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Document 52021IP0085

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2021 sulla situazione nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo e l'assassinio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del suo seguito (2021/2577(RSP))

OJ C 474, 24.11.2021, p. 115–119 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

24.11.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 474/115


P9_TA(2021)0085

Situazione nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo e assassinio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del suo seguito

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2021 sulla situazione nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo e l'assassinio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del suo seguito (2021/2577(RSP))

(2021/C 474/11)

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla Repubblica democratica del Congo (RDC), segnatamente quella del 18 gennaio 2018 (1) recante lo stesso titolo e quella del 17 settembre 2020 sul caso del dott. Denis Mukwege nella Repubblica Democratica del Congo (2),

vista la dichiarazione del portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, del 22 febbraio 2021, sulla RDC,

vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/ alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR), del 20 maggio 2020, sulla situazione della sicurezza nella provincia di Ituri,

viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare la risoluzione 2463 del 29 marzo 2019 sulla proroga del mandato della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Repubblica democratica del Congo (MONUSCO) fino al 20 dicembre 2019,

vista la decisione (PESC) 2020/2033 del Consiglio, del 10 dicembre 2020, che modifica la decisione 2010/788/PESC relativa a misure restrittive nei confronti della RDC (3),

viste le misure stabilite dalla risoluzione 2528 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 25 giugno 2020, sul rinnovo fino al 1o luglio 2021 delle misure relative all'embargo sulle armi nei confronti della RDC imposto dalla risoluzione 2293 (2016) del Consiglio di sicurezza e sulla proroga del mandato del gruppo di esperti istituito a norma della risoluzione 1533 (2004) fino al 1o agosto 2021, misure che prevedono il rinnovo fino a 1o luglio 2021 di una serie di sanzioni tra cui l'embargo sulle armi nei confronti dei gruppi armati della RDC, il divieto di viaggio per alcuni individui e il congelamento dei beni delle persone e delle entità individuate dal Comitato delle sanzioni,

vista la relazione sinottica delle Nazioni Unite dell'agosto 2010 contenente un inventario delle più gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario commesse nel territorio della RDC tra marzo 1993 e giugno 2003,

vista la relazione dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e della MONUSCO, del 6 luglio 2020, sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte del gruppo armato delle Forze democratiche alleate e dei membri delle forze di difesa e di sicurezza nel territorio di Beni, nella provincia del Kivu settentrionale, e nei territori di Irumu e Mambasa, nella provincia di Ituri, tra il 1o gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020,

visto il regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell'Unione di stagno, tantalio, tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio (regolamento sui minerali provenienti da zone di conflitto) (4),

visto l'accordo di partenariato del 23 giugno 2000 tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro (accordo di Cotonou) (5),

vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, adottata il 27 giugno 1981 ed entrata in vigore il 21 ottobre 1986,

vista la Costituzione della Repubblica democratica del Congo, adottata il 18 febbraio 2006,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

vista la Carta delle Nazioni Unite,

visti l'articolo 144, paragrafo 5, e l'articolo 132, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che il 22 febbraio 2021 Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella RDC, il suo autista Mustapha Milambo e Vittorio Iacovacci, carabiniere italiano, sono stati uccisi da alcuni uomini armati durante un attacco al loro convoglio; che l'ambasciatore e il suo personale viaggiavano in un veicolo delle Nazioni Unite proveniente da Goma e diretto a Rutshuru per visitare un progetto scolastico del Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite; che l'itinerario seguiva una strada precedentemente designata come sicura per spostamenti senza la presenza di una squadra di sicurezza;

B.

considerando che le guardie del parco nazionale di Virunga hanno tentato di salvare la vita dell'ambasciatore e delle persone al suo seguito; che le guardie stesse operano sotto la costante minaccia di rapimenti e uccisioni per mano di gruppi ribelli; che in un attentato del gennaio 2021 a Nyamitwitwi sei guardie sono state uccise e una settima è rimasta ferita; che dodici guardie e cinque civili sono stati uccisi in un agguato nell'aprile 2020;

C.

considerando che la grave situazione della sicurezza nella parte orientale della RDC continua a deteriorarsi, in particolare al confine tra l'Ituri, il Kivu meridionale e il Kivu settentrionale; che circa 120 gruppi armati, tra cui le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, le Forze Democratiche Alleate e il gruppo Nduma-Defence of Congo-Rénové, operano nella regione contendendosi l'accesso alle risorse naturali e il loro controllo, compresi i minerali, e sono responsabili di rapimenti, uccisioni, torture e violenze sessuali;

D.

considerando che le violenze nella parte orientale della RDC hanno mietuto oltre 2 000 vittime nel 2020; che dall'inizio del 2021 si è registrato un ulteriore aumento delle violenze; che i civili, per la maggior parte donne e bambini, sono vittime di ripetuti episodi di violenza, che hanno provocato la morte di oltre 150 persone tra l'11 dicembre 2020 e il 10 gennaio 2021; che nell'arco dei primi due mesi del 2021 più di 100 persone sono state rapite e molte altre sono rimaste ferite; che infrastrutture mediche e risorse naturali sono state distrutte e che, secondo quanto riferito, sarebbero state incendiate delle abitazioni; che le conseguenze umanitarie di tali violenze sono motivo di preoccupazione; che, ad oggi, le Nazioni Unite hanno registrato oltre 67 000 sfollati;

E.

considerando che, secondo Kivu Security Tracker, dal 1o gennaio 2021 a questa parte sono stati segnalati 152 omicidi di civili, 61 rapimenti a scopo di estorsione e 34 casi di sottrazioni nel Kivu settentrionale e meridionale;

F.

considerando che il 12 marzo 2017 alcuni uomini armati hanno giustiziato due ispettori delle Nazioni Unite — Zaida Catalán, cittadina svedese, e Michael Sharp, cittadino americano — e il loro interprete Beitu Tshintela, mentre erano impegnati a documentare le violazioni dei diritti umani commesse nella regione centrale di Kasai della RDC;

G.

considerando che la RDC registra uno dei tassi di sfollamento interno più elevati al mondo; che oltre cinque milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a causa dell'insicurezza all'interno dei confini del paese; che molte donne e bambini vivono in condizioni precarie, dormono all'addiaccio o in spazi pubblici sovraffollati e sono esposti al rischio di molestie, aggressioni o sfruttamento sessuale; che le popolazioni sfollate spesso non ricevono servizi salvavita di base e sono a rischio di malnutrizione e malattie; che il 4 febbraio 2021 è stata dichiarata un'epidemia di Ebola nella provincia del Kivu settentrionale;

H.

considerando che l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha segnalato l'aumento dei sequestri e delle aggressioni contro gli operatori e i convogli umanitari, il che ha costretto le organizzazioni umanitarie a ritardare la consegna degli aiuti e a sospendere le loro attività; che i membri della società civile, tra cui attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani, continuano a subire vessazioni, intimidazioni e attacchi; che molti di loro rischiano la vita per difendere le libertà di associazione e di espressione;

I.

considerando che il mandato della MONUSCO giunge a scadenza il 20 dicembre 2021 e il regime di sanzioni nei confronti della RDC istituito a norma della risoluzione 1533 delle Nazioni Unite scade il 1o luglio 2021; che il contingente di soldati e il bilancio della MONUSCO continuano a essere ridotti;

J.

considerando che nel dicembre 2020 l'UE ha rinnovato le sanzioni mirate in vigore nei confronti di undici funzionari della RDC responsabili di violazioni dei diritti umani;

K.

considerando che la relazione sinottica pubblicata dalle Nazioni Unite nel 2010 ha documentato 617 gravi violazioni dei diritti umani accertate nella parte orientale della RDC, avvenute tra il 1993 e il 2003; che la relazione conteneva una serie di raccomandazioni che in gran parte non sono state attuate; che l'impunità resta un grave problema;

1.

condanna con la massima fermezza l'uccisione di Luca Attanasio, Moustapha Milambo e Vittorio Iacovacci, esprimendo il suo più profondo cordoglio alle famiglie delle vittime, al governo italiano e al personale nazionale del PAM; deplora la perdita di vite umane e l'uccisione di civili innocenti;

2.

sollecita l'esecuzione di un'indagine approfondita, indipendente e trasparente sulle circostanze relative agli omicidi; accoglie con favore l'impegno del presidente Tshisekedi ad avviare un'indagine ed esorta il governo della RDC e i leader provinciali a cooperare pienamente con le autorità italiane e le Nazioni Unite;

3.

sottolinea che è responsabilità primaria del governo della RDC garantire la sicurezza nel proprio territorio e proteggere le proprie popolazioni, preservando nel contempo il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dai crimini contro l'umanità e dai crimini di guerra;

4.

insiste fermamente sul fatto che le autorità della RDC devono intensificare i loro sforzi per porre fine agli attacchi armati contro i civili e devono indagare in modo approfondito, indipendente, efficace e imparziale su tutte le uccisioni e assicurare alla giustizia i responsabili affinché siano giudicati in modo giusto;

5.

condanna fermamente le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario commesse dalle milizie locali nella parte orientale della RDC; esorta il governo della RDC a istituire un meccanismo che consenta di portare dinanzi alla giustizia coloro che hanno commesso le violazioni dei diritti umani documentate nella relazione sinottica delle Nazioni Unite nonché altri crimini perpetrati nella RDC che sono considerati gravi ai sensi del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e di garantire che rispondano dei loro atti;

6.

esorta il presidente Félix Tshisekedi a mantenere il suo impegno a garantire che i responsabili degli omicidi degli ispettori delle Nazioni Unite Zaida Catalán e Michael Sharp e del loro interprete Betu Tshintela siano chiamati a rispondere delle loro azioni e chiede la piena trasparenza di tale indagine;

7.

è preoccupato per le persistenti gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario nei confronti di civili nella parte orientale della RDC, tra cui esecuzioni sommarie, violenze sessuali e di genere, nonché per il reclutamento su ampia scala e l'impiego di minori da parte di gruppi armati e per l'uccisione di civili da parte di membri delle forze di sicurezza della RDC; sottolinea che tali atti potrebbero costituire crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale; deplora il fatto che la popolazione locale, gli operatori umanitari e dello sviluppo, le organizzazioni internazionali, la comunità diplomatica e i difensori dei diritti umani che operano nella parte orientale della RDC siano continuamente esposti a minacce di violenza;

8.

esprime profonda preoccupazione per la persistente impunità che nel domina paese; osserva che la mancata lotta all'impunità di coloro che commettono violazioni dei diritti umani favorisce ulteriormente gli abusi; esorta le autorità della RDC a consegnare rapidamente alla giustizia i responsabili dell'attacco del 22 febbraio 2021 e a prendere seri provvedimenti per conseguire una giustizia di transizione;

9.

ribadisce il suo invito a portare avanti le raccomandazioni contenute nella relazione sinottica delle Nazioni Unite, in particolare la raccomandazione relativa alla creazione di sezioni miste specializzate nei tribunali della RDC per consentire la cooperazione tra la magistratura del paese e la comunità internazionale onde procedere contro le violazioni dei diritti umani; chiede il rafforzamento dell'intero settore della giustizia nazionale al fine di perseguire i reati che hanno generato gravi violazioni dei diritti umani;

10.

condanna qualsivoglia violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commessa dalle forze di sicurezza e di difesa; esorta le autorità della RDC a sollevare dai loro incarichi i funzionari delle forze di sicurezza e dell'esecutivo che sono implicati in gravi violazioni dei diritti umani, stando a quanto riferito dalle Nazioni Unite, dalla RDC e dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani; chiede l'istituzione di un meccanismo di controllo formale nell'ambito più ampio degli sforzi di riforma del settore della sicurezza, al fine di garantire che siano assunti i candidati più idonei e che le forze di sicurezza agiscano nel rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani e di diritto umanitario internazionale; invita le autorità a porre fine a qualsiasi sostegno fornito dai funzionari delle forze di sicurezza e dai leader politici ai gruppi armati e a garantire che i responsabili di tale sostegno rispondano delle loro azioni in processi equi;

11.

invita il governo della RDC ad adottare un approccio di tolleranza zero nei confronti della collaborazione tra i leader politici, le forze armate, la polizia e i gruppi armati;

12.

invita le autorità della RDC ad approntare con urgenza un programma e una strategia efficaci di smobilitazione, disarmo e reinserimento (DDR) per gestire i gruppi armati, prevedendo un sostegno di lungo termine per impedire il ritorno degli ex combattenti; esorta le autorità della RDC a fornire rapidamente assistenza umanitaria alle centinaia di combattenti smobilitati attualmente di guarnigione nei campi del DDR, che non dispongono praticamente di forniture alimentari e non hanno accesso a cure mediche adeguate;

13.

pone l'accento sulla determinazione della MONUSCO ad adoperarsi al massimo per garantire la protezione dei civili conformemente al suo mandato e a sostenere gli sforzi nazionali volti a consolidare la pace e la stabilità nel paese; osserva che il suo ruolo dovrebbe essere riaffermato attraverso un mandato chiaro che preveda il raggiungimento obbligatorio dei parametri di riferimento relativi alla situazione della sicurezza prima del suo eventuale ritiro dalla regione;

14.

ricorda che la violenza nella parte orientale della RDC è strettamente legata al commercio di materie prime; sottolinea che qualsiasi impresa, individuo o attore statale o connesso allo Stato che contribuisca a tali reati deve essere assicurato alla giustizia; si compiace del fatto che, nel gennaio 2021, sia entrato in vigore il regolamento sui minerali originari di zone di conflitto; sottolinea che detto regolamento mantiene la RDC nell'elenco dei paesi considerati come zone di conflitto e ad alto rischio; osserva che la sfida principale è posta dall'oro artigianale, la cui gestione è fonte di instabilità nella regione; pone l'accento sull'urgente necessità di prendere ulteriori provvedimenti in materia di obbligo di dovuta diligenza e condotta responsabile delle imprese operanti in zone di conflitto;

15.

sottolinea la necessità di compiere ulteriori sforzi per bloccare il finanziamento dei gruppi armati coinvolti in attività destabilizzanti attraverso il commercio illecito di risorse naturali, compresi l'oro o i prodotti derivati da specie selvatiche;

16.

è profondamente preoccupato per la situazione umanitaria e della sicurezza, segnatamente alla luce del recente aumento del numero di sfollati interni nella RDC, che continua a colpire duramente la popolazione civile; ribadisce la sua profonda preoccupazione per le attività militari attualmente svolte da gruppi armati stranieri e nazionali e per il contrabbando di risorse naturali della RDC; invita tutti gli investitori internazionali, compresa la Cina, a rispettare pienamente il diritto internazionale, le norme e le migliori pratiche in materia di estrazione mineraria responsabile;

17.

condanna l'uccisione delle ecoguardie del parco Virunga durante gli attacchi perpetrati nel 2020; esorta il governo della RDC a disarmare i ribelli e ripristinare la sicurezza nella regione del parco;

18.

accoglie con favore la pubblicazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dal titolo «Strategia delle Nazioni Unite per il consolidamento della pace, la prevenzione dei conflitti e la risoluzione dei conflitti nella regione dei Grandi Laghi», del 14 gennaio 2021; esorta le parti coinvolte a proseguire la cooperazione transfrontaliera, anche attraverso l'ufficio dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi, per far fronte alle violenze, alle violazioni dei diritti umani e all'impunità nella parte orientale della RDC;

19.

invita il governo della RDC a garantire una migliore governance a tutti i livelli dello Stato e della società, comprese le finanze pubbliche e la lotta alla corruzione; invita a usare il meccanismo di sanzioni dell'UE per contrastare la corruzione; sottolinea l'importanza di organizzare un processo elettorale credibile nel 2023 e di garantire una sicurezza sostenibile nella RDC orientale;

20.

invita il VP/AR, la delegazione dell'UE nella RDC e le missioni dell'UE nel paese a rafforzare con tutti i mezzi possibili (politici, diplomatici e finanziari) il loro sostegno pubblico a favore dei difensori dei diritti umani che si trovano in una situazione di rischio, in quanto misura protettiva intesa a garantire il riconoscimento del loro operato a favore dei diritti umani e del loro importante ruolo in quanto difensori dei diritti umani nella lotta per la stabilità e la pace nella regione e, se del caso, ad agevolare il rilascio di visti di emergenza e a fornire un rifugio temporaneo negli Stati membri;

21.

invita l'Unione europea a incrementare i finanziamenti per la RDC al fine di affrontare il grave sottofinanziamento delle agenzie delle Nazioni Unite che collaborano con le autorità e le comunità locali per proteggere i civili;

22.

sottolinea con fermezza che è necessario assicurare la cooperazione transfrontaliera nella regione dei Grandi Laghi africani e occorre che i paesi limitrofi adottino una strategia regionale per far fronte alle violenze e alle violazioni dei diritti umani nella RDC; chiede che la missione della politica di sicurezza e di difesa comune nella regione dei Grandi Laghi africani contribuisca alla stabilizzazione delle condizioni di sicurezza e al miglioramento della situazione umanitaria;

23.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Consiglio dei ministri e all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, al presidente, al primo ministro e al parlamento della Repubblica democratica del Congo nonché all'Unione africana e alle sue istituzioni.

(1)  GU C 458 del 19.12.2018, pag. 52.

(2)  Testi approvati, P9_TA(2020)0234.

(3)  GU L 419 dell'11.12.2020, pag. 30.

(4)  GU L 130 del 19.5.2017, pag. 1.

(5)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3.


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