19.12.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 458/34


P8_TA(2018)0005

Donne, pari opportunità e giustizia climatica

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2018 sulle donne, le pari opportunità e la giustizia climatica (2017/2086(INI))

(2018/C 458/03)

Il Parlamento europeo,

viste la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata il 10 dicembre 1948, e le Convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo e i relativi protocolli opzionali,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 18 dicembre 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW),

viste la dichiarazione di Pechino del 1995 e la Piattaforma d'azione della quarta Conferenza mondiale, in particolare il suo settore critico K (Le donne e l'ambiente),

visto il programma DECA (Demographic Exploration for Climate Adaptation) elaborata dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), che associa i dati della popolazione alla geografia dei rischi climatici fornendo uno strumento politico per la riduzione dei rischi di catastrofi,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD), entrata in vigore nel dicembre del 1996, e in particolare l'articolo 5 delle sue misure generali,

vista la 18a Conferenza delle parti (COP 18) alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), svoltasi a Doha, Qatar, dal 26 novembre all' 8 dicembre 2012 (decisione 23/CP.18),

vista la 20a Conferenza delle parti (COP 20) alla UNFCCC, tenutasi a Lima, Perù, dal 1o al 12 dicembre 2014, e, in particolare, il Programma di lavoro di Lima sulle questioni di genere (decisione 18/CP.20),

vista la 21a Conferenza delle parti (COP 21) alla UNFCCC, tenutasi a Parigi, Francia, dal 30 novembre all'11 dicembre 2015,

visto l'articolo 8 dell'Accordo di Parigi,

vista la 22a Conferenza delle parti (COP 22) alla UNFCCC tenutasi a Marrakech, Marocco, dal 7 al 18 novembre 2016, e la sua decisione sul genere e i cambiamenti climatici, che proroga il Programma di lavoro di Lima 2014 sulle questioni di genere (decisione 21/CP.22),

visti l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015 ed in vigore dal 1o gennaio 2016 e, in particolare, i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) 1, 4, 5 e 13,

vista la risoluzione del Consiglio dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite n. 35/20, del 22 giugno 2017, sui diritti umani e i cambiamenti climatici,

visti gli articoli 2, 3, paragrafo 2, e 3, paragrafo 5, del trattato sull'Unione europea (TUE),

visto l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

viste le conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2012 sulla Parità di genere e l'ambiente: rafforzare il processo decisionale, le qualifiche e la competitività nel settore della politica di mitigazione dei cambiamenti climatici nell'UE,

visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere per il periodo 2016-2020, adottato dal Consiglio il 26 ottobre 2015,

vista la sua risoluzione del 26 novembre 2014 sulla Conferenza 2014 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici — COP 20, Lima, Perú (1-12 dicembre 2014) (1),

vista la sua risoluzione del 14 ottobre 2015 sul tema «Verso il raggiungimento a Parigi di un nuovo accordo internazionale sul clima» (2),

vista la sua risoluzione del 20 aprile 2012 su donne e cambiamenti climatici (3),

visto il documento di sintesi concernente il nuovo accordo sul clima del 2015, pubblicato il 1 giugno 2015 dal Gruppo sulle donne e sul genere (4),

vista la relazione pubblicata dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), il 26 gennaio 2017, dal titolo «Gender in environment and climate change» (Questioni di genere nel contesto ambientale e dei cambiamenti climatici) (5),

visto il patto di Ginevra per i diritti umani nell'azione climatica,

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per lo sviluppo (A8-0403/2017),

A.

considerando che i cambiamenti climatici si verificano a livello globale, ma hanno un maggiore impatto distruttivo sui paesi e sulle comunità meno responsabili del riscaldamento globale; che l'impatto è maggiore sulle popolazioni che più dipendono dalle risorse naturali per la loro sussistenza e/o che hanno minori capacità di reagire a calamità naturali, quali siccità, frane, inondazioni e uragani; che coloro che dispongono di minori risorse per adattarsi ai cambiamenti climatici saranno i più colpiti dai loro effetti e ne risentiranno maggiormente;

B.

considerando che gli uomini e le donne risentono in maniera diversa degli impatti dei cambiamenti climatici; che, per varie ragioni, le donne sono più vulnerabili e più esposte a rischi e a oneri più elevati, che vanno dalle disparità di accesso alle risorse, all'istruzione, alle opportunità di lavoro, ai diritti fondiari, alle norme sociali e culturali e alle loro diverse esperienze intersettoriali;

C.

considerando che le donne sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e risentono dei loro effetti in maniera sproporzionata a causa dei loro ruoli sociali, come quello di fornire alla famiglia acqua, prodotti alimentari e materiali combustibili e di prestare assistenza; che nel mondo le donne si fanno carico di oltre il 70 % dei lavori domestici che comportano l'utilizzo di acqua e della gestione dell'acqua; che, nelle regioni più colpite dai cambiamenti climatici, il 70 % di tutte le donne lavora nell'agricoltura ma raramente partecipa allo sviluppo delle politiche climatiche;

D.

considerando che, in base alle stime dell'ONU, 781 milioni di persone di almeno 15 anni di età, di cui circa due terzi donne, rimangono analfabeti (6), mentre l'accesso alle informazioni e all'istruzione attraverso idonei canali di comunicazione rivesta un'importanza fondamentale per garantire l'autonomia delle donne, in particolare durante una catastrofe;

E.

considerando che, nel settore agricolo africano, le donne producono oltre il 90 % dei prodotti alimentari di base, pur possedendo solo circa l'1 % delle terre arabili;

F.

considerando che le calamità hanno ripercussioni significative sull'istruzione, la povertà strutturale e gli sfollamenti;

G.

considerando che l'ONU stima che il 70 % degli 1,3 miliardi di persone che vivono in povertà nel mondo è costituito da donne; che i poveri vivono più frequentemente in aree marginali vulnerabili alle inondazioni, agli innalzamenti del livello del mare e ai temporali; che nelle calamità naturali le donne e i bambini hanno una probabilità di morire che è 14 volte superiore a quella degli uomini;

H.

considerando che gli impatti dei cambiamenti climatici acuiscono le disparità di genere in relazione alla discriminazione, alle minacce alla salute, alla perdita di mezzi di sussistenza, allo sfollamento, alla migrazione, alla povertà, alla tratta di esseri umani, alla violenza, allo sfruttamento sessuale, all'insicurezza alimentare e all'accesso alle infrastrutture e ai servizi essenziali; che vi è la necessità di un approccio che integri le relazioni di genere, che colleghi l'analisi delle ripercussioni del clima a una riflessione critica sui modelli di consumo e i loro effetti sui cambiamenti climatici;

I.

considerando che una partecipazione disuguale delle donne ai processi decisionali e ai mercati del lavoro aumenta le disparità e spesso impedisce alle donne di partecipare e di contribuire a pieno titolo al processo decisionale in materia di clima, alla pianificazione e all'attuazione di una politica sui cambiamenti climatici; che le donne sono non solo vittime ma efficaci agenti di cambiamento nello sviluppo di strategie di mitigazione e adattamento all'interno delle loro comunità e nelle posizioni decisionali e che deve essere conferito loro il potere di agire in tal senso;

J.

considerando che la piattaforma d'azione di Pechino del 1995 ha definito chiaramente il nesso tra il genere, l'ambiente e lo sviluppo sostenibile e ha sostenuto che le donne devono svolgere un ruolo strategico nello sviluppo dei modelli di consumo e produzione sostenibili e rispettosi dell'ambiente, ivi compresa la necessità per le donne di partecipare in modo equo al processo decisionale in materia di ambiente a tutti i livelli;

K.

considerando che la UNCCD, all'articolo 5 delle sue misure generali, riconosce il ruolo delle donne nelle comunità rurali e nelle regioni più colpite dalla desertificazione e dalla siccità, incoraggiando l'uguale partecipazione sia degli uomini che delle donne a combattere la desertificazione e gli effetti della siccità;

L.

considerando che il conseguimento dell'equilibrio di genere e della partecipazione significativa delle donne a qualsiasi processo dipende, in ultima analisi, dalla correzione delle basi strutturali della disparità di genere;

M.

considerando che in occasione della COP 18 le parti alla UNFCCC hanno deciso (Decisione 23/CP.18) di adottare l'obiettivo di raggiungere l'equilibrio di genere negli organi istituiti ai sensi della Convenzione e del Protocollo di Kyoto, allo scopo di incrementare la partecipazione delle donne, garantire una politica più efficace in materia di cambiamenti climatici, che tenga conto in modo equo delle esigenze delle donne e di quelle degli uomini, e di tenere traccia dei progressi compiuti verso il raggiungimento dell'obiettivo dell'equilibrio di genere nel far progredire una politica in materia di cambiamenti climatici che integri il genere;

N.

considerando che le donne sono tuttora sottorappresentate negli organi decisionali in materia di cambiamenti climatici a livello nazionale negli Stati membri dell'UE, ma non nelle competenti DG della Commissione, quali la DG Azione per il clima e la DG Energia, ove il 40 % delle posizioni è detenuto da donne;

O.

considerando che il Programma di lavoro di Lima sulle questioni di genere, adottato in occasione della COP 20 (Decisione 18/CP.20), chiede alle parti di favorire l'equilibrio di genere nella loro rappresentanza al programma stesso e promuovere la sensibilità di genere nello sviluppo e nell'attuazione della politica in materia di cambiamenti climatici; che le parti sono incoraggiate a sostenere la formazione e la sensibilizzazione dei delegati, uomini e donne, sulle questioni relative all'equilibrio di genere e ai cambiamenti climatici;

P.

considerando che l'Accordo di Parigi (COP 21) stabilisce che le parti dovrebbero valutare i rispettivi obblighi in merito, tra le altre questioni, ai diritti umani e alla parità di genere, al momento di adottare azioni volte ad affrontare il cambiamento climatico nell'ambito della loro attuazione dell'accordo;

Q.

considerando che i meccanismi per finanziare le misure di adattamento e di mitigazione, per affrontare perdite e danni o sfollamenti causati dal clima saranno più efficaci se incorporeranno la piena partecipazione delle donne nei processi di progettazione, nella fase decisionale e nell'attuazione, ivi compresa la partecipazione delle donne comuni; considerando che, tenere conto delle conoscenze delle donne, comprese le conoscenze locali e indigene, può tradursi in progressi nella gestione delle catastrofi, nella promozione della biodiversità, nel miglioramento della gestione delle risorse idriche, nel rafforzamento della sicurezza alimentare, nella prevenzione della desertificazione, nella protezione delle foreste, e può garantire una rapida transizione verso le tecnologie per le energie rinnovabili e sostenere la salute pubblica;

R.

considerando che le parti all'Accordo di Parigi hanno riconosciuto che i cambiamenti climatici costituiscono una preoccupazione comune a tutta l'umanità; che le Parti, al momento di intraprendere azioni volte a contrastarli, dovrebbero rispettare, promuovere e prendere in considerazione i loro obblighi rispettivi nei confronti dei diritti umani, del diritto alla salute, dei diritti delle popolazioni indigene, delle comunità locali, dei migranti, dei minori, delle persone con disabilità e delle persone in situazioni di vulnerabilità, nonché del diritto allo sviluppo, all'eguaglianza di genere, all'emancipazione delle donne e all'equità intergenerazionale,

S.

considerando che la giustizia climatica crea un nesso fra i diritti umani e lo sviluppo, tutelando i diritti delle persone più vulnerabili e garantendo un'equa condivisione degli oneri e dei benefici del cambiamento climatico e dei suoi impatti;

T.

considerando che gli OSS riconoscono il nesso tra il conseguimento della parità di genere e la realizzazione di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, compreso l'obiettivo 13 in materia di cambiamenti climatici, prevedendo la possibilità di affrontare alla radice le cause della debole posizione socioeconomica delle donne e in tal modo rafforzando la loro capacità di resilienza ai cambiamenti climatici;

U.

considerando che le conseguenze del cambiamento climatico in regioni quali l'Africa subsahariana e l'Asia del Sud potrebbero costringere più di 100 milioni di persone a condizioni di povertà estrema entro il 2030, alimentare conflitti e sfollamenti; che, secondo le stime della Convenzione sulla lotta contro la desertificazione, 135 milioni di persone potrebbero essere sfollate entro il 2045 a causa della desertificazione; che l'Organizzazione internazionale delle Nazioni Unite per le migrazioni osserva, nella sua valutazione delle prove, che il numero di sfollati a causa del clima, entro il 2050, potrebbe variare da 25 milioni a 1 miliardo di persone, e che la previsione più ampiamente citata è di 200 milioni;

V.

considerando che la parità di genere, la giustizia sociale e il diritto allo sviluppo sono intrinseci al concetto di giustizia climatica; che, sebbene sia l'intera società a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici, le donne in particolare sono le più duramente colpite dallo sfollamento indotto dal clima;

W.

considerando che i cambiamenti climatici aumentano l'entità e la frequenza delle calamità naturali, che possono comportare la perdita della proprietà, la perdita delle attività economiche generatrici di reddito, la perdita dell'accesso ai servizi sanitari essenziali e il rischio più elevato di violenza di genere; che la capacità delle donne di far fronte agli effetti delle calamità naturali è spesso compromessa dal prevalere delle disparità esistenti; che è probabile che i cambiamenti climatici accentueranno tali disparità, creando ulteriori vulnerabilità e sfollamenti;

X.

considerando che molti di questi effetti possono ancora essere impediti da un'attuazione rapida, inclusiva e sensibile al genere dell'agenda di sviluppo, concentrata sulla mitigazione delle condizioni climatiche e l'adattamento alla loro evoluzione;

Y.

considerando che si prevede che gli impatti dei cambiamenti climatici daranno luogo ad un aumento delle migrazioni di persone che non rientrano nei parametri dei quadri internazionali esistenti; che far fronte alle migrazioni dovute ai cambiamenti climatici sarà una sfida di primaria importanza che richiederà una strategia globale complessa ed esaustiva basata sul rispetto dei diritti umani;

Z.

considerando che l'adozione, nel 2017, da parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo del documento «Messaggi chiave sui diritti umani e i cambiamenti climatici», è un notevole passo avanti nell'affrontare l'impatto negativo sul pieno ed effettivo esercizio dei diritti umani; che l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l'Accordo di Parigi offrono ai leader del mondo un fondamento normativo trasversale per sviluppare un quadro che affronti lo sfollamento climatico in modo efficace sulla base di strumenti ONU già esistenti;

AA.

considerando che l'Unione dispone di un quadro giuridico chiaro che esige il rispetto e la promozione della parità di genere e dei diritti umani, nelle sue politiche interne ed esterne; che la politica climatica dell'UE può avere un notevole impatto sulla tutela dei diritti umani e la promozione a livello globale di politiche climatiche sensibili al genere;

AB.

considerando che l'UE, in linea con le competenze attribuitele dai trattati, può effettivamente migliorare le strutture giuridiche e politiche a sostegno della giustizia climatica e partecipare attivamente allo sviluppo di un quadro internazionale che tuteli i diritti umani delle persone sfollate a causa del clima; rileva che l'UE e gli Stati membri si sono impegnati ad integrare una prospettiva di genere nel futuro Patto globale per la migrazione sicura, ordinata e regolare;

AC.

considerando che la convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati non contempla la categoria dei «rifugiati climatici»;

1.

riconosce che la parità di genere è una condizione essenziale per lo sviluppo sostenibile e la gestione efficace delle sfide climatiche; sottolinea che le donne non sono solo vittime, ma anche potenti agenti di cambiamento che, sulla base di una piena partecipazione, sono in grado di elaborare e attuare efficaci strategie climatiche e/o soluzioni in relazione alla mitigazione e all'adattamento, nonché capaci di sviluppare resilienza contro i cambiamenti climatici, come risultato delle loro varie aree di esperienza e conoscenze pratiche in settori che vanno dall'agricoltura, la silvicoltura e la pesca, alle infrastrutture energetiche e le città sostenibili;

2.

osserva che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nelle zone rurali comprende un'ampia gamma di impieghi che vanno oltre l'agricoltura convenzionale e sottolinea, a tale proposito, che le donne nelle zone rurali possono essere fattori di cambiamento per passare a un'agricoltura sostenibile ed ecocompatibile, e possono svolgere un ruolo importante nella creazione di posti di lavoro verdi;

3.

invita la Commissione a mettere in atto programmi che favoriscano l'adattamento delle comunità e delle regioni in via di sviluppo ai cambiamenti climatici mediante il trasferimento di tecnologie moderne e di know-how, includendo la partecipazione delle donne, che rappresentano fino al 70 % della manodopera agricola nei paesi a rischio;

4.

è convinto che l'emancipazione delle donne nelle zone rurali sia essenziale per quanto riguarda l'accesso alla terra, al credito e a metodi di agricoltura sostenibile per creare resilienza climatica, compresa la protezione degli ecosistemi, delle risorse idriche e della fertilità del suolo; invita la Commissione e gli Stati membri a salvaguardare questi aspetti nelle loro politiche di sviluppo, anche attraverso piani di investimento pubblici e approvando investimenti privati responsabili grazie a quadri quali i principi guida delle Nazioni Unite per le imprese e i diritti umani e il piano d'azione dell'UNCTAD per investire negli OSS;

5.

riconosce che le donne e le ragazze sono le migliori fonti di informazioni sulla loro situazione e le loro necessità e pertanto dovrebbero essere consultate in tutte le questioni che le riguardano; riconosce che, secondo l'EIGE, statisticamente le donne sono più preoccupate per i cambiamenti climatici; riconosce che nei secoli le donne in qualità di innovatrici, leader, organizzatrici, educatrici e operatrici assistenziali hanno individuato le modalità per poter, in situazioni difficili, soddisfare le esigenze delle loro famiglie e prestarvi assistenza e hanno anche un grandissimo potenziale di innovazione per il futuro;

6.

invita la Commissione a tenere conto degli effetti sociali e ambientali delle politiche che attua in materia di commercio e sviluppo esterno, compresi gli effetti di tali azioni sulle donne; la invita altresì a insistere nel rendere vincolanti le norme sociali e ambientali contenute nei capitoli dedicati allo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali che negozia;

7.

riconosce che le politiche di sviluppo in materia di sanità, istruzione e emancipazione, oltre alla politica ambientale, sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile e, in ultima analisi, per trovare una soluzione ai cambiamenti climatici; riconosce che le modalità in cui tali politiche sono integrate nell'affrontare le crescenti tendenze come l'urbanizzazione incideranno notevolmente sui cambiamenti climatici;

8.

rileva che l'OSS 13 («Adottare interventi urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi effetti») affronta la partecipazione delle donne alle azioni per il clima con un obiettivo (13b) che recita: «Promuovere meccanismi per aumentare la capacità della pianificazione e della gestione efficaci connesse al cambiamento climatico nei paesi meno sviluppati, anche incentrandosi sulle donne, sui giovani e sulle comunità locali ed emarginate»;

9.

si rammarica del fatto che tutti i contributi per le attività in materia di genere apportati dalle parti dell'UNFCCC siano su base volontaria; esorta la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, a ribadire il suo sostegno allo sviluppo, all'adozione e al finanziamento del Piano d'azione sulla parità di genere (GAP) dell'UNFCCC, da completare con un programma di lavoro ampio e pluriennale che comprenda finanziamento, settori d'azione prioritari, scadenzari, indicatori chiave di risultati, una definizione delle parti responsabili e meccanismi di controllo e revisione;

10.

invita la Commissione e gli Stati membri a fungere da esempio e ad adottare obiettivi e scadenzari per il conseguimento dell'obiettivo dell'equilibrio di genere nelle delegazioni dell'UNFCCC;

11.

sottolinea la necessità di adottare misure temporanee specifiche al fine di promuovere l'obiettivo dell'equilibrio di genere negli organi formali e informali istituiti ai sensi dell'UNFCCC e del protocollo di Kyoto;

12.

invita la Commissione e gli Stati membri a garantire, in linea con gli impegni assunti dall'UE nei confronti della parità di genere e dei diritti umani, che i futuri contributi stabiliti a livello nazionale nell'UE comprendano relazioni sistematiche sui diritti umani e la parità di genere;

13.

invita gli Stati membri ad aderire alla decisione 21/CP.22 sulla parità di genere e i cambiamenti climatici che «invita le parti a nominare un punto di contatto nazionale in materia di genere per i negoziati sul clima, l'attuazione e il monitoraggio, e a fornirgli sostegno», nonché a fornire sostegno ai punti di contatto per le questioni di genere nei paesi terzi e/o nei paesi partner;

14.

riconosce che le donne non solo svolgono la maggior parte del lavoro domestico e assistenziale non retribuito, ma si fanno anche carico della maggior parte delle decisioni sui consumi giornalieri e che pertanto, se ricevono opzioni e informazioni accurate, possono incidere sulla sostenibilità attraverso le loro scelte; osserva che, ad esempio, la ricerca ha dimostrato che scegliendo prodotti alimentari locali i consumatori potrebbero ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra fino al 5 %;

15.

rammenta la sua risoluzione del 16 novembre 2011 sulla Conferenza di Durban sul cambiamento climatico (COP 17) (7) e il suo impegno ad «adoperarsi per raggiungere una rappresentanza femminile di almeno il 40 % in tutti gli organismi pertinenti» per i finanziamenti per il clima;

16.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio sensibile al genere e basato sui diritti umani nei lavori della task force di Varsavia sullo sfollamento, incaricata dall'UNFCCC (COP 22) di formulare raccomandazioni su approcci integrati per prevenire, ridurre al minimo e affrontare gli sfollamenti dovuti agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, che riconosca che le donne e le ragazze appartengono ai gruppi più vulnerabili sfollati a causa dei cambiamenti climatici e sono pertanto particolarmente minacciate dalla tratta e dalla violenza di genere;

17.

invita la Commissione a integrare il cambiamento climatico all'interno di tutti i programmi di sviluppo a tutti i livelli; chiede inoltre una maggiore partecipazione delle donne autoctone e residenti in zone rurali ai processi decisionali, alla pianificazione, all'attuazione e alla formulazione delle politiche e dei programmi di sviluppo concernenti il cambiamento climatico;

18.

invita la Commissione a garantire, in collaborazione con gli Stati membri, un approccio sensibile alla problematica di genere nei suoi lavori sulla Piattaforma sugli sfollamenti dovuti a calamità (iniziativa Nansen) e nella sua «Agenda per la protezione degli sfollati transfrontalieri nel contesto dei disastri e cambiamenti climatici»;

19.

invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare indicatori e a raccogliere dati disaggregati per genere in sede di pianificazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche, dei programmi e dei progetti in materia di cambiamenti climatici, utilizzando strumenti quali analisi di genere, valutazioni dell'impatto di genere, bilancio di genere e l'indice per l'ambiente e il genere (EGI), anche mediante un rafforzamento dell'EIGE;

20.

invita la Commissione e gli Stati membri a contribuire al Patto globale per la migrazione sicura, ordinata e regolare, nella prospettiva di salvaguardare la giustizia climatica riconoscendo il cambiamento climatico come motore della migrazione, di fornire un contributo basato sui diritti umani e di integrare pienamente la dimensione di genere nel Patto conformemente alle esigenze delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici;

21.

ricorda l'impegno fondamentale n. 4 preso dall'UE per il vertice umanitario mondiale, volto a garantire che la programmazione umanitaria tenga conto della dimensione di genere; invita la Commissione a fare in modo che detto impegno si rifletta nell'attuazione del programma ECHO di preparazione alle catastrofi (DIPECHO) e del piano d'azione per la resilienza nei paesi soggetti a crisi (2013-2020) nonché del marcatore di resilienza;

22.

condanna fermamente il ricorso alla violenza sessuale contro le donne sfollate e migranti; ritiene necessario prestare particolare attenzione alle donne e alle ragazze migranti che hanno subito violenze durante il loro percorso, garantendo che abbiano accesso ai servizi di assistenza medica e psicologica;

23.

invita la Commissione e gli Stati membri a orientare i programmi pertinenti verso le zone colpite da calamità, a intensificare gli sforzi a favore dell'assistenza e della ricerca di soluzioni ai problemi causati dalle calamità nei territori colpiti, prestando particolare attenzione alla situazione delle donne e dei bambini, che sono le persone più colpite dalle conseguenze di tali disastri;

24.

invita tutte le parti interessate a promuovere l'emancipazione e la consapevolezza delle donne rafforzando le loro conoscenze sulla protezione prima, durante e dopo le catastrofi legate al clima e coinvolgendole attivamente nella previsione delle catastrofi, nei sistemi di allerta rapida e nella prevenzione dei rischi, essendo questo un elemento importante del loro ruolo di costruzione della resilienza in caso di calamità;

25.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere, rafforzare e applicare, in collaborazione con le organizzazioni della società civile operanti in loco, meccanismi di controllo nei centri di accoglienza dei migranti e degli sfollati, che non sempre dispongono delle condizioni minime per scongiurare le violenze a sfondo sessuale, al fine di evitare qualsiasi tipo di molestia contro le donne e le ragazze;

26.

invita la Commissione a collaborare con le organizzazioni della società civile e di difesa dei diritti umani per garantire ai rifugiati e agli sfollati, in particolare le donne e le ragazze vulnerabili, un'accoglienza rispettosa dei diritti umani;

27.

riconosce le possibilità di integrare gli obiettivi in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi e di emancipazione economica delle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo; invita la Commissione e gli Stati membri a esaminare nell'ambito dei pertinenti progetti e meccanismi, ad esempio del programma delle Nazioni Unite per la riduzione delle emissioni derivanti dalla deforestazione (UN-REDD), le modalità in cui alle donne possano essere offerte opportunità di occupazione retribuita per svolgere i servizi ambientali che esse attualmente prestano su base volontaria, ad esempio rimboschimento, imboschimento di terreni dissodati e conservazione delle risorse naturali;

28.

invita l'UE e gli Stati membri, al fine di far progredire ulteriormente la rappresentanza delle donne nei negoziati nell'ambito dell'UNFCCC, a fornire finanziamenti per la formazione e la partecipazione delle donne delegate; invita la Commissione a facilitare e a sostenere una rete di organizzazioni di donne e attività della società civile per quanto riguarda lo sviluppo e l'attuazione delle politiche sul clima; invita gli Stati membri a garantire alle donne parità di condizioni come partecipanti e beneficiarie di tutte le consultazioni e tutti i programmi e i finanziamenti in materia di cambiamento climatico organizzati con il sostegno dell'UE a livello nazionale e locale;

29.

invita la Commissione e le direzioni generali responsabili della parità di genere, dello sviluppo e dell'energia e del clima, rispettivamente, a integrare la parità di genere in maniera strutturata e sistematica nelle loro politiche dell'Unione in materia di energia e di cambiamento climatico e non a concentrarsi unicamente sulla dimensione esterna; esorta, in particolare, la Direzione generale della giustizia e dei consumatori e la Direzione generale della cooperazione internazionale e lo sviluppo (DG DEVCO) a intensificare la loro sensibilizzazione e i loro lavori sulla parità di genere e l'emancipazione femminile (GEWE), dato che riguarda la giustizia climatica; sottolinea la necessità che la Direzione generale per l'Azione per il clima (CLIMA) stanzi risorse per un posto di punto di contatto per le questioni di genere; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a sviluppare il principio di giustizia climatica; insiste sul fatto che la più grande ingiustizia derivante dalla nostra incapacità di affrontare efficacemente i cambiamenti climatici è costituita dagli effetti dannosi sulle popolazioni e sui paesi poveri, e in particolare sulle donne;

30.

invita la Commissione e gli Stati membri a riferire in merito agli impatti sul genere e sui diritti umani e all'azione per il clima nelle loro relazioni sul riesame periodico universale al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

31.

osserva che gli impegni finanziari dell'UE a favore della parità di genere e dell'emancipazione femminile sono aumentati, mentre non lo sono quelli destinati alle risorse umane necessarie per gestire il crescente volume di attività; sottolinea che l'UE deve mostrare un forte impegno istituzionale nei confronti della parità di genere e dell'emancipazione femminile in relazione ai cambiamenti climatici, in particolare come stabilito nelle politiche globali in materia di cooperazione allo sviluppo, segnatamente negli obiettivi di sviluppo sostenibile e nel piano d'azione dell'UE sulla parità di genere (GAP);

32.

deplora che la parità di genere e i cambiamenti climatici non costituiscano un ambito prioritario nel secondo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile (GAP II); constata che gli indicatori che tengono conto della dimensione di genere non sono stati adeguatamente sviluppati o integrati nelle relazioni sui risultati e che la responsabilità interna e il finanziamento dei risultati in materia di parità di genere ed emancipazione femminile rimangono deboli; osserva che i progressi minori sono stati compiuti in riferimento all'obiettivo 20 del secondo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere, relativo al godimento da parte delle donne di pari diritti nel partecipare e influire nei processi decisionali in materia di clima e ambiente, e invita la Commissione a intensificare gli sforzi per realizzare questo obiettivo; ricorda che il secondo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere presenta un programma di politica estera dell'UE dotato di quattro pilastri tematici, ivi compreso un pilastro orizzontale sull'evoluzione della cultura istituzionale dei servizi della Commissione e del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) ai fini della realizzazione più efficace degli impegni dell'UE, nel pieno rispetto del principio di parità tra uomini e donne;

33.

riconosce che i miglioramenti degli orientamenti tecnici non saranno di per sé sufficienti a trasformare l'efficacia dell'UE quanto alla parità di genere ed emancipazione femminile;

34.

invita la Commissione a prendere l'iniziativa di elaborare una comunicazione esaustiva dal titolo «Parità di genere e cambiamenti climatici — rafforzare la resilienza e promuovere la giustizia climatica nelle strategie di mitigazione e di adattamento», onde far fronte al suo forte impegno istituzionale a favore della parità di genere e dell'emancipazione femminile e alle attuali carenze nel coordinamento istituzionale;

35.

invita le sue commissioni parlamentari a rafforzare l'integrazione della dimensione di genere quando nei loro ambiti di competenza lavorano su questioni trasversali quali il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani;

36.

sottolinea la necessità di far sì che i finanziamenti destinati all'adattamento ai cambiamenti climatici e alla mitigazione dei loro effetti rispondano alle problematiche di genere; accoglie con favore i recenti progressi della politica di genere nell'ambito dei meccanismi di finanziamento multilaterali; plaude altresì alle iniziative del settore privato che mirano a rafforzare la responsabilità sociale delle imprese, introducendo un premio per i progetti che soddisfano i criteri di sostenibilità e promuovendo mezzi di sussistenza e opportunità nel campo dell'istruzione per le donne; osserva tuttavia che, secondo il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), solo lo 0,01 % di tutti i finanziamenti a livello mondiale è destinato a sostenere progetti riguardanti sia i cambiamenti climatici sia i diritti delle donne; invita l'UE e gli Stati membri a garantire che i propri programmi climatici rispettino le norme internazionali più rigorose in materia di diritti umani e non compromettano l'uguaglianza di genere;

37.

ritiene che i tre meccanismi finanziari nell'ambito della UNFCCC — ossia il Fondo verde per il clima, il Fondo mondiale per l'ambiente e il Fondo di adattamento — debbano sbloccare finanziamenti aggiuntivi per una politica di investimento a favore del clima maggiormente capace di rispondere alle problematiche di genere;

38.

esorta l'UE, in particolare, a subordinare gli aiuti allo sviluppo all'inclusione di criteri fondati sui diritti umani e a stabilire nuovi criteri attenti alla specificità di genere per la politica in materia di cambiamento climatico;

39.

chiede che le azioni con una prospettiva di genere garantiscano che le donne siano considerate non solo beneficiarie di azioni a favore del clima, ma anche imprenditrici nel settore delle tecnologie energetiche pulite; plaude alla Commissione, che invita a presentare proposte sulle donne e l'energia sostenibile mettendo a disposizione 20 milioni di euro per attività di promozione dell'imprenditorialità femminile nel settore dell'energia sostenibile nei paesi in via di sviluppo, e la esorta ad aumentare tale importo in futuro;

40.

chiede di avviare corsi di formazione incentrati sull'uguaglianza di genere per i funzionari dell'UE, in particolare per quelli incaricati delle politiche in materia di sviluppo e clima;

41.

chiede che lo sfollamento indotto dal clima venga preso seriamente; è aperto a una discussione sull'adozione di una disposizione sulla «migrazione climatica»; chiede di istituire un gruppo di esperti per valutare tale questione su scala internazionale e chiede che la tematica della migrazione climatica sia iscritta all'ordine del giorno a livello internazionale; chiede una cooperazione internazionale rafforzata al fine di garantire la resilienza climatica;

42.

accoglie con favore le iniziative faro programmatiche di ONU-Donne e i progetti e i programmi dall'Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico, che creano un legame trasversale tra genere e cambiamento climatico;

43.

si compiace del lavoro del Rappresentante speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani e l'ambiente e del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite in questo settore e invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere questi sforzi, anche attraverso l'assistenza finanziaria;

44.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1)  GU C 289 del 9.8.2016, pag. 27.

(2)  GU C 349 del 17.10.2017, pag. 67.

(3)  GU C 258 E del 7.9.2013, pag. 91.

(4)  http://womengenderclimate.org/wp-content/uploads/2015/06/WGC_FINAL_1June.pdf

(5)  http://eige.europa.eu/rdc/eige-publications/gender-environment-and-climate-change

(6)  United Nations, «The World's Women 2015», https://unstats.un.org/unsd/gender/chapter3/chapter3.html

(7)  GU C 153 E del 31.5.2013, pag. 83.