29.7.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 247/102


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

dell'8 luglio 2014

sul programma nazionale di riforma 2014 del Portogallo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2014 del Portogallo

2014/C 247/20

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 marzo 2010 il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l'occupazione basata su un maggiore coordinamento delle politiche economiche e incentrata sui settori chiave in cui occorre intervenire per rafforzare il potenziale di crescita sostenibile e di competitività dell'Europa.

(2)

Il 13 luglio 2010 il Consiglio ha adottato, sulla base delle proposte della Commissione, una raccomandazione sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione (2010-2014) e, il 21 ottobre 2010, una decisione sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (2), che insieme formano gli «orientamenti integrati». Gli Stati membri sono stati invitati a tener conto degli orientamenti integrati nelle proprie politiche nazionali in materia economica e di occupazione.

(3)

Il 29 giugno 2012 i capi di Stato o di governo degli Stati membri hanno convenuto un patto per la crescita e l'occupazione che offre un quadro coerente per l'adozione di misure a livello nazionale, dell'UE e della zona euro con il ricorso a tutti gli strumenti, leve e politiche possibili. Essi hanno stabilito le misure da adottare a livello degli Stati membri, in particolare affermando l'impegno pieno verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.

(4)

Il Portogallo è stato soggetto a un programma di aggiustamento macroeconomico, fino al 17 maggio 2014, ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2, della decisione di esecuzione 2011/344/UE del Consiglio (3) che stabilisce che l'assistenza finanziaria copre un periodo di tre anni. Il 23 aprile 2014 il Consiglio ha deciso (4) di concedere una proroga di sei settimane di tale termine, al fine di consentire una valutazione completa e approfondita della conformità alle condizioni del programma e permettere il versamento regolare dell'ultima quota di prestito. A norma dell'articolo 12 del regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), il Portogallo è stato pertanto esonerato dal monitoraggio e dalla valutazione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche per la durata del programma. Dal momento che è uscito dal programma, il Portogallo dovrebbe ora essere pienamente reintegrato nel quadro del semestre europeo.

(5)

Il 13 novembre 2013 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2014. Il 13 novembre 2013 la Commissione ha altresì adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (6) , la relazione sul meccanismo di allerta.

(6)

Il 20 dicembre 2013 il Consiglio europeo ha approvato le priorità per garantire la stabilità finanziaria, il risanamento di bilancio e le azioni a favore della crescita. Esso ha sottolineato la necessità di portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, di ripristinare le normali condizioni per l'erogazione di prestiti all'economia, di promuovere la crescita e la competitività, di contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e di modernizzare la pubblica amministrazione.

(7)

Ai sensi del regolamento (UE) n. 472/2013, il Portogallo è stato esentato dall'obbligo di presentare il programma nazionale di riforma e il programma di stabilità per la durata del programma di aggiustamento macroeconomico. Esso ha tuttavia presentato, il 30 aprile 2014, un documento di strategia di bilancio aggiornato (Documento de Estratégia Orçamental) e ha fatto il punto della situazione, in una lettera del governo, sugli sviluppi relativi agli obiettivi di Europa 2020. Il 17 maggio 2014 il governo ha presentato il suo programma di riforma in corso e nuove iniziative a favore di una crescita sostenibile nel documento dal titolo «The Road to Growth, a medium-term reform strategy for Portugal».

(8)

La strategia di bilancio delineata nel documento strategico di bilancio 2014 mira a correggere il disavanzo eccessivo entro il 2015 in modo sostenibile e a raggiungere l'obiettivo a medio termine entro il 2017. La strategia intende portare il disavanzo pubblico al 4,0 % del PIL nel 2014 e a ridurlo ulteriormente al 2,5 % del PIL nel 2015, in linea con gli obiettivi fissati nella raccomandazione del 21 giugno 2013 formulata nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi e riconfermati dalla dodicesima revisione del programma di aggiustamento macroeconomico. Tuttavia, il 30 maggio 2014 la Corte costituzionale ha annullato alcune misure di risanamento aventi un impatto stimato sui risultati di bilancio nel 2014 pari a circa lo 0,4 % del PIL, con possibili effetti a cascata nel 2015. Al fine di conseguire gli obiettivi concordati, il governo dovrà introdurre misure sostitutive di portata analoga. Due sentenze della Corte costituzionale ancora in sospeso impediscono tuttavia un'esaustiva quantificazione delle misure da intraprendere. In considerazione del poco tempo a disposizione, il governo potrebbe vedersi costretto a ricorrere a misure meno favorevoli alla crescita, soprattutto sul versante delle entrate. Per il periodo successivo al 2015, la strategia ribadisce l'intenzione di raggiungere l'obiettivo a medio termine entro il 2017 attraverso la realizzazione di uno sforzo strutturale dello 0,5 % del PIL nel 2016 e di un disavanzo strutturale dello 0,5 % nel 2017. Secondo la strategia, il debito pubblico lordo raggiungerà il suo massimo (130,2 % del PIL) nel 2014, per poi calare gradualmente a partire dal 2015. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio della strategia, passato al vaglio del consiglio delle finanze pubbliche, è in linea con le previsioni di primavera della Commissione. A seguito della sentenza della Corte costituzionale, la strategia di bilancio 2014 dovrà essere rivista per conseguire l'obiettivo di disavanzo del 4 % del PIL. Tuttavia, permangono i rischi di revisione al ribasso dell'obiettivo, in particolare a causa dell'incertezza giuridica e dell'impatto statistico di operazioni finalizzate a una gestione più efficiente dell'eccessivo indebitamento di alcune imprese statali.

L'aggiustamento di bilancio del 2015 è basato su misure di risanamento del bilancio che ammontano allo 0,8 % del PIL, da considerarsi sufficiente per conseguire l'obiettivo del 2,5 % del PIL. Sulla base della valutazione della strategia di bilancio del governo e delle previsioni della Commissione, a norma del regolamento (CE) n. 1466/97, il Consiglio ritiene che gli obiettivi della strategia siano conformi alle disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

Il risanamento di bilancio deve essere sostenuto da ulteriori riforme del sistema di gestione delle finanze pubbliche. In particolare, nonostante i progressi realizzati nel quadro del programma di aggiustamento macroeconomico, è necessario completare la riforma generale della legge quadro di bilancio e sono richiesti ulteriori sforzi per garantire il controllo della spesa in maniera rigorosa, mediante l'applicazione della legge sul controllo degli impegni, ed evitare l'ulteriore accumulo di arretrati del settore pubblico. Sarà essenziale proseguire la ristrutturazione e garantire la sostenibilità finanziaria delle imprese statali, nonché controllare rigorosamente la spesa per le pensioni e l'assistenza sanitaria. Sul versante delle entrate, vi sono margini per rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita e promuovere ulteriormente il rispetto degli obblighi fiscali.

(10)

Il Portogallo si trova ad affrontare sfide relative alla disoccupazione che, sebbene in calo negli ultimi tempi, resta molto elevata, in particolare per i giovani. Nel 2013 il tasso di disoccupazione si attestava al 16,4 % e la disoccupazione giovanile al 38,1 %, percentuali di molto superiori alla media dell'Unione, al pari della percentuale di giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione. Il tasso di occupazione tradizionalmente alto del Portogallo nella fascia di età compresa fra i 20 e i 64 anni si è ridotto in misura significativa dall'inizio della crisi economica, passando dal 73,1 % del 2008 al 65,6 % nel 2013. Per quanto concerne la disoccupazione giovanile, in linea con gli obiettivi relativi all'istituzione di una garanzia per i giovani, tra le sfide principali figurano la scarsa capacità di raggiungere i giovani non iscritti alle liste di collocamento e la necessità di meglio allineare i percorsi formativi alle esigenze del mercato del lavoro. Nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico, il Portogallo ha attuato un ampio ventaglio di riforme del mercato del lavoro, volte a rendere meno restrittiva la legislazione sulla tutela del posto di lavoro, ad aumentare la flessibilità dei meccanismi di fissazione dei salari e a migliorare il funzionamento dei servizi pubblici per l'impiego e delle politiche di attivazione. Restano tuttavia alcune sfide irrisolte, in particolare la necessità di contrastare la segmentazione del mercato del lavoro e di migliorare la reattività dei salari all'evoluzione delle condizioni economiche. Una valutazione indipendente degli effetti delle recenti riforme sul sistema di tutela dell'occupazione aiuterebbe a determinare, in particolare, il loro impatto sulla creazione di posti di lavoro, sulla precarietà, sul costo complessivo del lavoro e sul numero di cause intentate per licenziamento, nonché sul relativo esito. Nonostante gli sforzi compiuti per attenuare l'impatto sociale negativo, il necessario aggiustamento economico a seguito della crisi ha determinato un incremento della povertà.

(11)

Il Portogallo ha compiuto notevoli progressi nella riforma del sistema formativo grazie all'adozione di svariate misure intese a contrastare l'abbandono scolastico, a migliorare il tasso di istruzione terziaria e a favorire l'incontro tra domanda e offerta sul mercato del lavoro. Tuttavia, la piena attuazione e l'uso efficace dei finanziamenti restano fattori di importanza fondamentale. In particolare, è necessario lavorare ancora per ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, anche aumentando la qualità e l'attrattiva dell'istruzione e della formazione professionale, compresa quella duale, e promuovendo la partecipazione dei datori di lavoro alla definizione dei programmi e all'offerta di adeguati apprendistati e formazioni impartite sul posto di lavoro. È necessario attuare in modo efficace servizi di orientamento e consulenza professionale per gli studenti della scuola secondaria e terziaria, in linea con le esigenze del mercato del lavoro e con la necessità di anticipare le esigenze in termini di competenze, e rafforzare i legami con il settore imprenditoriale.

(12)

Il Portogallo ha fatto importanti passi avanti nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico per rafforzare il capitale di base del settore bancario e potenziarne il quadro di vigilanza e risoluzione. Tuttavia, restano da affrontare sfide importanti, che richiedono un controllo e una gestione attenti, tra le quali figura la redditività delle banche portoghesi. I dati relativi al primo trimestre del 2014 indicano che alcune delle banche assistite hanno registrato risultati positivi. La qualità degli attivi continua a rappresentare un grave problema, con crediti lordi complessivi ancora alti (intorno al 6 %) e livelli elevati di prestiti in sofferenza (10,6 %), in particolare nel segmento aziendale (oltre il 16 %) secondo i dati disponibili alla fine del 2013. Il Portogallo ha adottato una serie di misure intese a facilitare la concessione di prestiti ad imprese redditizie, ma le condizioni di finanziamento restano difficili, in particolare per le PMI, e la gamma di possibilità di finanziamento delle imprese alternative a quelle offerte dalle banche continua ad essere limitata. I nuovi prestiti concessi alle PMI hanno registrato una riduzione del 4,8 % nel 2013 rispetto al 2012. I tassi d'interesse medi sui nuovi prestiti concessi alle aziende portoghesi sono leggermente scesi dal 2013, ma restano nettamente al di sopra della media della zona euro. L'eccessivo debito delle imprese e la necessità di ridurre ulteriormente l'indebitamento del settore bancario continuano a limitare la capacità delle banche di concedere prestiti ad aziende redditizie a costi ragionevoli.

(13)

Al fine di garantire l'efficienza e la sostenibilità del settore energetico e di ridurre il costo dell'energia per l'economia, nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico sono stati adottati due pacchetti di misure. È necessario tuttavia ridurre ulteriormente le rendite nel settore energetico e affrontare il problema dell'elevato e crescente debito tariffario. A tal fine, il Portogallo ha recentemente annunciato un terzo pacchetto di misure, che prevedono tra le altre cose l'estensione al 2015 del prelievo speciale applicato agli operatori del settore energetico, introdotto nel 2014. Inoltre, è necessario migliorare l'integrazione transfrontaliera delle reti energetiche e accelerare la realizzazione dei progetti di interconnessione nel settore dell'energia elettrica e del gas, questioni che sono ancora in sospeso e richiedono interventi decisivi nell'ottica di porre fine all'isolamento della penisola iberica dal mercato dell'energia dell'UE. Nel settore dei trasporti sono stati compiuti progressi nell'ambito del programma, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento della posizione concorrenziale dei porti portoghesi, la definizione di un piano globale e a lungo termine per il settore dei trasporti (dopo avere ovviato alle debolezze e alle carenze) e il miglioramento del quadro regolamentare. Tuttavia, è necessario adottare ulteriori misure per un'efficace attuazione del piano globale e a lungo termine per il settore dei trasporti e del piano d'azione per la riforma del settore portuale. Il paese deve inoltre prendere ulteriori provvedimenti per garantire l'indipendenza e la capacità dell'autorità di regolamentazione dei trasporti, assicurare la sostenibilità finanziaria delle imprese statali operanti nel settore e rafforzare l'efficienza e la concorrenza nel settore ferroviario.

(14)

Nel mercato degli affitti urbani è stata attuata una riforma epocale intesa a rendere più dinamico il mercato immobiliare, anche bilanciando meglio i diritti e i doveri di proprietari e affittuari, introducendo una maggiore flessibilità nella scelta della durata del contratto e incentivando i lavori di ristrutturazione. È necessario lavorare ulteriormente per valutare in maniera esaustiva l'impatto di questa riforma sulla scorta dei dati relativi ai fattori trainanti del mercato e all'economia sommersa nel mercato degli affitti portoghese. Il Portogallo ha compiuto notevoli progressi nel miglioramento del contesto imprenditoriale, in particolare incentivando condizioni generali più favorevoli, promuovendo la cultura imprenditoriale e migliorando le procedure di insolvenza per le imprese in difficoltà. L'attenzione dovrebbe ora essere trasferita all'attuazione. Sono stati fatti passi avanti in materia di semplificazione delle procedure amministrative e di concessione delle licenze, ma restano da completare diverse misure. Sono necessari ulteriori sforzi per eliminare gli ostacoli alla concorrenza nel settore dei servizi, in particolare con l'adozione di modifiche settoriali, e in quello dei servizi professionali, mediante l'adozione di disposizioni legislative per i restanti ordini professionali. Per quanto riguarda la regolamentazione e la concorrenza, sono necessarie misure di follow-up per garantire l'indipendenza e l'autonomia degli organismi nazionali di regolamentazione settoriale e dell'autorità garante della concorrenza. Sussistono ritardi significativi nei pagamenti effettuati dalle pubbliche amministrazioni.

(15)

Nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico sono stati compiuti notevoli progressi a livello di razionalizzazione e ammodernamento della pubblica amministrazione in termini di occupazione, politica retributiva, condizioni di lavoro, efficienza organizzativa e qualità dei servizi. Tuttavia, è necessario migliorare la trasparenza e completare alcune delle riforme previste. Nonostante gli importanti progressi compiuti per incrementare l'efficienza del sistema giudiziario, sono necessari ulteriori miglioramenti, in particolare in termini di durata dei procedimenti, tasso di ricambio, numero di cause pendenti e processo di monitoraggio e valutazione.

(16)

Dall'analisi della Commissione si evince che l'efficace attuazione del programma di aggiustamento macroeconomico è stata determinante nel gestire i rischi economici e finanziari e nel ridurre gli squilibri. Nell'ambito del programma, il Portogallo ha adottato tutta una serie di difficili riforme strutturali, che cominciano a dare frutti in termini di aumento della competitività e di ripresa della crescita economica, ma è necessario fare di più per valutare l'impatto delle riforme sul funzionamento dell'economia. Il monitoraggio continuo di tutte le riforme attuate è quindi essenziale per valutare se esse contribuiscono a promuovere la competitività, la produzione e la crescita dell'occupazione.

(17)

Poiché al termine del programma di aggiustamento macroeconomico, che si concluderà formalmente il 28 giugno 2014, il Portogallo sarà pienamente reintegrato nel semestre europeo, la Commissione ha valutato, su questa base, i documenti presentati dal paese. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Portogallo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'Unione europea, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le sue raccomandazioni per il Portogallo nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 8.

(18)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato la strategia di bilancio del governo e il suo parere (7) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1. Queste raccomandazioni sono state elaborate a seguito della conclusione del programma di aggiustamento macroeconomico e si basano pertanto sui risultati conseguiti da tale programma per garantirne l'attuazione duratura.

(19)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato inoltre un'analisi della politica economica della zona euro nel suo complesso. Su tale base il Consiglio ha formulato raccomandazioni specifiche rivolte agli Stati membri la cui moneta è l'euro (8). In quanto paese la cui moneta è l'euro, il Portogallo dovrebbe assicurare anche l'attuazione piena e tempestiva di tali raccomandazioni,

RACCOMANDA che il Portogallo adotti provvedimenti nel periodo 2014-2015 al fine di:

1.

attuare le necessarie misure di risanamento di bilancio per il 2014 al fine di conseguire gli obiettivi di bilancio ed evitare l'accumulo di nuovi arretrati; per il 2015, attuare una strategia di bilancio riveduta, al fine di portare il disavanzo al 2,5 % del PIL, in linea con l'obiettivo fissato nella raccomandazione formulata nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi, realizzando nello stesso tempo il necessario aggiustamento strutturale; sostituire il prima possibile le misure di risanamento ritenute incostituzionali dalla Corte costituzionale con misure di portata e qualità analoghe; la correzione del disavanzo eccessivo dovrebbe essere effettuata in modo sostenibile e favorevole alla crescita, limitando il ricorso alle misure una tantum o temporanee; in seguito alla correzione del disavanzo eccessivo, proseguire il previsto aggiustamento strutturale annuo per convergere verso l'obiettivo a medio termine, in linea con l'obbligo di un aggiustamento strutturale annuo pari ad almeno lo 0,5 % del PIL, o superiore in condizioni economiche favorevoli, e garantire il rispetto della regola sul debito al fine di innescare una tendenza sostenibile per l'elevato rapporto debito/PIL; privilegiare il risanamento di bilancio basato sulla spesa e aumentare ulteriormente l'efficienza e la qualità della spesa pubblica; mantenere un rigoroso controllo della spesa nelle amministrazioni centrali, regionali e locali; proseguire la ristrutturazione delle imprese statali; sviluppare entro la fine del 2014 nuove misure globali nel quadro della riforma del sistema pensionistico attualmente in corso, volta a migliorare la sostenibilità a medio termine del sistema pensionistico; controllare l'aumento della spesa per l'assistenza sanitaria e procedere con la riforma del settore ospedaliero; rivedere il sistema fiscale e renderlo più favorevole alla crescita; promuovere ulteriormente il rispetto degli obblighi fiscali e combattere l'evasione aumentando l'efficienza dell'amministrazione fiscale; rafforzare il sistema di gestione delle finanze pubbliche attraverso la rapida messa a punto e attuazione della riforma completa della legge quadro di bilancio entro la fine del 2014; assicurare il rispetto rigoroso della legge sul controllo degli impegni; applicare efficacemente le griglie uniche dei salari e delle integrazioni nel settore pubblico a partire dal 2015;

2.

fare in modo che l'andamento dei salari minimi sia consono agli obiettivi di promozione dell'occupazione e della competitività; assicurare un sistema di determinazione dei salari che promuova l'allineamento delle retribuzioni e della produttività a livello settoriale e/o aziendale; valutare, in consultazione con le parti sociali e in conformità alla prassi nazionale, la possibilità di ricorrere alla sospensione temporanea, convenuta di comune accordo a livello aziendale, dei contratti collettivi; presentare, entro settembre 2014, proposte sulla sospensione temporanea, convenuta di comune accordo a livello aziendale, dei contratti collettivi e sulla revisione del mantenimento dei contratti collettivi;

3.

presentare, entro marzo 2015, una valutazione indipendente delle recenti riforme del sistema di tutela dell'occupazione, unitamente a un piano d'azione per eventuali riforme ulteriori intese a contrastare la segmentazione del mercato del lavoro; proseguire la riforma in corso delle politiche attive del mercato del lavoro e dei servizi pubblici per l'impiego, intesa ad aumentare l'occupazione e i tassi di partecipazione al mondo del lavoro, in particolare migliorando la consulenza professionale, l'assistenza per la ricerca di un lavoro e i sistemi di attivazione o di sanzione, al fine di ridurre la disoccupazione di lunga durata e integrare le persone più lontane dal mercato del lavoro; affrontare il problema della disoccupazione giovanile elevata, in particolare mediante un'efficace anticipazione delle esigenze in termini di competenze e interventi volti a raggiungere i giovani non iscritti alle liste di collocamento, in linea con gli obiettivi della garanzia per i giovani; assicurare un'adeguata copertura dell'assistenza sociale, compreso il regime di reddito minimo, garantendo nel contempo l'efficace attivazione dei beneficiari dei sussidi;

4.

migliorare la qualità del sistema formativo e la sua pertinenza per il mercato del lavoro al fine di ridurre l'abbandono scolastico e ovviare ai bassi tassi di rendimento; assicurare una spesa pubblica efficiente nel settore dell'istruzione e ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di competenze, anche aumentando la qualità e l'attrattiva dell'istruzione e della formazione professionale e promuovendo la cooperazione con il settore imprenditoriale; rafforzare la cooperazione tra ricerca pubblica e imprese e favorire il trasferimento delle conoscenze;

5.

monitorare la situazione di liquidità delle banche e i potenziali deficit di capitale, anche mediante ispezioni tematiche in loco e prove di stress; valutare i piani di risanamento delle banche e introdurre, se necessario, miglioramenti del processo di valutazione; attuare una strategia globale per ridurre l'eccessivo indebitamento delle imprese e intensificare gli sforzi per ampliare la gamma di alternative di finanziamento, anche per le prime fasi di sviluppo di un'attività, accrescendo l'efficienza degli strumenti di ristrutturazione del debito (in particolare PER e SIREVE) per le imprese redditizie, introducendo incentivi per spingere le banche e i debitori ad avviare processi di ristrutturazione in una fase precoce e migliorando la disponibilità di finanziamenti tramite il mercato dei capitali; fare in modo che le misure individuate sostengano la riassegnazione delle risorse finanziarie verso i settori produttivi dell'economia, comprese le PMI redditizie, evitando al contempo rischi per le finanze pubbliche e la stabilità finanziaria; attuare, entro fine settembre 2014, un sistema di allerta precoce con fini principalmente di vigilanza che consenta individuare le imprese, comprese le PMI, a elevata probabilità di inadempimento a causa di un livello di indebitamente eccessivo, e che possa promuovere, indirettamente, la ristrutturazione del debito societario in una fase precoce;

6.

attuare il secondo e il terzo pacchetto di misure nel settore energetico volte a ridurre i costi dell'energia per l'economia, eliminando al tempo stesso entro il 2020 il debito derivante dalle tariffe dell'energia elettrica, e monitorare attentamente l'attuazione; migliorare l'integrazione transfrontaliera delle reti energetiche e accelerare la realizzazione di progetti di interconnessione nel settore dell'energia elettrica e del gas; attuare il piano globale e a lungo termine per il settore dei trasporti e il «cronogramma» che definisce le riforme nel settore portuale; completare le concessioni in materia di trasporti per le aree metropolitane di Lisbona e Oporto; assicurare che la rinegoziazione delle concessioni portuali esistenti e i nuovi regimi di autorizzazione siano orientati alle prestazioni e in linea con i principi del mercato interno, in particolare con le norme in materia di appalti; garantire che l'autorità nazionale di regolamentazione dei trasporti (AMT) sia pienamente indipendente e operativa entro fine settembre 2014; garantire la sostenibilità finanziaria delle imprese statali nel settore dei trasporti; rafforzare l'efficienza e la concorrenza nel settore ferroviario attuando il piano per la competitività di CP Carga, dopo il trasferimento degli scali merci, e garantendo al contempo l'indipendenza gestionale del gestore delle infrastrutture statali e delle aziende ferroviarie;

7.

migliorare ulteriormente la valutazione del mercato immobiliare, anche mediante la predisposizione, entro la fine del 2014, di un quadro di monitoraggio e comunicazione più sistematico, e presentare una relazione esaustiva sull'economia sommersa in tale mercato; proseguire gli sforzi per stilare ulteriori elenchi di oneri amministrativi al fine di includere, entro marzo 2015, i settori non ancora contemplati; adottare e attuare, entro fine settembre 2014, le modifiche settoriali e i decreti di autorizzazione in sospeso; rimuovere, entro fine settembre 2014, le rimanenti restrizioni nel settore dei servizi professionali e rendere esecutivi gli statuti modificati degli ordini professionali che non sono stati ancora adottati nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico; eliminare i ritardi nei pagamenti da parte del settore pubblico; garantire risorse adeguate per le autorità nazionali di regolamentazione e l'autorità garante della concorrenza;

8.

continuare a razionalizzare e ad ammodernare le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali; attuare le riforme volte a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario e ad accrescere la trasparenza; intensificare gli sforzi per valutare l'attuazione delle riforme intraprese nell'ambito del programma di aggiustamento macroeconomico, nonché di quelle programmate e future; in particolare, introdurre nel processo legislativo valutazioni ex ante ed ex post sistematiche e obbligatorie; istituire un'unità di valutazione centrale a livello governativo, funzionalmente indipendente, che comunichi e valuti con cadenza semestrale l'attuazione di tali riforme, compresa la coerenza con la valutazione d'impatto ex ante, e preveda se necessario azioni correttive.

Fatto a Bruxelles, l'8 luglio 2014

Per il Consiglio

Il presidente

P. C. PADOAN


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Mantenuta per il 2014 mediante decisione 2014/322/UE del Consiglio, del 6 maggio 2014, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (GU L 165 del 4.6.2014, pag. 49).

(3)  Decisione di esecuzione 2011/344/UE del Consiglio, del 30 maggio 2011, sulla concessione di assistenza finanziaria dell'Unione al Portogallo (GU L 159 del 17.6.2011, pag. 88).

(4)  Decisione di esecuzione 2014/234/UE del Consiglio, del 23 aprile 2014, che modifica la decisione di esecuzione 2011/344/UE, del 30 maggio 2011, sulla concessione di assistenza finanziaria dell'Unione al Portogallo (GU L 125 del 26.4.2014, pag. 75).

(5)  Regolamento (UE) 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria (GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1).

(6)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 novembre 2011 sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(7)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio.

(8)  Cfr. pag. 141 della presente Gazzetta ufficiale.