1.7.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 191/1


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 28 giugno 2011

sulle politiche di riduzione dell'abbandono scolastico

(Testo rilevante ai fini del SEE)

2011/C 191/01

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 165 e 166,

vista la proposta della Commissione europea,

considerando quanto segue:

(1)

Il termine abbandono scolastico è utilizzato in relazione a coloro che interrompono un ciclo di istruzione e formazione che possiedono soltanto un diploma d'istruzione secondaria inferiore o più basso e che non continuano gli studi né intraprendono alcun tipo di formazione.

(2)

La riduzione dell'abbandono scolastico è essenziale per realizzare alcuni dei grandi obiettivi fissati dalla strategia Europa 2020. La riduzione dell'abbandono scolastico contribuisce sia alla «crescita intelligente», migliorando i livelli di istruzione e formazione, sia alla «crescita inclusiva», agendo su uno dei principali fattori del rischio di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale. Per questo la strategia Europa 2020 si è posta, tra i suoi obiettivi, quello di ridurre il tasso di abbandono scolastico, portandolo dal 14,4 % del 2009 a meno del 10 % entro il 2020. Gli Stati membri si sono impegnati a fissare obiettivi nazionali, tenendo conto delle rispettive posizioni di partenza e della situazione nazionale.

(3)

Gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, contenuti nella decisione 2010/707/UE del Consiglio (1), per l'attuazione della strategia Europa 2020 invitano gli Stati membri a adottare tutte le misure necessarie per contrastare l'abbandono scolastico.

(4)

L'iniziativa «Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale» stabilisce un quadro d'azione inteso a promuovere la coesione sociale e territoriale, mirando in particolare a spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale e a rafforzare le azioni preventive. Essa si inscrive nell'obiettivo della strategia Europa 2020 di ridurre nel prossimo decennio di almeno 20 milioni il numero delle persone in condizioni di povertà ed esclusione sociale.

(5)

«Youth on the Move», un'iniziativa faro della strategia Europa 2020, si propone di «aumentare l'efficienza e l'attrattiva internazionale degli istituti europei di insegnamento superiore e migliorare la qualità generale di tutti i livelli dell'istruzione e della formazione nell'UE, combinando eccellenza e equità, mediante la promozione della mobilità di studenti e tirocinanti, e migliorare la situazione occupazionale dei giovani».

(6)

Nelle conclusioni del 5 e 6 maggio 2003 in merito ai livelli di riferimento del rendimento medio europeo nel settore dell'istruzione e della formazione (parametri di riferimento) il Consiglio indicava che entro il 2010 il tasso medio di abbandono scolastico, definito come percentuale della popolazione in età compresa tra 18 e 24 anni in possesso soltanto di un diploma d'istruzione secondaria inferiore o più basso e che non continuano gli studi né intraprendono alcun tipo di formazione, avrebbe dovuto essere inferiore al 10 %. L'obiettivo non è stato raggiunto. Attualmente, un giovane su sette abbandona la scuola o la formazione prima di aver completato il secondo ciclo di istruzione secondaria.

(7)

La risoluzione del Consiglio, del 15 novembre 2007, sulle nuove competenze per nuovi lavori (2), ha affermato la necessità di innalzare il livello globale di competenza, dando la priorità all'istruzione e alla formazione delle persone a rischio di esclusione economica e sociale, compresi i giovani che abbandonano prematuramente la scuola. Ha inoltre sottolineato la necessità di offrire alle persone in cerca di lavoro un orientamento professionale e un piano di formazione personalizzato e di sviluppare la convalida dei risultati di apprendimento acquisiti attraverso l'apprendimento formale, non formale e informale.

(8)

Nelle conclusioni del 22 maggio 2008 sull'istruzione destinata agli adulti il Consiglio riconosce il ruolo che l'istruzione destinata agli adulti può svolgere nella lotta contro l'abbandono scolastico, offrendo una seconda possibilità a coloro che raggiungono l'età adulta privi di una qualifica, concentrandosi sull'acquisizione di competenze di base e competenze in materia di tecnologie dell'informazione e di lingue straniere.

(9)

Nelle conclusioni del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione («ET 2020») il Consiglio ha convenuto che, entro il 2020, la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente l'istruzione e la formazione dovrebbe essere inferiore al 10 %.

(10)

Nelle conclusioni del 26 novembre 2009 sull'istruzione dei bambini provenienti da un contesto migratorio il Consiglio ha osservato che, sebbene molti di loro riescano a completare gli studi, i figli di immigrati sono generalmente i più soggetti all'abbandono scolastico. Il tasso medio di abbandono nell'Unione è per gli immigrati il doppio di quello degli studenti nativi. I dati disponibili indicano che l'abbandono scolastico è ancora più elevato tra la popolazione Rom.

(11)

Nelle conclusioni del maggio 2010 sulla dimensione sociale dell'istruzione e della formazione il Consiglio rileva che, per essere efficace, la prevenzione dell'abbandono scolastico presuppone lo sviluppo della conoscenza dei gruppi a rischio di dispersione scolastica a livello locale, regionale e nazionale e strumenti per l'individuazione precoce dei soggetti a rischio e conclude che dovrebbero essere attuate strategie globali intersettoriali che prevedano una gamma di misure concernenti la scuola nel suo insieme e sistemiche, incentrate sui diversi fattori che portano all'abbandono scolastico.

(12)

Le cause dell'abbandono scolastico variano notevolmente da un paese all'altro e anche all'interno delle regioni. Le politiche dirette a ridurre l'abbandono scolastico devono essere adattate alla situazione specifica a livello locale, regionale o nazionale; non esiste un'unica soluzione per tutti gli Stati membri.

(13)

Anche se esistono differenze tra paesi e regioni, è certo che in tutti gli Stati membri il fenomeno interessa principalmente i gruppi svantaggiati e vulnerabili. Inoltre, i giovani con esigenze educative speciali sono sovrarappresentati tra quanti abbandonano anzitempo l'istruzione o la formazione. L'abbandono scolastico è la conseguenza di una condizione di svantaggio sociale e perpetua il rischio di esclusione sociale.

(14)

Nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, un quadro europeo entro cui affrontare in modo globale il problema dell'abbandono scolastico può aiutare gli Stati membri a rivedere le politiche esistenti, a definire i loro programmi nazionali di riforma nell'ambito della strategia Europa 2020 e ad attuare strategie con un impatto elevato e un buon rapporto costi-benefici. Questo quadro può inoltre costituire la base per una collaborazione mediante il metodo di coordinamento aperto e un riferimento per l'uso degli strumenti di finanziamento dell'Unione.

(15)

Perché le riforme della scuola abbiano effetto ci vuole tempo. Per ridurre nel prossimo decennio i tassi di abbandono scolastico e raggiungere l'obiettivo di Europa 2020, è necessario mettere in atto al più presto strategie intersettoriali di ampia portata,

RACCOMANDA AGLI STATI MEMBRI:

di far uso del quadro delineato nell'allegato della presente raccomandazione, in funzione della situazione nazionale, per:

1)

individuare i principali fattori che portano all'abbandono scolastico e monitorare le caratteristiche del fenomeno a livello nazionale, regionale e locale, e così porre le basi per l'adozione di misure mirate ed efficaci, fondate su dati di fatto;

2)

assicurare che entro il 2012 siano in essere strategie globali riguardo all'abbandono scolastico e che esse siano attuate in linea con le priorità nazionali e gli obiettivi di Europa 2020. Porre in essere strategie globali che includano misure di prevenzione, misure di intervento e misure di compensazione, queste ultime volte a riavvicinare allo studio coloro che hanno abbandonato l'istruzione;

3)

includere in dette strategie misure dirette in modo specifico alle categorie di soggetti che negli Stati membri sono maggiormente esposti al rischio di abbandono scolastico, come i giovani in condizioni socioeconomiche svantaggiate, gli immigrati e i Rom, o con bisogni educativi speciali;

4)

indirizzare coerentemente dette strategie sia all'istruzione generale che all'istruzione e alla formazione professionale, tenendo conto dei rispettivi problemi specifici;

5)

integrare misure destinate a ridurre il tasso di abbandono nelle politiche rivolte all'infanzia e ai giovani e coordinare le attività dei diversi settori;

6)

nel riconoscere il ruolo chiave svolto dagli insegnanti, dai dirigenti scolastici e da altro personale del settore dell'istruzione, far sì che a dette misure e attività siano associati tutti i soggetti interessati per aiutare le persone a rischio di abbandono o che hanno già lasciato la scuola,

INVITA LA COMMISSIONE:

1)

nell'ambito di ET 2020, a contribuire agli sforzi degli Stati membri monitorando l'evolversi della situazione ai diversi livelli dell'istruzione negli Stati membri al fine di individuarne le tendenze;

2)

ad appoggiare le strategie degli Stati membri attraverso lo scambio di esperienze e di buone pratiche e favorire un'efficace informazione reciproca, attività di networking e di sperimentazione con approcci innovativi tra gli Stati membri sulle misure volte a ridurre l'abbandono scolastico e a migliorare i risultati scolastici degli alunni appartenenti a categorie a rischio di abbandono scolastico;

3)

ad includere misure dirette a ridurre il tasso di abbandono scolastico in tutte le iniziative dell'Unione per l'infanzia e la gioventù;

4)

ad avviare studi comparativi e ricerche che contribuiscano allo sviluppo di politiche efficaci contro l'abbandono scolastico, e ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri in questo settore;

5)

ad adoperarsi affinché i programmi dell'Unione in materia di apprendimento permanente, gioventù e ricerca, nonché i fondi strutturali europei con la collaborazione degli Stati membri e fatti salvi i negoziati sul futuro quadro finanziario, contribuiscano all'attuazione delle strategie degli Stati membri riguardanti l'abbandono scolastico;

6)

a riferire periodicamente sui progressi compiuti verso l'obiettivo fissato dalla strategia Europa 2020 e sull'attuazione delle pertinenti strategie degli Stati membri relative all'abbandono scolastico mediante l'analisi annuale della crescita e nell'ambito degli accordi in materia di comunicazione previsti da ET 2020.

Fatto a Lussemburgo, addì 28 giugno 2011.

Per il Consiglio

Il presidente

FAZEKAS S.


(1)  GU L 308 del 24.11.2010, pag. 46.

(2)  GU C 290 del 4.12.2007, pag. 1.


ALLEGATO

UN QUADRO PER POLITICHE GLOBALI DI RIDUZIONE DELL'ABBANDONO SCOLASTICO

Le strategie relative all'abbandono scolastico dovrebbero essere basate su un'analisi delle cause del fenomeno condotta ai livelli nazionale, regionale e locale, dato che i tassi medi nascondono spesso grandi differenze tra regioni o paesi. I giovani che abbandonano la scuola costituiscono un gruppo eterogeneo e le ragioni individuali dell'abbandono variano sensibilmente. La famiglia di provenienza e le condizioni socioeconomiche generali, come pure l'attrazione esercitata dal mercato del lavoro, sono fattori importanti. Il loro effetto è condizionato dalla struttura del sistema di istruzione e formazione, dalle opportunità formative e dall'ambiente formativo. Il coordinamento delle politiche relative al benessere dell'infanzia e dei giovani, alla sicurezza sociale, all'occupazione giovanile e alle prospettive professionali ha un ruolo importante nella riduzione dell'abbandono scolastico.

1.   Individuazione dei principali fattori e monitoraggio

L'abbandono scolastico ha cause complesse e varie, ma è spesso collegato a una condizione di svantaggio socioeconomico, alla provenienza da ambienti con basso livello di istruzione, al rigetto della scuola o ai cattivi risultati ottenuti, a fattori di attrazione del mercato del lavoro e/o a una combinazione di problemi sociali, psicologici ed educativi che pongono la persona in una situazione di rischio di abbandono.

Occorre tener conto del tipo di scuola che gli studenti frequentano. In alcuni Stati membri gli studenti che incontrano difficoltà nell'istruzione generale spesso vengono indirizzati verso l'istruzione e la formazione professionale. In tali casi, gli istituti di insegnamento professionale hanno responsabilità e compiti specifici per quanto riguarda la riduzione dell'abbandono scolastico. Politiche basate su dati di fatto devono prestare un'attenzione particolare ai risultati ottenuti, secondo i vari settori, dai sistemi di istruzione o formazione.

Politiche basate su dati di fatto devono prestare un'attenzione particolare ai risultati ottenuti, secondo i vari settori, dai sistemi di istruzione o formazione. Per mettere in atto politiche realistiche ed efficaci in rapporto ai costi è necessario disporre di dati aggiornati sul fenomeno (tassi di abbandono, passaggi tra livelli di istruzione, tassi di iscrizione e di completamento nell'istruzione secondaria superiore, assenteismo, elusione dell'obbligo scolastico) che permettano un'analisi a livello locale, regionale e nazionale:

la raccolta di informazioni dovrebbe permettere di analizzare le principali ragioni dell'abbandono scolastico per i vari gruppi di studenti, scuole, tipi di istituti di istruzione o di formazione, comuni o regioni,

per definire con più precisione gli interventi da adottare può essere utile incrociare i dati sugli abbandoni e i dati contestuali, in particolare di tipo socioeconomico, come pure raccogliere e analizzare informazioni sulle ragioni che spingono i giovani ad abbandonare la scuola e sulle loro prospettive professionali,

valutare l'efficacia e l'efficienza delle misure già adottate per ridurre l'abbandono scolastico è importante per migliorare le strategie e i programmi destinati ad accrescere le chance di successo scolastico.

2.   Quadro d'azione

Strategie globali relative all'abbandono scolastico richiedono una pluralità di interventi coordinati in diversi settori e l'integrazione di misure per la riduzione dell'abbandono scolastico in tutte le politiche per l'infanzia e per i giovani. Oltre alle politiche in materia di istruzione che promuovono sistemi scolastici di qualità, ciò include le politiche sociali, i servizi di sostegno, le politiche del lavoro, della gioventù, della famiglia e dell'integrazione. Sono importanti anche il coordinamento orizzontale tra i vari attori e il coordinamento tra i diversi livelli di gestione. Le strategie relative all'abbandono dovrebbero includere gli aspetti della prevenzione, dell'intervento e della compensazione. Gli Stati membri dovrebbero definire i dettagli delle loro strategie in funzione delle proprie situazioni e dei propri contesti.

2.1.

Le POLITICHE DI PREVENZIONE sono volte a ridurre il rischio di abbandono scolastico prima che i problemi sorgano. Sono misure intese a ottimizzare l'offerta di istruzione e formazione per migliorare le prospettive di successo scolastico ed eliminare gli ostacoli che vi si frappongono.

Hanno come obiettivo quello di porre solide basi che permettano agli scolari di sviluppare il loro potenziale e di integrarsi nella scuola. Le politiche di prevenzione potrebbero comprendere vari fattori:

1)

poter fruire di un'istruzione e di un'assistenza di alta qualità fin dalla prima infanzia è fondamentale per tutti e soprattutto per gli scolari che provengono da ambienti svantaggiati, compresi i migranti e i Rom. Favorisce il benessere fisico, lo sviluppo sociale e psichico, l'acquisizione di competenze cognitive linguistiche e di base. L'offerta educativa deve essere di alta qualità, di costo ragionevole, assicurata da personale adeguato e accessibile alle famiglie provenienti da ambienti svantaggiati;

le politiche di prevenzione prendono in considerazione l'organizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, le risorse che vi sono destinate, la disponibilità, la permeabilità e la flessibilità dei percorsi formativi, il divario tra maschi e femmine, il sostegno agli alunni provenienti da ambienti svantaggiati o di madrelingua diversa;

2)

accrescere l'offerta formativa, garantendo opportunità di istruzione e formazione oltre l'età dell'obbligo scolastico, può influenzare il comportamento dei giovani e delle loro famiglie e migliorare i tassi di completamento del secondo ciclo dell'istruzione secondaria;

3)

promuovere politiche attive di lotta contro la segregazione e forme di sostegno supplementare alle scuole delle zone svantaggiate o con un gran numero di alunni provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati aiutano queste scuole a diversificare la loro composizione sociale e migliorare la loro offerta formativa. Ciò migliora il successo scolastico di questi alunni e a ridurre il rischio di abbandono scolastico;

4)

insistere sul valore della diversità linguistica e aiutare i bambini di madrelingua diversa a migliorare la loro conoscenza della lingua di insegnamento e, ove opportuno, della madrelingua e gli insegnanti a insegnare ad alunni con livelli di competenza linguistica diversi sono misure che possono far migliorare il rendimento scolastico dei bambini provenienti da famiglie di immigrati e ridurre il rischio di abbandono;

5)

favorendo la partecipazione dei genitori, rafforzando la loro cooperazione con la scuola e creando forme di partenariato tra la scuola e i genitori, è possibile accrescere la motivazione degli alunni ad apprendere;

6)

accrescere la flessibilità e la permeabilità dei percorsi formativi (ad esempio modularizzando i corsi o alternando scuola e lavoro) è particolarmente utile per gli studenti con scarso rendimento scolastico e può indurli a proseguire uno studio o una formazione che meglio si adatta alle loro esigenze e alle loro capacità. Consente inoltre di affrontare cause di abbandono specifiche di ciascun sesso, come l'ingresso precoce nel mercato del lavoro o le gravidanze delle adolescenti. Inoltre, le misure che limitano le ripetenze sostituendole con un sostegno individuale flessibile sono correlate a un minore abbandono scolastico;

7)

il rafforzamento dei percorsi di formazione professionale di qualità, della loro attrattiva e della loro flessibilità offre agli studenti a rischio alternative credibili all'abbandono. Un'istruzione e una formazione professionali ben integrate nel sistema generale di istruzione e formazione offrono percorsi alternativi di accesso all'istruzione secondaria superiore e all'istruzione terziaria;

8)

il rafforzamento del nesso tra i sistemi di istruzione e formazione e il settore lavorativo, al fine di porre in evidenza i benefici derivanti dal completamento dell'istruzione in termini di possibilità di lavoro future. Ciò potrebbe realizzarsi attraverso tirocini o un maggiore coinvolgimento dei datori di lavoro negli istituti d'istruzione.

2.2.

Le POLITICHE DI INTERVENTO mirano a contrastare l'abbandono scolastico migliorando la qualità dell'istruzione e della formazione nelle istituzioni educative, reagendo ai segni premonitori e fornendo un sostegno mirato agli studenti o ai gruppi di studenti a rischio di abbandono scolastico. Interessano tutti i livelli dell'istruzione, dalla scuola della prima infanzia al secondo ciclo dell'istruzione secondaria.

Al livello della scuola o dell'istituzione di formazione, le strategie contro l'abbandono scolastico si inseriscono in una politica globale di sviluppo scolastico. Esse mirano a creare un ambiente di apprendimento positivo, a rafforzare la qualità e l'innovazione pedagogiche, a migliorare la capacità degli insegnanti di far fronte alla diversità sociale e culturale e a sviluppare metodi di lotta contro le violenze e il bullismo. Le politiche d'intervento potrebbero comprendere varie iniziative:

1)

trasformare le scuole in comunità di apprendimento fondate su una visione dello sviluppo scolastico condivisa da tutte le parti in causa, utilizzare l'esperienza e la conoscenza di tutti e offrire un ambiente aperto, stimolante e gradevole che incoraggi i giovani a proseguire lo studio o la formazione;

2)

predisporre sistemi di allarme che permettano di individuare precocemente gli studenti a rischio può permettere di adottare misure efficaci prima che i problemi insorgano, gli studenti comincino a sentirsi a disagio, a marinare la scuola o ad abbandonarla anzitempo;

3)

stabilire una rete di rapporti con i genitori e altri soggetti esterni alla scuola, come comunità locali, organizzazioni che rappresentano immigrati o minoranze, associazioni sportive e culturali o organizzazioni di datori di lavoro e della società civile, permette di trovare soluzioni globali per aiutare gli studenti a rischio e facilitare l'accesso all'aiuto esterno, ad esempio di psicologi, assistenti sociali e operatori giovanili, servizi culturali e locali. A questo scopo può essere utile l'azione di mediatori appartenenti alla comunità locale, in grado di facilitare la comunicazione e ridurre la diffidenza;

4)

fornire agli insegnanti strumenti che li aiutino nel loro lavoro con gli studenti a rischio è indispensabile perché le misure prese nelle scuole abbiano efficacia. La formazione iniziale e lo sviluppo professionale continuo possono consentire a insegnanti e dirigenti scolastici di far fronte alla diversità di provenienza degli alunni, di aiutare alunni provenienti da ambienti svantaggiati sotto il profilo socioeconomico e di risolvere situazioni difficili;

5)

attività extracurricolari, artistiche, culturali e sportive possono rafforzare l'autostima degli alunni a rischio e accrescere la loro capacità di superare le difficoltà incontrate a scuola;

le politiche d'intervento a livello individuale sono dirette a fornire agli studenti a rischio di abbandono scolastico una serie di meccanismi di sostegno che possono essere adattati alle loro esigenze. Hanno come obiettivi specifici lo sviluppo personale, per rafforzare la loro capacità di reazione, e la risoluzione di difficoltà concrete, che possono essere di natura sociale, cognitiva o psicologica:

1)

il mentoraggio aiuta gli alunni a superare specifiche difficoltà scolastiche, sociali o personali. Individualmente (mentoraggio) o in piccoli gruppi (tutoraggio), gli alunni ricevono un aiuto personalizzato, spesso fornito da educatori, da membri della comunità o dai loro coetanei;

2)

calibrare l'insegnamento ai bisogni degli alunni, rafforzare i metodi di apprendimento individualizzati e offrire un sostegno permettono agli alunni a rischio di adattarsi alle esigenze dell'istruzione formale e di superare le barriere create dal sistema di istruzione e di formazione e possono così contribuire a limitare le ripetenze;

3)

il rafforzamento delle attività di orientamento e di consulenza facilita le scelte professionali degli studenti, le transizioni all'interno del sistema scolastico o tra il mondo della scuola e quello del lavoro, riduce il rischio di decisioni errate dovute a false aspettative o ad informazioni insufficienti, aiuta i giovani a compiere scelte che corrispondono alle loro ambizioni, ai loro interessi personali e ai loro talenti;

4)

garantire che i giovani la cui situazione economica può determinare il loro abbandono scolastico abbiano accesso a un adeguato sostegno finanziario. Ove opportuno, tale sostegno potrebbe essere soggetto a condizioni o collegato alle prestazioni sociali.

2.3.

Le POLITICHE DI COMPENSAZIONE sono destinate ad aiutare quanti abbandonano anzitempo la scuola a riavvicinarsi allo studio, offrendo loro la possibilità di tornare a frequentare corsi di istruzione e formazione e di acquisire le qualifiche che non hanno potuto ottenere. Le politiche di compensazione potrebbero comprendere vari elementi:

1)

i programmi d'istruzione della «seconda opportunità», che offrono condizioni di apprendimento che rispondono alle esigenze specifiche delle persone che hanno abbandonato la scuola, riconoscono la formazione che essi hanno acquisito in passato e li aiutano a migliorare le loro condizioni di vita. Tali programmo sono diversi dalle scuole dal punto di vista organizzativo e pedagogico e spesso sono caratterizzati da piccoli gruppi di studenti, da un insegnamento personalizzato, consono all'età e innovativo e da percorsi formativi flessibili. Nella misura del possibile, questi devono essere facilmente accessibili e gratuiti;

2)

varie vie di reinserimento nel sistema generale di istruzione e formazione, la cui offerta è importante. Corsi di recupero che danno particolare risalto alle attività di orientamento possono aiutare a colmare le lacune createsi in conseguenza dell'interruzione degli studi e facilitare il reinserimento nel sistema scolastico;

3)

il riconoscimento e la convalida della formazione precedente, comprese le competenze acquisite attraverso l'apprendimento non formale o informale, che rafforzano la fiducia e l'autostima dei giovani e ne facilitano il reinserimento nel sistema dell'istruzione. Questo può motivare gli studenti a proseguire gli studi e la formazione e aiutarli a individuare i loro talenti e a fare scelte migliori per la loro carriera professionale;

4)

il sostegno individuale specifico che integra l'aiuto sociale, finanziario, educativo e psicologico per i giovani in difficoltà. Questo sostegno è particolarmente importante per i giovani in situazioni di grave disagio sociale o psicologico che impediscono loro di proseguire gli studi o la formazione.