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Document 52020IP0359

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2020 su una nuova strategia per le PMI europee (2020/2131(INI))

OJ C 445, 29.10.2021, p. 2–14 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

29.10.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 445/2


P9_TA(2020)0359

Una nuova strategia per le PMI europee

Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2020 su una nuova strategia per le PMI europee (2020/2131(INI))

(2021/C 445/01)

Il Parlamento europeo,

visto l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea che fa riferimento al mercato interno, allo sviluppo sostenibile e all'economia sociale di mercato,

vista la raccomandazione 2003/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese (1),

vista la direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (2) (direttiva sui ritardi di pagamento),

visto il regolamento (UE) n. 1287/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce un programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (COSME) (2014-2020) e abroga la decisione n. 1639/2006/CE (3),

vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2012 sulle piccole e medie imprese (PMI): competitività e opportunità commerciali (4),

vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sulle imprese a conduzione familiare in Europa (5),

vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze (6),

vista la sua risoluzione del 15 maggio 2020 sul nuovo quadro finanziario pluriennale, le risorse proprie e il piano di ripresa (7),

vista la sua risoluzione del 23 luglio 2020 sulle conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 (8),

viste la comunicazione della Commissione del 23 febbraio 2011 dal titolo «Riesame dello “Small Business Act” per l'Europa» (COM(2011)0078) e la risoluzione del Parlamento europeo in proposito del 12 maggio 2011 (9),

vista la comunicazione della Commissione del 7 dicembre 2011 dal titolo «Un piano d'azione per migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti» (COM(2011)0870),

vista la comunicazione della Commissione del 7 marzo 2013 dal titolo «Legiferare con intelligenza — Rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese» (COM(2013)0122),

vista la comunicazione della Commissione del 22 novembre 2016 dal titolo «Le nuove imprese leader dell'Europa: l'iniziativa Start-up e scale-up» (COM(2016)0733),

vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),

vista la comunicazione della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo «Plasmare il futuro digitale dell'Europa» (COM(2020)0067),

vista la comunicazione della Commissione del 10 marzo 2020 dal titolo «Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale» (COM(2020)0103),

vista la comunicazione della Commissione del 10 marzo 2020 dal titolo «Una nuova strategia industriale per l'Europa» (COM(2020)0102),

vista la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2020 dal titolo «Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare — Per un'Europa più pulita e più competitiva» (COM(2020)0098),

vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo «Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione» (COM(2020)0456),

vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo «Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione» (COM(2020)0440),

vista la comunicazione della Commissione del 1o luglio 2020 dal titolo «Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza» (COM(2020)0274),

vista la relazione annuale del 2018-2019 sulle PMI europee del novembre 2019,

viste le previsioni economiche di primavera 2020 della Commissione,

vista la relazione speciale n. 02/2020 della Corte dei conti europea, del 22 gennaio 2020, dal titolo «Lo strumento per le PMI in azione: un programma efficace ed innovativo che fa fronte alle sfide»,

viste le conclusioni dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società 2020, pubblicate l'11 giugno 2020,

vista la relazione della Banca mondiale dal titolo Global Economic Prospects (prospettive economiche mondiali), del giugno 2020,

vista la relazione dell'OCSE «The Missing Entrepreneurs 2019» (Gli imprenditori mancanti 2019) del 10 dicembre 2019,

visto l'articolo 54 del suo regolamento,

visti i pareri della commissione per il commercio internazionale, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, della commissione per i trasporti e il turismo, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale e della commissione per la cultura e l'istruzione,

vista la lettera della commissione giuridica,

vista la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A9-0237/2020),

A.

considerando che la comunicazione della Commissione dal titolo «Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale» è stata pubblicata il 10 marzo 2020 e che l'11 marzo 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato lo stato di allerta pandemica per la COVID-19 (10), che ha avuto un impatto notevole sul contesto economico, sociale e politico in cui operano le PMI e ha reso necessaria una revisione della strategia a fronte del cambiamento di numerose condizioni economiche, sociali e politiche; che la strategia della Commissione presentata nel marzo 2020 propone tuttavia soluzioni per affrontare le sfide strutturali sul piano economico, sociale e ambientale che le PMI si trovavano ad affrontare prima della crisi COVID-19, nonché le sfide future legate alle transizioni verde e digitale; che la Commissione dovrebbe presentare una versione aggiornata della sua comunicazione su una strategia per le PMI europee, che tenga conto dei punti sollevati nella presente risoluzione; che la competitività europea è in ritardo rispetto ad altre economie sviluppate, minando così la capacità di generare ricchezza e prosperità dell'Europa;

B.

considerando che i 24 milioni di PMI nell'UE a 27 sono la spina dorsale dell'economia e, prima della pandemia, generavano più della metà del PIL dell'Unione europea, dando lavoro a più di 100 milioni di persone; che nell'Unione europea il 98,9 % delle imprese del settore non finanziario è costituito da piccole imprese con meno di 49 dipendenti (11); che le micro, piccole e medie imprese (MPMI), sia a livello nazionale che a livello dell'UE, sono molto complesse ed eterogenee, date le loro dimensioni e la gamma molto variegata di settori di attività che coprono; che le PMI sono vitali per lo sviluppo e la resilienza delle catene del valore industriali europee e contribuiscono in modo rilevante alle economie locali, regionali e nazionali;

C.

che le PMI dovrebbero essere al centro del Green Deal europeo e della strategia digitale e dovrebbero essere adeguatamente sostenute da strumenti finanziari mirati e da un quadro legislativo favorevole alle PMI, affinché possano svolgere un ruolo importante nella crescita dell'economia europea e negli obiettivi strategici più ampi dell'Unione, compresi gli obiettivi ambientali entro il 2050; che nella sua risoluzione sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze, il Parlamento ha sottolineato che il Green Deal europeo e la trasformazione digitale dovrebbero favorire le strategie di ripresa e ricostruzione post-COVID; che le PMI devono essere coinvolte attivamente e sostenute nella strategia digitale dell'UE e nel Green Deal europeo, al fine di renderle più competitive e sprigionare il loro potenziale in termini di digitalizzazione, diffusione di soluzioni innovative e risposta alle pressanti preoccupazioni ambientali e sociali; che il contributo delle PMI sarà cruciale per il successo di tali strategie;

D.

considerando che, a causa della crisi economica e delle prospettive economiche poco incoraggianti innescate dalla pandemia, un numero considerevole e indefinito di PMI e start-up si ritrova sull'orlo dell'insolvenza; che, nel 2018, solamente il 40 % delle aziende ha ricevuto pagamenti senza ritardi; che i problemi di liquidità sofferti da molte PMI non solo avranno ripercussioni negative sulle loro operazioni quotidiane, ma anche sulle loro prospettive di crescita future, non consentendo una corretta pianificazione degli investimenti a lungo termine;

E.

considerando che gli acquisti di attività di emergenza da parte della Banca centrale europea (BCE) in risposta alla crisi economica innescata dalla pandemia vanno principalmente a beneficio delle grandi imprese, dal momento che fanno maggiore affidamento sul mercato del debito commerciale, ma non migliorano le condizioni finanziarie delle PMI; che l'UE e gli Stati membri dovrebbero agire con audacia e celerità per ridurre al minimo i rischi economici, sociali e strategici legati alla scomparsa di queste imprese; che il prestito bancario è tradizionalmente la principale fonte di finanziamento esterno per le PMI nell'Unione, in quanto rappresenta oltre tre quarti dei finanziamenti alle PMI, il che rende le PMI particolarmente vulnerabili a una contrazione dei prestiti bancari; che le PMI non dispongono degli strumenti per far fronte a una crisi prolungata e le misure nazionali non dovrebbero ripercuotersi negativamente sul mercato interno dell'UE;

F.

considerando che le conseguenze derivanti dalla riduzione di capitale, a seguito della crisi COVID-19, saranno diverse a seconda del settore, del tipo di società e dello Stato membro, causando divergenze nel mercato interno; che è importante mantenere condizioni di parità al fine di ridurre al minimo le distorsioni della concorrenza nel mercato interno e che il differenziale di crescita tra gli Stati membri è una delle cause di uno sviluppo economico disomogeneo all'interno dell'UE; che le PMI risentono ancor di più di una concorrenza globale schiacciante e spesso deregolamentata;

G.

considerando che, qualora dovesse verificarsi un'altra grave ondata di COVID-19, le prospettive dell'OCSE non escludono che, a fine 2021, la perdita di reddito sarà superiore a quella di qualsiasi precedente recessione degli ultimi 100 anni (12); che, a seguito della pandemia di COVID-19, gli aiuti di Stato non devono portare a distorsioni della concorrenza nel mercato unico tra PMI basate in paesi diversi; che la pandemia ha dimostrato la fondamentale importanza del passaggio al digitale e ha posto l'accento sulla necessità di digitalizzare l'economia al fine di garantire una migliore resilienza in futuro, e che le sfide ambientali persistono e devono essere affrontate; che l'UE deve scontare la concorrenza agguerrita degli attori globali; che mediante l'innovazione le PMI possono creare in modo efficace una crescita sostenibile e a lungo termine;

H.

considerando che l'adozione di pratiche, innovazioni e tecnologie sostenibili sotto il profilo ambientale dovrebbe creare nuovi posti di lavoro e nuove opportunità commerciali per le PMI, migliorandone al contempo la competitività e riducendone i costi, posto che vi siano le condizioni amministrative, normative e tecniche adeguate; che molte PMI desiderano migliorare le loro prestazioni ambientali, l'efficienza energetica e delle risorse, l'uso delle tecnologie digitali e la diffusione di soluzioni innovative, tutti elementi cruciali per sostenerne la crescita sostenibile e competitività a lungo termine, nonché per consentire loro di svolgere un ruolo chiave nella produzione diretta di ecoinnovazioni; che, a tal fine, occorre garantire un migliore accesso ai finanziamenti e all'assistenza tecnica;

I.

considerando che, secondo l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società della Commissione 2020 (13), molte PMI non hanno ancora pieno accesso alla digitalizzazione e sono in ritardo rispetto alle grandi aziende, sia in termini di competenze digitali che di digitalizzazione delle loro operazioni, dovuto in parte alla concorrenza sleale esercitata dalle imprese multinazionali; che le stesse norme dovrebbero applicarsi sia nel mercato unico digitale che in quello non digitale, al fine di garantire condizioni di parità, evitando nel contempo impatti negativi sui diritti sociali e del lavoro; che l'utilizzo dei dati può tradursi in un vantaggio competitivo e consentire alle PMI di cogliere i benefici della transizione digitale e che l'attenzione all'alfabetizzazione e competenze digitali dovrebbe essere accompagnata da un aumento degli investimenti dell'UE nelle infrastrutture digitali, da un migliore accesso ai dati per le PMI e da un quadro normativo e commerciale equo in tutti i tipi di contesti di mercato, ossia tra imprese, fra imprese e consumatori e tra imprese e amministrazioni pubbliche;

J.

considerando che una delle principali sfide per sfruttare appieno il potenziale della digitalizzazione è la ricerca di personale qualificato; che la Commissione, gli Stati membri e i governi locali dovrebbero adoperarsi per migliorare il contesto imprenditoriale onde garantire la competitività delle PMI nonché la crescita economica sostenibile e a lungo termine dell'Unione; che la strategia dell'Unione per le PMI offre l'occasione di promuovere la cultura imprenditoriale delle categorie sottorappresentate, consentendo loro di sfruttare pienamente le opportunità derivanti dalle transizioni digitale e verde;

K.

considerando che il rafforzamento di una cultura imprenditoriale può consentire alle PMI di contribuire appieno alla duplice transizione e di trarne beneficio, nonché aumentare la creazione di posti di lavoro e quindi l'impatto delle PMI sul mercato del lavoro; che le donne rappresentano il 52 % della popolazione totale dell'Unione, ma solo il 34,4 % dei lavoratori autonomi e il 30 % dei nuovi imprenditori nell'UE (14); che la creatività e il potenziale imprenditoriale delle donne rimangono inutilizzati e dovrebbero essere ulteriormente sviluppati;

L.

considerando che gli oneri normativi, come i costi finanziari e di conformità dovuti a un eccesso di regolamentazione e a procedure amministrative eccessivamente, dovrebbero essere ridotti, in particolare le sfide legate alle controversie in materia di brevetti, ad esempio nel settore della protezione della proprietà intellettuale, ma anche per quanto riguarda le opportunità di finanziamento; che l'innovazione non è legata alla regolamentazione, ma è il risultato di sforzi collaborativi in cui le imprese interagiscono, scambiano conoscenze e informazioni e coniugano idee e finanziamenti con i partner nell'ambito di più generali sistemi di innovazione; che le sovvenzioni raggiungono più facilmente le PMI, o le attività in cui le PMI hanno maggiori probabilità di essere coinvolte, rispetto al credito d'imposta;

M.

considerando che alla definizione UE di PMI viene fatto riferimento in oltre 100 atti giuridici dell'UE che coprono un ampio ventaglio di politiche; che la Commissione esaminerà ulteriormente l'attuale definizione e riferirà in merito a questioni specifiche sollevate nell'ambito della più recente consultazione pubblica, quali gli assetti proprietari complessi o i possibili effetti «lock-in»; che la Commissione deve ancora conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia europea del 15 settembre 2016 che sollecitava il chiarimento dei criteri di «indipendenza» e «autonomia»;

N.

considerando che le microimprese rappresentano una percentuale significativa delle PMI europee e che molto spesso hanno difficoltà nell'accedere ai finanziamenti e nell'ottenere informazioni sulle opportunità disponibili a livello europeo e nazionale; che questa categoria di imprese è stata anche duramente colpita dalla crisi COVID-19 e, senza pregiudizio dell'attuale definizione di PMI, merita di ricevere maggiore assistenza e di beneficiare di una migliore promozione;

O.

considerando che le imprese a media capitalizzazione (mid-cap) contribuiscono in modo significativo all'occupazione e alla crescita, soprattutto in alcuni Stati membri; che è opportuno che, nel quadro dell'iniziativa REFIT, la Commissione valuti la necessità di una definizione a sé stante di mid-cap al fine di consentire misure mirate, garantendo nel contempo che l'attuale definizione di PMI non ne risulti allargata e che non venga compromesso in alcun modo il sostegno alle PMI;

Sfide strutturali precedenti la crisi COVID-19

1.

accoglie con favore la strategia della Commissione per le PMI e conviene con la Commissione sul fatto che le PMI sono essenziali per l'economia europea; sottolinea la necessità di aggiornare la strategia per le PMI alla luce della crisi COVID-19 continuando a porre l'accento sulla promozione della transizione verso una società resiliente sotto il profilo sociale, economico e ambientale e verso un'economia competitiva; chiede pertanto che la strategia per le PMI sia allineata alla strategia industriale, alla strategia europea per i dati (15) e al Green Deal europeo, onde coinvolgere attivamente tutte le PMI e sostenerle nella duplice transizione, ai fini di una maggiore competitività, della crescita a lungo termine e di una maggiore resilienza;

2.

chiede inoltre misure volte a migliorare il contesto per la creazione di imprese e a rafforzare lo spirito imprenditoriale, anche attraverso la riduzione degli oneri amministrativi che gravano sulle PMI; chiede, a questo proposito, l'adozione di un piano d'azione per le PMI corredato di obiettivi, tappe intermedie e un calendario chiari, nonché accompagnato da un monitoraggio e da relazioni e valutazioni periodici; sottolinea, in tale contesto, la necessità di promuovere lo spirito imprenditoriale all'interno dell'Unione e di creare le condizioni che consentiranno alle nuove imprese e alle PMI esistenti di espandersi e innovare, contribuendo in tal modo alla sostenibilità economica, sociale e ambientale dell'Unione così come alla sua competitività economica;

3.

riconosce che un eccesso di oneri amministrativi e regolamentari frena la capacità delle PMI di espandersi, dal momento che non dispongono delle risorse necessarie per far fronte a complessi requisiti burocratici;

4.

accoglie dunque con favore l'impegno della Commissione a introdurre il principio «one in, one out», ma ricorda che esso si limita a mantenere lo status quo a livello della legislazione, il che non costituisce un obiettivo sufficientemente ambizioso, e sottolinea la necessità che gli Stati membri evitino la sovraregolamentazione come primo passo per arginare l'ondata di nuove norme; ricorda che la pubblica amministrazione, a livello sia europeo che nazionale, è chiamata a svolgere un ruolo chiave nel garantire la facilità del fare impresa e, ad esempio, nel promuovere investimenti volti ad accrescere la competitività economica, salvaguardando nel contempo le norme più elevate in materia di trasparenza, salute, diritti e sicurezza dei lavoratori e protezione dell'ambiente;

5.

invita pertanto gli Stati membri e la Commissione a riconoscere la necessità di legiferare meglio e di procedere a una semplificazione, nonché ad adottare una tabella di marcia corredata di obiettivi e indicatori concreti e vincolanti, quale importante condizione preliminare per la capacità di ripresa e innovazione della nostra economia e per la difesa della competitività delle imprese dell'UE; rileva che vari Stati membri si sono dati obiettivi quantitativi che prevedono una riduzione fino al 30 % (16) degli oneri amministrativi e invita la Commissione a fissare quanto prima dopo la realizzazione di una valutazione d'impatto, e in ogni caso entro il giugno 2021 e anteriormente alla sua comunicazione, ambiziosi obiettivi quantitativi e qualitativi a livello dell'UE per la riduzione degli oneri amministrativi;

6.

osserva che la tabella di marcia dovrebbe individuare i settori in cui occorre ridurre decisamente gli oneri amministrativi e regolamentari per le PMI per tagliare i costi di conformità, compresa la burocrazia, e sostenere gli Stati membri nel conseguire una rapida riduzione del numero di norme, garantendo nel contempo i diritti dei lavoratori, le norme sociali e sanitarie e la protezione dell'ambiente sottolinea che per verificare l'efficacia delle misure di riduzione della burocrazia è importante anche valutarle ex post, tenendo conto della prospettiva delle PMI e senza pregiudicare i diritti dei lavoratori;

7.

chiede un migliore allineamento normativo, accompagnato da una digitalizzazione intelligente, una maggiore facilità d'uso, iter più snelli e procedure più sicure relativamente ai dati e alla protezione della sfera privata; sollecita, a tale proposito, un'assistenza tecnica e amministrativa maggiore e più mirata, a livello nazionale e dell'UE, lo scambio delle migliori pratiche e opportunità di formazione per le PMI; invita la Commissione a gestire un autentico sportello unico digitale per tutte le richieste di informazioni sulle possibilità di finanziamento offerte dall'UE alle PMI e a garantire che i regimi di sostegno dell'UE, inclusi quelli previsti per la fase post COVID-19, contengano una forte componente PMI;

8.

plaude ai risultati finora raggiunti nell'applicazione dei principi del legiferare meglio; rileva che occorre compiere ulteriori progressi, in particolare nel campo della semplificazione e normalizzazione dei moduli e delle procedure, applicando in modo coerente i principi «una sola volta» e «digitale per default», a livello sia dell'UE che degli Stati membri, e riducendo gli oneri amministrativi in generale;

9.

invita la Commissione ad analizzare attentamente le ripercussioni economiche e sociali della crisi COVID-19 sulle PMI e a tener conto delle preoccupazioni delle PMI legate alla crisi COVID-19 nelle valutazioni d'impatto da realizzare prima della presentazione di proposte legislative;

10.

chiede dunque un test vincolante che consenta di valutare, in relazione alle PMI, i costi e i benefici delle proposte legislative, inclusi l'impatto economico e le ripercussioni sui dipendenti delle PMI; si attende che i risultati del test PMI siano pienamente presi in considerazione in tutte le proposte legislative, che si indichi chiaramente come verrebbe conseguita la semplificazione e che vengano formulate ove possibile raccomandazioni supplementari per evitare alle PMI inutili oneri amministrativi o regolamentari; ricorda che nel corso del processo legislativo dell'Unione europea l'attenzione dovrebbe focalizzarsi sulla qualità delle valutazioni d'impatto piuttosto che sulla rapidità di realizzazione delle iniziative; invita gli Stati membri a raccogliere e promuovere buone pratiche e a elaborare orientamenti per l'esecuzione sistematica dei test PMI anche a livello nazionale;

11.

invita la Commissione ad assicurare l'efficacia e il buon funzionamento del comitato per il controllo normativo (RSB), garantendo che sia composto in maggioranza da esperti indipendenti e che benefici del supporto del Centro comune di ricerca; ribadisce che devono essere garantite l'indipendenza, la trasparenza e l'obiettività dell'RSB e delle sue attività e che i membri del comitato non dovrebbero soggetti a controllo politico e dovrebbero essere esenti da conflitti di interessi o parzialità; invita la Commissione ad assicurare una rappresentanza equilibrata delle grandi e piccole imprese in tutti gli organi e i comitati pertinenti associati all'elaborazione delle politiche dell'Unione europea, incluso l'RSB; ritiene insufficiente l'attuale requisito che prevede un solo rappresentante delle PMI in seno all'RSB, in rappresentanza di tutte le piccole e medie imprese e di tutti i settori, tenuto conto dell'ampia varietà di PMI in Europa;

12.

chiede che sia rilanciata l'attuazione dello Small Business Act (SBA); sottolinea la necessità di applicare in modo coerente il principio «pensare anzitutto in piccolo» e di rafforzare il principio di un'Unione «grande sulle grandi questioni e piccola sulle piccole», al fine di garantire un'adeguata attenzione per le PMI nella legislazione unionale e nazionale, nonché quale base del nuovo impegno interistituzionale a ridurre gli oneri amministrativi;

13.

prende atto del progetto della Commissione di nominare un rappresentante ad hoc dell'UE per le PMI per dare maggiore visibilità alle problematiche di queste imprese; invita inoltre la Commissione a collocare il rappresentante per le PMI in un'unità centrale facente capo al Presidente della Commissione onde consentire la supervisione delle questioni relative alle PMI in tutte le direzioni generali; invita la Commissione a basarsi sull'attuale processo di valutazione delle prestazioni delle PMI (SME Performance Review) e a partecipare su base annua a una discussione sullo «Stato dell'Unione delle PMI», da tenere in occasione di una seduta plenaria del Parlamento europeo; sottolinea che è opportuno rafforzare la cooperazione tra la rete dei rappresentanti delle PMI e le organizzazioni nazionali e locali che rappresentano le PMI;

14.

ritiene che le risorse finanziarie e di altra natura dovrebbero corrispondere pienamente agli obiettivi dell'UE in materia di sostenibilità e digitalizzazione, in modo da consentire agli Stati membri di promuovere la transizione delle PMI in entrambi i settori, aspetto, questo, che assume particolare rilevanza nelle regioni meno sviluppate; sottolinea che tali obiettivi non possono essere in contrasto, ma anzi devono rafforzarsi reciprocamente ed essere accompagnati da misure di tutela di un'occupazione corredata di diritti e dal miglioramento delle condizioni di lavoro;

15.

si rammarica del fatto che le PMI incontrino maggiori difficoltà, rispetto alle imprese di dimensioni più grandi, nell'accesso ai finanziamenti, anche a causa di varie misure monetarie e del quadro normativo; suggerisce, a questo proposito, l'adozione di misure per accrescere l'accesso al credito da parte delle PMI, comprese le microimprese e le start-up; ricorda che, di solito, le PMI non dispongono di risorse finanziarie e umane sufficienti per partecipare al processo di accesso agli strumenti finanziari su un piede di parità con altre parti interessate, in particolare le società multinazionali;

16.

esprime preoccupazione per le difficoltà incontrate dalla maggior parte delle PMI, in particolare quelle a capitalizzazione ridotta, nell'accesso alle linee di finanziamento della BEI e chiede che le condizioni di accesso tengano conto della necessità di una maggiore partecipazione delle PMI; deplora che molte PMI, tra cui microimprese e start-up, non siano in grado di accedere ai finanziamenti UE a causa della mancata conoscenza delle possibilità esistenti, ma anche della lentezza e dell'eccessiva complessità delle procedure e dei criteri di ammissibilità; invita la Commissione a ridurre tali ostacoli attraverso la semplificazione delle procedure, la garanzia dell'accesso online alle informazioni e l'ulteriore promozione di incentivi su misura per le PMI e le microimprese;

17.

ricorda a questo proposito agli Stati membri e alla Commissione che vi è l'immediata necessità di ripristinare la liquidità delle PMI per garantire il loro funzionamento minimo e avverte che la sopravvivenza delle PMI, e in particolare delle microimprese, alla crisi COVID-19, date le loro fragilità strutturali rispetto alle imprese di dimensioni maggiori, dipenderà dalla rapidità con cui saranno adottate le decisioni, da finanziamenti adeguati e dalla pronta disponibilità di liquidità;

18.

incoraggia la Commissione e gli Stati membri a utilizzare al meglio i futuri strumenti dell'UE nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), in funzione delle esigenze specifiche delle comunità locali e prendendo in considerazione, ove possibile, le peculiarità settoriali e nazionali esistenti; ricorda che tali strumenti dovrebbero, tra l'altro, incanalare gli investimenti verso le PMI;

19.

si rammarica che il piano di ripresa abbia dedicato scarsa attenzione alle PMI e chiede misure volte a garantire un accesso agevole alle PMI;

20.

esorta la Commissione a concepire in maniera più mirata i finanziamenti UE per attrarre maggiormente PMI che non siano digitali, altamente tecnologhe e innovative e chiede inoltre che, nel progettare i nuovi strumenti dell'UE, si valuti se i finanziamenti possano essere ragionevolmente utilizzati dalle PMI e siano adeguati alle loro esigenze, nonché si garantisca che le PMI siano in grado di beneficiarne al pari di tutti gli altri partner coinvolti nella catena del valore, a vantaggio della competitività globale dell'Europa; rammenta che, per permettere alle start-up di espandersi, è fondamentale garantire un «capitale paziente» che punti a cogliere i vantaggi specifici degli investimenti a lungo termine e i cui finanziatori siano in grado di mantenere i propri investimenti anche in presenza di condizioni sfavorevoli a breve termine;

21.

sottolinea la necessità che gli organismi dell'Unione europea adottino un approccio proattivo alle reti e alle organizzazioni delle PMI a livello locale, regionale e nazionale, al fine di fornire informazioni e orientamenti tempestivi per avvalersi delle possibilità di finanziamento dell'UE disponibili e in programma; ricorda alla Commissione di utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione disponibili nonché di ricorrere a concorsi rivolti agli studenti e ai giovani imprenditori;

22.

esorta gli Stati membri a garantire alle PMI un accesso non discriminatorio al credito bancario, in particolare a quelle il cui modello di business verte su beni immateriali; ricorda che l'accesso ai finanziamenti è un fattore chiave per la crescita, la trasformazione sostenibile e l'innovazione e chiede che si continuino a sostenere i modelli di business innovativi; deplora il divario nelle condizioni di credito tra le PMI situate nei vari paesi dell'Unione europea e invita gli Stati membri a collaborare con i settori finanziario e bancario per quanto riguarda il loro obbligo di garantire alle PMI un accesso completo ed equo ai prestiti bancari;

23.

sottolinea che il finanziamento attraverso i mercati dei capitali non sarà di per sé sufficiente a fornire soluzioni adatte alle PMI e ritiene che il settore dei servizi finanziari debba essere stabile e offrire alle PMI, alle microimprese e agli imprenditori autonomi, in modo efficiente in termini di costi, un'ampia gamma di opzioni di finanziamento su misura; sottolinea, a questo proposito, l'importanza dei modelli bancari tradizionali, tra cui le piccole banche regionali e le cooperative di risparmio; invita la BEI a collaborare più strettamente con i suoi intermediari finanziari negli Stati membri per diffondere a livello delle PMI le informazioni pertinenti, allo scopo di migliorare l'accesso di queste ultime ai finanziamenti;

Nuove sfide derivanti dalla pandemia di COVID-19

24.

ricorda che occorre garantire rapidamente liquidità alle PMI e che le misure per la ricapitalizzazione delle PMI dovrebbero essere parimenti rafforzate; esorta gli Stati membri e la Commissione ad affrontare il problema dei ritardi di pagamento, che continuano a creare notevoli problemi di liquidità per le PMI, ed esorta gli Stati membri che non vi hanno ancora provveduto ad attuare la direttiva sui ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni e le relazioni tra imprese;

25.

sollecita la Commissione a rafforzare il monitoraggio e l'applicazione della direttiva sui ritardi di pagamento e a valutare la necessità di una sua revisione, in modo da garantire che la puntualità dei pagamenti rappresenti la norma in tutto il mercato unico sia per le transazioni tra imprese, in particolare dalle imprese più grandi a quelle più piccole, sia per le transazioni tra amministrazioni pubbliche e imprese; invita le autorità a livello europeo, nazionale, regionale e locale a dare il buon esempio pagando sempre in maniera tempestiva le PMI e, in tale contesto, incoraggia a ricorrere in modo attivo alle procedure di infrazione nei casi in cui la direttiva non venga attuata in modo adeguato;

26.

riconosce la necessità di procedere a un allentamento temporaneo delle norme in materia di aiuti di Stato e di ammettere che esse hanno portato a un'attuazione disomogenea delle misure in tutta l'Unione; invita la Commissione e il Consiglio a intervenire rapidamente per garantire la parità di condizioni di concorrenza tra gli Stati membri;

27.

osserva che qualsiasi futura valutazione e revisione delle norme in materia di aiuti di Stato dovrebbe tenere debitamente conto delle specificità e degli svantaggi geografici che interessano le PMI situate nei territori più periferici, comprese le isole, le regioni ultraperiferiche e le zone montane, nonché in altre zone, tra cui le zone non periferiche, colpite da calamità naturali senza precedenti;

28.

esprime profonda preoccupazione per il fatto che settori quali il turismo, il comparto alberghiero, la cultura, le industrie creative, i trasporti, le fiere di settore e gli eventi, che sono in gran parte composti da PMI, sono stati colpiti con maggiore durezza dalla crisi della COVID-19; sottolinea l'importanza di misure rapide e permanenti volte a ripristinare e a conservare la fiducia tra i viaggiatori e gli operatori; mette in evidenza la necessità di sollevare questi settori dagli oneri amministrativi e dalla regolamentazione che genera costi, di individuare la strada da seguire per la loro ripresa e di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori nei settori colpiti; ricorda l'importanza di migliorare l'accesso delle PMI dei settori culturali e creativi alle tecnologie digitali e ai programmi di sostegno, poiché la crisi della COVID-19 ha dimostrato il loro ruolo fondamentale per la nostra economia e la nostra vita sociale;

29.

esorta gli Stati membri a riconoscere quali priorità politiche assolute la protezione dell'occupazione e la sopravvivenza delle PMI e delle start-up proponendo misure concrete a sostegno di PMI e start-up redditizie dal punto di vista economico e a rischio di insolvenza, in particolare alla luce dell'annullamento, proposto dal Consiglio europeo, dello strumento di sostegno alla solvibilità; prende atto dell'iniziativa di Sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE), destinata alla copertura dei costi dei regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo; invita la Commissione a sostenere attivamente gli Stati membri nel recepimento della direttiva sulla ristrutturazione e sull'insolvenza (17) onde garantire una reale seconda possibilità alle PMI in difficoltà;

30.

rileva che la crisi della COVID-19 ha spinto le PMI ad adottare tecnologie innovative e nuovi modelli di organizzazione del lavoro nonché modelli d'impresa digitali, come il commercio elettronico, l'economia della condivisione e il telelavoro; sottolinea che molte PMI hanno avuto difficoltà ad adattarsi alle nuove circostanze e invita la Commissione, a tale proposito, a garantire che gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione (R&I) siano orientati alla partecipazione delle PMI, pur trovando un equilibrio tra il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e la spinta all'innovazione; chiede inoltre il rispetto dei diritti dei lavoratori durante tutto il processo;

31.

ricorda che l'innovazione nelle PMI è un elemento chiave per la produttività e la crescita sostenibile, dato che può contribuire a risolvere le sfide globali e sociali e offrire migliori condizioni di lavoro; rammenta che lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione stanno aumentando le opportunità per le PMI di innovare e prosperare, accelerando la diffusione delle conoscenze, l'emergere di nuovi modelli di impresa e aumentando la loro capacità di ingrandirsi più rapidamente;

32.

sottolinea che gli investimenti nell'innovazione dovrebbero dare priorità a ecosistemi che siano inclusivi per le PMI e che rafforzino la co-creazione, la maturazione e il trasferimento di tecnologie d'eccellenza all'industria, nonché la diffusione di nuove tecnologie; sottolinea pertanto l'importanza di politiche pubbliche mirate per sostenere le esigenze orizzontali legate ai processi di trasformazione digitale nelle microimprese e nelle PMI, come la semplificazione degli obblighi di rendicontazione, e invita gli Stati membri a sviluppare iniziative pilota per una più celere applicazione di soluzioni per il commercio elettronico nelle PMI, ad esempio attraverso attività di formazione e consulenza, assistenza tecnica, migliori pratiche o integrazione del triangolo della conoscenza (istruzione, ricerca e innovazione) e con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e delle autorità locali;

33.

si compiace dell'inclusione delle PMI nel programma spaziale europeo, anche nello sviluppo di molti servizi e applicazioni a valle; riconosce il ruolo chiave che le PMI svolgono nelle catene di approvvigionamento della difesa in Europa;

34.

accoglie con favore la promessa della Commissione di avviare una formazione rapida attraverso corsi intensivi di formazione digitale per i dipendenti delle microimprese e delle PMI, che li aiutino ad acquisire solide competenze in settori quali l'IA, la cibersicurezza o le tecnologie di registro distribuito; sottolinea che i corsi intensivi di formazione digitale per le PMI nel quadro del programma Europa digitale dovrebbero essere preceduti da programmi sovvenzionati che consentano ai titolari e ai dirigenti delle PMI di individuare le relative esigenze e opportunità digitali; osserva che una forza lavoro qualificata è essenziale per consentire alle PMI di espandersi e affrontare con successo non solo le transizioni ambientale e digitale, bensì anche le sfide tradizionali cui sono confrontate tali imprese;

35.

deplora che solo il 17 % delle PMI ha integrato con successo le tecnologie digitali nelle proprie attività; chiede di rafforzare l'azione volta ad affrontare il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e la carenza di competenze, a garantire alle PMI un'alfabetizzazione e competenze digitali, nonché a migliorare le competenze in relazione agli appalti pubblici e all'educazione finanziaria, oltre alle competenze in materia di gestione del credito e della catena di approvvigionamento per mercati del lavoro in rapida evoluzione, anche alla luce dell'accelerazione indotta dalla crisi della COVID-19;

36.

pone l'accento sulla necessità di promuovere gli investimenti in programmi di formazione professionale complementare e di apprendistato nelle PMI; chiede, a tale riguardo, di sviluppare un approccio personalizzato per le competenze digitali delle microimprese; sottolinea il ruolo che l'agenda della Commissione per le competenze può svolgere a tal fine e osserva che, per colmare il divario nel campo del digitale e dell'innovazione, è necessario aumentare la quota di laureati in materie STEM e affrontare il divario cui fanno fronte le donne in questi due settori; accoglie con favore, a tale riguardo, l'agenda per le competenze per l'Europa;

37.

prende atto del Libro bianco della Commissione sull'intelligenza artificiale (COM(2020)0065) e del parere di quest'ultima secondo cui ogni Stato membro dovrebbe disporre di almeno un polo dell'innovazione digitale dotato di un elevato grado di specializzazione in IA;

38.

incoraggia la Commissione a sostenere gli sforzi delle PMI, fra cui quelli volti a modernizzare le attrezzature obsolete, migliorare il trasferimento di conoscenze e identificare gli usi più efficaci delle tecnologie, come ad esempio l'intelligenza artificiale industriale, e riqualificare la forza lavoro mediante le competenze immediatamente necessarie per consentire il controllo remoto delle attività, il monitoraggio della produzione e la collaborazione tra i dipendenti, come anche modelli aziendali sostenibili dal punto di vista ambientale, approcci improntati all'economia circolare, nonché l'efficienza energetica e delle risorse, settori in cui il know-how digitale è spesso fondamentale e consente alle PMI di rimanere competitive; invita la Commissione a valutare altresì la possibilità di creare un programma di buoni per le PMI a sostegno di quanto sopra;

39.

esorta ad agire per colmare le lacune nelle conoscenze e competenze delle PMI per quanto concerne le tecnologie, le pratiche e i modelli aziendali sostenibili dal punto di vista ambientale, in particolare per i settori in cui gli obiettivi dell'UE in materia ambientale ed energetica impongono un cambiamento profondo;

40.

ricorda l'importanza di strumenti quali la rete Enterprise Europe e i poli europei dell'innovazione digitale, che possono promuovere l'internazionalizzazione e la digitalizzazione delle PMI nonché il perseguimento dell'innovazione a livello locale, anche nel settore ambientale, e contribuire a garantire la loro adeguatezza allo scopo; invita la Commissione a effettuare un'approfondita valutazione intermedia ed ex post di tali strumenti consultando i rappresentanti delle PMI durante l'intero processo di valutazione, al fine di garantire che tali reti raggiungano effettivamente le PMI;

41.

evidenzia il ruolo essenziale dei dati non personali e del trasferimento di tecnologie dal mondo accademico alle PMI, e pone l'accento sull'importanza di creare spazi europei di dati per la condivisione non discriminatoria, affidabile e sicura di dati non personali al fine di accrescere i flussi di dati tra le imprese e con i governi, utilizzando un modello di dati aperto;

42.

caldeggia l'adozione di una politica parallela e più solida per migliorare le infrastrutture di Internet e le condizioni di connettività a vantaggio delle PMI nelle zone periferiche, trattandosi di un presupposto per migliorare la digitalizzazione e partecipare a una trasformazione efficace; invita la Commissione a valutare la possibilità di prevedere obiettivi vincolanti in tema di connettività;

Strategia di ripresa

43.

insiste sul fatto che Orizzonte Europa è una priorità e necessita di importanti finanziamenti globali; chiede che una parte sostanziale di tali finanziamenti venga messa a disposizione delle PMI, anche per le componenti dedicate alle PMI del Consiglio europeo per l'innovazione, e invita la Commissione e gli Stati membri a garantire, ove possibile, che gli strumenti di R&I, come l'acceleratore del CEI, offrano opportunità rapide alle PMI e start-up che stanno sviluppando tecnologie innovative;

44.

chiede di mantenere le crescenti politiche e i crescenti strumenti dell'UE in materia di ricerca e innovazione il più possibile neutri dal punto di vista settoriale, nonché di fornire maggiore sostegno non solo alle PMI e alle microimprese che compiono già sforzi attivi in materia di innovazione, ma anche, in base alle loro esigenze, a quelle che accusano ritardi in tal senso, in particolare nel settore manifatturiero tradizionale; chiede di dedicare maggiori finanziamenti per le attività di ricerca e innovazione a livello europeo alle PMI non digitali e alle PMI che desiderano migliorare le loro prestazioni ambientali e l'efficienza delle risorse;

45.

sottolinea che la collaborazione e la cooperazione sono dimensioni cruciali per migliorare le prestazioni delle PMI; osserva, a tal fine, che occorre promuovere e incoraggiare in modo più efficace i cluster e i partenariati con tutti gli attori del triangolo della conoscenza (istruzione, ricerca e innovazione) riducendo gli oneri amministrativi, semplificando le procedure e istituendo strutture di servizi condivisi per la partecipazione dei cluster di PMI; invita inoltre la Commissione a garantire che i partenariati e le missioni di Orizzonte Europa siano trasparenti e inclusivi durante tutto il processo di attuazione, in particolare per quanto riguarda la partecipazione delle PMI e la definizione della loro agenda strategica di ricerca e dei loro programmi di lavoro annuali; evidenzia inoltre la necessità di garantire accordi equi in materia di condivisione delle conclusioni e dei risultati finali, conformemente al principio «il più aperto possibile, chiuso il tanto necessario»;

46.

sottolinea altresì il potenziale dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia e delle sue comunità della conoscenza e dell'innovazione, in quanto rappresentano un modo efficace per rafforzare la collaborazione tra le PMI, i centri di ricerca e le università al fine di promuovere l'imprenditorialità locale e affrontare le sfide sociali più urgenti della nostra epoca;

47.

invita la Commissione e gli Stati membri a investire, tra le altre cose, nell'economia dei dati, nell'intelligenza artificiale, nella produzione intelligente, nell'Internet degli oggetti (IoT) e nell'informatica quantistica, nonché ad assicurare una forte componente dedicata alle PMI in tali settori; deplora che la maggior parte delle PMI non abbia accesso ai dati da esse creati; accoglie con favore, a tale riguardo, la strategia europea sui dati, che è orientata alla creazione di un vero e proprio mercato dei dati, in cui le PMI abbiano facile accesso ai dati e possano utilizzarli in tutti i tipi di contesti di mercato, ossia tra imprese e consumatori, tra imprese e fra imprese e amministrazioni pubbliche;

48.

invita gli Stati membri a provvedere a che le PMI godano del sostegno necessario per le opportunità di innovazione e a massimizzare le sinergie con i programmi dell'UE nelle loro strategie nazionali di innovazione; sottolinea, a tale proposito, il ruolo delle PMI innovative specializzate in tecnologie pionieristiche;

49.

sottolinea la necessità di sensibilizzare maggiormente i titolari e i dirigenti delle PMI, le associazioni di PMI e le organizzazioni di sostegno in merito alle possibilità di finanziamento per tecnologie più efficienti sotto il profilo ambientale, ai servizi di appalto (ad esempio consulenza, coaching e formazione) relativi alla progettazione ecocompatibile e all'uso e alla gestione efficiente delle risorse, nonché all'imprenditorialità verde e alle tecnologie, ai prodotti e ai servizi verdi;

50.

sottolinea che gli investimenti in tecnologie nuove e rispettose dell'ambiente possono trasformare il Green Deal europeo in una nuova strategia di crescita attraverso la quale le PMI possono avvantaggiarsi e migliorare il loro potenziale di innovazione;

51.

riconosce che, sebbene molte PMI siano disposte a investire in processi, prodotti e servizi efficienti sotto il profilo energetico, circolari e rispettosi dell'ambiente, esistono considerevoli ostacoli, soprattutto finanziari, che impediscono loro di farlo; invita la Commissione e gli Stati membri, mentre riducono l'onere normativo, a rimuovere detti ostacoli predisponendo un quadro regolamentare favorevole e regimi di sostegno tecnico e finanziario, anche attraverso investimenti privati, per consentire alle PMI di adottare con successo e in modo rapido pratiche, prodotti, processi e servizi verdi; è del parere che un'assistenza tecnica e finanziaria mirata e rafforzata sarà essenziale per promuovere le opportunità verdi presso queste PMI, comprese le microimprese; sottolinea che una siffatta assistenza dovrebbe consentire alle PMI e alle microimprese di sfruttare appieno le opportunità offerte dal Green Deal, tenendo conto della loro struttura, del loro modello aziendale e, più in generale, delle loro esigenze, dal momento che non esiste un approccio unico; sottolinea a questo proposito la necessità di coinvolgere attivamente i rappresentanti delle organizzazioni di PMI;

52.

accoglie con favore le iniziative che offrono alle PMI le maggiori opportunità di occupazione e competitività, come l'attuazione del piano d'azione per l'economia circolare, la creazione di posti di lavoro locali e l'offerta di importanti opportunità imprenditoriali e di innovazione per le PMI; prende atto delle opportunità offerte dalle iniziative della cosiddetta «ondata di ristrutturazioni», compresi i progetti di rigenerazione urbana; sottolinea che il diritto alla riparazione, pur essendo vantaggioso per i consumatori, può d'altro canto spingere le PMI ad entrare nel segmento di mercato della riparazione e che le politiche volte ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici non aiutano solo le PMI del settore edilizio, ma tutte le PMI a promuovere l'efficienza energetica, contribuendo in tal modo a ridurre i loro costi operativi; chiede lo sviluppo di un mercato più competitivo per le società di servizi energetici;

53.

sottolinea che gli appalti pubblici sono uno strumento strategico per rilanciare modelli di produzione e di consumo sostenibili; ritiene che questo strumento, con il giusto supporto e la giusta assistenza, possa offrire grandi opportunità anche alle PMI locali innovative; prende atto del ruolo analogo degli appalti pubblici verdi e circolari, e ricorda, a questo proposito, che la loro attuazione a livello nazionale dovrebbe essere accompagnata da una formazione e da un sostegno agli enti pubblici e alle PMI;

54.

osserva che un quadro equilibrato in materia di diritti di proprietà intellettuale è noto da tempo come un passo importante per migliorare il funzionamento del mercato interno; invita pertanto la Commissione a dare priorità all'annunciato piano d'azione sulla proprietà intellettuale, al fine di garantire, a livello dell'UE, la tutela dei beni protetti dal diritto d'autore e delle invenzioni brevettate, e di rafforzare la capacità delle imprese europee, in particolare delle PMI, di innovare sulla base di regimi di proprietà intellettuale forti ed equilibrati, cosa che andrà a vantaggio della competitività globale delle PMI innovative oltre a ridurre al minimo i costi e la complessità delle procedure amministrative, affrontando nel contempo anche le sfide legate alle controversie in materia di brevetti e fornendo modelli open source e di dati aperti per l'innovazione futura;

55.

ricorda il ruolo della formazione professionale e dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, che sono essenziali per affrontare lo squilibrio tra la domanda e l'offerta di manodopera qualificata, e incoraggia l'integrazione delle competenze imprenditoriali nelle prime fasi dell'istruzione e la promozione della riqualificazione e del miglioramento delle competenze dei lavoratori disoccupati per consentire il loro inserimento nel mercato del lavoro e garantire che le PMI possano contare su personale adeguatamente formato;

56.

invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare e a estendere le iniziative volte a identificare i bisogni di competenze e ad affrontare le lacune del mercato del lavoro attraverso l'istruzione, le strategie di formazione professionale e i programmi di sviluppo delle competenze destinati alle PMI, e si rammarica del fatto che il divario in termini di imprenditorialità e di accesso ai finanziamenti per le microimprese e le PMI guidate da donne sia tuttora esistente; invita gli Stati membri a valutare le barriere che ancora impediscono alle donne di diventare fondatrici di imprese e manager; sottolinea che l'uso di dati disaggregati per genere contribuirà a rendere tale valutazione più approfondita e migliorerà la qualità generale del processo decisionale; chiede iniziative educative e di miglioramento del livello delle competenze rivolte alle donne, onde aiutarle a migliorare le loro capacità imprenditoriali e la fiducia in se stesse; ritiene, inoltre, che in seno al settore pubblico dovrebbero essere promossi strumenti di e-government e competenze digitali, per rendere la pubblica amministrazione più favorevole alle imprese e ai cittadini, e invita gli Stati membri a garantire lo scambio delle migliori pratiche nazionali e regionali in materia, anche con riferimento alla cooperazione tra pubblica amministrazione e settore privato, al fine di stimolare la competitività economica;

57.

ricorda che la strategia per le PMI deve coprire imprese di diversi tipi e dimensioni, che operano in settori tradizionali, sociali o settori ad alta tecnologia; considera le PMI che operano nei settori dell'artigianato tradizionale, del turismo, della cultura e dell'industria creativa come segmenti particolarmente vulnerabili della rete di PMI; riconosce il loro valore storico, culturale, economico e sociale, e invita gli Stati membri a garantire la competitività dei settori, anche promuovendo la transizione generazionale e l'autoimprenditorialità, favorendo l'accesso alle informazioni sulle opportunità di innovazione e sostenendo la tutela e la valorizzazione di questi settori;

58.

invita la Commissione, nel contesto dei programmi di sostegno dell'UE alle PMI, in particolare il programma per il mercato unico, a prestare particolare attenzione anche alle imprese dell'economia sociale, in quanto sono radicate a livello locale, forniscono un'ampia gamma di prodotti e servizi in tutto il mercato unico dell'UE e generano posti di lavoro di alta qualità promuovendo l'innovazione sociale;

59.

invita la Commissione a presentare e a impegnarsi a favore di una tabella di marcia per la riduzione degli oneri amministrativi, che comprenda un calendario per azioni e punti di controllo a medio termine, nonché per l'attuazione della strategia per le PMI, da presentare in occasione di un dibattito annuale in plenaria sullo «Stato dell'Unione delle PMI»; osserva che, a seguito dell'allarme pandemia dell'OMS e dell'attuazione di misure volte a contenere la diffusione della COVID-19, molte società europee sono state costrette a interrompere o a rallentare la produzione a causa di restrizioni commerciali, interruzioni della catena di approvvigionamento e carenza di materie prime e componenti provenienti da paesi terzi, il che dimostra ancora una volta la necessità che l'industria europea acquisisca autonomia strategica e riduca la sua dipendenza dai paesi terzi, nonché la necessità di assicurare che parti chiave delle catene del valore strategiche, anche nell'industria manifatturiera, siano meglio localizzate all'interno dei suoi confini; invita, inoltre, la Commissione a garantire che le imprese fornitrici di materiale medico non si trovino di nuovo ad affrontare le stesse difficoltà che erano emerse nel mercato interno, e a trarre insegnamento dai problemi verificatisi nelle prime fasi della crisi COVID-19;

60.

chiede un rafforzamento delle regole di concorrenza per migliorare la competitività delle PMI e per proteggerle da pratiche sleali che potrebbero portare al dumping sociale e alla deregolamentazione del lavoro; invita la Commissione a garantire l'effettiva applicazione del diritto dell'Unione in materia di concorrenza, fatti salvi i diritti dei lavoratori; ricorda, a tale riguardo, che è importante promuovere il dialogo sociale nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche a favore delle PMI, e garantire a queste ultime condizioni di parità per assicurarsi che esse beneficino del mercato interno su base equa e siano in grado di sfruttare le opportunità di crescita;

61.

invita la Commissione a garantire che le PMI si espandano nell'ambito degli ecosistemi garantendo un approccio inclusivo e riunendo tutti gli attori che operano in una catena del valore, al fine di promuovere la leadership europea nei settori strategici e la competitività sulla scena mondiale;

62.

ritiene che la strategia dell'UE per le PMI dovrebbe tenere pienamente conto, in ogni momento, delle loro specificità nazionali, garantendo così il dovuto rispetto dell'ampia autonomia nazionale degli Stati membri in un quadro unionale generale;

63.

si rammarica del fatto che non più di 600 000 PMI stanno attualmente esportando al di fuori dell'UE; ricorda che le PMI che cercano di accedere al mercato globale miglioreranno la loro competitività solo se sostenute a livello sia locale che internazionale da un quadro normativo abilitante strutturato e prevedibile, da reti strutturate, da solide risorse informative, dall'accesso a opportunità di investimento e da una forza lavoro qualificata; sottolinea l'importanza di sensibilizzare maggiormente le PMI ai mercati sia interno che internazionale, e alle loro regole e ai loro strumenti, anche semplificando il quadro di riferimento e migliorando la comunicazione riguardo a opportunità su misura; ricorda, a questo proposito, il ruolo delle organizzazioni ombrello e delle reti e camere di commercio delle PMI negli Stati membri e a livello internazionale, nonché delle delegazioni dell'UE;

64.

invita pertanto la Commissione a introdurre strumenti come un punto di accesso digitale unico per identificare facilmente le opportunità per le PMI derivanti dagli accordi commerciali internazionali; accoglie con favore, a tale riguardo, il lancio del nuovo portale della Commissione denominato «Access2Markets» sulle procedure e le formalità doganali ed esorta la Commissione a garantire un accesso multilingue a questo strumento;

65.

ricorda la necessità di coinvolgere attivamente le PMI negli accordi commerciali internazionali e di insistere in vista della reciprocità, al fine di garantire il loro accesso agli appalti pubblici nei paesi terzi; chiede pertanto di includere negli accordi commerciali un capitolo a sé stante per le PMI, che segnali le disposizioni favorevoli alle microimprese e alle PMI figuranti in altri capitoli e che fornisca ai titolari di microimprese e di PMI un mezzo rapido per individuare gli aspetti rilevanti e vantaggiosi dell'accordo;

66.

esorta la Commissione a perseguire condizioni di parità e un ambiente normativo in cui le PMI possano espandersi e competere a livello globale, nonché a prendere in considerazione l'impiego di strumenti di difesa commerciale (TDI) al fine di ridurre la concorrenza sleale derivante da pratiche commerciali illegali o sleali di paesi terzi, comprese le misure di difesa commerciale che impediscono ingiustamente alle imprese dell'UE di godere del libero accesso ai loro mercati;

67.

ritiene che le amministrazioni pubbliche nazionali ed europee dovrebbero dare l'esempio e agevolare e aumentare la partecipazione delle PMI e delle microimprese agli appalti pubblici, semplificando l'accesso alle informazioni relative ai bandi di gara e alle procedure, ed evitando nel contempo requisiti sproporzionati e pratiche discriminatorie come criteri di gara che fissino requisiti o qualifiche che vanno al di là degli elementi fondamentali del servizio o dei beni acquistati, e contribuendo così ad accorciare e a diversificare le catene di approvvigionamento;

68.

chiede di fornire maggiori orientamenti alle autorità pubbliche e alle PMI in merito ai meccanismi di flessibilità esistenti, e di adeguare a tal fine le norme in materia di appalti pubblici;

69.

osserva che la suddivisione di contratti più grandi in lotti più piccoli potrebbe contribuire ad accorciare e diversificare le catene di approvvigionamento, offrendo migliori incentivi alle PMI locali, anche facilitando la partecipazione delle PMI agli appalti per soluzioni innovative e agli appalti pre-commerciali, che sono generalmente accessibili solo ai gruppi più grandi;

70.

chiede di valorizzare i «contratti a km 0» prevedendo criteri vantaggiosi per le imprese locali, mutuando a tale riguardo dalla legislazione agricola europea e da catene di approvvigionamento più corte; chiede che i responsabili delle politiche pubbliche possano favorire in una certa misura i contratti con le PMI locali;

71.

sottolinea che è importante lavorare in partenariato con gli amministratori nazionali per creare un mercato europeo degli appalti pubblici basato su gare d'appalto di modeste dimensioni, che consentano alle PMI di partecipare al meccanismo di gara, anche attraverso la suddivisione di contratti più grandi in lotti più piccoli, e dove possa avere luogo una reale e leale concorrenza tra gli attori del mercato; sottolinea altresì la necessità di rendere il documento di gara unico europeo (DGUE) più accessibile alle PMI;

o

o o

72.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

(1)  GU L 124 del 20.5.2003, pag. 36.

(2)  GU L 48 del 23.2.2011, pag. 1.

(3)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 33.

(4)  GU C 68 E del 7.3.2014, pag. 40.

(5)  GU C 316 del 22.9.2017, pag. 57.

(6)  Testi approvati, P9_TA(2020)0054.

(7)  Testi approvati, P9_TA(2020)0124.

(8)  Testi approvati, P9_TA(2020)0206.

(9)  GU C 377 E del 7.12.2012, pag. 102.

(10)  Osservazioni d'apertura in occasione del briefing alla stampa del direttore generale dell'OMS sulla COVID-19, 11 marzo 2020.

(11)  https://ec.europa.eu/growth/smes_it

(12)  OCSE, Prospettive economiche, volume 2020, numero 1

(13)  https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/desi

(14)  Relazione preparata per la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti da Innovation Finance Advisory, Funding women entrepreneurs — How to empower growth (Finanziare le donne imprenditrici — Come rafforzare la crescita), giugno 2020.

(15)  Comunicazione della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo «Una strategia europea per i dati» (COM(2020)0066).

(16)  Relazione per il mistero tedesco per l'Economia e l'energia presentata dal Centro per gli studi politici europei, Feasibility Study: Introducing 'one-in-one-out' in the European Commission, 5 dicembre 2019.

(17)  Direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l'esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l'efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione, e che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 (GU L 172 del 26.6.2019, pag. 18).


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