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Document 52021AE2575

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica [COM(2021) 141 final]

EESC 2021/02575

GU C 517 del 22.12.2021, p. 114–119 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

22.12.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 517/114


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica

[COM(2021) 141 final]

(2021/C 517/18)

Relatore:

Andreas THURNER

Consultazione

Commissione europea, 21.4.2021

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

Adozione in sezione

9.9.2021

Adozione in sessione plenaria

22.9.2021

Sessione plenaria n.

563

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

185/3/4

1.   Conclusioni e raccomandazioni

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE):

1.1.

riconosce il ruolo dell’agricoltura biologica ai fini del conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo, e accoglie con favore la comunicazione della Commissione europea relativa a un piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, in cui ravvisa una base solida per portare avanti uno sviluppo sostenibile del settore biologico;

1.2.

giudica molto ambizioso l’obiettivo, formulato nel Green Deal europeo, di destinare il 25 % delle superfici agricole dell’UE all’agricoltura biologica entro il 2030;

1.3.

sostiene in particolare l’approccio orientato al mercato della Commissione europea, volto a rafforzare ulteriormente la domanda e la fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti biologici. Per favorire in modo efficace l’ulteriore sviluppo del settore, è decisivo un rapporto equilibrato tra domanda e offerta;

1.4.

raccomanda, vista la diversità delle situazioni di partenza nei vari paesi dell’UE, di istituire una sorta di «meccanismo di gemellaggio» per facilitare lo scambio di esperienze tra gli Stati membri. Anche lo scambio tra agricoltori va incoraggiato. Il CESE è disponibile a collaborare a qualsiasi attività di sensibilizzazione alla produzione biologica (ad esempio nel quadro di una giornata annuale dell’UE dedicata al biologico);

1.5.

invita gli Stati membri a coinvolgere i portatori d’interesse pertinenti per elaborare piani d’azione nazionali e/o regionali per l’agricoltura biologica ed a sfruttare le possibilità offerte dalla PAC per sostenere l’agricoltura biologica. La fase impegnativa della conversione all’agricoltura biologica richiede in questo caso particolare attenzione;

1.6.

considera importanti le misure proposte per migliorare la trasparenza del mercato e la base di dati nel settore biologico; e, a tale proposito, propone che gli sviluppi di tale settore siano presentati in modo adeguato anche nel corso della conferenza annuale sulle prospettive agricole organizzata dalla DG AGRI;

1.7.

ricorda che i consumatori attribuiscono sempre maggiore importanza agli alimenti di origine regionale. Secondo il CESE, circuiti più brevi e locali di produzione e commercializzazione di prodotti biologici, che tengano anche conto dell’aspetto della stagionalità, possono essere un mezzo promettente per conseguire una maggiore creazione di valore lungo la filiera alimentare. Il CESE riconosce inoltre che queste attività potrebbero offrire ulteriori opportunità di occupazione nelle zone rurali;

1.8.

fa notare che i prodotti biologici normalmente costano più dei prodotti convenzionali, e che ciò rappresenta un ostacolo al loro acquisto da parte delle persone con un reddito basso; e propone pertanto di adottare misure di accompagnamento atte a far sì che i prodotti biologici siano accessibili anche ai gruppi sociali più deboli;

1.9.

ritiene che incomba soprattutto al settore pubblico (amministrazioni comunali, cittadine, regionali, statali) la responsabilità di puntare in maniera più decisa sugli alimenti biologici regionali negli appalti pubblici (ad esempio per la fornitura delle mense); In tale contesto va anche tenuto in considerazione l’aspetto della stagionalità;

1.10.

sottolinea la necessità di destinare risorse finanziarie sufficienti per la ricerca e l’innovazione a sostegno del settore biologico.

2.   Contesto

2.1.

Nel quadro del Green Deal europeo, con la strategia «Dal produttore al consumatore» e la strategia dell’UE sulla biodiversità la Commissione europea ha fissato un obiettivo ambizioso per la produzione biologica nell’UE: entro il 2030 almeno il 25 % delle superfici agricole dovrà essere destinato all’agricoltura biologica. Il 25 marzo 2021 la Commissione europea ha pubblicato al riguardo un piano d’azione per la produzione biologica (1), il quale mira ad aiutare gli Stati membri nell’attuazione di tale obiettivo.

2.2.

Secondo la Commissione europea, il piano d’azione per la produzione biologica fa leva sui successi conseguiti grazie al piano d’azione 2014-2020 e tiene conto dei risultati di una consultazione pubblica svoltasi tra il settembre e il novembre 2020 (2). Il piano d’azione si articola in tre assi tematici principali, tra loro collegati:

Asse 1 — Stimolare la domanda e acquisire la fiducia dei consumatori

Asse 2 — Stimolare la riconversione e rafforzare l’intera catena del valore

Asse 3 — migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità

2.3.

Queste tre priorità si basano a loro volta su 23 misure, per la cui realizzazione si prevede di mobilitare diverse fonti di finanziamento. Il sostegno finanziario per l’agricoltura biologica continuerà ad essere fornito attraverso impegni in materia di sviluppo rurale (secondo pilastro), e un ulteriore flusso di finanziamenti potrà essere messo a disposizione attraverso regimi ecologici (primo pilastro). Inoltre, alla politica di promozione dell’UE sarà assegnata una dotazione ambiziosa per incentivare il consumo di prodotti biologici.

2.4.

I servizi di consulenza agricola verranno potenziati, al fine di promuovere lo scambio di conoscenze in materia di agricoltura biologica. Per sostenere gli obiettivi del piano d’azione, la Commissione europea intende destinare almeno il 30 % dei mezzi finanziari assegnati per le azioni di ricerca e innovazione nel settore dell’agricoltura, della silvicoltura e delle zone rurali a tematiche specifiche del settore biologico o per esso rilevanti, quali ad esempio l’aumento della resa delle colture, la biodiversità genetica e le alternative ai prodotti controversi.

2.5.

Più in dettaglio, nell’ambito dei tre diversi assi, le azioni proposte saranno intese a:

Asse 1 — Stimolare la domanda e acquisire la fiducia dei consumatori

a)

promuovere l’agricoltura biologica e il logo UE;

b)

promuovere l’offerta di prodotti biologici nelle mense e intensificare il ricorso agli appalti pubblici verdi;

c)

rafforzare il ruolo dell’alimentazione biologica nei programmi destinati alle scuole;

d)

prevenire le frodi alimentari e acquisire la fiducia dei consumatori;

e)

migliorare la tracciabilità;

f)

agevolare il contributo del settore privato.

Asse 2 — Stimolare la riconversione e rafforzare l’intera catena del valore

a)

incoraggiare la riconversione, gli investimenti e gli scambi delle migliori pratiche;

b)

sviluppare l’analisi settoriale per aumentare la trasparenza del mercato;

c)

sostenere l’organizzazione della filiera alimentare;

d)

rafforzare i piccoli stabilimenti di trasformazione a livello locale e promuovere il circuito commerciale breve;

e)

migliorare l’alimentazione degli animali conformemente alle norme di produzione biologica;

f)

rafforzare l’acquacoltura biologica.

Asse 3 — migliorare il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità

a)

ridurre l’impronta biologica e limitare il contributo ai cambiamenti climatici;

b)

migliorare la biodiversità genetica e aumentare la resa;

c)

sviluppare alternative ai fattori di produzione controversi e ad altri prodotti fitosanitari;

d)

migliorare il benessere degli animali;

e)

rendere più efficiente l’uso delle risorse.

2.6.

Per l’attuazione, la Commissione europea raccomanda agli Stati membri di elaborare piani di azione per la produzione biologica nazionali adeguati e con obiettivi chiari, tenendo in considerazione le caratteristiche regionali, e di considerarli di conseguenza nel piano strategico nazionale della PAC.

2.7.

Il presente parere andrebbe letto in connessione coi pareri già adottati dal CESE sul tema della sostenibilità della produzione e del consumo alimentari (tra cui Compatibilità della politica commerciale dell’UE con il Green Deal europeo (3), Una strategia «Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente (4), Promuovere filiere alimentari corte e alternative nell’Unione europea: il ruolo dell’agroecologia (5) e Promuovere un’alimentazione sana e sostenibile nell’UE (6).

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il CESE giudica molto ambizioso l’obiettivo, formulato nel Green Deal europeo, di destinare il 25 % delle superfici agricole nell’UE all’agricoltura biologica entro il 2030. Attualmente nell’UE la percentuale delle superfici agricole destinata alla produzione biologica è mediamente dell’8,5 %. Ciò significa che, per raggiungere il suddetto obiettivo, le superfici agricole destinate alla coltivazione di prodotti biologici dovrebbero essere triplicate entro il 2030. A titolo di paragone, nel periodo che va dal 2009 al 2019 la superficie adibita ad agricoltura biologica è aumentata da circa 8,3 a circa 13,8 milioni di ettari (ossia del 70 %), il che evidenzia comunque una tendenza progressiva. L’obiettivo del 25 % comporta però un ampliamento della superficie destinata a questo tipo di agricoltura a circa 40 milioni di ettari, dunque ben al di là della tendenza attuale.

3.2.

Il CESE accoglie con favore l’approccio orientato al mercato della Commissione europea, volto a rafforzare ulteriormente la domanda e la fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti biologici. Per favorire in modo efficace l’ulteriore sviluppo del settore biologico, è decisivo un rapporto equilibrato tra domanda e offerta.

3.3.

L’incremento della produzione biologica deve inoltre essere orientato alla domanda. Occorre prestare attenzione a che l’aumento dell’offerta sia anticipato da uno sviluppo corrispondente anche sul versante della domanda. Se, infatti, la produzione di alimenti biologici fosse portata avanti più intensamente di quanto si sviluppi la domanda, ciò porterebbe immancabilmente ad una concorrenza negativa sul mercato e di conseguenza ad un crollo dei prezzi di produzione.

3.4.

Rispetto all’agricoltura convenzionale, quella biologica ha di norma costi di produzione più elevati per unità di prodotto (dovuti a spese più alte e a rese inferiori). Per uno sviluppo sostenibile del settore biologico, questi costi aggiuntivi devono essere coperti anche tramite ricavi di mercato adeguati. Tuttavia, con l’avanzare della professionalizzazione lungo l’intera filiera alimentare biologica, il rapporto prezzo-prestazioni dovrebbe evolversi in modo positivo.

3.5.

La situazione di partenza varia da uno Stato membro all’altro. Da una parte, infatti, vi sono Stati membri nei quali l’agricoltura biologica e la sua commercializzazione sono già ben affermati; dall’altra, invece, vi sono Stati membri in cui la quota di superfici destinate all’agricoltura biologica rappresenta una percentuale che non arriva alla doppia cifra. Queste differenze nelle situazioni regionali di partenza sono da tenere adeguatamente in considerazione nella pianificazione delle misure. A tal proposito, il CESE raccomanda di istituire una sorta di «meccanismo di gemellaggio» per facilitare lo scambio di esperienze tra gli Stati membri. Gli Stati membri con un settore biologico già affermato hanno spesso optato per un approccio «push-pull», e adottato quindi sia misure per promuovere la produzione che misure per rafforzare la domanda di prodotti biologici. Anche il commercio al dettaglio di generi alimentari svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo del settore biologico.

3.6.

In Europa, la molteplicità delle strutture e le grandi differenze regionali fanno sì che, al momento di attuare le disposizioni del regolamento UE relativo alla produzione biologica, si presentino continuamente casi concreti che pongono complesse questioni applicative. Affinché il settore continui a svilupparsi con successo, è necessario trovare, in fase di attuazione, un equilibrio che non solo rispetti l’esigenza di un’applicazione unitaria delle regole in tutta l’UE e soddisfi le aspettative dei consumatori, ma offra anche la flessibilità necessaria per tenere adeguatamente conto delle differenze e delle caratteristiche locali, nella misura in cui il suddetto regolamento lo consente.

3.7.

Il piano di azione per la produzione biologica della Commissione europea, con i tre assi tematici in cui si articola (promuovere il consumo, aumentare la produzione e rafforzare ulteriormente la sostenibilità), costituisce una base solida per portare avanti uno sviluppo sostenibile del settore biologico; e la sua realizzazione negli Stati membri dovrebbe essere accompagnata da un processo di monitoraggio e valutazione costante.

3.8.

Gli Stati membri dovrebbero coinvolgere i portatori d’interesse pertinenti per elaborare piani d’azione nazionali e/o regionali per l’agricoltura biologica e sfruttare le possibilità offerte dalla PAC (ad esempio in sede di attuazione dei relativi piani strategici nazionali) per sostenere l’agricoltura biologica.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.

Una profonda fiducia del consumatore è la premessa per il successo dell’agricoltura biologica. I consumatori devono poter essere certi che gli standard di produzione in vigore siano rispettati lungo l’intera filiera alimentare, dalla produzione alla trasformazione fino al consumo. Per tale motivo le misure previste per evitare frodi e per migliorare la tracciabilità sono particolarmente importanti; e a tal fine sarebbe opportuno sfruttare a fondo anche e soprattutto le possibilità offerte dalla digitalizzazione.

4.2.

Le misure previste dal piano d’azione per migliorare la trasparenza del mercato e la base di dati nel settore biologico aiuteranno gli operatori economici a trarre le conclusioni giuste. Finora, nelle statistiche a livello europeo, perlopiù non si è fatta alcuna distinzione fra il segmento dei prodotti convenzionali e quello dei prodotti biologici. Considerare la produzione biologica ai fini delle analisi degli osservatori del mercato della DG AGRI costituisce già un passo nella direzione giusta. Si propone quindi che gli sviluppi del settore biologico siano illustrati in modo adeguato anche nel corso della conferenza annuale sulle prospettive agricole organizzata dalla DG AGRI.

4.3.

Il previsto potenziamento dei servizi di consulenza agricola, come anche le azioni volte a promuovere lo scambio di conoscenze sull’agricoltura biologica, sono misure di accompagnamento importanti. Andrebbero intensificati gli scambi tra scienza, consulenza, formazione, agricoltori e società. I programmi di scambio regionali e internazionali possono essere di grande beneficio, specialmente per i giovani agricoltori.

4.4.

I benefici e le sfide che i prodotti biologici comportano dovrebbero essere fatti conoscere meglio anche ai consumatori, tramite iniziative di informazione e sensibilizzazione adatte (e l’ideale sarebbe iniziare già dalla scuola). Il programma dell’UE per la distribuzione di frutta, verdura e latte nelle scuole (7) offre al proposito dei validi spunti.

4.5.

Al fine di sensibilizzare in merito alla produzione biologica, la Commissione europea prevede, tra le altre cose, di introdurre una giornata annuale europea dedicata al biologico, nonché di istituire premi per prestazioni eccellenti in tutti gli ambiti della filiera alimentare biologica. Il CESE è lieto di offrire la sua disponibilità a collaborare come partner a tale scopo.

4.6.

I consumatori attribuiscono sempre maggiore importanza agli alimenti di origine regionale. La pandemia di COVID-19 ha indotto le persone ad essere ancora più sensibili alla qualità degli alimenti. Circuiti più brevi e locali di produzione e commercializzazione di prodotti biologici possono quindi, in combinazione tra loro, essere un mezzo promettente per conseguire una maggiore creazione di valore. Anche in riferimento alla sostenibilità, gli aspetti della produzione biologica, della regionalità e della stagionalità dovrebbero essere considerati il più possibile in modo congiunto. Un ulteriore potenziamento del logo «biologico» dell’UE dovrebbe potere essere effettuato in armonia con il rafforzamento dei loghi nazionali e/o regionali analoghi già affermati. Le informazioni sull’origine dei prodotti alimentari (materie prime) dovrebbero essere quanto più specifiche possibile, andando oltre il marchio «Agricoltura UE/non UE» e, se possibile, identificando il paese o la regione.

4.7.

Nel turismo e nella gastronomia potrebbe esserci un grande potenziale per i prodotti biologici; e in quest’ottica la trasparenza e sistemi di certificazione credibili sono presupposti fondamentali.

4.8.

Dati i molteplici processi di produzione che essa comporta, l’agricoltura biologica va spesso di pari passo con un maggiore impiego di manodopera e potrebbe quindi anche offrire ulteriori opportunità di occupazione nelle zone rurali. D’altra parte, però, gli alti costi del lavoro potrebbero ostacolare lo sviluppo del settore biologico.

4.9.

I prodotti biologici normalmente costano più di quelli convenzionali, con differenze di prezzo che tendono a diminuire (da un lato perché cresce la produttività dell’agricoltura biologica e dall’altro perché aumentano i requisiti ambientali previsti per altre forme di agricoltura man mano che si evolve la PAC). Tale differenza di prezzo rappresenta un ostacolo all’acquisto dei prodotti biologici da parte delle persone con un reddito basso, come pensionati, giovani o famiglie appartenenti agli strati sociali meno abbienti. Il CESE propone di adottare misure adatte a far sì che tali prodotti siano accessibili anche a queste persone.

4.9.1.

I responsabili della tutela dei consumatori fanno notare che, nel commercio dei prodotti biologici, i margini percentuali sono in parte significativamente più alti di quelli relativi ai prodotti non biologici, e che ciò potrebbe ripercuotersi anche sul prezzo dei prodotti biologici rispetto a quello degli alimenti convenzionali. I margini commerciali dovrebbero pertanto essere adeguati.

4.9.2.

In alcuni Stati membri la differenza di prezzo rispetto ai prodotti convenzionali, che è talvolta assai netta, rappresenta un ostacolo fondamentale alla crescita del mercato dei consumatori di prodotti biologici. Tuttavia, i prezzi degli alimenti biologici includono anche prestazioni migliori in relazione a beni pubblici, come ad esempio la biodiversità sui terreni agricoli o il benessere degli animali. In tale contesto, l’inclusione delle esternalità nel costo di tutti i prodotti (ossia in definitiva la veridicità dei costi) potrebbe essere uno strumento per sostenere il settore dell’agricoltura biologica.

4.9.3.

Il CESE ritiene inoltre che incomba soprattutto al settore pubblico (amministrazioni comunali, cittadine, regionali, statali) la responsabilità di dare il buon esempio in questo campo e di puntare in maniera più decisa sugli alimenti biologici stagionali e regionali negli appalti pubblici (ad esempio per la fornitura delle mense). Molte città europee (8) (tra cui Copenaghen, Vienna, Norimberga) hanno già attuato progetti di grande successo in questo senso.

4.9.4.

Le filiere alimentari più corte, al pari delle opportunità di commercializzazione diretta, consentono di definire prezzi adeguati sia per i produttori che per i consumatori.

4.10.

L’aumento della quota di superfici destinata alla coltivazione di prodotti biologici farà sorgere nuove sfide. Lo sviluppo di parassiti e malattie delle piante andrebbe osservato attentamente tramite un processo di monitoraggio, in una visione d’insieme che consideri congiuntamente l’avanzamento dei cambiamenti climatici. Servono mezzi sufficienti per la ricerca applicata, al fine di coltivare varietà adatte all’agricoltura biologica e di sviluppare misure efficaci di protezione delle piante e soluzioni innovative. A tale proposito il CESE sottolinea che si deve continuare a garantire un accesso libero a varietà e sementi.

4.11.

Nel campo dell’alimentazione animale persistono già da alcuni anni difficoltà a garantire un approvvigionamento sufficiente di mangimi proteici e amminoacidi essenziali (vitamina B) prodotti in maniera biologica. La prevista intensificazione della ricerca di alternative in questo campo è necessaria e urgente e va decisamente accolta con favore.

4.12.

Per gli agricoltori il lasso di tempo necessario per la conversione alla produzione biologica pone una sfida particolare, in quanto in tale periodo essi devono già far fronte a maggiori costi (ad esempio quelli relativi ai controlli e ai mezzi di produzione biologici), ma non possono ancora commercializzare i loro prodotti come biologici. Gli Stati membri dovrebbero prevedere misure di sostegno adeguate per tale situazione. Sarebbe opportuno verificare la possibilità di istituire eventualmente anche un mercato per i «prodotti di conversione» (tra il biologico e convenzionale).

Bruxelles, 22 settembre 2021

La presidente del Comitato economico e sociale europeo

Christa SCHWENG


(1)  https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/farming/organic-farming/organic-action-plan_it

(2)  https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/12555-Agricoltura-biologica-piano-dazione-per-lo-sviluppo-della-produzione-biologica-dellUE_it

(3)  Parere del CESE sul tema Compatibilità della politica commerciale dell’UE con il Green Deal europeo (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 66).

(4)  Parere del CESE sul tema Una strategia«Dal produttore al consumatore»per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente (GU C 429 dell'11.12.2020, pag. 268).

(5)  Parere del CESE sul tema Promuovere filiere alimentari corte e alternative nell’Unione europea: il ruolo dell’agroecologia (GU C 353 del 18.10.2019, pag. 65).

(6)  Parere del CESE sul tema Promuovere un’alimentazione sana e sostenibile nell’UE (GU C 190 del 5.6.2019, pag. 9).

(7)  https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/key-policies/common-agricultural-policy/market-measures/school-fruit-vegetables-and-milk-scheme_it

(8)  https://www.organic-cities.eu/


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