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Document 52022IP0073

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022 sul terzo piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere (2021/2003(INI))

GU C 347 del 9.9.2022, p. 150–167 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
GU C 347 del 9.9.2022, p. 139–156 (GA)

9.9.2022   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 347/150


P9_TA(2022)0073

Terzo piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2022 sul terzo piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere (2021/2003(INI))

(2022/C 347/12)

Il Parlamento europeo,

viste la Convenzione delle Nazioni Unite, del 18 dicembre 1979, sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) e la raccomandazione generale n. 30 del Comitato delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione contro le donne, del 18 ottobre 2013, sulle donne nel quadro della prevenzione dei conflitti e in situazioni di conflitto e post-conflitto,

visti la dichiarazione di Pechino del 1995 e la piattaforma d'azione adottata dalla quarta Conferenza mondiale sulle donne, nonché gli esiti delle conferenze di revisione,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), entrata in vigore nell'UE il 21 gennaio 2011 in conformità della decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (1),

vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2021, dal titolo «Un'Unione dell'uguaglianza: strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030» (COM(2021)0101),

vista l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015, e i relativi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), in particolare gli obiettivi 1, 4, 5, 8, 10 e 17,

vista la Convenzione n. 100 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) del 1951 concernente l'uguaglianza di remunerazione,

vista la Convenzione n. 111 dell'OIL del 1958 concernente la discriminazione in materia di impiego e di professione,

vista la Convenzione n. 190 dell'OIL del 2019 sulla violenza e sulle molestie,

vista la raccomandazione n. 202 dell'OIL del 2012 sui sistemi nazionali di protezione sociale di base,

vista la quarta Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra,

viste le risoluzioni 1325 (2000), 1820 (2008), 1888 (2009), 1889 (2009), 1960 (2010), 2106 (2013), 2122 (2013), 2242 (2015), 2467 (2019) e 2493 (2019) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni sulle donne, la pace e la sicurezza,

vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (convenzione di Istanbul), del 11 maggio 2011,

viste le Convenzioni del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani, del 16 maggio 2005, e per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, del 25 ottobre 2007,

visti la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) tenutasi al Cairo nel 1994 e il suo programma d'azione, nonché gli esiti delle successive conferenze di revisione e il vertice di Nairobi del 2019 (ICPD+25), in cui si è celebrato il 25o anniversario della Conferenza,

visto il programma d'azione di Addis Abeba adottato dalla terza Conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo del luglio 2015,

vista l'iniziativa comune Spotlight dell'UE e delle Nazioni Unite volta a eliminare tutte le forme di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze,

visti gli articoli 2 e 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea e gli articoli 8, 153, paragrafo 1, e 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea del giugno 2016,

visti la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 novembre 2020, dal titolo «Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III — un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE» per il periodo 2021-2025 (JOIN(2020)0017) e il documento di lavoro dei servizi della Commissione che la accompagna sugli obiettivi e gli indicatori per inquadrare l'attuazione del piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III per il periodo 2021-2025 (SWD(2020)0284),

vista la comunicazione della Commissione, dell'11 dicembre 2019, sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),

visto il regolamento (UE) 2021/522 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021, che istituisce un programma d'azione dell'Unione in materia di salute per il periodo 2021-2027 («programma UE per la salute») (EU4Health) e che abroga il regolamento (UE) n. 282/2014 (2),

visto il documento strategico del segretario generale delle Nazioni Unite, del 9 aprile 2020, intitolato «The Impact of COVID-19 on Women» (L'impatto della pandemia di COVID-19 sulle donne),

vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione dal titolo «Impact of the COVID-19 Pandemic on Family Planning and Ending Gender-based Violence, Female Genital Mutilation and Child Marriage» (Impatto della pandemia di COVID-19 sulla pianificazione familiare e l'eliminazione della violenza di genere, delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni infantili), pubblicata il 27 aprile 2020,

vista la strategia globale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per accelerare l'eliminazione del cancro del collo dell'utero quale problema di sanità pubblica, avviata nel novembre 2020,

vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo «Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025» (COM(2020)0152),

visti gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani,

visto il piano d'azione dell'UE per le donne, la pace e la sicurezza 2019-2024, del 5 luglio 2019,

visti il Forum «Generazione uguaglianza», tenutosi a Città del Messico dal 29 al 31 marzo 2021 e a Parigi dal 30 giugno al 2 luglio 2021, gli impegni annunciati per accelerare i progressi nel conseguimento dell'uguaglianza di genere a livello mondiale, nonché il Piano di accelerazione globale per l'uguaglianza di genere e il nuovo Patto sulle donne, la pace, la sicurezza e l'azione umanitaria avviati a seguito del Forum,

visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale — Europa globale (3),

vista la sua risoluzione del 31 maggio 2018 sull'attuazione del documento di lavoro congiunto (SWD(2015)0182) — Parità di genere ed emancipazione femminile: Trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020 (4),

vista la sua risoluzione del 12 febbraio 2020 su una strategia dell'UE per porre fine alle mutilazioni genitali femminili nel mondo (5),

vista la sua risoluzione del 13 febbraio 2020 sulle priorità dell'UE in vista della 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (6),

vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2020 sull'uguaglianza di genere nella politica estera e di sicurezza dell'UE (7),

vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 sulla prospettiva di genere nella crisi COVID-19 e nel periodo successivo alla crisi (8),

vista la sua risoluzione del 21 gennaio 2021 sull'eliminazione del divario digitale di genere: la partecipazione delle donne all'economia digitale (9),

vista la sua risoluzione del 24 giugno 2021 sul 25o anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD25) (vertice di Nairobi) (10),

vista la sua risoluzione del 24 giugno 2021 sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell'UE, nel quadro della salute delle donne (11),

visto l'articolo 54 del suo regolamento,

visti i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per i bilanci,

vista la relazione congiunta della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (A9-0025/2022),

A.

considerando che l'uguaglianza di genere è un valore dell'Unione europea e un diritto umano fondamentale e universale;

B.

considerando che la violenza di genere in tutte le sue forme, in particolare il femminicidio, è la manifestazione più estrema della disuguaglianza di genere; che la violenza di genere deve essere intesa come una forma estrema di discriminazione e una violazione dei diritti umani;

C.

considerando che è necessario difendere i diritti delle donne e adottare misure per combattere tutte le forme di sfruttamento, violenza, oppressione e disuguaglianza tra donne e uomini; che per prevenire la violenza di genere occorre mettere in discussione le norme di genere che perpetuano le disuguaglianze e che ciò si deve tradurre, tra l'altro, nell'adozione e attuazione di misure legislative e riforme efficaci;

D.

considerando che la violenza di genere è sia causa che conseguenza delle disuguaglianze strutturali e della mancanza di un'equa distribuzione del potere; che la lotta contro la violenza presuppone la comprensione delle cause e dei fattori che vi contribuiscono; che la disuguaglianza di genere è profondamente radicata nei valori sociali fondati sugli stereotipi di genere; che l'impegno di uomini e ragazzi a favore dell'uguaglianza di genere è sia un obiettivo che un presupposto essenziale per conseguire un'uguaglianza sostenibile ed effettiva;

E.

considerando che la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze si manifesta in varie forme che non si escludono reciprocamente, ivi compresa la violenza online; che, secondo le stime, delle 14 000 donne e ragazze intervistate in 31 paesi più della metà (58 %) ha subito molestie e abusi online;

F.

considerando che le donne con identità e vulnerabilità intersezionali sono maggiormente esposte al rischio di violenze e molestie;

G.

considerando l'Unione europea e le Nazioni Unite hanno avviato l'iniziativa Spotlight per combattere la violenza, compresa quella di carattere sessuale, nei confronti delle donne e delle ragazze;

H.

considerando che lo sfruttamento sessuale è una grave forma di violenza che colpisce principalmente donne e ragazze; che l'UE deve sostenere i paesi partner affinché questi possano aumentare i finanziamenti destinati al sostegno sociale e all'accesso ai servizi per le vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento sessuale, fornendo un sostegno psicologico e sociale mediante specialisti, nonché introdurre servizi specializzati dedicati alla piena inclusione sociale ed economica delle donne e delle ragazze vulnerabili per liberarle dallo sfruttamento sessuale;

I.

considerando che l'accesso ai servizi sanitari e ai servizi concernenti la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti deve essere universale; che i diritti alla salute, in particolare i diritti alla salute sessuale e riproduttiva, sono diritti fondamentali delle donne che dovrebbero essere rafforzati e che non possono essere in alcun modo indeboliti o revocati; che si sta diffondendo una determinata retorica che minaccia il rispetto dei diritti sessuali e riproduttivi sia all'interno che all'esterno dell'UE;

J.

considerando che le donne, in tutta la loro eterogeneità, si trovano ad affrontare discriminazioni strutturali intersezionali fondate sulla razza, l'etnia, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, la salute, il contesto socioeconomico, l'origine sociale, l'età, la classe, lo status di rifugiata o migrante, l'orientamento sessuale e l'identità di genere, che devono essere riconosciute quali ostacoli al pieno godimento dei diritti fondamentali;

K.

considerando che per la conoscenza e la governance a livello globale è fondamentale raccogliere dati disaggregati e quantificabili sulla disuguaglianza di genere, tenendo conto dei fattori intersezionali;

L.

considerando che i diritti delle donne e delle ragazze sono minacciati e che lo spazio concesso alle organizzazioni della società civile (OSC), in particolare le organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne, le organizzazioni femministe e le organizzazioni di base, si sta riducendo sia all'interno che all'esterno dell'UE; che in tutto il mondo si osserva un preoccupante regresso dei diritti delle donne e delle persone LGBTQI+, che comprende la limitazione della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti e il divieto dell'educazione sessuale e degli studi di genere;

M.

considerando che è fondamentale rafforzare le OSC per la difesa dei diritti delle donne e delle ragazze nei paesi partner e fornire loro finanziamenti adeguati, al fine di generare nuovi atteggiamenti nella società e costruire un consenso in grado di promuovere l'uguaglianza di genere; che la partecipazione attiva delle organizzazioni delle donne sul campo è essenziale per la corretta attuazione del piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III (GAP III);

N.

considerando che le donne e le ragazze sono colpite in misura sproporzionata dal crescente numero di situazioni di emergenza, come quelle derivanti da conflitti armati, calamità naturali e cambiamenti climatici;

O.

considerando che la pandemia di COVID-19 e le conseguenti misure di contenimento hanno avuto gravi ripercussioni sulle donne e sulle ragazze e ha aggravato le disuguaglianze di genere esistenti, soprattutto per quanto riguarda l'accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria, in particolare alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, e l'equilibrio tra vita professionale e vita privata; che ciò ha determinato un aumento della violenza di genere e delle disuguaglianze sociali ed economiche;

P.

considerando che la pandemia ha avuto un impatto sproporzionato sulle donne; che circa il 70 % del personale dei settori sociale e sanitario impegnato in prima linea nella lotta contro la COVID-19, compreso il personale infermieristico, medico e addetto alle pulizie, è costituito da donne; che le donne che lavorano da casa, sono disoccupate o lavorano a tempo parziale hanno subito una pressione ancora maggiore, dal momento che hanno continuato a occuparsi della maggior parte delle faccende domestiche e delle cure parentali; che i dati disponibili suggeriscono che il numero di donne vittime di violenze e/o molestie è aumentato durante il periodo di confinamento dovuto alla COVID-19;

Q.

considerando che vi è una carenza di studentesse nelle discipline di studio in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM);

R.

considerando che una pari rappresentanza, partecipazione e influenza di donne e uomini nella vita politica è una condizione essenziale per una società realmente democratica; che la partecipazione costruttiva di donne e ragazze alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti nonché alla ricostruzione garantisce una pace più duratura;

S.

considerando che le misure tese a combattere le disuguaglianze saranno di fondamentale importanza per la ripresa in seguito alla pandemia; che la partecipazione, la rappresentanza e la leadership di donne e ragazze dovrebbero essere prioritarie in sede di elaborazione, attuazione e valutazione di tali misure;

T.

considerando che il conseguimento del rispetto della dignità umana e dell'uguaglianza di genere rappresenta tuttora una sfida; che nessun paese al mondo si avvicinerà all'obiettivo dell'uguaglianza di genere prima del 2030;

U.

considerando che il GAP III dovrebbe costituire il quadro per un contributo attivo dell'azione esterna dell'UE nella lotta contro la disuguaglianza di genere; che tale piano d'azione dovrebbe essere pienamente attuato come strumento chiave per disincentivare la discriminazione e l'emarginazione e garantire i diritti e la dignità di donne e ragazze, promuovendo l'inclusione delle questioni di genere in tutti i programmi di cooperazione internazionale e l'integrazione dell'uguaglianza di genere nei piani e nelle strategie nazionali, in collaborazione con i partner locali e le OSC;

V.

considerando che l'approccio alla collaborazione tra l'UE e gli Stati membri sulle questioni di genere nei paesi partner dovrebbe essere maggiormente strategico, coordinato e sistematico; che le missioni e le delegazioni dell'Unione europea sono in prima linea nell'attuazione del GAP III e che le competenze del relativo personale sono fondamentali per la sua efficace attuazione; che la Commissione dovrebbe fornire assistenza tecnica alle delegazioni nell'avvio dei piani di attuazione a livello nazionale;

1.

accoglie con favore il nuovo GAP III per il periodo 2021-2025 e il suo appello per un mondo equo dal punto di vista del genere, quale prosecuzione e consolidamento del lavoro svolto, degli insegnamenti appresi e dei risultati conseguiti da tale piano; plaude ai miglioramenti apportati al GAP III, agli impegni assunti nel suo quadro e ai suoi obiettivi di ampio respiro, e in particolare alla sua conversione da documento di lavoro a comunicazione congiunta, come richiesto dal Parlamento nella sua risoluzione del 23 ottobre 2020 sull'uguaglianza di genere nella politica estera e di sicurezza dell'UE;

2.

si compiace del fatto che sia stato intrapreso un processo di consultazione di natura inclusiva per contribuire all'elaborazione del GAP III e che si sia tenuto conto delle raccomandazioni formulate dal Parlamento, dagli Stati membri, dai punti di contatto dell'UE sulle questioni di genere e, in particolare, dalle OSC per i diritti delle donne;

3.

si rammarica che il Consiglio non sia stato in grado di adottare conclusioni unanimi a causa dell'opposizione di quattro Stati membri al termine «genere», e di approvare dunque formalmente il piano d'azione, e sottolinea che ciò riflette chiaramente il regresso dell'uguaglianza di genere e dei diritti delle donne; ribadisce il suo invito a istituire una nuova formazione del Consiglio per l'uguaglianza di genere che riunisca i ministri e i sottosegretari di Stato dell'Unione responsabili dell'uguaglianza di genere, al fine di agevolare l'integrazione di genere in tutte le politiche dell'UE, comprese la politica estera e di sicurezza e la politica di sviluppo; chiede che siano profusi sforzi per raggiungere una posizione comune dell'UE e che sia intrapresa un'azione incisiva per denunciare inequivocabilmente il regresso dell'uguaglianza di genere;

4.

sottolinea che l'UE è chiamata a svolgere un ruolo importante nel conseguimento di un mondo equo dal punto di vista del genere, sostenendo i paesi partner nella lotta contro la discriminazione di genere; chiede che l'Unione dia l'esempio ed esorta i sei Stati membri che non hanno ancora ratificato e attuato la convenzione di Istanbul a farlo quanto prima; invita il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a promuovere la ratifica della convenzione di Istanbul nel quadro del suo dialogo politico con i paesi partner del Consiglio d'Europa;

5.

condanna fermamente il recesso della Turchia dalla convenzione di Istanbul; ritiene che la denuncia della convenzione di Istanbul sia un ulteriore passo che mette in discussione lo status della Turchia quale paese candidato all'adesione all'UE;

Un impegno dell'Unione più concreto e un'attuazione efficace

6.

chiede la piena attuazione e la prioritizzazione del GAP III in tutti gli aspetti dell'azione esterna dell'UE attraverso un approccio trasformativo in materia di genere, sia in termini di copertura geografica che di settori di intervento del piano, come pure dell'integrazione di genere in tutti gli ambiti dell'azione esterna, che si tratti di commercio, politica di sviluppo, aiuti umanitari, sicurezza o settori quali l'energia e l'agricoltura; ribadisce che le azioni volte ad attuare il GAP III devono essere guidate dalla necessità di affrontare le cause profonde delle disuguaglianze di genere e consentire la partecipazione e l'inclusione significative di uomini, donne e gruppi svantaggiati, e che i finanziamenti limitati e la carenza di personale rientrano tra i principali ostacoli all'attuazione degli obiettivi dell'UE in materia di uguaglianza di genere e integrazione di genere; ribadisce che qualsiasi sforzo teso a conseguire gli obiettivi del GAP III deve tener conto dell'eterogeneità delle donne; ricorda che il GAP III dovrebbe garantire la coerenza delle politiche per lo sviluppo mediante valutazioni sistematiche dell'impatto di genere, al fine di evitare eventuali effetti negativi delle politiche dell'UE relative ai diritti delle donne e delle ragazze e all'uguaglianza di genere; invita la Commissione a fornire gli strumenti pratici e politici necessari per far sì che i principi del GAP III si traducano in azioni concrete e siano messi in pratica correttamente; chiede che l'UE sia ambiziosa nel promuovere obiettivi che garantiscano il rispetto dei diritti umani e promuovano un'autentica uguaglianza di genere tra i partner esterni con cui l'UE intende collaborare;

7.

sollecita la creazione di un programma di formazione ampio e globale per sostenere l'attuazione del GAP III, segnatamente per quanto concerne l'integrazione di genere, il bilancio di genere, le valutazioni di impatto di genere e la violenza di genere; sottolinea la necessità di investire in conoscenze, risorse e competenze interne in materia di uguaglianza di genere nelle delegazioni dell'UE per poter attuare adeguatamente il GAP III; chiede che tali programmi di formazione siano adeguati per quanto possibile al contesto locale e nazionale in cui è attuato il GAP III; chiede che tali corsi di formazione e strumenti correlati siano resi liberamente e facilmente disponibili ai partner locali interessati;

8.

sottolinea la necessità di una valutazione periodica, esterna e indipendente dei risultati del GAP III, ad ogni livello e in ogni fase, rispetto agli obiettivi mirati e misurabili fissati, nonché di tenere in considerazione in modo trasparente e inclusivo i contributi della società civile, delle ONG e delle altre parti interessate sul campo; chiede che siano effettuate sistematicamente analisi di genere rigorose e che siano utilizzati indicatori e statistiche sensibili alle specificità di genere e disaggregati per sesso; insiste sul fatto che la valutazione del GAP III dovrebbe esaminare l'attuazione di tutte le politiche dell'UE pertinenti all'azione esterna dell'Unione; chiede che il GAP III integri strumenti chiari che consentano di tenere traccia dell'importo totale della spesa per l'uguaglianza di genere e di valutare l'impatto qualitativo di tali iniziative in termini di promozione dell'uguaglianza di genere; si attende che i valori di base, gli indicatori, le azioni e gli obiettivi specifici e misurabili mancanti siano aggiunti al documento di lavoro senza indugio, insieme alle rispettive tabelle di marcia e tempistiche per tutti gli obiettivi; sottolinea l'importanza dell'esercizio di programmazione dello strumento «Europa globale», che offre un'opportunità unica per realizzare gli obiettivi del GAP III;

9.

invita le missioni e le delegazioni dell'UE, gli Stati membri, i paesi partner e i governi locali e regionali a collaborare da vicino all'attuazione del GAP III avvalendosi di tutti gli strumenti diplomatici e programmatici a disposizione, seguendo gli opportuni orientamenti elaborati e condivisi attraverso le delegazioni; ricorda che i punti di contatto per la dimensione di genere sono di primaria importanza e invita a rafforzarne il ruolo e la visibilità; si compiace dell'introduzione dei piani di attuazione a livello nazionale e insiste affinché siano tutti resi pubblici e tradotti in modo da essere accessibili alle organizzazioni della società civile e alle organizzazioni di base;

10.

invita la Commissione a rafforzare le sinergie con le Nazioni Unite, i paesi partner e i portatori di interessi internazionali per avanzare insieme e conseguire gli obiettivi internazionali in materia di parità di genere definiti nell'Agenda 2030 e nei suoi OSS, nella dichiarazione e nella piattaforma di azione di Pechino, nel programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo e nelle relative conferenze di revisione;

11.

chiede di instaurare stretti legami con le organizzazioni della società civile locali, specialmente quelle che si adoperano per difendere i diritti delle donne e delle ragazze, appartenenti anche a comunità vulnerabili, nonché con i ministeri e i governi regionali e locali dei paesi partner al fine di migliorare l'efficacia e la titolarità nazionale dell'attuazione del GAP III e dei relativi piani di attuazione nazionali; sollecita inoltre un dialogo politico e strategico annuale con il Parlamento europeo sull'attuazione del GAP III che coinvolga le parti interessate e, in particolare, le autorità locali, la società civile e le organizzazioni delle donne; ribadisce l'invito alle missioni e alle delegazioni dell'UE ad avviare un dialogo significativo con le organizzazioni della società civile e a informare e confrontarsi sul modo in cui il loro contributo è stato utilizzato e tradotto nelle politiche in materia di genere;

12.

si compiace dell'attenzione rivolta dal GAP III ai giovani in quanto motore del cambiamento; invita l'UE a garantire che le donne e le ragazze nonché le organizzazioni per i diritti delle donne e le organizzazioni di base, segnatamente le organizzazioni guidate da ragazze e giovani nonché operatori umanitari in prima linea guidati da donne, partecipino in modo significativo e svolgano un ruolo di primo piano nell'attuazione del GAP III nei rispettivi paesi, attraverso finanziamenti e formazione; ribadisce l'importanza e il valore aggiunto delle competenze e dell'impegno a lungo termine degli attivisti locali, delle organizzazioni di base e/o di altri esperti e portatori di interesse sulle questioni di genere per garantire che i progetti per la parità di genere siano adattati al contesto socioeconomico e culturale locale;

13.

chiede una collaborazione più forte e sistematica tra i portatori di interesse coinvolti nell'attuazione del GAP III, anche tra le direzioni generali della Commissione; incoraggia vivamente gli Stati membri e le delegazioni dell'UE a considerare i governi locali e regionali attori fondamentali nella politica di sviluppo, poiché rappresentano il livello democratico più vicino ai cittadini e sono nella posizione migliore per promuovere l'uguaglianza di genere e lo sviluppo sostenibile; sottolinea la necessità di lavorare a stretto contatto con le comunità rurali e i leader delle comunità per favorire la diffusione dei programmi in materia di parità di genere ovunque;

14.

invita a includere un obiettivo specifico per il finanziamento delle organizzazioni per i diritti delle donne e la società civile; chiede finanziamenti pluriennali, flessibili, diretti, adeguati e sufficienti per le organizzazioni della società civile e le reti locali in tutta la loro diversità, in particolare quelle che si adoperano per difendere i diritti delle donne, delle ragazze e di altre comunità vulnerabili, nonché le organizzazioni per i diritti umani che lavorano per migliorare il quadro giuridico dei paesi; invita la Commissione a semplificare i meccanismi e le pratiche di finanziamento per consentire alle organizzazioni di base più piccole di accedere ai finanziamenti dell'UE a favore dell'uguaglianza di genere; condanna tutte le forme di repressione dei militanti per i diritti delle donne, ivi comprese le difensore dei diritti umani, e invita tutti i governi a proteggere e sostenere la società civile e a lavorare di concerto con la stessa;

15.

sottolinea che le difensore dei diritti umani si trovano in una posizione estremamente vulnerabile, soprattutto nelle zone di conflitto e nelle situazioni di conflitto e post-conflitto; accoglie con favore l'invito a collaborare e a promuovere un ambiente sicuro per le difensore dei diritti umani e invita la Commissione a tutelarle attraverso azioni e meccanismi adeguati unitamente all'assegnazione di apposite risorse alle delegazioni dell'UE;

16.

invita le delegazioni dell'UE ad attuare rigorosamente gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani in relazione agli attivisti che difendono i diritti delle donne, in particolare per quanto riguarda gli obblighi di segnalazione degli organismi governativi responsabili delle violazioni dei diritti umani e di fornire assistenza legale agli attivisti quando necessario; invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) a riferire annualmente al Parlamento in merito all'attuazione degli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani;

17.

sottolinea che per l'effettiva attuazione del GAP III è necessario un adeguato finanziamento nell'ambito del processo di programmazione dell'UE; sollecita un più stretto coordinamento del GAP III con altre iniziative, ad esempio con l'iniziativa comune Spotlight, di cui è opportuno accrescere le risorse di bilancio, sebbene occorra migliorare i risultati concreti in linea con la sua recente valutazione intermedia e traendo insegnamenti dal nuovo contesto creato dalla pandemia di COVID-19; accoglie con favore l'iniziativa Spotlight e il suo obiettivo di eliminare tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze; chiede che i fondi assegnati all'iniziativa comune Spotlight siano rinnovati dopo la fine dell'attuale programma nel 2022 e che il programma sia prorogato per tutto il periodo di finanziamento pluriennale e tra le sottoregioni;

18.

sottolinea che l'OSS n. 5 consiste nel raggiungere la parità di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze e che tale obiettivo deve essere integrato orizzontalmente nei diversi ambiti in cui l'Unione europea è competente ad agire; si rammarica che l'OSS n. 5 sia uno dei tre OSS meno finanziati; rileva con soddisfazione che il GAP III considera l'uguaglianza di genere una priorità trasversale dell'azione esterna dell'UE nella sua attività strategica e di programmazione; ribadisce la necessità di integrare in maniera adeguata la dimensione di genere in tutti i settori dell'azione esterna dell'UE e di far sì che le priorità dello strumento Europa globale nei paesi partner nonché le iniziative Team Europa siano trasformative sotto il profilo di genere, conformemente al GAP III, soprattutto nel caso degli aiuti umanitari;

19.

accoglie con favore il fatto che l'85 % di tutte le nuove azioni esterne dovranno avere il genere quale obiettivo importante o principale; apprezza l'obiettivo della Commissione europea di puntare prioritariamente alla parità di genere nel 5 % dei suoi nuovi programmi d'azione esterna; accoglie inoltre con favore l'inclusione di almeno un'azione per paese avente come obiettivo principale la parità di genere; ricorda che l'obiettivo del 5 % è già stato conseguito nel 2019 e chiede di includere nel GAP III una maggiore ambizione, un maggiore sostegno e lo stanziamento di finanziamenti concreti per iniziative mirate in materia di genere; chiede che il 20 % degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) in ciascun paese sia destinato a programmi che hanno la parità di genere quale obiettivo principale; chiede di fissare un obiettivo specifico dell'85 % dei finanziamenti dell'APS dell'UE da destinare a programmi il cui obiettivo principale o primario sia la parità di genere; si attende, e pertanto chiede, che l'UE e gli Stati membri si impegnino a non spendere APS per progetti che potrebbero invertire o danneggiare i risultati conseguiti in materia di parità di genere; sottolinea che gli obiettivi fissati dovrebbero essere anche quantificati mediante finanziamenti dedicati e non soltanto mediante una percentuale dei programmi;

20.

esorta la Commissione e il SEAE a dare l'esempio e a concentrarsi sulle proprie strutture interne; sottolinea l'importanza di una leadership sensibile alla dimensione di genere nel conseguimento della parità di genere e nella corretta attuazione del GAP III; accoglie con favore l'impegno a garantire una gestione equilibrata sotto il profilo del genere nella sede centrale del SEAE e presso i servizi esterni della Commissione, le delegazioni dell'UE e le missioni della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); deplora, tuttavia, che il SEAE sia lungi dal conseguire l'obiettivo del 50 % di donne in posizioni dirigenziali e invita l'attuale VP/AR ad attuare appieno l'uguaglianza di genere a tutti i livelli come previsto; accoglie con favore l'impegno a introdurre la formazione sull'uguaglianza di genere e sul terzo piano d'azione sulla parità di genere per tutti i dirigenti presso la sede e le delegazioni dell'UE e chiede che tale misura sia resa obbligatoria ed estesa a tutto il personale che lavora nell'ambito dell'azione esterna dell'UE;

21.

osserva che il SEAE dovrebbe assumere un ruolo guida nell'identificare il genere quale componente fondamentale dell'azione esterna e che dovrebbe incentivare e sostenere sul piano politico le delegazioni dell'UE a fare altrettanto a livello dei paese partner; sottolinea la necessità che le lettere di incarico e le descrizioni delle mansioni dei capi delle delegazioni includano riferimenti specifici alla parità di genere, nel quadro dell'attuazione del GAP III, e l'importanza che le delegazioni dell'UE e gli Stati membri collaborino sistematicamente e si consultino reciprocamente per garantire la piena integrazione del GAP e del suo approccio trasformativo sotto il profilo di genere, basato sui diritti e sull'intersezionalità, nella pianificazione dei programmi indicativi pluriennali; plaude all'impegno del GAP III a garantire che tutti i servizi esterni della sede e delle delegazioni dell'UE dispongano di consulenti di genere e/o persone/punti di contatto per le questioni di genere, ma sottolinea la necessità che tali posizioni siano a tempo pieno e dotate di risorse sufficienti per svolgere i loro compiti; rinnova la sua richiesta a nominare consulenti di genere anche nelle missioni militari della PSDC;

22.

invita la Commissione e il SEAE a raccogliere i dati pertinenti sulle risorse umane, disaggregati per genere, per valutare, fra gli altri criteri, il numero di nomine, i candidati prescelti, le selezioni, le proroghe dei contratti e la durata del dispiegamento e per tenere traccia dei progressi compiuti, nonché a condurre colloqui sistematici con le donne e le persone appartenenti a gruppi svantaggiati riguardo ai motivi per cui hanno lasciato i loro incarichi;

23.

si rammarica che la questione importante della diversità sia ricompresa nel ruolo del consigliere del SEAE per le questioni di genere e la diversità e invita il SEAE ad attribuire la necessaria importanza sia alla parità di genere sia all'agenda su donne, pace e sicurezza, nonché alla diversità e all'inclusione, a istituire un ruolo per ciascuna di tali questioni e a rafforzare detti ruoli e i relativi mandati, poteri e risorse; chiede di nominare, in ogni direzione del SEAE, un apposito consulente per le questioni di genere che riferisca direttamente al consigliere del SEAE per le questioni di genere e la diversità, e di incoraggiare il loro personale a collaborare strettamente con l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere;

24.

sottolinea che l'uguaglianza di genere è un diritto umano fondamentale per lo sviluppo sostenibile e le economie intelligenti e che beneficia sia le donne che gli uomini, in tutta la loro diversità, compresa la comunità LGBTQI+; osserva che la disuguaglianza di genere è esacerbata da altre forme di disuguaglianza; sottolinea che le disuguaglianze hanno significative conseguenze socio-economiche su tutte le società, aspetto che dovrebbe essere preso in considerazione dagli attori refrattari al cambiamento; evidenzia che gli impegni dell'UE saranno più efficaci se l'azione dell'Unione adotta un approccio intersezionale all'uguaglianza di genere; ribadisce il suo appello affinché tutte le azioni dell'UE tengano conto delle identità intersezionali e riconoscano che le donne e le ragazze in tutta la loro diversità non sono colpite allo stesso modo dalle disuguaglianze di genere;

25.

accoglie con favore l'inclusione dell'intersezionalità quale principio fondamentale del GAP III, ma deplora la mancanza di obiettivi, indicatori e azioni specifiche ai fini della sua attuazione; sottolinea l'impegno della Commissione e del SEAE a tutelare le persone LGBTQI+ e a consentire loro di affermare i propri diritti in tutto il mondo;

26.

accoglie con favore il riferimento contenuto nel GAP III alle potenzialità del processo di adesione all'UE ai fini della promozione della parità di genere nei paesi candidati e potenziali candidati; sottolinea la necessità di un solido dialogo programmatico e di una solida assistenza tecnica per condurre la parità di genere nell'alveo delle politiche di allargamento e di vicinato; invita la Commissione e il SEAE a servirsi ulteriormente dei negoziati di adesione quale leva per far sì che l'allargamento porti a miglioramenti per le donne;

27.

accoglie con favore il fatto che il GAP III affronti l'estrema vulnerabilità delle donne e delle ragazze migranti; chiede di dedicare particolare attenzione alla situazione delle donne e delle ragazze in itinere (migranti), che percorrono rotte migratorie o si trovano nei campi, e chiede che sia garantito loro l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti e all'assistenza sanitaria materna;

Sette aree d'intervento

Eliminare tutte le forme di violenza di genere

28.

si compiace che il primo settore d'impegno del GAP III si concentri sull'eliminazione di tutte le forme di violenza di genere; chiede di intensificare la lotta coordinata e olistica contro i femminicidi e contro ogni tipo di violenza online e offline, in particolare nelle situazioni di conflitto ed emergenza in cui le donne e le ragazze si trovano in situazioni più vulnerabili e prestando attenzione alle donne e alle ragazze che hanno maggiori probabilità di essere vittime di violenza quali le donne e le ragazze con disabilità; sottolinea la necessità di collaborare con i paesi partner al fine di perseguire penalmente tutte le forme di violenza di genere;

29.

chiede un'azione urgente per affrontare le cause profonde della violenza nei confronti delle donne e delle ragazze con un approccio intersezionale e trasformativo in termini di genere, soprattutto considerando il sostanziale aumento del femminicidio e di altre forme di violenza di genere nel contesto della pandemia; si compiace dell'attenzione rivolta dalla Commissione alla promozione della prevenzione contrastando le norme di genere dannose; sottolinea, a tal proposito, l'importanza di collaborare con i paesi partner e le organizzazioni della società civile per combattere gli stereotipi di genere in ogni aspetto della vita sociale; invita le delegazioni dell'UE e gli Stati membri a impiegare tutti i mezzi diplomatici possibili per promuovere l'adozione di una legislazione che preveda un'uguaglianza di genere strutturale in ogni aspetto;

30.

ricorda che la formazione obbligatoria per tutto il personale del SEAE, della Commissione, delle delegazioni dell'UE e delle missioni e operazioni della PSDC dovrebbe comprendere programmi globali per l'identificazione delle vittime di violenza sessuale e/o di genere legata ai conflitti, nonché programmi di prevenzione, oltre a alla formazione di tutto il personale dell'UE, compreso il personale militare e di polizia; sollecita l'UE a esercitare ogni possibile influenza per garantire che gli autori di stupri di massa in tempi di conflitto siano denunciati, identificati, incriminati e puniti conformemente al diritto penale internazionale; ricorda che lo statuto di Roma prevede un quadro giuridico permanente per affrontare in maniera estesa la violenza sessuale e di genere quale crimine contro l'umanità e invita pertanto l'UE a sostenere attivamente l'attività indipendente ed essenziale della Corte penale internazionale a livello sia politico che finanziario; plaude all'inclusione della violenza sessuale e di genere tra i criteri per l'imposizione di sanzioni nel quadro del regime globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani ed esorta gli Stati membri a farne un uso efficace;

31.

sottolinea che i matrimoni forzati e infantili costituiscono una violazione dei diritti umani che rende le ragazze particolarmente vulnerabili alla violenza e agli abusi; ricorda che le mutilazioni genitali femminili sono riconosciute a livello internazionale quale violazione dei diritti umani con 200 milioni di vittime a livello mondiale e 500 000 vittime nella sola Unione europea e che, ogni anno, almeno tre milioni di ragazze sono a rischio di subire mutilazioni genitali; sottolinea che le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni forzati sono un attacco alla dignità delle donne in quanto persone; chiede l'integrazione di misure di sensibilizzazione e prevenzione delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni forzati, in particolare nei contesti di conflitto ed emergenza; invita la Commissione ad assicurare un approccio coerente a lungo termine per porre fine alla mutilazione genitale femminile sia all'interno che all'esterno dell'UE migliorando le sinergie tra programmi interni ed esterni dell'Unione; ribadisce il suo invito a integrare misure di prevenzione della mutilazione genitale femminile in tutti gli ambiti politici della sua azione esterna;

32.

ricorda che le donne e le ragazze rappresentano la maggioranza delle vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale; chiede di migliorare la leadership e il monitoraggio della Commissione e degli Stati membri e rafforzare la cooperazione internazionale per porre fine alle suddette pratiche schiaviste dannose; ricorda che la vulnerabilità delle donne alla tratta e allo sfruttamento sessuale è aggravata in situazioni di difficoltà economiche, conflitti armati ed emergenza; chiede l'ulteriore integrazione della lotta alla tratta delle donne e delle ragazze negli obiettivi del GAP III e il rafforzamento delle sinergie con la strategia dell'UE per la lotta alla tratta di esseri umani 2021-2025;

Garantire l'accesso delle donne all'assistenza sanitaria nonché i diritti sessuali e riproduttivi

33.

ribadisce che la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti sono diritti umani e costituiscono elementi fondamentali della dignità umana e dell'emancipazione delle donne; esprime preoccupazione per il regresso della parità di genere e dei diritti delle donne e l'aumento di una retorica misogina di segno conservatore e dei gruppi organizzati, anche di carattere religioso, che mette a rischio, tra l'altro, l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nell'Unione europea e al suo esterno; sottolinea che gli arretramenti legislativi in merito all'aborto compromettono la protezione della salute, dei diritti e della dignità delle donne, ed espongono le donne più vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico a un maggiore rischio; osserva che l'UE dovrebbe essere un esempio in tutto il mondo in termini di promozione della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, senza coercizione, violenza, discriminazione e abuso; invita quindi tutti gli Stati membri a garantire l'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nei loro territori;

34.

deplora che, in diverse regioni di tutto il mondo, l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva, e in particolare all'aborto sicuro e legale, sia estremamente limitato e spesso criminalizzato; sottolinea peraltro che le donne in situazione di povertà, che vivono in zone rurali e appartenenti a minoranze ne sono le principali vittime; evidenzia la necessità di concentrare l'attenzione su tutte le fasce di età, comprese le ragazze e le donne più giovani, e di fornire informazioni pertinenti, educazione e accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, comprese le cure prenatali, l'aborto legale in condizioni di sicurezza e la contraccezione; sottolinea l'importanza di continuare a contrastare le norme discriminatorie che rendono difficile per le donne, le ragazze e le persone LGBTQI+ di beneficiare della loro salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti, nonché gli stereotipi che sono fonte di discriminazione per le donne emarginate durante il parto;

35.

sottolinea l'importanza di migliorare la disponibilità di metodi contraccettivi nei paesi partner, in particolare per le ragazze adolescenti; sostiene che tutte le donne e le ragazze adolescenti hanno il diritto di prendere decisioni libere e informate in merito alla propria salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti; ricorda che la qualità dell'assistenza sanitaria materna rappresenta un indicatore importante del livello di sviluppo di un paese; è del parere che l'UE debba aiutare i paesi partner a rispettare il diritto alla salute nel contesto della gravidanza e del parto mediante la prestazione di servizi di assistenza sanitaria materna dignitosi che riducano efficacemente la mortalità infantile e i decessi dovuti a complicazioni legate al parto;

36.

chiede che il GAP III attribuisca una priorità elevata alla parità di genere, alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nelle azioni umanitarie dell'UE e degli Stati membri, garantisca che i responsabili di violazioni dei diritti sessuali e riproduttivi e di violenze di genere rispondano delle proprie azioni e che le vittime abbiano a disposizione mezzi di ricorso e accesso alla giustizia, nonché assicuri formazione e finanziamenti agli operatori del settore umanitario;

37.

chiede che il GAP III riconosca maggiore importanza alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, tenuto conto delle notevoli ripercussioni della pandemia sulle donne e sulle ragazze nei paesi partner, e che sia loro dedicato un finanziamento adeguato, flessibile, continuo e mirato nella programmazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale — Europa globale; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a considerare la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti una priorità nel processo di programmazione dell'azione esterna dell'UE, ivi compresa la programmazione congiunta; sottolinea il ruolo fondamentale delle organizzazioni non governative quali prestatori di servizi e difensori della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti;

38.

ricorda l'importanza della salute sessuale e riproduttiva e dei relativi diritti sul corpo e sull'autonomia delle donne e insiste affinché siano trattati alla stregua di un problema di salute pubblica accessibile a tutti senza discriminazioni; chiede che sia garantito un accesso universale all'educazione sessuale completa e adeguata all'età, alla contraccezione efficace, alla prevenzione dell'HIV e delle infezioni sessualmente trasmesse e all'aborto sicuro e legale; chiede che i programmi di educazione sessuale completa affrontino le relazioni interpersonali, l'orientamento sessuale, l'uguaglianza di genere, le norme di genere, la prevenzione della violenza di genere e il consenso e forniscano informazioni sulla pubertà, sul ciclo mestruale, sulla gravidanza e sul parto, sulla contraccezione e sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili;

39.

sottolinea la necessità di tenere conto dell'età nelle azioni concernenti la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, ad esempio garantendo informazioni e servizi accessibili e adatti ai giovani; sottolinea che l'UE dovrebbe promuovere l'integrazione di tali questioni da parte dei paesi partner nei loro piani nazionali in materia di salute pubblica; invita l'UE e gli Stati membri a impegnarsi a favore degli obiettivi del GAP III per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e a preparare «piani di attuazione a livello di paese» che accordino la priorità alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti;

40.

insiste sulla necessità di promuovere l'accesso all'istruzione a tutti i livelli e in tutti i contesti per ridurre i matrimoni precoci, le gravidanze in età adolescenziale e la dipendenza economica; invita a profondere maggiori sforzi per evitare l'assenteismo al fine di consentire alle ragazze divenute madri di tornare a scuola e completare il proprio percorso scolastico e accedere al mercato del lavoro;

41.

chiede misure per evitare che le ragazze perdano giorni di scuola durante il ciclo mestruale, migliorando i servizi igienici e le strutture per l'igiene mestruale nei locali scolastici, affrontando la povertà mestruale e combattendo la stigmatizzazione in tale ambito, anche lavorando con donne, ragazze e uomini e ragazzi; chiede maggiori sinergie tra i programmi riguardanti la salute, la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e i servizi idrici, igienico-sanitari e igienici nelle scuole e il sostegno personale alle ragazze;

42.

ricorda le disuguaglianze e le disparità intersezionali tra donne e uomini in termini di accesso all'assistenza sanitaria e di qualità della stessa, tenendo conto della mancanza di assistenza sanitaria e di servizi sensibili alla dimensione di genere; chiede accesso universale alle strutture per l'informazione, la prevenzione, la diagnosi, le cure e i trattamenti riguardanti le malattie femminili, come l'endometriosi e il cancro al collo dell'utero, e le malattie sessualmente trasmissibili, quali l'HIV; invita l'Unione europea a sostenere l'attuazione della strategia mondiale dell'OMS per accelerare l'eliminazione del cancro al collo dell'utero;

43.

invita i paesi partner a finanziare adeguatamente e rafforzare i loro sistemi sanitari pubblici e a condurre ricerche sulla salute femminile in tutto il mondo, per promuovere la conoscenza delle questioni connesse al genere e al sesso nei settori della prevenzione delle malattie, della diagnosi, del trattamento e della ricerca; chiede inoltre di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito alle questioni sanitarie legate al genere;

44.

sottolinea la necessità per gli Stati membri di adottare una politica in materia di salute pubblica che presti particolare attenzione alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie, garantendo un'assistenza sanitaria, universale e di alta qualità e assicurando la disponibilità delle risorse necessarie per contrastare i principali problemi di salute pubblica;

Promuovere i diritti e l'uguaglianza in ambito socioeconomico e garantire l'autonomia di donne e ragazze

45.

ribadisce che la crisi e le conseguenze economiche e sociali derivanti dalla pandemia di COVID-19 colpiscono in modo sproporzionato l'accesso delle donne al mercato del lavoro; sottolinea l'importanza e la necessità che l'UE sostenga lo sviluppo e l'inclusione di una dimensione di genere intersezionale in tutti i piani per la ripresa dalla crisi COVID-19 nei paesi partner e nelle iniziative di Team Europa; mette in risalto la necessità di una risposta alla COVID-19 sensibile alla dimensione di genere nell'ambito dell'attuazione del GAP III, in modo da tenere conto delle circostanze uniche in cui si trovano le donne e le ragazze e da stimolare la creazione di opportunità nel periodo successivo alla crisi; invita la Commissione a integrare la dimensione di genere e a includere azioni trasformative in materia di genere in tutte le misure relative alla pandemia di COVID-19 nei paesi partner, anche nei piani e nelle misure di ripresa, e a sostenere progetti, compresi quelli finanziari, in modo tale da includere la parità di genere; sottolinea che nuove forme di finanziamento, quali i gender bond, potrebbero rilanciare le economie nazionali favorendo al contempo l'emancipazione delle donne;

46.

ritiene che il lavoro sia cruciale nella lotta alle disuguaglianze; è favorevole alla contrattazione collettiva quale mezzo non solo per migliorare le condizioni di lavoro, ma anche per combattere la disuguaglianza tra uomini e donne;

47.

accoglie con favore il fatto che la Commissione intenda chiedere il rispetto delle pertinenti convenzioni dell'ILO e delle Nazioni Unite concernenti l'uguaglianza di genere nella sua prossima revisione del regolamento sul sistema di preferenze generalizzate; invita la Commissione a includere in maniera efficace l'uguaglianza di genere in tutti i capitoli riguardanti il commercio e lo sviluppo sostenibile e a garantire che il commercio e gli investimenti non aggravino le disuguaglianze di genere; sottolinea che tutte le valutazioni d'impatto connesse al commercio dovrebbero tenere conto delle opinioni delle organizzazioni della società civile;

48.

insiste sul fatto che il sostegno finanziario alle donne debba andare di pari passo con la formazione, l'accesso all'informazione, il rafforzamento delle loro competenze e la sensibilizzazione circa i loro diritti fondamentali;

49.

invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare con i paesi partner per prevenire e affrontare le molestie nei confronti delle donne sul luogo di lavoro, nonché a promuovere la ratifica della convenzione dell'ILO sulla violenza e sulle molestie (n. 190);

50.

chiede che il GAP III promuova le attività economiche delle donne e il loro accesso agli strumenti economici e sociali necessari, alle risorse, e alla protezione sociale, in particolare in contesti di emergenza; sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne all'economia mondiale per lo sviluppo sostenibile e una crescita economica sostenuta e inclusiva, che sono intrinsecamente connessi all'obiettivo globale di eliminare la povertà descritto negli obiettivi di sviluppo sostenibile; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere e promuovere meccanismi di protezione sociale sensibili alla dimensione di genere, compresi i trasferimenti di denaro, per migliorare la capacità dei paesi partner di rispondere alle crisi e agli shock esterni;

51.

invita l'UE e i paesi partner ad adottare misure per contribuire a sostenere l'occupabilità delle donne e a fornire loro posti di lavoro dignitosi, l'accesso ai finanziamenti e opportunità commerciali, anche sostenendo le organizzazioni locali guidate da donne e incoraggiando la loro partecipazione al commercio e ai sindacati; sottolinea l'importanza di incrementare l'accesso, ad esempio, al microcredito, al fine di facilitare e stimolare la creatività e l'imprenditorialità femminile su piccola scala;

52.

sottolinea la necessità di considerare la complementarità di altre azioni per garantirne l'efficacia, come la libertà dalla violenza di genere e l'accesso a un lavoro dignitoso e a un'assistenza economica per bambini e anziani; invita l'UE e i suoi Stati membri a rafforzare e proteggere le madri e i padri in tutto il mondo, a collaborare con i paesi partner per garantire un adeguato congedo di maternità, paternità e parentale e ad adottare misure concrete per garantire tale protezione, unitamente agli investimenti nei servizi di assistenza all'infanzia e di istruzione;

53.

sottolinea che l'UE dovrebbe sostenere la creazione di uno strumento vincolante su imprese e diritti umani nel quadro delle Nazioni Unite al fine di garantire pienamente il godimento dei diritti umani e dei diritti delle donne;

54.

invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare con i paesi partner per finanziare e promuovere misure che affrontino l'onere sproporzionato del lavoro non retribuito a carico delle donne e a sostenere azioni che aiutino le lavoratrici a passare dall'economia informale a quella formale; sottolinea che le donne e gli uomini dovrebbero condividere in modo equo le responsabilità assistenziali e domestiche non retribuite; si attende che vengano prese misure concrete volte a riconoscere, ridurre e ridistribuire il lavoro domestico e assistenziale non retribuito;

55.

invita a promuovere attivamente il ruolo e la partecipazione delle donne nell'economia e nella società nonché a riconoscere i loro diritti civili e giuridici, tra cui il diritto di proprietà, l'accesso al credito bancario e il diritto di partecipare a diversi settori economici e alla vita politica, in particolare attraverso la promozione di politiche macroeconomiche sensibili alla dimensione di genere; si rammarica del fatto che il diritto alla parità di retribuzione per uno stesso lavoro di pari valore non sia scontato in molte circostanze, sia all'interno che all'esterno dell'UE, anche quando è sancito dalla legge, e sottolinea che occorre affrontare alla radice la causa di questa discriminazione;

56.

sottolinea che è essenziale che il settore privato sia coinvolto nel conseguimento degli obiettivi stabiliti nel GAP III e sia tenuto a rispondere in caso di violazioni dei diritti delle donne commesse nel corso delle attività aziendali; invita la Commissione a includere la prospettiva di genere nella sua prossima proposta legislativa sul dovere di diligenza delle imprese;

57.

sottolinea che l'emancipazione economica e sociale delle donne è cruciale per uno sviluppo e una crescita sostenibili e inclusivi; chiede uno sforzo globale per fornire alle ragazze e alle donne l'accesso a un'istruzione di qualità e a una formazione di qualità imperniata sulle competenze, nonché strumenti efficaci che contribuiscano al loro accesso al mercato del lavoro, in particolare nei contesti di emergenza e di sfollamento; raccomanda vivamente ai paesi partner di stimolare gli investimenti nell'istruzione inclusiva e di qualità, con il sostegno del bilancio dell'UE; sottolinea che il sostegno al bilancio dell'Unione, che ha dato prova di efficacia nel settore dell'istruzione, rimane il mezzo privilegiato per consentire l'accesso a un'istruzione inclusiva e di qualità per tutti nei paesi in via di sviluppo; accoglie con favore l'intenzione di aumentare i finanziamenti complessivi per l'istruzione, destinando il 10 % della dotazione per l'aiuto umanitario all'istruzione in situazioni di emergenza;

58.

sottolinea la necessità di sostenere investimenti sostanziali in servizi sanitari ed educativi, in alloggi a costi accessibili e in trasporti pubblici sicuri, accessibili e a costi contenuti, sia nelle zone rurali che in quelle urbane, al fine di soddisfare le esigenze pubbliche e contribuire all'indipendenza, all'uguaglianza e all'emancipazione delle donne; ricorda che va prestata particolare attenzione a tali questioni nei paesi fragili e post-conflitto, dove l'UE attuerà inoltre progetti di sviluppo per contribuire ad affrontare la mancanza di alloggi, terreni e diritti di proprietà per le donne;

59.

esprime preoccupazione per l'aumento del divario digitale di genere in molti paesi, che ostacola la parità di accesso alle informazioni e ai servizi digitali; sottolinea l'importanza di promuovere l'alfabetizzazione digitale, nonché l'accesso agli strumenti digitali e la loro disponibilità a prezzi abbordabili e l'accesso al mercato del lavoro; chiede finanziamenti e borse di studio potenziati e mirati per consentire alle donne e alle ragazze di accedere all'istruzione superiore e alla formazione professionale, in particolare al fine di promuovere l'istruzione digitale e tecnologica delle ragazze e la partecipazione delle donne agli ambiti STEM, e per sostenere progetti guidati da donne; accoglie con favore la volontà del GAP III di colmare il divario digitale di genere al fine di guidare una trasformazione digitale realmente inclusiva;

60.

ricorda che le donne, in particolare quelle soggette a discriminazione intersezionale, possono incontrare difficoltà nell'accesso ai servizi digitali e alle relative infrastrutture; chiede che alle donne e alle ragazze, in particolare a quelle che vivono nelle zone rurali e remote, sia garantito un accesso migliore, universale e sicuro agli strumenti digitali e una formazione per il loro utilizzo;

61.

sottolinea la necessità di sostenere la fornitura di servizi pubblici e privati attraverso canali, tecnologie e servizi digitali sensibili alla dimensione di genere (ad esempio e-government e servizi finanziari digitali) che miglioreranno l'inclusione e la partecipazione delle donne e delle ragazze nella società; invita gli Stati membri ad affrontare il problema dell'esclusione digitale di tutti i gruppi vulnerabili della società e a rendere loro accessibile l'istruzione nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, tenendo conto dei diversi fattori che determinano l'accesso delle donne all'istruzione, nonché creando punti di accesso digitali gratuiti;

62.

chiede che la modernizzazione e la digitalizzazione dell'amministrazione dei paesi partner siano sostenute dall'Unione europea in particolare affinché tali paesi dispongano di registri di stato civile affidabili per tutte le nascite;

63.

riconosce che le emergenze, come i conflitti armati e le crisi economiche e i contesti di sfollamento, mettono a rischio l'istruzione e la formazione delle donne e delle ragazze; ribadisce che l'accesso delle donne ai mezzi di sussistenza e alle opportunità di lavoro è seriamente compromesso durante le emergenze e sottolinea pertanto l'importanza di stanziare i fondi necessari in tali casi, in particolare alle organizzazioni locali guidate da donne e alle strutture esistenti, al fine di migliorare le strutture che garantiscono il giusto sviluppo della loro istruzione, delle loro competenze e dell'accesso al lavoro nel lungo periodo;

64.

osserva che l'insicurezza alimentare colpisce le donne in modo asimmetrico e che esse possiedono in misura sproporzionata meno terreni, bestiame e altri beni; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'obiettivo di conseguire la parità di genere nel settore agroalimentare, nelle opportunità finanziarie e nell'accesso alla formazione al fine di rafforzare la posizione delle donne nel settore agricolo; prende atto dell'importanza di sostenere gli sforzi dei paesi partner nell'ambito di riforme giuridiche, politiche e istituzionali per garantire alle donne la parità di diritti alle risorse economiche, in particolare l'accesso alle terre e il controllo su di esse e altre forme di proprietà;

65.

invita l'UE a promuovere politiche economiche e commerciali coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e gli obiettivi del GAP III; ricorda la sua precedente posizione su commercio e genere, quale espressa nella sua risoluzione del 13 marzo 2018 sull'uguaglianza di genere negli accordi commerciali dell'UE (12); invita l'UE a continuare a sostenere e introdurre politiche commerciali che riducano i divari socioeconomici e garantiscano un elevato livello di tutela e rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani, ivi compresa la parità di genere;

66.

accoglie con favore il fatto che il GAP III inviti a promuovere la parità di genere attraverso la politica commerciale dell'UE; invita la Commissione, il Consiglio e il SEAE a promuovere e sostenere l'inclusione di un capitolo specifico sul genere in tutti gli accordi commerciali e di investimento dell'UE, includendo impegni volti a promuovere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione femminile; invita la Commissione a includere nelle valutazioni d'impatto ex ante ed ex post l'impatto di genere delle politiche e degli accordi commerciali dell'UE;

67.

ribadisce la sua precedente posizione, che esprimeva la richiesta di includere un capitolo specifico sul commercio, la parità di genere e l'emancipazione femminile nella prossima modernizzazione dell'accordo di associazione UE-Cile; osserva con interesse i progressi compiuti in merito a un capitolo sul commercio e la parità di genere nei negoziati;

68.

ricorda la sua risoluzione del 25 novembre 2010 sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali (13);

69.

osserva che la politica commerciale non è neutra rispetto al genere e che occorre una migliore raccolta di dati disaggregati per genere, unitamente a indicatori chiari, per valutare adeguatamente il diverso impatto della politica commerciale sulle donne e sugli uomini; ribadisce il suo invito all'UE e agli Stati membri a trarre ispirazione dagli strumenti messi a punto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo e a includere nelle valutazioni di impatto ex ante e nelle valutazioni ex post l'impatto di genere specifico per paese e per settore della politica e degli accordi commerciali dell'UE; invita la Commissione a collaborare con i partner internazionali, come l'OMC, e con le autorità e le organizzazioni locali al fine di raccogliere dati, analizzare l'impatto del commercio sulle donne e mettere a frutto i dati raccolti per elaborare proposte concrete volte a migliorare il ruolo delle donne nel sistema commerciale internazionale e a promuovere una crescita economica inclusiva; sottolinea che una più intensa cooperazione tra organizzazioni internazionali, come l'OMC, il Centro internazionale per il commercio e le Nazioni Unite, e la creazione di reti che coinvolgano il mondo accademico, organizzazioni della società civile e parlamenti possono portare a una migliore condivisione delle migliori pratiche e dei metodi per la raccolta dei dati, nonché all'inclusione di una prospettiva di genere nel commercio; ribadisce che le questioni di genere non dovrebbero essere limitate ai capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile;

70.

invita la Commissione a impegnarsi attivamente in seno al gruppo di lavoro informale dell'OMC sul commercio e le questioni di genere, di recente istituzione, per elaborare una forte dichiarazione ministeriale in occasione della 12a conferenza ministeriale, che potrebbe fungere da tabella di marcia per l'attuazione della dichiarazione di Buenos Aires del 2017; sottolinea che il gruppo di lavoro informale su commercio e genere rappresenta un primo passo verso la creazione in seno all'OMC di una piattaforma più permanente in cui discutere le questioni inerenti al commercio e al genere; invita la Commissione a continuare a impegnarsi proattivamente con altri membri dell'OMC per contribuire alle attività del gruppo di lavoro informale e a valutare la possibilità di istituire un gruppo di lavoro permanente;

71.

ricorda la sua richiesta alla Commissione di garantire che la composizione dei gruppi consultivi nazionali sia equilibrata sotto il profilo del genere, che il loro ruolo di monitoraggio sia ulteriormente ampliato e che sia istituito un comitato per il commercio e il genere nel quadro di ciascun accordo di libero scambio, al fine di individuare le carenze;

72.

invita la Commissione a valutare attentamente l'impatto degli accordi commerciali sui settori con un'elevata percentuale di lavoratrici, come ad esempio il settore dell'abbigliamento e l'agricoltura su piccola scala; ricorda che la crisi economica causata dalla COVID-19 ha colpito duramente tali settori e ha acuito il rischio di aumento di disuguaglianze, discriminazione e sfruttamento ai danni delle lavoratrici;

73.

invita la Commissione a garantire che siano disponibili risorse sufficienti e a rendere note le risorse stanziate, per promuovere il valore fondamentale della parità di genere nelle sue politiche commerciali e di investimento, nonché a garantire che i segretariati delle istituzioni dell'UE responsabili della politica commerciale e dei negoziati commerciali dispongano delle conoscenze e delle capacità tecniche per integrare la prospettiva di genere nell'intero processo dei negoziati commerciali e della formulazione delle politiche, designando punti di contatto per la dimensione di genere in seno alle istituzioni e alle delegazioni dell'UE;

74.

chiede che in tutti i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile siano incluse disposizioni esecutorie basate sul rispetto delle norme fondamentali del lavoro dell'ILO e delle convenzioni pertinenti, in particolare la convenzione n. 189 sulle lavoratrici e i lavoratori domestici, la convenzione n. 156 sui lavoratori con responsabilità familiari, la CEDAW, la convenzione n. 111 sulla discriminazione (impiego e professione), la convenzione n. 100 sull'uguaglianza di retribuzione e la convenzione n. 190 sulla violenza e sulle molestie, e che suddette convenzioni siano incluse nell'elenco delle convenzioni nella revisione dell'SPG+;

75.

valuta positivamente l'accordo raggiunto nell'ambito del seminario internazionale dell'Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO/IWA 34) sulle definizioni globali relative all'imprenditoria femminile, che mira a facilitare l'elaborazione delle politiche e la raccolta di dati nonché l'accesso a iniziative di rafforzamento delle capacità, ai finanziamenti e ai mercati per l'emancipazione economica delle donne;

76.

accoglie con favore i progressi compiuti finora in materia di genere nelle politiche di prestiti della Banca europea per gli investimenti (BEI) e invita quest'ultima a intensificare i suoi sforzi e, in particolare, a tenere conto quanto più possibile degli obiettivi politici del GAP III nel suo mandato per i prestiti esterni;

77.

sottolinea che la BEI e le altre istituzioni finanziarie europee per lo sviluppo dovrebbero essere pienamente allineate al GAP III; invita la BEI a tenere conto degli obiettivi del GAP III nel fornire sostegno alle imprese nei paesi partner attraverso valutazioni d'impatto che dovrebbero essere effettuate per ogni progetto finanziato dalla BEI e chiede un monitoraggio continuo delle operazioni sul campo;

Favorire la partecipazione e la leadership delle donne, delle ragazze e delle giovani donne

78.

sottolinea l'importanza della leadership e della partecipazione delle donne e delle ragazze a tutti i livelli del processo decisionale e il fatto che la partecipazione paritaria delle donne alla vita pubblica e politica è essenziale per la buona governance e l'elaborazione delle politiche; evidenzia che è importante che le donne siano rappresentate da entrambe le parti del tavolo dei negoziati a tutti i livelli dell'azione esterna; ribadisce che, quando le donne e le ragazze esercitano ruoli di leadership in condizioni di parità, intere comunità traggono beneficio da soluzioni migliori e più durature; constata che le donne sono sottorappresentate a tutti i livelli della vita politica e pubblica e che i progressi sono lenti;

79.

chiede che siano finanziati programmi che incoraggiano la formazione, l'impegno civico e la partecipazione delle donne, compreso il sostegno agli approcci partecipativi a livello di comunità e a specifiche attività educative per ragazze e giovani donne, essendo queste ultime fra le persone più colpite dalla discriminazione; chiede che le donne siano incluse a tutti i livelli del processo decisionale, del governo, della leadership e delle posizioni di potere, attraverso riforme della pubblica amministrazione, programmi e attività come la collaborazione in rete, gli scambi, il tutoraggio e la sponsorizzazione, e difende l'inclusione delle organizzazioni locali per i diritti delle donne e degli operatori umanitari in prima linea guidati da donne nelle strutture decisionali e di coordinamento in ambito umanitario;

Coinvolgere le donne nei processi di pace e nelle iniziative di sicurezza

80.

sottolinea l'importanza del ruolo delle donne e della società civile per promuovere il dialogo, formare coalizioni, condurre mediazioni per la pace e apportare punti di vista diversi in merito al significato della pace e della sicurezza, in particolare nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti e nella ricostruzione postbellica; invita l'UE a favorire una maggiore partecipazione delle donne ai processi di mantenimento e consolidamento della pace, nonché a sostenere, riconoscere e proteggere le donne, le giovani donne, le ragazze e le difensore dei diritti umani in quanto motori fondamentali di cambiamento; sottolinea che il rispetto e la piena realizzazione dei diritti umani delle donne costituiscono le basi di una società democratica e inclusiva;

81.

si compiace dell'integrazione del piano d'azione su donne, pace e sicurezza all'interno del GAP III e insiste sulla sua efficace attuazione; sottolinea l'importante ruolo svolto dalle iniziative locali di consolidamento della pace esistenti e di successo guidate da donne e da difensore dei diritti umani, e invita l'UE a sostenere, rafforzare e includere sistematicamente tali iniziative nelle consultazioni, nel coordinamento e nel processo decisionale in materia di consolidamento della pace;

82.

invita il SEAE a intraprendere un'analisi sistematica dei conflitti con una prospettiva di genere integrata basata sull'analisi di genere e su un'analisi dei conflitti inclusiva in termini di genere, con particolare riferimento alle missioni e alle operazioni della PSDC nonché alle attività nel quadro dello strumento europeo per la pace; sottolinea che occorrono risorse sufficienti per sviluppare e rafforzare le competenze e le capacità dell'UE di condurre analisi dei rischi e dei conflitti con una prospettiva di genere integrata, il che dovrebbe significare anche rivolgere un'attenzione specifica alla parità di genere e garantire una partecipazione significativa delle donne e dei gruppi svantaggiati;

83.

sottolinea l'importanza di collegare il concetto di sicurezza umana all'approccio di genere; invita l'UE a utilizzare il concetto di sicurezza umana quale definito nella risoluzione 66/290 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e nella sua agenda su donne, pace e sicurezza; insiste sul fatto che la sicurezza deve concentrarsi sulle vite umane e sulla loro protezione da minacce quali la violenza, la mancanza di istruzione, di assistenza sanitaria, di cibo o di indipendenza economica; invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a sviluppare e promuovere l'agenda delle Nazioni Unite per il disarmo; insiste sulla necessità di adottare una politica estera femminista in materia di disarmo e non proliferazione;

84.

sottolinea che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla violenza sessuale legata ai conflitti e da altre violazioni dei diritti umani perpetrate nell'impunità, fra cui un rischio più elevato di incorrere nella tratta di esseri umani; sottolinea la necessità di garantire che le donne e le ragazze che hanno subito violenze sessuali nelle zone e nei paesi di conflitto ricevano assistenza e cure mediche adeguate e globali, nonché risarcimenti efficaci e tempestivi; constata che tale sistema sta già funzionando, laddove è stato adottato, e favorisce inoltre il reintegro di tali vittime nella società; ricorda l'importanza di combattere la stigmatizzazione delle vittime; chiede di dare continuità al sostegno alle misure volte a fornire alle donne che si trovano in situazioni di conflitto e di emergenza pacchetti di assistenza per quanto riguarda la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, finanziando e sostenendo le organizzazioni in prima linea e le organizzazioni guidate da donne;

85.

ricorda che i conflitti armati si ripercuotono in modo sproporzionato sulle donne e sulle ragazze; deplora il ricorso alla violenza sessuale come arma di guerra e insiste sulla necessità urgente di combatterla e di contrastare l'impunità, assicurando alla giustizia i responsabili; sottolinea altresì che le donne sono spesso le prime vittime degli sfollamenti nelle zone di conflitto e spesso sono private dell'autonomia economica e dell'accesso all'istruzione come pure a servizi affidabili in materia di salute sessuale e riproduttiva; insiste sulla necessità di garantire l'accesso all'istruzione e all'occupazione alle persone sfollate a causa di conflitti o catastrofi naturali; invita la Commissione e gli Stati membri a collaborare con i paesi partner e le loro forze armate per garantire la corretta applicazione della quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, prestando una particolare attenzione alla prevenzione e alla punizione della violenza sessuale;

86.

si rammarica del fatto che il GAP III non tenga in considerazione il patrimonio culturale nei vari paesi e il ruolo delle donne nella sua salvaguardia e nel suo sviluppo; invita la Commissione e il SEAE a elaborare programmi finalizzati alla tutela e al riconoscimento del patrimonio culturale e delle tradizioni culturali sviluppate dalle donne, che spesso passano inosservate, in particolare durante l'intero ciclo del conflitto;

Garantire un'azione umanitaria sensibile alla dimensione di genere

87.

deplora il fatto che la recente comunicazione della Commissione sull'azione umanitaria dell'UE: nuove sfide, stessi principi (COM(2021)0110) non tenga sufficientemente conto della prospettiva di genere nei contesti umanitari; invita la Commissione a presentare proposte più concrete su spese, programmi, monitoraggio e valutazione specifici delle attività connesse al genere nei contesti umanitari e a elaborare misure volte a sviluppare ulteriormente un'azione umanitaria dell'UE adattata ed efficiente che tenga conto della dimensione di genere, data l'opportunità offerta dall'approccio del triplice nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace per proteggere i diritti delle donne e delle ragazze e promuovere la parità di genere in tutti i contesti;

Costruire una società verde e digitale

88.

si compiace del fatto che nel GAP III sia stato incluso il settore prioritario relativo ai cambiamenti climatici, dato che il cambiamento climatico non è neutro dal punto di vista del genere, in quanto amplifica le disuguaglianze di genere esistenti, in particolare per i poveri, i giovani e le popolazioni indigene, e specialmente in contesti fragili; apprezza la determinazione dell'UE ad affrontare le questioni di genere nel quadro della transizione verde, dato l'impatto intersezionale e sproporzionato dei cambiamenti climatici sulle donne e sulle ragazze, in particolare nei paesi in via di sviluppo; sottolinea la necessità di includere, ascoltare e responsabilizzare le donne e le ragazze nell'elaborazione e nell'attuazione di approcci efficaci all'attenuazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi nei paesi partner, garantendo in tal modo un'efficace azione climatica trasformativa in termini di genere; invita l'UE a dare l'esempio includendo quanto prima una prospettiva di genere e obiettivi in materia di parità di genere nel Green Deal europeo e nelle iniziative correlate;

89.

ribadisce che la parità di genere è una condizione essenziale per uno sviluppo sostenibile e per poter realizzare una transizione equa e giusta che non lasci indietro nessuno; ribadisce, pertanto, la sua richiesta di dare rapidamente seguito al Green Deal europeo attuando una «diplomazia del Green Deal» che includa sistematicamente una prospettiva intersezionale e di genere e coinvolga le donne e le ragazze, tra cui le donne indigene, nel processo decisionale strategico di adattamento ai cambiamenti climatici;

90.

sottolinea che le donne e le organizzazioni femminili sono all'avanguardia nella ricerca di soluzioni e nell'apporto di competenze nei settori dell'agricoltura, del clima, dell'energia e della conservazione della biodiversità, e sono in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici; chiede che sia dato loro un sostegno sotto forma di finanziamenti adeguati e flessibili, disposizioni del quadro legislativo, accesso alla terra e alle risorse e cooperazione con i settori privato e finanziario; ribadisce il ruolo dell'adattamento sensibile alla dimensione di genere, che comprende un'agricoltura intelligente sul piano climatico, la riduzione del rischio di catastrofi, l'economia circolare e la gestione sostenibile delle risorse naturali;

91.

chiede che sia migliorato l'accesso delle donne e delle ragazze agli strumenti digitali e alla formazione volta al loro utilizzo, e che siano adottate misure per promuovere l'avanzamento delle donne e delle ragazze nelle professioni in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM);

92.

sottolinea che le reti sociali sono fonte di discriminazioni e molestie basate sul genere; sottolinea la necessità che i governi intensifichino gli sforzi per regolamentare meglio tali reti, unitamente alle piattaforme digitali, in modo da combattere la violenza e le molestie di genere online; riconosce che ciò costituisce un grave ostacolo all'accesso delle donne e delle ragazze agli spazi digitali e alla loro partecipazione online e ostacola gravemente la partecipazione politica delle ragazze e delle donne, con particolare riferimento alle donne e alle ragazze con identità intersezionali, che accusano tassi più elevati di molestie online; chiede meccanismi di protezione mirati per le donne online e un maggiore coinvolgimento delle donne nella progettazione, nella produzione e nello sviluppo di applicazioni dell'intelligenza artificiale al fine di contrastare il perpetuarsi degli stereotipi e dei pregiudizi di genere; chiede l'applicazione di adeguate disposizioni del diritto penale per contrastare gli abusi online, i messaggi di minaccia, le molestie sessuali e la condivisione di immagini private senza il consenso della persona interessata;

93.

osserva che il commercio elettronico ha le potenzialità per connettere un maggior numero di imprenditrici con i mercati internazionali; chiede, tuttavia, alla Commissione di sostenere le donne nell'adozione di nuove tecnologie, come ad esempio la tecnologia blockchain, che, grazie alla sua natura di rete fra utenti (peer-to-peer), all'anonimato e all'efficienza, può aiutare alcune donne a superare determinati ostacoli giuridici e culturali discriminatori al commercio, migliorare il loro accesso ai finanziamenti e aiutarle a integrarsi nelle catene globali del valore;

Creare una vera «Generazione uguaglianza»

94.

ribadisce la necessità che l'UE svolga un ruolo di primo piano a livello multilaterale nel promuovere una diplomazia femminista, al fine di attuare accordi internazionali attinenti ai diritti e all'emancipazione delle donne e delle ragazze; invita l'UE, i suoi Stati membri, la Commissione e il SEAE a impegnarsi a progredire verso una politica femminista in materia di affari esteri, sicurezza e sviluppo, che comporti una visione trasformativa in termini di genere, e a fare della parità di genere un elemento centrale delle loro azioni e priorità esterne;

95.

si compiace dell'impegno assunto da governi di tutto il mondo, dal settore privato e dalla società civile di erogare 33 miliardi di EUR in occasione del Forum «Generazione uguaglianza» a Parigi; chiede di prevedere un sistema di rendicontabilità internazionale ed efficiente e invita la Commissione a monitorare gli impegni concordati e la loro esecuzione pratica a cadenza annuale;

96.

ricorda l'impegno della Commissione di stanziare 4 miliardi di EUR del bilancio esterno a favore delle donne e delle ragazze e di incrementare i finanziamenti destinati alle organizzazioni femminili; chiede che tali impegni siano chiariti, adeguatamente monitorati e messi in pratica, e che siano istituiti chiari obiettivi e valori di riferimento;

97.

ricorda che il dialogo intergenerazionale e l'inclusione degli uomini e dei ragazzi, come pure il loro impegno, per promuovere la parità di genere sono decisivi per determinare un cambiamento sociale e per creare una vera Generazione uguaglianza;

98.

si compiace del fatto che il GAP III riconosca l'importanza di coinvolgere attivamente gli uomini e i ragazzi per promuovere un cambiamento degli atteggiamenti sociali e, di conseguenza, un'evoluzione strutturale più ampia; sottolinea l'importanza di creare modalità pratiche per coinvolgere gli uomini e i ragazzi quali motori del cambiamento, istituendo ulteriori indicatori e obiettivi relativi all'impegno degli uomini e dei ragazzi e assicurando che il GAP III determini risultati positivi anche per loro;

o

o o

99.

incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

(1)  GU L 23 del 27.1.2010, pag. 35.

(2)  GU L 107 del 26.3.2021, pag. 1.

(3)  GU L 209 del 14.6.2021, pag. 1.

(4)  GU C 76 del 9.3.2020, pag. 168.

(5)  GU C 294 del 23.7.2021, pag. 8.

(6)  GU C 294 del 23.7.2021, pag. 58.

(7)  GU C 404 del 6.10.2021, pag. 202.

(8)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 191.

(9)  GU C 456 del 10.11.2021, pag. 232.

(10)  GU C 81 del 18.2.2022, pag. 63.

(11)  GU C 81 del 18.2.2022, pag. 43.

(12)  GU C 162 del 10.5.2019, pag. 9.

(13)  GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 31.


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