COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 20.11.2017
COM(2017) 678 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
Piano d'azione dell'UE per il 2017-2019
Affrontare il problema del divario retributivo di genere
1.Il divario retributivo di genere nell'UE
Il divario retributivo di genere è rimasto invariato a causa di...
La parità di genere rappresenta uno dei valori fondamentali dell'Unione europea. Eppure sul lavoro la realtà è diversa. Nell'UE le donne, nei vari settori economici, guadagnano in media oltre il 16% in meno all'ora rispetto agli uomini. Questo divario retributivo di genere è rimasto stabile negli ultimi 5 anni. Al ritmo di cambiamento attuale, verrà colmato solo all'inizio del prossimo millennio. La recente stagnazione solleva interrogativi sulla necessità di rafforzare e adattare le iniziative esistenti: le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro sono state contenute, ma non eliminate.
.... una segregazione diffusa sul mercato del lavoro,
I settori e le professioni sono segregati: la maggior parte dei lavoratori europei ha colleghi principalmente dello stesso sesso e i settori in cui le donne sono raggruppate vengono spesso retribuiti in misura minore rispetto a quelli in cui vengono raggruppati gli uomini. Sebbene diverse iniziative siano riuscite a incoraggiare le donne a entrare in settori dominati dalla presenza maschile, come quello delle scienze e della tecnologia, il livello di segregazione nel lavoro e nei settori economici è cambiato nel complesso molto poco. Inoltre, in quasi tutti i settori gli uomini sono più spesso promossi a ruoli di supervisione o di direzione, raggiungendo posizioni di vertice, mentre meno del 5% dei CEO è donna. Questa segregazione "verticale" spiega una parte significativa del divario retributivo di genere.
.... stereotipi persistenti alimentati da politiche inadeguate di conciliazione tra vita professionale e vita privata,
Persistono stereotipi sul ruolo degli uomini e delle donne nella società e, per esteso, sulla questione se le donne debbano operare sul mercato del lavoro o restare a casa. Questa è una delle cause alla base del divario retributivo di genere. Gli uomini, in media, dedicano molto meno tempo delle donne a prendersi cura dei figli o dei parenti a carico, mentre le donne non possono dedicare lo stesso tempo allo svolgimento di un lavoro retribuito, né acquisire un'esperienza che le aiuti durante la loro vita lavorativa. Le politiche di conciliazione tra vita professionale e vita privata possono, se ben concepite, contribuire a ridurre il divario retributivo di genere. Investire in strutture di assistenza formale e in congedi familiari adeguati sia per le donne che per gli uomini contribuisce a ridurre il divario retributivo di genere, in quanto riduce le interruzioni di carriera e la discontinuità dell'occupazione per le donne. Sia per le donne che per gli uomini dovrebbero essere valorizzate meglio le modalità di lavoro flessibili (comprese la flessibilità dell'orario di lavoro, l'orario ridotto e il lavoro a distanza), e queste non dovrebbero essere considerate come un costo per i datori di lavoro, che spesso tendono a penalizzare i lavoratori sotto forma di penalizzazioni retributive.
.... e discriminazione, consentita dalla mancanza di trasparenza
In quasi tutte le occupazioni, in media gli uomini vengono pagati più delle donne. La discriminazione dal punto di vista retributivo è ancora dilagante: le donne possono essere pagate meno per lo stesso lavoro e le posizioni solitamente occupate dalle donne sono meno retribuite rispetto a quelle solitamente maschili, anche se di pari valore. Inoltre, la segretezza sui livelli salariali rende ancora più difficile individuare i casi di discriminazione. Se da un lato la maggior parte degli europei (69%) è consapevole dell'esistenza di un divario retributivo di genere nel mondo economico, i lavoratori non ritengono che questo esista nella loro impresa, mentre un terzo dei lavoratori non conosce l'entità del salario dei colleghi. Gli europei sarebbero a favore di una maggiore trasparenza sul lavoro: quasi due terzi appoggiano la divulgazione dei salari medi, per sesso e tipologia di lavoro, percepiti all'interno dell'organizzazione o impresa in cui lavorano.
Quasi la metà dei lavoratori si sentirebbe in realtà a disagio a negoziare il proprio salario, e la percentuale è più elevata tra le donne che tra gli uomini. Tuttavia, anche il contesto è importante: le donne tendono a negoziare tanto quanto gli uomini quando viene esplicitamente indicato che i salari sono negoziabili e che quindi la contrattazione costituisce un comportamento adeguato. L'organizzazione del lavoro e la concezione di politiche di assunzione e salariali possono in effetti avere importanti ripercussioni: se ben concepite, possono contrastare il nostro inconscio pregiudizio riguardante gli uomini e le donne ed evitare l'adozione di un "doppio standard" per i due sessi, che non vengono ricompensati in egual misura.
L'entità del divario retributivo di genere nel mondo economico dipende anche dalle istituzioni che determinano i salari. Salari minimi e meccanismi di fissazione dei salari intersettoriali possono contribuire all'innalzamento dei salari nei settori a bassa retribuzione e pertanto ridurre il divario retributivo di genere.
La situazione attuale suggerisce la necessità di prendere in considerazione ulteriori misure di ampia portata a livello di UE. Tali misure contribuiranno a stimolare l'occupazione e la crescita nell'UE e a creare un mercato unico per l'occupazione più equo. La presente comunicazione illustra un piano d'azione per affrontare ulteriormente il problema del divario retributivo di genere e garantire la piena applicazione del principio della parità di retribuzione tra donne e uomini.
2.Priorità politiche
Colmare il divario retributivo di genere costituisce ancora una finalità fondamentale nell'ambito dell'obiettivo generale di raggiungere la parità di genere e conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Contribuisce inoltre a promuovere il pilastro europeo dei diritti sociali (annunciato dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione in occasione del vertice sociale per l'occupazione equa e la crescita svoltosi a Göteborg il 17 novembre 2017), in particolare il principio 2 sulla parità di genere in tutti i settori e il principio 3 sulle pari opportunità.
Tale finalità continua pertanto a rappresentare una priorità politica per la Commissione. Il presente piano d'azione mira a tradurre ulteriormente questo impegno in un elenco di azioni chiave concrete.
Il piano d'azione comprende una serie ampia e coerente di attività finalizzate ad affrontare il divario retributivo di genere da tutte le angolazioni possibili, piuttosto che a concentrarsi su un unico fattore o causa. Tali attività si rafforzeranno reciprocamente.
Sono stati individuati otto principali assi d'azione:
1- migliorare l'applicazione del principio della parità retributiva;
2- lottare contro la segregazione occupazionale e settoriale;
3- rompere il soffitto di cristallo: iniziative per combattere la segregazione verticale;
4- ridurre l'effetto penalizzante delle cure familiari;
5- valorizzare maggiormente le competenze, l'impegno e le responsabilità delle donne;
6- dissolvere la nebbia: portare alla luce disuguaglianze e stereotipi;
7- avvertire e fornire informazioni sul divario retributivo di genere;
8 - rafforzare i partenariati per lottare contro il divario retributivo di genere.
Perché tali azioni siano efficaci, saranno necessarie sinergie tra le misure adottate dai principali interlocutori a livello europeo, nazionale e aziendale.
Azione 1: migliorare l'applicazione del principio della parità retributiva
La Commissione valuterà la necessità di adottare ulteriori misure giuridiche per migliorare l'applicazione del principio e continuerà a monitorare e a far rispettare i diritti dell'UE esistenti.
Il TFUE sancisce il principio della parità retributiva all'articolo 157. L'articolo 4 della direttiva 2006/54/CE sulla parità di genere (rifusione) stabilisce il principio della parità retributiva, prevedendo che, per quanto riguarda uno stesso lavoro o un lavoro al quale è attribuito un valore uguale, occorre eliminare la discriminazione diretta e indiretta basata sul sesso e concernente un qualunque aspetto o condizione delle retribuzioni.
Nel 2013 la Commissione ha adottato una relazione sull'applicazione della direttiva sulla parità di genere (rifusione). La relazione illustra lo stato di avanzamento dell'attuazione della direttiva sul campo, anche per quanto riguarda la parità retributiva.
Nel 2014 la Commissione ha adottato una raccomandazione sulla trasparenza salariale, che promuove un'applicazione più efficace della legislazione in materia di parità retributiva attraverso una serie di misure concrete per migliorare la trasparenza delle retribuzioni. La raccomandazione invita gli Stati membri a scegliere e ad attuare almeno una di tali misure alla luce della loro situazione interna.
Insieme a questo piano d'azione, la Commissione ha adottato una relazione di valutazione sulla raccomandazione sulla trasparenza. La relazione fa il punto sul seguito dato dagli Stati membri e fornisce una panoramica delle misure nazionali esistenti. La valutazione delle misure nazionali notificate dagli Stati membri ha rivelato che le attuali misure nazionali di trasparenza sono insufficienti e non efficaci di per sé.
Sia la relazione sull'attuazione della direttiva sulla parità di genere (rifusione) che la raccomandazione sulla trasparenza dimostrano la necessità di rafforzare il quadro giuridico esistente e di migliorarne l'applicazione.
In particolare, la Commissione:
·valuterà la possibilità di apportare modifiche mirate alla direttiva sulla parità di genere (rifusione) nel seguente modo:
odeterminando la necessità e la possibilità di rendere vincolanti alcune o tutte le misure in materia di trasparenza salariale previste dalla raccomandazione del 2013, come ad esempio:
-il diritto dei lavoratori di richiedere informazioni sui livelli salariali;
-regolari relazioni da parte dei datori di lavoro sulle retribuzioni, suddivise per categoria di dipendenti e posizione;
-il chiarimento del concetto di "lavoro di pari valore".
oaumentando le sanzioni e il risarcimento delle vittime valutando la necessità di introdurre misure quali:
-prevedere sanzioni minime in caso di violazione del principio della parità retributiva, e
-introdurre norme minime sugli indennizzi che mettano la vittima nella posizione in cui si sarebbe trovata se fosse stato rispettato il principio della parità retributiva.
ogarantendo la parità di genere nei regimi pensionistici professionali al fine di adeguare la direttiva sulla parità di genere (rifusione) alla giurisprudenza della Corte di giustizia: la direttiva consente un trattamento differenziato delle donne e degli uomini in relazione alle pensioni professionali a causa della loro diversa aspettativa di vita statistica, che porta le donne a ricevere una pensione mensile più bassa perché in media vivono più a lungo (contribuendo quindi al divario pensionistico di genere). Tale pratica è stata giudicata discriminatoria e vietata dalla Corte di giustizia per le pensioni statali nel 2014 e per le pensioni private (contratti di assicurazione) nel 2011.
orafforzando il ruolo degli organismi per la parità nell'applicazione delle norme, ad esempio:
-garantendo che gli organismi per la parità possano svolgere appieno il loro ruolo, nello specifico mediante la verifica e l'attuazione delle norme applicabili;
-chiarendo i requisiti previsti dalla direttiva e/o fissando norme orizzontali per gli organismi per la parità in funzione del loro status in materia di monitoraggio, in particolare per quanto riguarda l'indipendenza, l'efficacia e le competenze.
·continuerà a valutare se l'acquis dell'UE è attuato correttamente nei vari Stati membri dell'UE e a controllare come viene applicato sul campo il principio della parità retributiva; in caso di inosservanza, la Commissione continuerà ad avviare procedure di infrazione nei confronti dello Stato membro interessato per inosservanza degli obblighi dell'UE;
·adotterà, nel 2019, una relazione sulle misure nazionali adottate sulla base dell'articolo 157, paragrafo 4 del TFUE, prevedendo vantaggi specifici volti a facilitare l'esercizio di un'attività professionale da parte del sesso sottorappresentato oppure a evitare o compensare svantaggi nelle carriere professionali;
·continuerà a collaborare con la rete europea di enti nazionali per le pari opportunità (EQUINET), il comitato consultivo per le pari opportunità tra donne e uomini e il gruppo di alto livello sull'integrazione della dimensione di genere al fine di rafforzare l'applicazione del principio della parità retributiva negli Stati membri.
Azione 2: lottare contro la segregazione occupazionale e settoriale
La Commissione sosterrà pratiche che combattano in fase precoce, nell'istruzione e nella vita professionale, gli stereotipi che portano a differenze nell'occupazione delle donne e degli uomini in diversi settori. La Commissione sosterrà le imprese e gli altri datori di lavoro nei loro sforzi volti a garantire la parità retributiva e ad attirare e mantenere il sesso sottorappresentato.
La segregazione settoriale costituisce una delle cause alla base del divario retributivo di genere.
La rappresentanza di uomini e donne varia da un settore economico all'altro. Le donne sono meno rappresentate in alcuni settori dell'economia, come l'edilizia, l'industria manifatturiera, i trasporti, le scienze e le TIC. Al contrario, gli uomini raramente entrano in settori chiave per il futuro della società e dell'economia europea quali l'istruzione, l'assistenza infermieristica e le professioni legate all'assistenza sanitaria.
Il settore delle TIC è cresciuto negli ultimi 10 anni e dovrebbe continuare a creare nuovi posti di lavoro. Tuttavia, solo il 16% circa dei quasi 8 milioni di persone che lavorano nel settore delle TIC è rappresentato da donne. Nel settore ingegneristico e scientifico, si percepisce ancora una divisione di genere nella generazione giovane: se da un lato nel 2014 le donne costituivano il 46% delle persone in possesso di un dottorato nell'UE, dall'altro rappresentavano solo il 28% dei laureati in ingegneria, nel settore manifatturiero e in edilizia e solamente il 21% di quelli in informatica. Al contrario, gli uomini rappresentano solo il 33% dei titolari di dottorati in materie legate all'insegnamento.
Attrarre un maggior numero di donne verso il settore scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico (STEM, dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics) contribuirebbe a un aumento del PIL pro capite dell'UE dal 2,2% al 3,0% nel 2050. Per ottenere questo obiettivo si potrebbero sfruttare nuove tendenze quali l'interesse delle ragazze per la programmazione informatica (coding) o l'emergere di start-up femminili.
Poiché le scelte di carriera e di studio vengono fatte abbastanza precocemente e troppo spesso sono irreversibili, affrontare la segregazione nel mercato del lavoro richiede azioni a livello scolastico. I dati PISA mostrano che gli stereotipi di genere sono ancora diffusi, il che comporta differenze in relazione alla sicurezza di sé e all'impegno in diversi campi. Sono disponibili alcune buone pratiche su come affrontare la segregazione nell'istruzione e nel mercato del lavoro. In questo campo sono necessari l'apprendimento reciproco e prove di "ciò che funziona".
In particolare, la Commissione:
sosterrà progetti transnazionali volti a combattere gli stereotipi e la segregazione nell'ambito dell'istruzione, della formazione e del mercato del lavoro, con particolare attenzione per la sperimentazione in grado di produrre prove attendibili. Il sostegno sarà fornito attraverso il programma "Diritti, uguaglianza e cittadinanza" (REC) 2014-2020 e integrerà il sostegno fornito agli Stati membri attraverso il FSE e il programma
Erasmus+
;
·organizzerà una conferenza di valutazione (nel 2018) e una conferenza conclusiva (2019) sui risultati dei progetti di lotta contro gli stereotipi e la segregazione, in cooperazione con le principali parti interessate, in particolare i rappresentanti delle scuole, i formatori, le università, i servizi pubblici per l'impiego e i centri di orientamento professionale. Le conferenze intendono mettere in luce le esperienze più promettenti e diffonderle ulteriormente tra un'ampia gamma di interlocutori e governi nazionali;
·avvierà una regolare condivisione delle migliori pratiche tra le imprese, che porti all'eliminazione della segregazione di genere e continuerà a favorire la Piattaforma dell'UE delle Carte della diversità;
·continuerà a finanziare progetti di base che mettano in discussione gli stereotipi promossi dalle comunità dell'istruzione e della formazione, attraverso il programma
Erasmus+
;
·attuerà iniziative specifiche in vari settori per eliminare gli stereotipi sulle competenze, le capacità e i ruoli delle donne e degli uomini, come ad esempio:
-continuare ad invitare le imprese a unirsi alla Grande coalizione sulle competenze e le occupazioni digitali, e in particolare a spingerle a dotare un maggior numero di donne e ragazze di competenze digitali incoraggiandole altresì a intraprendere studi e carriere nel settore delle TIC; saranno messi a disposizione delle organizzazioni e delle imprese finanziamenti dell'UE per continuare lo scambio di buone pratiche in materia di innovazione, diversità e inclusione di genere nonché leadership equilibrata;
-pubblicare lo studio dell'autunno 2017 sulle Donne nell'era digitale (Women in Digital Age), che fornisce una panoramica delle tendenze in questo campo, prevedendo un adeguato follow-up;
-fornire strumenti per promuovere cambiamenti istituzionali che possano favorire l'uguaglianza nelle carriere scientifiche (come lo strumento GEAR sulla parità di genere nel mondo accademico e della ricerca messo a punto dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere) e continuare a monitorare regolarmente le principali tendenze delle scienze e della ricerca nell'ambito di She Figures, la pubblicazione faro della Commissione in questo settore;
-continuare a mettere in evidenza i risultati ottenuti dalle donne nel campo delle scienze organizzando il premio UE per le donne innovatrici;
-lanciare una piattaforma dell'UE per il cambiamento al fine di aumentare l'occupazione femminile e le pari opportunità nel settore dei trasporti e pubblicare nel 2018 uno studio sull'opportunità economica legata all'aumento dell'occupazione femminile nei trasporti; sulla base dei risultati di questo studio, che saranno ampiamente diffusi, saranno condivise le migliori pratiche del settore e altri settori saranno incoraggiati a sottoporsi a un esercizio analogo;
-
sostenere l'apprendimento tra pari tra gli Stati membri sulle carriere degli insegnanti e dei dirigenti scolastici con l'obiettivo di affrontare lo squilibrio di genere nell'insegnamento; ciò sarà realizzato nell'ambito del programma Istruzione e formazione 2020 attraverso una serie di seminari di esperti e collegato al dialogo sociale settoriale europeo in materia di istruzione;
-sostenere la raccolta di dati sulla retribuzione degli insegnanti da parte di Eurydice
in cooperazione con l'OCSE e incoraggiare gli Stati membri ad adottare misure per eliminare la sottoremunerazione in questo settore.
Azione 3: rompere il soffitto di cristallo: combattere la segregazione verticale
La Commissione sosterrà le pratiche volte a migliorare l'equilibrio di genere nei processi decisionale e nelle cariche dirigenziali in tutti i settori.
In ogni settore e in ogni professione le donne hanno minori probabilità di essere promosse e di assumere responsabilità dirigenziali. Sono pertanto necessarie azioni per migliorare l'equilibrio di genere nel processo decisionale e garantire la parità di genere a tutti i livelli.
In particolare, la Commissione:
·si adopererà per l'adozione della proposta di direttiva riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori delle società quotate in Borsa. La proposta fissa obiettivi quantitativi per gli Stati membri e sottolinea l'importanza che i consigli di amministrazione stabiliscano criteri di selezione trasparenti per i candidati;
·monitorerà l'attuazione delle politiche in materia di diversità di genere nella composizione dei consigli di amministrazione nelle principali società quotate in Borsa dell'UE nel contesto della direttiva 2014/95/UE recante modifica della direttiva 2013/34/UE per quanto riguarda la comunicazione di informazioni non finanziarie e di informazioni sulla diversità da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni; darà seguito agli orientamenti della Commissione sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario, esaminando in particolare in che misura le società più grandi affrontano la questione dell'equilibrio di genere nelle loro politiche in materia di diversità;
·continuerà a finanziare, attraverso il programma "Diritti, uguaglianza e cittadinanza", progetti di governi, parti sociali, imprese, ONG e università con l'obiettivo di migliorare l'equilibrio di genere nelle posizioni dirigenziali a tutti i livelli;
·avvierà un dialogo con le parti sociali per promuovere misure volte a migliorare l'equilibrio di genere nel processo decisionale e avvierà e attuerà progetti finalizzati a migliorare l'equilibrio di genere nelle posizioni decisionali;
·incoraggerà i governi ad adottare strategie che includano misure concrete per una migliore rappresentazione del sesso sottorappresentato nel processo decisionale;
·avvierà un dialogo con gli organismi di regolamentazione settoriali al fine di adottare misure volte a migliorare l'equilibrio di genere nel processo decisionale;
·attuerà l'iniziativa sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare (cfr. azione 4) che sostiene un migliore equilibrio e una maggiore condivisione delle responsabilità di assistenza tra donne e uomini, incoraggiando in tal modo le donne a candidarsi per posizioni più importanti.
Azione 4: ridurre l'effetto penalizzante delle cure familiari
La Commissione sosterrà l'emancipazione economica delle donne promuovendo politiche di conciliazione tra vita privata e professionale.
Oggi, le giovani donne concludono gli studi con qualifiche migliori rispetto ai giovani uomini, ma in 10 Stati membri già prima di compiere 34 anni guadagnano il 10% in meno rispetto agli uomini. Questo divario si accentua con l'età, in particolare a causa della cosiddetta "penalizzazione da maternità". Le donne lasciano il mercato del lavoro per prendersi cura dei figli e/o dei familiari a carico e, se non abbandonano del tutto il mercato del lavoro, spesso quando vi rientrano accettano posizioni meno qualificate per far fronte ai loro doveri familiari. Le politiche di conciliazione tra vita professionale e vita privata costituiscono una condizione preliminare per migliorare l'emancipazione economica delle donne, in quanto un buon equilibrio tra lavoro e vita privata aumenta le opportunità per le donne sul mercato del lavoro ed elimina gli ostacoli all'accesso all'occupazione.
Nell'ambito del pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione ha adottato un'iniziativa volta a migliorare l'equilibrio tra attività professionale e vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza che lavorano, aggiornando l'attuale quadro giuridico dell'UE in materia di congedi familiari e modalità di lavoro flessibili nonché elaborando un quadro politico globale volto a migliorare la concezione dei congedi familiari e delle modalità di lavoro flessibili, incrementando la qualità, la convenienza e l'accessibilità dei servizi di assistenza formale e affrontando il problema dei disincentivi economici per i percettori di reddito secondario. L'iniziativa mira ad affrontare il problema della sottorappresentanza delle donne sul mercato del lavoro grazie a una migliore condivisione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne, riducendo in tal modo il rischio che le donne abbiano minori possibilità di avanzamento di carriera e combattendo gli stereotipi che scoraggiano i datori di lavoro dall'assumere e/o promuovere le donne. Ciò dovrebbe avere un impatto positivo sulla lotta contro la segregazione verticale di genere nel mercato del lavoro, riducendo gli incentivi delle donne a inserirsi autonomamente in settori o livelli occupazionali meno retribuiti, attualmente percepiti come settori in grado di offrire loro un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata e spesso retribuiti in misura inferiore (ad esempio medici di famiglia, insegnanti o impiegati di amministrazioni locali).
In particolare, la Commissione:
·si adopererà per una rapida adozione, da parte dei colegislatori, della direttiva sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza;
·garantirà la rapida attuazione delle azioni non legislative previste nella comunicazione.
Azione 5: valorizzare maggiormente le competenze, l'impegno e le responsabilità delle donne
La segregazione occupazionale e settoriale è dilagante e la situazione sta cambiando molto lentamente. A breve o medio termine, sono inoltre necessarie misure per migliorare i salari nelle professioni a prevalenza femminile, riconoscendo così le competenze, l'impegno e le responsabilità richiesti nei settori a prevalenza femminile.
In particolare, la Commissione:
·si adopererà per un migliore riconoscimento delle competenze in tutti i settori, anche in quelli a prevalenza femminile, nell'ambito della sua nuova agenda per le competenze. Gli strumenti
sviluppati nel contesto dell'agenda (sulle qualifiche, le competenze e la convalida dell'apprendimento informale) sono neutri dal punto di vista del genere e contribuiranno a valorizzare al massimo tali competenze e a migliorare la trasparenza delle qualifiche. Nell'attuazione della nuova agenda per le competenze sarà prestata particolare attenzione alle questioni di genere. In particolare, saranno organizzate attività di apprendimento reciproco tra le principali parti interessate su come il riconoscimento e la convalida delle competenze possono promuovere la parità di genere
;
·continuerà a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di sistemi di classificazione del lavoro neutri sotto il profilo del genere per garantire nella pratica la parità retributiva. Nel 2018 la Commissione pubblicherà e divulgherà ampiamente una guida aggiornata sui sistemi di valutazione e classificazione del lavoro neutri sotto il profilo del genere.
Azione 6: dissolvere la nebbia: portare alla luce disuguaglianze e stereotipi
La Commissione continuerà a raccogliere e a fornire dati pertinenti sull'attuale divario retributivo di genere e sulle relative conseguenze sulle retribuzioni e sulle pensioni.
Affrontare il problema del divario retributivo di genere richiede una conoscenza adeguata dei problemi che interessano questo settore e la capacità di proporre soluzioni adeguate. La Commissione sta pertanto lavorando costantemente per fornire dati pertinenti sul persistere del divario retributivo di genere e sulle sue conseguenze per gli individui, le economie e le società
e diffondere gli studi in materia.
In particolare, la Commissione:
·continuerà a riferire regolarmente sull'andamento del divario retributivo, salariale e pensionistico sotto il profilo del genere in Europa attraverso:
-la sua relazione annuale sulla parità tra donne e uomini, pubblicata in occasione della Giornata internazionale della donna;
-dati sul divario retributivo di genere "corretto"
sviluppati congiuntamente dalla Commissione e da Eurostat nel 2017 e 2018 e dati sul divario retributivo di genere "non corretto" sviluppati dalla Commissione nel quadro di valutazione della situazione sociale;
-l'Eurobarometro sul divario retributivo di genere e la trasparenza retributiva, che sarà pubblicato nell'autunno 2017;
-una relazione sull'applicazione della parità retributiva pubblicata insieme al presente piano d' azione;
·avvierà lavori destinati a valutare meglio la parità di genere nell'economia collaborativa, dal momento che i dati raccolti in Europa e negli Stati Uniti mostrano che un maggior numero di donne sta entrando nella "piattaforma economica". Questa tendenza potrebbe contribuire ad ampliare il divario retributivo di genere. Un modulo specifico su questo tema sarà incluso nell'indagine annuale sulle forze di lavoro condotta da Eurostat;
·includerà una prospettiva di genere specifica nella relazione del 2018 sull'adeguatezza delle pensioni.
Azione 7: avvertire e fornire informazioni sul divario retributivo di genere
La Commissione si impegnerà attivamente in attività di sensibilizzazione sul divario retributivo di genere e fornirà orientamenti sul principio della parità retributiva.
Il divario retributivo di genere si ridurrà solo con il forte coinvolgimento di tutti gli attori interessati, vale a dire lavoratori, imprese e autorità pubbliche. L'informazione è essenziale per consentire alle vittime di discriminazione di far valere i propri diritti, per consentire alle imprese di adeguare le loro prassi e politiche nonché per permettere alle autorità pubbliche di prendere le necessarie misure di accompagnamento e/o adottare orientamenti.
In particolare, la Commissione:
·richiamerà l'attenzione sul divario retributivo di genere e sulle sue cause di fondo, in particolare in occasione della Giornata europea per la parità retributiva;
·aggiornerà e divulgherà ogni anno materiale di comunicazione specifico e schede informative nazionali sul divario retributivo di genere;
·continuerà a pubblicizzare i risultati dei progetti finanziati nell'ambito del programma PROGRESS dell'UE, nello specifico otto
progetti transnazionali
, condotti dalla società civile e dalle parti sociali per comprendere e affrontare il problema del divario retributivo di genere, prestando particolare attenzione ai settori specifici. I progetti comprendono lo sviluppo di una tabella di calcolo che consenta alle imprese di comprendere meglio e affrontare il loro divario retributivo di genere (ispirato dal programma LOGIB);
·pubblicherà e divulgherà nel 2018 una guida aggiornata sulla giurisprudenza relativa al principio della parità retributiva, basata sull'allegato
della relazione sull'applicazione della direttiva 2006/54/CE
, che fornisce una panoramica della giurisprudenza di riferimento;
·redigerà e divulgherà ampiamente nel 2018 una guida aggiornata sulle migliori pratiche che rifletta le più recenti azioni intraprese dagli Stati membri per garantire l'applicazione della parità retributiva sul campo.
Azione 8: rafforzare i partenariati per lottare contro il divario retributivo di genere
La Commissione continuerà a impegnarsi con i principali attori per lo scambio di buone pratiche, fornirà finanziamenti e affronterà le conseguenze del divario retributivo di genere attraverso il processo del semestre europeo.
La Commissione sostiene gli Stati membri, le imprese, la società civile e le parti sociali attraverso finanziamenti e azioni sullo scambio di buone pratiche. Tra gli esempi recenti citiamo:
·la riunione specifica della Piattaforma dell'UE delle Carte della diversità sull'integrazione della dimensione di genere (giugno 2016);
·un seminario dell'UE con i partner intersettoriali e le parti sociali settoriali (novembre 2016); e
·un seminario sull'apprendimento reciproco organizzato per discutere sulle buone prassi del Belgio nella promozione di una classificazione del lavoro neutra sotto il profilo del genere (ottobre 2016).
Inoltre, la Commissione sostiene il lavoro svolto dagli Stati membri per combattere il divario retributivo di genere attraverso il processo del semestre europeo, eventualmente raccomandando a uno Stato membro di affrontare questa questione specifica o alcune delle sue cause principali, quali la mancanza di investimenti nelle strutture per l'infanzia o i disincentivi fiscali che impediscono ai percettori di reddito secondario – principalmente le donne – di lavorare o lavorare di più.
Nel 2017 il divario retributivo di genere è stato affrontato nelle relazioni nazionali di nove Stati membri. Nel maggio 2017 la Commissione ha formulato raccomandazioni specifiche per paese, incentrate sugli investimenti nelle strutture per l'assistenza all'infanzia e sui disincentivi fiscali, nonché su altre misure intese ad affrontare il divario retributivo di genere.
La Commissione:
·organizzerà seminari di apprendimento reciproco per i rappresentanti dei governi in materia di divario retributivo, salariale e pensionistico tra uomini e donne, nonché sulle cause alla base di tale divario. L'accento sarà posto sulle misure concrete e gli strumenti giuridici nonché sulle sfide connesse alla loro attuazione;
·sosterrà l'apprendimento reciproco e lo sviluppo di capacità tra le parti sociali, le imprese e gli altri soggetti interessati per combattere il divario retributivo di genere;
·fornirà un sostegno finanziario agli Stati membri disposti a ridurre il divario retributivo di genere, mediante inviti a presentare proposte ristretti nell'ambito del programma "Diritti, uguaglianza e cittadinanza" (REC) 2014-2020;
·continuerà a occuparsi del divario retributivo di genere nel contesto del semestre europeo e avvierà un dialogo con i rispettivi Stati membri sulle misure necessarie per eliminare tale divario.