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Document 52016DC0276

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Quarta relazione sui progressi compiuti dal Kosovo* nella realizzazione delle condizioni previste dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti

COM/2016/0276 final

Bruxelles, 4.5.2016

COM(2016) 276 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Quarta relazione sui progressi compiuti dal Kosovo* nella realizzazione delle condizioni previste dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti

{SWD(2016) 160 final}


1. INTRODUZIONE


La Commissione europea ha avviato un dialogo con il Kosovo sulla liberalizzazione dei visti il 19 gennaio 2012, trasmettendo poi il 14 giugno 2012 al governo kosovaro una tabella di marcia, che ha indicato tutte le normative e le altre misure che il paese doveva adottare e attuare per procedere verso la liberalizzazione dei visti.

La Commissione ha adottato tre precedenti relazioni sui progressi compiuti dal Kosovo nel dialogo sui visti – la prima l8 febbraio 2013 1 , la seconda il 24 luglio 2014 2  e la terza il 18 dicembre 2015 3 . Le relazioni includevano una valutazione dei progressi realizzati dal paese, raccomandazioni alle autorità kosovare e dati statistici sugli effetti previsti della liberalizzazione del regime dei visti in termini di sicurezza e migrazione.

Nella terza relazione, la Commissione ha formulato otto raccomandazioni, corrispondenti a otto condizioni principali della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, ivi comprese quattro priorità essenziali. Ha osservato che una delle condizioni – la ratifica dell’accordo di definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro – dovrà essere soddisfatta prima che il Kosovo sia inserito nell’elenco dei paesi esenti dall’obbligo del visto.

Basata sui risultati di una missione di valutazione tecnica svoltasi in Kosovo il 17-18 marzo 2016, la presente relazione illustra la valutazione della Commissione sui progressi compiuti dal Kosovo nella realizzazione delle otto condizioni principali della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti.

Si basa sui documenti presentati dal Kosovo, sulle relazioni elaborate dagli esperti degli Stati membri dell’UE che hanno partecipato alla missione di valutazione del 17-18 marzo 2016, sulle informazioni fornite da EUROPOL, FRONTEX, EASO ed EULEX, nonché sulle statistiche elaborate da EUROSTAT e fornite dagli Stati membri.

Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione riporta la valutazione dellimpatto della liberalizzazione dei visti per il Kosovo in termini di migrazione e sicurezza, nonché linsieme delle misure che il Kosovo ha attuato dal mese di dicembre 2015 per prevenire una crisi connessa alla migrazione irregolare 4 .

Il dialogo sui visti non pregiudica le posizioni degli Stati membri dell’UE sullo status del Kosovo.



2. CONDIZIONI RELATIVE ALLA RIAMMISSIONE E ALLA REINTEGRAZIONE

2.1. Riammissione

Il Kosovo rispetta le sette condizioni nel settore della riammissione. Nella terza relazione, la Commissione non ha rilevato alcuna condizione restante in questo settore.

2.2. Reintegrazione

Il Kosovo rispetta le tre condizioni nel settore della reintegrazione.

Nella terza relazione, la Commissione aveva rilevato che sarebbe opportuno spendere la totalità del fondo per la reintegrazione, ponendo l’accento sull’erogazione di servizi di assistenza per l’occupazione, la creazione di piccole imprese, la formazione professionale e la formazione linguistica per i minori.

Il 9 marzo 2016, il Kosovo ha adottato un regolamento sulla reintegrazione che ha aperto laccesso allassistenza nellambito del lavoro autonomo e dellavviamento di nuove imprese per tutti i rimpatriati, indipendentemente dalla loro data di partenza dal Kosovo 5 . I rimpatriati vulnerabili hanno accesso alla gamma completa di servizi di reintegrazione indipendentemente dalla data di partenza dal Kosovo.

Nel primo trimestre del 2016, 704 rimpatriati hanno beneficiato di servizi di reintegrazione sostenibile. Nel 2015 e nel 2014 ne hanno beneficiato, rispettivamente, 336 e 628 rimpatriati in tutto l’anno (vedi Figura 1).

Grafico 1: beneficiari dei servizi di reintegrazione sostenibile

Tipologia di servizio di reintegrazione sostenibile

2014

2015

1° trimestre 2016

Assistenza per il lavoro autonomo

4

89

180

Avviamento di imprese

191

64

13

Formazione professionale

122

63

183

Corsi di lingua per minori

311

120

328

Totale

628

336

704

Fonte: Kosovo, 2016

Dal mese di dicembre 2015, una società di consulenza specializzata ha offerto ai rimpatriati assistenza nell’avviamento di imprese. Anche i comuni hanno considerevolmente aumentato la portata della loro assistenza a livello locale.

Nel 2016 il Kosovo ha migliorato il tasso di erogazione del suo fondo per la reintegrazione. Nel primo trimestre del 2016, ha speso 500 000 EUR (25%) in servizi di reintegrazione sostenibile e impegnato 1,1 milioni di EUR (57%) di questo fondo di 2 milioni di EUR per la creazione di posti di lavoro destinati ai rimpatriati attraverso due programmi: un programma del PSNU che offre formazione sul posto di lavoro e sussidi salariali, e il progetto di consulenza di cui sopra che offre assistenza nella creazione di imprese.

A metà del 2015, invece, la dotazione prevista del fondo, pari a 2,1 milioni di EUR, è stata ridotta a 1,2 milioni di EUR a causa della scarsa erogazione registrata nella prima metà dell’anno. Entro la fine del 2015 erano stati spesi solo 930 000 EUR (il 44% della dotazione prevista). Nel 2014 sono stati spesi 1,5 milioni di EUR (il 72%) del fondo e il resto è stato restituito al bilancio.

Nel complesso il Kosovo ha soddisfatto la condizione restante relativa all’erogazione di contributi del fondo per la reintegrazione, ponendo l’accento sull’offerta di assistenza all’occupazione, la creazione di piccole imprese, la formazione professionale e la formazione linguistica per i minori.

3. BLOCCO 1: SICUREZZA DEI DOCUMENTI

Il Kosovo rispetta le nove condizioni nel settore della sicurezza dei documenti.

Nella terza relazione, la Commissione aveva osservato che il Kosovo doveva ancora dimostrare di aver attuato gli atti di diritto derivato modificati in materia di cambiamento del nome.

Da luglio 2015, il Kosovo ha attuato i nuovi atti di diritto derivato in materia di cambiamento del nome 6 . Questo corpus legislativo ha introdotto ulteriori misure di salvaguardia contro i cambiamenti fraudolenti di nome, stabilendo altresì che coloro che sono sottoposti a procedimento penale non possono avanzare tali richieste. Sulla base della normativa vigente sui nomi 7 , le persone possono richiedere cambiamenti del nome una volta ogni cinque anni.

I richiedenti possono presentare domanda di cambiamento del nome sulla base di undici motivazioni e devono fornire una serie di documenti giustificativi a dimostrazione della plausibilità delle loro richieste. Tra i documenti giustificativi deve figurare un estratto del proprio casellario giudiziario emesso dal tribunale dell’attuale luogo di residenza e da quello del luogo di residenza precedente. Deve essere allegato anche un certificato dei carichi pendenti.

Per procedere al controllo di ciascuna domanda, l’agenzia di iscrizione anagrafica ha istituito un nuovo comitato, che presenta raccomandazioni agli uffici di stato civile a livello locale indicando se le richieste di cambiamento del nome debbano essere approvate. Tali raccomandazioni non sono vincolanti, ma il loro mancato rispetto da parte degli uffici locali può determinare ulteriori indagini. Finora, ogni raccomandazione è stata rispettata.

Dalla sua istituzione, il nuovo comitato di controllo ha formulato 180 raccomandazioni, di cui 106 con esito positivo e 74 con esito negativo. Confrontando i primi trimestri del 2015 e del 2016, si è registrata una riduzione del 72% delle richieste di cambiamento dei cognomi e una riduzione del 69% delle richieste di cambiamento del nome di battesimo.

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto la priorità essenziale restante di dimostrare l’attuazione degli atti di diritto derivato modificati in materia di cambiamento del nome.

4. BLOCCO 2: GESTIONE DELLE FRONTIERE/LINEE DI CONFINE E DELLA MIGRAZIONE

4.1. Gestione delle frontiere/linee di confine

Il Kosovo soddisfa quattordici delle quindici condizioni nel settore della gestione delle frontiere/linee di confine.

Nella terza relazione, la Commissione aveva osservato che l’accordo sulla definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro, che è stato firmato da entrambe le parti, dovrebbe essere ratificato prima che il Kosovo sia inserito nell’elenco dei paesi esonerati dall’obbligo del visto.

Il 15 marzo 2016, il Kosovo ha istituito una commissione internazionale ad hoc per rivedere le frontiere/linee di confine con il Montenegro. Sulla base di criteri giuridici e tecnici, la commissione ha concluso che il processo di definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro da parte del Kosovo ha chiaramente soddisfatto le norme internazionali, benché senza il necessario livello di trasparenza 8 .

Nel complesso, il Kosovo ha compiuto progressi importanti verso l’adempimento della condizione restante relativa alla ratifica dell’accordo sulla definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro. Il Kosovo si sta adoperando affinché questo accordo sia ratificato entro il giorno in cui il Parlamento europeo e il Consiglio adotteranno la proposta legislativa volta a inserire il Kosovo nell’elenco dei paesi esonerati dall’obbligo del visto.

4.2. Gestione della migrazione

Il Kosovo rispetta le dieci condizioni nel settore della gestione della migrazione. Nella terza relazione la Commissione non ha rilevato alcuna condizione restante in questo settore.

4.3. Asilo

Il Kosovo rispetta le sette condizioni nel settore dell’asilo.

Nella terza relazione, la Commissione aveva osservato che il Kosovo avrebbe dovuto esaminare le cause del basso tasso di riconoscimento per i richiedenti asilo.

Il numero di richiedenti asilo in Kosovo rimane molto basso, in quanto la stragrande maggioranza dei cittadini di paesi terzi considera questo paese un luogo di transito. Nel 2015, 2014 e 2013 hanno richiesto asilo in Kosovo rispettivamente 70, 98 e 62 persone. Finora non vi è alcuna indicazione di una frammentazione della rotta migratoria dei Balcani occidentali verso il Kosovo.

Il sistema di asilo del Kosovo sta funzionando e la sua legislazione incorpora elementi essenziali dell’acquis in materia di asilo dell’UE. Nei casi in cui i richiedenti sono rimasti in Kosovo dopo aver presentato domanda di asilo, il Kosovo ha costantemente seguito le procedure di asilo definite nella sua legislazione.

I livelli del tasso di riconoscimento restano modesti: nel 2015, due dei 70 richiedenti asilo hanno ricevuto protezione sussidiaria; nel 2014, uno su 98; nel 2013, 4 su 62. Secondo questi dati, il tasso di riconoscimento si attesta al 3%, all’1% e al 6%, rispettivamente, nel 2015, 2014 e 2013.

La maggior parte dei richiedenti rimane in genere in Kosovo per una settimana prima di rendersi irreperibile. Nel 2015, le autorità sono riuscite a svolgere soltanto sei colloqui su 59 richieste, perché gli altri 53 richiedenti si erano resi irreperibili. Di queste sei persone, due hanno ottenuto la protezione sussidiaria: il tasso di riconoscimento è quindi più elevato per le persone che hanno svolto colloqui per l’asilo.

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto la condizione restante relativa al monitoraggio del basso tasso di riconoscimento per i richiedenti asilo.

5. BLOCCO 3: ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA

5.1. Prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo

Il Kosovo soddisfa quattordici delle quindici condizioni nel settore della lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo, nonché elementi sufficienti della quindicesima priorità essenziale.

Nella terza relazione, la Commissione aveva osservato tre priorità essenziali restanti nel settore della lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo:

-assegnare un numero sufficiente di giudici, coadiuvati da un adeguato personale di assistenza, ai dipartimenti competenti in materia di reati gravi nei tribunali del Kosovo;

-tenere una casistica delle indagini, delle sentenze definitive e delle confische nei casi riguardanti le forme gravi di criminalità organizzata e corruzione, nello specifico dotando il coordinatore centrale per le forme gravi di criminalità organizzata e i casi di corruzione del mandato e delle risorse necessarie per condurre squadre multidisciplinari di indagine finanziaria e per verificare il seguito giudiziario dato a tali casi;

-garantire l’indipendenza operativa dell’autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e attuare rigorosi piani di integrità, al fine di proteggere l’indipendenza di tale organismo e della commissione di regolamentazione degli appalti pubblici.

Assegnazione di giudici e di personale di assistenza ai dipartimenti competenti in materia di reati gravi nei tribunali di primo grado

Dal luglio 2015, il Consiglio giudiziario del Kosovo ha assegnato 6 giudici al tribunale di primo grado di Pristina, facendo salire il numero totale a 18. Il Consiglio ha anche trasferito giudici ad altri tribunali di primo grado: uno a Ferizaj/Uroševac, due a Gjakova/Đakovica e uno a Pejë/Peć, portando il numero totale dei giudici in ogni tribunale di primo grado ad almeno sei. Il Consiglio giudiziario del Kosovo ha aumentato gli stipendi dei giudici e avviato l’assunzione di sei membri di altre professioni associate, pubblicando poi nel febbraio 2016 avvisi per ulteriori 25 posti vacanti.

Il 24 marzo, lassemblea ha modificato la legge del Consiglio giudiziario del Kosovo 9  per eliminare il precedente limite di sei mesi sulle assegnazioni, consentendo dunque assegnazioni per un periodo di tempo ragionevole. Giacché in media un caso richiede circa otto mesi per essere completato, questo emendamento si è rivelato fondamentale per rafforzare il seguito giudiziario di gravi casi di criminalità organizzata e di corruzione in Kosovo 10 .

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto la priorità essenziale rimanente dell’assegnazione di un numero sufficiente di giudici, coadiuvati da un adeguato personale di assistenza, ai dipartimenti competenti in materia di reati gravi nei tribunali di primo grado.

Tenere una casistica delle indagini, delle sentenze definitive e delle confische nei casi riguardanti forme gravi di criminalità organizzata e corruzione

Tra settembre e dicembre 2015, il Consiglio delle procure del Kosovo (KPC) ha istituito un sistema di gestione dei casi integrato che consente di monitorare una serie di casi scelti di criminalità organizzata e corruzione di alto profilo a partire dalle indagini, attraverso l’azione penale, fino alla condanna definitiva. Si basa su una banca dati sofisticata che funziona come uno strumento informatico e di gestione.

I casi sono selezionati dal coordinatore centrale nell’ambito della procura speciale e all’interno di una struttura multidisciplinare che si estende alla polizia, all’unità di informazione finanziaria, all’amministrazione fiscale, all’agenzia per la gestione dei beni confiscati e sequestrati (AMSCA), al servizio penitenziario e ai dipartimenti competenti per i reati gravi nei tribunali di primo grado. Ciascun organismo ha distaccato membri permanenti a questa struttura multidisciplinare e tutti contribuiscono alla banca dati e allo scambio di informazioni sui casi. Ciascun caso oggetto di esame viene gestito come priorità assoluta. I presidenti dei tribunali devono assegnare immediatamente i casi ai giudici e riferire al Consiglio giudiziario del Kosovo, su base mensile, circa le azioni intraprese e gli sviluppi giudiziari.

Il Kosovo ha trattato 31 casi di criminalità organizzata e di corruzione in questa banca dati. Fino ad oggi, i pubblici ministeri hanno presentato 5 rinvii a giudizio nei confronti di 54 persone. Le indagini sono state archiviate in due casi; 14 casi restano sotto inchiesta. Uno di questi casi ha portato a condanne di primo grado il 6 aprile 2016: un gruppo di giudici ha ritenuto i tre imputati colpevoli di corruzione. L’imputato principale ha ricevuto una condanna a tre anni di carcere e altre sanzioni, il secondo imputato è stato condannato a 18 mesi di prigione e al terzo è stata comminata una multa. L’imputato principale era stato pubblico ministero in un caso di sospetto omicidio ed è stato condannato per aver accettato una tangente. 

Il 27 aprile 2016, il Kosovo ha arrestato sei persone nell’ambito di un’inchiesta su un presunto caso di truffa fondiaria legata all’acquisto e alla vendita di terreni di proprietà pubblica, per un ammontare di 30 milioni di EUR. Il presunto responsabile di questa frode, che potrebbe aver coinvolto 40 persone, è un importante legislatore, che si è consegnato alle autorità il 29 aprile 2016. L’indagine ha riguardato un grande gruppo criminale organizzato, attivo dal 2006 ad oggi, che ha condotto attività illecite tra cui la criminalità organizzata, il riciclaggio di denaro, l’abuso d’ufficio, la contraffazione di documenti e la corruzione attiva e passiva.

Il Kosovo ha inoltre compiuto progressi nel congelamento e nella confisca dei beni illecitamente ottenuti, ma, in assenza di verdetti definitivi, solo una percentuale limitata è stata confiscata. Il valore stimato dei beni congelati, sequestrati e confiscati ammonta a 20,6 milioni di EUR 11 . Tra il 2014 e il 2015, il valore dei beni confiscati è aumentato da 130 000 EUR a 450 000 EUR. Il numero di ordinanze del tribunale per il congelamento, il sequestro o la confisca è aumentato da 204 a 242.

Sussiste una carenza nei beni trasferiti all’AMSCA. Nel 2015, solo il 18% del patrimonio appena sequestrato è stato trasferito all’agenzia; nel 2014 è stato trasferito il 37%.

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto sufficienti elementi della priorità essenziale di tenere una casistica delle indagini, delle sentenze definitive e delle confische nei casi riguardanti le forme gravi di criminalità organizzata e corruzione. Ha creato un team multidisciplinare di procuratori speciali, giudici e investigatori in grado di seguire un numero selezionato di casi di alto profilo, con l’aiuto di una banca dati. Il congelamento e il sequestro dei beni sono aumentati, anche se le confische in assenza dei verdetti finali rimangono basse. Questo sistema ha già dato risultati in un caso, ma il seguito giudiziario dei restanti casi, il trasferimento dei beni sequestrati e la confisca definitiva richiedono un’attenzione prolungata da parte delle autorità. Il Kosovo sta lavorando attivamente per potenziare la sua casistica nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo.

Garantire l’indipendenza operativa dell’autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e attuare rigorosi piani di integrità, al fine di proteggere l’indipendenza di tale organismo e della commissione di regolamentazione degli appalti pubblici

Dal luglio 2015, il Kosovo ha compiuto passi in avanti considerevoli per rafforzare lintegrità degli appalti pubblici. Lex capo dellautorità di vigilanza sugli appalti pubblici (PPRB), rinviato a giudizio con laccusa di corruzione, è stato rimosso dal suo incarico, e gli emendamenti alla legge sugli appalti pubblici adottata dallassemblea il 19 febbraio 2016 12 hanno permesso la sospensione e la rimozione dalla carica, in attesa di una sentenza definitiva di condanna, dei membri rinviati a giudizio di questa autorità. Su indicazione di un organismo di selezione composto da giudici della Corte suprema, lassemblea ha nominato il 30 marzo il nuovo presidente e i restanti due membri del PPRB, rendendolo pienamente operativo.

Emergono dei progressi anche da una revisione di recenti casi di ricorso in materia di appalti. Su 592 ricorsi presentati nel 2015, il PPRB ha adottato decisioni favorevoli per gli operatori economici in 129 casi. Complessivamente, il PPRB ha riesaminato 196 casi, riaprendo la gara per 129 di essi nel 2015. Si tratta di un notevole miglioramento rispetto al luglio del 2015, quando il tasso di successo del PPRB nelle revisioni nei confronti degli operatori economici è stato del 100%. Nei casi in cui gli operatori economici hanno presentato ricorso al Tribunale di primo grado di Pristina, la maggior parte delle decisioni del PPRB sono state confermate.

A maggio 2016 è altresì prevista l’adozione di una strategia in materia di appalti pubblici, che mira a migliorare l’integrità, l’obbligo di rendere conto e la responsabilità in materia di appalti pubblici, sulla base di un sistema di appalti pubblici modernizzato.

Il sistema di appalti elettronici è stato lanciato il 5 gennaio 2016. La piattaforma per gli appalti elettronici è diventata operativa per tutte le procedure di gara centrali il 1° aprile 2016. Tutti gli organismi finanziati dal bilancio a livello centrale hanno il compito di iniziare a utilizzare il sistema elettronico entro il 1° settembre; tutti gli organismi finanziati dal bilancio del Kosovo, entro il 1° gennaio 2017. Il fornitore dell’energia elettrica del Kosovo è diventato il primo organismo a utilizzare la piattaforma di appalti elettronici il 25 marzo 2016.

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto la priorità essenziale di garantire l’indipendenza operativa dell’autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e di attuare rigorosi piani di integrità, al fine di proteggere l’indipendenza di tale organismo e quella della commissione di regolamentazione degli appalti pubblici.

5.2. Cooperazione in materia di attività di contrasto

Il Kosovo rispetta le undici condizioni nel settore della cooperazione in materia di attività di contrasto. Nella terza relazione, la Commissione non ha rilevato alcuna condizione restante in questo settore.

5.3. Cooperazione giudiziaria in materia penale

Il Kosovo rispetta le sette condizioni nel settore della cooperazione giudiziaria in materia penale. Nella terza relazione, la Commissione non ha rilevato alcuna condizione restante in questo settore.

5.4. Protezione dei dati

Il Kosovo rispetta le tre condizioni nel settore della protezione dei dati. Nella terza relazione, la Commissione non ha rilevato alcun condizione restante in questo settore.

6. BLOCCO 4: DIRITTI FONDAMENTALI CONNESSI ALLA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE

Il Kosovo soddisfa le otto condizioni nel settore dei diritti fondamentali connessi alla libertà di circolazione.

Nella terza relazione, la Commissione aveva osservato che il Kosovo avrebbe dovuto garantire al difensore civico strutture adeguate e una piena autonomia finanziaria.

Il 12 febbraio 2016 è stato firmato un memorandum d’intesa tra il difensore civico e il ministero della Pubblica amministrazione, che assegna al difensore civico locali idonei nella capitale. La ristrutturazione è iniziata nel mese di aprile 2016 e il trasloco del difensore civico dovrebbe essere completato entro luglio 2016.

Il ministero delle Finanze ha stanziato un importo addizionale di 98 000 EUR per il difensore civico. In questo modo saranno coperti gli stipendi di altri nove membri del personale assegnato nell’ambito del pacchetto sui diritti umani di luglio 2015, che ha aumentato i compiti del difensore civico in materia di lotta alla discriminazione e di parità di genere.

Per migliorarne la relativa indipendenza di bilancio, il 18 febbraio 2016 13 il Kosovo si è impegnato ad assegnare al difensore civico un bilancio pari a 422 000 EUR. Tale importo corrisponde alla richiesta formulata dal difensore civico stesso e gli consentirà di svolgere i nuovi compiti derivanti dal pacchetto sui diritti umani. La legge sul difensore civico 14 stabilisce che il bilancio di questa istituzione possa essere ridotto soltanto con lapprovazione del difensore civico.

Nel complesso, il Kosovo ha soddisfatto la condizione restante relativa alla creazione di strutture adeguate per garantire una piena indipendenza del difensore civico

7. CONCLUSIONE

La presente relazione completa le tre precedenti relazioni adottate dalla Commissione sui progressi compiuti dal Kosovo nel dialogo sui visti. Queste relazioni contenevano una valutazione dei progressi del Kosovo nella realizzazione delle condizioni previste dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, le raccomandazioni rivolte al paese e una valutazione del potenziale impatto della liberalizzazione dei visti in termini di migrazione e sicurezza.

Nella terza relazione, la Commissione ha formulato otto raccomandazioni, corrispondenti a otto condizioni principali della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, ivi comprese quattro priorità essenziali. Ha osservato che una delle condizioni – la ratifica da parte del Kosovo dell’accordo di definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro – dovrà essere soddisfatta prima che il paese sia inserito nell’elenco dei paesi esenti dall’obbligo del visto.

La Commissione ha valutato i recenti progressi del Kosovo nel soddisfare le condizioni restanti. Il Kosovo ha fornito i documenti legislativi e politici necessari per tale valutazione. La presente relazione si è ampiamente basata sulle constatazioni formulate da quattro esperti degli Stati membri che hanno accompagnato la Commissione in una missione di valutazione in Kosovo il 17-18 marzo 2016.

Nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione viene valutato il potenziale impatto della liberalizzazione dei visti per il Kosovo in termini di migrazione e sicurezza, nonché l’insieme delle misure che il Kosovo ha attuato dal mese di dicembre per prevenire abusi del regime di esenzione dal visto.

Il dialogo con il Kosovo in materia di visti si è dimostrato uno strumento importante e particolarmente efficace per far progredire complesse e vaste riforme nel settore della giustizia e degli affari interni – e non solo –, le quali producono effetti anche in settori come lo Stato di diritto e la riforma della giustizia penale. Tali questioni sono monitorate anche in altri quadri, come il sottocomitato per la giustizia, la libertà e la sicurezza del processo di stabilizzazione e di associazione.

I progressi realizzati dal Kosovo in tutti gli ambiti della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti rimangono costanti ed effettivi, e dimostrano l’impegno da tempo profuso dal paese al fine di soddisfare le condizioni previste dalla tabella di marcia per i visti, obiettivo considerato altamente prioritario. Le raccomandazioni formulate dalla Commissione nella terza relazione sono state messe in atto al fine di garantire che il quadro legislativo e politico, i principi istituzionali e organizzativi e l’attuazione delle procedure nell’ambito dei quattro blocchi, nonché la riammissione e la reintegrazione, rispettino le norme europee e internazionali. Ciò conferma la volontà del Kosovo di continuare ad affrontare questi problemi nel contesto della liberalizzazione dei visti.

Grazie a una serie di importanti misure attuate dal Kosovo dal mese di dicembre 2015, la Commissione ritiene che il Kosovo abbia conseguito i seguenti risultati:

1.ha soddisfatto la condizione essenziale dell’assegnazione di un numero sufficiente di giudici, coadiuvati da un adeguato personale di assistenza, ai dipartimenti competenti in materia di reati gravi nei tribunali di primo grado;

2.ha soddisfatto sufficienti elementi della priorità essenziale di tenere una casistica delle indagini, delle sentenze definitive e delle confische nei casi riguardanti le forme gravi di criminalità organizzata e i casi di corruzione. Ha creato un team multidisciplinare di procuratori speciali, giudici e investigatori in grado di seguire alcuni casi selezionati di alto profilo, con l’aiuto di una banca dati. Il congelamento e il sequestro dei beni sono aumentati, anche se le confische in assenza dei verdetti finali rimangono basse. Questo sistema ha già dato risultati in un caso, ma il seguito giudiziario dei restanti casi, il trasferimento dei beni sequestrati e la confisca definitiva richiedono un’attenzione costante da parte delle autorità. Il Kosovo sta lavorando attivamente per potenziare la propria casistica nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo;

3.ha soddisfatto la priorità essenziale restante di garantire l’indipendenza operativa dell’autorità di vigilanza sugli appalti pubblici e di attuare rigorosi piani di integrità, al fine di proteggere l’indipendenza di tale organismo e della commissione di regolamentazione degli appalti pubblici;

4.ha soddisfatto la priorità essenziale restante di dimostrare l’attuazione degli atti di diritto derivato modificati in materia di cambiamento del nome;

5.ha adottato importanti misure per rispettare la condizione relativa alla ratifica dell’accordo sulla definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro; il Kosovo si sta adoperando affinché tale accordo sia ratificato entro il giorno in cui il Parlamento europeo e il Consiglio adotteranno la proposta legislativa volta a inserire il Kosovo nell’elenco dei paesi esenti dall’obbligo del visto;

6.ha soddisfatto la condizione relativa all’erogazione di contributi dal fondo per la reintegrazione, ponendo l’accento sull’offerta di assistenza all’occupazione, la creazione di piccole imprese, la formazione professionale e la formazione linguistica per i minori;

7.ha soddisfatto la condizione relativa al monitoraggio del basso tasso di riconoscimento per i richiedenti asilo;

8.ha soddisfatto la condizione relativa alla creazione di strutture adeguate per garantire una piena indipendenza del difensore civico.

Sulla base di questa valutazione, e alla luce dei risultati delle continue attività di monitoraggio e di segnalazione condotte fin dall’avvio del dialogo con il Kosovo sulla liberalizzazione dei visti, la Commissione conferma che il paese ha soddisfatto le condizioni previste dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, fermo restando che, entro la data di adozione della proposta da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, il Kosovo deve aver ratificato l’accordo sulla definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro e potenziato la sua casistica nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione.

Tenendo in considerazione tutti i criteri che devono essere valutati nel determinare, caso per caso, i paesi terzi i cui cittadini sono soggetti, o esenti, dallobbligo del visto, di cui allarticolo -1 del regolamento (CE) n. 539/2001 (introdotto dal regolamento (UE) n. 509/2014), la Commissione ha deciso di presentare una proposta legislativa volta a modificare il regolamento (CE) n. 539/2001, trasferendo il Kosovo dallallegato I, parte 2, allallegato II, parte 4, del regolamento. Come indicato nella tabella di marcia, questa modifica riguarda solo i titolari di passaporti biometrici rilasciati in conformità con le norme dellOrganizzazione internazionale dellaviazione civile (ICAO) e le norme dellUE sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei documenti di viaggio 15 .

Dopo la presentazione di detta proposta legislativa, la Commissione continuerà a monitorare attivamente la ratifica dell’accordo sulla definizione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro da parte del Kosovo e l’ulteriore sviluppo della sua casistica nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.

Lattuazione in corso, da parte del Kosovo, di tutte le condizioni previste dai quattro blocchi della tabella di marcia per i visti, nonché in materia di reintegrazione e riammissione, continuerà a essere attentamente verificata nellambito del meccanismo di controllo per il periodo successivo alla liberalizzazione dei visti 16 , del processo di stabilizzazione e di associazione e, se necessario, mediante specifici meccanismi di follow-up. Il Kosovo dovrebbe garantire che restino in vigore misure efficaci per prevenire abusi del regime di esenzione dal visto. Tra le altre cose, il Kosovo dovrebbe continuare a organizzare campagne dinformazione mirate per spiegare i diritti e i doveri derivanti dallesenzione dallobbligo del visto nello spazio Schengen e le norme che disciplinano laccesso al mercato del lavoro dellUE. La Commissione proseguirà il monitoraggio e continuerà a fare tutto il possibile per sostenere il Kosovo nellattuazione costante delle condizioni previste dalla tabella di marcia per i visti.

(1)

* Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244/99 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

COM (2013) 66 final.

(2)

COM(2014) 488 final.

(3)

COM(2015) 906 final, accompagnato dal documento dei servizi della Commissione SWD(2015) 706 final.

(4)

SWD(2016) 160 final.

(5)

L’accesso agli alloggi, che il Kosovo considera un fattore di spinta, rimane l’unica categoria di servizi di cui possono beneficiare solo coloro che hanno lasciato il Kosovo prima di luglio 2010.

(6)

Questo corpus di diritto derivato consiste in istruzioni amministrative, una circolare emessa dall’agenzia di iscrizione anagrafica e procedure operative standard che descrivono le procedure da applicare.

(7)

Legge 02/L-118.

(8)

Questa relazione è reperibile al seguente link: http://president-ksgov.net/repository/docs/Final_Report.pdf .

(9)

Legge 05 / L-094. L’emendamento relativo alla durata delle assegnazioni è entrato in vigore il 6 aprile 2016.

(10)

La missione di valutazione sui visti di marzo 2016 ha inoltre confermato l’impegno personale dei giudici assegnati intervistati di raggiungere un verdetto nei casi loro assegnati prima della scadenza del loro periodo di assegnazione.

(11)

Queste statistiche riguardano esclusivamente i nuovi casi emersi nel 2015.

(12)

Legge n. 05/L-092.

(13)

La decisione n. 05/75 impegna il ministero delle Finanze ad “attuare la presente decisione”.

(14)

Legge 05/L-019.

(15)

In particolare il regolamento (CE) n. 2252/2004 del Consiglio, del 13 dicembre 2004, relativo alle norme sulle caratteristiche di sicurezza e sugli elementi biometrici dei passaporti e dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri (GU L 385 del 29.12.2004, pag. 1).

(16)

Dichiarazione della Commissione su un meccanismo di monitoraggio dell’8 novembre 2010, 2010/0137 (COD).

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