiche eccezionali. Come annunciato, la Commissione non ha proposto di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2022 e valuterà nuovamente se sia necessario proporre l'apertura di tali procedure nell'autunno 2022. |
|
(13) |
Nella raccomandazione del 20 luglio 2020 (8), il Consiglio ha raccomandato all'Ungheria di attuare nel 2020 e nel 2021, in linea con la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di COVID-19 e sostenere l'economia e la successiva ripresa. Ha inoltre raccomandato all'Ungheria, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, migliorando nel contempo gli investimenti. Secondo i dati convalidati da Eurostat, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell'Ungheria è sceso dal 7,8 % del PIL nel 2020 al 6,8 % nel 2021. La risposta della politica di bilancio dell'Ungheria ha sostenuto la ripresa economica nel 2021, mentre le misure temporanee di emergenza sono scese dal 4,0 % del PIL nel 2020 allo 0,8 % nel 2021. Nel 2021 l'Ungheria ha adottato misure in linea con la raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020. Le misure di bilancio discrezionali adottate dal governo nel 2020 e nel 2021 erano per lo più temporanee o accompagnate da misure di compensazione. Allo stesso tempo, alcune delle misure discrezionali adottate dal governo nel periodo 2020-2021 non erano temporanee o accompagnate da misure di compensazione e consistevano principalmente in una riduzione dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, l'abolizione del contributo alla formazione, l'esenzione dall'imposta sul reddito delle persone fisiche dei lavoratori di età inferiore ai 25 anni, la reintroduzione della 13a pensione mensile e un aumento delle retribuzioni dei medici. Secondo i dati convalidati da Eurostat, il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso dal 79,6 % del PIL nel 2020 al 76,8 % del PIL nel 2021. |
|
(14) |
Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di convergenza 2022 è favorevole. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 4,3 % nel 2022 e del 4,1 % nel 2023. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale inferiore, pari al 3,6 % nel 2022 e al 2,6 % nel 2023, principalmente a causa dell'ipotesi di un impatto macroeconomico più persistente della guerra di aggressione della Russia in Ucraina. Le previsioni della Commissione prospettano una crescita più debole dei consumi privati, soprattutto nel 2023, e una crescita più lenta degli investimenti sia nel 2022 che nel 2023. Nel programma di convergenza 2022 il governo prevede che il disavanzo nominale scenda al 4,9 % del PIL nel 2022 e al 3,5 % nel 2023. Il calo nel 2022 riflette principalmente il protrarsi della crescita dinamica del PIL nominale. Secondo il programma di convergenza 2022 il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a scendere al 76,1 % nel 2022 per poi arrivare al 73,8 % nel 2023. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico per il 2022 e il 2023 pari rispettivamente al 6,0 % del PIL e al 4,9 % del PIL, superiore al disavanzo previsto nel programma di convergenza 2022, principalmente a causa delle prospettive macroeconomiche meno favorevoli previste, in particolare nel 2023, e della maggiore crescita della spesa, che comprende iniezioni di capitale a favore delle imprese di pubblici servizi pari all'1,1 % del PIL nel 2022 e a un ulteriore 0,7 % nel 2023. Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL più elevato, pari al 76,4 % nel 2022 e al 76,1 % nel 2023. La differenza è dovuta a un saldo primario più elevato e a dinamiche del PIL nominale meno favorevoli. Secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, la crescita del prodotto potenziale a medio termine (media su 10 anni) è stimata al 3,2 %. Tale stima non comprende però l'impatto delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale dell'Ungheria. |
|
(15) |
Nel 2022 il governo ha gradualmente eliminato le misure adottate in risposta alla crisi COVID-19, cosicché le misure temporanee di emergenza sono destinate a passare dallo 0,8 % del PIL nel 2021 allo 0,0 % nel 2022. Il disavanzo pubblico risente delle misure adottate per contrastare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, sono stimate all'1,2 % del PIL nel 2022 e allo 0,7 % del PIL nel 2023 (9). Tali misure consistono in compensazioni alle imprese di pubblici servizi da parte del governo mediante trasferimenti in conto capitale per le perdite previste derivanti dai prezzi regolamentati dell'energia, una riduzione temporanea delle accise sui carburanti e compensazioni per le piccole stazioni di servizio. Tutte le misure diverse dai massimali di prezzo permanenti sui prezzi al dettaglio del gas e dell'energia elettrica sono state presentate come temporanee ma, nel caso in cui i prezzi dell'energia restassero elevati nel 2023, alcune di esse potrebbero essere prorogate. Una parte di tali misure non è di natura mirata, in particolare i massimali di prezzo generali sui prezzi al dettaglio dell'energia e la riduzione delle accise. Il disavanzo pubblico risente anche dei costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, si attestano allo 0,2 % del PIL nel 2022 e allo 0,3 % nel 2023 (10). |
|
(16) |
Nella raccomandazione del 18 giugno 2021 il Consiglio ha raccomandato che nel 2022 l'Ungheria mantenga un orientamento della politica di bilancio favorevole, anche grazie all'impulso dato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, e preservi gli investimenti finanziati a livello nazionale. Il Consiglio ha inoltre raccomandato all'Ungheria, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti e sostenibilità a medio termine, incrementando nel contempo gli investimenti per stimolare il potenziale di crescita. |
|
(17) |
Nel 2022, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione e includendo le informazioni contenute nel programma di convergenza 2022 dell'Ungheria, l'orientamento della politica di bilancio dovrebbe essere sostanzialmente neutro a – 0,1 % del PIL, mentre il Consiglio ha raccomandato un orientamento della politica di bilancio favorevole (11). L'Ungheria prevede di continuare a sostenere la ripresa avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti, come raccomandato dal Consiglio. Secondo le proiezioni il contributo positivo all'attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione calerà di 1,0 punti percentuali di PIL rispetto al 2021 a causa del previsto rallentamento nell'assorbimento dei fondi dell'Unione (12). Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo espansivo alla politica di bilancio pari a 0,2 punti percentuali nel 2022 (13). L'Ungheria prevede pertanto di preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale, come raccomandato dal Consiglio. Allo stesso tempo, si prevede che nel 2022 la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo espansivo di 0,4 punti percentuali all'orientamento generale della politica di bilancio. Questo comprende gli effetti supplementari delle misure volte ad affrontare l'impatto economico e sociale dell'aumento dei prezzi dell'energia (0,1 % del PIL), nonché i costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina (0,2 % del PIL). Diverse misure discrezionali contribuiscono inoltre alla crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate), come la reintroduzione della 13a pensione mensile, le prestazioni salariali per i funzionari delle autorità di contrasto e gli ufficiali militari, nonché la riduzione dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro e del contributo alla formazione. |
|
(18) |
Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano per il 2023 un orientamento di bilancio che si attesta a + 1,9 % del PIL nell'ipotesi di politiche invariate (14). Si prevede che nel 2023 l'Ungheria continuerà ad avvalersi delle sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa. Secondo le proiezioni il contributo positivo all'attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione aumenterà di 0,3 punti percentuali di PIL nel 2023. Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo espansivo alla politica di bilancio pari a 0,4 punti percentuali nel 2023 (15). Allo stesso tempo, si prevede che nel 2023 la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo restrittivo di 1,9 punti percentuali all'orientamento generale della politica di bilancio. Questo comprende l'impatto della graduale eliminazione delle misure volte ad affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia (0,1 % del PIL), nonché i costi supplementari per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall'Ucraina (0,1 % del PIL). |
|
(19) |
Secondo il programma di convergenza 2022, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà gradualmente al 2,5 % del PIL nel 2024 e all'1,5 % entro il 2025. Si prevede pertanto che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche scenderà al di sotto del 3 % del PIL entro il 2024. Secondo il programma di convergenza 2022, il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a ridursi entro il 2025, nello specifico scendendo al 70,4 % nel 2024 e al 66,9 % nel 2025. Secondo l'analisi della Commissione i rischi per la sostenibilità del debito appaiono medi nel medio periodo. |
|
(20) |
L'impatto dell'invecchiamento della popolazione e l'aumento del debito pubblico durante la crisi COVID-19 sono destinati a intensificare le sfide a lungo termine in materia di sostenibilità di bilancio in Ungheria. La spesa pensionistica dovrebbe aumentare notevolmente, passando da circa l'8 % nel 2019 a oltre il 12 % del PIL nel 2070. Gli indicatori di sostenibilità di bilancio suggeriscono rischi medi per la sostenibilità nel medio periodo e rischi elevati nel lungo periodo. Le recenti misure politiche aggravano la sfida della sostenibilità aumentando le passività pensionistiche a lungo termine del governo. La 13a pensione mensile reintrodotta nel 2021 e nel 2022 dovrebbe aumentare la spesa per le pensioni. Le modifiche apportate ai sistemi fiscali e pensionistici nell'ultimo decennio dovrebbero aumentare la spesa per le pensioni dei pensionati con salari elevati e amplificare le disuguaglianze tra i pensionati. Tali misure comprendono la soppressione del limite massimo per il reddito pensionabile e le pensioni e l'introduzione dell'imposta forfettaria sul reddito delle persone fisiche, che aumenta il reddito pensionabile dei lavoratori ad alto reddito. La pensione minima è rimasta nominalmente invariata dal 2008, il che incide sulla situazione delle persone con interruzioni di carriera e un basso reddito medio durante l'attività lavorativa. |
|
(21) |
L'Ungheria ha presentato i documenti di programmazione della politica di coesione per l'accordo di partenariato previsti dal regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio (16) il 30 dicembre 2021 e il programma di sviluppo economico e innovazione Plus il 26 gennaio 2022. Conformemente al regolamento (UE) 2021/1060, l'Ungheria deve tenere conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese nella programmazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027. Si tratta di un prerequisito per aumentare l'efficacia e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario ricevuto dai fondi della politica di coesione, e promuovere nel contempo il coordinamento, la complementarità e la coerenza tra tali fondi della politica di coesione e altri strumenti e fondi dell'Unione. Il successo dell'attuazione dei programmi di politica di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno delle transizioni verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato. |
|
(22) |
Sebbene il mercato del lavoro ungherese sia generalmente in buone condizioni, permangono sfide in relazione al basso tasso di occupazione delle donne e dei gruppi svantaggiati. Le madri con figli piccoli tendono a rimanere lontane dal lavoro per un lungo periodo, in parte a causa della scarsità di posti negli asili nido per i bambini di età inferiore ai tre anni. Il numero di posti negli asili nido è in graduale aumento grazie a programmi dedicati, ma le strutture prescolari devono anche far fronte a carenze di personale. Vi è un notevole margine per aumentare il tasso di occupazione di alcuni gruppi svantaggiati, come i lavoratori scarsamente qualificati, i disoccupati di lunga durata, le persone con disabilità e i Rom. Questi gruppi potrebbero essere mobilitati meglio dotandoli di competenze e aiutandoli attivamente a trovare un lavoro. L'assistenza durante la ricerca di un lavoro è limitata e solo la metà dei disoccupati registrati riceve prestazioni finanziarie. La durata dell'indennità di disoccupazione è tra le più brevi dell'Unione. La disoccupazione si concentra nelle regioni meno sviluppate e nelle zone rurali. |
|
(23) |
Il rischio di povertà è notevolmente diminuito, ma molte persone non sono ancora in grado di permettersi i beni di prima necessità. I tassi di deprivazione materiale e sociale rimangono tra i più elevati dell'Unione, in particolare per i minori. La povertà e l'esclusione sociale sono concentrate in gruppi e territori specifici. I tassi di povertà sono da tre a quattro volte più elevati per i Rom, anche a causa del loro accesso più limitato al mercato del lavoro e ai servizi pubblici. Nell'ultimo decennio gli ammortizzatori sociali si sono indeboliti per le famiglie senza un'occupazione stabile e anche il divario di povertà si è recentemente ampliato. Il sistema fiscale grava in modo sproporzionato sui lavoratori meno retribuiti. Anche le famiglie a basso reddito hanno meno probabilità di beneficiare dell'esenzione dall'imposta sul reddito per figlio a carico. Le loro principali fonti di reddito, come la retribuzione nel settore dei lavori pubblici, il reddito minimo e l'assegno familiare, non hanno tenuto il passo con il costo della vita. I prezzi regolamentati dell'energia residenziale sono rimasti invariati, proteggendo in parte le famiglie dai recenti rincari delle materie prime. Tuttavia ciò non aiuta le famiglie rurali povere che utilizzano combustibili solidi per il riscaldamento. L'aumento dei prezzi delle abitazioni rappresenta un'ulteriore sfida per le famiglie a basso reddito, che hanno difficoltà ad accedere ai regimi di sostegno all'edilizia residenziale pubblica. Nel frattempo gli alloggi sociali sono diventati scarsi e sono spesso in condizioni degradate. |
|
(24) |
I risultati scolastici in Ungheria sono inferiori alla media dell'Unione. All'età di 15 anni, le competenze di base sono notevolmente inferiori alle medie dell'Unione e regionali e sono diminuite nell'ultimo decennio. Contrariamente alle tendenze europee, i dati dell'abbandono scolastico precoce non sono migliorati nell'ultimo decennio: nel 2021 si è attestato al 12,0 %, superando la media dell'Unione del 9,7 %. L'abbandono scolastico precoce è più elevato nei distretti meno sviluppati e sei volte superiore tra i Rom rispetto ai non Rom. La percentuale di persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione terziaria è aumentata dal 2010, ma rimane tra le più basse dell'Unione. La partecipazione all'apprendimento degli adulti supera di poco la metà della media dell'Unione. Mancano le competenze digitali, in particolare tra le persone più povere. Nei due quartili di reddito più bassi, solo il 13 % e il 18 % degli ungheresi possiedono almeno le competenze digitali di base, collocandosi tra le percentuali più basse dell'Unione. Gli studenti svantaggiati hanno scarse possibilità di accedere ai percorsi di istruzione superiore. La disuguaglianza nell'istruzione limita le opportunità di mobilità sociale. La scarsa efficacia ed equità del sistema scolastico sono probabilmente legate al basso livello di autonomia dei programmi scolastici, alla mancanza di diversità socioeconomica all'interno delle scuole e ai bassi salari degli insegnanti. La carenza di insegnanti è sempre più un problema. Sebbene gli indicatori aggregati, come il rapporto insegnanti/alunni, non segnalino gravi carenze, un'analisi più dettagliata mostra che esistono carenze per materie specifiche quali la matematica, le scienze e le lingue straniere. La carenza di insegnanti è inoltre legata alla frammentazione del sistema scolastico, dal momento che la metà di tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado ha meno di 150 alunni. Le scuole con un'elevata percentuale di alunni svantaggiati tendono a risentire in modo particolare della mancanza di insegnanti qualificati. Oltre la metà dei diplomati della formazione degli insegnanti finisce in altre carriere a causa dell'elevato carico di lavoro e della bassa retribuzione degli insegnanti, in particolare a inizio carriera. Inoltre la gestione centralizzata delle scuole lascia ai dirigenti scolastici scarsa autonomia e strumenti limitati per migliorare la qualità dell'insegnamento. |
|
(25) |
Quanto alla salute pubblica, i risultati sono meno buoni rispetto alla maggior parte degli altri Stati membri, in ragione sia di stili di vita malsani sia della limitata efficienza dell'assistenza sanitaria. La prevalenza del tabagismo, dei disturbi dovuti al consumo di alcol e dell'obesità è tra le più elevate dell'Unione. La probabilità per gli ungheresi di morire prematuramente a causa della cattiva qualità dell'aria è tra le più alte nell'Unione. Il numero di decessi evitabili è uno dei più elevati dell'Unione e in parte è dovuto all'inadeguatezza dello screening e della gestione dell'assistenza di base. Vi sono disparità socioeconomiche significative nell'accesso a un'assistenza di qualità, dovute a una notevole carenza di personale sanitario, in particolare di medici generici e infermieri. La rete ospedaliera è frammentata e dispone di un numero elevato di posti letto ospedalieri. I pazienti ungheresi trascorrono in ospedale più tempo rispetto ai pazienti nel resto dell'Unione, poiché il ricorso alle procedure di chirurgia giornaliera è rimasto basso rispetto alla media dell'Unione. Le recenti riforme hanno incoraggiato la cooperazione dei medici generici, il che dovrebbe migliorare la prestazione dei servizi. Sono state adottate misure significative per eliminare i pagamenti di regalie e affrontare la carenza di medici. |
|
(26) |
Le carenze dei meccanismi di controllo indipendenti e le strette interconnessioni tra il potere politico e alcune imprese favoriscono la corruzione. Mancano sistematicamente interventi decisi nelle indagini e nelle azioni penali in caso di accuse gravi di corruzione nei confronti di funzionari di alto livello o della loro cerchia immediata. La responsabilità per le decisioni di chiudere le indagini resta motivo di preoccupazione, in quanto non vi sono mezzi di ricorso efficaci contro le decisioni delle procure di non perseguire una presunta attività criminale. Il quadro anticorruzione è ulteriormente indebolito dalla riduzione delle possibilità di controllo civico a fronte di restrizioni alla libertà dei media, di un ambiente ostile nei confronti delle organizzazioni della società civile, di sfide ricorrenti nell'applicazione delle norme in materia di trasparenza e di accesso alle informazioni pubbliche. Nel dicembre 2021 il governo ha rinviato l'attuazione della maggior parte delle misure della sua strategia anticorruzione per il periodo 2020-2022 (17). |
|
(27) |
L'indipendenza, l'efficienza e la qualità del sistema giudiziario sono fondamentali per attrarre le imprese e favorire la crescita economica. Persistono preoccupazioni in merito all'indipendenza della magistratura. Il Consiglio nazionale della magistratura continua a incontrare difficoltà nel controbilanciare i poteri del presidente dell'Ufficio giudiziario nazionale. Le norme sull'elezione del presidente della Corte suprema creano rischi di influenza politica sull'alta corte del paese. La mancanza di trasparenza del sistema di ripartizione delle cause non consente alle parti di verificare se sia stata applicata un'indebita discrezionalità. Sono state sollevate questioni relative al ruolo della Corte costituzionale, composta da membri eletti dal parlamento senza il coinvolgimento della magistratura, nel riesame delle sentenze degli organi giurisdizionali ordinari. |
|
(28) |
L'Ungheria registra un punteggio basso tra gli Stati membri per quanto riguarda il dialogo sociale, il coinvolgimento dei portatori di interessi nell'elaborazione del diritto primario, la consultazione delle parti sociali, la società civile e l'uso di strumenti basati su dati concreti. Le norme nazionali relative alla consultazione pubblica obbligatoria sui progetti di atti giuridici e sulle relative valutazioni d'impatto sono state sistematicamente ignorate. Negli ultimi anni il numero di leggi oggetto di consultazione è notevolmente diminuito. |
|
(29) |
Sono state attuate misure per migliorare ulteriormente il sistema fiscale, ma permangono alcuni problemi. La pressione fiscale sul lavoro è diminuita ma rimane elevata per molti lavoratori a basso reddito. Le imposte settoriali specifiche e un gran numero di piccole imposte complicano il sistema fiscale e aumentano i costi di conformità, in particolare per le piccole imprese. |
|
(30) |
Le barriere normative e la partecipazione dello Stato nei mercati dei prodotti ostacolano la selezione di imprese efficienti e limitano la concorrenza. Le esenzioni ad hoc delle operazioni commerciali dai controlli in materia di concorrenza ostacolano il funzionamento del mercato e frenano gli investimenti. Un ulteriore problema deriva dall'imprevedibilità del quadro giuridico, specie nel settore del commercio al dettaglio, che negli ultimi anni ha dovuto far fronte a frequenti modifiche della normativa. Le normative e le imposte potrebbero impedire la crescita delle imprese, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e dei pubblici servizi. Anche la regolamentazione delle professioni resta restrittiva. Procedure di insolvenza lente e costose potrebbero ostacolare la ristrutturazione delle imprese in dissesto. Il mercato degli appalti pubblici rimane vulnerabile alle pratiche anticoncorrenziali. La percentuale di appalti aggiudicati in procedure in cui vi era un solo offerente rimane tra le più alte dell'Unione. Le autorità hanno migliorato la supervisione della regolarità degli appalti pubblici in risposta alle precedenti risultanze degli audit della Commissione che si sono succeduti nel settore della gestione dei fondi dell'Unione, eseguiti nel 2014, 2015 e 2017, i quali hanno individuato carenze e irregolarità gravi e sistemiche, in particolare per quanto riguarda l'uso di accordi quadro. Resta da vedere nella pratica se tutte le carenze precedentemente individuate siano state pienamente affrontate. Di recente sono emersi nuovi rischi con l'evidente esclusione dei trust di interesse pubblico dalle norme in materia di appalti pubblici. Nel febbraio 2021 il governo si è prefissato un obiettivo ambizioso di ridurre la percentuale di procedure di appalto pubblico con un'unica offerta a meno del 15 %, anche se senza un calendario prestabilito. |
|
(31) |
La transizione verso un'economia climaticamente neutra è ancora in una fase iniziale. La metà del territorio ungherese è notevolmente esposta ai rischi legati ai cambiamenti climatici, tra cui siccità e inondazioni. Ciò rende necessarie soluzioni sostenibili di adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare attraverso la ritenzione delle acque basata sulla natura, anche ripristinando l'idrologia naturale, adattando le pratiche agricole e monitorando attentamente l'estrazione di acque sotterranee e superficiali per l'irrigazione. La qualità dell'aria e dell'acqua continua a destare preoccupazione. Le principali fonti di inquinamento atmosferico sono la combustione di combustibili solidi residenziali e le emissioni dell'agricoltura e dei trasporti. Gran parte della rete di approvvigionamento di acqua potabile è in cattive condizioni e il contesto normativo crea ostacoli agli investimenti. L'economia circolare è ancora in fase embrionale, il riciclaggio dei rifiuti urbani non è sufficientemente sviluppato e gli strumenti economici sono insufficienti per affrontare i problemi ambientali. La gestione dei rifiuti è stata riorganizzata dal governo in varie fasi. I cambiamenti hanno limitato la concorrenza nel settore, con l'effetto collaterale di far calare l'efficienza e i tassi di riciclaggio. I settori che probabilmente subiranno un declino o una trasformazione a causa della transizione verde offrono posti di lavoro a quasi il 4 % di tutti i lavoratori, che potrebbero avere particolare bisogno di un miglioramento delle competenze e di una riqualificazione. La carenza di manodopera nel settore dell'energia potrebbe ostacolare la transizione verso la neutralità climatica. |
|
(32) |
Le infrastrutture di trasporto sono caratterizzate da una fitta rete autostradale e ferroviaria elettrificata. L'Ungheria ha registrato un forte aumento delle emissioni nel settore dei trasporti, che sta rapidamente diventando il settore maggiormente responsabile delle emissioni di gas a effetto serra. L'Ungheria è uno degli Stati membri più congestionati, con un numero crescente di ore perse per conducente nelle aree urbane. La quota di autovetture a zero emissioni di nuova immatricolazione e il numero di punti di ricarica aumentano costantemente. Gli indicatori corrispondenti mostrano una posizione preminente tra i pari regionali, ma restano al di sotto della media dell'Unione. |
|
(33) |
La ricerca e l'innovazione sono fattori determinanti per la crescita a lungo termine e la competitività. L'Ungheria è un innovatore emergente. La spesa per la ricerca e lo sviluppo è in aumento e ha raggiunto l'1,61 % del PIL nel 2020. La carenza di lavoratori altamente qualificati costituisce un ostacolo fondamentale all'innovazione. I tassi di istruzione terziaria sono tra i più bassi dell'Unione. La recente esenzione dei giovani lavoratori dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e altre modifiche strutturali che ostacolano la libertà accademica riducono l'attrattiva dell'istruzione superiore. Le competenze digitali e l'uso delle tecnologie digitali da parte delle imprese e dei servizi pubblici restano al di sotto della media dell'Unione. |
|
(34) |
In risposta al mandato conferito dai capi di Stato o di governo dell'Unione nella dichiarazione di Versailles, la proposta della Commissione per il piano REPowerEU mira ad azzerare gradualmente ma quanto prima la dipendenza dell'Unione dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. A tale scopo la Commissione intende identificare, nel dialogo con gli Stati membri, i progetti, gli investimenti e le riforme più idonei a livello regionale, nazionale e dell'Unione. Queste misure sono finalizzate a ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e a porre fine alle importazioni dalla Russia. |
|
(35) |
Il settore energetico ungherese dipende fortemente dalla Russia per quanto riguarda i combustibili fossili. Secondo i dati del 2020 (18), quasi tutto il gas naturale importato proviene dalla Russia (95 % rispetto alla media dell'Unione del 44 %). Anche la dipendenza dalla Russia per il petrolio è superiore alla media dell'Unione (61 % rispetto al 26 %), ma per il carbone è inferiore (22 % rispetto al 54 %). La quota di gas naturale nel mix energetico è superiore alla media dell'Unione (35 % rispetto al 24 %), mentre le quote di petrolio (30 % rispetto al 33 %) e carbone (7 % rispetto all'11 %) sono inferiori. La quota del 13,9 % di fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia è una delle più basse dell'Unione. L'Ungheria intende fare maggiore affidamento sull'energia solare, mentre il potenziale dell'energia eolica e geotermica rimane sottoutilizzato. La rete elettrica richiede investimenti, come i contatori intelligenti, i regimi per prosumatori, le comunità energetiche e una tariffazione dinamica per accogliere un maggior numero di energie rinnovabili. Si potrebbero inoltre semplificare le procedure di autorizzazione per l'installazione di impianti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili. Si raccomanda che gli investimenti in nuove infrastrutture e reti per il gas siano, ove possibile, adeguati alle esigenze di domani per favorirne la sostenibilità a lungo termine mediante futuri processi di riconversione verso combustibili sostenibili. Per ridurre ulteriormente la dipendenza, esiste un ampio potenziale di miglioramento dell'efficienza energetica nel settore dell'edilizia residenziale. L'applicazione di norme ambientali più rigorose per le nuove abitazioni è stata rinviata di 18 mesi al giugno 2022. L'attuale programma di ristrutturazione residenziale non si concentra sull'efficienza energetica ed esclude in pratica le famiglie più vulnerabili. Il livello uniformemente basso dei prezzi regolamentati dell'energia, indipendentemente dal reddito delle famiglie o dal livello di consumo, aumenta le disparità di reddito e non crea incentivi per il risparmio energetico. Sarà necessario accrescere ulteriormente l'ambizione relativamente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e all'aumento delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica per allineare l'Ungheria agli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %». |
|
(36) |
Anche se l'accelerazione della transizione verso la neutralità climatica e l'abbandono dei combustibili fossili genereranno notevoli costi di ristrutturazione in diversi settori, l'Ungheria può avvalersi del meccanismo per una transizione giusta nel contesto della politica di coesione per attenuare l'impatto socioeconomico della transizione nelle regioni maggiormente interessate. L'Ungheria può inoltre avvalersi del Fondo sociale europeo Plus, istituito dal regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio (19), per migliorare le opportunità occupazionali e rafforzare la coesione sociale. |
|
(37) |
Alla luce della valutazione della Commissione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza 2022 e il suo parere (20) trova riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1, |
RACCOMANDA all'Ungheria di prendere provvedimenti nel 2022 e nel 2023 al fine di:
1.
garantire nel 2023 che la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale sia in linea con un orientamento della politica complessivamente neutro, tenendo conto del costante sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più esposte agli aumenti dei prezzi dell'energia, nonché alle persone in fuga dall'Ucraina; essere pronta ad adeguare la spesa corrente all'evoluzione della situazione; aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica tenendo conto dell'iniziativa REPowerEU, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'Unione; per il periodo successivo al 2023, perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti; migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, preservandone nel contempo l'adeguatezza, in particolare affrontando le disparità di reddito;
2.
concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di avviare l'attuazione dei programmi;
3.
continuare l'integrazione nel mercato del lavoro dei gruppi più vulnerabili, in particolare migliorando le competenze dei lavoratori, ed estendere la durata delle indennità di disoccupazione; migliorare l'adeguatezza dell'assistenza sociale e garantire a tutti l'accesso ai servizi essenziali e ad alloggi adeguati; migliorare i risultati scolastici e aumentare la partecipazione dei gruppi svantaggiati, in particolare dei Rom, a un'istruzione di qualità nel sistema scolastico generale; migliorare l'accesso a servizi di prevenzione e di assistenza sanitaria di base di qualità;
4.
potenziare il quadro anticorruzione, anche migliorando gli sforzi a livello di azione penale e l'accesso alle informazioni pubbliche, e rafforzare l'indipendenza della magistratura; migliorare la qualità e la trasparenza del processo decisionale attraverso un efficace dialogo sociale e il coinvolgimento degli altri portatori di interessi, nonché conducendo periodicamente valutazioni d'impatto; continuare a semplificare il sistema fiscale; migliorare la prevedibilità normativa e la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e dei pubblici servizi, e applicare sistematicamente i controlli in materia di concorrenza nelle operazioni commerciali; migliorare la concorrenza negli appalti pubblici;
5.
promuovere le riforme e gli investimenti nella gestione sostenibile delle risorse idriche e dei rifiuti e nella circolarità dell'economia, nella digitalizzazione delle imprese, nelle competenze verdi e digitali e nella ricerca e innovazione;
6.
ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili accelerando la diffusione delle energie rinnovabili, in particolare snellendo le procedure di autorizzazione e potenziando l'infrastruttura elettrica; diversificare le importazioni di combustibili fossili, tra l'altro rafforzando l'interconnessione con la partecipazione di altri paesi; ridurre la dipendenza dai combustibili fossili negli edifici e nei trasporti intensificando gli sforzi rivolti alle misure di efficienza energetica per tutti, in particolare nelle abitazioni residenziali, e ai trasporti sostenibili, in particolare attraverso l'elettrificazione.
Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2022
Per il Consiglio
Il presidente
Z. STANJURA
(1) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.
(2) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).
(3) Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l'introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1).
(4) Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).
(5) Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2021 dell'Ungheria (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 78).
(6) Nella presente raccomandazione le stime dell'orientamento di bilancio e delle sue componenti sono stime della Commissione basate sulle ipotesi sottese alle previsioni di primavera 2022 della Commissione. Le stime della Commissione relative alla crescita potenziale a medio termine non comprendono l'impatto positivo delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale.
(7) Non finanziati da sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza o altri fondi dell'Unione.
(8) Raccomandazione del Consiglio, del 20 luglio 2020, sul programma nazionale di riforma 2020 dell'Ungheria e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2020 dell'Ungheria (GU C 282 del 26.8.2020, pag. 107).
(9) Le cifre rappresentano il livello dei costi annuali di bilancio delle misure adottate dall'autunno 2021, comprese le entrate e le spese correnti nonché, se del caso, le misure di spesa in conto capitale.
(10) Si ritiene che il numero totale di sfollati dall'Ucraina nell'Unione raggiungerà gradualmente i 6 milioni entro la fine del 2022 e la loro distribuzione geografica è stimata in base alle dimensioni delle comunità immigrate esistenti, alla relativa popolazione dello Stato membro ospitante e all'effettiva distribuzione degli sfollati provenienti dall'Ucraina in tutta l'Unione a partire da marzo 2022. Per i costi di bilancio pro capite, le stime si basano sul modello Euromod di microsimulazione del Centro comune di ricerca della Commissione, tenendo conto sia dei trasferimenti di denaro cui le persone potrebbero aver diritto che delle prestazioni in natura quali l'istruzione e l'assistenza sanitaria.
(11) Un segno negativo dell'indicatore corrisponde a un eccesso di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva.
(12) Si tratta di proiezioni della Commissione. La Commissione non ha ancora valutato il piano per la ripresa e la resilienza dell'Ungheria.
(13) Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo espansivo di 0,4 punti percentuali di PIL, dovuto in larga misura all'impatto di bilancio delle ricapitalizzazioni delle imprese di pubblici servizi.
(14) Un segno positivo dell'indicatore corrisponde a un difetto di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio restrittiva.
(15) Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo restrittivo di 0,6 punti percentuali di PIL, dovuto in gran parte alla graduale eliminazione delle sovvenzioni per la ristrutturazione concesse alle famiglie e a un calo stimato delle ricapitalizzazioni delle imprese di pubblici servizi rispetto al 2022.
(16) Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159).
(17) Il 27 aprile la Commissione ha inviato una lettera di notifica all'Ungheria conformemente all'articolo 6, paragrafo 1, del regolamento (UE, Euratom) 2020/2092 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, relativo a un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell'Unione (GU L 433I del 22.12.2020, pag. 1).
(18) Eurostat (2020), quota delle importazioni dalla Russia rispetto al totale delle importazioni di gas naturale, petrolio greggio e carbone fossile. Per la media dell'UE-27, il totale delle importazioni si basa sulle importazioni extra UE-27. Per l'Ungheria, le importazioni totali comprendono gli scambi intra-UE. Il petrolio greggio non comprende i prodotti petroliferi raffinati. Va osservato che, pur dipendendo fortemente dalle importazioni di gas russo, l'Ungheria esporta una notevole quantità di gas verso i paesi limitrofi. Pertanto la sua dipendenza dal gas per il consumo interno è probabilmente inferiore ai dati riportati, sebbene comunque significativa.
(19) Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21).
(20) A norma dell'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.