COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 8.6.2016
JOIN(2016) 29 final
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
Verso una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali
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Document 52016JC0029
JOINT COMMUNICATION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL Towards an EU strategy for international cultural relations
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Verso una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Verso una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali
JOIN/2016/029 final
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 8.6.2016
JOIN(2016) 29 final
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
Verso una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali
1. CONTESTO
La diversità culturale è parte integrante dei valori dell'Unione europea. L'UE è fermamente impegnata a promuovere un ordine mondiale basato sulla pace, sullo Stato di diritto, sulla libertà di espressione, sulla comprensione reciproca e sul rispetto dei diritti fondamentali. Di conseguenza, la promozione della diversità culturale attraverso le relazioni internazionali è un elemento importante del ruolo dell'UE in quanto attore globale. Ciò prevede l'impegno a promuovere le "relazioni culturali internazionali" attraverso il sostegno e l'assistenza che l'UE assicura ai paesi terzi nonché il sostegno e la promozione dell'Unione e delle diverse culture degli Stati membri attraverso la "diplomazia culturale". Nella sua qualità di partner chiave delle Nazioni Unite (ONU) l'UE coopera strettamente con l'UNESCO 1 per tutelare il patrimonio culturale mondiale.
L'UE ha tanto da offrire al mondo: una molteplicità di espressioni culturali, una produzione artistica di grande livello e un'industria creativa dinamica. L'UE può a sua volta trarre grandi benefici da un aumento degli scambi con il resto del mondo. Al contempo, l'esperienza dell'UE in materia di pluralismo e diversità costituisce una risorsa importante per promuovere le politiche culturali come fattori di pace e di sviluppo socioeconomico nei paesi terzi. La presente comunicazione congiunta riassume il contributo che l'Unione apporta già oggi alle relazioni culturali internazionali e propone modi per sviluppare le relazioni culturali internazionali dell'UE al fine di perseguire gli obiettivi dell'Unione di promuovere la pace e la stabilità internazionale, preservare la diversità e stimolare la crescita e l'occupazione.
Nel 2007 la Commissione propose una "Agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione" 2 , che prevedeva la promozione della cultura nell'ambito delle relazioni internazionali dell'Unione. Da allora, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona e l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) è stata creata una nuova architettura, che può rafforzare ulteriormente il contributo dell'Unione europea alle relazioni culturali internazionali. Negli anni più recenti, gli Stati membri, il Parlamento europeo e i rappresentanti della società civile hanno invocato un approccio più coordinato dell'UE alle relazioni culturali internazionali 3 . Nel novembre 2015 il Consiglio ha invitato la Commissione e l'Alto rappresentante a preparare "un approccio strategico alla cultura nelle relazioni esterne dell'UE, elaborando una serie di principi guida 4 ." La presente comunicazione congiunta va in tale direzione, elencando detti principi guida e delineando un approccio più strategico dell'UE alla diplomazia culturale.
Come firmataria della convenzione dell'UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali del 2005 5 , l'UE è impegnata a promuovere la diversità delle espressioni culturali nel quadro delle proprie relazioni culturali internazionali. Ciò rispecchia e promuove i valori fondamentali dell'UE, quali i diritti umani, la parità di genere, la democrazia, la libertà di espressione e lo Stato di diritto, nonché la diversità culturale e linguistica 6 . In particolare, la cultura e il dialogo interculturale possono contribuire ad affrontare le grandi sfide globali, quali la prevenzione e la soluzione dei conflitti, l'integrazione dei rifugiati, la lotta all'estremismo violento e la tutela del patrimonio culturale. Con la comunicazione del 2014 sul patrimonio culturale 7 , l'UE ha ribadito il suo impegno a tutelare il patrimonio culturale, in collaborazione con organizzazioni quali il Consiglio d'Europa e l'UNESCO. Tale impegno è particolarmente urgente alla luce della distruzione del patrimonio culturale in zone di conflitto come l'Iraq, la Siria e l'Afghanistan.
Gli scambi culturali possono apportare anche benefici economici. Il commercio mondiale di prodotti creativi è più che raddoppiato tra il 2004 e il 2013 8 , mentre la cultura è un elemento chiave della nuova economia, stimolata dalla creatività, dall'innovazione e dall'accesso alla conoscenza L'industria culturale e creativa rappresenta circa il 3% del PIL e 30 milioni di posti di lavoro 9 . Nella sola Unione europea questi settori garantiscono oltre 7 milioni di posti di lavoro 10 . Anche nei paesi in via di sviluppo i settori culturali e creativi contribuiscono alla promozione dello sviluppo sostenibile e della crescita inclusiva. La cultura può pertanto contribuire a promuovere la creazione di posti di lavoro e la competitività sia all'interno dell'UE che al di là dei suoi confini. Ciò è riconosciuto dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite 11 , la quale sottolinea che la cultura (comprensiva del patrimonio culturale mondiale e delle industrie creative) può svolgere un ruolo importante nel conseguimento di uno sviluppo inclusivo e sostenibile. La cultura rappresenta pertanto uno dei settori chiave promossi nel quadro dell'assistenza UE allo sviluppo.
Le relazioni culturali dell'Europa con altri paesi sono già solide. Gli Stati membri hanno legami culturali internazionali profondi e di lunga durata, e l'Europa gode di grande prestigio in tutto il mondo per le sue tradizioni e creazioni culturali. In linea con le richieste del Consiglio e del Parlamento 12 , un'azione coordinata dell'UE, basata sul concetto della "complementarità intelligente" può contribuire a rafforzare tali legami creando sinergie, mettendo in comune risorse, agevolando la cooperazione e dando maggiore visibilità a tali scambi e azioni culturali 13 .
La presente comunicazione congiunta delinea una strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali, ponendo l'accento principale sulla promozione della cooperazione culturale con i paesi partner in tre settori chiave: sostenere la cultura come volano dello sviluppo sociale ed economico sostenibile; promuovere la cultura e il dialogo interculturale per garantire relazioni interetniche pacifiche; rafforzare la cooperazione nel campo del patrimonio culturale. Nel perseguire tali obiettivi, le relazioni culturali internazionali dell'UE contribuiranno a fare dell'UE un attore globale più forte – una priorità fondamentale sia per la Commissione che per la nuova strategia globale dell'Alto rappresentante.
2. PRINCIPI GUIDA PER L'AZIONE DELL'UE
L'azione dell'UE nel campo delle relazioni culturali internazionali dovrebbe ispirarsi ai principi seguenti:
a) Promuovere la diversità culturale e il rispetto dei diritti umani
L'UE è fermamente impegnata a promuovere la diversità culturale, che può essere tutelata e promossa solo se vengono garantiti i diritti umani e le libertà fondamentali. Tali diritti fondamentali costituiscono la base essenziale della democrazia, dello Stato di diritto, della pace e della stabilità, dello sviluppo sostenibile e inclusivo nonché della partecipazione alla cosa pubblica. Gli Stati hanno l'obbligo di rispettare, proteggere e promuovere il diritto alla libertà di opinione e di espressione, compresa l'espressione artistica. A tale riguardo, e in linea con i propri obblighi ai sensi del diritto UE e internazionale 14 , l'UE è impegnata a promuovere un approccio pluralista e tollerante alle relazioni culturali internazionali 15 .
b) Promuovere il rispetto reciproco e il dialogo interculturale
Per dare attuazione concreta al ruolo di ponte che la cultura può svolgere nelle relazioni internazionali, è necessario andare oltre la mera proiezione della diversità delle culture europee, puntando a generare un nuovo spirito improntato al dialogo, all'ascolto reciproco e allo sviluppo di capacità congiunte nonché alla solidarietà globale 16 . Le relazioni culturali dovrebbero tener conto delle differenze regionali e delle sensibilità locali. È quindi necessario che le azioni siano adattate ai particolari contesti e interessi culturali. Poiché le persone sempre più frequentemente si cimentano in progetti transfrontalieri con l'ausilio delle tecnologie digitali, si dovrebbe incoraggiare una comunicazione tra i popoli che avvenga in condizioni di rispetto e parità, in uno spirito improntato al partenariato. La reciprocità, l'apprendimento reciproco e la co-creazione dovrebbero essere il fondamento delle relazioni culturali internazionali dell'UE.
c) Garantire il rispetto della complementarità e sussidiarietà
La proposta di strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali rispetta pienamente le rispettive sfere di competenza dell'UE e dei suoi Stati membri. A norma dell'articolo 6 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), nel settore della cultura l'Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l'azione degli Stati membri. L'articolo 167, paragrafo 3 del TFUE prevede che l'Unione e gli Stati membri favoriscano la cooperazione con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica. Inoltre, a norma dell'articolo 167, paragrafo 4, del TFUE, l'Unione tiene conto degli aspetti culturali nell'azione che svolge a norma di altre disposizioni dei trattati. In materia di cooperazione allo sviluppo, la politica dell'Unione e quella dei suoi Stati membri si completano e si rafforzano reciprocamente (articolo 208). Nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, l'UE interviene per promuovere le relazioni culturali internazionali quando la sua azione risulta più efficace delle azioni svolte a livello nazionale, regionale o locale. Le recenti Conclusioni del Consiglio sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE sottolineano "la necessità di un migliore coordinamento degli sforzi per definire un approccio strategico europeo" 17 . L'UE può quindi svolgere un ruolo di catalizzatore e fornire il proprio contributo incoraggiando le sinergie e la cooperazione tra istituti di cultura e fondazioni nazionali nonché, se del caso, imprese pubbliche o private a livello mondiale.
d) Incoraggiare un approccio trasversale alla cultura
Ben lungi dall'essere limitata all'arte e alla letteratura, la cultura comprende una vasta gamma di politiche e azioni: dal dialogo interculturale al turismo, dall'istruzione e ricerca al mercato dell'industria creativa, dalla tutela del patrimonio culturale alla promozione delle industrie creative e delle nuove tecnologie, dall'artigianato alla cooperazione allo sviluppo. Di conseguenza la strategia proposta caldeggia le opportunità di promuovere la cultura nel quadro delle politiche esterne dell'UE. La cultura rappresenta inoltre un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile: infatti il settore creativo può promuovere la riconciliazione, la crescita e la libertà di espressione, basi ideali su cui fondare altre libertà fondamentali.
e) Promuovere la cultura attraverso i quadri di cooperazione già esistenti 18
Per garantire la coerenza delle politiche ed evitare sovrapposizioni, il modo più efficace per promuovere la cultura nelle relazioni esterne dell'UE consiste nel ricorrere ai quadri di cooperazione e agli strumenti di finanziamento già esistenti. L'UE ha elaborato un apposito quadro di cooperazione geografica e tematica, dotato di strumenti di finanziamento specifici:
Programmi tematici
Strumento di partenariato (PI): uno dei suoi obiettivi è "migliorare la comprensione e ampliare la visibilità dell'Unione [...] tramite la diplomazia pubblica, i contatti interpersonali, la cooperazione in materia di istruzione e accademica nell'ambito di gruppi di riflessione e attività di sensibilizzazione per la promozione dei valori e degli interessi dell'Unione" 19 .
Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR): contribuisce allo sviluppo e al consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Uno degli obiettivi di questo strumento è promuovere la libertà di opinione e di espressione, compresa l'espressione politica, artistica, e culturale 20 .
Il programma su beni pubblici e sfide globali nell'ambito dello strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), attraverso la sua componente "Sviluppo umano" mira a promuovere la diversità culturale e il rispetto per la pari dignità di tutte le culture. Incentiva inoltre il contributo dell'industria culturale alla crescita economica nei paesi in via di sviluppo nonché il suo ruolo nelle organizzazioni della società civile e a livello delle autorità locali.
Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP): mira a promuovere la prevenzione dei conflitti, la risposta alle crisi e la costruzione della pace, per fare fronte alle minacce globali e transregionali: le organizzazioni culturali rientrano nella definizione di società civile ai fini dei finanziamenti a titolo di questo strumento 21 .
Programma Europa creativa: mira, tra l'altro, a "promuovere il patrimonio culturale europeo e a rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi europei" ed è "aperto ad azioni di cooperazione bilaterale o multilaterale con paesi terzi" 22 .
Quadri geografici di cooperazione
Politica di allargamento: in qualità di paesi candidati e potenziali candidati, i Balcani occidentali 23 e la Turchia rivestono una posizione di particolare importanza per le politiche estere dell'UE. Le politiche dell'UE nel settore dell'istruzione e della cultura fanno parte del cosiddetto "acquis" che i paesi candidati devono attuare nell'ambito dei negoziati sul capitolo 26, relativo all'istruzione e alla cultura. In questo contesto, la regione beneficia di un sostegno a titolo dello strumento di assistenza preadesione (IPA). L'UE sostiene da lungo tempo progetti culturali nei Balcani occidentali per promuovere il dialogo interculturale, la riconciliazione e lo sviluppo socioeconomico. Nel contesto del "processo di Lubiana I e II", un'azione attuata congiuntamente dalla Commissione europea e dal Consiglio d'Europa, sono state investite notevoli risorse per ripristinare il patrimonio culturale dell'Europa sud-orientale 24 . Diverse organizzazioni culturali attive nei paesi dell'allargamento hanno tratto beneficio sia dalla politica di cooperazione dell'UE - per sviluppare le loro capacità - sia dalla piena partecipazione ai programmi Cultura e Europa creativa 25 . I paesi dell'allargamento stanno attualmente affrontando nuove sfide, tra cui l'integrazione dei nuovi immigrati, nel cui contesto il dialogo interculturale può promuovere la riconciliazione e contribuire alla formazione di società inclusive e democratiche, aiutando a combattere la radicalizzazione. L'Unione europea dovrebbe continuare a cooperare strettamente con tali paesi per proteggerne il patrimonio culturale, promuovere lo sviluppo della loro industria culturale e creativa e incentivarne la partecipazione ai correnti programmi culturali dell'UE.
Politica europea di vicinato: la Politica europea di vicinato (PEV) disciplina le relazioni dell'UE con 16 dei suoi più stretti vicini orientali e meridionali. A un approccio bilaterale differenziato per ciascun paese partner si aggiungono le iniziative di cooperazione regionale nel Mediterraneo meridionale 26 e il partenariato orientale 27 . La differenziazione politica, economica e culturale nonché una maggiore sicurezza, la flessibilità e la differenziazione, sono elementi chiave della nuova PEV 28 . La piattaforma 4 del partenariato orientale funge da forum per una cooperazione rafforzata e per il dialogo politico in ambiti quali l'istruzione, la gioventù (compresa l'occupabilità), la cultura e la creatività, la ricerca e l'innovazione, la società dell'informazione e la politica audiovisiva, mentre programmi specifici sostengono lo sviluppo di capacità. Nel Mediterraneo meridionale, l'UE assicura il sostegno alla cooperazione culturale attraverso programmi regionali in materia di patrimonio culturale e settore audiovisivo, ma anche tramite iniziative bilaterali. Molti paesi della PEV affrontano sfide di lunga durata quali tensioni politiche, sconvolgimenti economici, la radicalizzazione violenta e i flussi migratori. È soprattutto in tale contesto che la cooperazione culturale e gli scambi in materia di politiche culturali possono contribuire alla stabilizzazione. Ad esempio, lo strumento europeo di vicinato ha stanziato 17 milioni di EUR per il periodo 2014-2017 a sostegno dei media e della cultura per lo sviluppo della regione del Mediterraneo meridionale 29 . Inoltre, la conservazione dei beni culturali e del patrimonio culturale è finanziata da cinque programmi di cooperazione transfrontaliera (CBC) 30 .
Cooperazione allo sviluppo: lo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) mira a ridurre la povertà e a promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale nonché a promuovere la democrazia, lo Stato di diritto, il buon governo e il rispetto dei diritti umani 31 . Esso si articola in tre componenti specifiche: i) programmi geografici di sostegno alla cooperazione con 47 paesi in via di sviluppo in America latina , Asia meridionale Asia settentrionale e sudorientale, Asia centrale , Medio oriente e Africa meridionale; ii) il nuovo programma panafricano mirante a sostenere il partenariato strategico tra l'UE e l'Africa. Diverse sezioni del regolamento sullo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) riconoscono il ruolo della cultura.
L'accordo di partenariato di Cotonou, firmato nel giugno 2000 32 , assicura un quadro normativo ventennale per la cooperazione dell'UE con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Nel quadro di tale accordo, il Fondo europeo di sviluppo (FES) finanzia programmi culturali gestiti e attuati dal segretariato del gruppo degli Stati ACP. Il 9º FES ha finanziato progetti volti a rafforzare le capacità tecniche, finanziarie e manageriali delle industrie creative nei paesi ACP, e più specificatamente per sviluppare e strutturare l'industria cinematografica e il settore audiovisivo negli Stati ACP (14 milioni di EUR). Successivamente il programma ACP Cultures + (30 milioni di EUR a titolo del 10º FES), ha contribuito alla lotta contro la povertà rafforzando le industrie culturali sostenibili. L'attuale programma intra ACP prosegue l'azione di sostegno alle imprese culturali e creative (40 milioni di EUR a titolo dell'11º FES per il periodo 2014-2020). La Commissione sta attualmente mettendo a punto il quadro normativo che disciplinerà le relazioni con i paesi ACP dopo la scadenza dell'accordo di partenariato di Cotonou; Sono in corso preparativi per una revisione del Consenso europeo per lo sviluppo.
3. PROGREDIRE NELLA COOPERAZIONE CULTURALE CON I PAESI PARTNER
Nel quadro della proposta di strategia dell'Unione europea per le relazioni culturali internazionali, la Commissione e l'Alto rappresentante propongono i seguenti tre settori operativi internazionali per fare progredire le relazioni culturali con i paesi partner:
sostenere la cultura come volano dello sviluppo sociale ed economico sostenibile;
promuovere la cultura e il dialogo interculturale per garantire relazioni interetniche pacifiche;
rafforzare la cooperazione nel campo del patrimonio culturale.
3.1. Sostenere la cultura come volano dello sviluppo sociale ed economico sostenibile
a) Sostenere l'elaborazione di politiche culturali
La convenzione dell'UNESCO del 2005 sulla protezione e sulla promozione della diversità delle espressioni culturali 33 sottolinea “la necessità d'integrare la cultura in qualità di elemento strategico nelle politiche nazionali e internazionali di sviluppo e nella cooperazione internazionale per lo sviluppo”. Il rispetto per la diversità culturale e la libertà di espressione, favorito dalla cultura, rappresenta un importante contributo ai processi di democratizzazione e allo sviluppo socio-economico. È dunque importante che l'UE aiuti i paesi partner a integrare la cultura nelle proprie politiche nazionali. L'UE si sta impegnando per fare progredire la ratifica e l'attuazione della convenzione del 2005 dell'UNESCO tramite l'approfondimento del dialogo politico con i paesi partner e il rafforzamento dei sistemi di governance.
Condividere esperienze con i paesi dell'allargamento e i paesi destinatari dello strumento di vicinato: l'UE ricorrerà alle piattaforme di dialogo già esistenti - sia bilaterali che multilaterali - per condividere esperienze e risultati, ad esempio su iniziative quali le Capitali europee della cultura. La Commissione promuoverà l'utilizzo di strumenti come TAIEX 34 e i gemellaggi nel settore della cultura.
Rafforzare le politiche culturali: nel vicinato meridionale, MED Cultura (2014-2018) sostiene i paesi partner nello sviluppo di politiche e prassi culturali, mentre MedFilm, un nuovo programma triennale di sviluppo delle capacità, consente a produttori e registi di affrontare temi delicati a livello regionale 35 .
b) Rafforzare l'industria culturale e creativa
L'industria culturale e creativa, un settore assai dinamico, rappresenta una ricca fucina di posti di lavoro di qualità e promuove una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli investimenti in progetti culturali contribuiscono alla competitività, all'attrattiva e alla coesione sociale delle regioni e delle città 36 . Oltre 70 regioni dell'UE hanno inserito l'industria culturale e creativa tra le voci prioritarie delle proprie strategie di specializzazione intelligente, riconoscendo tale industria come forza motrice per la crescita e la creazione di posti di lavoro a livello locale.
Per i paesi in via di sviluppo, gli indicatori relativi alla cultura e allo sviluppo dell'UNESCO (CDIS) evidenziano che nei paesi a reddito medio-basso la cultura contribuisce al PIL in misura compresa tra l'1,5% e il 5,7%, a seconda delle differenze nel quadro politico e istituzionale, del livello di partecipazione sociale nonché dell'istruzione e del grado di libertà di espressione. Ad esempio, nel Burkina Faso oltre 170 000 persone, pari circa al 2% della popolazione attiva, esercitano professioni collegate alla cultura. Ciascun paese ha i propri punti di forza: dall'industria del cinema in Nigeria, alla musica nei Caraibi, al turismo culturale in Medio Oriente. Per favorire ulteriori progressi, l'UE potrebbe condividere le proprie conoscenze sui modi di sviluppare ulteriormente le competenze adeguate e varare un solido quadro normativo.
Aumentare i profitti economici delle industrie creative: l'11° programma intra-ACP del FES sosterrà il contributo delle industrie culturali allo sviluppo socioeconomico dei paesi ACP (40 milioni di EUR per il periodo 2014-2020)
Poli e cluster creativi: nell'industria culturale a livello mondiale, la co-creazione è la via da seguire in futuro. Gli operatori culturali europei e internazionali dovrebbero trovare nuovi modi per crescere e conquistare il pubblico mondiale. In diverse regioni del mondo sono in fase di istituzione poli e cluster creativi, ad esempio:
La Fondazione Asia-Europa 37 è cofinanziata dall'UE e sostiene poli creativi e culturali Asia-Europa nell'ambito del programma “Creative Networks”.
Nel Mediterraneo meridionale: l'UE sostiene un progetto volto a sviluppare poli nell'industria culturale e creativa (2013-17) insieme all'UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale).
Nel 2016 l'UE, nel quadro del programma Europa creativa, ha lanciato un'azione mirante a sviluppare una rete europea di hub creativi 38 di cui fanno parte tutti i paesi che partecipano a Europa creativa (comprese Serbia, Moldova, Turchia, Georgia e Ucraina).
A partire dal 2016 un progetto pilota dell'UE sostiene i collegamenti in rete fra giovani imprenditori creativi e culturali provenienti dall'UE e da paesi terzi. Tale piattaforma comprende servizi quali consulenze, attività di apprendimento tra pari, conferenze su temi specifici, visite di studio e riunioni con potenziali investitori di tutto il mondo 39 .
Imprenditorialità e sviluppo delle competenze: la Fondazione europea per la formazione professionale 40 continuerà a impegnarsi nello sviluppo di competenze per le industrie culturali e creative. Il programma ACP Cultures + mira a sviluppare le competenze dei professionisti del settore culturale nei paesi ACP 41 . L'UE mira a promuovere le opportunità di mercato per i beni e i servizi culturali e a incoraggiare l'innovazione e le nuove professioni nel campo delle moderne tecnologie sostenendo la formazione dei professionisti creativi.
Sostegno alle piccole e medie imprese europee (PMI): ad esempio, nell'ambito dei programmi di accesso EU Gateway avviati nel 2016, la Commissione può sostenere le PMI creative in Corea del Sud e in Asia sudorientale attraverso le missioni commerciali e servizi di sostegno (comprese attività di coaching) nonché attraverso sostegni logistici e finanziari.
Quadri di cooperazione territoriale strutturata: esistono numerosi esempi di come la cultura possa aiutare a collegare regioni diversificate, contribuire al turismo sostenibile, preservare l'ambiente e promuovere l'efficienza energetica 42 . Tutte le strategie considerano la cultura come un investimento per la crescita e l'occupazione e come un pilastro dell'attività economica nell'ambito dell'obiettivo “Cooperazione territoriale europea”.
c) Sostenere il ruolo degli enti locali nei paesi partner
L'iniziativa Capitali europee della cultura e il World Cities Culture Report 2015 43 sono un esempio dei significativi benefici - in termini di crescita e riduzione della povertà - conseguiti dalle città e dagli altri enti locali che investono nella cultura. Il Centro comune di ricerca della Commissione sta elaborando uno strumento per monitorare le iniziative culturali e creative a livello delle singole città, al fine di sostenere investimenti più mirati e traendo spunto dalle migliori pratiche. Un recente studio esterno che contiene una mappatura globale degli attuali e futuri interventi in materia di sviluppo culturale 44 ha confermato che le attività culturali stimolano dinamiche di sviluppo locale, non da ultimo nelle zone rurali in cui le competenze e le arti tradizionali contribuiscono ad alleviare la povertà.
L'approccio dell'UE allo sviluppo urbano sostenibile riconosce il ruolo centrale della cultura e si basa sull'assunto che la disponibilità di spazi pubblici a disposizione di tutti i cittadini svolge un ruolo fondamentale. Ad esempio, nei paesi dell'America latina, l'UE ha promosso la distribuzione di programmi audiovisivi per affrontare i problemi sociali causati dalle disuguaglianze nelle regioni urbanizzate. Un altro esempio, in Africa, dimostra come l'arte e l'architettura possano rendere lo sviluppo urbano sostenibile e inclusivo 45 .
Partenariati innovativi: finanziata a titolo dello strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), questa iniziativa portata avanti in cooperazione con le autorità locali si rivolge in particolare ai paesi meno sviluppati, compresi quelli paesi caratterizzati da contesti democratici fragili o nei quali sono minacciati i diritti culturali. Un altro progetto, rientrante nel quadro del programma indicativo pluriennale per l'America latina, punta a sviluppare il ruolo delle arti e della cultura a sostegno della coesione sociale nei centri urbani dell'America latina. Il progetto promuove scambi e iniziative congiunte tra l'UE e l'America Latina mirando a una migliore integrazione delle politiche e iniziative culturali nelle strategie di sviluppo urbano, basandosi sulle migliori pratiche in materia di progetti a favore della coesione sociale.
Sostegno al gemellaggio culturale tra città: la Commissione promuove il ruolo delle città come poli di innovazione e buone pratiche, segnatamente mediante i gemellaggi tra città e siti culturali che condividono problemi sociali, economici e ambientali analoghi, al fine di sperimentare potenziali opportunità di sviluppo. La Commissione intende promuovere programmi regionali con l'America latina (in particolare con la Comunità degli Stati latino-americani e caraibici (CELAC), per promuovere la coesione sociale tramite la cultura e le arti nelle grandi città 46 .
Condividere il progetto "Capitali della cultura": la Commissione intende condividere con i paesi partner le proprie esperienze in merito alle capitali europee della cultura, un progetto che rafforza il patrimonio culturale sostenendo lo sviluppo locale e regionale.
Strategie urbane nelle città storiche: progetto finanziato nell'ambito dello strumento europeo di vicinato (ENI), attraverso il quale l'UE sostiene le amministrazioni comunali nello sviluppo di strategie urbane miranti alla rivalorizzazione delle città storiche.
3.2. Promuovere la cultura e il dialogo interculturale per garantire relazioni interetniche pacifiche
Il dialogo interculturale - compreso il dialogo interreligioso - può aiutare a promuovere la creazione di società eque, pacifiche ed inclusive, che valorizzino la diversità culturale e il rispetto dei diritti umani. Creando una piattaforma comune e un ambiente favorevole ad ulteriori scambi, il dialogo interculturale può contribuire ad attenuare le tensioni, a prevenire l'acuirsi delle crisi, promuovere la riconciliazione nazionale ed incoraggiare nuove narrative per contrastare la radicalizzazione. La presente sezione illustra il modo in cui l'UE può promuovere il dialogo interculturale direttamente attraverso progetti di cooperazione culturale internazionale, co-creazione, scambi interpersonali, dibattiti sociali e rafforzamento della pace.
a) Sostegno alla cooperazione tra operatori culturali
La cooperazione, il dialogo e la mobilità degli operatori culturali e degli artisti sono aspetti fondamentali del dialogo interculturale. La circolazione delle opere d'arte e dei prodotti culturali tra i paesi diffonde le nuove idee, crea legami diretti e indiretti e favorisce l'innovazione. Una più forte cooperazione culturale con i paesi partner dell'UE può contribuire ad aprire lo spazio culturale europeo a nuovi soggetti culturali e a nuovi pubblici.
Incoraggiare la partecipazione a Europa creativa: mentre è già ammessa la partecipazione di tutti i paesi dell'allargamento, la Commissione incoraggia i paesi della PEV ad aderire al programma Europa creativa (Georgia, Moldova e Ucraina hanno già aderito) 47 . Europa creativa consente agli operatori culturali e creativi provenienti dai paesi della PEV di collaborare con organizzazioni di tutta Europa e di accedere ai finanziamenti per progetti di cooperazione culturale nonché di aderire a reti culturali europee.
Promuovere la cultura nel quadro del partenariato orientale: in seguito al successo del primo programma, attuato dal 2011 al 2015, il programma culturale del partenariato orientale II (con la partecipazione di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina) svilupperà ulteriormente le capacità e le competenze degli operatori culturali durante un periodo di tre anni. Il programma punta a sostenere le iniziative regionali in cui la cultura contribuisce allo sviluppo economico, all'inclusione sociale, alla risoluzione dei conflitti e al dialogo interculturale.
Sostegno alla fondazione Anna Lindh: la fondazione Anna Lindh - con la sua rete composta da oltre 4 000 organizzazioni della società civile sparse in tutti i 42 paesi dell'Unione per il Mediterraneo - beneficia del sostegno politico dell'UE e di strumenti per la promozione di scambi culturali.
b) Promuovere la costruzione della pace tramite il dialogo interculturale
Il dialogo interculturale è un importante strumento per la prevenzione dei conflitti e la promozione della riconciliazione e della comprensione reciproca nelle società in situazioni post-conflitto. L'UE sostiene la cooperazione pragmatica e il dialogo interculturale tra culture e società diverse. Essa sostiene inoltre i processi di riconciliazione tra i popoli e le minoranze. Tra gli esempi particolarmente positivi, il progresso della Bosnia-Erzegovina verso l'integrazione nell'UE e gli accordi conclusi nel quadro del dialogo Belgrado-Pristina, autentico esempio di pragmatismo.
Strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace (IcSP): l'UE rafforzerà il proprio sostegno al dialogo interculturale nelle situazioni pre- e postconflittuali.
Dialogo interculturale giovanile: l'UE faciliterà il dialogo interculturale tra le organizzazioni giovanili in Europa e altrove (anche attraverso programmi quali le borse di studio “vicinato per la società civile”). In particolare, l'UE sosterrà la seconda fase del programma Young Arab Voices (Giovani voci arabe), ora ampliato per coprire anche la regione euromediterranea, per approfondire il dialogo tra giovani leader e rappresentanti della società civile e contrastare l'estremismo e la radicalizzazione violenta.
Formazione per gli osservatori delle missioni di osservazione elettorale e per il personale da impiegare in missioni civili di stabilizzazione: per garantire la piena conoscenza delle sensibilità culturali locali prevalenti, verranno organizzati corsi di formazione.
Promozione dei diritti culturali: compresa l'identità locale ed i diritti delle popolazioni indigene, e del ruolo di difensori dei diritti culturali, in linea con il patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali 48 , compresi i diritti dei popoli indigeni come definiti nella dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni (UNDRIP) 49 .
3.3 Rafforzare la cooperazione nel campo del patrimonio culturale
Il patrimonio culturale è un'importante manifestazione della diversità culturale, e deve essere adeguatamente tutelato. Il recupero e la promozione del patrimonio culturale attira il turismo e stimola la crescita economica. La cooperazione in materia di patrimonio culturale svolge un importante ruolo nelle relazioni internazionali e nelle politiche per lo sviluppo, come sottolinea la Comunicazione della Commissione "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa" 50 . Alla luce della crescente domanda globale di competenze e del fatto che molti Stati membri sono disposti a condividere le proprie conoscenze, esistono opportunità per un'azione congiunta con i paesi partner volta a sviluppare strategie sostenibili per assicurare la tutela del patrimonio attraverso la formazione, lo sviluppo delle competenze e il trasferimento di conoscenze.
Il patrimonio culturale è fragile e spesso minacciato da catastrofi naturali o da distruzioni provocate dall'uomo, quali le guerre, gli sciacallaggi e i saccheggi, talvolta motivati dall'odio settario. Spesso i beni saccheggiati vengono rivenduti e gli introiti possono essere utilizzati per sostenere attività terroristiche: questo impoverisce il patrimonio culturale mondiale. L'Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti della Siria ed ha recepito le sanzioni delle Nazioni Unite contro il Daesh/ISIS e Al-Qaeda, nonché il regime di sanzioni dell'ONU per l'Iraq: tali misure vietano fra l'altro il commercio illegale di beni culturali e archeologici 51 .
Ricerca relativa al patrimonio culturale: Orizzonte 2020 promuove la ricerca e l'innovazione nel settore del patrimonio culturale attraverso progetti multinazionali e interdisciplinari cui partecipano anche gli enti locali e regionali, le imprese e la società civile, mirando a nuove soluzioni per la salvaguardia e la gestione del patrimonio culturale in Europa, messo a rischio dal cambiamento climatico. La partecipazione al programma da parte di paesi terzi è incoraggiata.
Lotta al traffico di beni culturali: la Commissione intende presentare una proposta legislativa per disciplinare l'importazione nell'UE di beni culturali, sulla base dei risultati di un recente studio volto a individuare le lacune nelle legislazioni nazionali. La Commissione valuterà come lottare in modo più articolato contro il finanziamento del terrorismo tramite traffici illeciti di beni culturali – indipendentemente dal paese di provenienza. Tra le azioni potenziali vi è l'introduzione di un sistema di certificazione per l'importazione dei beni culturali nell'UE, accompagnato da orientamenti per i principali operatori del settore, quali i musei e il mercato dell'arte 52 . L'UE intende sovvenzionare corsi di formazione per funzionari doganali addetti ai controlli alle frontiere, al fine di promuovere l'individuazione precoce delle opere rubate e incoraggiare la cooperazione tra i professionisti del mercato dell'arte nella lotta contro il traffico illecito. L'UE potenzierà altresì la cooperazione con i paesi partner nella lotta contro il traffico di beni culturali.
Proteggere il patrimonio culturale: la Commissione contribuirà agli sforzi internazionali guidati dall'UNESCO, volti a istituire un meccanismo di reazione rapida ai fini della protezione dei siti del patrimonio culturale. La Commissione, , condividerà con l'UNESCO tra l' altro attraverso il servizio di gestione delle emergenze di Copernicus, immagini satellitari dei siti del patrimonio culturale a rischio, al fine di valutare i danni, ma anche di programmarne l'eventuale ricostruzione. Nel quadro delle misure di ripresa post-catastrofe e post-conflitto, l'UE metterà a disposizione le competenze necessarie per la valutazione dei danni al patrimonio culturale. In risposta alla crisi siriana, il Fondo regionale dell'UE contribuirà a preservare il patrimonio culturale e a promuovere la diversità culturale.
4. UN APPROCCIO STRATEGICO DELL'UE ALLA DIPLOMAZIA CULTURALE
Per progredire in una cooperazione proficua con i paesi partner sui tre pilastri di intervento proposti, è importante che i portatori di interesse dell'UE coinvolti uniscano le forze al fine di assicurare complementarità e sinergie. Tali soggetti comprendono i governi a tutti i livelli, gli organismi culturali locali e della società civile, la Commissione e l'Alto rappresentante (attraverso le delegazioni dell'UE nei paesi terzi), gli Stati membri e i loro istituti culturali 53 . La comunicazione del 2007 sulla cultura ha promosso il metodo di coordinamento aperto (MCA) nel settore della cultura, un sistema "leggero" ma strutturato che consente agli Stati membri dell'UE di cooperare a livello europeo 54 . Nel 2012 un gruppo di esperti degli Stati membri, presieduto congiuntamente dalla Commissione e dal Servizio europeo per l'azione esterna, ha studiato lo sviluppo di un approccio strategico alla cultura nelle relazioni esterne dell'UE. La relazione del gruppo di esperti ha messo in luce i benefici di un impegno culturale dell'UE con i paesi partner, attraverso nuove forme strategiche di cooperazione con gli Stati membri 55 . Successivamente il Parlamento europeo ha avviato l'azione preparatoria "La cultura nelle relazioni esterne dell'UE", che raccomanda una complementarità "intelligente", basata sulla cooperazione concordata di comune accordo tra gli Stati membri, in particolare attraverso i loro istituti di cultura ed addetti culturali all'estero, nonché sulla cooperazione con la società civile 56 . Attualmente il SEAE gestisce 139 delegazioni e uffici dell'UE che operano in tutto il mondo, rappresentando l'Unione e i suoi cittadini europei nel mondo. Le potenzialità di cooperazione e coordinamento al fine di fare progredire la diplomazia culturale dell'UE sono notevoli.
a) Cooperazione UE rafforzata
Un approccio concertato consentirebbe agli operatori europei di mettere in comune le risorse e realizzare economie di scala grazie alla collaborazione dei paesi terzi. Un recente studio del Parlamento europeo evidenzia i molteplici benefici di una stretta cooperazione per le delegazioni UE, le istituzioni culturali e i cluster di EUNIC 57 : i progetti comuni sono meno rischiosi, hanno un impatto maggiore e godono di più visibilità, con maggiori opportunità di apprendimento 58 .
Una piattaforma per la diplomazia culturale: è stata istituita nel febbraio 2016 e viene finanziata a titolo dello strumento di partenariato (PI). Gestita da un consorzio di istituti culturali degli Stati membri, e da altri partner 59 , avrà il compito di formulare pareri sulla politica culturale, agevolare la creazione di reti, realizzare attività culturali con le parti interessate, gli Stati membri e le delegazioni dell'UE, sviluppare programmi di formazione per dirigenti culturali nonché contribuire allo sviluppo delle relazioni culturali internazionali dell'UE.
Rafforzamento della cooperazione con gli istituti culturali: previa consultazione con tutti i principali soggetti, nel corso dell'anno la Commissione proporrà un nuovo tipo di partenariato tra il SEAE, i servizi della Commissione, gli istituti nazionali di cultura e la loro organizzazione di coordinamento (laddove i mandati lo consentano), formulando le linee guida per la cooperazione paneuropea e i valori comuni che ne formano le basi.
Rafforzamento del ruolo delle delegazioni dell'UE: le delegazioni agiranno in qualità di piattaforme locali per gli istituti culturali e altri operatori del settore culturale al fine di agevolare il coordinamento e la cooperazione. Le delegazioni dell'UE possono contribuire a individuare le esigenze e le opportunità locali e fare in modo che gli interventi siano compatibili con i contesti culturali locali e al contempo siano propedeutiche agli obiettivi strategici dell'UE. Nelle delegazioni dell'UE verranno creati punti di contatto culturali per divulgare le migliori pratiche e fornire formazioni al personale sulla dimensione culturale dello sviluppo e delle relazioni esterne.
Creazione di Case della cultura europea: basate su un partenariato tra l'UE e il paese ospitante, consentirebbero alle istituzioni culturali e agli altri operatori del settore di raggruppare le proprie attività e fornire servizi alla popolazione locale, di impegnarsi in progetti comuni e offrire borse di studio, scambi culturali e nel campo dell'istruzione.
Promuovere una società civile attiva: sono molto numerosi i soggetti coinvolti nelle relazioni culturali tra l'UE e i paesi terzi: rappresentanti della società civile, artisti, operatori culturali, organizzazioni di base, e via dicendo. Nel quadro delle relazioni bilaterali e dei programmi tematici dedicati, l'UE cercherà pertanto di incentivare il proprio sostegno alle organizzazioni della società civile operanti nel settore culturale dei paesi partner, al fine di rafforzarne le capacità e agevolare gli scambi.
Eventi culturali congiunti dell'UE: sostenere le attività culturali comuni europee è un validissimo modo per aumentare la visibilità dell'Unione europea nei paesi terzi. Nel 2017 verrà lanciato un nuovo piano biennale con una dotazione di 1,5 milioni di EUR per organizzare i festival cinematografici UE in maniera più coerente e strategica (sulla base di uno studio pubblicato nel 2015) nel quadro della nuova azione PI per la diplomazia pubblica mondiale 60 . Attualmente, oltre 75 delegazioni UE sono coinvolte nell'organizzazione di festival cinematografici e in altre attività, come ad esempio la Giornata europea delle lingue, sulla base di vari livelli di cooperazione con gli Istituti di cultura nazionali.
Concentrazione sui partner strategici: molti dei partner strategici dell'UE dispongono di eccellenti strategie in materia di diplomazia culturale 61 , e l'UE intrattiene una stretta cooperazione culturale con numerosi partner. La Fondazione culturale euroamericana 62 è stata istituita nel 2013 per assicurare finanziamenti più strutturati ai programmi culturali dell'UE e rafforzare i legami culturali tra gli Stati Uniti e l'Unione europea (comprese le delegazioni e gli Stati membri). Nel Sudafrica l'UE sostiene giovani artisti, produttori audiovisivi, musicisti e sportivi. Le relazioni bilaterali con la Cina dal 2012 tengono conto della dimensione interpersonale 63 .
Scambi interculturali di studenti, ricercatori ed ex studenti
I programmi dell'UE in materia di mobilità e cooperazione interuniversitaria rappresentano strumenti preziosi per instaurare legami accademici e culturali duraturi e al contempo promuovono l'UE nei paesi partner. In base a uno studio 64 svolto nel 2014 dall'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura dell'EAC (EACEA), il 54% degli studenti e del personale docente che ha beneficiato di programmi di mobilità nel quadro di Erasmus Mundus considera tale esperienza in assoluto come il fattore di maggiore impatto sulle proprie capacità e competenze interculturali.
La cooperazione internazionale in materia di ricerca utilizza il linguaggio universale della scienza per mantenere aperti i canali di comunicazione e consentire ai ricercatori di scambiarsi idee, indipendentemente dal loro profilo culturale, religioso o nazionale. Orizzonte 2020, il maggiore programma mondiale nel campo della ricerca e dell'innovazione multilaterale, finanzia la ricerca e l'innovazione in materia di relazioni culturali, diplomazia della scienza e patrimonio culturale. Orizzonte 2020 aiuta inoltre i paesi partner a ottimizzare il contributo dell'istruzione alla crescita, alla stabilità sociale e allo sviluppo.
Gli scambi di giovani, il servizio di volontariato europeo 65 , la formazione per i giovani e per gli animatori giovanili nonché la creazione di reti fra di essi richiedono la mobilità dei giovani tra l'UE e i paesi vicini. Nel 2015, oltre 33 000 giovani e animatori socioeducativi hanno partecipato a tali attività congiunte: tra loro, circa il 40% proveniva dai paesi vicini all'UE. La Commissione sta inoltre valutando in che modo la cooperazione nel campo dello sport possa contribuire alle relazioni internazionali; se ne sta occupando un gruppo di alto livello, che presenterà la propria relazione nel giugno 2016.
Promuovere la mobilità dei ricercatori: tramite le azioni Marie Curie-Sklodowska, l'UE intende finanziare 65 000 ricercatori tra il 2014 e il 2020. Tra di essi vi saranno 25 000 dottorandi; 15 000 ricercatori provenienti da paesi terzi avranno la possibilità di iniziare o proseguire la loro carriera in Europa entro il 2020.
Scambi di studenti e di personale e nuovi progetti comuni: l'UE intende finanziare oltre 150 000 borse di studio per studenti e personale docente in Europa e in altre parti del mondo tra il 2014 e il 2020. Tra il 2014 e il 2020 finanzierà circa 1 000 progetti congiunti con università dell'UE nonché di paesi terzi e organizzazioni giovanili 66 .
Reti di studi sull'UE e di ex studenti: la Commissione sosterrà la costituzione di gruppi di ex studenti Erasmus+ nei paesi partner nonché la cooperazione tra questi gruppi e la delegazione dell'UE. L'obiettivo è combinare gli sforzi tesi alla creazione di reti a livello nazionale ed europeo e sostenere l'integrazione di centri UE in 450 centri di eccellenza Jean Monnet nonché la promozione di reti che colleghino tali centri. A livello mondiale saranno oltre 250 000 gli studenti che ogni anno seguiranno attività didattiche e di sensibilizzazione collegate a studi sull'UE.
5. CONCLUSIONI
Il panorama culturale mondiale è rapidamente mutato negli ultimi decenni: la domanda di scambi e di cooperazione interculturale è cresciuta di pari passo con la rivoluzione digitale. In un mondo che si trova ad affrontare molte sfide e conflitti, la cultura possiede enormi potenzialità per superare le divisioni, rafforzare le società più fragili e migliorare le relazioni internazionali. In tutto il mondo l'Europa viene percepita come un continente ricco di patrimonio culturale e pulsante di vibrante creatività. La diversità culturale dovrebbe quindi essere parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea.
La presente comunicazione congiunta propone tre pilastri per fare progredire gli sforzi tesi a lanciare una strategia dell'UE per le relazioni culturali internazionali. In primo luogo gli orientamenti proposti per l'azione dell'Unione europea mirano a fare sì che l'azione dell'UE in questo ambito promuova i diritti umani, la diversità, il dialogo interculturale - nel rispetto della sussidiarietà e complementarità - e mantenga la coerenza delle politiche esistenti, promuovendo la cultura nel contesto dei partenariati esistenti. Il secondo pilastro propone tre filoni principali per focalizzare l'avanzamento della cooperazione culturale in corso con i paesi partner: i) sostenere la cultura come volano dello sviluppo sociale ed economico sostenibile; ii) promuovere la cultura e il dialogo interculturale per garantire relazioni interetniche pacifiche; iii) rafforzare la cooperazione nel campo del patrimonio culturale. Il terzo pilastro propone un approccio strategico dell'UE alla diplomazia culturale: esso prevede una maggiore cooperazione europea (segnatamente tra gli Stati membri dell'UE e le delegazioni dell'UE) e scambi interculturali volti a promuovere la diversità culturale dell'UE.
Una strategia improntata su questi tre pilastri, rientranti nel quadro di una "Strategia dell'UE per le relazioni culturali internazionali", contribuirà a sviluppare ulteriormente i canali di comunicazione tra i popoli e le società. Inoltre contribuirà a creare condizioni propizie affinché l'industria culturale e creativa continui a espandersi, creando così crescita e occupazione. Rafforzerà la tutela e la promozione del patrimonio culturale, stimolerà il dialogo interculturale e la costruzione della pace, sosterrà la produzione culturale e il turismo come volano per lo sviluppo nonché per la crescita economica e userà l'istruzione, la scienza e la ricerca come piattaforme per il dialogo e gli scambi. Tali azioni dovrebbero contribuire a meglio posizionare l'Unione europea sul palcoscenico mondiale, rendendola un partner internazionale più forte e permettendole di fornire un maggiore apporto alla crescita sostenibile, alla pace e alla comprensione reciproca.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO)
Comunicazione "Un'agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione" COM(2007) 242 final.
Cfr.: Conclusioni del Consiglio sulla promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale nelle relazioni esterne (2008); Risoluzione del Parlamento europeo sulla dimensione culturale delle azioni esterne dell'UE (2011); Azione preparatoria 2014 del Parlamento europeo 'La cultura nelle relazioni esterne dell'UE http://cultureinexternalrelations.eu/
Risultati della 3428a sessione del Consiglio Consiglio "Istruzione, gioventù, cultura e sport", 23-4 novembre 2015
http://en.unesco.org/creativity/convention/about/2005-convention-text
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
Comunicazione "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa", COM (2014) 477 final.
The Globalisation of Cultural Trade: A Shift in Cultural Consumption--International flows of cultural goods and services 2004-2013, UNESCO Institute for Statistics (UIS), 2016.
Cultural Times, report by CISAC and UNESCO, 2015.
Ibid.
Vari studi suggeriscono all'UE di impegnarsi in attività di diplomazia culturale, facendo affidamento sulla percezione molto positiva di cui godono la cultura, l'arte e la storia europea e degli Stati membri. http://ec.europa.eu/dgs/fpi/showcases/eu_perceptions_study_en.htm
Articoli 2, 6, 21 e 49 del TUE, e articoli 7, 8, 10, 11 e 22 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE. Tutti gli Stati membri dell'UE aderiscono al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR) e alla Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).
Cfr. anche gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline (doc. 9647/14).
Come raccomanda l'azione preparatoria sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE avviata dal Parlamento europeo e pubblicata nel 2014: http://cultureinexternalrelations.eu/main-outcomes/ e dal documento "Una strategia per le relazioni culturali UE-Cina: relazione del gruppo di esperti in materia di cultura e relazioni esterne — Cina" (novembre 2012)
Conclusioni del Consiglio sulla cultura nelle relazioni esterne dell'UE, in particolare sulla cultura nella cooperazione allo sviluppo 24 novembre 2015
Gli esempi di azioni e progetti specifici non pregiudicano l'attuazione di nuovi progetti in linea con tale strategia. D'altro canto i riferimenti ai progetti/programmi in corso non comportano che per essi sia previsto un finanziamento permanente.
Regolamento (UE) n. 234/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014 , che istituisce uno strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi.
Regolamento (UE) n. 235/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e i diritti umani nel mondo.
Regolamento (UE) n. 230/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace.
Regolamento (UE) n. 1295/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma Europa creativa (2014-2020).
Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Kosovo*, Montenegro, Serbia.
Le azioni attuate in questo campo dall'UE in Bosnia e nel Kosovo hanno dimostrato quanto possano fare le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale per la riconciliazione nelle situazioni postbelliche, senza contare il contributo da esse apportato allo sviluppo economico.
Come previsto dall'articolo 8, paragrafo 3, del regolamento 1295/2013, dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma Europa creativa. Elenco dei paesi terzi partecipanti: http://eacea.ec.europa.eu/creative-europe/library/eligibility-organisations-non-eu-countries_en
Algeria , Egitto , Israele , Giordania , Libano , Libia , Marocco , Palestina *, Siria e Tunisia .
Armenia , Azerbaigian , Bielorussia , Georgia , Moldova e Ucraina .
Comunicazione congiunta “Riesame della politica europea di vicinato” (18 novembre 2015). JOIN(2015) 50 final.
Regolamento (UE) n. 233/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2014, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo per il periodo 2014-2020
https://ec.europa.eu/europeaid/where/acp/overview/cotonou-agreement/index_en.htm_en
http://en.unesco.org/creativity/convention/about/2005-convention-text
TAIEX è lo strumento per l'assistenza tecnica e lo scambio di informazioni gestito dalla Commissione europea. TAIEX fornisce sostegno alle amministrazioni pubbliche in materia di ravvicinamento, applicazione e attuazione della normativa UE e agevola la condivisione delle migliori pratiche dell'UE.
http://www.enpi-info.eu/medportal/news/latest/45210/MedFilm:-Call-for-proposals-to-promote-development-of-film-industry-in-Southern-Mediterranean
Le capitali europee della cultura rappresentano un ottimo esempio: Si stima che, ad esempio, ogni euro di denaro pubblico investito a Lille 2004 (Francia) abbia generato 8 euro a beneficio dell'economia locale.
http://ec.europa.eu/culture/news/2016/0405-european-network-creative-hubs_en.htm
http://ec.europa.eu/culture/calls/general/2015-eac-s11_en.htm
Questo programma di sostegno intra-ACP è finanziato a titolo del Fondo europeo di sviluppo (FES): http://www.acpculturesplus.eu/?lang=uk
Essi comprendono: la strategia dell'UE per la regione del Mar Baltico (EUSBSR) del 10 giugno 2009 (COM(2009) 248 def.); la strategia dell'UE per la regione del Danubio (EUSDR) dell'8 dicembre 2010 (COM(2010) 715 def.); il "Piano d'azione per una strategia marittima nella regione atlantica - Promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", del 13 maggio 2013 (COM(2013) 279; la Strategia dell'UE per la regione adriatica e ionica (EUSAIR) del 17 giugno 2014 (COM(2014) 357 def.); la Strategia dell'UE per la regione alpina (EUSALP) del 28 luglio 2015 (COM(2015) 366.
http://ec.europa.eu/programmes/creative-europe/actions/capitals-culture_en.htm e http://www.worldcitiescultureforum.com/publications
In particolare lo studio contiene suggerimenti per il Programma su beni pubblici e sfide globali (30 milioni di EUR).
Progetto UE-Unione africana “Visionary Africa” (Africa visionaria).
“Culture and Arts supporting social cohesion in Latin America cities”.
Per partecipare pienamente al sottoprogramma MEDIA, un paese deve soddisfare i requisiti previsti dalla direttiva sui servizi di media audiovisivi.
http://www.ohchr.org/EN/ProfessionalInterest/Pages/CESCR.aspx
COM(2014) 477 definitivo.
L'UE ha applicato il regime di sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU nei confronti dell'ISIS (Daesh) e a di Al-Qaida (di cui alla risoluzione UNSCR 1267) e le successive risoluzioni, compresa la risoluzione 2253 (2015). Alla luce del fatto che i reperti archeologici devono essere considerati come potenziali risorse economiche per l'ISIS/Daesh, l'acquisto di tali reperti dall'ISIS/Daesh è illegale. Il Consiglio ha applicato il regime di sanzioni dell'ONU nei confronti dell'Iraq (che include il divieto di commercio per i reperti archeologici rimossi illegalmente) e ha adattato il regime di sanzioni autonome dell'UE e le misure restrittive nei confronti della Siria, inserendovi un divieto specifico di commercio per i reperti archeologici rimossi illegalmente dalla Siria.
Piano d'azione per rafforzare la lotta contro il finanziamento del terrorismo, COM(2016) 50/2.
Un esempio recente riguardante la Tunisia dimostra le possibilità di una stretta collaborazione tra la delegazione UE, l'Istituto di cultura di uno Stato membro e le autorità locali: la Commissione ha varato un programma di 10 milioni di EUR per rafforzare il settore audiovisivo/dei media in Tunisia. Un altro progetto (con un finanziamento di 4 milioni di EUR) gestito dalla delegazione dell'UE con il sostegno del British Council, verrà avviato nel corso dell'anno per promuovere la partecipazione culturale a livello locale.
Dal 2008, i gruppi MAC hanno lavorato su questioni quali: le industrie culturali e creative (compresi i nuovi modelli d'impresa e nuove strategie per l'esportazione); la mobilità degli artisti e dei professionisti della cultura; la mobilità delle opere d'arte; il miglioramento dell'accesso alla cultura attraverso gli strumenti digitali.
La relazione ha inoltre fatto da piattaforma per la discussione tra i ministri della cultura dell'UE sul ricorso alla cultura quale opzione politica morbida, svoltasi il 17 marzo 2013.
EUNIC (European Union National Institutes for Culture - Istituti di cultura nazionali dell'Unione europea) è una rete di coordinamento. Ne fanno parte 34 istituti culturali di 28 paesi ed è articolata in 100 cluster sparsi in tutto il mondo. http://www.eunic-online.eu/
Studio del Parlamento europeo sugli istituti culturali europei all'estero del gennaio 2016.
Il SEAE e la Commissione fanno parte del comitato direttivo. Cfr. http://ec.europa.eu/dgs/fpi/announcements/news/20160401_l_en.htm .
Ricordiamo gli esempi della Cina, del Giappone (“Cool Japan”) e della Corea del Sud (con la “New wave” coreana “Hallyu”).
http://ec.europa.eu/education/international-cooperation/china_en.htm
https://europa.eu/youth/EU/voluntary-activities/european-voluntary-service_it
http://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/