TEN/725
Strategia per ridurre le emissioni di metano
PARERE
Comitato economico e sociale europeo
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio,
al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni
sulla strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano
[COM(2020) 663 final]
Relatore: Udo HEMMERLING
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Consultazione
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Commissione europea, 27/11/2020
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Base giuridica
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Art. 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea
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Sezione competente
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Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione
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Adozione in sezione
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09/03/2021
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Adozione in sessione plenaria
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24/03/2021
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Sessione plenaria n.
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559
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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252/5/4
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1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sostiene l'obiettivo della strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano e il suo orientamento di fondo volto a un'ulteriore sensibile diminuzione delle emissioni di metano, finalizzata alla protezione del clima.
1.2È quindi comprensibile l'attenzione dedicata ai settori responsabili della maggior parte delle emissioni di metano, ossia l'agricoltura, il settore energetico e quello dei rifiuti.
1.3La strategia per il metano dovrebbe essere collegata alle strategie per la bioeconomia e l'economia circolare.
1.4Il Comitato approva espressamente l'importanza attribuita al miglioramento del rilevamento delle emissioni di metano e alle iniziative internazionali di riduzione, perché spesso le emissioni di metano provengono da fonti decentrate e diffuse lungo catene di produzione e distribuzione internazionali.
Si propongono le seguenti integrazioni alla strategia dell'UE per ridurre le emissioni di metano.
1.5L'ampia diffusione delle fonti di metano e la complessità del rilevamento delle emissioni di tale gas rendono spesso difficile, se non impossibile, il loro monitoraggio. Il miglioramento del monitoraggio dovrebbe essere realizzato in modo uniforme e comparabile per i settori pertinenti quali l'agricoltura, l'energia, i rifiuti e l'industria chimica.
L'inclusione diretta delle emissioni diffuse di metano in un sistema di scambio di quote di emissione e/o la fissazione diretta del loro prezzo è molto difficile e spesso impossibile. Nella misura del possibile, tuttavia, bisognerebbe cercare di effettuare un rilevamento delle emissioni puntuali, adottando lo stesso approccio per tutte le fonti di emissioni.
1.6Nei loro piani di azione per il clima gli Stati membri dovrebbero descrivere lo stato attuale e il potenziale dell'utilizzo di biogas proveniente da letame e liquame, rifiuti organici, acque reflue, discariche e gas da estrazione, e predisporre misure volte a incrementarne l'utilizzo.
1.7Nel settore agricolo vi è ancora un notevole potenziale in termini di riduzione delle emissioni di metano, soprattutto mediante la fermentazione di letame e liquame negli impianti di produzione di biogas e grazie ai progressi nell'alimentazione e nell'allevamento degli animali, come pure nello spandimento di fertilizzanti a basse emissioni. Tali potenzialità andrebbero ulteriormente concretizzate nel corso dell'attuazione della strategia dell'UE sul metano.
1.8Nel settore della gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti organici dovrebbero diventare gradualmente la norma in tutta l'UE. Ciò rappresenta il presupposto per un'ulteriore riduzione delle emissioni di metano in tale settore.
2.Panoramica sulla strategia della Commissione europea per ridurre le emissioni di metano
2.1Il metano rappresenta il 10,5 % delle emissioni complessive di gas a effetto serra dell'UE, pari a 3,76 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (2018). Dal 1990 si è riusciti a ridurre le emissioni di metano quasi del 34 %.
2.2La strategia per il metano è rivolta ai settori maggiormente responsabili delle emissioni antropiche, ovvero l'agricoltura (53 % delle emissioni di metano dell'UE), i rifiuti (26 % delle emissioni) e l'energia (19 % delle emissioni), e propone misure di riduzione per ciascuno di essi. Di conseguenza non rientrano nella strategia le emissioni naturali di metano, ad esempio quelle prodotte dai ruminanti selvatici o dalle paludi.
2.3A livello mondiale, la riduzione delle emissioni di metano può dare un contributo importante alla protezione del clima. Il dimezzamento delle attuali emissioni globali di metano, infatti, potrebbe far diminuire l'aumento della temperatura del pianeta di 0,18 °C entro il 2050.
2.4L'UE è responsabile del 5 % delle emissioni di metano a livello mondiale e, attraverso le importazioni di gas fossile, petrolio e carbone, genera livelli elevati di emissioni di metano anche in paesi terzi. La Commissione europea propone quindi di intraprendere delle attività di riduzione di tali emissioni lungo le catene di approvvigionamento internazionali.
2.5La Commissione europea propone inoltre un netto miglioramento del rilevamento e della rendicontazione delle emissioni di metano.
2.6Nella strategia non viene trattato in modo specifico l'attuale stato delle conoscenze scientifiche sull'impatto particolare del metano come gas a effetto serra di breve durata (cfr. punto 3).
3.Stato delle conoscenze sull'impatto climatico del metano e conseguenze per una politica di neutralità climatica
3.1Fra le caratteristiche fondamentali del metano (CH4) quale gas a effetto serra rientrano la durata di vita relativamente breve e il fatto che si degrada in acqua (H2O) e CO2 nell'atmosfera nell'arco di circa 12 anni. Ciò ha conseguenze determinanti per il suo impatto climatico e per il raffronto con la CO2, che nei bilanci climatici viene presa come riferimento.
3.2La CO2 nell'atmosfera è stabile e, contrariamente al metano, non si degrada, ragion per cui viene definita anche "gas a effetto serra di lunga durata" ("stock gas"). Ciò fa sì che le emissioni di CO2, dovute ad esempio alla combustione di fonti energetiche fossili, a parità di altre condizioni continuino ad accumularsi nell'atmosfera, aumentando così costantemente la concentrazione di CO2.
3.3Al contrario, le emissioni di gas a effetto serra di breve durata ("flow gases") come il metano vengono compensate attraverso processi di decomposizione naturali. Inoltre, la durata di vita breve fa sì che le emissioni si compensino automaticamente con l'assorbimento, il che nel caso di emissioni stabili porta a una concentrazione stabile nell'atmosfera.
3.4Oltre alla brevità della durata di vita, anche l'origine del metano è determinante per il suo impatto climatico, dal momento che con la sua decomposizione viene prodotta anidride carbonica, un gas ad effetto serra. La CO2 che deriva dalla decomposizione del metano biogenico (prodotto ad esempio dalla digestione dei ruminanti o dalla risicoltura sommersa) era stata precedentemente prelevata dall'atmosfera per fotosintesi attraverso la crescita delle piante e quindi essenzialmente fa parte di un ciclo che non modifica la concentrazione di CO2 nell'atmosfera.
3.5Al contrario, la decomposizione del metano fossile (prodotto ad esempio dall'estrazione di gas naturale, petrolio o carbone) in anidride carbonica e acqua rappresenta un'ulteriore fonte di CO2 per l'atmosfera, aumentandone così la concentrazione.
3.6Tali caratteristiche del metano hanno una serie di conseguenze per l'impatto climatico e la definizione della politica climatica, in particolare per quanto riguarda l'obiettivo della neutralità climatica. Dal momento che è un gas a effetto serra di breve durata, nel medio termine un'emissione di metano (biogenico) che resta costante porta a una concentrazione costante di metano nell'atmosfera, che esercita un forzante radiativo costante sul sistema climatico e di conseguenza determina un impatto costante sulla temperatura. Se l'emissione di metano diminuisce, si riduce la concentrazione nell'atmosfera, il che produce un calo del forzante radiativo e dunque una riduzione della temperatura (effetto di raffreddamento).
3.7Al contrario, un'emissione di CO2 che resta costante porta a un aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera finché la fonte emette CO2. Anche al termine dell'emissione di anidride carbonica la concentrazione di CO2 così prodotta si mantiene nell'atmosfera e determina quindi un forzante radiativo prolungato ed effetti di riscaldamento duraturi.
3.8Per ottenere un impatto climaticamente neutro sono quindi necessari approcci diversi per i gas a effetto serra di lunga e breve durata. Per invertire il duraturo aumento della temperatura dovuto al prolungato forzante radiativo di CO2 ritornando al livello di temperatura precedente l'emissione di tale gas, è necessario ridurre attivamente la concentrazione di CO2 nell'atmosfera mediante pozzi di assorbimento del carbonio; come pure, per mantenere stabile il livello della temperatura nel caso di emissioni di CO2 costanti (che non possono essere evitate), deve essere costantemente sottratta dall'atmosfera la stessa quantità di CO2 che viene immessa (azzeramento delle emissioni nette). Ciò si traduce nell'obiettivo della neutralità in termini di gas a effetto serra. Nel caso delle fonti (biogeniche) di metano, invece, un impatto neutro dal punto di vista climatico si ottiene già con emissioni stabili, mentre una compensazione delle emissioni di metano convertite in CO2 equivalente, grazie alla sottrazione di gas a effetto serra dall'atmosfera, produce un effetto di raffreddamento.
3.9L'azzeramento delle emissioni ("zero netto") espresso in CO2 equivalente non è quindi un approccio strategico adeguato per un gas a effetto serra di breve durata come il metano. Ad esempio, in Nuova Zelanda la legge "Zero Carbon Act" prevede un approccio specifico per le emissioni di metano. L'impatto climatico dei gas a effetto serra di breve durata dovrebbe essere rappresentato con una metrica più adeguata nei bilanci dei gas a effetto serra (cfr. in proposito il lavoro dell'Università di Oxford:
www.doi.org/10.1088/1748-9326/ab6d7e
).
4.Riduzione delle emissioni di metano – Altre osservazioni integrative
4.1Un cambiamento nelle abitudini dei consumatori ha indubbiamente il potenziale di ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Ciò vale anche per l'alimentazione: nello specifico, si fa riferimento alla raccomandazione di limitare il consumo di prodotti di origine animale. Nella politica climatica occorre però tenere conto del fatto che in una società aperta i cambiamenti dei comportamenti nella vita delle persone sono di carattere volontario.
4.2Nell'agricoltura, oltre alle possibilità di riduzione delle emissioni di metano nell'allevamento, occorre prendere in considerazione anche i collegamenti con l'utilizzo del terreno. In concreto, la presenza di ruminanti rappresenta la ragione fondamentale per l'utilizzo e il mantenimento dei terreni erbosi, la cui preservazione, a sua volta, è molto importante per la politica climatica, a causa dell'anidride carbonica sequestrata dall'humus del terreno.
4.3Per quanto riguarda i gas di metano provenienti dalle discariche, dagli impianti di trattamento delle acque reflue o dalle miniere di carbone dismesse, in alcuni Stati membri dell'UE non vengono ancora applicate misure capillari per la loro cattura e il loro utilizzo a fini energetici.
4.4Anche nel caso della raccolta dei rifiuti, in molti Stati membri non esistono ancora sistemi per la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti organici che siano diffusi su tutto il territorio. Ciò impedisce di sfruttare la possibilità di evitare al massimo le emissioni di metano nel trattamento dei rifiuti organici mediante il compostaggio o la fermentazione (biogas).
4.5Nel caso delle importazioni di fonti energetiche fossili come il gas naturale, il petrolio e il carbone, l'UE finora non ha imposto alcun requisito particolare in relazione alla tutela del clima, della natura e dell'ambiente. L'annunciata messa a punto di requisiti per la riduzione delle emissioni di metano dovrebbe far parte di una più ampia iniziativa volta a ridurre l'impronta ecologica di tali importazioni energetiche nel quadro del Green Deal.
4.6Nell'ambito del monitoraggio delle emissioni di metano antropiche, che dovrebbe essere sviluppato, andrebbero documentate a titolo indicativo anche le emissioni di metano naturali, così da ottenere un quadro generale completo.
4.7La ricerca, lo sviluppo e l'ulteriore penetrazione sul mercato delle tecnologie di riduzione delle emissioni di metano dovrebbero essere portati avanti nelle reti europee coinvolgendo le parti economiche e sociali.
Bruxelles, 24 marzo 2021
Christa SCHWENG
Presidente del Comitato economico e sociale europeo
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