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Orientamenti dell’Unione europea in materia di tortura e altri trattamenti crudeli

SINTESI DI:

Orientamenti per una politica dell’Unione europea nei confronti dei paesi terzi in materia di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti

SINTESI

CHE COSA FANNO I PRESENTI ORIENTAMENTI?

Istituiscono uno strumento operativo utilizzabile da parte dell’Unione europea (UE) nelle relazioni con i paesi terzi al fine di combattere la tortura e altre pene crudeli, disumane o degradanti (ad esempio, il pestaggio durante la custodia cautelare).

PUNTI CHIAVE

L’UE lotta contro la tortura e i maltrattamenti attraverso il sostegno di strumenti internazionali (ad esempio la Dichiarazione universale dei diritti umani, le convenzioni di Ginevra, lo statuto della Corte penale internazionale ecc.) e misure previste dalla propria politica estera e di sicurezza comune (PESC), quali il regolamento sul commercio di strumenti di tortura.

Le azioni dell’UE per combattere la tortura e i maltrattamenti nelle relazioni con i paesi terzi consistono in quanto segue:

  • istituire dialoghi politici con i paesi terzi e le organizzazioni regionali. Le linee direttrici per i dialoghi in materia di diritti umani stabiliscono condizioni e principi chiari in questo campo;
  • avviare iniziative politiche ed emettere dichiarazioni pubbliche che spingano i paesi terzi rilevanti a prendere misure efficaci contro la tortura e altri maltrattamenti;
  • promuovere la collaborazione con la società civile nell’ambito della cooperazione bilaterale e multilaterale, in particolare ai sensi del piano d’azione dell’UE sui diritti umani e la democrazia (2015-2019) che sostiene le organizzazioni non governative (ONG) nella lotta contro la tortura;
  • ruoli di osservatore da parte dei rappresentanti delle ambasciate dell’UE in processi nei quali si teme che l’imputato abbia subito torture o maltrattamenti.

Ai sensi di tali orientamenti, l’UE spinge i paesi terzi a prendere le seguenti misure:

  • prevenire, vietare e condannare la tortura e i maltrattamenti;
  • aderire a normative e procedure internazionali (ad esempio la Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite) e attuarle;
  • istituire misure di controllo e procedure relative ai luoghi di detenzione;
  • fornire riabilitazione e risarcimento alle vittime;
  • istituire garanzie legali interne;
  • combattere l’impunità;
  • stabilire quali gruppi richiedono un’attenzione speciale (ad esempio rifugiati, richiedenti asilo o detenuti);
  • consentire meccanismi di controllo della detenzione;
  • creare istituzioni nazionali per la prevenzione della tortura;
  • rafforzare il sistema giudiziario;
  • provvedere alla formazione effettiva del personale sanitario, militare e delle forze dell’ordine in merito alla tortura e ai maltrattamenti;
  • prevenire qualsiasi forma di intimidazione o rappresaglia;
  • condurre autopsie.

CONTESTO

Il rispetto dei diritti umani è una delle priorità chiave nelle relazioni esterne dell’UE. Combattere la tortura e i maltrattamenti è una parte necessaria di tale lavoro, nonostante l’esistenza di numerosi strumenti internazionali che vietano questo tipo di grave violazione della dignità umana.

Le azioni dell’UE, sostenute fortemente da tutti i suoi paesi, mirano a prevenire ed eliminare la tortura e i maltrattamenti e a combattere l’impunità dei responsabili. Tale lavoro completa l’azione dell’UE per la lotta contro la pena di morte.

ATTO

Orientamenti per una politica dell’UE nei confronti dei paesi terzi in materia di tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti — Aggiornamento degli orientamenti 6129/1/12 REV1, 20 marzo 2012

Ultimo aggiornamento: 08.03.2016

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