Parere della Commissione

del 5 ottobre 2000

relativo al piano per l'eliminazione dei residui radioattivi provenienti dall'impianto di stoccaggio "Centre de la Manche" situato nella Bassa Normandia (Francia) ai sensi dell'articolo 37 del trattato Euratom

(2000/C 297/06)

(Il testo in lingua francese è il solo facente fede)

Il 29 marzo 2000, la Commissione europea ha ricevuto dal governo della Repubblica francese, ai sensi dell'articolo 37 del trattato Euratom, dati generati relativi al progetto per lo smaltimento di residui radioattivi risultanti dal funzionamento dell'impianto di stoccaggio Centre de la Manche.

Sulla base dei dati ottenuti e dei chiarimenti forniti dal governo francese, e dopo aver consultato il gruppo di esperti, la Commissione ha espresso il seguente parere:

a) La distanza tra l'impianto e il territorio più vicino di un altro Stato (nella fattispecie le Isole del Canale) è compreso tra i 20 e i 50 km; gli Stati membri più vicini sono il Regno Unito (costa meridionale), il Belgio e il Lussemburgo, che si trovano rispettivamente a una distanza di 100 km, 350 km e 550 km.

b) In condizioni operative normali, gli scarichi di effluenti liquidi e gassosi non sono tali da provocare un'esposizione significativa dal punto di vista sanitario della popolazione di altri Stati membri.

c) I residui radioattivi solidi provenienti dal funzionamento dell'impianto verranno stoccati presso il Centre de l'Aube in Francia.

d) Nel caso di scarichi non programmati di effluenti radioattivi a seguito di eventuali incidenti del tipo e dell'entità considerati nei dati generali, le dosi suscettibili di raggiungere la popolazione di altri Stati membri non sarebbero significative dal punto di vista della salute.

In conclusione, la Commissione ritiene che la realizzazione del progetto di smaltimento dei rifiuti radioattivi provenienti dal funzionamento dell'impianto di stoccaggio "Centre de la Manche", sia nel corso del normale funzionamento, sia nel caso di incidente del tipo e dell'entità considerati dai dati generali non rischia di comportare una contaminazione radioattiva significativa dal punto di vista sanitario delle acque, del suolo o dell'aria di un altro Stato membro.