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Document 52022XR5216

    Risoluzione sull'Anno europeo delle competenze 2023

    COR 2022/05216

    GU C 79 del 2.3.2023, p. 8–11 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    2.3.2023   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 79/8


    Risoluzione sull'Anno europeo delle competenze 2023

    (2023/C 79/02)

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI (CdR),

    vista la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un Anno europeo delle competenze 2023, presentata dalla Commissione europea (1),

    1.

    accoglie con favore la proposta della Commissione europea di designare il 2023 Anno europeo delle competenze e sostiene gli obiettivi generali della proposta, quale contributo tempestivo e prezioso per rafforzare la resilienza sociale, economica e territoriale, anche all'indomani della crisi della COVID-19 e nel contesto della guerra in Ucraina, e per soddisfare i nuovi requisiti in materia di competenze, in particolare quelli relativi alla duplice transizione verde e digitale;

    2.

    raccomanda di coinvolgere strettamente i giovani e le organizzazioni giovanili nella pianificazione, nell'attuazione e nella valutazione dell'Anno europeo delle competenze, quale lascito dell'Anno europeo dei giovani e nello spirito dell'integrazione dei giovani;

    3.

    sottolinea che, di fronte alla difficoltà di prevedere le future tendenze del mercato del lavoro e il conseguente andamento dei cambiamenti necessari in materia di istruzione e formazione, è di fondamentale importanza assicurare una profonda trasformazione della mentalità e del comportamento di tutte le parti interessate. Si attende, in tale contesto, che l'Anno europeo delle competenze sia l'occasione per creare, in collaborazione con tutti i livelli di governance, un ecosistema dinamico e creativo in cui le persone, in particolare i giovani, possano discutere e definire congiuntamente le risposte in materia di istruzione e formazione necessarie per favorire questa trasformazione;

    4.

    sottolinea che l'Anno europeo delle competenze dovrebbe essere un'opportunità per investire in una politica in materia di competenze adeguata alle esigenze future. Ciò, unitamente alla crescente dimensione digitalizzata della vita professionale, richiede un cambiamento di paradigma nella sfera delle competenze. A questo proposito, il CdR pone l'accento sulla necessità di incoraggiare e promuovere le competenze giuste per la duplice transizione verde e digitale, preservando nel contempo le competenze e le abilità tradizionali;

    5.

    si attende che l'Anno europeo delle competenze promuova l'attuazione dell'agenda per le competenze per l'Europa del 2021 e divenga una tappa fondamentale per conseguire gli obiettivi principali dell'UE fissati dal piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali (EPSR) — che prevede la partecipazione ogni anno di almeno il 60 % degli adulti ad attività di formazione e un tasso di occupazione di almeno il 78 % entro il 2030 — nonché per consentire e sostenere il (re)inserimento nel mercato del lavoro delle donne e dei giovani. Auspica altresì che, offrendo incentivi alle persone per migliorare le loro competenze e, di conseguenza, la loro occupabilità, l'Anno europeo delle competenze contribuisca anche al conseguimento del terzo obiettivo principale del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, vale a dire l'eliminazione del rischio di povertà o di esclusione sociale per almeno 15 milioni di persone;

    6.

    si attende che l'attuazione dell'Anno europeo delle competenze contribuisca alla realizzazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS);

    7.

    è convinto che l'Anno europeo delle competenze sia l'occasione per valutare i progressi compiuti nei diversi territori dell'UE per quanto riguarda le disposizioni specifiche di NextGenerationEU, nell'ambito della sua iniziativa faro Reskill and upskill (riqualificare e aggiornare le competenze), unitamente all'adeguamento dei sistemi di istruzione e formazione, per promuovere le competenze digitali e l'istruzione e la formazione professionale in tutte le fasce di età;

    8.

    ribadisce che la crisi della COVID-19 e le conseguenze della guerra in corso in Ucraina hanno provocato notevoli battute d'arresto nei settori dell'istruzione, dell'occupazione, della salute mentale e del reddito disponibile. Chiede, a tale proposito, che l'Anno europeo delle competenze promuova interventi di lotta alla disoccupazione, compresa la disoccupazione di lunga durata e la sottoccupazione, nonché azioni che affrontino le questioni cruciali dei NEET (giovani che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo) e delle competenze adeguate alle esigenze future;

    9.

    osserva che il tutoraggio può rappresentare uno strumento prezioso per ridurre le carenze in materia di formazione e di competenze, nonché i tassi di disoccupazione e, in ultima analisi, le disuguaglianze sociali, promuovendo nel contempo la solidarietà intergenerazionale. Raccomanda, a questo proposito, lo sviluppo di un quadro europeo di tutoraggio;

    10.

    sottolinea che il problema della carenza di competenze, anche per le comunità remote o scarsamente popolate, dovrebbe essere affrontato attraverso l'aggiornamento delle competenze e la riqualificazione, l'apprendimento permanente, l'istruzione digitale, la formazione e gli investimenti nelle nuove tecnologie. Ritiene che l'inclusione delle competenze di base, che sono trasversali e complementari alle competenze verdi e ad altre competenze per la vita, in tutti i programmi di formazione e di istruzione e formazione professionale (IFP) porterà a una maggiore resilienza sociale e all'occupabilità permanente, nonché alla disponibilità di una forza lavoro responsabilizzata, pronta ad apportare un contributo significativo alla transizione verde;

    11.

    avverte inoltre che, al fine di realizzare la duplice transizione verde e digitale, è assolutamente necessario investire nello sviluppo delle capacità delle persone occupate nel settore pubblico;

    12.

    ricorda che, conformemente al principio di sussidiarietà e dal punto di vista della governance multilivello, nella maggior parte degli Stati membri gli enti locali e regionali hanno responsabilità fondamentali per le politiche in materia di istruzione e formazione e svolgono un ruolo strategico nelle politiche occupazionali. Sottolinea pertanto che le città e le regioni rappresentano il livello di governance in cui i legami operativi tra gli istituti di istruzione e formazione e il mercato del lavoro sono più solidi e dovrebbero pertanto essere finanziati, attuati e monitorati;

    13.

    insiste, oltre che sul ruolo chiave degli enti locali e regionali, anche sul fatto che altri attori, compresi il settore privato e gli enti del terzo settore, dovrebbero essere coinvolti nell'attuazione di misure volte a garantire la (re)integrazione delle persone nel mercato del lavoro. Ritiene che le competenze e i sistemi di formazione dovrebbero coniugare meglio le competenze di tutte le generazioni con le esigenze in rapida evoluzione del mercato del lavoro;

    14.

    chiede misure adeguate per riconoscere ulteriormente le competenze apprese attraverso l'istruzione non formale e l'apprendimento informale, e per garantire che tali competenze possano essere convalidate al momento dell'ingresso o del reinserimento nei percorsi di istruzione formale o nel mondo del lavoro, nonché per incoraggiare le competenze trasversali idonee all'evoluzione dell'occupazione e per promuovere le competenze linguistiche;

    15.

    rileva che la diffusione degli interventi di qualificazione e riqualificazione varia notevolmente all'interno dell'Unione, con conseguenti carenze di competenze e squilibri tra domanda e offerta di competenze nelle regioni europee. Chiede, a tale proposito, alla Commissione di coinvolgere maggiormente gli enti locali e regionali e tutti i soggetti interessati, dal momento che un approccio «universale» non è efficace;

    16.

    richiama l'attenzione sulla necessità di un dialogo permanente tra i partner europei, nazionali, regionali e locali, al fine di individuare le specifiche esigenze locali e regionali in materia di competenze. Ribadisce la sua richiesta di una maggiore attenzione territoriale in sede di monitoraggio e valutazione dei progressi compiuti nell'attuazione dell'Anno europeo delle competenze;

    17.

    riconosce il maggiore impatto che la politica di coesione dell'UE può esercitare sulle competenze, in particolare attraverso il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), contribuendo a individuare e rafforzare i settori strategici di intervento, promuovendo la coesione sociale, aiutando tutti i cittadini a realizzare il loro potenziale e a soddisfare le loro aspettative professionali, e garantendo nel complesso un impatto positivo a lungo termine sulla competitività dell'UE;

    18.

    ritiene che, al fine di assicurare che l'Anno europeo delle competenze possa lasciare un'impronta duratura e di riconoscere la natura intersettoriale della politica in materia di competenze, un ulteriore obiettivo dell'Anno europeo delle competenze dovrebbe essere quello di ridurre al minimo la fuga di cervelli e ottimizzare, invece, l'afflusso di cervelli, al fine di contribuire a una maggiore coesione territoriale. Ricorda, analogamente, la necessità di creare ulteriori modalità per attrarre lavoratori dai paesi terzi per coprire posti di lavoro vacanti nei settori in cui vi è necessità, come l'assistenza e la sanità, nonché persone con talenti e competenze indispensabili affinché l'Europa rimanga competitiva;

    19.

    si compiace per l'importanza attribuita all'inclusività e riconosce che gli obiettivi dell'Anno europeo delle competenze possono essere realizzati solo tenendo conto delle esigenze e delle aspirazioni di tutti i giovani, nella loro diversità. Ciò vale anche per le regioni rurali, periferiche e meno sviluppate, garantendo così che nessuno sia lasciato indietro;

    20.

    accoglie con favore la proposta di convocare riunioni dei coordinatori nazionali per organizzare lo svolgimento dell'Anno europeo delle competenze, garantendo nel contempo che gli enti locali e regionali abbiano voce in capitolo nella definizione, nell'attuazione e nella valutazione dell'Anno europeo; propone che il CdR partecipi a tali riunioni in qualità di osservatore;

    21.

    sottolinea che gli enti locali e regionali dovrebbero avere accesso a opportunità di finanziamento da parte dell'UE per sostenere le iniziative locali e regionali in materia di competenze nel corso del 2023 e oltre;

    22.

    chiede che gli imprenditori e i lavoratori autonomi siano coinvolti nelle iniziative di aggiornamento delle competenze e di riqualificazione, in quanto contribuiscono in modo significativo a promuovere l'innovazione, creare posti di lavoro e incentivare la crescita sostenibile;

    23.

    invita gli enti locali e regionali a collaborare strettamente con gli istituti di istruzione e l'industria, al fine di contribuire a individuare e a soddisfare le esigenze locali e regionali del mercato del lavoro, migliorando in tal modo le opportunità dei giovani di acquisire competenze che permettano di creare posti di lavoro dignitosi e adeguati alle esigenze future;

    24.

    ricorda che le trasformazioni in corso nel mondo del lavoro a seguito della pandemia e della duplice transizione digitale e verde hanno colpito in particolare le donne. Pertanto, l'inclusione di una dimensione di parità di genere in questa duplice transizione, la promozione di competenze adeguate alle esigenze future e l'accesso alle competenze digitali dovrebbero essere parte integrante di tutti gli sforzi di apprendimento permanente. Inoltre, nell'elaborazione e nell'attuazione dei programmi di formazione occorre tenere conto della dimensione di genere e affrontare i pregiudizi di genere;

    25.

    si attende che l'Anno europeo delle competenze consenta di accelerare il completamento dello spazio europeo dell'istruzione per garantire un'istruzione di qualità elevata per tutti. L'UE dovrebbe rafforzare la cooperazione tra i sistemi di istruzione e formazione e i diversi piani di studio, sulla base delle esigenze dei cittadini e dei requisiti del mercato del lavoro;

    26.

    chiede che l'Anno europeo delle competenze presti la dovuta attenzione alle competenze in materia di cittadinanza attraverso un'adeguata educazione civica, al fine di consentire alle persone di tutte le età di essere o diventare cittadini attivi, partecipare pienamente alla vita democratica ed essere resilienti alla manipolazione dei media, alla disinformazione e all'incitamento all'odio, anche online;

    27.

    sottolinea l'urgenza di azioni di riforma volte a rendere l'istruzione e la formazione professionale e gli apprendistati adatti alle sfide future, come indicato nella proposta relativa all'Anno europeo delle competenze. Gli ecosistemi regionali e gli sportelli unici esistenti devono essere incoraggiati al fine di migliorare l'accesso a un'istruzione e a una formazione professionale di qualità. Il rafforzamento di tali ecosistemi può garantire la necessaria continuità delle iniziative politiche di successo e creare collegamenti migliori con il sostegno finanziario disponibile attraverso il programma FSE+;

    28.

    sottolinea che l'istruzione, la formazione e l'IFP dovrebbero essere costantemente aggiornate e inquadrate in una prospettiva di competenze orientata al futuro. Gli enti locali e regionali possono contribuire a istituire sistemi di monitoraggio e meccanismi di anticipazione e corrispondenza delle competenze a livello locale e regionale. Ritiene, a tale proposito, che la formazione continua e l'IFP possano essere rese resilienti se integrate nelle strategie economiche, industriali e di innovazione, comprese quelle legate alla ripresa sostenibile, alla duplice transizione verde e digitale, nonché alla specializzazione intelligente;

    29.

    sottolinea che, tenendo presente l'urgenza di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nel quadro della transizione verde e dell'evoluzione della crisi energetica, vi è un'urgente necessità di concentrarsi sulla riqualificazione e sull'aggiornamento delle competenze della forza lavoro esistente, attiva nel settore edile;

    30.

    osserva che la transizione verso veicoli digitalizzati e a zero emissioni avrà un forte impatto sugli ecosistemi automobilistici regionali e sulle strutture socioeconomiche. Sottolinea, analogamente, che la decarbonizzazione del trasporto su strada influirà profondamente sulla forza lavoro specializzata dell'industria automobilistica e della componentistica, rendendo necessario e urgente l'aggiornamento delle competenze e la riqualificazione di 2,4 milioni di lavoratori entro il 2030. Sollecita pertanto un quadro europeo per anticipare e gestire i cambiamenti in questo settore, al fine di garantire una transizione giusta ed equa per le regioni in cui sono presenti imprese del settore automobilistico e della componentistica. I piani di trasformazione regionali devono essere elaborati in stretta collaborazione tra gli enti locali e regionali;

    31.

    osserva che, sebbene l'aumento della digitalizzazione e dell'automazione del settore ferroviario si traduca in un aumento della domanda di professionisti delle TIC e della cibersicurezza, l'attuale significativa carenza di competenze e il cambiamento delle competenze richieste devono essere affrontati efficacemente anche attraverso programmi strutturati di formazione nel settore ferroviario e la promozione dell'istruzione nelle professioni ferroviarie;

    32.

    ricorda che i centri di eccellenza professionale (CoVE) fungono da catalizzatori per gli investimenti delle imprese locali, in quanto creano ecosistemi di competenze; inoltre appoggiano la ripresa sostenibile, la duplice transizione verde e digitale, l'innovazione regionale e l'innovazione tecnologica per le PMI. Sottolinea, a tale proposito, l'importanza di coinvolgere gli enti locali e regionali nei CoVE in quanto moltiplicatori di detti ecosistemi;

    33.

    pone in evidenza la necessità di un'istruzione e una formazione professionale più agili — in risposta ai rapidi cambiamenti della società e del mondo del lavoro — per accelerare la digitalizzazione dell'IFP, per adottare approcci di apprendimento moderni e innovativi e per investire maggiormente nelle capacità e nelle competenze di insegnanti e formatori. Sottolinea l'importanza di investire maggiormente nell'aggiornamento delle competenze e nella riqualificazione e nella formazione, in particolare dopo la crisi della COVID-19, che ha accelerato in modo esponenziale la transizione digitale nell'istruzione, ma anche i cambiamenti nei modelli di lavoro, e alla luce della politica generale in materia di competenze a livello europeo;

    34.

    auspica che la decisione relativa all'Anno europeo delle competenze 2023 sia adottata rapidamente, in modo da consentire la realizzazione di attività già a partire dall'inizio del 2023;

    35.

    alla luce di quanto precede, si impegna a contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'Anno europeo delle competenze, anche attraverso l'attuazione del piano d'azione del Comitato dedicato all'Anno;

    36.

    incarica il Presidente del CdR di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione europea, al Parlamento europeo, alle presidenze svedese e spagnola del Consiglio dell'UE e al Presidente del Consiglio europeo.

    Bruxelles, 1o dicembre 2022

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Vasco ALVES CORDEIRO


    (1)  COM(2022) 526 final.


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