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Document 52013AE6185

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Aprire l’istruzione: tecniche innovative di insegnamento e di apprendimento per tutti grazie alle nuove tecnologie e alle risorse didattiche aperte COM(2013) 654 final

OJ C 214, 8.7.2014, p. 31–35 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

8.7.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 214/31


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Aprire l’istruzione: tecniche innovative di insegnamento e di apprendimento per tutti grazie alle nuove tecnologie e alle risorse didattiche aperte

COM(2013) 654 final

2014/C 214/06

Relatore: LOBO XAVIER

Correlatore: TRANTINA

La Commissione europea, in data 25 settembre 2013, ha deciso, conformemente al disposto dell’articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Aprire l’istruzione: tecniche innovative di insegnamento e di apprendimento per tutti grazie alle nuove tecnologie e alle risorse didattiche aperte

COM(2013) 654 final.

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 6 febbraio 2014.

Alla sua 496a sessione plenaria, dei giorni 26 e 27 febbraio 2014 (seduta del 26 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 226 voti favorevoli, 2 voti contrari e 3 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Gli strumenti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono sempre più utilizzati in tutti i settori della vita delle persone. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che un approccio digitale nell’ambito dei sistemi d’istruzione possa contribuire a migliorare la qualità e la creatività dell’istruzione da offrire alla comunità, soprattutto se tale approccio è impiegato con buon senso.

1.2

Il CESE è convinto che il ruolo dei docenti sia centrale per il successo dell’iniziativa Aprire l’istruzione. Il loro coinvolgimento nella concezione e attuazione dell’iniziativa, unito ad una formazione adeguata, è essenziale per «aprire l’istruzione» in modo innovativo usufruendo delle nuove tecnologie e delle risorse didattiche aperte in un contesto di insegnamento e apprendimento per tutti.

1.3

Il CESE sottolinea che la mobilitazione di tutti i soggetti interessati e il sostegno alla creazione di «partenariati di apprendimento» nella società — con la partecipazione di scuole, imprese, comuni, parti sociali e organizzazioni della società civile, oltre che di ONG legate ai giovani, ai genitori e agli studenti, di operatori che si occupano dei giovani e di altri operatori sociali locali, nella progettazione e realizzazione dei corsi di studio — sono cruciali affinché l’iniziativa abbia successo e produca risultati concreti, in un ambiente sano di cambiamento del paradigma dell’istruzione.

1.4

Il CESE richiama l’attenzione sulla necessità di utilizzare in modo efficace sia i programmi di finanziamento europei che — soprattutto — quelli nazionali a disposizione per sostenere un utilizzo ottimale, debitamente adattato ai corsi di studio, delle nuove tecnologie e delle risorse didattiche aperte. È necessario osservare, divulgare e incoraggiare le buone pratiche esistenti in alcuni Stati membri per quel che riguarda, ad esempio, gli incentivi da offrire alle imprese che vogliano dotare le scuole delle nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione.

1.5

Il CESE ritiene fondamentale che gli strumenti di riconoscimento delle competenze acquisite attraverso l’impiego delle TIC siano noti con chiarezza a tutta la comunità e che la loro applicazione venga valutata con regolarità. Lo spazio europeo delle abilità e delle qualifiche attualmente in fase di sviluppo dovrà contribuire a questo sforzo di trasparenza e validazione delle competenze. Questo aspetto è cruciale per garantire che l’intera comunità non nutra inquietudini nei confronti del sistema.

1.6

Il CESE è fermamente convinto che un approccio generale ben pianificato sia necessario nell’applicazione delle misure tese a promuovere l’utilizzo di nuove tecnologie nei processi di apprendimento, per quanto riguarda sia i corsi online aperti e di massa (MOOC) che le risorse didattiche aperte (RDA). I docenti continueranno certamente a svolgere una funzione centrale in tutto il processo didattico grazie a una formazione e a incentivi adeguati. L’istruzione basata sulla tecnologia ha fatto sorgere nuove sfide per l’Europa. La tecnologia senza docenti perde il suo valore didattico, mentre docenti competenti a livello digitale continueranno a essere determinanti nel rendere l’istruzione attraente per i discenti.

1.7

Il CESE desidera sottolineare la necessità di una maggiore inclusione nell’utilizzo degli strumenti delle TIC nell’istruzione, soprattutto in rapporto agli studenti provenienti da ambienti svantaggiati, che non sono in grado di procurarsi gli apparecchi necessari, di ottenere un accesso adeguato a Internet e di acquistare contenuti digitali. Esistono numerosi esempi di buone pratiche in tutt’Europa sui modi per superare questi ostacoli e dotare le persone interessate degli strumenti di cui hanno bisogno. Queste buone pratiche devono essere condivise e incoraggiate.

1.8

Il CESE ritiene inoltre che le nuove tecnologie basate su Internet consentano la trasmissione transfrontaliera delle conoscenze, promuovendo quindi la convergenza dell’istruzione negli Stati membri. Questo è importante per la mobilità dei futuri lavoratori e datori di lavoro nei mercati uniti dell’Unione europea, che ne trarrà beneficio.

1.9

Il CESE reputa che la Commissione europea debba assicurare il sostegno e i meccanismi di coordinamento necessari per attuare in modo rapido ed efficiente le proposte esaminate nel presente documento, misurare i progressi compiuti e promuovere lo scambio di buone pratiche a livello dell’UE. Il Comitato è dell’avviso che un’attuazione corretta delle proposte contribuirà anche a realizzare gli obiettivi generali della strategia Europa 2020.

2.   Contesto

2.1

La Commissione europea ha lanciato l’iniziativa Aprire l’istruzione sotto forma di un piano d’azione per rispondere non solo all’impiego inefficiente o inefficace delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel processo didattico, ma anche ad altri problemi di natura digitale che impediscono alle scuole e alle università di offrire un insegnamento di qualità elevata e l’acquisizione delle competenze digitali che nel 2020 saranno richieste per il 90 % dei posti di lavoro.

2.2

Questa iniziativa congiunta, patrocinata da Androulla Vassiliou, commissaria per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, e da Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile per l’Agenda digitale, è incentrata su tre aree principali:

creare opportunità di innovazione per le organizzazioni, i docenti e i discenti;

favorire il ricorso alle risorse didattiche aperte, per garantire che il materiale didattico realizzato con finanziamenti pubblici sia accessibile a tutti; e

migliorare le infrastrutture TIC e la connettività nelle scuole.

2.3

Le iniziative connesse al piano d’azione Aprire l’istruzione verranno finanziate grazie al sostegno di Erasmus+ — il nuovo programma dell’UE per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport — e di Orizzonte 2020, il nuovo programma per la ricerca e l’innovazione, nonché con i fondi strutturali dell’UE. Il programma Erasmus+ offrirà ad esempio finanziamenti ai prestatori di servizi didattici per garantire che i modelli aziendali vengano adattati ai cambiamenti tecnologici e per sostenere lo sviluppo della formazione dei docenti mediante corsi online aperti. Tutti i materiali didattici acquistati con il sostegno di Erasmus+ saranno liberamente accessibili e disponibili al pubblico grazie a licenze aperte.

2.4

L’impatto dell’iniziativa Aprire l’istruzione verrà rafforzato dalle raccomandazioni la cui pubblicazione è prevista l’estate prossima a cura del gruppo di alto livello sulla modernizzazione dell’istruzione superiore. Il gruppo, istituito dalla commissaria Vassiliou e presieduto dall’ex presidente dell’Irlanda Mary McAleese, sta valutando come l’istruzione superiore possa utilizzare al meglio le nuove modalità di insegnamento e apprendimento.

2.5

Tale iniziativa si inquadra inoltre nell’ambito della Grande coalizione per l’occupazione in campo digitale, una piattaforma multilaterale volta a fronteggiare la carenza di competenze nel settore delle TIC e a coprire i 9 00  000 posti vacanti in questo settore.

3.   Osservazioni generali

3.1

«L’istruzione è un processo sociale» (John Dewey) e tale rimarrà con l’impiego su vasta scala delle TIC. La sua funzione non è soltanto trasmettere conoscenze, ma anche formare cittadini.

3.2

Il CESE accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione europea intitolata Aprire l’istruzione, in quanto essa rappresenta un modo per promuovere un sistema d’istruzione moderno, capace di sviluppare le capacità della comunità studentesca, dei professori e della società nel suo insieme, facilitando l’utilizzo delle nuove competenze digitali e delle nuove soluzioni offerte dalle tecnologie della comunicazione e informazione, assicurando così l’efficienza nel processo di trasmissione delle conoscenze.

3.3

L’istruzione è uno dei pilatri delle società moderne e un diritto dell’uomo. Nessun paese può sopravvivere o svilupparsi senza un buon sistema d’istruzione. Oggigiorno il successo è il risultato dell’applicazione delle TIC alla trasmissione delle conoscenze attraverso la combinazione di metodi moderni e tradizionali. L’istruzione deve seguire l’approccio giusto, prestando attenzione allo sviluppo integrato di ogni individuo e, al tempo stesso, soddisfacendo le necessità reali di competenze nel mercato del lavoro. Oltre a questo, senza trascurare le necessità dei mercati orientati al profitto, i sistemi d’istruzione dell’Unione europea devono anche venire incontro alle esigenze dei mercati non lucrativi, ad esempio quelle legate a certi tipi di ricerca, ad alcune scienze o alle arti.

3.4

Le scuole sono sempre state all’avanguardia dell’innovazione. Pertanto, secondo il CESE, l’equilibrio tra i metodi cosiddetti «tradizionali» di insegnamento e il ricorso alle nuove tecnologie e ai nuovi approcci è fondamentale per il successo dell’istruzione. Il CESE ritiene inoltre che i sistemi d’istruzione debbano essere adattati all’evolversi della società a livello globale e alle nuove sfide.

3.5

È da vari anni che il CESE affronta la questione degli approcci innovativi nell’istruzione (1). Ad esempio, il recente parere del CESE sul tema Ripensare l’istruzione ha evidenziato che l’insegnamento delle discipline legate all’area STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) deve continuare a ricevere un’attenzione particolare nei sistemi d’istruzione, visto che queste materie sono centrali per lo sviluppo della società tecnologica in cui viviamo e in cui vi sarà un’enorme richiesta di risorse umane dotate di notevoli conoscenze scientifiche e tecnologiche. Ciononostante, è essenziale che queste discipline vengano presentate alla comunità studentesca in modo più creativo e accattivante, a partire dalla scuola dell’infanzia. Questo approccio precoce ha prodotto buoni risultati e può essere considerato una buona pratica in vari Stati membri.

3.6

Per l’istruzione sono importanti sia le soluzioni digitali che quelle online. Tuttavia il CESE reputa che, con l’utilizzo di nuovi materiali, formati e competenze per assicurare la trasmissione delle conoscenze, sia vitale migliorare i contenuti, nonché l’efficienza e i risultati dell’apprendimento.

3.7

Il CESE reputa che la partecipazione sia della comunità dei docenti che delle parti sociali che rappresentano i loro interessi sia essenziale per l’efficacia del processo di apertura dell’istruzione. In quest’ottica, il CESE appoggia l’intenzione di promuovere reti di insegnanti volontari per condividere buone pratiche e lanciare nuove iniziative.

3.8

Dal punto di vista delle imprese, il CESE è consapevole che il nuovo approccio e il nuovo ambiente, entrambi digitali, offrono grandi opportunità. Il Comitato raccomanda tuttavia cautela, soprattutto nell’utilizzo delle «fonti aperte». Sebbene a giudizio del CESE i corsi aperti e le risorse aperte abbiano un ruolo da svolgere in questo processo, il mercato esige una qualche forma di classificazione e standardizzazione (su base volontaria) con cui si tenga conto della procedura di certificazione e dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) (2). Un’analisi critica sulla qualità delle risorse didattiche è altrettanto importante e auspicabile.

3.9

Il CESE riconosce i vantaggi di una «industria» di «risorse didattiche aperte», purché tali risorse siano pertinenti per i processi didattici e capaci di promuovere l’apprendimento delle lingue. Un accesso universale e illimitato a contenuti didattici aperti e di qualità elevata non serve a nulla se questi contenuti non possono essere utilizzati dalla comunità perché sono in una lingua che la maggior parte dei membri di tale comunità non padroneggia.

3.10

Malgrado nel documento si invochino politiche a livello europeo, per il CESE è fuori discussione che l’applicazione delle soluzioni dipende da come ogni Stato membro strutturerà le sue politiche. In quest’ottica, il Comitato esorta i responsabili politici degli Stati membri a dar prova di un autentico impegno per assicurare l’applicazione delle soluzioni raccomandate a livello europeo, indipendentemente dalle differenze nel livello di avanzamento fatto segnare dagli Stati membri in questi settori.

3.11

Come tutti i grandi cambiamenti, questa rivoluzione — come si è già detto — esige l’impegno dei responsabili politici di tutti gli Stati membri. In quest’ottica, il CESE esorta a utilizzare in modo adeguato i programmi di finanziamento — sia quelli dell’UE sia, soprattutto, quelli nazionali — che sono disponibili per sostenere la «rivoluzione» didattica proposta. Anche se il programma Erasmus+ e alcune misure del programma Orizzonte 2020 non rappresentano una soluzione globale (malgrado l’aumento tanto apprezzato delle dotazioni di bilancio), un coordinamento adeguato tra i bilanci nazionali e queste misure potrà veramente promuovere i sistemi d’istruzione. Un approccio di questo tipo richiede strategie e decisioni politiche appropriate da parte di ogni Stato membro, visto che non esistono soluzioni universali.

3.12

Nonostante quel che è stato detto sull’importanza delle tecnologie digitali, l’istruzione deve inoltre aprirsi ad altre forme di apprendimento (ad esempio, l’istruzione non formale in ambienti non scolastici). In questo contesto, è d’altronde opportuno segnalare che il ruolo dei media (in quanto risorsa di didattica informale) è ancora relativamente poco sviluppato nel processo d’istruzione, malgrado l’enorme potenziale legato alla loro complementarità con l’istruzione formale e al loro contributo per la comprensione dei contenuti digitali.

3.13

La promozione dell’uso delle nuove tecnologie deve essere basata sul principio dell’accessibilità da parte di tutta la comunità di apprendimento e su quello dell’inclusione sociale di tale comunità, tenendo conto soprattutto delle origini sociali differenti dei discenti e delle differenti forme di contatto con il mondo digitale che derivano da queste origini.

3.14

Il CESE ribadisce la necessità di coinvolgere non solo la comunità di apprendimento, ma anche tutta la società nella definizione di buone pratiche e di approcci che contribuiscano in modo decisivo a risultati migliori nel settore dell’istruzione.

4.   Osservazioni particolari

4.1   Ambienti di apprendimento aperto (open learning)

4.1.1

È necessario investire di più e meglio nella qualità dell’istruzione e della formazione, per migliorare le competenze e l’occupabilità negli Stati membri dell’Unione europea. Specialmente in alcuni di essi, le priorità devono essere chiare per la comunità. Non ha senso realizzare investimenti infrastrutturali se parallelamente non si investe nella formazione dei docenti. Gli investimenti devono avere una duplice dimensione: i) rafforzare la capacità logistica delle scuole e delle infrastrutture di sostegno e ii) potenziare la componente «conoscenza» del processo didattico. Questa opzione è fondamentale per avvalersi in modo corretto delle opportunità di finanziamento disponibili nei vari programmi europei e nazionali di sostegno finanziario.

4.1.2

Le buone pratiche devono essere condivise su grande scala. Malgrado le differenze — non solo strutturali, ma anche culturali — tra gli Stati membri, le idee, i processi e gli approcci possono essere adattati alla situazione sul campo di un dato paese. Il CESE plaude all’intenzione della Commissione di creare una rete a livello europeo che promuova queste buone pratiche e le metta a disposizione di tutti gli Stati membri.

4.1.3

I discenti possono avere un’attitudine naturale all’ambiente digitale ma, per garantire il successo del processo di istruzione digitale, essi hanno bisogno di assistenza per imparare a utilizzare bene le nuove tecnologie a fini d’istruzione. Certe abitudini legate all’utilizzo della tecnologia dovranno inoltre cambiare. I discenti dovranno abituarsi a eseguire compiti con l’ausilio della tecnologia, e questo all’inizio risulterà certamente difficile, ma poi sarà gratificante. Sotto molti aspetti, gli alunni e gli studenti dovranno cambiare tanto quanto i docenti e occorre compiere questo sforzo congiunto.

4.1.4

La tecnologia deve essere considerata un mezzo e non un fine. Se i docenti, gli studenti e gli alunni non ricevono un’apposita formazione, finiranno per utilizzare i nuovi strumenti in modo antiquato. È necessario che i presidi e gli altri dirigenti scolastici garantiscano che i genitori siano informati di qualsiasi nuovo metodo didattico, se vogliono che tali metodi si affermino veramente. Il settore dell’istruzione avrà bisogno di leader lungimiranti.

4.1.5

Nel processo didattico i docenti sono più importanti della grandezza dell’aula scolastica, del tempo passato in aula, della presenza o assenza di mezzi tecnologici in aula e della stessa organizzazione della scuola o delle classi. L’invasione delle scuole da parte della tecnologia può essere affrontata come un’opportunità di migliorare lo status del docente, e questo implica riconoscere e valorizzare il suo ruolo fondamentale nella comunità. Integrare i nuovi processi didattici e le nuove tecnologie di insegnamento nelle aule scolastiche non è compito facile, perché questo richiede docenti qualificati e motivati per guidare il processo di cambiamento.

4.1.6

I responsabili politici devono pertanto assicurare che la tecnologia non prevalga sull’istruzione, per non pregiudicare la professionalità e dedizione dei docenti. La tecnologia deve essere subordinata al processo didattico guidato dai docenti e non il contrario.

4.1.7

In generale, gli investimenti nella formazione dei docenti dovrebbero essere maggiori di quelli riservati alla tecnologia.

4.1.8

La tecnologia tende ad aiutare di più i discenti che meno hanno bisogno di aiuto. Le statistiche indicano che gli studenti laureati hanno più probabilità di portare a termine un MOOC rispetto ad altre persone. I MOOC non sono sufficienti a risolvere le sfide didattiche più pressanti, ma sarebbe utile introdurli nell’istruzione secondaria e nella formazione professionale.

4.1.9

La trasparenza e il riconoscimento delle abilità acquisite attraverso le TIC (sia all’interno che all’esterno degli istituti scolastici) sono di grande importanza, al pari della garanzia della qualità nei processi di riconoscimento. I discenti, gli educatori e i datori di lavoro devono essere coinvolti nella definizione dei processi di riconoscimento e venir motivati da questi stessi processi.

4.2   Risorse didattiche aperte

4.2.1

Per promuovere l’utilizzo di risorse e contenuti digitali, esiste la chiara necessità di potenziare l’insegnamento delle lingue straniere (specialmente l’inglese) non soltanto nella comunità studentesca ma anche tra i docenti.

4.2.2

Per l’allestimento di aule digitali è necessaria una solida capacità pedagogica e organizzativa da parte di chi le progetta. Le aule potranno accrescere gli effetti dell’apprendimento digitale se saranno concepite come spazi attivi di apprendimento incentrati sugli studenti e dotati delle risorse che permettano di provvedere alle necessità didattiche di tutti i tipi di discente.

4.2.3

Il CESE è d’accordo sul fatto che il sito Internet «Open Education Europa» (Istruzione aperta in Europa) rappresenti un passo importante per il monitoraggio del processo da parte della comunità. Reputa che l’utilizzo di tale strumento debba essere debitamente promosso e i suoi contenuti debbano essere costantemente controllati e valutati. Per potenziarne l’utilizzo bisognerà prestare speciale attenzione alla diversità linguistica delle risorse.

4.3   Connettività e innovazione

4.3.1

Il CESE è consapevole che la capacità delle infrastrutture nel settore delle TIC varia da uno Stato membro all’altro, e questo è un fatto importante di cui tenere conto nella fase di attuazione delle varie proposte. Tuttavia lo sviluppo delle infrastrutture a banda larga, specialmente nelle aree remote, dovrebbe almeno diventare (o rimanere) prioritario.

4.3.2

È importante assicurare un accesso alle TIC più ampio per i gruppi svantaggiati, per permettere loro di integrarsi. I centri e i servizi esistenti nelle comunità che offrono accesso all’apprendimento online e via Internet, oltre che alle biblioteche scolastiche online, racchiudono un potenziale enorme.

4.4   Sforzi concertati per cogliere le opportunità della rivoluzione digitale

4.4.1

Il CESE ritiene fondamentale valutare l’impatto di queste politiche. Come indicato in precedenza, esistono approcci differenti e livelli distinti di partecipazione delle comunità al processo didattico. La rivoluzione digitale deve poter essere misurata per mezzo di indicatori chiave che facciano riferimento non solo a questioni pratiche (percentuale di alunni e studenti nel sistema di istruzione, numero di nuovi utenti delle risorse aperte, numero di computer e di libri digitali nelle aule, ecc.), ma anche all’impatto dei nuovi metodi digitali su scuole, discenti e professori, anche in termini di miglioramento delle conoscenze linguistiche.

4.4.2

Non si sottolineerà mai abbastanza che tutta la comunità deve essere coinvolta nel processo. Si è già dato il debito rilievo ai docenti e al loro ruolo centrale, ma è anche opportuno riconoscere il ruolo importante che le famiglie e il contesto sociale devono svolgere. Nell’attuazione di politiche didattiche innovative e inclusive, la famiglia avrà sempre un peso preponderante nell’aiutare la comunità studentesca ad adattarsi a nuovi strumenti di apprendimento digitale. La famiglia dovrà quindi partecipare concretamente a questo processo di cambiamento. Il CESE riconosce inoltre il contributo straordinario degli operatori che si occupano dei giovani e degli altri operatori sociali che, nel quadro della loro attività professionale, danno a persone di ogni età la possibilità e la motivazione per usufruire di varie iniziative legate all’istruzione.

Bruxelles, 26 febbraio 2014.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  GU C 181 del 21.6.2012, pag. 143; GU C 68 del 6.3.2012, pag. 11; GU C 68 del 6.3.2012, pag. 1.

(2)  GU C 191 del 29.6.2012, pag. 18 – capitolo 4.


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