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14.11.2012 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
L 314/40 |
DECISIONE 2012/700/PESC DEL CONSIGLIO
del 13 novembre 2012
nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza a sostegno dell’attuazione del piano d’azione di Cartagena 2010-2014, adottato dagli Stati parti della convenzione del 1997 sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 26, paragrafo 2, e l’articolo 31, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
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(1) |
L’Unione dovrebbe perseguire un elevato livello di cooperazione in tutti i campi delle relazioni internazionali, tra l’altro al fine di preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. |
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(2) |
Il 12 dicembre 2003 il Consiglio europeo ha adottato la strategia europea in materia di sicurezza che individua sfide e minacce a livello mondiale e invita a sviluppare un ordine internazionale basato sul diritto e fondato su un multilateralismo efficace e su istituzioni internazionali ben funzionanti. |
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(3) |
La strategia europea in materia di sicurezza riconosce la Carta delle Nazioni Unite come il quadro fondamentale in cui si collocano le relazioni internazionali e raccomanda che le Nazioni Unite («ONU») siano rafforzate e dotate dei mezzi necessari per assolvere alle loro responsabilità e agire con efficacia. |
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(4) |
La risoluzione 51/45 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 10 dicembre 1996, esortava tutti gli Stati a perseguire attivamente un accordo internazionale efficace e giuridicamente vincolante volto a vietare l’impiego, lo stoccaggio, la produzione e il trasferimento delle mine antipersona. |
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(5) |
La convenzione sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione («convenzione») è stata aperta alla firma il 3 dicembre 1997 ed è entrata in vigore il 1o marzo 1999. Essa costituisce l’unico strumento internazionale globale che affronta tutti gli aspetti relativi alle mine antipersona, compresi l’impiego, lo stoccaggio, la produzione, il commercio, la rimozione e l’assistenza alle vittime delle medesime. |
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(6) |
Il 23 giugno 2008 il Consiglio ha adottato l’azione comune 2008/487/PESC (1) a sostegno dell’universalizzazione e dell’attuazione della convenzione. Al 1o ottobre 2012 160 Stati hanno espresso il loro consenso a essere vincolati dalla convenzione. |
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(7) |
Il 3 dicembre 2009 gli Stati parti della convenzione hanno adottato il piano d’azione di Cartagena 2010-2014 («piano d’azione di Cartagena») relativo all’universalizzazione e all’attuazione di tutti gli aspetti della convenzione. Essi hanno in tal modo riconosciuto e incoraggiato ulteriormente la piena partecipazione e il concorso all’attuazione della convenzione da parte della Campagna internazionale per il bando delle mine («ICBL»), del Comitato internazionale della Croce Rossa («CICR»), delle società nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa, della Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa («FICR»), dell’ONU, del Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento a fini umanitari («GICHD»), delle organizzazioni internazionali e regionali, dei sopravvissuti alle mine e delle relative organizzazioni e di altre organizzazioni della società civile, come previsto dall’azione n. 62 del piano d’azione di Cartagena. |
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(8) |
Il 3 dicembre 2010 gli Stati parti della convenzione hanno adottato la «Direttiva degli Stati parti dell’unità di supporto all’attuazione» («USA») in cui gli Stati parti hanno convenuto di affidare all’USA il compito di fornire consulenza e sostegno tecnico agli Stati parti riguardo all’attuazione e all’universalizzazione della convenzione, di agevolare la comunicazione tra gli Stati parti e di promuovere la comunicazione e l’informazione sulla convenzione sia verso gli Stati che non fanno parte della convenzione sia verso il pubblico. L’USA è stata inoltre incaricata di cooperare e coordinarsi adeguatamente con le competenti organizzazioni internazionali che partecipano ai lavori della convenzione, compresi l’ICBL, il CICR, la FICR, l’ONU e il GICHD. |
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(9) |
Il 2 dicembre 2011 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 66/29 relativa all’attuazione della convenzione sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione. L’Assemblea generale ha ricordato che in occasione della seconda conferenza di revisione della convenzione la comunità internazionale aveva esaminato l’attuazione della convenzione e che gli Stati parti della convenzione avevano adottato il piano d’azione di Cartagena sottolineando l’importanza di assicurare la piena ed efficace attuazione e l’osservanza della convenzione, anche attraverso l’attuazione del piano d’azione di Cartagena. Gli Stati parti della convenzione avevano invitato tutti gli Stati che non lo avevano ancora fatto a ratificare la convenzione o ad aderirvi e avevano esortato tutti gli Stati a continuare a seguire con attenzione tale questione al più alto livello politico e a promuovere l’aderenza alla convenzione mediante contatti, iniziative d’informazione, seminari e altri mezzi a livello bilaterale, subregionale, regionale e multilaterale. |
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(10) |
Nel 2012 e 2013 si terranno riunioni degli Stati parti della convenzione. La comunità internazionale si riunirà poi nel 2014 per la terza conferenza di revisione della convenzione al fine di valutare i progressi compiuti nell’attuazione del piano d’azione di Cartagena. Entro tale termine ci si aspetterà che l’attuazione del piano d’azione abbia fornito un contributo sostanziale ai progressi verso l’obiettivo di porre fine alle sofferenze e alle perdite di vite umane causate dalle mine antipersona, |
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
1. Per sostenere l’attuazione del piano d’azione di Cartagena 2010-2014 («piano d’azione di Cartagena») adottato dagli Stati parti della convenzione del 1997 sul divieto d’impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione («convenzione»), nel quadro della strategia europea in materia di sicurezza e in linea con le pertinenti decisioni della comunità internazionale, l’Unione persegue i seguenti obiettivi:
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a) |
sostenere gli sforzi degli Stati parti della convenzione per attuare gli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi all’assistenza alle vittime; |
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b) |
sostenere gli sforzi degli Stati parti della convenzione per attuare gli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi allo sminamento; |
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c) |
promuovere l’universalizzazione della convenzione; |
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d) |
dimostrare l’impegno continuo dell’Unione e dei suoi Stati membri a favore della convenzione e la loro determinazione a cooperare ed estendere l’assistenza agli Stati che necessitano di sostegno per rispettare i loro impegni ai sensi della convenzione nonché a rafforzare il ruolo guida dell’Unione nel perseguire il proposito della convenzione di porre fine in modo definitivo alle sofferenze e alle perdite di vite umane causate dalle mine antipersona. |
2. Tutti gli obiettivi di cui al paragrafo 1 sono perseguiti in modo da rafforzare la storica cultura di partenariato della convenzione e di collaborazione tra Stati, organizzazioni non governative e organizzazioni di altro tipo e partner locali, in particolare operando in stretto collegamento con gli attori competenti per rafforzare specifiche manifestazioni di tale collaborazione.
3. Per conseguire gli obiettivi di cui al paragrafo 1, l’Unione intraprende i seguenti progetti:
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a) |
assistenza alle vittime: fornire sostegno tecnico in un massimo di otto casi, effettuare fino a cinque valutazioni intermedie ed eseguire fino a cinque azioni di follow-up; |
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b) |
sminamento: effettuare fino a cinque valutazioni intermedie ed eseguire fino a cinque azioni di follow-up; |
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c) |
universalizzazione della convenzione: sostenere una task force ad alto livello, effettuare uno studio sulla sicurezza delle frontiere senza mine antipersona e organizzare fino a tre seminari sull’universalizzazione; |
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d) |
dimostrazione dell’impegno dell’Unione: organizzare eventi di lancio e di chiusura, assicurare l’accessibilità del sito web della convenzione, rendere ampiamente disponibili gli impegni in materia di assistenza alle vittime assunti dagli Stati parti della convenzione, organizzare una visita della stampa e produrre materiali di comunicazione e pubblicazioni. |
Una descrizione dettagliata dei progetti figura nell’allegato.
Articolo 2
1. L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza («alto rappresentante») è responsabile dell’attuazione della presente decisione.
2. L’esecuzione tecnica dei progetti di cui all’articolo 1, paragrafo 3, è svolta dall’unità di supporto all’attuazione («USA»), rappresentata dal Centro internazionale di Ginevra per lo sminamento a fini umanitari («GICHD»). L’USA svolge tali compiti sotto il controllo dell’alto rappresentante. A tal fine, l’alto rappresentante definisce le necessarie modalità con il GICHD.
Articolo 3
1. L’importo di riferimento finanziario per l’attuazione dei progetti di cui all’articolo 1, paragrafo 3 è pari a 1 030 000 EUR.
2. Le spese finanziate con l’importo di cui al paragrafo 1 sono gestite secondo le procedure e le norme applicabili al bilancio generale dell’Unione.
3. La Commissione vigila sulla corretta gestione delle spese di cui al paragrafo 1. A tal fine, conclude un accordo di finanziamento con il GICHD ai cui sensi l’USA deve assicurare la visibilità del contributo dell’Unione in funzione della sua entità.
4. La Commissione si adopera per concludere l’accordo di finanziamento di cui al paragrafo 3 non appena possibile dopo l’entrata in vigore della presente decisione. Essa informa il Consiglio delle eventuali difficoltà incontrate per pervenirvi e della data di conclusione dell’accordo di finanziamento.
Articolo 4
L’alto rappresentante riferisce al Consiglio in merito all’attuazione della presente decisione sulla scorta di relazioni periodiche elaborate dall’USA. Su tali relazioni si basa la valutazione del Consiglio. La Commissione fornisce informazioni sugli aspetti finanziari dell’attuazione della presente decisione.
Articolo 5
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Essa cessa di produrre effetti 24 mesi dopo la data di conclusione dell’accordo di finanziamento di cui all’articolo 3, paragrafo 3, o sei mesi dopo la data della sua entrata in vigore qualora non sia stato concluso un accordo di finanziamento entro tale termine.
Fatto a Bruxelles, il 13 novembre 2012
Per il Consiglio
Il presidente
V. SHIARLY
ALLEGATO
1. Obiettivo
L’obiettivo generale della presente decisione è la promozione della pace e della sicurezza sostenendo l’attuazione del piano d’azione di Cartagena concernente l’universalizzazione e l’attuazione di tutti gli aspetti della convenzione.
2. Descrizione dei progetti
Per raggiungere gli obiettivi di cui all’articolo 1, paragrafo 1, della presente decisione, l’Unione avvierà i seguenti progetti:
2.1. Assistenza alle vittime
2.1.1.
Gli Stati parti della convenzione ricevono supporto per attuare gli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi all’assistenza alle vittime in modo da poter essere meglio in grado di coordinare e attuare attività destinate a comportare una sostanziale differenza positiva per le vite di donne, uomini, ragazze e ragazzi vittime di mine terrestri e di altri residuati bellici esplosivi.
2.1.2.
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L’USA fornirà, in un massimo di tre casi, supporto tecnico a livello nazionale, anche tramite l’avvio e/o il supporto a processi interministeriali volti ad attuare gli obblighi in materia di assistenza alle vittime in contesti nazionali, agli Stati parti della convenzione che: a) si sono scarsamente impegnati nello sforzo teso ad attuare gli elementi del piano d’azione di Cartagena relativi all’assistenza alle vittime e potrebbero quindi beneficiare di un incentivo a orientarsi in tal senso; oppure b) hanno istituito o sono sulla buona strada per istituire un piano nazionale e quindi hanno esperienza di attuazione da valutare, il che li rende maggiormente suscettibili di essere selezionati per una valutazione nazionale intermedia globale degli sforzi messi in atto per attuare il piano d’azione di Cartagena. |
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In un massimo di tre casi saranno effettuate valutazioni nazionali intermedie globali. Tali valutazioni coinvolgeranno l’USA, in collaborazione con attori principali come l’ICBL, che assiste gli Stati beneficiari nell’elaborazione di un documento di riferimento dettagliato per un seminario nazionale, nell’organizzazione di un seminario nazionale e nella redazione di un documento finale dettagliato che costituirà la «valutazione» in cui saranno delineate le sfide ancora aperte, fissati obiettivi e formulate raccomandazioni. |
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In un massimo di tre casi saranno intraprese azioni di follow-up in risposta alle raccomandazioni contenute nelle valutazioni intermedie. Tali azioni di follow-up coinvolgeranno la fornitura da parte dell’USA dell’ulteriore supporto tecnico (per esempio, per la revisione dei piani nazionali, l’elaborazione di una o più proposte di progetti ecc.). |
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L’USA organizzerà una conferenza globale ad alto livello sull’assistenza alle vittime di mine terrestri e altri residuati bellici esplosivi, in collaborazione con attori principali come l’ICBL, allo scopo di sviluppare l’esperienza di assistenza alle vittime nel contesto della convenzione per sfruttare potenziali sinergie/efficienze in relazione all’attuazione di strumenti internazionali [per esempio, la convenzione sulle munizioni a grappolo (CCM), il protocollo V della convenzione sulla proibizione o la limitazione dell’uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (CCW) e la convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD)] che trattano lo stesso argomento e gli Stati interessati. |
2.1.3.
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Gli Stati beneficiari del supporto tecnico che si sono scarsamente impegnati nell’attuazione degli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi all’assistenza alle vittime individueranno un punto di contatto, il quale farà progredire ulteriormente l’attuazione degli obblighi in materia di assistenza alle vittime e parteciperà alle successive attività della convenzione. |
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Ogni Stato beneficiario del supporto tecnico in tutti i casi riceverà una relazione contenente raccomandazioni sulle iniziative successive che potrebbe prendere per attuare gli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi all’assistenza alle vittime. |
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Gli Stati beneficiari del supporto tecnico elaboreranno, in cinque casi, un documento orientativo e un elenco di partecipanti per seminari nazionali da tenersi nell’ambito della valutazione intermedia. |
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Gli Stati beneficiari oggetto di valutazioni intermedie riceveranno un documento finale dettagliato che fisserà le sfide ancora aperte, gli obiettivi e le raccomandazioni per ulteriori azioni. |
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Gli Stati beneficiari del supporto di follow-up saranno meglio in grado di esprimere la loro intenzione di rispettare gli impegni del piano d’azione di Cartagena e le loro esigenze in materia di supporto (per esempio, per la revisione dei piani nazionali, l’elaborazione di una o più proposte di progetti ecc.). |
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Saranno individuati i modi per sfruttare potenziali sinergie/efficienze in relazione all’attuazione di strumenti internazionali (per esempio, CCM, protocollo V della CCW e CRPD) che trattano lo stesso argomento e gli Stati interessati. |
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Sensibilizzeranno maggiormente allo sforzo globale volto ad affrontare le esigenze e garantire i diritti dei sopravvissuti tramite la vasta partecipazione a una conferenza ad alto livello. |
2.1.4.
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Gli Stati parti della convenzione che hanno notificato la loro assunzione di responsabilità per un numero considerevole di sopravvissuti alle mine terrestri. |
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Donne, uomini, ragazze e ragazzi che sono rimasti vittime di mine terrestri e altri residuati bellici esplosivi nonché le loro famiglie e comunità. |
2.2. Sminamento
2.2.1.
Gli Stati parti della convenzione sono sostenuti nell’attuare gli aspetti del piano d’azione di Cartagena relativi allo sminamento in modo che gli stessi Stati siano meglio in grado di completare le operazioni di sminamento nel minor tempo possibile, consentendo a persone, comunità e nazioni di beneficiare delle terre un tempo considerate pericolose, oramai restituite alla normale attività umana.
2.2.2.
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In un massimo di cinque casi saranno effettuate valutazioni nazionali intermedie globali. Tali valutazioni coinvolgeranno l’USA, in collaborazione con attori principali come l’ICBL e con il sostegno del GICHD, che assiste gli Stati beneficiari nell’elaborazione di un documento di riferimento dettagliato per un seminario nazionale, nell’organizzazione di un seminario nazionale e nella redazione di un documento finale dettagliato che costituirà la «valutazione» in cui saranno delineate le sfide ancora aperte, fissati obiettivi e formulate raccomandazioni. |
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In un massimo di tre casi saranno intraprese in risposta alle raccomandazioni contenute nelle valutazioni intermedie azioni di follow-up. Tali azioni di follow-up coinvolgeranno la fornitura di ulteriore supporto tecnico da parte dell’USA (per esempio, per le revisioni dei piani nazionali, l’elaborazione di una o più proposte di progetti ecc.) o l’organizzazione di visite di scambio sud-sud affinché gli Stati beneficiari traggano un vantaggio reciproco dagli insegnamenti appresi e migliorino l’attuazione futura. |
2.2.3.
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Gli Stati beneficiari oggetto di valutazioni intermedie riceveranno un documento finale dettagliato che fisserà le sfide ancora aperte, gli obiettivi e le raccomandazioni per ulteriori azioni. |
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Gli Stati beneficiari del supporto di follow-up saranno meglio in grado di esprimere la loro intenzione di rispettare gli impegni del piano d’azione di Cartagena e le loro esigenze in materia di supporto (per esempio, per la revisione dei piani nazionali, l’elaborazione di una o più proposte di progetti ecc.) e avranno una comprensione approfondita di particolari aspetti dell’attuazione dello sminamento. |
2.2.4.
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Gli Stati parti della convenzione diversi dagli Stati membri che stanno attuando i loro obblighi in materia di sminamento ai sensi della convenzione. |
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Donne, uomini, ragazze e ragazzi le cui vite sono state segnate dalla presenza o sospetta presenza di mine antipersona nonché le loro famiglie e comunità. |
2.3. Universalizzazione della convenzione
2.3.1.
Gli ostacoli che si frappongono all’adesione alla convenzione sono affrontati in modo da compiere progressi verso l’universalizzazione della convenzione da parte degli Stati che non fanno parte della convenzione.
2.3.2.
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L’USA sosterrà una task force ad alto livello sull’universalizzazione della convenzione, dando fra l’altro sostegno a personalità di alto livello che possano coinvolgere leader di un massimo di sei Stati che non fanno parte della convenzione. I membri della task force parteciperanno a un massimo di due altri eventi per attirare l’attenzione sugli sforzi messi in atto per rendere universale la convenzione e attuarla. |
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L’USA presenterà uno studio sulla sicurezza delle frontiere senza le mine antipersona, in cooperazione con coloro che hanno competenze in questo settore e basandosi sui lavori effettuati dal CICR alla metà degli anni Novanta. Una relazione sullo studio sarà resa accessibile in vari modi, comprese traduzione, presentazione di sintesi, presentazione di materiali in formati accessibili ecc. |
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L’USA organizzerà, in un massimo di tre casi, seminari in materia di universalizzazione, in collaborazione con attori principali quali l’ICBL e il coordinatore del gruppo di contatto informale sull’universalizzazione della convenzione. Questi seminari si svolgeranno a livello nazionale, subregionale o regionale per promuovere la convenzione e le sue norme tra gli Stati e per aiutare gli Stati che non sono parti della convenzione ad affrontare gli ostacoli reali o percepiti verso l’adesione, in particolare utilizzando la relazione sullo studio sulla sicurezza delle frontiere senza le mine antipersona. |
2.3.3.
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Fino a sei Stati che non fanno parte della convenzione si impegneranno a livello ministeriale o più elevato in relazione all’adesione alla convenzione. |
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Si otterranno conoscenze aggiornate sulle politiche in materia di mine antipersona condotte dagli Stati che non fanno parte della convenzione. Tali informazioni saranno utilizzate nella preparazione di documenti sostanziali per la terza conferenza di revisione, anche tramite una relazione globale sui progressi compiuti riguardo al perseguimento degli obiettivi di rendere universale la convenzione nonché al margine per ulteriori progressi. |
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Si imprimerà un nuovo slancio all’interesse degli Stati parti della convenzione e delle organizzazioni non governative sulla base delle azioni di follow-up derivanti dalle visite della task force ad alto livello. |
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Maggiori conoscenze saranno raccolte ed elaborate in una pubblicazione che affronta gli ostacoli più frequentemente percepiti verso l’adesione alla convenzione e che può essere utilizzata per sostenere gli sforzi di universalizzazione. |
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Gli Stati che non fanno parte della convenzione che si sono impegnati compiranno progressi verso l’adesione alla convenzione e/o verso un’applicazione delle sue norme. |
2.3.4.
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Gli Stati diversi dagli Stati membri che non hanno ancora ratificato, approvato, accettato o aderito alla convenzione. |
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Gli Stati parti della convenzione e le organizzazioni non governative e internazionali coinvolti negli sforzi volti a promuovere l’universalizzazione della convenzione. |
2.4. Dimostrare l’impegno dell’Unione
2.4.1.
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Si dimostrano l’impegno continuo dell’Unione e dei suoi Stati membri a favore della convenzione e la loro determinazione a cooperare ed estendere l’assistenza agli Stati che necessitano di sostegno per rispettare i loro impegni ai sensi della convenzione, ed è rafforzato il ruolo di guida dell’Unione nel perseguire il proposito della convenzione di porre fine in modo definitivo alle sofferenze e alle perdite di vite umane provocate dalle mine antipersona. |
2.4.2.
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Sarà realizzato un evento di lancio per promuovere la presente decisione e sarà organizzato un evento di chiusura per pubblicizzare le attività previste dalla presente decisione e i loro risultati, sottolineando il contributo dell’Unione. |
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Tenuto conto dell’importanza di divulgare gli impegni assunti dagli Stati parti della convenzione nella conferenza di Cartagena e dei modi e mezzi per attuarli, nonché della necessità che tali sforzi prendano in considerazione una varietà di interlocutori (per esempio, pubblico di diverse lingue, disabili), il sito web della convenzione sarà oggetto di revisione per garantire livelli elevati di accessibilità e l’attuale pubblicazione dell’USA che documenta gli impegni in materia di assistenza alle vittime assunti dagli Stati parti della convenzione è tradotta e pubblicata nel sito web della convenzione per ampliare la disponibilità di tali impegni in diverse lingue. |
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Sarà organizzata una visita della stampa in un paese interessato dalle mine prima della terza conferenza di revisione della convenzione nel 2014. |
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Sarà acquisito materiale di comunicazione (per esempio, manifesti, annunci, filmati, materiale pubblicitario ecc.) per sfruttare tutte le opportunità di comunicazione. |
2.4.3.
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I funzionari dell’Unione e dei suoi Stati membri saranno sensibilizzati alla presente decisione e a come possa rapportarsi al loro lavoro. |
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Si diffonderà maggiore consapevolezza in materia di assistenza alle vittime negli Stati parti della convenzione, in particolare nei paesi di lingua francese interessati dalle mine. |
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Le informazioni relative alla convenzione saranno rese più accessibili. |
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Si darà maggiore pubblicità agli impegni dell’Unione nei confronti della convenzione e si creerà e si manterrà sensibilizzazione e apprezzamento per la presente decisione, come dimostrato dai resoconti della stampa in cui si riconosce l’impegno dell’Unione e dalle opinioni favorevoli espresse al riguardo dagli Stati parti in materia di assistenza alle vittime nelle loro riunioni. |
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Si accentuerà la sensibilizzazione ai continui sforzi volti a promuovere l’universalizzazione della convenzione. |
2.4.4.
Gli Stati parti in materia di assistenza alle vittime e le organizzazioni non governative e internazionali, i loro rappresentanti e altre persone interessate o impegnate nello sforzo di attuare la convenzione.