1.9.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 334/1


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 2022

sul programma nazionale di riforma 2022 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2022 del Belgio

(2022/C 334/01)

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l’occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (2) che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornisce sostegno finanziario per l’attuazione di riforme e investimenti, con uno stimolo di bilancio finanziato dall’Unione. Contribuisce alla ripresa economica e all’attuazione di investimenti e riforme sostenibili e propizi per la crescita, volti in particolare a promuovere le transizioni verde e digitale, e rafforza la resilienza e la crescita potenziale delle economie degli Stati membri. Contribuisce inoltre a promuovere finanze pubbliche sostenibili e a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo. Il contributo finanziario massimo per ciascuno Stato membro nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà aggiornato nel giugno 2022, a norma dell’articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/241.

(2)

Il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita sostenibile, segnando l’inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2022. Ha tenuto debito conto dell’impegno sociale di Porto firmato il 7 maggio 2021 a proseguire l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il 25 marzo 2022 il Consiglio europeo ha approvato le priorità dell’analisi annuale della crescita sostenibile 2022. Sempre il 24 novembre 2021 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (3), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui non annoverava il Belgio tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato anche una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio relativa alla politica economica della zona euro e la proposta di relazione comune sull’occupazione 2022, che analizza l’attuazione degli orientamenti in materia di occupazione e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Il Consiglio ha adottato la raccomandazione relativa alla politica economica della zona euro (4) («raccomandazione sulla zona euro 2022») il 5 aprile 2022 e la relazione comune sull’occupazione il 14 marzo 2022.

(3)

L’invasione russa dell’Ucraina, di poco successiva alla pandemia mondiale, ha sensibilmente modificato il contesto geopolitico ed economico. Il suo impatto sulle economie degli Stati membri si è manifestato, tra l’altro, con l’aumento dei prezzi dell’energia, dei generi alimentari e delle materie prime, e prospettive di crescita più deboli. L’aumento dei prezzi dell’energia grava in modo particolarmente pesante sulle famiglie più vulnerabili in condizioni di povertà energetica o che rischiano di cadervi, nonché sulle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia. L’Unione sta inoltre registrando un afflusso senza precedenti di persone in fuga dall’Ucraina. Gli effetti economici derivanti dalla guerra di aggressione della Russia hanno avuto un impatto asimmetrico sugli Stati membri. In questo contesto il 4 marzo 2022, tramite la decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio (5), è stata attivata per la prima volta la direttiva 2001/55/CE del Consiglio (6), che riconosce agli sfollati ucraini il diritto di soggiornare legalmente nell’Unione e dà loro accesso all’istruzione e alla formazione, al mercato del lavoro, all’assistenza sanitaria, agli alloggi e all’assistenza sociale.

(4)

Tenuto conto dei rapidi mutamenti della situazione economica e geopolitica, il semestre europeo riprende il suo ampio coordinamento delle politiche economiche e occupazionali nel 2022, seguendo nel contempo un’evoluzione in linea con i requisiti di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, come indicato nell’analisi annuale della crescita sostenibile 2022. L’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza adottati è fondamentale per il conseguimento delle priorità politiche del semestre europeo; i piani infatti affrontano tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nei cicli del semestre europeo 2019 e 2020. Le raccomandazioni specifiche per paese 2019 e 2020 sono ugualmente pertinenti per i piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati a norma degli articoli 14, 18 e 21 del regolamento (UE) 2021/241, e si aggiungono alle altre eventuali raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di presentazione di tali piani per la ripresa e la resilienza riveduti, aggiornati o modificati.

(5)

La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita è attiva sin da marzo 2020. Nella comunicazione del 3 marzo 2021 dal titolo «A un anno dall’insorgere della pandemia di COVID-19: la risposta della politica di bilancio», la Commissione ha ritenuto che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell’economia, prendendo come criterio quantitativo principale il livello di attività economica nell’Unione o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi (fine del 2019). L’accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, i rincari dell’energia senza precedenti e il protrarsi di turbative nelle catene di approvvigionamento giustificano il mantenimento della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita per tutto il 2023.

(6)

Seguendo l’approccio indicato nella raccomandazione del Consiglio del 18 giugno 2021 sul programma di stabilità 2021 del Belgio (7), la misura migliore per valutare l’orientamento generale della politica di bilancio è attualmente la variazione, in relazione alla crescita potenziale a medio termine, della spesa primaria (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate, escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19), ma compresa la spesa finanziata dal sostegno non rimborsabile (sovvenzioni) del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell’Unione (8). Oltre all’orientamento generale della politica di bilancio, al fine di valutare se la politica di bilancio nazionale sia prudente e la sua composizione favorevole a una ripresa sostenibile in linea con le transizioni verde e digitale, è dedicata particolare attenzione anche all’evoluzione della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate ed escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi COVID-19) e degli investimenti finanziati a livello nazionale (9).

(7)

Il 2 marzo 2022 la Commissione ha adottato una comunicazione che fornisce orientamenti generali per la politica di bilancio nel 2023 («orientamenti per la politica di bilancio»), con l’obiettivo di sostenere la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri e rafforzare in tal modo il coordinamento delle politiche. Sulla base delle prospettive macroeconomiche risultanti dalle previsioni d’inverno 2022 la Commissione ha osservato che nel 2023 sarebbe appropriato operare una transizione da una politica di bilancio aggregata di sostegno nel 2020-2022 a una politica di bilancio aggregata sostanzialmente neutra, mantenendosi pronti a reagire all’evoluzione della situazione economica, e ha annunciato che è opportuno continuare a differenziare le raccomandazioni di bilancio per il 2023 tra i vari Stati membri e tenere conto di eventuali effetti di ricaduta transfrontalieri. La Commissione ha invitato gli Stati membri a integrare gli orientamenti nei rispettivi programmi di stabilità e convergenza. La Commissione si è impegnata a monitorare attentamente l’evoluzione delle prospettive economiche e ad aggiornare secondo le necessità gli orientamenti politici al più tardi nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo di fine maggio 2022.

(8)

A fronte degli orientamenti di bilancio, le raccomandazioni in materia di bilancio per il 2023 tengono conto del peggioramento delle prospettive economiche, dell’accresciuta incertezza e degli ulteriori rischi di revisione al ribasso, nonché dell’inflazione più elevata rispetto a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione dell’inverno 2022. Alla luce di tali considerazioni, la risposta di bilancio deve aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e la sicurezza energetica, e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie più vulnerabili in modo da attenuare le ripercussioni dell’impennata dei prezzi dell’energia e contribuire a limitare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli effetti di secondo impatto mediante misure mirate e temporanee. La politica di bilancio deve rimanere agile per adeguarsi al rapido evolvere delle circostanze, comprese le sfide derivanti dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina per quanto concerne la difesa e la sicurezza, e differenziare i vari paesi in funzione della loro situazione economica e di bilancio, anche per quanto riguarda la loro esposizione alla crisi e l’afflusso di sfollati dall’Ucraina.

(9)

Il 30 aprile 2021 il Belgio ha presentato alla Commissione il piano nazionale per la ripresa e la resilienza, conformemente all’articolo 18, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/241. A norma dell’articolo 19 del medesimo regolamento, la Commissione ha valutato la pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza del piano, conformemente agli orientamenti per la valutazione di cui all’allegato V del regolamento. Il 13 luglio 2021 il Consiglio ha adottato la decisione di esecuzione relativa all’approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza del Belgio (10). L’erogazione delle rate è subordinata all’adozione di una decisione della Commissione a norma dell’articolo 24, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/241, che stabilisca che il Belgio ha conseguito in misura soddisfacente i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Il conseguimento soddisfacente presuppone che non sia stato annullato il conseguimento di traguardi e obiettivi precedenti.

(10)

Il 30 aprile 2022 il Belgio ha presentato il programma nazionale di riforma 2022 e il programma di stabilità 2022, in linea con il termine stabilito all’articolo 4 del regolamento (CE) n. 1466/97. I due programmi sono stati valutati congiuntamente per tener conto delle correlazioni. In conformità dell’articolo 27 del regolamento (UE) 2021/241, il programma nazionale di riforma 2022 rispecchia anche la relazione semestrale del Belgio in merito ai progressi compiuti nell’attuazione del suo piano per la ripresa e la resilienza.

(11)

Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese 2022 relativa al Belgio, nella quale valuta i progressi compiuti dal Belgio nel dar seguito alle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio nel 2019, 2020 e 2021 e fa il punto dell’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza da parte del Belgio, sulla base del quadro di valutazione della ripresa e della resilienza. Sulla scorta di tale analisi la relazione per paese ha individuato lacune rispetto alle sfide non affrontate o solo parzialmente affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, e anche a sfide nuove ed emergenti, tra cui quelle derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina. Ha valutato quindi i progressi compiuti dal Belgio nell’attuare il pilastro europeo dei diritti sociali e nel conseguire gli obiettivi principali dell’Unione in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

(12)

Il 23 maggio 2022 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato. Tale relazione esamina la situazione di bilancio del Belgio, poiché nel 2021 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 3 % del prodotto interno lordo (PIL) stabilito dal trattato e il debito delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 60 % del PIL previsto dal trattato, senza rispettare il parametro per la riduzione del debito. La relazione conclude che i criteri del disavanzo e del debito non sono soddisfatti. In linea con la comunicazione del 2 marzo 2022, la Commissione considera, nella sua valutazione di tutti i fattori significativi, che il rispetto del parametro per la riduzione del debito implicherebbe uno sforzo di bilancio troppo impegnativo e incentrato sul periodo iniziale, il che potrebbe a sua volta compromettere la crescita. La Commissione ritiene pertanto che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non sia giustificato dalle attuali condizioni economiche eccezionali. Come annunciato, la Commissione non ha proposto di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2022 e valuterà nuovamente se sia necessario proporre l’apertura di tali procedure nell’autunno 2022.

(13)

Nella raccomandazione del 20 luglio 2020 (11), il Consiglio ha raccomandato al Belgio di attuare nel 2020 e nel 2021, in linea con la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di COVID-19 e sostenere l’economia e la successiva ripresa. Ha inoltre raccomandato al Belgio, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, migliorando nel contempo gli investimenti. Secondo i dati convalidati da Eurostat, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche del Belgio è sceso dal 9,0 % del PIL nel 2020 al 5,5 % nel 2021. La risposta della politica di bilancio del Belgio ha sostenuto la ripresa economica nel 2021, mentre le misure temporanee di emergenza sono scese dal 4,4 % del PIL nel 2020 al 2,9 % nel 2021. Nel 2021 il Belgio ha adottato misure in linea con la raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020. Nel 2020 e nel 2021 il governo ha adottato misure di bilancio discrezionali per lo più temporanee o accompagnate da misure di compensazione, anche se alcune di esse, consistenti principalmente in aumenti permanenti delle pensioni minime e delle retribuzioni del settore sanitario, non avevano carattere temporaneo né erano accompagnate da misure di compensazione. Secondo i dati convalidati da Eurostat, il debito delle amministrazioni pubbliche è sceso dal 112,8 % del PIL nel 2020 al 108,2 % del PIL nel 2021.

(14)

Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di stabilità 2022 è favorevole. Il governo prevede una crescita del PIL reale del 3,0 % nel 2022 e dell’1,9 % nel 2023. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale inferiore, pari al 2,0 % nel 2022 e all’1,6 % nel 2023, principalmente a causa dell’anticipazione della data limite per le proiezioni macroeconomiche alla base del programma di stabilità 2022, che era precedente all’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Nel programma di stabilità 2022 il governo prevede che il disavanzo nominale scenda al 5,2 % del PIL nel 2022 e al 3,6 % nel 2023. Il calo registrato nel 2022 riflette in primo luogo la solida crescita dell’attività economica e l’allentamento della maggior parte delle misure di emergenza. Secondo il programma di stabilità 2022 il rapporto debito pubblico/PIL è destinato a calare (leggermente) arrivando al 108,0 % nel 2022 per poi salire al 108,8 % nel 2023. Sulla base delle misure politiche note alla data limite delle previsioni, le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un disavanzo pubblico per il 2022 e il 2023 pari rispettivamente al 5,0 % e al 4,4 % del PIL. Per il 2022 il disavanzo è in linea con quello prospettato nel programma di stabilità 2022, nonostante lo scenario macroeconomico meno favorevole delle previsioni di primavera 2022 della Commissione, poiché le proiezioni di bilancio del programma di stabilità 2022 tengono conto di una correzione tecnica che riflette l’impatto sul bilancio delle conseguenze della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina solo nel 2022. Per il 2023 le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un disavanzo di bilancio delle amministrazioni pubbliche più elevato, dovuto principalmente a uno scenario macroeconomico meno favorevole e a misure non ancora specificate per gli ultimi anni del programma di stabilità 2022. Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano un rapporto debito pubblico/PIL sostanzialmente analogo, pari al 107,5 % nel 2022, ma inferiore, pari al 107,6 %, nel 2023, a causa del minore aumento del deflatore del PIL previsto dal programma di stabilità 2022. Secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, la crescita del prodotto potenziale a medio termine (media su 10 anni) è stimata all’1,4 %. Tale stima non comprende però l’impatto delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale del Belgio.

(15)

Nel 2022 il governo ha gradualmente eliminato la maggior parte delle misure adottate in risposta alla crisi COVID-19, cosicché le misure temporanee di emergenza sono destinate a passare dal 2,9 % del PIL nel 2021 allo 0,4 % nel 2022. Il disavanzo pubblico del 2022 risente delle misure adottate per contrastare l’impatto economico e sociale dell’aumento dei prezzi dell’energia che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, sono stimate allo 0,5 % del PIL nel 2022 e allo 0 % del PIL nel 2023 (12). Tali misure consistono principalmente in trasferimenti forfettari alle famiglie e in tagli alle imposte indirette sul consumo di energia. Le misure sono state presentate come temporanee e riguardano il 2022. Tuttavia, nel caso in cui i prezzi dell’energia restassero elevati nel 2023, alcune potrebbero essere prorogate. Una parte di tali misure non è mirata, in particolare i trasferimenti generalizzati alle famiglie per sostenere il consumo di energia e i tagli alle aliquote IVA su gas ed energia elettrica e alle accise sulla benzina. Il disavanzo pubblico risente anche dei costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall’Ucraina che, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione, si attestano allo 0,1 % del PIL sia nel 2022 che nel 2023 (13), nonché dell’aumento della spesa per la difesa (0,1 % del PIL nel 2022).

(16)

Nella raccomandazione del 18 giugno 2021 il Consiglio ha raccomandato che nel 2022 il Belgio utilizzi il dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa, perseguendo nel contempo una politica di bilancio prudente e preservando gli investimenti finanziati a livello nazionale. Il Consiglio ha inoltre raccomandato al Belgio, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti e sostenibilità a medio termine, incrementando nel contempo gli investimenti per stimolare il potenziale di crescita.

(17)

Nel 2022, secondo le previsioni di primavera 2022 della Commissione e includendo le informazioni contenute nel programma di stabilità 2022 del Belgio, l’orientamento della politica di bilancio sarà di sostegno all’economia, pari a – 2,4 % del PIL (14). Il Belgio prevede di continuare a sostenere la ripresa avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti, come raccomandato dal Consiglio. Secondo le proiezioni il contributo positivo all’attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell’Unione aumenterà di 0,2 punti percentuali di PIL rispetto al 2021. Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo neutro alla politica di bilancio nel 2022 (15). Il Belgio prevede pertanto di preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale, come raccomandato dal Consiglio. Allo stesso tempo, si prevede che nel 2022 l’aumento della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo espansivo di 2,1 punti percentuali all’orientamento generale della politica di bilancio. Questo significativo contributo espansivo comprende gli effetti supplementari delle misure volte ad affrontare l’impatto economico e sociale dell’aumento dei prezzi dell’energia (0,5 % del PIL), nonché i costi per offrire protezione temporanea agli sfollati provenienti dall’Ucraina (0,1 % del PIL). Inoltre l’aumento della spesa pubblica dovuto all’indicizzazione automatica delle retribuzioni e delle prestazioni sociali del settore pubblico e, in misura minore, all’aumento dei consumi pubblici di beni e servizi dovrebbe concorrere al contributo espansivo della spesa primaria corrente netta finanziata a livello nazionale. Secondo le previsioni della Commissione, tali misure e fattori di aumento della spesa non sono interamente accompagnati da misure di compensazione.

(18)

Le previsioni di primavera 2022 della Commissione prospettano per il 2023 un orientamento di bilancio che si attesta a 0,0 % del PIL nell’ipotesi di politiche invariate (16). Si prevede che nel 2023 il Belgio continuerà ad avvalersi delle sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa. Secondo le proiezioni il contributo positivo all’attività economica della spesa finanziata mediante le sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell’Unione rimarrà stabile rispetto al 2022. Le previsioni indicano che gli investimenti finanziati a livello nazionale porteranno un contributo espansivo alla politica di bilancio pari a 0,1 punti percentuali nel 2023 (17). Allo stesso tempo, si prevede che nel 2023 l’aumento della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle nuove misure in materia di entrate) porterà un contributo sostanzialmente neutro pari a 0,1 punti percentuali all’orientamento generale della politica di bilancio. Ciò include l’impatto della graduale eliminazione delle misure volte a contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia (0,5 % del PIL).

(19)

Nel programma di stabilità 2022 si prevede un graduale calo del disavanzo pubblico, che arriverà al 3,4 % del PIL nel 2024 e al 2,7 % entro il 2025. Si prevede pertanto che il disavanzo pubblico scenderà al di sotto del 3 % del PIL entro il 2025. Queste proiezioni si basano su uno scenario macroeconomico elaborato prima dell’invasione russa dell’Ucraina e presuppongono misure non ancora specificate per gli ultimi anni del programma di stabilità 2022, in particolare un cosiddetto «sforzo di bilancio flessibile» pari allo 0,8 % del PIL tra il 2023 e il 2025. Secondo il programma di stabilità 2022 il rapporto debito pubblico/PIL è destinato ad aumentare entro il 2025, nello specifico salendo al 109,7 % nel 2024 e al 110,1 % nel 2025. Secondo l’analisi della Commissione i rischi per la sostenibilità del debito appaiono elevati nel medio periodo.

(20)

A politiche invariate, il rapido invecchiamento della popolazione è destinato a peggiorare l’impatto sulle finanze pubbliche delle spese connesse all’invecchiamento della popolazione. Secondo la relazione 2021 della Commissione sull’invecchiamento demografico (18), le spese connesse all’invecchiamento della popolazione aumenteranno di 3,6 punti percentuali entro il 2040 e di 5,4 punti percentuali di PIL entro il 2070, soprattutto a causa della spesa pensionistica e della spesa legata all’assistenza a lungo termine. Nel suo piano per la ripresa e la resilienza il Belgio si è impegnato ad attuare una riforma delle pensioni per migliorare tra l’altro la sostenibilità finanziaria e sociale del sistema e promuovere la convergenza tra i diversi regimi pensionistici. Per quanto riguarda l’assistenza a lungo termine, nel 2019 la spesa del Belgio era già tra le più elevate dei paesi dell’Unione e, secondo le previsioni, è destinata ad aumentare ulteriormente del 14 % entro il 2030 e di 2,2 punti percentuali di PIL entro il 2070. Sebbene si osservino grandi differenze a livello regionale, sono state avviate riforme per migliorare l’uso efficiente in termini di costi delle diverse strutture di assistenza, in particolare per evitare e ritardare l’istituzionalizzazione non necessaria o prematura, che riguarda una persona su quattro in assistenza presso strutture residenziali (19). La crisi COVID-19 ha bloccato l’attuazione delle misure di risparmio previste. Ciò suggerisce che potrebbe esservi un margine per ridurre ulteriormente la sovraistituzionalizzazione, rafforzando nel contempo il ricorso a servizi di assistenza domiciliare di qualità e affrontando le barriere finanziarie che limitano l’accesso a tali servizi per i gruppi più vulnerabili. Un’attuazione rapida e ambiziosa delle riforme contribuirebbe ad affrontare le preoccupazioni in tema di sostenibilità.

(21)

Il sistema fiscale belga è caratterizzato da un elevato carico fiscale sul lavoro, con aliquote fiscali relativamente elevate e scaglioni di imposta ristretti. Ciò limita la reale progressività del sistema fiscale e indebolisce ulteriormente la partecipazione al lavoro. Sebbene la riforma fiscale del 2016 abbia ridotto il carico fiscale sul lavoro per i redditi più bassi, il cuneo fiscale rimane il più elevato dell’Unione per coloro che percepiscono un salario medio. Un’elevata tassazione del lavoro può inoltre scoraggiare la partecipazione all’apprendimento permanente. Alcune caratteristiche del sistema di indennità di disoccupazione rischiano inoltre di compromettere gli incentivi al lavoro per le persone in cerca di occupazione e possono ridurre l’efficacia delle politiche di attivazione. La complessità del sostegno sociale e le possibilità limitate di combinare il reddito da lavoro e le prestazioni sociali potrebbero inoltre creare disincentivi ad accettare le proposte di lavoro, in particolare per coloro che hanno un basso potenziale di guadagno. Inoltre, anche per mitigare le aliquote fiscali elevate, le basi imponibili sono erose da numerose esenzioni, deduzioni e aliquote ridotte che creano perdite di efficienza e introducono distorsioni. Alcune caratteristiche del sistema fiscale contribuiscono a falsare le scelte di investimento e portano a sovrainvestimenti in determinate attività. Ad esempio, i canoni di locazione dei beni immobili sono assoggettati a un’imposizione ridotta e gli interessi sui mutui per l’acquisto di abitazioni secondarie sono deducibili dalle imposte. Inoltre gli incentivi fiscali al risparmio e la rigidità delle norme fiscali che si applicano al risparmio a lungo termine e ai regimi pensionistici creano ostacoli a una migliore allocazione del capitale. Anche l’imposta sui conti titoli, introdotta dalla legge del 17 febbraio 2021, costituisce un disincentivo a investire in strumenti finanziari. Vi è inoltre margine per definire imposte ambientali, riducendo le sovvenzioni ai combustibili fossili e incoraggiando gli investimenti nell’economia a basse emissioni di carbonio. Ad esempio, la revisione delle accise sui combustibili fossili utilizzati per il riscaldamento (ad esempio gasolio e gas naturale), che sono basse rispetto a quelle dell’energia elettrica, incoraggerebbe gli investimenti in soluzioni di riscaldamento a basse emissioni di carbonio. Per affrontare il problema della congestione (il numero medio di ore all’anno trascorse negli ingorghi è tra i più alti dell’Unione) si potrebbe ricorrere a opzioni politiche come l’introduzione di una tariffazione stradale per i veicoli privati (come per gli autocarri), garantendo nel contempo un’offerta di trasporti pubblici di livello sufficiente. In questo modo si potrebbe inoltre contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra non coperte dai sistemi di scambio di quote di emissione. Combinando l’alleggerimento dell’imposizione sul lavoro e l’ampliamento della base imponibile si potrebbe migliorare l’equità del sistema fiscale, incrementare l’occupazione e promuovere il conseguimento degli obiettivi sociali e ambientali.

(22)

Conformemente all’articolo 19, paragrafo 3, lettera b), del regolamento (UE) 2021/241, e al criterio 2.2 dell’allegato V di tale regolamento, il piano per la ripresa e la resilienza comprende un’ampia gamma di riforme e investimenti che si rafforzano reciprocamente, secondo un calendario indicativo per l’attuazione da completarsi entro il 31 agosto 2026. Questi contribuiscono ad affrontare tutte o un sottoinsieme significativo delle sfide economiche e sociali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese rivolte dal Consiglio al Belgio nei semestri europei 2019 e 2020, oltre che nelle raccomandazioni specifiche per paese formulate entro la data di adozione di un piano per la ripresa e la resilienza. In particolare, il piano per la ripresa e la resilienza del Belgio dovrebbe contribuire ad affrontare un sottoinsieme significativo delle sfide individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese. Per migliorare la qualità e l’efficienza della spesa pubblica, il piano per la ripresa e la resilienza del Belgio prevede l’integrazione sistematica delle revisioni della spesa nei cicli di pianificazione di bilancio a tutti i livelli di governo. In un contesto di aumento della spesa pubblica per le pensioni, il piano comprende una riforma delle pensioni che mira, tra l’altro, a migliorare la sostenibilità finanziaria e sociale del sistema pensionistico. Il piano per la ripresa e la resilienza del Belgio comprende anche diverse misure per affrontare le sfide sul mercato del lavoro e rafforzare l’integrazione sociale e nel mercato del lavoro dei gruppi più vulnerabili, come ad esempio le persone provenienti da un contesto migratorio, le donne, i giovani, le persone con disabilità e le persone a rischio di esclusione digitale. Nell’ambito del piano per la ripresa e la resilienza il Belgio garantirà la diffusione del 5G. Il piano per la ripresa e la resilienza del Belgio conterrà anche una riforma del regime di tassazione delle autovetture aziendali, con l’obiettivo di raggiungere la piena elettrificazione dei parchi automobili aziendali.

(23)

L’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza del Belgio contribuirà presumibilmente a compiere ulteriori progressi nelle transizioni verde e digitale. Le misure a sostegno degli obiettivi climatici in Belgio rappresentano il 49,6 % della dotazione totale del piano per la ripresa e la resilienza, mentre le misure a sostegno degli obiettivi digitali rappresentano il 26,6 % della dotazione. La piena attuazione del piano per la ripresa e la resilienza in linea con i traguardi e gli obiettivi pertinenti aiuterà il Belgio a riprendersi rapidamente dalle conseguenze negative della crisi COVID-19, aumentandone la resilienza. Il coinvolgimento sistematico delle parti sociali e di altri portatori di interessi pertinenti rimane importante per l’attuazione efficace del piano per la ripresa e la resilienza e di altre politiche economiche e occupazionali che vanno al di là del piano per la ripresa e la resilienza, e per assicurare un’ampia titolarità dell’agenda politica generale.

(24)

Il Belgio non ha ancora presentato l’accordo di partenariato previsto dal regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio (20) né gli altri programmi della politica di coesione previsti da tale regolamento. Conformemente al regolamento (UE) 2021/1060, il Belgio deve tenere conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese nella programmazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027. Si tratta di un prerequisito per aumentare l’efficacia e massimizzare il valore aggiunto del sostegno finanziario ricevuto dai fondi della politica di coesione, e promuovere nel contempo il coordinamento, la complementarità e la coerenza tra tali fondi della politica di coesione e altri strumenti e fondi dell’Unione. Il successo dell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi di politica di coesione dipende anche dalla correzione delle strozzature che ostacolano gli investimenti a sostegno delle transizioni verde e digitale e di uno sviluppo territoriale equilibrato.

(25)

Oltre alle sfide economiche e sociali affrontate nel piano per la ripresa e la resilienza, il Belgio si trova di fronte a una serie di ulteriori sfide connesse al mercato del lavoro e al sistema di istruzione. Il tasso record di posti di lavoro vacanti in Belgio indica che i datori di lavoro hanno sempre più difficoltà ad assumere personale con le giuste competenze. La carenza di forza lavoro riguarda tutti i livelli di competenze e persiste in vari settori, tra cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’istruzione, il settore dell’assistenza e l’edilizia. In particolare, ci sono troppo poche persone in possesso di un titolo di studio in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM), sia tra i diplomati della scuola secondaria superiore provenienti da programmi professionali, sia tra i diplomati di livello terziario. Gli squilibri tra domanda e offerta di competenze si spiegano anche con la scarsa partecipazione all’apprendimento degli adulti, in particolare per le persone con un basso livello di istruzione per le quali il miglioramento del livello delle competenze potrebbe offrire opportunità di lavoro migliori. Nell’ambito del piano per la ripresa e la resilienza saranno elaborati conti individuali di apprendimento e diritti di apprendimento individuali per i dipendenti. Tuttavia la quota di spesa per le politiche attive del mercato del lavoro destinata alla formazione è limitata e solo una piccola percentuale (anche se in aumento) di persone in cerca di occupazione segue una formazione legata a un lavoro per cui si registrano carenze. Far fronte alle carenze di forza lavoro e agli squilibri tra domanda e offerta di competenze è un elemento chiave per affrontare la trasformazione digitale e consentire la transizione verde, nonché per raggiungere gli obiettivi principali dell’Unione per il 2030 in materia di occupazione e competenze.

(26)

In termini di carenza di forza lavoro e squilibri tra domanda e offerta di competenze, esistono preoccupazioni in particolare per l’efficienza e l’inclusività del sistema di istruzione, anche alla luce dell’elevata spesa pubblica per l’istruzione (21). Il divario nei risultati scolastici è strettamente legato al contesto socioeconomico e migratorio degli studenti ed è tra i più ampi dell’Unione, con conseguenti disuguaglianze nell’istruzione. Più di un giovane adulto con disabilità su tre non porta a termine l’istruzione secondaria. Nel 2019 inoltre solo il 6,2 % degli studenti ha partecipato ad attività di apprendimento basato sul lavoro in Belgio, ben al di sotto della media dell’Unione (29 %). Il miglioramento della pertinenza dei sistemi di istruzione e di istruzione e formazione professionale (IFP) per il mercato del lavoro è particolarmente opportuno nella comunità francese, poiché solo 3 delle 10 opzioni di IFP secondaria superiore più popolari preparano a occupazioni per cui si registra una carenza di forza lavoro. Nel complesso in Belgio permangono preoccupazioni sull’attrattiva dell’IFP come percorso di eccellenza, come dimostra l’ampia percentuale di popolazione che ha una percezione negativa dell’IFP. Il rafforzamento della professione di insegnante contribuirebbe a trattenere gli insegnanti e a ridurre la crescente carenza di insegnanti qualificati. Questa sfida riguarda in particolare le scuole svantaggiate e rischia di aumentare ulteriormente le disuguaglianze esistenti nel sistema di istruzione. Nonostante le misure già adottate, l’attrattiva della professione di insegnante risulterebbe rafforzata se si garantisse una migliore istruzione iniziale e uno sviluppo professionale continuo e si sviluppassero percorsi professionali più flessibili e appetibili.

(27)

In risposta al mandato conferito dai capi di Stato o di governo dell’Unione nella dichiarazione di Versailles, la proposta della Commissione per il piano REPowerEU mira ad azzerare gradualmente ma quanto prima la dipendenza dell’Unione dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. A tale scopo la Commissione intende identificare, nel dialogo con gli Stati membri, i progetti, gli investimenti e le riforme più idonei a livello regionale, nazionale e dell’Unione. Queste misure sono finalizzate a ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e a porre fine alle importazioni dalla Russia.

(28)

In Belgio circa il 70 % del consumo interno lordo di energia è coperto dalle importazioni di combustibili fossili. Secondo i dati del 2020, la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia è pari al 30 % per il petrolio greggio (quota sul totale delle importazioni), attestandosi a un livello superiore alla media dell’UE a 27 (26 %), mentre è comparativamente inferiore per il gas naturale (7 % rispetto al 44 % dell’Unione) e il carbone (39 % rispetto al 54 %) (22). Nel mix energetico le quote di petrolio (39 % del consumo interno lordo rispetto al 33 %) e gas naturale (30 % rispetto al 24 %) sono entrambe superiori alla media dell’Unione, mentre la quota del carbone è inferiore (5 % rispetto all’11 %). La quota di energia nucleare nel mix energetico è pari al 16 % del consumo interno lordo. Nel 2020 le energie rinnovabili hanno rappresentato solo il 13 % del consumo finale di energia. Il Belgio dovrà adottare ulteriori misure significative per accelerare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili al fine di progredire verso la neutralità climatica nel 2050 e ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Lo sviluppo di progetti eolici onshore e la relativa espansione della rete elettrica sono tuttavia fortemente ostacolati dai lunghi tempi di attesa per il rilascio delle licenze edilizie, in particolare a causa di numerose, ripetitive e lunghe procedure di ricorso. L’allineamento tra tutti i livelli di governo (federale, regionale, locale) sugli obiettivi e sulla strategia necessari per raggiungere gli obiettivi del Belgio in materia di energie rinnovabili fornirebbe un quadro più chiaro per gli investitori e ridurrebbe il numero di ricorsi, accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e il relativo rafforzamento della rete. Inoltre il rilascio delle licenze potrebbe essere semplificato rafforzando la capacità degli organi di ricorso e adottando ulteriori misure per ridurre la durata delle procedure di ricorso e la probabilità di ricorsi successivi, allentando le restrizioni in prossimità di aeroporti, radar e zone militari e aggiornando i requisiti di distanza minima (per le turbine eoliche). L’introduzione di una pianificazione territoriale che tenga conto del potenziale di risorse del territorio e una maggiore partecipazione dei comuni ai progetti di generazione di energia rinnovabile potrebbero aumentarne l’accettabilità tra i residenti locali.

Il potenziale dei pannelli solari installati sui tetti (sia per gli impianti su piccola scala che per quelli su larga scala) potrebbe essere sfruttato meglio adottando condizioni quadro prevedibili e sufficienti a stimolare l’autoconsumo, la condivisione dell’energia e la gestione della domanda. Per far fronte all’aumento delle fonti di energia variabili nella rete elettrica, la rete dovrà essere rafforzata e resa più intelligente. Si raccomanda che gli investimenti in nuove infrastrutture e reti per il gas siano, ove possibile, adeguati alle esigenze di domani per favorirne la sostenibilità a lungo termine mediante futuri processi di riconversione verso combustibili sostenibili.

(29)

Gli investimenti nella catena del valore dell’idrogeno, nella ristrutturazione energetica e nella decarbonizzazione degli edifici costituiscono altri mezzi con i quali incrementare ulteriormente l’efficienza energetica e ridurre il consumo di energia, le emissioni e la dipendenza dai combustibili fossili. Ciò implica che le sovvenzioni siano reindirizzate verso fonti di riscaldamento a basse emissioni di carbonio e che siano introdotti o anticipati divieti regionali sull’installazione di caldaie a gasolio o a gas nei nuovi edifici. La sostituzione dei combustibili sarà resa più agevole se i consumi di energia saranno ridotti e se i miglioramenti dell’efficienza energetica saranno intensificati (incoraggiando una ristrutturazione più profonda) e condotti parallelamente alla sostituzione dei combustibili. Sarà necessario accrescere ulteriormente l’ambizione relativamente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e all’aumento delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica per allineare il Belgio agli obiettivi del pacchetto «Pronti per il 55 %». Nel settore dei trasporti l’elevata quota di uso delle automobili private è responsabile di gran parte del consumo di petrolio del Belgio. La promozione della «mobilità dolce» (ad esempio il ricorso a biciclette e a soluzioni di mobilità condivisa) e dell’uso del trasporto pubblico, anche attraverso il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico, contribuirebbe a ridurre l’uso delle automobili private e il relativo consumo di petrolio.

(30)

Anche se l’accelerazione della transizione verso la neutralità climatica e l’abbandono dei combustibili fossili genereranno notevoli costi di ristrutturazione in diversi settori, il Belgio può avvalersi del meccanismo per una transizione giusta nel contesto della politica di coesione per attenuare l’impatto socioeconomico della transizione nelle regioni maggiormente interessate. Il Belgio può inoltre avvalersi del Fondo sociale europeo Plus, istituito dal regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio (23), per migliorare le opportunità occupazionali e rafforzare la coesione sociale.

(31)

Alla luce della valutazione della Commissione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2022 e il suo parere (24) trova riscontro nella raccomandazione di cui al punto 1.

(32)

Date le strette correlazioni tra le economie degli Stati membri della zona euro e il loro contributo collettivo al funzionamento dell’Unione economica e monetaria, il Consiglio ha raccomandato a tali Stati membri di prendere provvedimenti, anche tramite i piani per la ripresa e la resilienza, per attuare le raccomandazioni di cui alla raccomandazione 2022 relativa alla zona euro. Per quanto riguarda il Belgio ciò trova riscontro in particolare nelle raccomandazioni di cui ai punti 1, 2 e 3,

RACCOMANDA al Belgio di prendere provvedimenti nel 2022 e nel 2023 al fine di:

1.   

assicurare, nel 2023, una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita del prodotto potenziale a medio termine, tenendo conto del perdurare del sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia e alle persone in fuga dall’Ucraina; essere pronto ad adeguare la spesa corrente all’evoluzione della situazione; aumentare gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica tenendo conto dell’iniziativa REPowerEU, anche avvalendosi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell’Unione; perseguire, per il periodo successivo al 2023, una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio a medio termine attraverso il progressivo risanamento, investimenti e riforme; dare priorità alle riforme per migliorare la sostenibilità di bilancio dell’assistenza a lungo termine, anche promuovendo un uso efficiente delle diverse strutture di assistenza; riformare il sistema fiscale e quello previdenziale per ridurre i disincentivi al lavoro, alleggerendo il carico fiscale sul lavoro e semplificando il sistema fiscale e previdenziale; ridurre le agevolazioni fiscali e rendere il sistema fiscale più neutrale rispetto agli investimenti;

2.   

procedere con l’attuazione del piano per la ripresa e la resilienza, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021; presentare i documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di concludere i negoziati con la Commissione e successivamente avviare l’attuazione dei programmi;

3.   

affrontare le carenze di forza lavoro e gli squilibri tra domanda e offerta di competenze, in particolare migliorando l’efficienza e l’inclusività del sistema di istruzione e formazione, migliorando la qualità e la pertinenza per il mercato del lavoro dell’istruzione e della formazione professionale e sviluppando percorsi professionali e attività di formazione più flessibili e appetibili per gli insegnanti;

4.   

ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili intensificando i miglioramenti dell’efficienza energetica e la riduzione dell’uso di combustibili fossili negli edifici, promuovendo l’uso e l’offerta di trasporti pubblici nonché la mobilità dolce e accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e delle relative infrastrutture di rete, razionalizzando ulteriormente le procedure di rilascio delle licenze anche attraverso la riduzione della durata delle procedure di ricorso e l’adozione di condizioni quadro per incentivare gli investimenti negli impianti di energia solare.

Fatto a Bruxelles, il 12 luglio 2022

Per il Consiglio

Il presidente

Z. STANJURA


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).

(3)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(4)  Raccomandazione del Consiglio, del 5 aprile 2022, sulla politica economica della zona euro (GU C 153 del 7.4.2022, pag. 1).

(5)  Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l’esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall’Ucraina ai sensi dell’articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l’introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1).

(6)  Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell’equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell’accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).

(7)  Raccomandazione del Consiglio, del 18 giugno 2021, che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2021 del Belgio (GU C 304 del 29.7.2021, pag. 1).

(8)  Nella presente raccomandazione le stime dell’orientamento di bilancio e delle sue componenti sono stime della Commissione basate sulle ipotesi sottese alle previsioni di primavera 2022 della Commissione. Le stime della Commissione relative alla crescita potenziale a medio termine non comprendono l’impatto positivo delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che possono dare impulso alla crescita potenziale.

(9)  Non finanziati da sovvenzioni a norma del dispositivo per la ripresa e la resilienza o altri fondi dell’Unione.

(10)  ST 10161/21 INIT; ST 10161/21 ADD 1.

(11)  Raccomandazione del Consiglio, del 20 luglio 2020, sul programma nazionale di riforma 2020 del Belgio e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2020 del Belgio (GU C 282 del 26.8.2020, pag. 1).

(12)  Le cifre rappresentano il livello dei costi annuali di bilancio delle misure adottate dall’autunno 2021, comprese le entrate e le spese correnti nonché, se del caso, le misure di spesa in conto capitale.

(13)  Si ritiene che il numero totale di sfollati dall’Ucraina nell’Unione raggiungerà gradualmente i 6 milioni entro la fine del 2022 e la loro distribuzione geografica è stimata in base alle dimensioni delle comunità immigrate esistenti, alla relativa popolazione dello Stato membro ospitante e all’effettiva distribuzione degli sfollati provenienti dall’Ucraina in tutta l’Unione a partire da marzo 2022. Per i costi di bilancio pro capite, le stime si basano sul modello Euromod di microsimulazione del Centro comune di ricerca della Commissione, tenendo conto sia dei trasferimenti di denaro cui le persone potrebbero aver diritto che delle prestazioni in natura quali l’istruzione e l’assistenza sanitaria.

(14)  Un segno negativo dell’indicatore corrisponde a un eccesso di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva.

(15)  Secondo le proiezioni l’altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo espansivo di 0,1 punti percentuali di PIL.

(16)  Un segno negativo (positivo) dell’indicatore corrisponde a un eccesso (difetto) di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva (restrittiva).

(17)  Secondo le proiezioni l’altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo neutro.

(18)  Commissione europea, 2021, «Relazione 2021 sull’invecchiamento demografico: proiezioni economiche e di bilancio per gli Stati membri dell’UE (2019-2070)», documento istituzionale 148.

(19)  Devos C, Cordon A, Lefèvre M, Obyn C, Renard F, Bouckaert N, Gerkens S, Maertens de Noordhout C, Devleesschauwer B, Haelterman M, Léonard C, Meeus P (2019), Performance du système de santé belge – Rapport 2019 – Synthèse. Health Services Research (HSR). Bruxelles: Centre Fédéral d’Expertise des Soins de Santé (KCE). KCE Reports 313B. D/2019/10.273/33.

(20)  Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159).

(21)  OCSE – Risultati dell’indagine PISA 2018, volume 1.

(22)  Eurostat (2020), quota delle importazioni dalla Russia rispetto al totale delle importazioni di gas naturale, petrolio greggio e carbone fossile. Per la media UE a 27, il totale delle importazioni si basa sulle importazioni dall’esterno dell’UE a 27. Per il Belgio le importazioni totali comprendono gli scambi intra-UE. Il petrolio greggio non comprende i prodotti petroliferi raffinati.

(23)  Regolamento (UE) 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e che abroga il regolamento (UE) n. 1296/2013 (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 21).

(24)  A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.