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Document 52015IP0402

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 novembre 2015 sulla politica di coesione e le comunità emarginate (2014/2247(INI))

OJ C 366, 27.10.2017, p. 31–41 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

27.10.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 366/31


P8_TA(2015)0402

Politica di coesione e comunità emarginate

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 novembre 2015 sulla politica di coesione e le comunità emarginate (2014/2247(INI))

(2017/C 366/04)

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea,

visti gli articoli 151, 153, 162 e da 174 a 176 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

viste le convenzioni europee a tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e la relativa giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e le relative raccomandazioni del Comitato europeo dei diritti sociali e la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali,

vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni,

vista la convenzione dell'OIL relativa ai popoli indigeni e tribali nei paesi indipendenti,

visti le direttive dell'UE in materia di non discriminazione, l'articolo 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e il protocollo n. 12 di tale Convenzione,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 5 gennaio 2011 sui diritti delle persone con disabilità,

visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (1) (in appresso «il regolamento disposizioni comuni — RDC»),

visto il regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo «Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione» e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006 (2),

visto il regolamento (UE) n. 437/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, che modifica il regolamento (CE) n. 1080/2006 sul Fondo europeo di sviluppo regionale per quanto riguarda l'ammissibilità degli interventi in materia di edilizia abitativa a favore delle comunità emarginate (3),

visto il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio (4),

visto il regolamento (UE) n. 1381/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, che istituisce un programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza per il periodo 2014-2020 (5),

visto il regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2014 relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (6),

visto il regolamento delegato (UE) n. 240/2014 della Commissione del 7 gennaio 2014 recante un codice europeo di condotta sul partenariato nell'ambito dei fondi strutturali e di investimento europei (7),

vista la sua risoluzione del 26 febbraio 2014 sulla settima e l'ottava relazione intermedia della Commissione sulla politica di coesione dell'UE e la relazione strategica 2013 sull'attuazione dei programmi 2007-2013 (8),

vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2013 sui progressi compiuti nell'attuazione delle strategie nazionali d'integrazione dei Rom (9),

vista la sua risoluzione dell'11 giugno 2013 sull'edilizia popolare nell'Unione europea (10),

vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 sulla strategia dell'UE per l'inclusione dei Rom (11),

vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sul contributo della politica di coesione al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona e dell'UE 2020 (12),

vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2009 sulla situazione sociale dei Rom e su un loro miglior accesso al mercato del lavoro nell’Unione europea (13),

vista la sesta relazione della Commissione sulla coesione economica, sociale e territoriale del 23 luglio 2014 dal titolo «Investimenti per l'occupazione e la crescita: promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nell'Unione»,

vista la scheda di orientamento tematico della Commissione, del 27 febbraio 2014, sui Rom e le comunità emarginate (Obiettivo tematico 9 — Inclusione sociale povertà),

vista la comunicazione della Commissione del 2 aprile 2014 dal titolo «Relazione sull'attuazione del Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom» (COM(2014)0209),

vista la comunicazione della Commissione del 21 maggio 2012 dal titolo «Strategie nazionali di integrazione dei Rom: un primo passo nell’attuazione del Quadro dell'UE» (COM(2012)0226),

vista la comunicazione della Commissione, dell'8 dicembre 2010, dal titolo «Strategia dell'Unione europea per la Regione Danubiana» (COM(2010)0715),

vista la comunicazione della Commissione, del 12 dicembre 2010, intitolata «La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale» (COM(2010)0758),

vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, dal titolo «Europa 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

vista la raccomandazione del Consiglio del 9 dicembre 2013 su misure efficaci per l’integrazione dei Rom negli Stati membri (14),

visto il progetto di nota orientativa della Commissione relativa all'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei per contrastare la segregazione nel campo dell'istruzione e la segregazione spaziale («Guidance Note on the use of European Structural and Investment Funds in tackling educational and spatial segregation (Draft)») del 1° luglio 2015,

vista l'interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione, del 24 febbraio 2015, sui finanziamenti per le comunità emarginate (E-002782/2015),

visto il parere del Comitato delle regioni sulle strategie di integrazione dei Rom (15),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per lo sviluppo regionale e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0314/2015),

A.

considerando che la politica di coesione mira a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale, riducendo le disparità sociali, compresa la riduzione e l'eliminazione della povertà e dell'esclusione, il che prevede la prevenzione della segregazione e la promozione della parità di accesso e delle pari opportunità per tutti i cittadini, incluse le comunità più emarginate nonché i gruppi e gli individui di tutte le età confrontati con la povertà e l'esclusione sociale e che non hanno un accesso all'istruzione, all'occupazione, all'alloggio e ai sistemi di assistenza sanitaria;

B.

considerando che l'obiettivo della politica di coesione, come definito nell'Atto unico europeo del 1986, è di ridurre il divario tra le varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite; che il trattato sul funzionamento dell'Unione europea integra un altro aspetto della coesione facendo riferimento alla «coesione economica, sociale e territoriale»;

C.

considerando che l'obiettivo della coesione sociale richiede un ruolo europeo nelle politiche per l'inclusione delle comunità emarginate e richiede agli Stati membri di utilizzare le loro competenze in materia, mediante l'attuazione di azioni di sostegno e operando nel quadro dei programmi di cooperazione transnazionali e nazionali;

D.

considerando che le opportunità di finanziamento per le comunità emarginate sono state introdotte nel Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) nel 2010; che il quadro legislativo per la politica di coesione 2014-2020 offre un approccio strategico;

E.

considerando che il regolamento (UE) n. 1304/2013 stabilisce che l'FSE favorisce le persone, comprese le categorie svantaggiate quali i disoccupati di lunga durata, le persone con disabilità, i migranti, le minoranze etniche, le comunità emarginate e le persone di qualsiasi età che devono affrontare la povertà e l'esclusione sociale;

F.

considerando che almeno il 23,1 % del bilancio della politica di coesione sarà assegnato agli investimenti a titolo dell'FSE nel periodo di programmazione 2014-2020; che il FESR e l'FSE svolgono un ruolo specifico e importante, con almeno il 20 % dell'FSE attribuito in ciascuno Stato membro all'obiettivo specifico della promozione dell'inclusione sociale e della lotta contro la povertà e tutte le forme di discriminazione, rappresentando così uno strumento cruciale nella promozione di una maggiore inclusione delle comunità emarginate;

G.

considerando che il regolamento (UE) n. 1303/2013 stabilisce una serie di precondizioni concernenti la non discriminazione, il genere e la disabilità che devono essere rispettate (16);

H.

considerando che la sesta relazione della Commissione sulla coesione economica, sociale e territoriale ha dimostrato che la crisi economica ha aggravato la povertà e l'esclusione sociale;

I.

considerando che la crisi economica e i tagli di bilancio e le misure di austerità risultanti hanno portato a numerosi problemi, spesso risultanti in gravi problemi di bilancio per i comuni, portando ad una mancanza di opzioni al momento di occuparsi di gruppi emarginati e di cercare di migliorare la loro inclusione e prevenire la segregazione dato che tali politiche sono principalmente, e talvolta esclusivamente, dipendenti dal finanziamento dei Fondi strutturali e di investimento europei (ESIF);

J.

considerando che le conseguenze della crisi economica e i tagli ai servizi pubblici hanno esacerbato la situazione delle donne nelle comunità emarginate;

K.

considerando che le donne che appartengono alle comunità emarginate sono vittime di una discriminazione multipla più intensa, oltre ad avere un tasso di occupazione assai inferiore rispetto agli uomini delle stesse comunità e ad altre donne;

L.

considerando che una pluralità di attori pubblici e privati, appartenenti a diversi livelli e settori, tra i quali i rappresentanti della società civile, sono coinvolti e spesso svolgono un ruolo importante nell'attuazione delle politiche di integrazione, il che richiede un approccio coerente e ben coordinato;

M.

considerando che a livello di Unione europea attualmente non esiste una definizione di «comunità emarginata»; che la comprensione della relazione inizia con la comprensione dell'emarginazione basata su un'analisi di attributi e caratteristiche specifici dei gruppi emarginati, tenendo conto della loro situazione e delle loro esigenze specifiche, come le condizioni di vita e di lavoro, l'accesso limitato ai sistemi di istruzione e di assistenza sanitaria e all'occupazione, l'abbandono scolastico, accompagnati da un'esclusione strutturale e sistemica e che miri a garantire la loro effettiva inclusione socioeconomica;

N.

considerando che la Commissione non ha fornito alcuna definizione del concetto di comunità emarginate, lasciando agli Stati membri la responsabilità di decidere in merito a una definizione sulla base dei propri indicatori nazionali; che, tuttavia, l'emarginazione può essere accertata analizzando una serie di indicatori pertinenti quali l'esclusione sociale, l'elevata disoccupazione di lunga durata, un basso livello di istruzione, condizioni abitative (estremamente) disagiate, un elevato livello di discriminazione, un'esposizione eccessiva a rischi per la salute e/o la mancanza di accesso all'assistenza sanitaria, ovvero indicatori che interessano quella parte della popolazione considerata più vulnerabile e più bisognosa di aiuto;

O.

considerando che l'emarginazione è un fenomeno sociale per cui individui e comunità vengono esclusi socialmente vedendosi impedire sistematicamente la partecipazione ai processi sociali e politici che sono essenziali alla loro integrazione sociale; che l'espressione «comunità emarginate» fa riferimento a individui e gruppi eterogenei, come le minoranze, i Rom, le persone disabili, le persone che vivono sotto la soglia di povertà o a rischio di povertà, i migranti, i rifugiati e i gruppi socialmente esclusi; che il razzismo, il patriarcato, l'omofobia, gli svantaggi economici e altri fattori discriminatori contribuiscono a creare diseguaglianze a più livelli e una dinamica che priva le donne di potere all'interno delle comunità emarginate;

P.

considerando che le caratteristiche che accomunano le comunità emarginate includono le comunità di luoghi come le comunità emarginate che vivono nelle zone rurali e nei quartieri svantaggiati; le comunità di interessi, come i rifugiati e i richiedenti asilo e le minoranze etniche e linguistiche; le persone con disabilità, gli anziani, i senzatetto come pure le popolazioni indigene; che queste diverse tipologie di comunità emarginate condividano difficoltà comuni e sono tutte vittima di forme multiple di stigmatizzazione e discriminazione;

Q.

considerando che l'Europa ospita molti gruppi di persone emarginate; che, tra questi gruppi, i Rom, termine compreso in modo diverso in Europa, sono la più grande minoranza etnica d'Europa e une delle comunità più emarginate;

R.

considerando che la politica di coesione dovrebbe rivolgersi alle comunità emarginate nella loro diversità, tenendo conto delle necessità specifiche; che per includere le comunità emarginate nei finanziamenti sono necessari sforzi a tutti i livelli, che implichino un approccio a lungo termine integrato e coerente, soluzioni permanenti, emancipazione, far tesoro dell'esperienza e costruzione di capacità, anche per le donne e le ragazze nelle comunità emarginate, la transizione dall'assistenza istituzionale a quella basata sulla comunità, in modo da porre fine alla segregazione e conseguire la normalizzazione;

S.

considerando che le strategie della politica di coesione dell'UE per l'emancipazione delle donne facenti parte di comunità emarginate devono tenere conto della situazione delle donne anziane, delle donne con disabilità, delle donne che forniscono assistenza e delle donne con problemi di salute mentale;

T.

considerando che i progetti artistici e culturali che promuovono gli scambi culturali, l'emancipazione dei partecipanti, lo sviluppo di abilità creative e sociali e la partecipazione attiva alla vita della comunità locale sono tra gli strumenti più efficaci per trattare l'inclusione sociale e l'integrazione;

U.

considerando che l'istruzione, sia formale che informale, è essenziale per superare l'emarginazione e la discriminazione multipla in quanto favorisce il dialogo, l'apertura e la comprensione tra le comunità e favorisce l'emancipazione delle comunità emarginate; che non bisogna dimenticare la prospettiva di genere nell'istruzione e il ruolo che questa riveste per l'emancipazione delle donne e delle ragazze nelle comunità emarginate;

Principi generali

1.

ricorda la necessità urgente di affrontare la questione delle comunità emarginate; sottolinea il ruolo importante della politica di coesione nel sostenere l'inclusione economica, sociale e territoriale;

2.

ricorda che le comunità emarginate sono state introdotte come argomento al centro delle misure della politica di coesione a causa della crescente preoccupazione riguardo all'esclusione sociale e dell'impegno nel combatterla, compresa la preoccupazione sulla situazione dei Rom e la richiesta di lunga data per il miglioramento delle loro condizioni di vita;

3.

invita la Commissione a fornire orientamenti sulla definizione di comunità emarginate, specificando una serie di attributi e caratteristiche dei gruppi emarginati, tenendo conto della situazione, delle sfide e delle necessità specifiche di ogni potenziale gruppo bersaglio, così da promuoverne l'inclusione socioeconomica, e coinvolgendo rappresentanti di queste comunità; sottolinea che tali orientamenti rafforzerebbero ulteriormente l'efficacia della politica di coesione potenziando la coesione economica, sociale e territoriale in tutta l'Unione europea;

4.

si compiace del fatto che il quadro legislativo per la politica di coesione 2014-2020 abbia introdotto nuovi elementi che consolidano l'approccio iniziale estendendo le possibilità di finanziamento e inserendo meccanismi atti ad assicurare che il sostegno della comunità emarginate sia conforme ai valori ed obiettivi europei e tenga conto delle necessità di coinvolgere questi gruppi nell'intero processo;

5.

invita la Commissione a fornire maggiori informazioni sull'utilizzo di opportunità di finanziamento per le comunità emarginate; chiede che sia effettuata un'analisi che permetta di formulare conclusioni appropriate e di identificare gli ostacoli che impediscono un'ulteriore adozione o i migliori risultati possibili;

6.

invita la Commissione controllare l'uso efficace del Codice europeo di condotta per quanto attiene al principio di partenariato e al coinvolgimento della società civile; sottolinea che i principi orizzontali nel regolamento recante disposizioni comuni (RDC) che incorpora diritti fondamentali quali la promozione delle pari opportunità fra uomini e donne, la prevenzione della discriminazione e la promozione dello sviluppo sostenibile, devono essere applicati al momento di elaborare e attuare i programmi nell'ambito degli ESIF; ricorda che tutte le azioni degli Stati membri, finanziate nel quadro della politica di coesione, dovrebbero rispettare i principi dei diritti fondamentali e non devono mai contribuire alla segregazione in alcun modo;

7.

sottolinea che le pari opportunità e la non discriminazione sono sancite nelle regole di finanziamento degli ESIF al fine di eradicare le cause sistemiche di disuguaglianza, siano esse economiche, sociali, culturali o basate sul genere nonché relative all'accesso alla cultura e all'istruzione; pone in rilievo che la comprensione e la sensibilizzazione sulla xenofobia e il razzismo sistemici dovrebbero essere un punto fondamentale al momento di analizzare le radici dell'esclusione;

8.

ricorda che la parità tra uomini e donne costituisce un principio di base che si applica in senso orizzontale alla politica di coesione; deplora le forme multiple di discriminazione subite in particolare dalle donne, dai migranti e dalle persone con disabilità all'interno delle comunità emarginate;

9.

sottolinea che l'attuazione della politica di coesione deve far fronte alla sfida cruciale della povertà e dell'esclusione di giovani e bambini, adulti e persone con disabilità, compresa la transizione dall'assistenza e servizi istituzionali all'assistenza e servizi garantiti dalle comunità; esorta gli Stati membri interessati ad adottare azioni e misure appropriate per sviluppare e attuare strategie a tal fine, applicando l'approccio integrato;

10.

sottolinea che elaborare politiche indirizzate a particolari gruppi di destinatari secondo il principio dell'«approccio mirato esplicito, ma non esclusivo» richiede di non escludere altri gruppi che si trovino in circostanze socioeconomiche simili, evitando in tal modo di innescare reazioni di difesa; sottolinea altresì che tale principio è solo il primo passo da compiere nel riconoscere la necessità di prestare attenzione ad alcune delle comunità e delle persone maggiormente vulnerabili ed emarginate;

11.

sottolinea che strutture responsabili, trasparenti e democratiche dovrebbero essere poste in atto per combattere la corruzione e l'uso fraudolento di fondi per assicurare l'inclusione delle comunità emarginate;

12.

ritiene che l'accesso ai servizi pubblici sia uno degli obiettivi principali nell'affrontare l'inclusione dei gruppi emarginati; invita gli Stati membri a migliorare l'offerta di materiale informativo dedicato in materia di salute e l'elaborazione di strategie di prevenzione delle malattie come pure iniziative di comunità nelle comunità emarginate; chiede che siano create strutture specializzate in grado, per esempio sportelli di consulenza sui temi relativi all'accesso all'assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e all'istruzione; chiede che sia attuata una transizione da un approccio basato sulla domanda ad un approccio basato sul servizio di accoglienza nelle pubbliche amministrazioni;

13.

chiede un maggiore coordinamento e legami più forti tra le strategie nazionali per le comunità emarginate, incluse le strategie nazionali di inclusione dei Rom, le strategie nazionali di riduzione della povertà, le strategie per l'inclusione di altre comunità emarginate o meno favorite, e le strategie per l'uguaglianza di genere con la politica di coesione;

14.

invita gli Stati membri e la Commissione a riservare priorità ai minori nell'attuazione del quadro dell'UE per le strategie nazionali d'integrazione dei Rom, e ribadisce l'importanza di promuovere la parità di accesso ad alloggi, sanità, istruzione e condizioni di vita dignitose per i minori;

15.

invita gli Stati membri e le autorità locali a incoraggiare l'utilizzo dei finanziamenti dell'FSE per sostenere i progetti per l'apprendimento informale e permanente nonché i progetti culturali, così da conseguire gli obiettivi di investire in nuove competenze per l'innovazione e di combattere la disoccupazione, la povertà e l'esclusione sociale;

16.

ricorda — tenendo presenti le crescenti disparità regionali, le sfide demografiche e la situazione cui è confrontato un crescente numero di giovani che hanno lasciato o intendono lasciare il paese d'origine — che, nel periodo di bilancio 2014-2020, sono disponibili meno fondi per il sostegno alla politica di coesione; ritiene che la politica di coesione possa ancora rappresentare un valore aggiunto all'opera già in corso negli Stati membri e che, concentrandosi sul miglioramento delle opportunità occupazionali, sulla partecipazione alla società e sugli investimenti a favore delle competenze, soprattutto nelle regioni che ne hanno più bisogno, la politica di coesione porterà, tra gli altri benefici, a una maggiore inclusione sociale e alla riduzione della povertà, fornendo agli Stati membri l'opportuna flessibilità per attuare un sostegno individualizzato in linea con le necessità locali e garantire che i finanziamenti siano utilizzati nelle zone dove la disoccupazione è maggiore e dove i finanziamenti sono più necessari;

17.

invita la Commissione a garantire che gli Stati membri rispettino questi principi al momento di adottare i programmi operativi; invita la Commissione a includere la sua analisi nella sua rendicontazione, anche sulle strategie nazionali di integrazione dei Rom;

18.

sottolinea che i tagli di bilancio per i servizi pubblici compiuti in alcuni Stati membri durante la crisi hanno incrementato la disoccupazione, peggiorato la sicurezza sociale e provocato situazioni difficili in termini di alloggi e sanità; invita gli Stati membri a usare con maggiore efficacia il sostegno a titolo del FES, onde migliorare la qualità e la parità di accesso ai servizi pubblici per le comunità emarginate e combattere qualsiasi forma di discriminazione;

19.

chiede che si tenga conto di una prospettiva basata sui diritti umani nella definizione delle azioni sostenute dai fondi di coesione e sottolinea che i diritti culturali, economici e sociali dovrebbero essere integrati nelle politiche mirate a riconoscere le donne delle comunità emarginate come cittadine attive a pieno titolo e chiede che il razzismo, sia esso aperto o invisibile, sia affrontato in modo esplicito in ciascuna delle azioni e delle politiche elaborate;

Preparazione dei programmi

20.

sottolinea che il principio del partenariato deve portare al coinvolgimento a tutti i livelli e deve essere applicato dagli Stati membri su base obbligatoria, e non in maniera meramente pro forma; pone in evidenza l'importanza dell'attuazione del codice di condotta sul partenariato per garantire la parità di partecipazione e la rappresentanza dei partner, laddove occorre prestare particolare attenzione all'inclusione delle comunità emarginate, in modo che la loro situazione specifica e le potenziali sfide a cui esse devono far fronte per apportare un contributo sostanziale al partenariato possano essere prese in considerazione; è preoccupato per la scarsa conformità con la partecipazione obbligatoria di partner ai sensi dei rispettivi principi sanciti dal regolamento recante disposizioni comuni e dal codice europeo di condotta sul partenariato; esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire il coinvolgimento dei partner, compresi quelli maggiormente interessati, e ad attuare un sistema di incentivi e scambio di migliori pratiche, che includa un sostegno specifico alle autorità di gestione e ai beneficiari che hanno ottenuto risultati particolarmente positivi in questo settore;

21.

ritiene deplorevole che la Commissione abbia accettato accordi di partenariato che non includono in misura sufficiente comunità emarginate; chiede alla Commissione di adottare provvedimenti volti ad agevolare l'inclusione delle comunità emarginate nella preparazione, nella realizzazione e nella valutazione dei progetti quale strumento per conferire potere alle comunità interessate; suggerisce che le raccomandazioni siano presentate nel quadro del Semestre europeo quale strumento adeguato per promuovere azioni da intraprendere da parte degli Stati membri;

22.

invita gli Stati membri ad attuare le raccomandazioni specifiche per paese formulate in materia di inclusione sociale delle comunità emarginate ed esorta la Commissione a seguire con attenzione tali raccomandazioni;

23.

si compiace del fatto che alcuni Stati membri, compresi i destinatari delle raccomandazioni, considerino l'integrazione socioeconomica delle comunità emarginate come un investimento prioritario nei loro programmi operativi; avverte tuttavia che tale aspetto deve essere integrato in aree strategiche quali l'istruzione e l'occupazione;

24.

invita gli Stati membri a fare pieno uso dei fondi; sottolinea la necessità di porre un accento particolare su misure di finanziamento che vadano al di là di un'azione mirata nel quadro dell'obiettivo tematico per l'inclusione sociale, la lotta contro la povertà e qualsiasi discriminazione, privilegiando un approccio integrato e sistematico;

25.

ritiene che la governance multilivello e il coordinamento svolgano un ruolo importante; sottolinea che il coinvolgimento delle autorità locali e dei soggetti interessati locali è essenziale se si vuole raggiungere il gruppo destinatario, e che ciò richiede la massima prossimità territoriale possibile;

Attuazione dei programmi

26.

segnala l'importanza di un approccio integrato; è del parere che i fondi dovrebbero essere utilizzati in modo più integrato, anche mediante programmi plurifondo, iniziative di sviluppo locale da parte delle comunità, investimenti territoriali integrati e finanziamenti incrociati di cui all'articolo 98, paragrafo 2 del RDC, e che occorra realizzare sinergie con altri strumenti di finanziamento dell'UE e nazionali; invita le amministrazioni e le autorità interessate a cercare la cooperazione attiva a tutti i livelli, anche transfrontaliero;

27.

constata che, attualmente, l'utilizzo dei finanziamenti incrociati è limitato, cosa che potrebbe essere dovuta alle complesse regole descritte all'articolo 98, paragrafo 2 del regolamento recante disposizioni comuni; è del parere che una maggiore flessibilità delle regole relative ai finanziamenti incrociati, in particolare per quanto riguarda le comunità emarginate, potrebbe migliorare l'efficacia dei progetti e apportare un importante valore aggiunto in termini di impatto dei progetti stessi; invita pertanto la Commissione a realizzare un'analisi dell'applicazione e del livello di utilizzo dei finanziamenti incrociati;

28.

rileva che le comunità emarginate spesso vivono nelle zone meno favorevoli delle città; sottolinea l'importanza della reale implementazione di programmi di rinnovo e rigenerazione urbana per i quartieri sfavoriti, che coniughino approcci integrati e locali e partenariati, affrontino le sfide economiche, sociali e territoriali, migliorino l'ambiente urbano e pongano inoltre l'accento su una maggiore connettività, nell'ottica di migliorare l'accesso di queste comunità; ritiene che la futura agenda urbana dell'UE dovrebbe tenere adeguatamente conto delle sfide e delle necessità chiave che interessano le comunità emarginate nelle aree urbane per impedire la creazione di quartieri-ghetto e per combattere efficacemente la segregazione, la povertà e l'esclusione sociale;

29.

richiama l'attenzione sulle necessità specifiche delle comunità emarginate che vivono nelle zone rurali, montagnose e isolate, comprese le sfide che riguardano la connettività, la mobilità e l'accesso ai servizi, nonché per quanto riguarda le opportunità culturali e sociali; sottolinea l'importanza di una migliore connettività delle regioni; rileva altresì che le persone che vivono in zone transfrontaliere sono spesso vittima di emarginazione a causa della loro situazione geografica e che questo aspetto dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione in sede di elaborazione della politica di coesione, soprattutto alla luce dell'obiettivo della cooperazione territoriale europea;

30.

sottolinea la necessità di rafforzare le capacità delle parti interessate, compresi i servizi pubblici, le amministrazioni e gli organi della società civile, così da conferire potere alle comunità, in particolare consentendo loro di partecipare maggiormente al processo di elaborazione delle politiche; chiede che l'assistenza tecnica mirata e i finanziamenti siano utilizzati anche a tal fine;

31.

invita la Commissione a fornire l'assistenza tecnica necessaria per migliorare la capacità amministrativa degli organi che concorrono alla gestione dei fondi strutturali e chiede agli Stati membri di fornire consulenza e assistenza amministrativa, ad esempio organizzando azioni di formazione e fornendo aiuto e spiegazioni per la compilazione delle domande di sovvenzioni, e ciò affinché le comunità emarginate quali i rom possano ottenere con maggiore facilità le informazioni sui programmi di finanziamento europei e nazionali a sostegno dell'imprenditorialità e dell'occupazione e siano in grado di presentare le relative domande;

32.

sottolinea che le parti sociali devono avere accesso all'assistenza tecnica onde garantire non solo il rafforzamento della loro capacità, ma anche il loro coordinamento e la loro rappresentanza nei comitati ad hoc che definiscono e attuano i programmi operativi;

33.

segnala che, in partenariato con i rappresentanti delle comunità emarginate, la Commissione, una volta forniti gli orientamenti sulla definizione di comunità emarginate, dovrebbe istituire un gruppo di esperti ad hoc per la consulenza e promuovere un'adeguata formazione del personale amministrativo, nell'ottica di fornire una conoscenza specifica in merito alle problematiche delle comunità emarginate e lottare contro le pratiche discriminatorie, in vista di favorire l'inclusione mediante un dialogo costruttivo ed efficace nonché di attuare e monitorare i progetti finanziati dall'UE che riguardano le comunità emarginate in maniera integrata ed efficace, massimizzandone l'impatto;

34.

ritiene essenziale includere organismi per la parità, organizzazioni femminili e donne provenienti da comunità emarginate nel processo decisionale in materia di assegnazione, utilizzo, attuazione e monitoraggio dei fondi, a tutti i livelli (da quello locale e regionale a quello degli Stati membri e dell'UE), e ritiene che il monitoraggio e la valutazione dei programmi attuati dovrebbero essere considerati un processo fondamentale per accrescere la partecipazione delle donne che vivono in comunità emarginate;

35.

prende atto dell'approccio secondo cui tutte le disposizioni politiche, strategiche e operative, tra cui una sufficiente capacità amministrativa o istituzionale, devono essere in atto prima che siano effettuati investimenti; incoraggia la Commissione a monitorare attentamente il rispetto di tali condizioni e a garantire che gli Stati membri interessati adottino azioni complementari, in particolare nell'ambito della promozione dell'inclusione e della lotta alla povertà e alla discriminazione;

Monitoraggio e raccomandazioni

36.

fa notare che i progetti finanziati dall'UE devono avere una prospettiva a lungo termine al fine di essere efficaci e che i fondi devono sostenere gli investimenti nelle reali esigenze dei beneficiari, con meccanismi volti a garantire che siano raggiunti i gruppi destinatari e che l'esclusione e l'emarginazione siano affrontate; chiede una valutazione qualitativa e meccanismi di controllo; invita la Commissione a porre in essere meccanismi proattivi e partecipativi di monitoraggio e osservazione delle azioni intraprese dagli Stati membri nei processi di pianificazione e valutazione dei fondi utilizzati a favore delle comunità emarginate;

37.

sottolinea che l'esclusione abitativa, la mancanza di fissa dimora, l'esclusione dall'istruzione e la disoccupazione sono spesso elementi chiave del fenomeno dell'emarginazione; sottolinea pertanto l'importanza di interventi integrati in materia di alloggio, istruzione e occupazione a favore delle comunità emarginate;

38.

ricorda — tenendo presente che la recente crisi economica e finanziaria ha colpito duramente in particolare i gruppi emarginati a maggior rischio di perdere il lavoro in tempi di turbolenza sul mercato del lavoro — che l'istruzione e l'occupazione rappresentano il modo migliore per uscire dalla povertà e che l'integrazione delle comunità emarginate nella società e nel mercato del lavoro dovrebbe quindi costituire una priorità; osserva con preoccupazione che i membri delle comunità emarginate sono spesso esclusi dalla società, sono oggetto di discriminazione e, di conseguenza, incontrano ostacoli nell'accesso all'istruzione di elevata qualità, all'occupazione, all'assistenza sanitaria, ai trasporti, alle informazioni e ai servizi in generale, il che rappresenta un problema complesso che deve essere affrontato in modo adeguato mediante l'uso complementare e un'efficace combinazione dei Fondi SIE e delle risorse nazionali; sottolinea pertanto la necessità di compiere sforzi particolari per quanto riguarda i programmi UE esistenti, quali l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, Erasmus+ e il programma Europa creativa, al fine di raggiungere i membri delle comunità emarginate, unitamente al monitoraggio periodico del successo della diffusione dei programmi, allo scopo di spezzare il circolo della povertà e dell'emarginazione e di potenziare le conoscenze e qualifiche professionali delle persone;

39.

chiede che i fondi siano utilizzati per migliorare le condizioni di vita e facilitare l'accesso delle donne appartenenti a comunità emarginate a servizi stabili e di alta qualità, servizi quali istruzione, alloggio, assistenza sanitaria, occupazione, assistenza all'infanzia, servizi sociali, servizi di assistenza alle vittime e amministrazione della giustizia;

40.

sottolinea che i rappresentanti delle comunità emarginate devono essere attivamente coinvolti e autorizzati a partecipare come membri a pieno titolo ai processi di monitoraggio; rileva che una notevole esperienza avrebbe potuto essere raccolta a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale; sottolinea la necessità di divulgare e mettere a frutto le migliori pratiche; invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare tutte le migliori pratiche esistenti, anche quelle innovative che riguardano l'inclusione di gruppi e individui emarginati nella società, e ad avviare attività di rete, anche tra assistenti sociali, animatori giovanili, operatori a livello delle comunità, nonché accademici e ricercatori; sottolinea la necessità di una piattaforma di rete a livello dell'UE che agevoli lo scambio di migliori pratiche e la risoluzione comune dei problemi, e che potrebbe fungere anche da meccanismo di e-learning per lo sviluppo delle capacità;

41.

invita la Commissione a tenere conto della politica di coesione e delle comunità emarginate nel suo dialogo annuale strutturato con la società civile e le organizzazioni che rappresentano i partner, garantendo al contempo che i rappresentanti delle comunità emarginate partecipino al dibattito e lo agevolino sulla base di un'analisi quantitativa e qualitativa;

42.

rileva che la consapevolezza dell'inclusione strutturale e sistemica non è solo necessaria per la società nel suo insieme, ma risulta particolarmente importante per il lavoro dei responsabili politici e delle parti interessate a tutti i livelli amministrativi nonché degli altri enti pubblici coinvolti; invita tutte le parti interessate pubbliche e gli istituti di formazione a svolgere un'analisi approfondita delle cause della discriminazione e dell'emarginazione e a condurre azioni di sensibilizzazione sul fatto che la xenofobia e il razzismo, così come tutti i tipi di emarginazione che portano ad un'esclusione sistematica, compreso l'antiziganismo, devono essere eliminati; invita la Commissione ad applicare e a monitorare rigorosamente la legislazione dell'UE in materia di discriminazione; invita i servizi pubblici per l'impiego (SPI) a fornire servizi di elevata qualità, basati sulle esigenze e su misura;

43.

sottolinea la necessità di adottare un duplice approccio nell'assistenza e nell'integrazione delle comunità emarginate, il che dovrebbe essere effettuato direttamente insieme agli interessati fornendo istruzione, comprese le strutture scolastiche, formazione, orientamento professionale e opportunità di lavoro, nonché insieme alla comunità e alle autorità locali, allo scopo di migliorare e/o cambiare la percezione pubblica attraverso un'opera di sensibilizzazione in merito alle conseguenze dei pregiudizi, migliorando i servizi pubblici e adeguando i sistemi sociali;

44.

sottolinea che l'istruzione è un diritto fondamentale sancito dal trattato sull'Unione europea; pone in evidenza che garantire la parità di accesso all'istruzione di elevata qualità per tutti i membri della società è fondamentale per spezzare il circolo dell'esclusione sociale; ritiene che l'istruzione formale, non-formale e informale, caratterizzata dall'educazione alla diversità, sia propedeutica ad una reale integrazione politica, economica e sociale delle comunità emarginate; sottolinea la necessità di attuare programmi, progetti e attività di sostegno per le comunità emarginate allo scopo di fornire loro un'istruzione prescolare, per avvalorare la necessità dell'istruzione formale, offrendo al contempo opportunità di altre forme di istruzione e apprendimento permanente, specialmente per quanto riguarda le competenze professionali e le TIC, nonché di migliorare l'accesso ai media, anche nell'ottica di favorire l'emancipazione delle donne e delle ragazze nelle comunità emarginate;

45.

invita gli Stati membri e le autorità locali e regionali a incoraggiare l'utilizzo del FESR per sostenere le PMI e le imprese sociali che coinvolgono le comunità emarginate e recano vantaggio a queste ultime; sottolinea la necessità di sostenere attività a favore delle comunità emarginate al fine di fornire loro assistenza e creare le condizioni per le attività imprenditoriali su micro scala, preservando così i diversi modi di fare impresa;

46.

fa notare che numerosi settori subiranno un'importante trasformazione nel prossimo futuro, in parte a causa dell'impiego sempre più diffuso di strumenti e soluzioni online; sottolinea che questo metterà sotto pressione i lavoratori scarsamente o mediamente qualificati, il che avrà un impatto particolare sui membri delle comunità emarginate, in quanto attualmente sono loro che di solito trovano lavoro in questi settori; sottolinea l'importanza di una formazione e di servizi accessibili e a costi ragionevoli per tutti nel campo delle nuove tecnologie, con particolare riferimento alle opportunità in settori come quello digitale o dell'economia verde, soprattutto per i gruppi più svantaggiati; osserva l'importanza delle microimprese e delle piccole imprese nel contribuire a sostenere l'occupazione nelle zone rurali ed esorta pertanto a porre un maggiore accento sulla necessità di garantire a queste imprese l'accesso ai finanziamenti;

47.

sottolinea l'importanza di favorire l'emancipazione femminile all'interno delle comunità emarginate incoraggiando le donne imprenditrici e la partecipazione femminile in tali comunità;

48.

sottolinea il ruolo importante dell'imprenditoria sociale, delle cooperative, delle associazioni mutualistiche e delle attività commerciali alternative nell'emancipazione delle donne di comunità emarginate; raccomanda che i fondi di coesione, specialmente il Fondo sociale europeo, sostengano gli investimenti in questo settore che presentano una forte prospettiva di genere;

49.

invita la Commissione ad analizzare i limiti dell'attuale criterio di ripartizione per la determinazione del sostegno a titolo dei fondi della politica di coesione sulla base del PIL, facendo un uso migliore degli indicatori disponibili (come i dati UE-Silc di Eurostat sul reddito e sulle condizioni di vita) in grado di individuare sacche di povertà e di fragilità sociale sul territorio dell'Unione, in modo da orientare meglio il sostegno dell'UE per le comunità emarginate;

50.

sottolinea che, nel dibattito politico europeo, le comunità emarginate sono spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche tendenziose e che sarebbe necessaria una dettagliata analisi dell'esclusione strutturale sia negli accordi di partenariato, sia nei programmi operativi interessati; invita la Commissione a fornire orientamenti coerenti e chiari in materia di sviluppo, attuazione e gestione dei progetti finanziati dall'UE che riguardano le comunità emarginate, incluse analisi approfondite, esempi di migliori pratiche e raccomandazioni strategiche, per garantire che le comunità emarginate siano incluse nei fondi dell'UE anche in vista del prossimo periodo di programmazione;

51.

chiede che in ogni iniziativa, programma, azione concernente l'integrazione e l'inclusione sociale finanziati dall'UE e in tutti gli accordi di finanziamento in materia siano compresi una prospettiva di genere e un'analisi intersettoriale, in modo che le esigenze specifiche delle donne di comunità emarginate possano essere meglio affrontate e che la varietà di voci e prospettive di donne in posizioni strutturali e ruoli diversi possano essere rese in maniera più adeguata; ritiene che le valutazioni dell'impatto di genere e il bilancio di genere siano utili al fine di valutare come incidono sulle donne le priorità di investimento, la ripartizione delle risorse finanziarie e le specifiche per i programmi di finanziamento; pone l'accento sull'esigenza di raccogliere sistematicamente e di analizzare periodicamente dati disaggregati per genere;

52.

invita gli Stati membri a offrire un premio per la dedizione esemplare all'integrazione e all'inclusione dei gruppi emarginati nell'attuazione dei fondi dell'UE; suggerisce che tale premio per l'eccezionale lavoro svolto potrebbe essere conferito ai comuni o alle regioni degli Stati membri;

53.

invita gli Stati membri a consentire e incoraggiare le attività di rete tra i comuni e le città che si occupano dell'integrazione dei gruppi emarginati; ritiene che il Patto dei sindaci sul cambiamento climatico potrebbe fungere da esempio per una siffatta rete;

o

o o

54.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320.

(2)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 289.

(3)  GU L 132 del 29.5.2010, pag. 1.

(4)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 470.

(5)  GU L 354 del 28.12.2013, pag. 62.

(6)  GU L 72 del 12.3.2014, pag. 1.

(7)  GU L 74 del 14.3.2014, pag. 1.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2014)0132.

(9)  Testi approvati, P7_TA(2013)0594.

(10)  Testi approvati, P7_TA(2013)0246.

(11)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 112.

(12)  GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 120.

(13)  GU C 87 E dell'1.4.2010, pag. 60.

(14)  GU C 378 del 24.12.2013, pag. 1.

(15)  GU C 114 del 15.4.2014, pag. 73.

(16)  


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