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Piano d'azione

1) OBIETTIVO

Creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia previsto dal trattato di Amsterdam.

2) PROVVEDIMENTO COMUNITARIO

Piano d'azione del Consiglio e della Commissione, del 3 dicembre 1998, concernente le modalità ottimali di attuazione delle disposizioni del trattato di Amsterdam relative alla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

3) CONTENUTO

1° Parte: Introduzione

Richiesto dai capi di Stato e di governo durante il Consiglio europeo di Cardiff (giugno 1998), il piano d'azione è stato adottato dal Consiglio il 3 dicembre e successivamente presentato al Consiglio europeo di Vienna alcuni giorni più tardi. Un primo contributo, apportato dalla Commissione nella sua comunicazione del 14 luglio 1998 [COM(98)459 def.], verteva sulle nozioni di libertà, sicurezza e giustizia e tracciava gli orientamenti da seguire. Il piano d'azione concretizza tali concetti definendo gli obiettivi prioritari per il prossimo quinquennio ed un calendario di provvedimenti necessari alla realizzazione di detto spazio di libertà, sicurezza e giustizia contemplato dal trattato di. Poggiando sul titolo IV del trattato CE, sul titolo VI del trattato sull'UE e sull'acquis di Schengen integrato in detti trattati, esso offre un quadro coerente che consente uno sviluppo dell'azione dell'UE garantendo nel contempo un migliore controllo giurisdizionale e democratico rispettivamente della Corte di giustizia e del Parlamento europeo. Il suo obiettivo è quello di garantire la libera circolazione delle persone pur garantendone la sicurezza combattendo la criminalità. Dovrebbe agevolare la cooperazione in materia di giustizia e di affari interni non soltanto in seno all'Unione, ma anche con i paesi candidati all'adesione.

"Uno spazio di libertà": si tratta di garantire la libera circolazione delle persone sul modello di Schengen, ma altresì di tutelare i diritti fondamentali e lottare contro qualsiasi forma di discriminazione. Parimenti, devono essere garantiti il rispetto della vita privata e in particolare la protezione dei dati personali. Per quanto riguarda l'asilo e l'immigrazione, gli strumenti adottati in passato non erano per lo più vincolanti. Essendo questi settori ormai entrati nell'ambito del trattato CE, saranno adottati strumenti comunitari e verrà definita una vera politica europea.

"Uno spazio di sicurezza": comprende la lotta alla criminalità, segnatamente al terrorismo, alla tratta di esseri umani, ai reati contro i minori, al traffico di droga, al traffico d'armi, alla corruzione e alla frode. In materia di criminalità, nel giugno 1997 in occasione del Consiglio europeo di Amsterdam è stato adottato un piano d'azione specifico; un altro piano d'azione antidroga droga sarà attuato per il periodo 2000-2004. Viene sottolineato il ruolo centrale d'Europol, strumento essenziale per una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, in particolare a livello operativo.

"Uno spazio di giustizia": nonostante le differenze esistenti negli Stati membri, l'obiettivo dell'Unione è di garantire ai cittadini europei un pari accesso alla giustizia ed agevolare la cooperazione delle autorità giudiziarie. In materia civile, la cooperazione giudiziaria deve mirare ad una semplificazione dell'ambiente dei cittadini europei. In materia penale, essa deve consentire il potenziamento del coordinamento delle azioni giudiziarie e fornire un sentimento comune di giustizia definendo norme minime per le infrazioni, le procedure e le sanzioni. Viene altresì posto l'accento sul caso specifico delle vertenze transfrontaliere.

Le relazioni dell'UE con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali si evolveranno altresì in seguito ai cambiamenti introdotti dal trattato di Amsterdam. Infatti, dato che il diritto d'asilo, l'immigrazione e la cooperazione giudiziaria in materia civile rientrano attualmente nel primo pilastro, la Comunità possiede nuove competenze esterne che le consentiranno di esercitare un'influenza sul piano internazionale in detti settori.

Le strutture di lavoro del Consiglio nel settore della giustizia degli affari interni devono adeguarsi alle trasformazioni apportate dal trattato di Amsterdam e gestire nel contempo le misure attinenti al primo e al terzo pilastro nonché all'acquis di Schengen. Si tratta di creare un sistema che assicuri un buon coordinamento dell'insieme, eviti i doppioni e fornisca l'esperienza necessaria alla presa di decisione.

2° Parte: Priorità e misure

Le disposizioni del trattato prevedono che l'istituzione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia venga ultimato in cinque anni. Per definire priorità comuni nonché i provvedimenti circostanziati da adottare a breve termine (due anni) e a più lungo termine (cinque anni), sono stati considerati i seguenti criteri: gli orientamenti già fissati dal tratto di Amsterdam, i principi di sussidiarietà e di solidarietà, l'efficacia operativa, i limiti stabiliti dai trattati (gli Stati membri sono gli unici competenti per quanto attiene alla loro sicurezza interna) ed un approccio realistico per quanto riguarda il tempo e le risorse disponibili.

In materia di asilo, si prevede di creare norme comuni per le procedure concernenti i rifugiati e per l'accoglienza di quanti chiedono asilo politico, attuare la convenzione Eurodac che consentirà di confrontare le impronte digitali dei richiedenti e di ripartire l'onere finanziario tra gli Stati membri per accogliere queste persone. È prevista una strategia globale in materia di migrazioni.

Nel campo dell'immigrazione, si tratta di elaborare disposizioni comuni per le condizioni d'ingresso, soggiorno e ritorno, di lottare con maggiore efficacia contro l'immigrazione clandestina e definire i diritti dei cittadini dei paesi terzi in materia di libera circolazione sul territorio dell'Unione. Sarà adottato un visto uniforme.

La cooperazione giudiziaria in materia civile assume un'importanza fondamentale per lo "spazio di giustizia". In questa prospettiva è necessario adattare le normative in materia di conflitti nell'ambito legislativo e giurisdizionale, segnatamente in materia di obblighi contrattuali ed extracontrattuali, divorzio, regimi matrimoniali e successioni e sviluppare la mediazione in particolare per i conflitti familiari. Sarà esaminata la possibilità di creare una rete giudiziaria civile per intensificare i contatti dei professionisti a livello europeo.

L'obiettivo principale della cooperazione in materia di polizia è quello di garantire ai cittadini europei un livello elevato di protezione. A tal fine, deve essere sviluppata la cooperazione nascente tra le autorità di polizia e quelle giudiziarie. Europol dovrà estendere le proprie capacità operative e le proprie competenze (lotta contro le contraffazioni dell'euro, per esempio), tra le sue priorità, la lotta contro le reti d'immigrazione clandestina ed il terrorismo. Sarà necessario definire le relazioni tra le autorità giudiziarie ed Europol nonché un contesto per le indagini comuni. Sul modello degli accordi di Schengen occorrerà esaminare le modalità d'intervento dei servizi repressivi di uno Stato in un altro Stato membro.

Per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale, saranno adottate misure per agevolare la mutua assistenza tra le autorità nazionali, l'estradizione tra gli Stati membri ed il mutuo riconoscimento delle decisioni e l'esecuzione delle sentenze, potenziare la lotta contro il riciclaggio dei capitali. Viene altresì affrontato il tema del ravvicinamento delle norme di diritto penale .

Per questi due ultimi domini, saranno sviluppati lo scambio, la raccolta e la memorizzazione dei dati al fine di rafforzare l'efficacia delle azioni condotte. Essi potrebbero riguardare le operazioni finanziarie dubbie, i casellari giudiziali, la criminalità transfrontaliera o le indagini in corso.

4) termine ultimo per l'attuazione della normativa comunitaria negli stati membri

Non richiesto

5) data d'entrata in vigore (se diversa da quella del punto precedente)

6) riferimenti

Gazzetta ufficiale C 19, 23.01.1999

7) altri lavori

Comunicazione della Commissione del 24 marzo 2000: quadro di controllo per la valutazione dei progressi realizzati ai fini della creazione di uno spazio di "libertà, sicurezza e giustizia" nell'Unione europea [COM(2000) 167 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

8) disposizioni d'applicazione della commissione

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