27.9.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

L 249/12


DECISIONE 2011/635/PESC DEL CONSIGLIO

del 26 settembre 2011

che modifica la decisione 2010/231/PESC del Consiglio concernente misure restrittive nei confronti della Somalia

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 29,

considerando quanto segue:

(1)

Il 10 dicembre 2002 il Consiglio ha adottato la posizione comune 2002/960/PESC relativa a misure restrittive nei confronti della Somalia (1), in seguito alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) 733 (1992), 1356 (2001) e 1425 (2002).

(2)

Il 16 febbraio 2009 il Consiglio ha adottato la posizione comune 2009/138/PESC, concernente misure restrittive nei confronti della Somalia e che abroga la posizione comune 2002/960/PESC (2), che attua l’UNSCR 1844 (2008). Il 1o marzo 2010 il Consiglio ha adottato la decisione 2010/126/PESC che modifica la posizione comune 2009/138/PESC (3) e attua l’UNSCR 1907 (2009).

(3)

Il 26 aprile 2010 il Consiglio ha adottato la decisione 2010/231/PESC, concernente misure restrittive nei confronti della Somalia e che abroga la posizione comune 2009/138/PESC (4), in seguito all’adozione dell’UNSCR 1916 (2010) e all’adozione dell’elenco delle persone ed entità soggette a misure restrittive da parte del comitato delle sanzioni istituito a norma dell’UNSCR 751 (1992) relativa alla Somalia («comitato delle sanzioni»).

(4)

Il 28 luglio 2011 il comitato delle sanzioni ha aggiornato l’elenco delle persone e delle entità soggette a misure restrittive.

(5)

Il 29 luglio 2011 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato l’UNSCR 2002 (2011) ampliando i criteri di designazione al fine di includere i capi politici o militari che reclutano o impiegano bambini in conflitti armati in Somalia in violazione del diritto internazionale applicabile, nonché le persone e le entità responsabili di violazioni del diritto internazionale applicabile in Somalia che comprendono atti contro civili, inclusi bambini e donne, in situazioni di conflitto armato, tra cui uccisioni e menomazioni, violenze sessuali e di genere, attacchi a scuole ed ospedali e sequestri e trasferimenti forzati.

(6)

Inoltre, l’UNSCR 2002 (2001) ha chiarito la deroga che consente la messa a disposizione di fondi, altri mezzi finanziari o risorse economiche necessari a garantire la fornitura tempestiva di assistenza umanitaria urgentemente necessaria in Somalia da parte delle Nazioni Unite, delle sue agenzie o programmi specializzati, delle organizzazioni umanitarie aventi lo status di osservatori nell’ambito dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che forniscono assistenza umanitaria, o dei loro partner esecutivi.

(7)

È opportuno modificare di conseguenza la decisione 2010/231/PESC,

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

La decisione 2010/231/PESC è così modificata:

1)

l’articolo 2 è sostituito dal seguente:

«Articolo 2

Le misure restrittive di cui all’articolo 3, all’articolo 5, paragrafo 1, e all’articolo 6, paragrafi 1 e 2, sono applicate alle persone e alle entità designate dal comitato delle sanzioni:

che sono impegnate o sostengono atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della Somalia, compresi atti che minacciano l’accordo di Gibuti del 18 agosto 2008 o il processo politico, o minacciano con la forza le autorità federali transitorie o l’AMISOM;

che hanno violato l’embargo sulle armi e le misure connesse di cui all’articolo 1;

che impediscono la fornitura di aiuti umanitari alla Somalia, oppure l’accesso o la distribuzione di aiuti umanitari in Somalia,

che sono capi politici o militari che reclutano o impiegano bambini in conflitti armati in Somalia in violazione del diritto internazionale applicabile;

che sono responsabili di violazioni del diritto internazionale applicabile in Somalia che comprendono atti contro civili, inclusi bambini e donne, in situazioni di conflitto armato, tra cui uccisioni e menomazioni, violenze sessuali e di genere, attacchi a scuole ed ospedali e sequestri e trasferimenti forzati.

L’elenco delle persone interessate figura in allegato.»;

2)

l’articolo 6, paragrafo 6, è sostituito dal seguente:

«6.   I paragrafi 1 e 2 non si applicano alla messa a disposizione di fondi, altri mezzi finanziari o risorse economiche necessari a garantire la fornitura tempestiva di assistenza umanitaria urgentemente necessaria in Somalia da parte delle Nazioni Unite, delle sue agenzie o programmi specializzati, delle organizzazioni umanitarie aventi lo status di osservatori nell’ambito dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che forniscono assistenza umanitaria, e dei loro partner esecutivi, comprese le ONG finanziate a livello bilaterale o multilaterale che partecipano all’Appello consolidato delle Nazioni Unite per la Somalia.».

Articolo 2

L’allegato della decisione 2010/231/PESC è sostituito dal testo che figura nell’allegato della presente decisione.

Articolo 3

La presente decisione entra in vigore alla data dell’adozione.

Fatto a Bruxelles, il 26 settembre 2011

Per il Consiglio

Il presidente

M. KOROLEC


(1)  GU L 334 dell’11.12.2002, pag. 1.

(2)  GU L 46 del 17.2.2009, pag. 73.

(3)  GU L 51 del 2.3.2010, pag. 18.

(4)  GU L 105 del 27.4.2010, pag. 17.


ALLEGATO

«ALLEGATO

ELENCO DELLE PERSONE E DELLE ENTITÀ DI CUI ALL’ARTICOLO 2

I.   Persone

1.

Yasin Ali Baynah (alias a) Ali, Yasin Baynah, b) Ali, Yassin Mohamed, c) Baynah, Yasin, d) Baynah, Yassin, e) Baynax, Yasiin Cali, f) Beenah, Yasin, g) Beenah, Yassin, h) Beenax, Yasin, i) Beenax, Yassin, j) Benah, Yasin, k) Benah, Yassin, l) Benax, Yassin, m) Beynah, Yasin, n) Binah, Yassin, o) Cali, Yasiin Baynax)

Data di nascita: 24 dicembre 1965. Cittadinanza: somala. Altra cittadinanza: svedese. Ubicazione: Rinkeby, Stoccolma, Svezia; Mogadiscio, Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Yasin Ali Baynah ha fomentato attacchi contro il governo federale di transizione e la missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM). Ha inoltre mobilitato sostegno e raccolto fondi per conto dell’Alleanza per la riliberazione della Somalia e Hisbul Islam, entrambi i quali hanno partecipato direttamente ad atti che hanno minacciato la pace e la sicurezza della Somalia, compresi il rifiuto dell’accordo di Gibuti e gli attacchi al governo federale di transizione e all’AMISOM a Mogadiscio.

2.

Hassan Dahir Aweys (alias a) Ali, Sheikh Hassan Dahir Aweys, b) Awes, Hassan Dahir, c) Awes, Shaykh Hassan Dahir, d) Aweyes, Hassen Dahir, e) Aweys, Ahmed Dahir, f) Aweys, Sheikh, g) Aweys, Sheikh Hassan Dahir, h) Dahir, Aweys Hassan, i) Ibrahim, Mohammed Hassan, j) OAIS, Hassan Tahir, k) Uways, Hassan Tahir, l) «Hassan, Sheikh»)

Data di nascita: 1935. Cittadino somalo. Cittadinanza: somala. Ubicazione: Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Hassan Dahir Aweys è stato e continua ad essere un importante leader politico e ideologico di una serie di gruppi armati di opposizione responsabili di ripetute violazioni dell’embargo generale e totale sulle armi e/o di atti che minacciano l’accordo di pace di Gibuti, il governo federale di transizione e le forze della missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM). Tra giugno 2006 e settembre 2007, AWEYS ha svolto la funzione di presidente del comitato centrale dell’Unione delle corti islamiche; a luglio 2008 si è autodichiarato presidente dell’Alleanza per la riliberazione della Somalia - ala di Asmara e a maggio 2009 è stato nominato presidente di Hisbul Islam, un’alleanza di gruppi che si oppongono al governo federale di transizione. In ciascuna di tali funzioni, le dichiarazioni e le azioni di AWEYS hanno mostrato l’intenzione chiara e determinata di smantellare il governo federale transitorio e di espellere con la forza AMISOM dalla Somalia.

3.

Hassan Abdullah Hersi Al-Turki (alias a) Al-Turki, Hassan, b) Turki, Hassan, c) Turki, Hassan Abdillahi Hersi, d) Turki, Sheikh Hassan, e) Xirsi, Xasan Cabdilaahi, f) Xirsi, Xasan Cabdulle)

Data di nascita: 1944 circa. Luogo di nascita: regione di Ogaden, Etiopia. Cittadinanza: somala. Ubicazione: Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Hassan Abdullah Hersi Al-Turki è un importante leader di un gruppo di milizia armato dalla metà degli anni 1990 ed ha violato in molte occasioni l’embargo sulle armi. Nel 2006 al-Turki ha contribuito con forze armate alla presa di Mogadiscio da parte dell’Unione delle corti islamiche ed è emerso quale capo militare nel gruppo, allineato con al-Shabaab. Dal 2006 al-Turki ha messo il territorio sotto il suo controllo a disposizione delle esercitazioni di vari gruppi di opposizione armata, ivi compreso al-Shabaab. A settembre 2007, al-Turki è apparso in un filmato del telegiornale di al-Jazeera nell’atto di mostrare le esercitazioni della milizia sotto il suo comando.

4.

Ahmed Abdi aw-Mohamed (alias a) Abu Zubeyr, Muktar Abdirahman, b) Abuzubair, Muktar Abdulrahim, c) Aw Mohammed, Ahmed Abdi, d) Aw-Mohamud, Ahmed Abdi, e) «Godane», f) «Godani», g) «Mukhtar, Shaykh», h) «Zubeyr, Abu»)

Data di nascita: 10 luglio 1977. Luogo di nascita: Hargeysa, Somalia. Cittadinanza: somala. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Ahmed Abdi Aw-Mohamed è un importante leader di al-Shabaab ed è stato pubblicamente nominato emiro dell’organizzazione nel dicembre 2007. Esercita responsabilità di comando per le operazioni di al-Shabaab in tutta la Somalia. Aw-Mohamed ha denunciato il processo di pace di Gibuti quale cospirazione straniera e a maggio 2009, in una registrazione sonora inviata ai media somali, ha ammesso che le sue forze erano state impegnate nei recenti combattimenti a Mogadiscio.

5.

Fuad Mohamed Khalaf (alias a) Fuad Mohamed Khalif, b) Fuad Mohamed Qalaf, c) Fuad Mohammed Kalaf, d) Fuad Mohamed Kalaf, e) Fuad Mohammed Khalif, f) Fuad Khalaf, g) Fuad Shongale, h) Fuad Shongole, i) Fuad Shangole, j) Fuad Songale, k) Fouad Shongale, l) Fuad Muhammad Khalaf Shongole)

Cittadinanza: somala. Ubicazione: Mogadiscio, Somalia. Altra ubicazione: Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Fuad Mohamed Khalaf ha fornito sostegno finanziario ad al-Shabaab; a maggio 2008 ha organizzato due raccolte di fondi per al-Shabaab nelle moschee di Kismaayo, in Somalia. Ad aprile 2008, Khalaf e diversi altri individui hanno guidato attacchi con vetture esplosive contro basi etiopi e membri del governo federale di transizione somalo a Mogadiscio, Somalia. A maggio 2008 Khalaf e un gruppo di combattenti hanno attaccato e catturato una stazione di polizia a Mogadiscio, uccidendo e ferendo diversi soldati.

6.

Bashir Mohamed Mahamoud (alias a) Bashir Mohamed Mahmoud, b) Bashir Mahmud Mohammed, c) Bashir Mohamed Mohamud, d) Bashir Mohamed Mohamoud, e) Bashir Yare, f) Bashir Qorgab, g) Gure Gap, h) «Abu Muscab», i) «Qorgab»)

Data di nascita: 1979-1982 circa. Altra data di nascita: 1982. Cittadinanza: somala. Ubicazione: Mogadiscio, Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Bashir Mohamed Mahamoud è un comandante militare di al-Shabaab. Mahamoud è stato anche uno dei circa dieci membri del consiglio della dirigenza di al-Shabaab alla fine del 2008. Mahamoud e un suo complice sono responsabili dell’attacco col mortaio del 10 giugno 2000 contro il governo federale di transizione somalo a Mogadiscio.

7.

Mohamed Sàid (alias a)»Atom», b) Mohamed Sàid Atom, c) Mohamed Siad Atom)

Data di nascita: 1966 circa. Luogo di nascita: Galgala, Somalia. Ubicazione: Galgala, Somalia. Altra ubicazione: Badhan, Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 10.

Mohamed Sàid «Atom» è stato impegnato in atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della Somalia. Atom ha fornito, venduto o trasferito, direttamente o indirettamente, alla Somalia armamenti o materiale connesso o consulenza, formazione o assistenza, compresi finanziamenti e assistenza finanziaria, collegati ad attività militari in violazione dell’embargo sulle armi. Atom è stato individuato come uno dei principali fornitori di armamenti e munizioni per le operazioni di al-Shabaab nella regione del Puntland. È descritto come il leader di una milizia emersa nel 2006 nella regione del Sanaag orientale, nella Somalia settentrionale. La milizia comprende ben 250 combattenti, è stata implicata in casi di rapimento, pirateria e terrorismo e importa autonomamente armi, in violazione del relativo embargo. Atom ha affermato la sua forza quale principale presenza militare nella zona, con base centrale nei pressi di Galgala e base secondaria nei pressi di Badhan. Secondo alcune informazioni, Atom è allineato ad al-Shabaab e potrebbe ricevere istruzioni dal leader di al-Shabaab, Fùaad Mohamed Khalaf.

Inoltre, Atom sarebbe coinvolto nel traffico di armi in Somalia. Informazioni provenienti da diverse fonti indicano che le sue forze ricevono armamenti ed equipaggiamenti dallo Yemen e dall’Eritrea. Secondo una notizia del dicembre 2008, un testimone oculare avrebbe parlato di sei spedizioni di questo tipo avvenute in un periodo di quattro settimane all’inizio del 2008, ciascuna delle quali sufficiente a riempire due cassonati di armi leggere, munizioni e lanciarazzi RPG. Un imprenditore di Bossaso esperto di commercio di armi ritiene che le partite di Atom non entrino nel mercato degli armamenti e ipotizza che siano trattenute e utilizzate dalle sue forze oppure trasferite a destinatari presenti in Somalia meridionale, dove opera al-Shabaab.

Le forze di Atom sono state coinvolte nel rapimento di un operatore umanitario tedesco, nel rapimento di due somali presso Bossaso e nel bombardamento di migranti etiopi a Bossaso il 5 febbraio 2008, che ha provocato 20 morti e oltre 100 feriti. La milizia di Atom potrebbe inoltre aver svolto un ruolo secondario nel rapimento di una coppia tedesca catturata dai pirati nel giugno 2008.

8.

Fares Mohammed Manàa (alias: a) Faris Manàa, b) Fares Mohammed Manaa)

Data di nascita: 8 febbraio 1965. Luogo di nascita: Sadah, Yemen. Numero di passaporto: 00514146; luogo di rilascio: Sanaa, Yemen. Carta d’identità numero: 1417576; luogo di rilascio: Al-Amana, Yemen; data di rilascio: 7 gennaio 1996. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Fares Mohammed Manàa ha fornito, venduto o trasferito, direttamente o indirettamente, in Somalia armamenti o materiale connesso in violazione dell’embargo sulle armi. Manàa è un noto trafficante di armi. Nell’ottobre 2009, nell’ambito di uno sforzo inteso ad arginare il flusso di armi nel paese, dove si dice siano presenti più armi che persone, il governo dello Yemen ha pubblicato una lista nera di commercianti di armi, in cui Manàa è al primo posto. «Che Faris Manàa sia un importante trafficante di armi è risaputo», ha riferito nel giugno 2009 un giornalista USA esperto di questioni yemenite che è autore di una relazione semestrale sul paese e ha contribuito al Jane’s Intelligence Group. In un articolo del dicembre 2007 sullo Yemen Times, si fa riferimento a Manàa come «Sceicco Fares Mohammed Manàa, commerciante di armi». In un articolo del dicembre 2008 sullo Yemen Times, è indicato come «Sceicco Fares Mohammed Manàa, mercante di armi».

A metà del 2008, lo Yemen continua a fungere da centro per la spedizione illegale di armamenti nel Corno d’Africa, in particolare spedizioni di armamenti via mare verso la Somalia. Secondo notizie non confermate, Faris Manàa avrebbe partecipato alle spedizioni verso la Somalia in numerose occasioni. Nel 2004, Manàa è stato coinvolto in contratti per la fornitura di armi dall’Europa orientale riguardanti armi che sarebbero state vendute ai combattenti somali. Nonostante l’embargo sulle armi imposto dall’ONU nei confronti della Somalia dal 1992, si può far risalire l’interesse di Manàa nel traffico di armi in Somalia almeno al 2003. In quell’anno, Manàa ha presentato un’offerta per l’acquisto di migliaia di armi dall’Europa orientale, precisando di volerne vendere alcune in Somalia.

9.

Hassan Mahat Omar (alias: a) Hassaan Hussein Adam, b) Hassane Mahad Omar, c) Xassaan Xuseen Adan, d) Asan Mahad Cumar, e) Abu Salman, f) Abu Salmaan, g) Sheikh Hassaan Hussein).

Data di nascita: 10 aprile 1979. Luogo di nascita: Garissa, Kenya. Cittadinanza: Probabilmente etiope. Numero di passaporto: A 1180173 Kenya, scadenza 20 agosto 2017. Carta d’identità numero 23446085. Ubicazione: Nairobi, Kenya.Data di designazione dell’ONU: 28 luglio 2011.

Hassan Mahat Omar è impegnato in atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della Somalia. È un imam e uno dei leader di Masjid-ul-Axmar, un centro informale affiliato ad al-Shabaab a Nairobi. È inoltre coinvolto nel reclutamento di nuovi membri e nel reperimento di fondi per al-Shabaab, anche online sul sito web alqimmah.NET, affiliato ad al-Shabaab.

Inoltre, ha pronunciato varie fatwa su una chat room online di al-Shabaab, invocando attacchi contro il governo federale di transizione.

10.

Omar Hammami (alias: a) Abu Maansuur Al-Amriki, b) Abu Mansour Al-Amriki, c) Abu Mansuur Al-Amriki, d) Umar Hammami, e) Abu Mansur Al-Amriki).

Data di nascita: 6 maggio 1984. Luogo di nascita: Alabama, Stati Uniti. Cittadinanza: statunitense. Si ritiene abbia anche la cittadinanza siriana.

Numero di passaporto: 403062567 (USA). Numero di previdenza sociale: 423-31-3021 (USA). Ubicazione: Somalia. Altre informazioni: sposato con una donna somala. Ha vissuto in Egitto nel 2005 e si è trasferito in Somalia nel 2009. Data di designazione dell’ONU: 28 luglio 2011.

Omar Hammami è impegnato in atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della Somalia. È un membro di rilievo di al-Shabaab. È coinvolto nel reclutamento, nel finanziamento e nella retribuzione dei combattenti stranieri in Somalia. È descritto come un esperto di esplosivi e di guerra in generale. Dall’ottobre 2007 compare in servizi televisivi e in video propagandistici di al-Shabaab. È stato anche visto in un video di addestramento dei combattenti di al-Shabaab. Inoltre, ha lanciato appelli in video e su siti web per il reclutamento di nuovi combattenti in al-Shabaab.

II.   Entità

AL-SHABAAB (alias a) Al-Shabab, b) Shabaab, c) The Youth, d) Mujahidin Al-Shabaab Movement, e) Mujahideen Youth Movement, f) Mujahidin Youth Movement, g) MYM, h) Harakat Shabab Al-Mujahidin, i) Hizbul Shabaab, j) Hisb’ul Shabaab, k) Al-Shabaab Al-Islamiya, l) Youth Wing, m) Al-Shabaab Al-Islaam, n) Al-Shabaab Al-Jihaad, o) The Unity Of Islamic Youth, p) Harakat Al-Shabaab Al-Mujaahidiin, q) Harakatul Shabaab Al Mujaahidiin, r) Mujaahidiin Youth Movement)

Ubicazione: Somalia. Data di designazione dell’ONU: 12 aprile 2010.

Al-Shabaab è stata impegnata in atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della Somalia, che comprendono ma non si limitano ad atti che minacciano l’accordo di Gibuti del 18 agosto 2008 o il processo politico e atti che minacciano le autorità federali transitorie, la missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM) o altre operazioni internazionali di mantenimento della pace relative alla Somalia.

Al-Shabaab ha inoltre impedito l’inoltro di aiuti umanitari alla Somalia o l’accesso o la distribuzione di aiuti umanitari in Somalia.

Secondo la dichiarazione riguardante la Somalia rilasciata al Consiglio di sicurezza dal presidente del comitato del Consiglio di sicurezza istituito ai sensi della risoluzione 751 (1992) il 29 luglio 2009, sia al-Shabaab sia Hisb'ul Islam hanno rivendicato pubblicamente e ripetutamente la responsabilità degli attacchi in forze al governo federale di transizione e all’AMISOM. Al-Shabaab aveva inoltre rivendicato la responsabilità dell’uccisione di funzionari del governo federale di transizione, e il 19 luglio 2009 aveva fatto irruzione negli uffici locali dell’UNOPS, dell’UNDSS e dell’UNDP, situati nelle regioni di Bay e Bakool, chiudendoli, in violazione del paragrafo c) della risoluzione 1844 (2008). Al-Shabaab ha altresì impedito ripetutamente l’accesso all’assistenza umanitaria in Somalia o la sua distribuzione.

La relazione del segretario generale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito alla situazione in Somalia, del 20 luglio 2009, contiene i seguenti capoversi che riguardano le attività di al-Shabaab in Somalia:

Si ritiene che gruppi di rivoltosi, come al-Shabaab, estorcano denaro a società private e reclutino giovani, compresi bambini soldato, per partecipare alla lotta contro il governo a Mogadiscio. Al-Shabaab ha confermato la presenza di combattenti stranieri tra le sue file e ha dichiarato apertamente che sta collaborando con al-Qaida a Mogadiscio per rovesciare il governo della Somalia. I combattenti stranieri, molti dei quali sarebbero originari del Pakistan e dell’Afghanistan, risultano essere ben addestrati e già collaudati in battaglia. Sono stati visti mentre, incappucciati, sferravano offensive contro le forze governative a Mogadiscio e nelle regioni limitrofe.

Al-Shabaab ha intensificato la sua strategia volta ad esercitare coercizione e intimidazioni nei confronti della popolazione somala, come evidenziano gli omicidi eccellenti attentamente selezionati e gli arresti di capi clan, diversi dei quali sono stati assassinati. Il 19 giugno 2009, Omar Hashi Aden, ministro della sicurezza nazionale, è stato ucciso in un attentato suicida di vasta portata con autobomba, a Beletwyne. Oltre 30 persone sono rimaste uccise nell’attentato, che è stato fortemente condannato dalla comunità internazionale e da un’ampia porzione trasversale della società somala.

Secondo la relazione del gruppo di monitoraggio della Somalia del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (2008/769) del dicembre 2008, al-Shabaab è responsabile di una serie di attentati in Somalia negli ultimi anni, tra i quali:

la presunta uccisione e decapitazione di un autista somalo che lavorava per il Programma alimentare mondiale, nel settembre 2008;

il bombardamento di un mercato nel Puntland, che ha causato la morte di 20 persone e il ferimento di oltre 100, il 6 febbraio 2008;

una campagna di bombardamenti e omicidi mirati nel Somaliland, intesi a intralciare le elezioni parlamentari del 2006;

l’omicidio di diversi operatori umanitari stranieri nel 2003 e nel 2004.

Secondo le notizie ricevute, al-Shabaab ha fatto irruzione in presidi delle Nazioni Unite in Somalia il 20 luglio 2009 e ha emanato un’ordinanza che bandiva tre agenzie delle Nazioni Unite dalle zone della Somalia sotto il controllo di al-Shabaab. Inoltre, le forze del governo federale di transizione somalo hanno combattuto contro gli insorti di al-Shabaab e di Hizbul Islam dall’11-12 luglio 2009, provocando la morte di oltre 60 persone. Negli scontri dell’11 luglio 2009, al-Shabaab ha lanciato quattro colpi di mortaio all’interno di Villa Somalia, provocando la morte di tre soldati della missione dell’Unione africana in Somalia (AMISOM) e ferendone altri otto.

Secondo un articolo pubblicato dalla British Broadcasting Corporation il 22 febbraio 2009, al-Shabaab ha rivendicato la responsabilità di un attentato suicida con autobomba in una base militare dell’Unione africana a Mogadiscio. Secondo l’articolo, l’Unione africana ha confermato la morte di 11 membri della forza di pace dell’Unione africana e il ferimento di altri 15.

Secondo un articolo pubblicato da Reuters il 14 luglio 2009, nel 2009 i militanti di al-Shabaab hanno guadagnato terreno sulle forze somale e dell’Unione africana mediante attacchi di tipo guerrigliero.

Un articolo pubblicato da Voice of America il 10 luglio 2009 riporta che al-Shabaab è stata coinvolta in un attentato alle forze governative somale nel maggio 2009.

Secondo un articolo pubblicato sul sito web del Consiglio per le relazioni estere e datato 27 febbraio 2009, al-Shabaab porta avanti dal 2006 un’insurrezione contro il governo di transizione somalo e i suoi sostenitori etiopi. Al-Shabaab ha ucciso undici soldati del Burundi nell’attacco più sanguinoso contro i membri della forza di pace dell’UA dal suo schieramento, e afferma che al-Shabaab è stata impegnata in violenti combattimenti che hanno causato almeno quindici morti a Mogadiscio.»