21997P0227(11)

Assemblea paritetica della Convenzione fra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e la Comunità europea (ACP-UE) - Risoluzione sulla situazione nel Burundi

Gazzetta ufficiale n. C 062 del 27/02/1997 pag. 0035 - 0036


ASSEMBLEA PARITETICA DELLA CONVENZIONE FRA GLI STATI DELL'AFRICA, DEI CARAIBI E DEL PACIFICO E L'UNIONE (ACP-UE)

RISOLUZIONE () sulla situazione nel Burundi

L'Assemblea paritetica ACP-UE,

- riunita a Lussemburgo dal 23 al 26 settembre 1996,

- viste le proprie precedenti risoluzioni sulla situazione nel Burundi,

- viste le dichiarazioni del Consiglio sul Burundi, in particolare quelle del 26 luglio e del 19 agosto 1996,

A. costernata per il colpo di Stato, perpetrato il 25 luglio 1996, contro le autorità civili democraticamente elette nel giugno 1993,

B. profondamente preoccupata per l'instabilità che persiste nel Burundi e per la recente recrudescenza dei combattimenti, che ha seguito il colpo di Stato militare del maggiore Buyoya,

C. denunciando le misure di coercizione tuttora mantenute contro il presidente Sylvestre Ntibantunganya,

D. profondamente colpita per l'assassinio dell'arcivescovo di Gitega, Monsignor Ruhuna, durante un'imboscata, tesagli il 9 settembre 1996, che ha fatto due altre vittime,

E. profondamente preoccupata per il fatto che le differenti organizzazioni governative e non governative hanno lasciato il paese,

F. convinta che sia necessario pervenire, nel Burundi, ad un negoziato politico generale con la partecipazione di tutte le componenti politiche della società, compresi i ribelli, onde por fine all'escalation della violenza, promuovere la stabilità e ristabilire la democrazia nel paese,

G. considerando che, a seguito di questo colpo di Stato, i capi della regione hanno inflitto sanzioni economiche al Burundi onde costringere il maggiore Buyoya a negoziare con i ribelli hutu per porre fine a una guerra civile etnica che, secondo le valutazioni, ha già fatto 150 000 morti nel corso degli ultimi anni,

H. rilevando le responsabilità dei paesi vicini che continuano a tollerare la riorganizzazione di bande estremiste e il traffico illegale di armi,

1. condanna con fermezza il colpo di Stato, del 25 luglio 1996, mediante il quale il maggiore Pierre Buyoya si è impadronito del potere e chiede il pieno ristabilimento dello Stato di diritto e dell'ordine costituzionale nel Burundi;

2. lancia un appello a tutte le parti interessate acciocché addivengano ad un immediato cessate il fuoco, onde instaurare la sicurezza in tutto il paese e facilitare il dialogo politico, e le invita ad avviare discussioni dirette associandosi agli sforzi di pacificazione del signor Julius Nyerere, particolarmente sulle questioni istituzionali, ivi compresa la riforma delle forze armate e di sicurezza e quella dell'apparato giudiziario;

3. chiede alle competenti istituzioni europee ed agli Stati membri di non riconoscere l'autorità del nuovo regime insediato a Bujumbura, ma di sforzarsi di avviare il dialogo e di restaurare un clima di fiducia e di sicurezza;

4. appoggia pienamente gli sforzi di pace intrapresi dai capi della regione, dall'OUA e dal signor Julius Nyerere, già presidente della Tanzania, e li esorta a continuare su tale strada;

5. si compiace per le pressioni già esercitate sul regime del signor Buyoya dalla comunità internazionale e appoggia l'embargo decretato dai paesi africani vicini al Burundi sino a che non sarà stata ristabilita la legalità costituzionale;

6. insiste acciocché tale embargo sia esteso alle armi e alle munizioni;

7. condanna con vigore l'assassinio dell'arcivescovo del Burundi, Monsignor Ruhuna, e di due altre persone in occasione dell'imboscata di Gitega; invita le autorità locali a portare di fronte ai giudici i colpevoli di tali assassini; ricorda, a tale proposito, che tutte le inchieste sugli assassini del personale umanitario e religioso straniero, in particolare dei tre delegati del CICR e dei tre missionari italiani, sono rimaste sinora senza risultato;

8. chiede con vigore che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite agisca per dar seguito alla richiesta del suo Segretario generale in merito alla creazione di una forza di prevenzione nel Burundi;

9. si compiace dell'intenzione manifestata da alcuni paesi africani di contribuire, mediante l'invio di truppe, alla creazione di tale forza;

10. avverte i governi dei paesi vicini che, qualora essi non pongano fine a qualsiasi sostegno - sia esso finanziario, logistico, militare o politico - agli estremisti del Burundi, le loro relazioni con l'Unione europea ne risulteranno danneggiate;

11. esige che le persone implicate, secondo la relazione pubblicata dalla commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite, nell'assassinio del presidente Ndadaye siano consegnate senza indugi alla giustizia;

12. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ACP-UE, alla Commissione, al governo del Burundi e agli altri paesi firmatari della Convenzione di Lomé, nonché ai Segretari generali delle Nazioni Unite e dell'OUA.