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Document 52016JC0052

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Un partenariato rinnovato con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico

JOIN/2016/052 final

Strasburgo, 22.11.2016

JOIN(2016) 52 final

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Un partenariato rinnovato con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico

{SWD(2016) 380 final}
{SWD(2016) 381 final}


Indice

1. Introduzione    

2. Gli interessi strategici dell'UE    

3. Un partenariato politico basato su priorità specifiche    

3.1 Le priorità dell'UE nei confronti dei paesi partner    

3.1.1 Promuovere società basate sulla pace e la democrazia, il buon governo, lo Stato di diritto e i diritti umani per tutti

3.1.2 Stimolare una crescita inclusiva e sostenibile e un lavoro dignitoso per tutti

3.1.3 Trasformare la mobilità e la migrazione in opportunità e affrontare insieme le sfide

3.1.4 Promuovere lo sviluppo umano e la dignità

3.1.5 Proteggere l'ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici

3.1.6 Alleanza su sfide comuni

3.2. Priorità dell'UE adeguate alle regioni    

3.2.1 Africa

3.2.2 Caraibi

3.2.3 Paesi del Pacifico

4. Un partenariato più mirato e flessibile    

4.1 Insegnamenti tratti    

4.2 Un partenariato flessibile fondato su un forte approccio regionale    

4.2.1 Le opzioni

4.2.2 L'opzione proposta

4.2.3 Coinvolgimento al di là dei paesi ACP

4.3 Un partenariato con vari livelli e varie parti interessate e con principi fondamentali di cooperazione    

4.3.1 Principi fondamentali per la cooperazione

4.3.2 Principi di sussidiarietà e complementarità

4.3.3 Attori

4.4 Un partenariato che offre risultati migliori    

4.4.1 Partenariato diversificato

4.4.2 Mezzi di attuazione

4.5 Un partenariato sostenuto dal giusto assetto istituzionale    

4.6 Un partenariato sostenuto da un quadro giuridico    

4.7 Prossime tappe    

 

1. Introduzione

L'accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou nel giugno 2000 1 , giungerà a scadenza nel febbraio 2020. I negoziati tra le parti al fine di esaminare disposizioni volte a disciplinare le relazioni successive dovranno iniziare entro agosto 2018 2 . La scadenza dell'accordo di partenariato, noto come l'accordo di partenariato di Cotonou (APC), che copre 100 paesi con una popolazione totale di circa 1.5 miliardi di persone, rappresenta una grande opportunità per rivitalizzare le relazioni dell'UE con i suoi partner dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, tenendo conto dei cambiamenti intervenuti nel contesto mondiale e concentrando il partenariato sugli interessi e gli obiettivi comuni e le responsabilità condivise.

La presente comunicazione espone le idee e gli elementi basilari proposti per un partenariato politico con i paesi ACP. Si basa sull'Agenda 2030 delle Nazioni Unite 3 concordata a livello internazionale, che fornisce un insieme universale di obiettivi comuni, e sulla strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'UE 4 , che fornisce orientamenti strategici in materia di interessi e ambizioni esterne dell'UE. La comunicazione è inoltre coerente con la proposta della Commissione di rivedere il consenso europeo in materia di sviluppo 5 .

L'Unione europea si rivolge ai paesi partner che condividono gli stessi principi e alle organizzazioni regionali al fine di perseguire obiettivi comuni. La Commissione europea e l'Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno tutto l'interesse a investire in partenariati basati sul principio di corresponsabilità per renderli dei veri partenariati. A tal fine è necessario che i paesi partner si impegnino concretamente e condividano ambizioni analoghe.

Il rapporto di lunga durata instaurato con i paesi ACP costituisce un buon punto di partenza per costruire un partenariato politico rinnovato. Entrambe le parti devono realizzare cambiamenti significativi per fare in modo che i futuri rapporti rispondano alle esigenze del mondo di oggi e creino una forte alleanza capace di perseguire le principali priorità. Tenendo conto delle priorità, del nuovo contesto e degli insegnamenti tratti dall'attuazione dell'APC, una semplice proroga dell'APC non sarebbe in grado di realizzare gli obiettivi stabiliti. La Commissione e l'Alta rappresentante ritengono necessario un profondo cambiamento del processo decisionale e della sua attuazione che conferisca maggiore importanza ai livelli regionali. Inoltre, le future relazioni dovrebbero collegare i paesi ACP e le regioni limitrofe, che non fanno parte dell'attuale APC ma che svolgono un ruolo chiave in relazione agli obiettivi dell'UE.

In preparazione del processo di definizione delle relazioni UE-ACP dopo il 2020, la Commissione e l'Alta rappresentante hanno avviato un processo di riflessione nel 2015 mediante una consultazione pubblica 6 . Inoltre, si sono tenute discussioni con le principali parti interessate e nel luglio 2016 è stata pubblicata una valutazione dei primi 15 anni di attuazione dell'APC 7 . Nell'ambito della valutazione d'impatto 8 che accompagna la presente comunicazione sono esaminate le diverse opzioni per le future relazioni. Questo lavoro ha costituito la base per la presente comunicazione.

2. Gli interessi strategici dell'UE

Il contesto mondiale è profondamente cambiato dall'inizio dell'accordo di partenariato di Cotonou nel 2000, a seguito dell'eredità della convenzione di Lomé del 1975. La scadenza dell'APC è un'opportunità per adattare il partenariato alla luce delle attuali sfide in un mondo mutato. In primo luogo, la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'UE ha chiaramente delineato il quadro per un'azione più incisiva dell'UE nel mondo. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) nel quadro dell'Agenda 2030 e del programma d'azione di Addis Abeba 9 hanno varato un vasto e ambizioso programma universale di riforme.

Questo avviene in un'epoca caratterizzata da situazioni di persistente fragilità e vulnerabilità, dalla disomogeneità dei progressi nei e tra i paesi e dal rapido acuirsi degli effetti negativi dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale, che compromettono la stabilità sociale ed economica in diverse parti del mondo. In particolare, molti Stati ACP devono far fronte a problemi importanti dovuti a varie cause: conflitti, povertà, disoccupazione e mancanza di un lavoro dignitoso, crescenti disuguaglianze, violazioni dei diritti umani, corruzione, impatto negativo dei cambiamenti climatici, pressioni sulle scarse risorse naturali e degrado degli ecosistemi, nonché integrazione non uniforme nell'economia mondiale. La concentrazione di povertà cronica ed estrema negli Stati fragili continua a essere una realtà. Crisi ricorrenti e strutturali rimangono la fonte di gravi emergenze umanitarie che stanno mettendo a dura prova la resilienza di interi paesi e società. Inoltre, in molti paesi partner la crescita della popolazione è più rapida di quella dell'economia. Tutto ciò frena la crescita sostenibile e inclusiva, la creazione di posti di lavoro necessari per poter offrire una prospettiva positiva e opportunità concrete nella vita, soprattutto ai giovani e alle fasce della popolazione più vulnerabili.

Questo contesto difficile rappresenta un terreno fertile per l'estremismo, il terrorismo e le altre forme di criminalità organizzata, tra cui la tratta di esseri umani, il traffico di droga e di armi da fuoco, così come la criminalità informatica. Tali modelli di sviluppo hanno effetti di ricaduta negativi sulla sicurezza e sulla prosperità economica dell'UE e dei suoi cittadini. Questa è anche una delle cause profonde della migrazione irregolare e dei trasferimenti forzati. Un quadro di riferimento chiaro è fissato dall'agenda europea sulla migrazione 10 , dalla dichiarazione e dal piano di azione di La Valletta concordati congiuntamente a novembre 2015 11 , nonché dalla comunicazione sull'istituzione di un nuovo quadro di partenariato con i paesi terzi 12 nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione.

La valutazione dell'APC mostra che l'accordo ha contribuito in modo decisivo all'eliminazione della povertà e a un migliore e più equo accesso ai servizi di base. Tuttavia, lo scenario è variegato per quanto riguarda il rispetto degli elementi essenziali (diritti umani, principi democratici e Stato di diritto) da parte dei partner ACP. Inoltre, non sono state fornite risposte convincenti e comuni a sfide fondamentali come la migrazione e la mobilità.

Allo stesso tempo, in molti paesi ACP si è registrata una crescita economica significativa. La crescente connettività, l'interdipendenza, il progresso scientifico e tecnologico e l'intensificarsi degli scambi commerciali hanno aperto nuove possibilità per una maggiore prosperità globale. Sempre più economie ACP offrono una gamma sempre più ampia di opportunità in termini di redditività degli investimenti, anche per le imprese europee. Dalla valutazione dell'APC si evince che l'accordo ha permesso di compiere progressi per favorire l'integrazione dei paesi partner nell'economia mondiale. Si è registrato un aumento dei flussi commerciali verso e da paesi ACP, che hanno aderito in misura crescente all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e hanno svolto un ruolo sempre maggiore nei negoziati commerciali internazionali. La conclusione e l'attuazione di accordi di partenariato economico sono stati obiettivi importanti. Tuttavia, la situazione attuale non è soddisfacente quando si tratta di potenziare la diversificazione economica, rafforzare il valore aggiunto e ridurre la dipendenza da una gamma ristretta di prodotti, nonché ridistribuire i benefici che generano crescenti disuguaglianze.

Un'altra nuova realtà è la maggiore dinamica regionale e l'importanza delle organizzazioni regionali e, nel caso dell'Africa, di un organizzazione continentale, l'Unione africana. Dalla valutazione dell'APC risulta che l'accordo non è stato in grado di gestire questi importanti sviluppi, cosa che dovrebbe riflettersi nell'assetto decisionale e istituzionale di un futuro partenariato.

Infine, i paesi partner svolgono un ruolo sempre più rilevante nell'affrontare le sfide a livello mondiale, che per definizione non possono essere risolte dalla sola UE. A questo proposito, i cambiamenti climatici sono una delle minacce più urgenti al conseguimento dello sviluppo sostenibile nell'Unione europea e nel mondo. L'emergere di nuove potenze, che non sempre promuovono gli stessi valori e programmi, costituisce un ulteriore argomento per rafforzare gli sforzi volti a ottenere un ampio consenso con i partner dell'UE sulle principali questioni di interesse globale e portare avanti insieme un'agenda positiva. È pertanto fondamentale rafforzare il dialogo e la cooperazione con i paesi ACP se l'UE intende influenzare e promuovere un ordine basato su regole multilaterali. Tuttavia, la valutazione mostra che il partenariato non ha conseguito in misura sufficiente questi obiettivi. Per quanto riguarda i risultati, si è registrata una mancanza di reattività e cooperazione effettiva tra i partner su dibattiti chiave di portata internazionale.

Queste sfide e opportunità sono di tale importanza a medio termine che richiedono un'azione urgente e decisiva da mettere in atto con i partner.

È nell'interesse dell'Unione europea realizzare un nuovo partenariato politico incentrato sulla creazione di Stati e società alle sue frontiere e nel resto del mondo fondati sulla pace, la stabilità, il buon governo, la prosperità e la resilienza. Una società fondata sulla democrazia, sulla fiducia nelle istituzioni e sullo sviluppo sostenibile costituisce la base per uno Stato resiliente.

È anche nell'interesse dell'UE dare vita a un nuovo partenariato politico che realizzi l'obiettivo di un sistema multilaterale basato su regole per affrontare le sfide globali. L'esito positivo dei negoziati sull'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici 13 ha dimostrato che la costruzione di tali alleanze strategiche incide positivamente sui risultati nei negoziati internazionali.

Per conseguire questi obiettivi dell'UE, la strategia di risposta dell'Unione europea dovrebbe concentrarsi sulle seguenti priorità specifiche che sono interdipendenti e si rafforzano reciprocamente:

Priorità specifiche

1

Promuovere società basate sulla pace e la democrazia, il buon governo, lo Stato di diritto e i diritti umani per tutti

2

Stimolare una crescita inclusiva e sostenibile e un lavoro dignitoso per tutti

3

Trasformare la mobilità e la migrazione in opportunità e affrontare insieme le sfide

4

Promuovere lo sviluppo umano e la dignità

5

Proteggere l'ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici

6

Unire le forze sulla scena mondiale in settori di comune interesse

I principali elementi costitutivi di un futuro partenariato sono esposti qui di seguito.

3. Un partenariato politico basato su priorità specifiche

Un primo elemento costitutivo di un nuovo partenariato politico dovrebbe specificare gli obiettivi, i valori, i principi e gli impegni concordati congiuntamente. Dopodiché, questi devono essere adattati alle diverse regioni, tenendo conto delle loro specificità. Occorre esplorare attivamente la possibilità di coinvolgere altri partner interessati al di là dei paesi ACP (cfr. sezione 4.2.3).

3.1 Le priorità dell'UE nei confronti dei paesi partner

3.1.1 Promuovere società basate sulla pace e la democrazia, il buon governo, lo Stato di diritto e i diritti umani per tutti

Il futuro partenariato deve basarsi su un forte impegno a promuovere e rispettare i principi democratici, lo Stato di diritto, i diritti umani universali e le libertà fondamentali per tutti, il rispetto per la dignità umana e i principi di uguaglianza e di solidarietà e il buon governo. In particolare, l'attenzione alla parità di genere, alle persone più vulnerabili e ai giovani dovrebbe ulteriormente stimolare gli sforzi comuni verso la governance democratica e i diritti umani per tutti. In molti paesi partner questi elementi sono già una realtà o lo stanno diventando. I progressi sono tuttavia insufficienti a consentire che gli sforzi tesi allo sviluppo sostenibile possano radicarsi.

L'UE promuove un ordine globale basato su regole per fornire beni pubblici globali e contribuire a un mondo pacifico e sostenibile, con il multilateralismo come principio fondamentale e le Nazioni Unite (ONU) come elemento cardine. Il partenariato dovrebbe quindi basarsi sul pieno rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, e dovrebbe svolgere un ruolo attivo in questo ambito.

Dovrebbe promuovere la pace, la stabilità e la sicurezza, ivi compresa la sicurezza umana e la resilienza, come una condizione fondamentale per lo sviluppo sostenibile e la prosperità. Uno sviluppo sostenibile non è possibile senza la pace e la sicurezza, così come senza lo sviluppo e l'eliminazione della povertà non sarà possibile una pace duratura. Anche lottare contro le cause profonde della destabilizzazione è essenziale per la sicurezza e la prosperità dell'UE. La sicurezza interna dipende dalla pace oltre i confini dell'Unione europea. A questo proposito, il futuro partenariato dovrebbe riflettere la necessità di un approccio globale nei confronti dei conflitti e delle crisi, incluse la prevenzione e risoluzione dei conflitti, che tratti anche le capacità civili e militari (nonché le loro interazioni). Occorre tener conto delle molteplici dimensioni e agire in tutte le fasi del ciclo di un conflitto, in stretta cooperazione con le organizzazioni regionali e continentali, nonché con l'ONU.

Il partenariato dovrebbe concentrarsi sulla realizzazione dello Stato di diritto. Questo è un valore fondamentale e un elemento necessario per lo sviluppo sostenibile, un fattore chiave nella prevenzione dei conflitti e una base per il successo della cooperazione in altri settori di interesse per l'UE. Per realizzare questo obiettivo, occorre assumere un chiaro impegno al fine di promuovere meccanismi efficaci e indipendenti di giustizia per i cittadini e le imprese. Occorre inoltre affrontare l'impunità per i crimini più gravi di rilevanza internazionale, anche riconoscendo la complementarità dei ruoli tra le giurisdizioni penali nazionali e la Corte penale internazionale per favorire la giustizia e la riconciliazione. La lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata è altresì essenziale per l'efficacia delle istituzioni democratiche, per un ambiente favorevole alle imprese e per la gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese quelle minerali.

Il partenariato dovrebbe consentire un'azione comune per affrontare le minacce sempre più globali alla sicurezza che interessano l'Europa e i paesi partner, in particolare il terrorismo e l'estremismo, nonché tutte le forme di criminalità organizzata e traffici illeciti, compresi la tratta di esseri umani e il traffico di fauna selvatica, di stupefacenti e di sostanze pericolose. Dovrebbe inoltre contemplare la promozione della sicurezza informatica, la protezione delle infrastrutture critiche, così come la sicurezza marittima e dell'aviazione civile. Il partenariato dovrebbe altresì rafforzare l'impegno comune a lottare contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, compreso il controllo dei prodotti a duplice uso, e lottare contro la produzione illecita, il trasferimento, la circolazione, l'accumulazione eccessiva e la diffusione incontrollata di armi leggere e di piccolo calibro.

Il partenariato dovrebbe favorire un'azione efficace a tutti i livelli (locale, nazionale, regionale, continentale e internazionale) e garantire un coinvolgimento sistematico di tutte le parti interessate a favore del rispetto dei principi e degli impegni assunti. Il nuovo partenariato dovrebbe fondarsi sull'esperienza acquisita con il dialogo politico quale processo solido e flessibile per un impegno continuo, globale e ampio a tutti i livelli e su tutte le questioni di interesse. Dovrebbe mantenere il ricorso a un dialogo politico intensificato e comprendere una procedura di consultazione su questioni sensibili relative al rispetto dei principi democratici, dello Stato di diritto, dei diritti umani e della buona governance per tutti, con la possibilità di sospensione parziale o totale delle relazioni come misura di ultima istanza. Il nuovo partenariato dovrebbe favorire una maggiore partecipazione di un'ampia gamma di attori non statali, inclusi la società civile e il settore privato.

3.1.2 Stimolare una crescita inclusiva e sostenibile e un lavoro dignitoso per tutti

Nel corso dell'ultimo decennio la crescita economica è stata notevole in molti paesi partner. Spesso è stata rapida, ma è iniziata da un livello basso, e nella maggior parte dei paesi la diversificazione e la sofisticatezza dell'economia sono spesso deboli. La maggior parte delle economie rimangono estremamente vulnerabili agli shock economici e naturali e non offrono il livello necessario di creazione di posti di lavoro. Inoltre, non si stanno ancora trasformando in misura sufficiente verso un percorso di crescita inclusiva e sostenibile, in particolare nel settore del consumo e della produzione sostenibili e dell'uso efficiente delle risorse. L'integrazione dei paesi ACP nell'economia mondiale mediante un rafforzamento del commercio e l'inclusione in catene globali del valore non ha raggiunto i livelli attesi. Come risulta dagli obiettivi di sviluppo sostenibile, creare posti di lavoro dignitosi e favorire una crescita inclusiva e sostenibile sono elementi fondamentali per la stabilità e la prosperità dei paesi partner. Sono importanti anche per garantire effetti di ricaduta positivi per l'UE. Pertanto, il partenariato dovrebbe concentrarsi soprattutto sui fattori chiave per una crescita inclusiva e sostenibile.

La promozione della stabilità macroeconomica, compresa la stabilità del sistema finanziario, costituisce un presupposto per una crescita inclusiva e sostenibile. Ciò è di particolare rilevanza nel contesto di una realtà economica e finanziaria sempre più interconnessa, con molte economie emergenti e i relativi mercati finanziari. Un disavanzo fiscale e delle partite correnti insostenibile, eccessive fluttuazioni dei tassi di cambio e dell'inflazione o l'elevata volatilità delle attività economica rendono difficile per gli investitori pianificare e anticipare le opportunità economiche. Un tale contesto ostacola l'attuazione di politiche coerenti e un'efficace gestione del bilancio da parte del governo.

La promozione di una sana gestione delle finanze pubbliche e di un controllo efficace del loro uso è fondamentale a tale riguardo. Comprende la promozione di sistemi fiscali efficaci, efficienti, equi e trasparenti e la lotta contro le frodi e i flussi finanziari illeciti. Una sana gestione delle finanze pubbliche è un elemento essenziale del buon governo e una base fondamentale per un settore pubblico efficace e resiliente. Dovrebbe fare in modo che le entrate nazionali siano trasformate in modo efficace ed efficiente in servizi e beni pubblici.

Il nuovo partenariato dovrebbe inoltre promuovere un ruolo più forte per il settore privato in termini di creazione di posti di lavoro e crescita inclusiva e sostenibile. Ciò richiede un'azione più incisiva per migliorare il contesto politico e normativo, nonché il contesto imprenditoriale. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata al clima degli investimenti e ad affrontare la necessità di maggiori investimenti.

La promozione del buon funzionamento dei mercati del lavoro dovrebbe occupare un posto di primo piano nel nuovo partenariato. Essi sono necessari al fine di garantire posti di lavoro dignitosi ai lavoratori, anche mediante la transizione dall'economia informale a quella formale e il miglioramento delle condizioni di lavoro, della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, e dell'accesso alla protezione sociale.

Particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla creazione di un settore agroalimentare sostenibile e responsabile in materia di ambiente. Nei paesi partner, questo settore, particolarmente a rischio a causa dei cambiamenti climatici, resta un elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile e in particolare per la sicurezza alimentare, la creazione di posti di lavoro, l'eliminazione della povertà.

Questo approccio sostenibile si applica anche al settore della pesca e dell'acquacoltura. Una migliore gestione globale degli oceani è essenziale per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile delle attività marittime, assicurando nel contempo mari sani, puliti e sicuri. A tale riguardo, il partenariato dovrebbe agire per configurare la gestione internazionale degli oceani nell'ambito delle Nazioni Unite e in altri consessi multilaterali pertinenti. La lotta comune contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata dovrebbe essere rafforzata.

Lo sviluppo delle infrastrutture, compresi i trasporti sostenibili e le reti energetiche, è un motore essenziale per una crescita inclusiva e sostenibile, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture necessarie per promuovere l'integrazione economica regionale, accedere al mercato mondiale, sfruttare in modo critico le zone isolate e agevolare la mobilità nelle aree urbane densamente popolate. Un'attenzione particolare andrebbe rivolta allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione fornendo la connettività a prezzi abbordabili e un più ampio accesso alle applicazioni digitali per tutti e promuovendo la scienza, la tecnologia, la ricerca e l'innovazione, elementi di fondamentale importanza per favorire gli investimenti e accelerare lo sviluppo.

Il partenariato dovrebbe adoperarsi per offrire a tutti l'accesso a servizi energetici moderni, economicamente accessibili, puliti, sicuri e affidabili. Sarebbe opportuno promuovere il risparmio e l'efficienza energetici e le fonti rinnovabili, anche in considerazione dell'impatto sulle sfide globali per il clima.

Perseguendo l'obiettivo di conseguire una crescita sostenibile e inclusiva e creare posti di lavoro, il partenariato dovrebbe promuovere gli scambi, cosa che può essere un potente motore per lo sviluppo economico, contribuendo così anche all'integrazione e alla stabilità politica. Il commercio offre opportunità alle imprese dell'UE e dei paesi partner di espandere i loro mercati e ai consumatori di avere accesso ai migliori prodotti a prezzi competitivi.

Le future relazioni commerciali con i paesi partner devono essere realizzate in linea con le norme multilaterali esistenti. Gli accordi di partenariato economico (APE) compatibili con l'OMC, con le loro istituzioni comuni e gli impegni vincolanti di tipo evolutivo, dovrebbero continuare a essere strumenti chiave per il commercio fra i paesi ACP e l'UE. Gli attuali accordi di partenariato economico (APE) possono essere ampliati fino a comprendere più paesi nell'ambito delle regioni APE e approfonditi per includere a un numero sempre maggiore di settori essenziali, previo accordo delle parti.

La globalizzazione, l'emergere di catene del valore globali e la crescente importanza delle questioni "interne" impongono di trattare tutti gli scambi e le questioni commerciali in modo olistico. Il nuovo partenariato dovrebbe dunque, in particolare, rafforzare la cooperazione tra le parti e il dialogo nel settore dei servizi e in altri settori legati al commercio, come l'eliminazione delle barriere non tariffarie, l'armonizzazione normativa, gli investimenti, la politica della concorrenza, i diritti di proprietà intellettuale e i diritti dei lavoratori.

Mentre ciascun APE ha le proprie istituzioni incaricate di riesaminare l'attuazione e di discutere le tematiche commerciali, un dialogo sulle questioni e la cooperazione commerciali tra l'UE e i paesi partner nel suo complesso dovrebbe continuare ad affrontare tematiche di interesse comune, in particolare in vista della cooperazione all'interno dell'OMC. Un dialogo politico in materia di scambi commerciali dovrebbe proseguire anche a livello nazionale, se del caso.

3.1.3 Trasformare la mobilità e la migrazione in opportunità e affrontare insieme le sfide

La migrazione e la mobilità possono offrire notevoli vantaggi all'UE e ai paesi partner, se gestite adeguatamente. L'accordo APC non ha dato prova di una capacità di risposta sufficientemente rapida e di un'azione incisiva a fronte di questa sfida cruciale. L'obbligo di riammissione dei cittadini in situazione irregolare sul territorio dell'altra parte è stato in larga parte non rispettato.

In futuro, il partenariato dovrebbe rafforzare il dialogo e la cooperazione tra le parti e affrontare tutti gli aspetti della migrazione sulla base dei principi di solidarietà, di partenariato, di responsabilità condivisa e di rispetto dei diritti umani. Dovrebbe fondarsi sui principi e sugli impegni concordati di cui all'articolo 13 dell'accordo APC, estendendoli fino a riflettere l'intero ambito della migrazione e degli sviluppi della politica di migrazione dell'UE, e sviluppando la cooperazione operativa, in particolare per quanto riguarda meccanismi di esecuzione dei principi concordati. Dovrebbe integrare gli sviluppi politici importanti, quali l'agenda europea sulla migrazione e il relativo quadro di partenariato tesi ad aiutare a rispondere alle crisi attraverso risultati immediati e misurabili, ma anche gettare le basi di una cooperazione rafforzata con i paesi di origine, di transito e di destinazione incentrata su una politica di migrazione e mobilità ben gestita. Dovrebbe altresì tenere conto della dichiarazione e del piano d'azione del vertice di La Valletta. I paesi partner saranno sostenuti nei loro sforzi per sviluppare efficaci politiche in materia di migrazione e asilo. È necessario affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e dei trasferimenti forzati applicando politiche a breve, medio e lungo termine e utilizzando meglio i processi esistenti. Il partenariato dovrebbe inoltre impegnarsi a favore della protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili. Occorre promuovere la resilienza a lungo termine degli sfollati e la loro integrazione nella vita economica e sociale dei paesi ospitanti.

L'UE dovrebbe cercare di ottenere impegni specifici con i paesi partner per prevenire e combattere in modo più efficace l'immigrazione irregolare, comprese la prevenzione e la lotta contro la tratta di esseri umani, il traffico di migranti e le reti criminali, e per sensibilizzare ai rischi della migrazione irregolare. Sulla base dei principi e degli impegni dell'articolo 13 dell'accordo APC, è necessario concordare meccanismi volti a migliorare la cooperazione in materia di rimpatrio e di riammissione e l'attuazione operativa degli obblighi internazionali di riammettere i propri cittadini che non hanno il diritto di soggiornare nell'UE.

Allo stesso tempo, è necessario cogliere le opportunità connesse alla migrazione, fra cui le rimesse o la "circolazione dei cervelli", che possono fornire un importante contributo positivo alla crescita inclusiva e allo sviluppo sostenibile nell'UE e nei paesi partner. Di conseguenza, l'UE si è impegnata a sfruttare queste opportunità promuovendo la migrazione e la mobilità legali, specialmente a fini educativi, scientifici, culturali, di formazione e professionali, che possono avere un effetto positivo per le economie e le società.

3.1.4 Promuovere lo sviluppo umano e la dignità

Il partenariato dovrebbe puntare ad aumentare la prosperità dei suoi cittadini soddisfacendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile. L'UE dovrebbe auspicare un forte impegno politico con i paesi partner al fine di soddisfare le esigenze di tutti i cittadini, in particolare dei più poveri e dei più vulnerabili, garantendo che tutti possano esprimere le loro potenzialità in un contesto di dignità e uguaglianza e in un ambiente sano. Dovrebbe sostenere le riforme per eliminare la povertà, contrastare le disuguaglianze, prevenire le vulnerabilità e garantire un accesso equo a un lavoro dignitoso, a servizi sociali di qualità, in particolare la sanità e l'istruzione, e alla sicurezza sociale. Le azioni a favore dell'eliminazione della povertà dovrebbero concentrarsi sui paesi più poveri e vulnerabili, compresi i paesi meno sviluppati e i paesi fragili e colpiti da conflitti, in cui si prevede il perdurare delle difficoltà aggravate da fattori demografici, e nei quali rimane essenziale prestare una maggiore attenzione allo sviluppo umano. Il partenariato dovrebbe contribuire a rafforzare la resilienza e ad affrontare la vulnerabilità cronica, potenziando le sinergie tra l'assistenza di emergenza e le necessità di sviluppo a lungo termine.

L'UE dovrebbe insistere su un impegno comune volto a tutelare pienamente, promuovere e realizzare l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze. L'Unione europea chiede anche un riconoscimento congiunto del contributo fondamentale delle donne e delle ragazze alla pace e al consolidamento dello Stato, alla crescita economica, allo sviluppo tecnologico, alla riduzione della povertà, alla salute, al benessere, alla cultura e allo sviluppo umano. La parità di genere è importante per lo sviluppo sostenibile, come sottolinea l'Agenda 2030.

I giovani sono il motore del futuro benessere sociale, economico e ambientale delle loro comunità. Il loro contributo è essenziale per sfruttare pienamente le opportunità offerte dal progresso scientifico e tecnologico (ad es. la rivoluzione digitale) e rafforzare le istituzioni e i valori democratici nel corso del tempo. L'accesso a un'istruzione efficiente e di qualità e lo sviluppo delle competenze saranno cruciali per l'occupabilità, lo sviluppo della società e la resilienza.

Inoltre, il partenariato dovrebbe assumere un impegno comune per promuovere il dialogo interculturale e la diversità culturale, e per tutelare e sviluppare le industrie culturali e creative. La cultura è un potente strumento per gettare ponti tra le persone, in particolare i giovani, e rafforzare la comprensione reciproca. È inoltre uno strumento importante per lottare contro la radicalizzazione violenta e un motore per lo sviluppo economico e sociale.

3.1.5 Proteggere l'ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici

Lo sviluppo sostenibile e il benessere umano dipendono da ecosistemi sani e da un ambiente funzionante. I cambiamenti climatici e il degrado ambientale minacciano di controbilanciare il progresso economico, di mettere a repentaglio la pace e la stabilità e di provocare una migrazione su larga scala.

Il partenariato dovrebbe quindi concentrarsi sul raggiungimento dei pertinenti obiettivi di sviluppo sostenibile (energia pulita, città e comunità sostenibili e consumo e produzione responsabili) e sull'attuazione dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Dovrebbe sancire un impegno a favore di politiche di resilienza ai cambiamenti climatici a favore dei poveri e potenziare la trasformazione verso economie verdi e blu inclusive, in particolare attraverso l'adozione di pratiche di consumo e di produzione sostenibili da parte di un settore privato responsabile. Dovrebbe contenere un forte impegno per la gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese le foreste, la fauna e le risorse minerarie, per la conservazione, la valutazione e l'uso sostenibile della biodiversità e degli ecosistemi, inclusi gli oceani, e per l'attuazione di politiche di attenuazione e di adattamento. Sono inoltre necessari diritti di accesso sicuro ed equo per conseguire una buona gestione delle risorse naturali. Una migliore preparazione, una ridotta esposizione alle vulnerabilità e la capacità di recupero a seguito di catastrofi sono essenziali per evitare la perdita di vite umane e di mezzi di sussistenza.

L'Agenda 2030 richiede sforzi urgenti relativamente ai beni pubblici mondiali da parte di tutti, comprese le economie a basse emissioni e a basse emissioni di carbonio. Il nuovo partenariato dovrebbe riflettere il forte impegno dei partner e delle loro organizzazioni regionali ad attuare efficaci politiche energetiche sostenibili che soddisfino gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. La produzione di energia ha un legame diretto con le sfide poste dai cambiamenti climatici e dallo sviluppo sostenibile. Le parti hanno un interesse vitale nella trasformazione di questo settore, eliminando gradualmente l'uso di carburanti fossili e sfruttando al tempo stesso sempre più le fonti rinnovabili locali e migliorando l'efficienza energetica nei paesi partner, con l'obiettivo di fare un salto di qualità verso attività sostenibili e i servizi energetici moderni e dissociare la crescita economica dall'aumento del consumo di energia. Inoltre, la cooperazione in questo settore dovrebbe promuovere elevati standard di sicurezza nucleare. Per questo l'UE dovrebbe continuare a lavorare con i paesi partner per promuovere un contesto normativo favorevole e le riforme settoriali. Il partenariato dovrebbe attuare un approccio più strategico e mirato agli investimenti nelle energie sostenibili, riservando un ruolo importante agli investimenti privati e alle tecnologie moderne per potenziare la trasformazione dei modelli di produzione e consumo dell'energia in tutti i paesi partner.

La sostenibilità richiede inoltre che i partner si impegnino ad affrontare le sfide della vita urbana, un contesto in cui l'impatto di uno spostamento significativo della popolazione esige una profonda trasformazione verso città intelligenti e sostenibili, superando la politica urbana tradizionale.

3.1.6 Alleanza su sfide comuni

Il partenariato dovrebbe consentire all'UE e ai suoi partner di associarsi in modo più efficace per portare avanti un'agenda comune nei consessi mondiali e multilaterali. Questo potenziale è stato sfruttato poco e si dovrebbero ottenere risultati molto più concreti. La cooperazione a livello internazionale è un ambito in cui un nuovo partenariato potrebbe fornire un valore aggiunto sostanziale.

La base per un intervento potenziato è un impegno rinnovato a promuovere un multilateralismo efficace fondato su regole e incentrato sulle Nazioni Unite. Il partenariato dovrebbe sostenere la governance globale, cercando di riformare, attuare e sviluppare istituzioni, accordi e norme multilaterali. Un tale impegno a favore della governance mondiale deve tradursi in un dialogo rafforzato e in una cooperazione più efficace nell'ambito dei consessi internazionali (compresi l'UNSC, l'UNGA, il CDU e l'UNFCCC) 14 , così come nella determinazione a riformare l'ONU, compreso il Consiglio di sicurezza.

Basandosi sull'esperienza della coalizione che ha aperto la strada alla COP 21 15 dell'accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici 16 , il partenariato deve attivamente individuare i settori in cui l'UE e i paesi partner hanno forti interessi comuni e potrebbero promuovere un'azione a livello mondiale. Ciò dovrebbe tradursi in un'azione comune al momento di prendere decisioni. Dovrebbe essere definito un processo per individuare periodicamente al più alto livello politico gli interessi comuni, consentendo una tempestiva preparazione e un coordinamento delle azioni e delle votazioni in formati e quadri internazionali pertinenti. Alcuni dei settori da prendere in considerazione sono: i cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile, l'economia verde e blu, la protezione della biodiversità, l'economia digitale globale, la lotta contro i flussi finanziari illeciti e il corretto funzionamento dei mercati dei prodotti di base. Il partenariato dovrebbe anche cercare di promuovere interessi comuni in seno all'OMC. Vi è anche spazio per una più stretta cooperazione delle istituzioni finanziarie internazionali.

Al fine di rafforzare le alleanze strategiche a livello internazionale, si dovrebbero coinvolgere paesi diversi da quelli ACP, nel Nord Africa, tra i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS).

3.2. Priorità dell'UE adeguate alle regioni

Le priorità del partenariato dovrebbero essere realizzate ovunque. Allo stesso tempo, per garantirne l'effettiva attuazione, il partenariato dovrebbe tenere in debito conto le specificità regionali e i quadri di sviluppo propri dei paesi partner, così come le diverse priorità dell'agenda comune dell'UE con i partner dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Per ogni regione, le priorità possono essere adattate alle circostanze e perfezionate, indicando i relativi obiettivi e le azioni previste.

3.2.1 Africa

L'Africa è un continente ricco di opportunità. Entro il 2050 ospiterà quasi il 25% della popolazione mondiale. Vi si trovano alcune delle economie che fanno registrare la più rapida crescita al mondo, nonché ampie risorse naturali e agricole. Ha un enorme potenziale per quanto riguarda il commercio, l'innovazione e gli investimenti, che il continente intende realizzare. Nella maggior parte dei paesi africani, l'UE è il primo partner per la politica, gli aiuti, il commercio e gli investimenti. Negli ultimi anni, l'UE e l'Africa hanno costruito un partenariato politico più profondo fondato su valori e interessi condivisi. Sempre più governi africani e organizzazioni regionali stanno assumendo un ruolo guida nell'affrontare le sfide politiche, economiche e di sicurezza all'interno e all'esterno dei loro confini. L'Unione africana e la sua Agenda 2063 17 si fanno portavoce di un ambizioso programma.

Il potenziale dell'Africa dipenderà dagli sforzi compiuti dai paesi africani in materia di governance, diritti umani, prevenzione e risoluzione dei conflitti, lotta contro la criminalità organizzata, crescita inclusiva e sostenibile e creazione di posti di lavoro. Diversi paesi non dispongono ancora della capacità di riforma e di recupero dopo le crisi. In altre parole, sono scarsamente resilienti e fragili. La povertà, la disoccupazione e la disuguaglianza restano elevate e diminuiscono a un ritmo lento. La crescita demografica è un'ulteriore, enorme sfida. Inoltre, molti paesi continuano a sprofondare in conflitti interminabili, mentre i problemi della sicurezza transnazionale rappresentano una minaccia per la stabilità della regione e per lo sviluppo sostenibile. Il degrado ambientale e l'impatto dei cambiamenti climatici minacciano altresì di contrastare i progressi economici e mettere a repentaglio la pace e la stabilità. Tutto ciò alimenta le emergenze umanitarie, i trasferimenti forzati e la migrazione irregolare, all'interno delle regioni del continente e verso l'Europa. 

Favorire le opportunità e affrontare le sfide è di vitale importanza per la sicurezza e la prosperità dell'Africa e dell'UE. Pertanto, tenendo conto delle priorità dell'UE e degli impegni e dei programmi di riforma dell'Africa e partendo dalla base definita nelle strategia comune Africa-UE (JAES) 18 , i seguenti obiettivi dovrebbero costituire il fulcro di un rinnovato partenariato con i paesi africani.

a. La pace e la sicurezza, la stabilità, la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e i diritti umani

Investire nella pace, nella stabilità e nello sviluppo in Africa non solo comporta benefici per i nostri partner, ma è anche un investimento nella sicurezza e nella prosperità della stessa UE. I conflitti e la fragilità restano un grave ostacolo per lo sviluppo del continente africano. A questo proposito, occorre coinvolgere anche i paesi non ACP su questioni fondamentali come la stabilizzazione, la sicurezza e la resilienza.

Obiettivi specifici

-Promuovere un approccio integrato per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, la costruzione della pace e la sicurezza umana a livello nazionale, regionale e continentale, con maggiori titolarità, responsabilità, solidarietà e capacità dei paesi africani.

-Migliorare la sicurezza, compresa quella marittima, la cooperazione e le riforme del settore della sicurezza, attraverso partenariati approfonditi a livello nazionale, regionale e continentale e in stretta cooperazione con le Nazioni Unite. Rendere operativa l'Africa Peace and Security Architecture (APSA) 19 è un obiettivo fondamentale da realizzare.

-Promuovere la democrazia e impegnarsi a rispettare i principi democratici, la costituzione, il ciclo elettorale e i risultati delle elezioni. A questo proposito, sarà importante mantenere l'appoggio e il sostegno continuo nei confronti dell'architettura della governance africana 20 e dello sviluppo istituzionale democratico a livello locale, nazionale e regionale, in particolare mediante l'applicazione della Carta africana sulla democrazia, le elezioni e il buon governo 21 . Inoltre, si dovrebbe prestare maggiore attenzione alla necessità di agevolare, tutelare e ampliare il margine di manovra della società civile nelle attività di promozione e nei processi di definizione delle politiche, nonché sostenere un dialogo più intenso con le autorità locali.

-Promuovere lo Stato di diritto e il buon governo, compresa una giustizia efficace e indipendente per i cittadini e le imprese. Una sana gestione delle finanze pubbliche rimane un elemento essenziale del buon governo e una base fondamentale per la stabilità macroeconomica e un settore pubblico resiliente.

-Promuovere e tutelare i diritti umani, anche sostenendo il lavoro e il dialogo con le istituzioni per i diritti umani di entrambi i continenti, con le istituzioni nazionali competenti (ad esempio, i parlamenti nazionali), nonché la società civile e le autorità locali.

-Promuovere e proteggere i principi umanitari e il diritto umanitario internazionale.

-Promuovere la lotta contro la criminalità organizzata e transnazionale, il terrorismo e la radicalizzazione, e il traffico illecito di esseri umani, flora e fauna selvatiche, medicinali e materiali pericolosi e i relativi flussi finanziari illeciti.

b. Reciproche opportunità economiche per lo sviluppo sostenibile

Promuovere una crescita inclusiva e sostenibile in Africa consentirà di avvalersi dell'evoluzione demografica del continente e trasformarla in un'opportunità, con ricadute positive per l'UE.

Obiettivi specifici

-Promuovere opportunità di lavoro dignitose, in particolare per le donne e i giovani.

-Garantire un contesto che favorisca gli scambi commerciali e gli investimenti responsabili, lo sviluppo del settore privato, con particolare attenzione per il settore agroalimentare, da cui la maggioranza degli africani dipende per la sua sussistenza.

-Promuovere l'attuazione efficace degli accordi di partenariato economico (APE) in Africa, affinché gli operatori economici possano beneficiare appieno dei vantaggi offerti dagli accordi.

-Compiere progressi in materia di: integrazione regionale africana, a livello continentale e regionale, in linea con l'agenda africana 2063 22 e con gli obiettivi fissati dalle varie regioni, con un'attenzione particolare per la facilitazione degli scambi, la modernizzazione dei servizi doganali e l'armonizzazione delle norme; coerenza normativa e infrastrutture efficienti e sostenibili, che favoriscano l'interoperabilità, gli investimenti esteri e l'accesso ai mercati regionali e mondiali.

-Rilanciare nuove opportunità di investimento, compresi gli investimenti di alta qualità che consentiranno di mobilitare risorse aggiuntive provenienti dai mercati dei capitali, e promuovere i partenariati tra operatori privati in entrambi i continenti e sviluppare iniziative quali il Forum delle imprese UE-Africa.

-Promuovere l'economia verde e blu e modelli rispettosi dell'ambiente per favorire una crescita inclusiva e sostenibile e dissociarla dal degrado ambientale, in particolare mediante la promozione di modelli di produzione e di consumo sostenibili.

-In vista dell'attuazione dell'accordo di Parigi, garantire l'accesso universale a servizi energetici moderni, affidabili, a prezzi accessibili per alimentare una crescita inclusiva e sostenibile.

c. Migrazione e gestione della mobilità

Per cogliere i vantaggi e affrontare le sfide della migrazione, occorre un approccio più coordinato, sistematico e strutturato che risponda agli interessi dell'UE e dell'Africa. È necessario ripristinare l'ordine nei flussi migratori, facilitando la mobilità ben gestita con un approccio alla migrazione basato sui diritti, in linea con l'agenda europea sulla migrazione e il suo nuovo quadro di partenariato con i paesi terzi, la dichiarazione UE-Africa su migrazione e mobilità del 2014, e la dichiarazione e il piano d'azione del vertice di La Valletta. 

Obiettivi specifici

-Promuovere l'elaborazione e l'attuazione di politiche in materia di migrazione, privilegiando i canali regolari e affrontando i flussi di migrazione irregolare, attuando anche rimpatri e riammissioni.

-Organizzare meglio la mobilità del lavoro a livello infraregionale e interregionale, facilitando il dialogo istituzionale e la cooperazione lungo le rotte migratorie, e agevolare la "circolazione dei cervelli" mediante il riconoscimento di competenze e qualifiche, il dialogo sui visti e la promozione della mobilità per studenti, ricercatori e accademici. Ridurre i costi di trasferimento delle rimesse e potenziare il ruolo e il coinvolgimento della comunità della diaspora.

-Contrastare la migrazione irregolare mettendo in atto misure di prevenzione adeguate, ivi compresa la lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti attraverso la gestione integrata delle frontiere e la promozione di alternative all'immigrazione irregolare.

-Affrontare più efficacemente le sfide in materia di rimpatrio, riammissione e reintegrazione. Entrambe le parti devono assumere forti impegni a favore della cooperazione operativa. In particolare, in materia di riammissione, le attuali disposizioni dell'articolo 13 dell'accordo di Cotonou devono essere rafforzate e rese esecutive.

-Affrontare i trasferimenti forzati e promuovere la protezione internazionale, basata sul principio della condivisione delle responsabilità, aiutando a preservare e rafforzare il capitale umano delle persone costrette a fuggire dalle proprie case, garantire loro protezione e in ultima analisi offrire benefici in termini di sviluppo agli sfollati e ai loro ospiti. Ciò vale per le popolazioni in fuga dal loro paese e per gli sfollati interni.

d. Sviluppo umano

La povertà, le carenze nello sviluppo delle competenze e la disuguaglianza restano grandi sfide e la situazione migliora solo lentamente. La forte crescita demografica in Africa aggrava ulteriormente questa sfida.

Obiettivi specifici

-Emancipare le donne, i giovani e i gruppi vulnerabili, promuovendo la parità di accesso a un'istruzione di qualità e alla formazione professionale, la protezione sociale, la salute, l'assistenza nel campo della salute riproduttiva, la rappresentanza nei processi decisionali in campo politico ed economico per le donne e le ragazze e di un contesto favorevole per i giovani affinché realizzino il loro potenziale, godano dei diritti umani e si impegnino come soggetti responsabili.

-Lottare contro le diseguaglianze sociali ed economiche mediante politiche fiscali, salariali e di protezione sociale, anche garantendo l'accesso a servizi sociali di qualità per tutti e promuovendo un reddito minimo definito su base nazionale. L'accento dovrebbe essere posto anche sulla garanzia della sicurezza alimentare, aumentando gli investimenti nelle infrastrutture rurali, nella ricerca agricola, nello sviluppo tecnologico e nell'innovazione sociale.

-Promuovere lo sviluppo delle conoscenze attraverso un'istruzione di qualità, compresi l'istruzione e la formazione professionale e lo sviluppo di competenze in linea con le esigenze del mercato del lavoro, e favorire attivamente l'economia e la società digitali, la scienza e la tecnologia, la ricerca e l'innovazione, al fine di migliorare in modo significativo la vita delle persone e l'occupabilità della forza lavoro locale in modo sostenibile nei centri urbani e nelle zone rurali.

-Affrontare il problema della vulnerabilità agli shock macroeconomici e altre minacce per la salute, come le epidemie, rafforzare i sistemi sanitari per offrire una copertura sanitaria universale e cure di qualità; e prevenire e ridurre gli oneri causati dalle malattie, dalla cattiva alimentazione, dalla carenza di prodotti alimentari, dalle catastrofi naturali e dai cambiamenti climatici.

-Migliorare l'accesso all'acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie e promuovere la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche ed evitare la diffusione di malattie trasmissibili. Migliorare la conservazione, il ripristino e l'uso sostenibile degli ecosistemi e delle risorse naturali, nonché l'attuazione di soluzioni basate sulla natura.

-Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.

3.2.2 Caraibi

I Caraibi e l'UE sono legati da una lunga tradizione, dalla cultura e da un'ampia base di valori comuni. Con le sue regioni ultraperiferiche e i paesi e territori d'oltremare associati, l'UE fa inoltre fisicamente parte dei Caraibi. I paesi dei Caraibi condividono una serie di obiettivi politici dell'UE e devono far fronte a una serie di sfide che l'Unione europea ha interesse ad affrontare, quali i cambiamenti climatici, il crimine e altre questioni di sicurezza e tutela dell'ambiente, alcune dei quali offrono opportunità di accesso al mercato (ad esempio, energia sostenibile).

Tenendo conto delle priorità dell'UE e del contesto specifico, e partendo dalla base definita nel partenariato strategico comune UE-Caraibi, i seguenti obiettivi dovrebbero costituire il fulcro di un rinnovato partenariato con i paesi caraibici.

a. La pace e la sicurezza, la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e i diritti umani

I Caraibi sono una regione stabile con una democrazia ben funzionante nella maggior parte dei paesi, sebbene il buon governo e il rispetto dei diritti umani siano discontinui. La protezione e la promozione dei diritti umani e delle pratiche democratiche sono fondamentali per la stabilità e la prosperità della regione. Questi elementi sono importanti anche tenuto conto del numero di paesi e territori d'oltremare associati e delle regioni ultraperiferiche dell'UE. I Caraibi sono inoltre situati geograficamente sulle rotte della droga verso l'America del Nord e l'Europa. La lotta contro la criminalità transnazionale e il finanziamento del terrorismo, contro l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro e la necessità di una maggiore trasparenza finanziaria sono le sfide principali per entrambe le regioni.

Obiettivi specifici

-Rafforzare il funzionamento delle istituzioni democratiche e consolidare lo Stato di diritto, l'accesso a una giustizia efficiente e indipendente, e la sicurezza umana. Questo obiettivo deve essere integrato da un approccio preventivo, incentrato sulla lotta contro le cause profonde, tra cui la povertà, l'esclusione sociale, la discriminazione e l'impunità.

-Migliorare la tutela e la promozione dei diritti umani per tutti. Occorre concentrare l'attenzione sulla promozione della parità di genere e i diritti delle popolazioni indigene, sulla lotta contro la violenza domestica, gli abusi su minori e le punizioni corporali, la tratta di esseri umani e le discriminazione nei confronti delle minoranze, il miglioramento delle condizioni detentive e il comportamento della polizia, nonché affrontare la questione della pena di morte.

-Promuovere la buona gestione dell'economia, comprese la sana gestione delle finanze pubbliche, la trasparenza e l'assunzione di responsabilità, anche rafforzando la lotta contro la corruzione, il riciclaggio di denaro e i flussi finanziari illeciti e i paradisi fiscali.

b. Integrazione regionale, crescita inclusiva e sostenibile, commercio e creazione di posti di lavoro

In tutti i paesi, ad eccezione di Haiti, il livello di reddito è passato da medio ad alto. Tuttavia, le economie sono generalmente caratterizzate da mercati interni ridotti, da un elevato livello di debito e da un base produttiva non diversificata, tutti elementi che limitano la resilienza agli shock esterni.

Obiettivi specifici

-Compiere ulteriori progressi nelle iniziative e politiche di integrazione e cooperazione regionale, compreso lo sviluppo di reti di infrastrutture e interconnessione per agevolare gli scambi interregionali e internazionali e la mobilità.

-Dare la priorità alla creazione di posti di lavoro e sfruttare gli investimenti del settore privato creando un ambiente favorevole per le imprese, potenziando l'integrazione regionale e la competitività internazionale, promuovendo la responsabilità sociale delle imprese e buone pratiche commerciali e sostenendo lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI), anche nell'ambito dell'economia sociale e solidale.

-Promuovere l'attuazione efficace dell'accordo di partenariato economico CARFORUM-EU affinché gli operatori economici possano beneficiare appieno dei vantaggi da esso offerti.

-Rafforzare più ampie iniziative su scala regionale e sud-sud con l'America latina e con le regioni ultraperiferiche dell'UE e i PTOM associati al fine di facilitare una più stretta cooperazione e scambi a livello di emisfero.

c. Sviluppo umano

Nel corso degli ultimi decenni gli indicatori dello sviluppo umano sono migliorati per la maggior parte dei paesi dei Caraibi. Nonostante questi sviluppi positivi, la povertà e la povertà estrema persistono nei paesi dei Caraibi, in particolare ad Haiti. Tutto ciò è collegato ad estreme disuguaglianze sociali ed economiche.

Obiettivi specifici

-Intraprendere sforzi a tutti i livelli al fine di eliminare la povertà, contrastare le disuguaglianze e promuovere la possibilità di un lavoro dignitoso per tutti.

-Promuovere l'accesso per tutti a servizi sociali e sanitari di qualità, compresa la copertura sanitaria universale, intensificare la cooperazione nel settore dell'istruzione, l'apprendimento permanente e la formazione al fine di sviluppare competenze adeguate per il mercato del lavoro e prevenire la fuga dei cervelli.

-Migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione e promuovere un'agricoltura e un'industria agroalimentare sostenibile e a valore aggiunto, con una particolare attenzione per i piccoli coltivatori, in modo da diversificare le economie dei Caraibi ed evitare che i piccoli produttori perdano i loro mezzi di sussistenza.

d. Cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali

I paesi dei Caraibi sono tutti Stati insulari in via di sviluppo caratterizzati da territori costieri di bassa altitudine altamente esposti a catastrofi naturali quali terremoti, uragani e l'impatto dei cambiamenti climatici, tra cui l'innalzamento del livello dei mari provocato da questi ultimi. Sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici e al tempo stesso, avendo una base economica limitata, non hanno la resilienza per far fronte al crescente impatto delle catastrofi naturali, al degrado della biodiversità o alla scarsità di risorse idriche. Le isole dei Caraibi sono inoltre fortemente dipendenti dalle importazioni di combustibili fossili, pur avendo abbondanti risorse naturali e le opportunità di sviluppare fonti di energia rinnovabili.

Obiettivi specifici

-Agevolare il dialogo e approcci comuni al fine di rafforzare la resilienza e la capacità della regione caraibica di mitigare e adattarsi alle conseguenze e alle minacce poste dai cambiamenti climatici e dalle catastrofi, anche in materia di riduzione dei rischi di calamità.

-In vista dell'attuazione dell'accordo di Parigi, favorire lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile e misure di efficienza energetica grazie al trasferimento delle migliori pratiche e alla promozione delle opportunità di investimento in infrastrutture per l'energia pulita e le tecnologie.

-Sostenere l'attuazione di politiche che contribuiscano a creare un'economia verde e blu e promuovere modelli di produzione e di consumo sostenibili.

-Proteggere e ripristinare la biodiversità marina e terrestre e gli ecosistemi costieri per la preservazione della biodiversità, come pure l'impiego sostenibile delle risorse naturali, anche ricorrendo a soluzioni basate sulla natura e sui servizi ecosistemici.

-Potenziare la cooperazione in materia di gestione delle risorse idriche, ivi compresa la fornitura di accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, e aumentare l'efficienza dell'uso dell'acqua; migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti, il riciclaggio e il riutilizzo.

3.2.3 Paesi del Pacifico

L'UE e i paesi del Pacifico sono legati da una lunga tradizione e da forti legami attuali, oltre che da un'ampia base di valori comuni. Al di là di questi legami bilaterali, il gran numero di nazioni marittime e i loro enormi territori marittimi fanno del Pacifico un alleato importante dell'UE per affrontare le sfide globali. I paesi e i territori del Pacifico condividono alcune importanti sfide comuni, in particolare per quanto riguarda la loro vulnerabilità alle calamità naturali e ai cambiamenti climatici, nonché alcuni obiettivi di sviluppo generali legati alle loro dimensioni e all'isolamento geografico.

Nel Pacifico si contano circa 500 000 cittadini dell'UE (circa il 5% della popolazione totale del Pacifico). Oltre a sostenere i PTOM a livello mondiale, l'UE ne sostiene l'integrazione nella regione del Pacifico, in modo da massimizzarne il potenziale contributo allo sviluppo sostenibile e anche da beneficiare dell'integrazione regionale. Nel settembre 2016 la Nuova Caledonia e la Polinesia francese sono state ammesse al Forum delle isole del Pacifico, il principale organismo politico regionale.

Tenendo conto delle priorità dell'UE e del contesto specifico, e partendo dalla base definita nella strategia dell'UE per un partenariato rafforzato con il Pacifico, i seguenti obiettivi dovrebbero costituire il fulcro di un rinnovato partenariato con i paesi del Pacifico. Oltre a questi obiettivi specifici, il nuovo partenariato UE-Pacifico dovrebbe riconoscere e sostenere gli sforzi dei paesi del Pacifico, per quanto riguarda l'integrazione non solo nella regione del Pacifico, ma anche - se perseguita da singoli paesi - nella regione Asia-Pacifico, in particolare con l'ASEAN, nonché aiutare i paesi del Pacifico ad affrontare le sfide in materia di sicurezza che potrebbero emergere nel corso dei prossimi decenni.

a. Buon governo, diritti umani e questioni di genere

Nonostante i progressi sostanziali compiuti negli ultimi decenni, le rimanenti carenze in termini di buon governo a livello nazionale e regionale e la necessità di compiere ulteriori progressi nel settore della protezione dei diritti umani e della parità di genere, frenano lo sviluppo delle regioni.

Obiettivi specifici

-Garantire la ratifica e l'attuazione delle principali convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani, tenendo presente che la scarsa attuazione delle pertinenti convenzioni è spesso dovuta alla mancanza di adeguate strutture amministrative piuttosto che alla volontà politica.

-Promuovere l'effettiva tutela dei diritti umani, concentrandosi sulla lotta contro la violenza basata sul genere e sulla promozione dei diritti dei bambini, attraverso campagne di sensibilizzazione e interventi a livello di istruzione.

-Favorire il buon governo e una sana gestione dei conti pubblici, la trasparenza e la responsabilità, affrontando anche le sfide emergenti, come i paradisi fiscali e il riciclaggio di denaro. Contribuire a consolidare lo Stato di diritto e l'accesso alla giustizia efficace e indipendente.

-Rafforzare il ruolo delle organizzazioni della società civile, in particolare nella promozione dei valori fondamentali, e migliorare la parità di genere.

-Potenziare l'applicazione del dialogo politico e strategico con risultati a livello locale, nazionale e regionale.

b. Una crescita inclusiva e sostenibile

La regione del Pacifico è costituita da una zona economica esclusiva di ampia estensione, con vaste risorse marittime. Circa un terzo dei tonni a livello mondiale è pescato nell'Oceano Pacifico. Pur essendo un piccolo attore nella pesca del tonno del Pacifico, l'UE rimane il principale consumatore mondiale nel settore della pesca. L'Unione europea è un importante mercato di esportazione, in particolare per i prodotti della pesca del Pacifico. Per questi motivi, ha interesse a portare avanti la lotta internazionale contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata nella regione, e a mantenere in buone condizioni gli stock ittici per le generazioni future.

Le risorse oceaniche, tuttavia, non si limitano al settore della pesca. Vi sono grandi opportunità per lo sviluppo sostenibile dell'economia blu e verde. È nell'interesse dell'UE migliorare la gestione degli oceani per garantire l'uso sostenibile delle risorse oceaniche 23 .

Inoltre, altre parti del settore privato, come il turismo, dovrebbero essere sviluppati per fornire una crescita inclusiva e sostenibile e opportunità di lavoro.

Obiettivi specifici

-Garantire l'effettiva attuazione degli accordi di partenariato economico con i paesi delle regioni cui si applicano.

-Promuovere lo sviluppo del settore privato, in particolare delle PMI, e migliorare le condizioni per gli investimenti.

-Rafforzare a livello nazionale, regionale e locale le iniziative volte a promuovere una pesca sostenibile e l'attuazione e il rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare 24 , e i relativi accordi di attuazione e altre convenzioni internazionali pertinenti. Sviluppare e promuovere la governance degli oceani e incentivare le iniziative dell'economia blu e verde, come lo sfruttamento sicuro dell'estrazione mineraria in alto mare, coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

-Promuovere opportunità di lavoro dignitose, in particolare per le donne e i giovani.

c. Cambiamenti climatici e gestione sostenibile delle risorse naturali

I cambiamenti climatici costituiscono una preoccupazione cruciale sia per l'UE che per i paesi e territori partner del Pacifico.

Obiettivi specifici

-Migliorare la preparazione alle calamità naturali, come i cicloni tropicali, e la ripresa, per rafforzare la resilienza nei confronti di tali eventi.

-In vista dell'attuazione dell'accordo di Parigi, favorire lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile e misure di efficienza energetica grazie al trasferimento delle migliori pratiche, anche nel settore del trasporto marittimo, e sostenere la promozione delle opportunità di investimento in infrastrutture per l'energia pulita e le tecnologie.

-Sostenere l'attuazione di politiche che contribuiscano a creare un'economia verde (ad esempio attraverso lo sviluppo rurale sostenibile e l'agricoltura e silvicoltura resilienti ai cambiamenti climatici) e incoraggiare modelli di produzione e di consumo sostenibili.

-Promuovere la tutela ambientale e l'uso sostenibile delle risorse naturali, anche nella gestione dei rifiuti e dell'acqua, degli impianti igienico-sanitari e della salute.

-Proteggere e ripristinare la biodiversità marina e terrestre e gli ecosistemi costieri per la preservazione della biodiversità, come pure l'impiego sostenibile delle risorse naturali e dei servizi ecosistemici.

4. Un partenariato più mirato e flessibile

Per proteggere gli interessi strategici, l'UE deve definire come migliorare ulteriormente l'organizzazione e la gestione delle relazioni con i suoi partner dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Questo elemento di base per un partenariato politico coinvolge molti aspetti, che implicheranno consultazioni approfondite con i paesi partner in questione. Riguarda il formato delle relazioni, gli attori da coinvolgere e i principi su cui basare la loro cooperazione, i meccanismi necessari per produrre migliori risultati, nonché la struttura istituzionale e lo status giuridico di sostegno all'attuazione del partenariato. A tale proposito, occorre tenere conto di importanti insegnamenti tratti dall'accordo APC.

4.1 Insegnamenti tratti

La valutazione dell'accordo APC 25 sottolinea una serie di punti di forza e di debolezza. Evidenzia i progressi in materia di eradicazione della povertà e sviluppo umano nei paesi ACP, un incremento dei flussi commerciali, il rafforzamento della pace e della sicurezza, il potenziamento della democrazia e dei diritti umani. Tuttavia, sono ancora necessari sforzi importanti, non da ultimo perché alcuni di questi risultati sono minacciati dall'emergere di nuove fonti di instabilità (ad esempio l'esplosione demografica, la presenza di governi autoritari e del terrorismo e i cambiamenti climatici).

Il dialogo politico (articolo 8 APC) e le consultazioni / misure adeguate (articolo 96 APC) si sono dimostrati utili, anche se il pieno potenziale è rimasto parzialmente inutilizzato. Sono stati conseguiti risultati misti in vari settori, tra cui: diritti dell'uomo, democrazia, buon governo e Stato di diritto (articolo 9), immigrazione (articolo 13) e coinvolgimento di attori statali e non statali (articolo 6).

Inoltre, la valutazione segnala il fatto che l'APC non ha saputo tenere sufficientemente conto dell'intensificazione delle dinamiche regionali e della crescente eterogeneità dei paesi partner, ad esempio tra quelli più bisognosi (i paesi meno sviluppati, i paesi fragili) e quelli più avanzati (paesi a medio reddito, ecc.). Le organizzazioni regionali e continentali istituite dai paesi partner stanno gradualmente emergendo come soggetti regionali i cui mandati comprendono aspetti legati alla politica, alla sicurezza, al commercio e allo sviluppo.

La valutazione sottolinea inoltre che l'attuale assetto istituzionale e il suo funzionamento, nonché alcuni dei processi operativi, mostrano notevoli inefficienze.

Infine, si è fatto scarso ricorso alla cooperazione tra l'UE e i suoi partner nei forum multilaterali. Essa è stata introdotta solo con la revisione del 2010 dell'APC e ha portato a risultati positivi, in particolare per i negoziati per l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, ma nella maggior parte dei casi il partenariato non è stato in grado di sfruttare tutto il suo peso per influenzare il risultato. I progressi in questo campo richiederanno ai paesi partner di dimostrare il loro impegno nei confronti degli obiettivi che essi stessi si sono prefissati al vertice ACP di Port Moresby 26 . Inoltre invita l'Unione europea a cercare modi di creare flessibilità per costruire alleanze che associno i paesi ACP e non ACP, come tutti i PMS e i SIDS.

4.2 Un partenariato flessibile fondato su un forte approccio regionale

Al fine di creare un rapporto basato su priorità comuni che tengano conto dell'evoluzione del contesto e dell'esperienza acquisita, diverse opzioni per la futura configurazione sono state analizzate e valutate in una valutazione d'impatto 27 (cfr. allegato I).

4.2.1 Le opzioni

Le opzioni vanno dal lasciare che l'accordo APC giunga a scadenza senza sostituirlo al sostituire l'attuale convenzione con una nuova, apportando poche modifiche. Ovviamente, quest'ultima opzione non permetterebbe di far fronte alle gravi carenze dell'attuale accordo. La prima opzione potrebbe comportare costi eccessivi in rapporto ai benefici ottenuti, in quanto rinuncerebbe all'acquis positivo di un partenariato di 40 anni e indebolirebbe il ruolo dell'UE a livello mondiale. Un partenariato con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico non è di per sé messo in discussione. Tuttavia, alcune parti criticano l'approccio, il contenuto e il formato attuali.

Altre tre opzioni sono state esaminate più in dettaglio:

1) Revisione sostanziale del partenariato con i paesi partner. Questa opzione consentirebbe di tener conto degli sviluppi a partire dalla seconda revisione dell'APC nel 2010, ma non garantirebbe la necessaria coerenza delle politiche con le più recenti strategie regionali e non rifletterebbe adeguatamente l'importanza crescente del livello continentale (Unione africana), regionale e subregionale;

2) Una completa regionalizzazione delle relazioni con i paesi partner, mediante tre distinti partenariati regionali (con i paesi dell'Africa, quelli dei Caraibi e quelli del Pacifico). Questa opzione consentirebbe di riflettere pienamente la dimensione regionale e continentale, ma non permetterebbe di rispondere alla volontà dei paesi partner di un partenariato rinnovato con l'UE e complicherebbe la formazione di alleanze nei fori internazionali (quali la convenzione UNFCCC o l'OMC);

3) Una terza alternativa assume la forma di un accordo con i paesi partner, costituito da tre diversi partenariati regionali con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, con un'apertura per un più stretto coinvolgimento di altri paesi, in un contesto comune. Il quadro comune dovrebbe definire i valori, i principi, gli elementi essenziali e gli interessi che stanno alla base della cooperazione tra le parti, sviluppando il notevole acquis dell'APC. Prevedrebbe inoltre meccanismi specifici di cooperazione nell'agenda globale. I tre partenariati regionali dovrebbero sviluppare e integrare quelli esistenti (ad es. la strategia comune Africa-UE) e definire le priorità e le azioni incentrate sulla specificità dell'agenda del partenariato con ciascuna delle tre regioni. Ciò consentirà all'UE e ai paesi partner di definire le iniziative al livello più appropriato.

4.2.2 L'opzione proposta

La terza opzione permetterebbe di affrontare i problemi al livello giusto e nel contesto giusto, sulla base dei principi di sussidiarietà e complementarità, pur riconoscendo che molte delle attuali sfide di sostenibilità globale richiedono un'azione che vada al di là delle singole regioni. Questo è coerente con il fatto che la maggior parte dell'impegno dell'UE si concretizza già oggi a livello nazionale, seguito da quello regionale e solo successivamente al livello dei paesi ACP. Se gli interessi nei confronti dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico riguardano una serie di questioni, che beneficerebbero di un impegno congiunto, esistono anche interessi specifici da sviluppare in maniera differenziata. L'Unione africana, ma anche le organizzazioni regionali, come la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), la Comunità di sviluppo dell'Africa australe (SADC) e la Comunità dell'Africa orientale svolgono un ruolo rilevante, così come altre organizzazioni regionali quali la CARICOM/CARIFORUM nei Caraibi.

Allo stesso tempo, il quadro di partenariato permetterebbe di evitare il costo di rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con i paesi partner in quanto gruppo e potrebbe mantenere l'acquis dell'accordo di Cotonou, in particolare per quanto riguarda gli elementi essenziali e il legame con gli accordi di partenariato economico. Questi sono identici per le tre regioni e consentono così importanti economie di scala per negoziare e gestire questi aspetti congiuntamente invece che separatamente con diversi gruppi o paesi. Questa opzione consente anche di sviluppare la cooperazione a livello internazionale sulle principali sfide globali comuni. Il peso dell'alleanza può essere sostanziale, come dimostra il ruolo svolto per la conclusione dell'accordo di Parigi.

Tenendo conto di tutti questi elementi, la proposta di un nuovo formato consente di conservare tutti gli elementi positivi dell'attuale APC, ma, cosa ancora più importante, crea le condizioni adeguate per consentire all'UE di conseguire i nuovi obiettivi.

4.2.3 Coinvolgimento al di là dei paesi ACP

L'opzione dell'accordo quadro consente di coinvolgere meglio i paesi interessati al di là dei paesi ACP, al fine di garantire la coerenza, in particolare per quanto riguarda la dimensione panafricana (ad esempio tra il partenariato ACP-UE e la strategia comune UE-Africa). Questo è un aspetto importante, in quanto consentirebbe all'UE di allineare, se del caso, l'ambito geografico per l'impegno a obiettivi specifici per un determinato gruppo di paesi e aggiungerà un capitale diplomatico all'UE per perseguire in modo più strategico i propri interessi. A questo proposito, è particolarmente importante coinvolgere i paesi non ACP dell'Africa settentrionale, i pochi membri del gruppo dei PMS e dei SIDS. I paesi non ACP pertinenti dovrebbero essere maggiormente coinvolti, garantendo al tempo stesso la coerenza con quadri strategici esistenti (ad esempio, politica europea di vicinato) e accordi di associazione già esistenti.

4.3 Un partenariato con vari livelli e varie parti interessate e con principi fondamentali di cooperazione

Il partenariato dovrebbe basarsi su una serie di principi. Dovrebbe essere realizzato mediante un sistema di governance a più livelli che consenta di intervenire al livello più adeguato, in linea con i principi di sussidiarietà e complementarità, così come quelli della differenziazione e regionalizzazione. Inoltre, dovrebbe fondarsi su un approccio pluralistico che vada al di là della situazione in cui i governi non sono in grado di gestire le sfide da soli.

4.3.1 Principi fondamentali per la cooperazione

Il nuovo partenariato deve essere basato sui seguenti principi fondamentali:

-dialogo;

-responsabilità reciproca;

-ampia partecipazione di attori statali e non statali;

-titolarità.

4.3.2 Principi di sussidiarietà e complementarità

Il partenariato dovrebbe rispecchiare e integrare le dinamiche regionali in Africa, nei Caraibi e nel Pacifico. A tal fine, dovrebbe assicurare che l'impegno politico e il processo decisionale avvengano al livello opportuno di responsabilità, sia esso nazionale, regionale, continentale o livello dei paesi ACP.

4.3.3 Attori

Come sottolineato nella consultazione pubblica e nella valutazione, la dimensione multilaterale del partenariato è riconosciuta, ma merita di essere rafforzata. Dovrebbero essere coinvolti una serie di attori, statali e non statali. Un nuovo partenariato dovrebbe rafforzare i rispettivi ruoli. Fra i soggetti interessati figurano:

-gli attori statali: i governi e i parlamenti nazionali e le autorità regionali e locali;

-le organizzazioni regionali, tra cui l'Unione africana;

-i paesi non ACP e

-gli attori non statali, comprese le organizzazioni della società civile, i partner economici e sociali e il settore privato.

4.4 Un partenariato che offre risultati migliori

Il partenariato deve definire i mezzi e gli strumenti appropriati che consentano di realizzare più efficacemente le priorità stabilite. Ciò deve essere pienamente in linea con il programma d'azione di Addis Abeba, che è parte integrante dell'Agenda 2030, con l'elaborazione di un nuovo consenso europeo sullo sviluppo, con l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e con le raccomandazioni che emergono dalla valutazione dell'accordo APC.

4.4.1 Partenariato diversificato

Il partenariato dovrebbe differenziare le modalità di attuazione in linea con l'Agenda 2030, il programma d'azione di Addis Abeba, la strategia globale dell'UE e il consenso europeo per lo sviluppo 28 .

4.4.2 Mezzi di attuazione

Il programma d'azione di Addis Abeba stabilisce un nuovo paradigma e fornisce un quadro per l'attuazione dell'Agenda 2030, attraverso strumenti finanziari e non finanziari. Dovrebbe essere l'elemento centrale del partenariato. Include l'azione interna, quadri strategici abilitanti nonché il ruolo di un settore privato dinamico, tutto con il sostegno di un contesto internazionale favorevole.

I paesi partner dovrebbero concentrare i loro sforzi per colmare le lacune esistenti in materia di finanze pubbliche nazionali, perseguendo fra l'altro una migliore mobilitazione delle risorse nazionali, una spesa pubblica più efficace ed efficiente e la gestione del debito. Occorre promuovere sistemi fiscali e quadri di gestione della spesa pubblica che siano equi, trasparenti ed efficienti. Particolare attenzione va rivolta alla lotta contro l'elusione fiscale, l'evasione fiscale e i flussi finanziari illeciti.

L'UE dovrebbe cercare modalità e strumenti combinati che hanno dimostrato un livello di prestazioni elevato, pur mantenendo una forte flessibilità per essere in grado di adattarsi a ulteriori miglioramenti. Ciò dovrebbe rispettare i principi di efficacia dello sviluppo (comprese la titolarità, la trasparenza, la responsabilità reciproca e l'enfasi sui risultati) e dovrebbe essere ulteriormente sostenuto dall'attuazione della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS).

4.5 Un partenariato sostenuto dal giusto assetto istituzionale

L'assetto istituzionale dovrebbe rispecchiare la natura politica del partenariato, le priorità stabilite, il formato prescelto, le modalità di cooperazione e i diversi attori coinvolti. Dovrebbe permettere di adottare decisioni e azioni in modo rapido ed efficace. L'attuale sistema basato su istituzioni comuni si è rivelato utile per condividere le esperienze, ma è ormai obsoleto in quanto troppo pesante e oneroso. È troppo presto per definire l'assetto istituzionale considerato in questa fase, ma è possibile proporre una serie di principi che ne definiscono la struttura.

In quanto partenariato politico basato sulla reciproca responsabilità e sostenuto da norme, deve essere attuato mediante una architettura istituzionale flessibile e a più livelli che promuova e faciliti il dialogo su questioni di interesse comune. Dovrebbe avvalersi dei principi di sussidiarietà e complementarità per definire il dialogo con gli attori istituzionali e non istituzionali pertinenti a diversi livelli.

Il dialogo e la cooperazione a tutti i livelli dovrebbero privilegiare il formato che costituisce lo strumento più adatto a conseguire gli obiettivi e gli interessi specifici, con i paesi e le organizzazioni regionali o i quadri di cooperazione che ottengono i risultati migliori in un determinato settore.

4.6 Un partenariato sostenuto da un quadro giuridico

Lo status giuridico del futuro partenariato svolge un ruolo importante per la sua attuazione, come ha confermato l'analisi effettuata nella valutazione d'impatto allegata alla presente comunicazione. Pertanto, è nell'interesse politico dell'UE ribadire il suo impegno di lunga data, ancorando il nuovo partenariato in un accordo giuridicamente vincolante. Al tempo stesso, il nuovo partenariato deve rimanere flessibile e agile per adattarsi ai suoi propri progressi e all'ambiente in continua evoluzione. Ciò è particolarmente rilevante per i pilastri regionali. Questi sono i principi fondamentali sui quali la posizione giuridica di un futuro partenariato dovrebbe essere basata e messa a punto quando le priorità e le principali caratteristiche del partenariato saranno completamente note.

4.7 Prossime tappe

La comunicazione servirà da base per le discussioni con il Consiglio e il Parlamento, nonché con un più ampio gruppo di soggetti interessati, compresi i partner ACP, in vista della preparazione di una raccomandazione contenente le direttive di negoziato.

(1)

2007/483/CE, GU L 317 del 15.12.2000.

(2)

Articolo 95.4 APC

(3)

Trasformare il nostro mondo: l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, A/RES/70/1

(4)

Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte. Una strategia globale per l'Unione europea in materia di politica estera e di sicurezza, 28 giugno 2016, http://europa.eu/globalstrategy/en/shared-vision-common-action-stronger-europe

(5)

Proposta di un nuovo consenso europeo sulla politica di sviluppo, comunicazione (C(2016) 740 final)

(6)

Il documento di consultazione congiunto JOIN(2015)33 e i suoi risultati sono disponibili al seguente indirizzo:

http://ec.europa.eu/europeaid/public-consultation-eu-acp-new-partnership_en

(7)

La valutazione dell'accordo di partenariato di Cotonou (SWD(2016) 250) è disponibile al seguente indirizzo:

https://ec.europa.eu/europeaid/policies/european-development-policy/acp-eu-partnership-after-2020_en

(8)

Valutazione d'impatto - documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione (JOIN(2016) 380)

(9)

http://www.un.org/esa/ffd/wp-content/uploads/2015/08/AAAA_Outcome.pdf

(10)

COM(2015) 240 final, disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/european-agenda-migration/index_en.htm

(11)

Disponibile al seguente indirizzo: http://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2015/11/12-valletta-final-docs/

(12)

COM(2016) 385 final, disponibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/european-agenda-migration/proposal-implementation-package/docs/20160607/communication_external_aspects_eam_towards_new_migration_ompact_en.pdf

(13)

Accordo di Parigi nell'ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici FCCC/CP/2015/L.9/rev.1

(14)

Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Assemblea generale delle Nazioni Unite, Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

(15)

  http://www.cop21paris.org/about/cop21  

(16)

  http://unfccc.int/paris_agreement/items/9485.php  

(17)

Agenda 2063, il futuro che vogliamo per l'Africa - agenda2063.au.int

(18)

Partenariato strategico Africa-UE - Una strategia comune Africa-UE - www.africa-eu-partnership.org/sites/default/files/documents/eas2007_joint_strategy_en.pdf

(19)

www.peaceau.org/en/page/104-african-peace-and-security-architecture-apsa

(20)

Aga-platform.org

(21)

Au.int/en/treaties/African-charter-de;ocracy-elections-and-governance

(22)

  http://agenda2063.au.int/  

(23)

Comunicazione congiunta sulla governance internazionale degli oceani: Un'agenda per il futuro dei nostri oceani - http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/sites/maritimeaffairs/files/join-2016-49_en.pdf

(24)

Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, del 10 dicembre 1982, disponibile al seguente indirizzo: http://www.un.org/depts/los/convention_agreements/convention_overview_convention.htm

(25)

Documento di lavoro dei servizi della Commissione: La valutazione dell'accordo di partenariato di Cotonou (SWD(2016) 250 final)

(26)

  http://www.acp.int/content/declaration-8th-summit-acp-heads-state-and-government-acp-group-states  

(27)

Documento di lavoro dei servizi della Commissione: Valutazione d'impatto sulle future relazioni con i paesi ACP dopo il 2020 (SWD(2016) xxx).

(28)

Spazio riservato per la comunicazione sul consenso XXXX

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