COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 21.3.2018
COM(2018) 146 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
È giunto il momento di istituire norme fiscali moderne, eque ed efficaci per l'economia digitale
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Document 52018DC0146
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL Time to establish a modern, fair and efficient taxation standard for the digital economy
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO È giunto il momento di istituire norme fiscali moderne, eque ed efficaci per l'economia digitale
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO È giunto il momento di istituire norme fiscali moderne, eque ed efficaci per l'economia digitale
COM/2018/0146 final
COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 21.3.2018
COM(2018) 146 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO
È giunto il momento di istituire norme fiscali moderne, eque ed efficaci per l'economia digitale
1. Introduzione
Il 22 e 23 marzo 2018 il Consiglio europeo terrà un dibattito sulla tassazione dell’economia digitale. La comunicazione della Commissione “Un sistema fiscale equo ed efficace nell’Unione europea per il mercato unico digitale”, pubblicata nel settembre 2017 1 , definisce le questioni e gli obiettivi fondamentali con riguardo alla tassazione dell’economia digitale. La Commissione presenta ora proposte volte a istituire norme moderne, eque ed efficaci per l’economia digitale in risposta agli inviti del Consiglio europeo e del Consiglio ECOFIN, che hanno sottolineato la necessità di “un regime fiscale efficace ed equo, adeguato all’era digitale” e hanno dichiarato di attendere con interesse le proposte della Commissione entro l’inizio del 2018 2 .
L’economia digitale sta trasformando il nostro modo di interagire, consumare e svolgere attività imprenditoriali. La trasformazione digitale offre alla società molti vantaggi. Per sfruttarne appieno il potenziale la Commissione ha fatto del mercato unico digitale una delle sue priorità fondamentali 3 . La realizzazione del mercato unico digitale consentirà all’Unione europea di mantenere la propria posizione tra i leader mondiali dell’economia digitale con l’offerta di nuove opportunità di innovazione e il sostegno alla crescita delle imprese europee su scala mondiale. Esso potrebbe offrire all’economia dell’Unione un contributo di 415 miliardi di euro, creando occupazione, crescita, concorrenza, investimenti e innovazione. Nell’ipotesi che l’adeguato quadro di riferimento politico e normativo sia attuato in tempo, il valore dell’economia dei dati nell’UE aumenterebbe fino a raggiungere, entro il 2020, i 739 miliardi di euro, pari al 4% del PIL complessivo dell’UE 4 . Con la digitalizzazione aumenteranno le opportunità transfrontaliere persino per le imprese di minori dimensioni.
Siamo entrati in un’epoca in cui gli utenti dei servizi digitali partecipano sempre di più, consapevolmente o meno, al processo di creazione di valore. Gli utenti forniscono dati, condividono conoscenze e contenuti e abilitano reti vaste e diversificate. Tutto ciò genera un immenso valore nell’economia odierna, che è certamente destinato a crescere in futuro. La natura intensiva dell’attività degli utenti nell’economia digitale è illustrata nel seguente diagramma.
Le imprese digitali stanno crescendo molto più velocemente dell’economia nel suo complesso e quelle di maggiori dimensioni hanno una vastissima base di utenti e clienti all’interno dell’UE. Ad titolo di esempio, il 42% degli europei utilizza Facebook. Sebbene nell’economia digitale i siti web siano per la maggior parte siti locali (visitati da utenti di un solo paese), la maggior parte del traffico è assorbito da siti mondiali, che sono molto meno numerosi. Negli ultimi sette anni la crescita media annua dei ricavi delle principali imprese digitali è stata del 14% circa, contro il 3% per le società del settore informatico e delle telecomunicazioni e lo 0,2% per le altre multinazionali 5 . Si tratta di un segnale positivo del dinamismo e delle potenzialità del settore.
Una tassazione equa ed efficace è essenziale per sostenere il mercato unico digitale affinché esso realizzi il suo potenziale. È importante prevedere un contesto fiscale aggiornato in cui sia riconosciuto il pieno valore delle attività digitali e in cui le imprese orientate al digitale possano crescere beneficiando di un contesto imprenditoriale prevedibile ed equo. La tassazione riveste un ruolo cruciale nel modello economico e sociale dell’Unione. Un sistema fiscale equo ed efficace fornisce entrate per i servizi pubblici, sostenendo al contempo la crescita economica e la competitività delle imprese dell’UE. Di fronte alle crescenti ineguaglianze e avvertendo una mancanza di giustizia sociale, i cittadini dell’Unione esortano gli Stati membri e la Commissione a intervenire per migliorare l’equità dei sistemi fiscali. Tutti i contribuenti devono pagare la loro giusta quota di tasse, per garantire quelle condizioni di parità tra imprese che sono essenziali per il successo del mercato unico e per tutelare il modello sociale europeo da cui i cittadini dipendono.
Sin dall’inizio del suo mandato la Commissione attuale si è posta l’obiettivo prioritario di migliorare l’equità e l’efficacia dei sistemi fiscali dell’UE 6 . L’Unione ha svolto un ruolo guida nella rivoluzione mondiale in materia di trasparenza fiscale 7 , ha adottato norme vincolanti per colmare le lacune che facilitano l’elusione fiscale 8 , ha intrapreso iniziative per quanto riguarda le giurisdizioni non cooperative 9 e ha adottato un quadro dell’IVA aggiornato adatto al mondo moderno 10 . Nel quadro delle norme sugli aiuti di Stato, la Commissione ha adottato provvedimenti per contrastare il trattamento fiscale preferenziale riservato alle imprese che attuano pratiche di pianificazione fiscale. La Commissione ha inoltre proposto un nuovo quadro competitivo, equo e solido per la tassazione delle imprese nel mercato unico 11 . Sono state proposte anche misure intese a promuovere maggiore trasparenza imponendo alle società multinazionali di pubblicare le tasse da esse pagate nell’UE (rendicontazione pubblica paese per paese) 12 . Essa invita il Parlamento europeo e il Consiglio a dare ulteriore prova di determinazione su questa importante proposta per facilitarne la rapida adozione.
Permangono tuttavia alcune sfide. In particolare la rapida trasformazione dell’economia globale attraverso la digitalizzazione sta esercitando nuove pressioni sui regimi di tassazione delle società a livello internazionale e dell’Unione. I nuovi modelli imprenditoriali dovrebbero sostenere l’imprenditorialità garantendo nel contempo condizioni di parità. Le politiche elaborate a tutti i livelli devono garantire un contesto normativo semplice e favorevole agli imprenditori, in particolare le PMI. Come sottolineato nel documento di riflessione della Commissione sulla gestione della globalizzazione 13 , presentato nel maggio 2017, questo non significa protezionismo, deregolamentazione o corsa al ribasso, ma una regolamentazione intelligente. I governi devono fare in modo che la politica fiscale rimanga pertinente alla luce della digitalizzazione e dei nuovi modelli imprenditoriali e che le imprese paghino le tasse nel luogo in cui sono situate le attività economiche. Le proposte presentate oggi dalla Commissione rappresentano una risposta equilibrata e proporzionata a tali sfide.
2. Adattare il sistema di tassazione delle società al XXI° secolo: le sfide future
2.1 Norme obsolete in materia di tassazione societaria
Al pari di tutte le altre imprese, le imprese che svolgono attività digitali devono contribuire al gettito fiscale necessario per finanziare i servizi pubblici di cui si avvalgono. Eppure al momento ciò non accade. Imprese con una presenza digitale significativa in uno Stato membro possono usufruire dei suoi servizi pubblici e della sua infrastruttura di mercato, ad esempio avvalersi del sistema giudiziario e del livello elevato di connettività in uno Stato membro, senza tuttavia versare le imposte in tale Stato a meno che non vi abbiano anche una presenza fisica significativa. Le imprese che svolgono attività prevalentemente digitali hanno meno necessità di essere fisicamente presenti quando operano all’estero: soltanto il 50% delle consociate di multinazionali del settore digitale hanno sede all’estero, contro l’80% delle multinazionali tradizionali 14 .
La necessità di tassare gli utili nel luogo di creazione del valore è un principio riconosciuto a livello internazionale 15 . Tuttavia le attuali norme fiscali internazionali sono state concepite per le imprese “fisiche”. Esse si basano, in larga misura, sulla presenza fisica e non sono state elaborate per far fronte a modelli d’impresa fondati principalmente su beni immateriali, dati e conoscenze. Tali norme non tengono conto di modelli d’impresa in cui le società possono fornire servizi digitali in un paese senza esservi fisicamente presenti. Le norme odierne, inoltre, non tengono conto delle nuove modalità di creazione degli utili nel mondo digitale. Ad esempio stentano a cogliere il valore creato attraverso beni immateriali, quali brevetti e algoritmi, che possono essere facilmente trasferiti in giurisdizioni a imposizione fiscale bassa o inesistente. Esse, inoltre, non riconoscono il ruolo che gli utenti svolgono, fornendo dati e contenuti, nella produzione di valore per le imprese digitali oppure come elementi costitutivi delle reti che sono cruciali per molti modelli d’impresa digitali. Tutto ciò indica che il luogo in cui il valore viene creato e il luogo in cui sono versate le imposte non coincidono.
Di conseguenza le società con modelli d’impresa digitali sono soggette a un’aliquota d’imposizione che è meno della metà di quella applicata alle società con modelli d’impresa tradizionali (aliquota media di imposizione effettiva del 9,5% contro il 23,2%) 16 . Questa situazione è riconducibile in parte al sistema fiscale obsoleto, in parte a incentivi applicati dai governi alle imprese digitali allo scopo di sostenere la crescita di questo settore orientato al futuro. In alcuni casi l’onere fiscale può essere ulteriormente ridotto attraverso strategie di pianificazione fiscale aggressiva. Ciò crea un sistema sbilanciato che va a svantaggio delle imprese tradizionali, determina uno squilibrio tra le imprese digitali operanti unicamente sul territorio nazionale e le imprese attive in più giurisdizioni, mette in discussione la sostenibilità delle basi imponibili degli Stati membri e comporta il rischio che altre imprese e altri contribuenti finiscano per sopportare un onere fiscale maggiore a scapito dell’equità sociale.