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Document C2005/043/11

Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea» — Proposta di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù e alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea» — Proposta di obiettivi comuni per una migliore comprensione e conoscenza dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù

OJ C 43, 18.2.2005, p. 42–46 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

18.2.2005   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 43/42


Parere del Comitato delle regioni in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea» — Proposta di obiettivi comuni per le attività di volontariato dei giovani a seguito della risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù e alla Comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema: Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea» — Proposta di obiettivi comuni per una migliore comprensione e conoscenza dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù

(2005/C 43/11)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio sul tema Seguito del Libro bianco «Nuovo impulso per la gioventù europea» - Proposta di obiettivi comuni per una migliore comprensione e conoscenza dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2004) 336 def.),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio Seguito del Libro bianco «Un nuovo impulso per la gioventù europea» - Proposta di obiettivi comuni in tema di attività di volontariato dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2004) 337 def.),

vista la decisione della Commissione, del 30 aprile 2004, di consultarlo a norma dell'articolo 265 del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione del proprio Presidente, del 5 aprile 2004, di incaricare la commissione Cultura e istruzione di elaborare un parere sull'argomento,

visto il proprio parere sul documento di lavoro della Commissione Orientamenti per un servizio volontario europeo per i giovani (CdR 191/96 fin) (1),

visto il proprio parere sul tema Programma d'azione - Servizio volontario europeo per i giovani (CdR 86/97 fin) (2),

vista la risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (3),

visto il proprio parere in merito al Libro bianco della Commissione europea Un nuovo impulso per la gioventù europea (CdR 389/2001 fin) (4),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio Seguito del libro bianco «Un nuovo impulso per la gioventù europea» - Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e di informazione dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (COM(2003) 184 def.),

vista la risoluzione del Consiglio del 25 novembre 2003 in materia di obiettivi comuni sulla partecipazione e informazione dei giovani (5),

vista la relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Relazione sul seguito della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 luglio 2001, relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori (COM(2004) 21 def.),

visto il proprio parere in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio Seguito del Libro bianco «Un nuovo impulso per la gioventù europea» - Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e informazione dei giovani a seguito della risoluzione del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (CdR 309/2003 fin),

visto il progetto di parere (CdR 192/2004 riv. 1), adottato in data 9 luglio 2004 dalla commissione Cultura e istruzione (relatore: Roberto Pella, presidente del consiglio provinciale di Biella, IT/PPE),

considerando quanto segue:

1)

Le autorità locali e regionali hanno sempre espresso apprezzamento per l'attenzione riservata alle politiche in tema di gioventù, nella convinzione che l'UE, gli Stati membri e le stesse autorità locali e regionali debbano destare nei giovani la consapevolezza del valore di un esercizio attivo della cittadinanza a livello nazionale. L'obiettivo è soprattutto essere messi nella condizione di poter dare il loro contributo alla costruzione di un'Europa democratica e solidale, ma anche forte e competitiva, dal punto di vista economico e culturale.

2)

Dette autorità considerano fondamentale ed estremamente attuale, anche in riferimento al recente allargamento, la dichiarazione di Laeken, allegata alle conclusioni del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2001, in base alla quale una delle sfide fondamentali dell'Unione europea è «come avvicinare i cittadini - in primo luogo i giovani - al progetto europeo ed alle istituzioni europee». La sfida, tuttavia, dovrebbe essere presentata capovolgendone i termini: sono il progetto europeo e le istituzioni europee che devono avvicinarsi ai cittadini, e segnatamente ai giovani, per consolidare il rapporto tra le giovani generazioni e le strutture politiche esistenti.

3)

Esse ritengono indispensabile riuscire a conseguire gli obiettivi strategici stabiliti in occasione dei Consigli europei di Lisbona e di Barcellona miranti a fare dell'Europa «l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo» e considerano che la mobilità dei giovani all'interno dell'Europa è un requisito fondamentale ed indispensabile di tale obiettivo. Una politica europea per la gioventù non deve tuttavia guardare alle giovani generazioni in un'ottica esclusivamente strumentale. Tale politica deve invece fondarsi, in primo luogo, sul presupposto che i giovani sono cittadini europei a pieno titolo, con la capacità e la forza di incidere sul proprio futuro e su quello dell'Europa, con un impatto, in senso lato, anche sul piano della competitività e dello sviluppo economico,

ha adottato il seguente parere in data 30 settembre 2004, nel corso della 56a sessione plenaria.

1.   Osservazioni del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.1

concorda con la Commissione, come del resto invita a fare il Consiglio, nel sottolineare la necessità di applicare alle problematiche giovanili ed alle azioni dirette ai giovani il metodo aperto di coordinamento, considerata la rapida evoluzione della situazione delle giovani generazioni in Europa;

1.2

approva e accoglie con soddisfazione il metodo utilizzato dalla Commissione, caratterizzato da un'ampia consultazione delle parti interessate;

1.3

ritiene di dover essere costantemente consultato e aggiornato nelle materie relative alle quattro priorità tematiche proposte nel Libro bianco della Commissione dal titolo Un nuovo impulso per la gioventù europea, soprattutto in considerazione del fatto che gli enti locali e regionali, per la specificità delle loro competenze istituzionali, sono da sempre impegnati nel predisporre azioni utili a stimolare la partecipazione attiva dei giovani alla vita della comunità in cui essi vivono;

1.4

concorda con la Commissione nel constatare che oggi si assiste ad un preoccupante disinteressamento dei giovani alla vita politica, ma osserva che per converso i giovani sono spesso presenti in altri ambiti di attività sociale, quali il volontariato, che risultano essere una forma di esercizio di cittadinanza attiva; ritiene pertanto che i politici per primi debbano rivedere il loro modo di porsi nei confronti dei giovani e sviluppare metodi che rafforzino la loro legittimità democratica presso questo gruppo. La sfida implica direttamente il Comitato delle regioni, in quanto esso dovrebbe impegnarsi a promuovere più attivamente la nomina di giovani membri, dei due sessi, che possono contribuire, in virtù della loro età e dell'attività politica che svolgono sul piano locale e regionale, al miglioramento dell'operato dell'istituzione;

1.5

individua alla base del presente documento, come del resto già precisato in precedenti suoi pareri in merito alle politiche giovanili, la convinzione della necessità che «la politica europea in materia di gioventù sia visibile a tutti i livelli amministrativi e politici e in tutti i paesi, e venga trasmessa attraverso il linguaggio ed i canali di comunicazione con cui i giovani hanno maggiore dimestichezza» (CdR 309/2003 fin). In tale contesto il Comitato delle regioni accoglie con favore la creazione su internet del Portale europeo per i giovani, il cui indirizzo è il seguente: http://www.europa.eu.int/youth/index_it.html.

2.   Raccomandazioni specifiche del Comitato delle regioni in merito a una migliore comprensione e conoscenza dei giovani

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.1

considera che per poter avvicinare la politica ai giovani occorre prima di tutto capire quale sia l'approccio più opportuno e per far questo occorre quindi, come giustamente afferma la Commissione stabilendo l'obiettivo generale contenuto nella sua comunicazione al Consiglio, sviluppare un insieme di conoscenze coerenti, pertinenti e di qualità nel settore della gioventù in Europa, in grado di prevedere le necessità future, mediante lo scambio, il dialogo e le reti, al fine di elaborare politiche opportune, efficaci e sostenibili;

2.2

la Commissione individua giustamente dei sotto-obiettivi, relativi al citato obiettivo generale e il Comitato delle regioni approva la costante apertura, accanto ai settori prioritari individuati in prima battuta dagli Stati membri nel rispondere ai questionari loro sottoposti, agli altri settori prioritari che presentano interesse nel settore della gioventù; questa è una caratteristica essenziale per un metodo adatto a studiare un settore in così rapida evoluzione come quello giovanile.

IL COMITATO DELLE REGIONI

2.3

sottolinea che gli enti locali e regionali possono avere un ruolo cruciale nel reperire le conoscenze esistenti nei settori appartenenti al campo della gioventù ed invita il Consiglio a tenerlo presente in riferimento alle linee d'azione individuate a livello nazionale; infatti si individua la necessità di «effettuare studi complementari, raccogliere dati statistici e conoscenze pratiche presso le ONG, le organizzazioni dei giovani e gli stessi giovani sui temi identificati, per colmare le lacune e aggiornare in permanenza le conoscenze su tali temi attuali», ma non si considerano gli enti locali e regionali. Tali conoscenze infatti, per poter essere complete e aggiornate devono essere reperite a livello locale, anche se con un coordinamento nazionale per poter raggiungere l'obiettivo generale di un insieme di conoscenze coerenti;

2.4

tenendo conto della necessità del suddetto coordinamento a livello nazionale, apparirebbero particolarmente efficaci progetti per la raccolta dei dati necessari con il coinvolgimento diretto degli enti locali e regionali, che possono più facilmente raggiungere tutte le realtà giovanili presenti sul territorio e che quindi dovrebbero, a questo scopo, poter avvalersi di appositi finanziamenti europei;

2.5

invita la Commissione a tener presente anche nella redazione dei documenti relativi alle quattro priorità del Libro bianco in materia di gioventù, il ruolo cruciale degli Istituti scolastici, che potrebbero costituire un canale privilegiato per la compilazione, da parte dei giovani, di appositi questionari relativi ai vari ambiti di ricerca; le strutture di assistenza sociale degli enti locali e regionali potrebbero raggiungere i giovani che, in quanto in situazioni svantaggiate, non fanno più parte della popolazione scolastica;

2.6

ritiene che gli enti locali e regionali potrebbero efficacemente avvalersi della collaborazione attiva degli organi consultivi dei giovani già presenti sul territorio; infatti presso molti enti locali e regionali sono stati istituiti organismi di consultazione dei giovani quali le «Consulte dei giovani» o i «Consigli comunali dei ragazzi». Questi organi consultivi sono già risultati essere, a livello locale, ottimi mezzi per avere una efficace e soprattutto continuamente aggiornata conoscenza dei giovani, attuando nel contempo uno stimolo all'esercizio della cittadinanza attiva;

2.7

ai gruppi giovanili locali di partecipazione e di influenza, come per esempio le «consulte dei giovani», occorrerebbe dare, in alcuni campi, anche potere decisionale e risorse sufficienti. In tal modo i giovani potrebbero decidere autonomamente e finanche realizzare taluni progetti che li interessano e li riguardano. Le «consulte dei giovani», ove siano dotate di un effettivo potere decisionale, possono dare ai giovani un'immagine positiva della democrazia e sviluppare la loro partecipazione;

2.8

invita la Commissione a coinvolgere direttamente gli enti locali e regionali degli Stati protagonisti del recente allargamento dell'Unione europea, e a favorire il diffondersi presso di essi delle buone prassi, ad esempio attuando dei gemellaggi e degli scambi culturali tra le «consulte giovanili» di tutta Europa;

2.9

sottolinea l'importanza di perseguire un insieme di conoscenze coerenti, pertinenti e di qualità nel settore della gioventù in Europa anche tenendo conto delle minoranze etniche e linguistiche;

2.10

approva e si compiace della volontà della Commissione di istituire una rete comunitaria delle conoscenze nel campo della gioventù, che riunisca i rappresentanti di tutte le parti interessate con l'obiettivo di esaminare i metodi e i temi futuri e scambiare buone prassi;

2.11

chiede che vengano messe a punto in tempi il più possibile brevi le modalità di istituzione di una rete comunitaria delle conoscenze nel campo della gioventù, cui la Commissione stessa si riferisce nella trattazione dell'obiettivo 4 della comunicazione in merito a una migliore comprensione e conoscenza dei giovani, e chiede che venga espressamente prevista la partecipazione di rappresentanti del Comitato delle regioni;

2.12

prende atto del fatto che, nelle loro risposte ai questionari predisposti dalla Commissione, gli Stati membri non chiedono la creazione di nuove strutture per facilitare e promuovere gli scambi, il dialogo e le reti per garantire la visibilità delle conoscenze nel settore della gioventù e prevederne le necessità, ma auspicano piuttosto di poter lavorare a partire dalle reti e dalle relazioni esistenti utilizzandole e garantendole con più efficacia; occorre quindi potenziare gli sportelli alla gioventù degli enti locali, quali ad esempio gli «Informagiovani» che possono essere attivati anche come canali privilegiati per «l'informazione proveniente dai giovani»;

2.13

concorda con la Commissione nel sottolineare l'importanza della mobilità per favorire l'istruzione e la formazione di ricercatori ed esperti, in particolare giovani, che lavorano nel settore della gioventù e di ogni altro protagonista che sta sviluppando le conoscenze nel settore in questione; invita la Commissione a elaborare, a livello europeo, strategie utili a sensibilizzare gli enti o organismi cui fanno capo ricercatori ed esperti, in particolare gli Istituti scolastici e le università visto che, come la Commissione stessa rileva nella sua relazione sul seguito della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 luglio 2001, relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori (COM(2004) 21 def.) nonostante le strategie già attuate, «il numero delle persone coinvolte nei sistemi di istruzione e formazione che partecipa alla mobilità è ancora molto limitato»;

2.14

gli insegnanti delle scuole dovrebbero essere adeguatamente formati per poter trattare le questioni relative alla partecipazione e alla vita comunitaria sia nell'insegnamento che nell'attività svolta con le organizzazioni studentesche. I gruppi di partecipazione e di influenza giovanili operanti nelle scuole dovrebbero avere potere di decisione anche in materia di infrastrutture scolastiche e, per esempio, nella progettazione e nella gestione degli spazi dedicati al tempo libero.

3.   Raccomandazioni specifiche del Comitato delle regioni in merito alle attività di volontariato dei giovani

IL COMITATO DELLE REGIONI

3.1

accoglie con favore l'analisi puntuale della Commissione di un tema da sempre all'attenzione degli enti locali e regionali per l'enorme importanza che hanno a livello in primo luogo locale le associazioni di volontariato; esse rappresentano il cuore vivo e attivo di ogni comunità di persone;

3.2

accoglie con soddisfazione il dato in base al quale sono molti i giovani impegnati in attività di volontariato e osserva che questo dato contraddice il presunto disinteressamento dei giovani alla cittadinanza attiva; osserva che è più corretto parlare di «spoliticizzazione» dei giovani, piuttosto che di disinteressamento, in quanto le attività di volontariato, come afferma la Commissione stessa, sono una forma di partecipazione sociale, un'esperienza educativa, nonché un fattore di occupazione e di integrazione;

3.3

osserva che presumibilmente i giovani si sono allontanati dalla politica in quanto appare loro troppo lontana dai problemi reali; richiama quanto già espresso nel recente parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio in tema di partecipazione e di informazione dei giovani, ovvero che le amministrazioni locali e regionali svolgono un ruolo determinante nella politica europea per i giovani, dato che sono proprio questi gli enti più a contatto con le nuove generazioni;

3.4

esprime soddisfazione per il ruolo riconosciuto dalla Commissione agli enti locali e regionali, per attuare la linea d'azione finalizzata a migliorare le attività di volontariato esistenti per i giovani, e sottolinea il rapporto privilegiato che gli enti locali e regionali possono instaurare con i giovani presenti sul territorio;

3.5

approva l'attenzione posta dalla Commissione nel riconoscere che le attività di volontariato offerte ai giovani variano considerevolmente a seconda dei paesi e che la situazione non è affatto uniforme negli Stati membri;

3.6

auspica che tutti gli Stati membri siano sensibili alla necessità di facilitare l'impegno volontario dei giovani eliminando gli ostacoli esistenti; in particolare appare indispensabile che ogni Stato membro riconosca a livello legislativo lo status di volontario in quanto il considerarlo, come succede in alcuni Stati, alla stregua dello status di un lavoratore, comporta spesso notevoli svantaggi;

3.7

apprezza il fatto che la Commissione ribadisca anche nel documento oggetto del presente parere la necessità di favorire la mobilità di coloro che svolgono attività di volontariato, come già ampiamente sostenuto, con trattazione apposita, nella relazione sul seguito della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 luglio 2001, relativa alla mobilità nella Comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, di coloro che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori (6);

3.8

sottolinea che al fine di sviluppare le attività di volontariato per i giovani, per accrescere la trasparenza delle possibilità esistenti, ampliarne l'ambito di applicazione e migliorarne la qualità, svolgono un ruolo cruciale gli enti locali e regionali, che possono ad esempio istituire dei veri e propri «centri servizi per il volontariato», in appoggio alle associazioni di volontariato presenti sul territorio e soprattutto utili «sportelli per il volontariato» in grado di indirizzare i giovani verso le forme di volontariato più adatte alle loro aspettative;

3.9

invita il Consiglio ad elaborare una linea d'azione specifica, per stimolare l'istituzione, a livello nazionale, regionale e locale, negli Stati che ancora non l'hanno adottata, di una vera e propria «Anagrafe del volontariato», in quanto tale strumento, ove attivato, si è rivelato uno strumento utilissimo per avere sempre una situazione aggiornata delle associazioni di volontariato presenti sul territorio; il costante aggiornamento di tale anagrafe consente inoltre di dare sempre ai giovani interessati, indirizzi precisi per le loro attività in questo campo;

3.10

osserva che spesso purtroppo i giovani vengono per caso a contatto del mondo del volontariato, se non già inseriti in un contesto familiare sensibile all'argomento, e che sarebbe quindi opportuno incentivare linee d'azione atte a portare nelle scuole, fin dai primi anni, informazioni sotto forma ad esempio di incontri, ovviamente adattati all'età degli uditori, con esponenti attivi del mondo del volontariato; sarebbe un ottimo esempio di educazione civica moderna e finalizzata all'esercizio della cittadinanza attiva da parte dei ragazzi. Chiede pertanto alla Commissione di riconoscere il ruolo delle istituzioni scolastiche e la necessità di sensibilizzare gli insegnanti;

3.11

concorda con la Commissione nel ribadire, come rilevato nell'obiettivo 3 (promuovere il volontariato al fine di rafforzare la solidarietà e l'impegno civico dei giovani) l'importanza di creare migliori condizioni per una maggiore partecipazione dei giovani svantaggiati alle attività di volontariato; il volontariato può infatti facilitare l'inserimento dei giovani;

3.12

ritiene che, dato che il volontariato è caratterizzato dalla gratuità (eccetto occasionalmente il rimborso spese) e da un investimento considerevole in termini di tempo e di energia, che va spesso di pari passo con la mobilità e che è opportuno impedire la sostituzione di attività retribuite con il volontariato, è essenziale garantire la protezione giuridica e sociale del volontariato. La responsabilità principale di garantire tale protezione spetta al livello nazionale, regionale e locale, ma, in base agli articoli 137 e 140 del Trattato CE, la Commissione potrebbe proporre una carta europea del volontariato come strumento di cooperazione e di coordinamento;

3.13

apprezza che la Commissione abbia messo in luce la necessità di garantire il riconoscimento delle attività di volontariato dei giovani al fine di riconoscere le loro competenze personali e il loro impegno nella società; auspica che presto si diffondano le buone prassi a tutti i livelli affinché tale riconoscimento venga attuato da tutte le parti interessate, come giustamente afferma la Commissione nelle linee d'azione relative all'obiettivo 4, autorità pubbliche, imprese private, parti sociali, società civile e giovani stessi;

3.14

concorda con la Commissione nel sostenere la necessità di garantire, a livello europeo, un migliore riconoscimento dell'esperienza di volontario dei giovani nel quadro dei processi in corso e attraverso strumenti esistenti in altri settori di intervento, in particolare di misure quali l'Europass già attuato nel settore dell'istruzione; infatti le stesse forme di incentivazione alla mobilità degli studenti possono essere adottate anche per facilitare le esperienze di volontariato dei giovani in Stati diversi da quello di origine;

3.15

invita fin d'ora la Commissione a elaborare proposte per l'estensione del servizio volontario europeo (SVE) ad una gamma più ampia di attività, promuovendo nel contempo l'elaborazione, da parte degli Stati membri, di analoghi progetti a livello nazionale, ad integrazione ed arricchimento delle iniziative comunitarie;

3.16

si compiace inoltre della proposta, di cui all'articolo III-223, paragrafo 5, del progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa, di istituire «un corpo volontario europeo di aiuto umanitario … La legge europea ne fissa lo statuto e il funzionamento»; ritiene che un tale «corpo volontario» potrebbe costituire un quadro per il contributo comune dei giovani europei alle azioni di solidarietà dell'Unione europea;

3.17

come già ribadito in recenti pareri, anche in merito alla promozione del volontariato, sottolinea la necessità del coinvolgimento paritario di uomini e donne in giovane età e di quei gruppi di giovani che, per motivi sociali o etnici, per handicap fisici o mentali, incontrano particolari difficoltà nell'esercitare la cittadinanza attiva.

4.   Raccomandazioni generali del Comitato delle regioni

IL COMITATO DELLE REGIONI

4.1

esprime un giudizio positivo in merito alle due comunicazioni della Commissione oggetto del presente parere;

4.2

invita in particolare la Commissione ad informare puntualmente il Comitato delle regioni circa l'evolversi dei programmi d'azione messi in atto dagli Stati membri, diffondendo il più possibile le informazioni relative alle buone prassi in tempi il più possibile ristretti; infatti proprio a causa della rapidità di evoluzione del mondo giovanile, occorre porre attenzione al fatto che anche le prassi da adottare risultano essere in rapidissima evoluzione;

4.3

invita, analogamente a quanto già fatto per altri ambiti di intervento compresi nelle quattro priorità del Libro bianco, gli Stati membri a consultarsi con gli enti locali e regionali per la stesura delle relazioni nazionali sullo stato di attuazione delle due priorità «migliore comprensione e conoscenza dei giovani» e «attività di volontariato dei giovani», prevista per la fine del 2005.

IL COMITATO DELLE REGIONI

4.4

Ritiene necessario introdurre maggior flessibilità nell'attività politica ordinaria; invita la Commissione a prendere in considerazione la fattibilità di iniziative utili a sensibilizzare i politici e ad incitarli all'azione in vista di un più stretto legame col mondo giovanile, pur nella sua complessità e nelle sue innumerevoli sfaccettature, per conoscerlo e poter avvalersi del suo indispensabile apporto al fine di contribuire attivamente alla costruzione di un'Europa dei cittadini forte e solidale e ritiene di poter partecipare a tale opera di sensibilizzazione lanciando un programma di gemellaggio fra giovani rappresentanti eletti degli enti locali e regionali rappresentati al suo interno;

4.5

ribadisce, come già fatto nel recente parere in merito alla «partecipazione e informazione dei giovani», che il Comitato appoggia energicamente la convinzione che l'articolo III-182 del progetto di Costituzione per l'Europa debba integrare le attuali disposizioni del Trattato nel settore della politica per la gioventù, sottolineando che l'Unione mira a incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica dell'Europa.

Bruxelles, 30 settembre 2004.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Peter STRAUB


(1)  GU C 42 del 10.2.1997, pag. 1.

(2)  GU C 244 dell'11.8.1997, pag. 47.

(3)  GU C 168 del 13.7.2002.

(4)  GU C 287 del 22.11.2002, pag. 6.

(5)  GU C 295 del 5.12.2003.

(6)  COM(2004) 21 def.


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