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Document 52020AE3534
Opinion of the European Economic and Social Committee on ‘Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions — Powering a climate-neutral economy: An EU Strategy for Energy System Integration’ (COM(2020) 299 final)
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Energia per un'economia climaticamente neutra: strategia dell'UE per l'integrazione del sistema energetico”» [COM(2020) 299 final]
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Energia per un'economia climaticamente neutra: strategia dell'UE per l'integrazione del sistema energetico”» [COM(2020) 299 final]
EESC 2020/03534
OJ C 123, 9.4.2021, p. 22–29
(BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)
9.4.2021 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
C 123/22 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Energia per un'economia climaticamente neutra: strategia dell'UE per l'integrazione del sistema energetico”»
[COM(2020) 299 final]
(2021/C 123/05)
Relatore: |
Lutz RIBBE |
Consultazione |
Commissione europea, 23.9.2020 |
Base giuridica |
Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea |
|
|
Decisione dell'Assemblea plenaria |
14.7.2020 |
|
|
Sezione competente |
Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione |
Adozione in sezione |
16.12.2020 |
Adozione in sessione plenaria |
27.1.2021 |
Sessione plenaria n. |
557 |
Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti) |
242/3/10 |
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1. |
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) approva il progetto esposto dalla Commissione nella comunicazione in esame: l'integrazione del sistema dell'energia elettrica con quello del riscaldamento e quello dei trasporti è imprescindibile per conseguire diversi obiettivi, ovvero la neutralità climatica, la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, nella quale rientra anche la riduzione delle importazioni di energia, e la garanzia di prezzi accessibili per i consumatori europei e per l'economia europea. |
1.2. |
Ciò nondimeno, il CESE non può non constatare che, nella comunicazione, la Commissione lascia in sospeso alcune questioni di grande importanza per il successo della transizione energetica europea. |
1.3. |
La Commissione non spiega in che modo intenda conseguire la sicurezza dell'approvvigionamento sulla base di fonti di energia a emissioni zero o a basse emissioni di carbonio. Essa indica che l'84 % della domanda di energia elettrica dovrebbe essere coperta da energie rinnovabili, ma non specifica da quali fonti dovrebbe essere prodotta la parte restante. Considerata l'importanza fondamentale della sicurezza dell'approvvigionamento per l'economia e i consumatori europei, quest'omissione è inaccettabile, a maggior ragione perché, nonostante i progressi in termini di efficienza, l'elettrificazione del riscaldamento e dei trasporti aumenterà la domanda di energia elettrica. |
1.4. |
Il CESE concorda con la Commissione nell'affermare che la parziale o mancata internalizzazione dei costi del carbonio nei settori del riscaldamento e dei trasporti costituisce un grave problema per l'integrazione del sistema. Tuttavia, non è sufficiente descrivere il problema: bisogna proporre delle soluzioni concrete. La Commissione è troppo esitante e vaga su questo punto. |
1.5. |
L'integrazione del sistema energetico richiede in determinati settori l'ammodernamento e l'adeguamento, e talvolta anche la costruzione ex novo, di infrastrutture energetiche. A tal fine sono necessari ingenti investimenti, che potrebbero eventualmente essere agevolati da un apposito quadro finanziario europeo, accessibile alle imprese di tutti gli Stati membri. Gli investimenti possono fornire un importante stimolo economico per superare la recessione causata dalla pandemia di COVID-19, e dovrebbero creare posti di lavoro equi e di qualità. Tuttavia, a questo proposito è importante che le decisioni di investimento siano adottate in modo tale da sostenere gli obiettivi delle politiche in materia di energia e clima. Dato l'elevato fabbisogno di capitale, è inoltre essenziale fare il miglior uso possibile delle infrastrutture esistenti. A tal fine è necessario stabilire un ordine delle priorità riguardo alle opzioni tecnologiche disponibili per una rapida ed efficiente integrazione del sistema. L'efficienza energetica, anche e soprattutto nei processi industriali, dovrebbe avere la precedenza assoluta rispetto a tutti gli altri approcci. L'ordine delle priorità dovrebbe inoltre indicare quali tecnologie siano più adatte alle varie applicazioni che rendono possibile l'integrazione del sistema. Su tale base sarà quindi possibile pianificare investimenti infrastrutturali adeguati. Su questo punto la comunicazione della Commissione è decisamente troppo vaga. |
1.6. |
La comunicazione pone un accento particolare sull'idrogeno e sull'energia eolica offshore: si tratta di tecnologie importanti, ma che andrebbero utilizzate solo in via complementare, laddove non siano sufficienti né l'energia eolica onshore o quella solare, né i sistemi di stoccaggio a breve termine come le batterie. L'energia eolica onshore e l'energia solare, infatti, non rappresentano solo le forme più economiche di produzione di energia per il prossimo futuro, ma costituiscono anche le opzioni migliori per realizzare un importante obiettivo strategico dell'Unione dell'energia: il decentramento, al fine di creare posti di lavoro sicuri e di qualità e, in generale, per sfruttare i vantaggi derivanti dalla transizione energetica sul piano sociale e dell'economia regionale, nonché rafforzare la posizione dei consumatori anche nella loro funzione di prosumatori e metterli al centro del sistema energetico, combattere la povertà energetica e aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento, promuovendo così lo sviluppo regionale e favorendo il consenso dell'opinione pubblica attorno alla transizione. Sono soprattutto l'energia eolica onshore e quella fotovoltaica a consentire l'integrazione diretta del sistema: ad esempio, mediante l'utilizzo dell'energia solare in loco per ricaricare le auto elettriche o l'impiego dell'energia eolica per soluzioni di conversione dell'elettricità in calore. Nella comunicazione, la Commissione non menziona in alcun modo questo notevole potenziale dell'energia eolica onshore e dell'energia fotovoltaica: per il CESE si tratta di un'enorme lacuna. |
1.7. |
L'integrazione del sistema energetico può costituire uno stimolo all'innovazione per l'economia europea, aumentandone così la competitività sul piano internazionale. Tuttavia, ciò sarà possibile solo se verrà sfruttato, in particolare, il potenziale che la digitalizzazione offre per tale integrazione: il ricorso all'intelligenza artificiale e all'apprendimento automatico può fare una differenza sostanziale ai fini di un approvvigionamento energetico adeguato dei settori dell'elettricità, del riscaldamento e dei trasporti. L'impiego di tali strumenti dev'essere però attentamente vagliato nella prospettiva della loro utilità e dei possibili problemi etici, specie riguardo alla sovranità dei dati, e dovrebbe essere preparato mediante un'iniziativa per la formazione di una forza lavoro adeguata. È incomprensibile che la Commissione non riconosca questo fatto nella comunicazione. |
1.8. |
Infine, l'integrazione del sistema richiede una completa riconfigurazione dei mercati dell'energia, che devono essere orientati in modo da promuovere l'energia dei cittadini e rafforzare i consumatori. Solo così si potranno raggiungere gli obiettivi fissati al riguardo dalla direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio (1) sul mercato interno dell'energia elettrica e dalla direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio (2) sulle energie rinnovabili. L'integrazione del sistema sarà molto più rapida se i consumatori avranno la possibilità di esercitare i loro diritti, anche in quanto prosumatori, autoproduttori e membri di comunità di energia rinnovabile. Allo stesso tempo, bisogna tenere in considerazione il ruolo del settore pubblico nella sicurezza dell'approvvigionamento. Questi aspetti sono del tutto assenti dalla comunicazione. |
1.9. |
Il CESE sostiene l'idea della Commissione di lanciare un importante evento sull'integrazione dei sistemi energetici ed è pronto a svolgere un ruolo attivo in tale iniziativa. In tale contesto intende affrontare le questioni sollevate nel presente parere, alle quali la comunicazione della Commissione non dà il necessario rilievo. In particolare, va sottolineata l'importanza che riveste la partecipazione attiva dei cittadini per l'integrazione del sistema energetico. È proprio su questo punto che la comunicazione della Commissione risulta deludente, poiché considera il cittadino solo come un consumatore, che semplicemente non dispone di informazioni sufficienti. |
2. Osservazioni generali in merito al documento della Commissione
2.1. |
La comunicazione fa seguito all'impegno assunto dal Consiglio europeo di realizzare la neutralità climatica entro il 2050. Dato che il sistema energetico è responsabile del 75 % delle emissioni di gas a effetto serra, il passo più importante verso il conseguimento di questo obiettivo è la creazione di un sistema energetico sostanzialmente neutro dal punto di vista delle emissioni di CO2. |
2.2. |
A tale riguardo svolge un ruolo cruciale l'integrazione (e/o l'accoppiamento) dei diversi settori energetici, vale a dire elettricità, trasporti e riscaldamento (compreso il raffrescamento e il calore di processo), che finora sono stati collegati tra loro soltanto in misura assai limitata: un aspetto, questo, che è stato affrontato solo in modo molto superficiale nel pacchetto Energia pulita, anche se esistono applicazioni che già da tempo realizzano l'integrazione del sistema, come ad esempio la cogenerazione. |
2.3. |
Nel descrivere la situazione attuale, la Commissione sottolinea che il sistema energetico è stato finora fondato su diverse catene del valore parallele e verticali. |
2.4. |
A tale situazione viene ora contrapposto il concetto di «integrazione del sistema energetico», che la Commissione definisce come la pianificazione e il funzionamento del sistema energetico «nel suo complesso», ossia dei suoi molteplici vettori energetici, infrastrutture e settori di consumo, attraverso la creazione di connessioni più forti tra questi elementi. Nella comunicazione vengono illustrati i diversi vantaggi di tale integrazione: il contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici, una gestione più efficiente delle risorse energetiche, una maggiore flessibilità per la gestione del sistema energetico stesso e, infine, una maggiore responsabilizzazione dei consumatori, una migliore resilienza e un aumento della sicurezza dell'approvvigionamento, rispetto alla quale però non viene specificato se verrà conseguita a livello dell'UE o degli Stati membri. Quest'ultimo aspetto è però importante, dato che talvolta gli Stati membri perseguono strategie molto diverse in questo campo e presentano condizioni molto differenti in rapporto alle fonti energetiche genericamente disponibili. |
2.5. |
A tal fine, la comunicazione definisce un piano basato su sei pilastri:
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3. Osservazioni generali del CESE
3.1. |
L'analisi dei problemi attuali è molto pertinente, e l'approccio di base adottato dalla Commissione è assolutamente condivisibile: è urgente rafforzare l'integrazione del sistema energetico, soprattutto data la necessità di accelerare la decarbonizzazione dei settori dei trasporti e del riscaldamento/raffrescamento in Europa. L'integrazione dei sistemi è importante non solo per realizzare la neutralità climatica, ma anche per garantire una sicurezza di approvvigionamento stabile e prezzi accessibili per i consumatori privati e l'economia. Il CESE sostiene pertanto con forza il piano della Commissione di promuovere l'integrazione dei settori dell'elettricità, del riscaldamento e dei trasporti. Bisogna tuttavia avere cura di non utilizzare tale piano come base per un'ulteriore liberalizzazione dei servizi di interesse generale, prima che siano stati valutati gli effetti della precedente iniziativa di liberalizzazione. Ma il CESE fa anche osservare che la Commissione dovrebbe incoraggiare i paesi vicini all'Unione europea, anzitutto quelli del partenariato orientale, a seguire tale piano e a includerlo tra le proprie politiche. Occorre verificare se una tassa sul carbonio alle frontiere possa essere utile a tal fine. |
3.2. |
I sei pilastri menzionati al punto 2.5 costituiscono degli approcci corretti e mirati. Anche le singole misure appaiono per lo più convincenti, sebbene, nello specifico, per alcune di esse risulti poco chiara l'effettiva capacità di contribuire all'integrazione del sistema energetico. |
3.3. |
Va tuttavia osservato che gli obiettivi politici della strategia, la sua coerenza e la sua struttura logica appaiono insufficienti. Inoltre, il ruolo che i cittadini/consumatori svolgono e/o dovrebbero svolgere è quasi completamente trascurato. Tale lacuna risulta tanto più sconcertante se si considera che nel pacchetto Energia pulita la Commissione si era ancora una volta impegnata a mettere i cittadini al centro della transizione energetica. |
3.4. |
La Commissione non definisce dei sotto-obiettivi chiari, ambiziosi e specifici derivanti dall'obiettivo generale della neutralità climatica. Ciò vale in particolare per lo sviluppo delle energie rinnovabili, che in molti Stati membri è in ritardo rispetto agli obiettivi. |
3.4.1. |
Va riconosciuto alla Commissione un atteggiamento fortemente (auto)critico per quanto riguarda le possibilità di attuazione. Essa osserva infatti che «senza un'azione politica incisiva il sistema energetico del 2030 sarà più simile a quello del 2020, anziché rispecchiare quanto necessario per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. […] Le misure adottate nei prossimi 5-10 anni saranno fondamentali per la costruzione di un sistema energetico che traghetti l'Europa verso la neutralità climatica nel 2050». |
3.4.2. |
Tuttavia, è proprio la stessa Commissione a dare prova di scarso coraggio politico, come dimostrato dalla comunicazione. Infatti, l'affermazione secondo cui, tenuto conto del prevedibile aumento significativo della quota di elettricità nel consumo di energia finale, sarebbe sufficiente raggiungere una quota del 55-60 % di energie rinnovabili nel mix energetico entro il 2030 e una quota dell'84 % entro il 2050, lascia aperte molte questioni, la più importante delle quali è: come conseguire la sicurezza di un approvvigionamento stabile? Il biogas, i biocarburanti, compresi quelli di sintesi come l'idrogeno e, in determinate circostanze, l'energia idroelettrica, possono essere utilizzati per compensare le fluttuazioni dell'energia eolica e solare. Esistono inoltre due opzioni tecnologiche che potrebbero coprire il restante 16 % e che possono essere descritte come a zero o a basse emissioni di CO2: l'energia nucleare e le centrali elettriche a gas o a carbone con cattura e stoccaggio della CO2. Tuttavia, tali impianti comportano notevoli sfide sul piano economico, ambientale e socioculturale. Sebbene la definizione esatta del mix di produzione di energia sia di competenza degli Stati membri, risulta incomprensibile che la Commissione non spieghi in che modo intende conseguire una sicurezza dell'approvvigionamento senza emissioni di CO2. |
3.5. |
Tale mancanza di coraggio appare evidente anche in un altro punto del documento. Come osserva giustamente la Commissione, una delle ragioni principali della lentezza con cui procede l'integrazione del sistema energetico è l'insufficiente internalizzazione dei costi del carbonio prodotto dai combustibili fossili utilizzati nei trasporti e, soprattutto, nel riscaldamento. Inoltre, molti Stati membri applicano imposte elevate sull'energia elettrica, anche se prodotta da fonti rinnovabili. Anche il notevole aumento degli oneri di rete costituisce un problema in diversi Stati membri. Da questa distorsione del mercato consegue, ad esempio, che in molti contesti l'uso dell'energia elettrica in eccesso per la produzione di calore (energia elettrica/termica) — ovvero, la forma più semplice di integrazione del sistema — non è economicamente fattibile. |
3.6. |
È solo quando verrà risolto il problema della distorsione del mercato che l'integrazione del sistema energetico potrà realmente progredire. Le intenzioni annunciate di «proseguire i lavori per eliminare gradualmente le sovvenzioni dirette ai combustibili fossili» e di presentare un'«eventuale proposta di estensione dell'ETS a nuovi settori» suonano come parole vuote, e non sono sufficienti. Si tratta di confortanti banalità che la Commissione va ripetendo alla società da anni, senza che vi sia alcun vero cambiamento nella sostanza. Il sostegno tecnologico descritto dalla Commissione nei primi tre pilastri della strategia (cfr. i punti da 3.1 a 3.3 della comunicazione) sarà notevolmente meno efficace se la stessa Commissione non porrà fine con fermezza alle distorsioni del mercato sopra descritte. |
3.7. |
Se è positivo che la Commissione proponga una serie di iniziative tecnologiche, essa avrebbe dovuto chiarire in tale contesto che la combustione di combustibili non può mai competere in termini di efficienza con l'uso diretto di energia fotovoltaica o eolica, a meno che non avvenga in impianti di cogenerazione di calore ed energia elettrica in cui il calore è utilizzato direttamente in loco. Questo aspetto è estremamente importante soprattutto per la decarbonizzazione dei trasporti, che in alcuni settori non può essere realizzata mediante l'elettrificazione. La Commissione descrive tale aspetto limitandosi a citare alcuni esempi di sfuggita in taluni passi della comunicazione. Tuttavia, non sceglie l'efficienza quale criterio guida per valutare le diverse opzioni tecnologiche, come sarebbe invece essenziale per un'integrazione adeguata del sistema energetico sia sul piano della tecnologia energetica che dal punto di vista economico. |
3.8. |
Inoltre, la Commissione non riconosce l'importanza fondamentale delle infrastrutture. Una configurazione economicamente efficiente dell'integrazione del sistema può essere conseguita solo tenendo conto delle infrastrutture energetiche esistenti come base importante per pianificare e attuare l'integrazione del sistema e/o riconoscendo le implicazioni infrastrutturali delle diverse opzioni tecnologiche. Seguendo questo approccio, si potrebbe osservare quanto segue:
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3.9. |
Nessuna delle tecnologie di conversione dell'elettricità («Power-to-X») di cui sopra richiede necessariamente un'infrastruttura completamente nuova. È importante, invece, fare un uso intelligente delle tecnologie esistenti, modernizzandole e adeguandole laddove necessario (3). In molti Stati membri le infrastrutture hanno risentito delle politiche di austerità. L'efficienza in termini di costi è un aspetto importante della modernizzazione e del potenziamento delle infrastrutture, ma è anche necessario creare posti di lavoro di qualità. La Commissione dovrebbe quindi valutare la possibilità di subordinare, almeno a breve e medio termine, il sostegno alle applicazioni Power-to-X all'uso di un'infrastruttura già esistente, in modo da sfruttare innanzitutto il potenziale che comporta i minori costi possibili. In tale contesto, non si comprende per quale motivo la comunicazione rivolga un'attenzione esclusiva alle attività offshore. |
3.10. |
Pur menzionando la digitalizzazione, la comunicazione non ne coglie il potenziale reale. Le reti intelligenti, che forniscono segnali specifici agli operatori del mercato e quindi rendono intelligenti anche i mercati, sono essenziali per un approvvigionamento energetico efficiente e sicuro. Se le giuste informazioni vengono messe a disposizione dei partecipanti al mercato attraverso applicazioni digitali, le auto elettriche, in particolare con la tecnologia di ricarica bidirezionale («vehicle to grid»), le pompe di calore o gli accumulatori d'idrogeno possono fornire importanti servizi di sistema e alleviare la pressione sulla rete. L'intelligenza artificiale, l'apprendimento automatico e l'automazione dei processi di consumo energetico, a livello dei privati o dell'industria, contribuiranno a far sì che lo spostamento del carico raggiunga nuovi livelli e sia integrato nelle centrali elettriche virtuali. |
3.11. |
Infine, la comunicazione in esame ignora molti aspetti che la Commissione aveva giudicato importanti in precedenti comunicazioni, ad esempio quella in merito alla strategia quadro per l'Unione dell'energia, oppure che fanno già parte del diritto europeo in vigore attraverso il pacchetto Energia pulita: si tratta ad esempio dei «clienti attivi», definiti nella direttiva (UE) 2019/944 sul mercato interno dell'elettricità, i quali devono poter accedere a tutti i pertinenti mercati dell'elettricità. Questo concetto non figura da nessuna parte nella comunicazione, né tantomeno vengono menzionate le attività degli autoproduttori o delle comunità energetiche dei cittadini, codificate nella direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili. L'affermazione secondo cui «i cittadini hanno un ruolo centrale nell'integrazione del sistema e ciò significa che dovrebbero contribuire a plasmare l'attuazione della presente strategia» suona piuttosto gratuita, se l'unica misura concreta prospettata è una campagna d'informazione. |
3.12. |
Il CESE ha già più volte sottolineato che in molti Stati membri esistono ostacoli sostanziali che rendono di fatto impossibile la partecipazione dei cittadini. È quindi ancora più incomprensibile che la comunicazione ignori questo problema. Altri obiettivi evidenziati in contesti analoghi e completamente assenti dalla comunicazione sono: la riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia, il rafforzamento dei circuiti economici regionali, la creazione di posti di lavoro equi e di qualità, ecc. Si tratta di criteri che vanno presi in considerazione nel progettare l'integrazione energetica, e in base ai quali alcune specifiche opzioni tecnologiche appaiono più vantaggiose di altre. La Commissione dovrebbe inoltre adoperarsi affinché anche i paesi terzi tengano conto di questi aspetti nella loro politica energetica. Anche in questo contesto la tassazione alle frontiere potrebbe rappresentare un'opzione strategica. |
3.13. |
A tale proposito vi sarebbero innumerevoli modalità per trasformare i cittadini in «attori» dell'integrazione settoriale, nella quale svolgano appunto un ruolo attivo e dalla quale possano trarre vantaggio. Per citare solo un esempio: le turbine eoliche più recenti forniscono una quantità così elevata di energia elettrica in condizioni medie da soddisfare il fabbisogno di circa 7 000 auto elettriche. Considerando che il costo di investimento è inferiore a 10 milioni di EUR, è indubbiamente opportuno promuovere i parchi eolici comunitari come stazioni di rifornimento di energia elettrica a livello regionale. Tuttavia, tali approcci, che sarebbero pienamente in grado di aumentare il consenso nell'opinione pubblica, anche perché ridurrebbero drasticamente i costi per i cittadini e avrebbero un impatto positivo sull'economia regionale, non vengono menzionati neppure di sfuggita nella comunicazione in esame. |
3.14. |
Affinché le persone possano beneficiare dell'integrazione del sistema, è necessario rafforzare i diritti dei consumatori, per quanto riguarda sia il ruolo di prosumatore che quello tradizionale di consumatore. Nella comunicazione, i cittadini sono considerati solo come clienti o consumatori, ai quali si dovrebbero semplicemente fornire informazioni più precise. Ciò risulta molto deludente per il CESE, anche in considerazione delle promesse collegate all'«Unione europea dell'energia». |
3.15. |
Mentre la Commissione riconosce, in termini astratti, la necessità di intervenire sui diritti dei consumatori nel settore del gas e del teleriscaldamento, come misura fondamentale viene annunciato solo il rafforzamento della posizione dei clienti del settore del gas nell'ambito di un nuovo quadro normativo del mercato del gas per il 2021. Mancano misure concrete in materia di teleriscaldamento e reti di riscaldamento locale, anche se è proprio in questo settore, in confronto a quelli dell'elettricità e del gas, che la definizione dei diritti dei consumatori è molto più carente. Tuttavia, in un contesto di mantenimento dell'integrazione già in atto dei sistemi, occorre desistere da ulteriori misure di liberalizzazione nel settore del riscaldamento. |
3.16. |
A questo proposito il CESE ricorda la propria posizione secondo cui è essenziale evitare che si crei una società energetica divisa in due classi (4). Non è concepibile che solo i nuclei familiari adeguatamente attrezzati sul piano finanziario e tecnico beneficino della transizione energetica e che tutti gli altri debbano sostenerne i costi. Al contrario, sono necessarie misure concrete per affrontare la povertà energetica a livello sia nazionale che europeo. Tra queste rientrano una migliore accessibilità del sostegno per il rinnovamento termico o la sostituzione degli impianti di riscaldamento per le famiglie in condizioni di povertà energetica, modelli di fornitura di base obbligatori e disposizioni generali di protezione dei consumatori nel settore dell'energia, ad esempio contro gli oneri di rete eccessivi e gli abusi della posizione di monopolio. |
4. Osservazioni particolari
Sul sistema energetico circolare
4.1. |
Il CESE ha già definito il concetto di sistema energetico circolare nel parere d'iniziativa TEN/660 e accoglie con favore l'adozione di tale concetto da parte della Commissione. |
4.2. |
Tuttavia, il termine non dovrebbe fare riferimento soltanto al risparmio di energia e all'efficienza energetica, come avviene nella comunicazione, ma in senso più ampio ai flussi di energia in generale. Ciò è particolarmente importante per una rapida integrazione del sistema energetico sul territorio, ossia nel luogo del consumo finale. |
4.3. |
Il CESE accoglie con favore l'annuncio della Commissione di voler riesaminare i fattori di energia primaria. In effetti, è chiaro già oggi che le pratiche attuate da molti Stati membri non favoriscono le applicazioni di conversione dell'energia elettrica in energia termica e i biocarburanti. Si dovrebbe inoltre prendere in considerazione la possibilità di allineare chiaramente i fattori di energia primaria alle emissioni di CO2 che ne derivano. |
4.4. |
L'attuazione del principio «l'efficienza energetica al primo posto», individuata come misura chiave al punto 3.1 della comunicazione, potrebbe suggerire un incremento dei prezzi dell'energia. Tuttavia, occorre prestare attenzione ai consumatori di energia vulnerabili ed evitare un aumento della povertà energetica. Il Comitato ha ripetutamente sollecitato l'adozione di strategie in tal senso e ha anche presentato delle proposte concrete (cfr. ad esempio SC/53). Questo aspetto riveste un'importanza particolare, anche se non esclusiva, per un gran numero di cittadini dell'Europa orientale e per le regioni in transizione. Per conseguire gli obiettivi di elevata efficienza sono pertanto necessari approcci differenziati a livello regionale. |
Su un'accelerazione dell'elettrificazione della domanda di energia
4.5. |
L'approccio della Commissione è corretto: l'elettrificazione del settore del riscaldamento e della mobilità rappresenta il modo migliore per realizzare l'integrazione del sistema. Perché questo avvenga in linea con l'obiettivo della neutralità climatica, le energie rinnovabili devono essere sviluppate rapidamente ma in modo orientato e adeguato alle necessità. |
4.6. |
Sarebbe stato auspicabile che la Commissione avesse chiarito che cosa questo significhi concretamente per la summenzionata revisione della direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili. Il CESE ritiene che gli obiettivi di sviluppo di cui sopra siano troppo limitati. |
4.7. |
Il punto 3.2 della comunicazione illustra chiaramente l'accento posto sull'energia eolica offshore. Il fotovoltaico e l'eolico onshore non sono neppure menzionati. Ciò è incomprensibile, poiché, come spiegato al punto 3.7 del presente parere, queste forme consentono di sfruttare il potenziale di integrazione del sistema in modo rapido ed efficiente, mentre l'eolico offshore per produrre idrogeno richiede ingenti investimenti nelle infrastrutture energetiche. Si raccomanda pertanto alla Commissione di applicare il principio «first things first», ossia fare prima le cose più importanti, nel definire le priorità delle sue azioni. |
Sul ruolo dell'idrogeno
4.8. |
Non si può che concordare sul fatto che l'idrogeno sarà un elemento indispensabile di un mix energetico climaticamente neutro. L'idrogeno sarà indispensabile specialmente in tre settori quando l'elettrificazione diretta raggiungerà i suoi limiti:
|
4.9. |
Tuttavia, la produzione di idrogeno è costosa e comporta ingenti perdite di energia. La comunicazione dovrebbe pertanto chiarire che l'idrogeno può essere un'opzione solo nei casi in cui il riscaldamento diretto o l'elettrificazione siano tecnicamente impossibili (o possibili soltanto a un costo significativamente più elevato). |
Sull'assetto del mercato e l'apertura dei mercati
4.10. |
Il rigido orientamento riscontrabile in molti Stati membri a favore di un mercato centrale all'ingrosso ostacola in molti casi l'integrazione del sistema energetico. Ad esempio, può essere molto più opportuno sul piano tecnico (ai fini della riduzione del carico sulla rete elettrica) ed economico (per una migliore efficienza in termini di costi) utilizzare l'energia elettrica eccedentaria locale per le applicazioni di mobilità o di conversione dell'energia elettrica in energia termica, che generano anche una domanda locale di energia elettrica. Tale integrazione diretta di diversi settori energetici nello stesso luogo, possibilmente con il coinvolgimento dei servizi pubblici e municipali già consolidati, con le loro reti sostenibili, è spesso resa impossibile dai mercati all'ingrosso centralizzati. |
4.11. |
È sorprendente che la Commissione non riconosca che una rigida focalizzazione su pochi mercati centrali all'ingrosso dell'energia elettrica impedisce l'integrazione del sistema, tanto più che altre forme di commercio sono già menzionate e considerate in testi legislativi esistenti: ad esempio, la direttiva sul mercato interno dell'energia elettrica (UE) 2019/944 conferisce esplicitamente ai clienti attivi il diritto di commerciare «tra pari» e prevede la condivisione dell'energia all'interno di comunità energetiche di cittadini. In entrambi i casi si tratta di modalità che consentono ai cittadini, ma anche alle PMI e ai comuni, di promuovere l'integrazione del sistema in modo molto efficace sul campo. A tale riguardo, pertanto, la comunicazione della Commissione risulta deludente, poiché in nessun punto viene indicato in che modo il mercato debba essere configurato affinché i consumatori possano svolgere tale ruolo. |
Sulle infrastrutture energetiche integrate
4.12. |
Si giudica positivamente l'impegno per una pianificazione globale delle infrastrutture, essendo prevedibile che vi sarà un notevole fabbisogno di investimenti, cui si potrebbe eventualmente far fronte con un quadro di finanziamento paneuropeo. Tuttavia, a tale proposito è importante considerare le infrastrutture esistenti, la loro ottimizzazione e il loro ampliamento in termini di opzioni per la produzione di energia e modelli di consumo, compresa la maggiore flessibilità dei consumi, e tenere conto di quali interazioni vi siano tra le infrastrutture stesse e le strutture di mercato o commerciali. Si tratta di una sfida alla quale la Commissione non ha saputo rispondere. |
4.13. |
A tale riguardo, essa non tiene conto del fatto che è l'infrastruttura a determinare quali tecnologie vadano impiegate in via preferenziale, vale a dire quelle che, a parità di altre condizioni (ceteris paribus), utilizzano al meglio l'infrastruttura esistente. |
Bruxelles, 27 gennaio 2021
La presidente del Comitato economico e sociale europeo
Christa SCHWENG
(1) GU L 158 del 14.6.2019, pag. 125.
(2) GU L 328 del 21.12.2018, pag. 82.
(3) Per citare un solo esempio: anche quando il ruolo del gas fossile diverrà sempre più limitato, le reti del gas esistenti potrebbero essere utilizzate, del tutto o in parte, per il «gas verde» e/o l'idrogeno.