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Document 52012IP0212

Prospettiva 2020 per le donne in Turchia Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2012 su una prospettiva 2020 per le donne in Turchia (2011/2066(INI))

OJ C 264E, 13.9.2013, p. 25–32 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

13.9.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 264/25


Martedì 22 maggio 2012
Prospettiva 2020 per le donne in Turchia

P7_TA(2012)0212

Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio 2012 su una prospettiva 2020 per le donne in Turchia (2011/2066(INI))

2013/C 264 E/05

Il Parlamento europeo,

visti la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW) e il suo protocollo supplementare, che sono parte integrante del diritto internazionale e cui la Turchia aderisce rispettivamente dal 1985 e dal 2002, e visto l'articolo 90 della Costituzione turca, ai sensi del quale il diritto internazionale prevale sul diritto nazionale,

viste le convenzioni del Consiglio d'Europa come la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e la Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, che la Turchia è stato il primo paese a ratificare,

visti il documento 11372 e la raccomandazione 1817(2007) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, intitolati entrambi «I parlamenti uniti per combattere la violenza domestica contro le donne, valutazione intermedia della campagna»,

visto l'acquis dell'Unione europea in materia di diritti delle donne e uguaglianza di genere,

vista la decisione del Consiglio europeo del 17 dicembre 2004 di avviare i negoziati con la Turchia per l'adesione all'Unione europea,

viste le relazioni della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia nel 2010 (SEC(2010)1327) e nel 2011 (SEC(2011)1201),

vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2010-2011» (COM(2010)0660),

vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (COM(2010)2020),

viste le sue risoluzioni del 6 luglio 2005 (1) e del 13 febbraio 2007 (2) sul ruolo delle donne in Turchia nella vita sociale, economica e politica,

vista la sua risoluzione del 9 marzo 2011 sulla relazione 2010 sui progressi compiuti dalla Turchia (3) e la sua risoluzione del 29 marzo 2012 sulla relazione 2011 sui progressi compiuti dalla Turchia (4),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0138/2012),

A.

considerando che la Turchia, in quanto paese candidato, è tenuta a osservare l'acquis dell'UE e a impegnarsi a favore del rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere; che, al contempo, è invitata a continuare a effettuare e a monitorare l'attuazione della riforma legislativa nonché a organizzare iniziative di sensibilizzazione miranti a combattere la violenza contro le donne, compresa quella domestica;

B.

considerando che la politica in materia di uguaglianza di genere ha un grande potenziale per il raggiungimento degli obiettivi della strategia «Europa 2020» perché contribuisce alla crescita e alla piena occupazione;

C.

considerando che la Turchia sta compiendo progressi limitati nel migliorare e attuare il quadro legislativo al fine di garantire l'equa partecipazione di donne alla vita sociale, economica e politica;

D.

considerando che la Commissione, nelle sue relazioni 2010 e 2011 sui progressi compiuti dalla Turchia, ha ribadito che sono necessari ulteriori e continui sforzi per trasformare l'attuale quadro giuridico in una realtà politica, sociale ed economica; che ha inoltre indicato che l'uguaglianza di genere, la lotta contro la violenza contro le donne, compresi i delitti d'onore, e la lotta contro i matrimoni precoci e forzati continuano a costituire sfide considerevoli per la Turchia; che l'uguaglianza di genere, i diritti delle donne e l'integrazione della dimensione di genere dovrebbero essere salvaguardati nella nuova Costituzione turca che sarà elaborata;

E.

considerando che un'azione concertata e coordinata risulta particolarmente necessaria nei settori della violenza contro le donne, dell'istruzione, del lavoro e della rappresentanza a livello nazionale e locale;

Legislazione, coordinamento e società civile

1.

invita il governo turco a difendere e rafforzare i principi di uguaglianza e i diritti delle donne adottando e modificando il suo quadro legislativo, incluso il futuro processo di elaborazione di una nuova Costituzione;

2.

sottolinea che il sottosviluppo economico e sociale nelle aree rurali e urbane svantaggiate della Turchia come pure i problemi che derivano dall'immigrazione, dalla povertà e dalle strutture patriarcali prevalenti nella società aggravano le difficoltà delle donne e pregiudicano la loro posizione; chiede di mettere maggiormente in evidenza la necessità di tenere conto delle disparità regionali in sede di esame dei diritti delle donne e di elaborare politiche conseguenti riconoscendo, al contempo, che le donne di origine curda, in generale, devono far fronte a problemi e disparità ancora maggiori; invita il governo turco ad avviare tutte le riforme necessarie e a cooperare con i consigli locali al fine di garantire che tutte le donne, comprese quelle di origine curda, godano di pari diritti;

3.

si compiace della nomina di un nuovo ministro per la famiglia e le politiche sociali e della creazione della commissione per le pari opportunità per gli uomini e le donne nel parlamento turco che si sta adoperando con successo, riguardo a questioni importanti quali la violenza contro le donne e i matrimoni di bambini, nello svolgimento di indagini, nell'elaborazione di relazioni e nell'organizzazione di consultazioni con varie organizzazioni, tra cui ONG;

4.

sottolinea l'importanza di un coordinamento efficace nell'assicurare l'integrazione delle tematiche di genere; accoglie, pertanto, con favore gli sforzi che il governo turco sta compiendo per potenziare la cooperazione sull'integrazione della dimensione di genere tra le autorità statali; incoraggia il governo turco ad adottare nuove strategie, con la partecipazione attiva e non discriminatoria della società civile, volte a garantire e a controllare con efficacia l'attuazione della piena uguaglianza, compresa l'eliminazione del divario salariale di genere, nonché a trasporre nella pratica i risultati di detta cooperazione;

5.

sottolinea la necessità di mettere in pratica l'attuale normativa di genere in tutto il paese stanziando risorse umane e finanziarie sufficienti, assicurando la coerenza e mettendo a punto meccanismi di monitoraggio basati su obiettivi chiari e misurabili;

6.

chiede al governo turco di riconoscere l'importanza della partecipazione della società civile nello sviluppo e nell'attuazione delle politiche di genere, nonché di garantire il coinvolgimento delle ONG a livello centrale e locale al fine di giungere a elaborare politiche più favorevoli per le donne;

7.

plaude ai progressi compiuti dalla Turchia nella registrazione delle nascite, con una percentuale che si attesta attualmente al 93 %; sottolinea la necessità di una raccolta coerente e sistematica delle statistiche di genere per monitorare i progressi compiuti nell'attuazione della legislazione e le lacune constatate nelle leggi nazionali;

8.

desidera conoscere i progressi compiuti dal governo turco nel riconoscimento dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali nella vita pubblica;

Violenza contro donne

9.

sottolinea che, secondo i dati ufficiali dell'Istituto statistico turco, il 39 % delle donne turche sono state vittime di violenza fisica in un momento della loro vita; è profondamente preoccupato per la frequenza e la gravità della violenza contro le donne e le bambine, compresi i delitti d'onore e i matrimoni precoci e forzati, e per l'inefficacia degli attuali mezzi di ricorso, nonché per l'indulgenza delle autorità turche nel sanzionare chi commette reati di genere;

10.

chiede al governo turco di adottare un'azione più efficace contro i delitti di onore, sotto forma di misure legislative, giuridiche e finanziarie per prevenire tali delitti e punire gli autori nonché i membri della famiglia che approvano tacitamente la violenza contro le donne, in particolare nel caso dei delitti d'onore, e di assistere le vittime; chiede al governo turco se il numero di «delitti d'onore» abbia registrato una flessione negli anni seguenti alla modifica del codice penale turco che classifica i «delitti d'onore» fra le circostanze aggravanti in caso di omicidio; chiede inoltre al governo turco con quale frequenza i giudici si siano pronunciati sui «delitti d'onore» e quali pene abbiano comminato;

11.

chiede al governo turco di effettuare una ricerca sull'improvviso aumento dei casi di suicidio femminile nella Turchia orientale e di condurre un'indagine approfondita sul fenomeno del «suicidio d'onore» nonché di fornire assistenza e sostegno alle donne che subiscono pressioni dai familiari e dalle persone che le circondano, al fine di evitare che insorgano situazioni in cui le famiglie non commettono un delitto d'onore ma esercitano pressioni sulle donne affinché si suicidino;

12.

è del parere che ogni forma di violenza contro le donne sia inaccettabile; invita il governo turco ad adottare e attuare una politica di tolleranza zero rispetto alla violenza contro le donne, mediante l'approvazione, la supervisione e l'attuazione di una legislazione opportuna per proteggere le vittime, perseguire i colpevoli e prevenire la violenza;

13.

accoglie con favore la sostituzione, a decorrere dall'8 marzo 2012, della Legge n. 4320 sulla tutela della famiglia con la Legge 6284 sulla tutela della famiglia e la prevenzione della violenza contro le donne; sottolinea l'importanza di garantire un ampio campo di applicazione, indipendentemente dalla natura della relazione tra la vittima e il perpetratore e dall'identità di genere, mezzi di ricorso e meccanismi di protezione efficaci, nonché un'attuazione rigorosa e immediata del quadro normativo senza concessioni, così da eliminare la violenza contro le donne, con pene severe e dissuasive per chi commette violenza contro le donne; sottolinea la necessità di prevedere le disposizioni necessarie per l'allontanamento dei coniugi o partner violenti e di garantire alle vittime un accesso efficace alla giustizia e alle misure di protezione;

14.

chiede al governo turco di stabilire un sistema di monitoraggio dotato di parametri di riferimento e di termini di attuazione del piano d'azione nazionale sulla lotta alla violenza contro le donne e di impegnarsi fermamente a dotare di fondi sufficienti il piano in parola;

15.

raccomanda la formazione avanzata per i funzionari di polizia, il personale sanitario, i rappresentanti religiosi e altre persone che esercitino funzioni ufficiali in materia di prevenzione della violenza domestica; ribadisce, per integrare tali sforzi, la necessità di introdurre un meccanismo per identificare e indagare su chi non protegge e assiste le vittime, e la necessità di una dotazione di bilancio sufficiente per misure di protezione;

16.

si compiace per la creazione di un servizio specializzato nella violenza domestica in seno all'Ufficio del Procuratore capo di Ankara; sottolinea che, assicurando che tutta la procedura in caso di violenze contro le donne sia condotta da pubblici ministeri specializzati nella violenza domestica, conferendo a tale servizio il potere di dare ordini diretti e ad effetto immediato alla polizia per arrestare il colpevole e proteggere la vittima, compresa l'esecuzione immediata di ordinanze di protezione e trasferimento in un centro di accoglienza, tale servizio ha compiuto un passo importante nella lotta alla violenza contro le donne, nella protezione delle vittime e nella punizione dei responsabili; invita il governo turco, al fine di estendere tale protezione a tutto il paese, a creare uffici specializzati di pubblici ministeri per occuparsi dei casi di violenza di genere in tutte le province del paese;

17.

esorta il governo turco a garantire alle vittime un accesso efficace a informazioni giuridiche adeguate, all'assistenza giudiziaria e ai pertinenti procedimenti giudiziari tramite i quali possono ottenere giustizia, in modo tale da consentire loro di difendere i propri diritti senza subire la minaccia di ulteriori violenze;

18.

sostiene il punto di vista secondo cui meccanismi di protezione dovrebbero essere parimenti accessibili per le donne di origine immigrata che devono far fronte a problemi aggiuntivi (quali le barriere linguistiche, l'isolamento all'interno della famiglia, ecc.);

19.

accoglie con favore le iniziative del governo turco nel riorganizzare il sistema dei centri d'accoglienza in consultazione con tutte le parti in causa; osserva che, secondo la Direzione generale sulla situazione femminile, il numero ufficiale dei centri d'accoglienza esistenti in Turchia per le donne vittime di violenza è pari ad 81, numero molto basso e che non risponde alle esigenze di una popolazione di circa 70 milioni; invita il governo turco a creare un numero sufficiente di centri di accoglienza uniformemente distribuiti in tutto il paese, conformemente alle disposizioni della Convenzione dell'11 maggio 2011 del Consiglio d'Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, in modo da conseguire l'obiettivo prefissatosi con la legge sui comuni, e a creare un centro di accoglienza in ogni comune con almeno 50 000 abitanti; osserva che i centri devono essere diffusi uniformemente sul territorio di tutto il paese garantendo un equilibrio opportuno tra aree rurali e urbane; sottolinea l'importanza di aumentare la sicurezza, la capacità di accoglienza e la supervisione dei centri esistenti, e di imporre sanzioni in caso di mancato rispetto, di assumere operatori dei servizi sociali adeguatamente qualificati e retribuiti e di garantire, tramite corsi di formazione professionale e altri servizi, che le donne acquisiscano nei centri di accoglienza le competenze adeguate per potersi costruire una nuova vita per sé stesse e i loro figli; sottolinea l'importanza di mantenere segreta l'ubicazione di tali centri di accoglienza per la sicurezza delle vittime;

20.

sottolinea l'importanza di prevedere un trattamento per gli uomini con tendenze alla violenza; suggerisce, pertanto, che gli organi responsabili della libertà condizionata si occupino della rieducazione degli uomini nei confronti dei quali è stata emessa un'ordinanza restrittiva;

21.

plaude all'istituzione di linee di assistenza telefonica e alla creazione dei centri di prevenzione e monitoraggio della violenza, dove le vittime della violenza di genere ricevono cure mediche e consulenza psicologica durante i processi, così da prevenire una ripetuta vittimizzazione;

22.

invita il governo turco a rendere i matrimoni forzati legalmente perseguibili e a richiamare l'attenzione di donne e uomini, mediante campagne di informazione, sul diritto di scegliere liberamente il proprio partner; sottolinea l'importanza di svolgere un'opera di sensibilizzazione nelle scuole e con i genitori riguardo all'illegittimità di tali matrimoni;

23.

nutre profonda preoccupazione per lo status giuridico inferiore delle donne nubili, divorziate, che contraggono matrimonio solo con una cerimonia religiosa che non conferisce status giuridico all'unione, e che provengono da gruppi di minoranza;

24.

sottolinea l'importanza di promuovere il rispetto delle donne appartenenti a minoranze religiose e il dialogo interreligioso;

Istruzione

25.

sottolinea l'importanza dell'istruzione nel conferimento del potere alle donne e nel garantire l'integrazione della tematica di genere a tutti i livelli d'istruzione;

26.

osserva che il diritto all'istruzione è uno dei diritti dell'uomo a norma dell'articolo 26 della dichiarazione universale delle Nazioni Unite sui diritti dell'uomo del 10 dicembre 1948;

27.

si compiace dell'aumento dei tassi di iscrizione alla scuola primaria (classi da 1 a 8) e del fatto che il divario di genere nell'istruzione primaria sia attualmente pressoché colmato; si rammarica, tuttavia, del fatto che il divario di genere si sia leggermente ampliato nell'istruzione secondaria ed esorta il governo turco ad adottare tutte le misure necessarie per ridurre tale divario e ad introdurre altre misure per garantire che tutti i bambini frequentino la scuola;

28.

invita a promuovere nell'ambito del sistema di istruzione le scuole professionali, che offrirebbero alle donne l'opportunità di apprendere un mestiere o di ricevere una formazione finalizzata all'impiego nel settore dei servizi;

29.

invita il governo turco a lottare contro lo sfruttamento sessuale, la violenza sessuale, la violenza domestica, la povertà, l'analfabetismo e lo sfruttamento delle ragazze e a fornire pari opportunità di accesso all'istruzione, senza distinzioni basate meramente sull'età, la lingua, l'etnia o il sesso;

30.

manifesta preoccupazione per il fatto che la percentuale di iscrizione all'istruzione prescolare fra i bambini di età compresa fra 0 e 5 anni sia ancora estremamente bassa e per la mancanza di progressi nella messa a disposizione di infrastrutture di custodia dei bambini e di istruzione prescolastica; invita il governo turco a stanziare sufficienti risorse per estendere i servizi per l'infanzia a prezzi accessibili a tale fascia d'età; chiede inoltre allo stesso di modificare la sua normativa sui centri per la custodia dei bambini, che fa obbligo alle sedi di lavoro ove sono impiegate più di 150 donne di prevedere asili gratuiti per i bambini, dato che tale disposizione rispecchia un approccio discriminatorio che implica che la crescita dei figli è una responsabilità esclusiva delle donne ed esercita sulle imprese un effetto dissuasivo rispetto all'assunzione di un maggior numero di donne;

31.

invita il governo turco a intensificare gli sforzi e le campagne di sensibilizzazione per eliminare l'analfabetismo e la povertà che colpiscono milioni di donne, soprattutto quelle di origine curda, migranti o di comunità rom, e a prestare particolare attenzione alle donne che vivono nelle aree rurali;

32.

accoglie con favore le iniziative del governo turco quali il progetto di mitigazione del rischio sociale tramite trasferimento di fondi liquidi soggetti a condizioni («conditional cash transfer»), che prevede il pagamento di una somma di denaro alle famiglie in difficoltà per ciascun figlio che frequenta la scuola elementare; rileva che la cifra erogata alle famiglie per le ragazze è più elevata di quella prevista per i ragazzi e che tale cifra viene consegnata alle madri; si compiace del fatto che, in tal modo, si affrontano contemporaneamente le questioni dell'istruzione delle ragazze e del potenziamento del ruolo della donna all'interno della struttura familiare; osserva, tuttavia, che l'abbandono scolastico continua a rappresentare un problema, soprattutto per quanto riguarda le famiglie dei lavoratori migranti stagionali e i bambini rom, e invita il governo turco a sostenere e a utilizzare pienamente il sistema di allerta precoce per i bambini a rischio di abbandono scolastico e a eliminare le disparità regionali nell'istruzione primaria e secondaria;

33.

sottolinea che il problema degli stereotipi di genere può essere affrontato in modo ottimale all'interno del sistema di istruzione; plaude, pertanto, alla creazione della commissione per l'uguaglianza di genere in seno al ministero dell'Istruzione; riconosce i suoi sforzi nell'eliminazione del linguaggio, delle immagini e delle espressioni a sfondo sessista nel materiale didattico; osserva, tuttavia, che l'eliminazione del pregiudizio di genere dai testi scolastici a tutti i livelli di istruzione e di formazione richiede ulteriori sforzi e, pertanto, chiede al governo turco di valutare i progressi realizzati nell'eliminazione del pregiudizio di genere dal materiale didattico;

34.

invita tutti gli istituti d'istruzione superiore a rendere obbligatori i corsi sull'uguaglianza di genere nei programmi di studio dei futuri insegnanti, ed esorta il governo turco a includere tale argomento nei programmi di formazione interni degli insegnanti;

35.

sottolinea che per garantire la partecipazione delle ragazze all'istruzione primaria obbligatoria e evitare che non siano private della possibilità di studiare o siano forzate a matrimoni precoci è essenziale che la totalità del sistema di istruzione primaria obbligatoria consista in un blocco unico che non preveda interruzioni nel sistema educativo, che possono determinare l'abbandono scolastico da parte delle ragazze, soprattutto nelle zone rurali;

Partecipazione al mercato del lavoro

36.

sottolinea la scarsissima partecipazione femminile alla forza lavoro turca, che è ben al di sotto degli obiettivi previsti dalla strategia UE 2020, ed esorta il governo turco a stabilire un piano d'azione nazionale inteso a garantire una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro;

37.

chiede che siano intraprese ulteriori azioni nel quadro del programma di misure per un mercato del lavoro attivo, che ha l'obiettivo di ridurre la disoccupazione fra le donne e i giovani; invita il governo turco a stanziare maggiori finanziamenti, attingendo al proprio bilancio, per l'inserimento delle donne disoccupate nel mondo del lavoro;

38.

invita il governo turco a utilizzare nel modo più efficace possibile i finanziamenti dell'UE per i progetti in corso di attuazione in Turchia; invita la Commissione ad esercitare l'obbligo di diligenza per quanto riguarda l'efficacia della spesa;

39.

chiede l'attuazione della circolare 2010/14 del Primo Ministro relativa all'incremento dell'occupazione femminile e al raggiungimento dell'uguaglianza di genere; richiama l'attenzione, a tale proposito, sulle strategie e le misure dell'UE volte al conseguimento di una rappresentanza equa ed equilibrata delle donne in posizioni direttive;

40.

invita il governo turco a incoraggiare la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro promuovendo, tra l'altro, misure volte a garantire migliori condizioni di lavoro, parità di retribuzione, apprendimento permanente, orari di lavoro flessibili e un giusto equilibrio fra vita familiare e vita lavorativa;

41.

osserva che, benché la Turchia abbia recentemente apportato migliorie alla legislazione in materia di congedo di maternità (portandolo da dodici a sedici settimane), il congedo di paternità esiste soltanto per i funzionari e non per gli altri lavoratori, e che un congedo parentale di applicabilità generale è essenziale per garantire che i genitori condividano diritti e responsabilità relativamente alla cura dei figli e per la riduzione della disuguaglianza di genere sul mercato del lavoro; chiede al governo turco di creare un sistema di congedo parentale retribuito per tutti i lavoratori, consentendo anche ai padri di assolvere la propria parte di responsabilità per quanto concerne la cura dei figli;

42.

incoraggia le donne ad avviare attività in proprio utilizzando i fondi resi disponibili nel quadro di sistemi di prestito, quale il Programma di prestito per le piccole imprese, e a beneficiare dei programmi di formazione dell'Organizzazione per lo sviluppo della piccola e media industria (KOSGEB);

43.

sottolinea l'importanza di combattere tutte le forme di discriminazione sul posto di lavoro, inclusa la discriminazione di genere, in materia di assunzioni, promozioni e incentivi; ribadisce l'invito al governo turco a raccogliere dati statistici pertinenti e accurati;

44.

sottolinea l'importanza di fornire speciali corsi di formazione, finanziamenti e assistenza tecnica alle donne impiegate e imprenditrici disoccupate, onde garantire pari opportunità in termini di accesso al mercato del lavoro;

45.

sottolinea che la recente estensione del diritto al congedo di maternità (passato da dodici a sedici settimane) dovrebbe essere seguita da un aumento salariale, onde garantire più efficacemente che le famiglie e le donne non siano penalizzate finanziariamente dall'avere figli;

46.

esorta il governo turco a stanziare fondi per la creazione di strutture abbordabili e ampiamente accessibili per l'assistenza all'infanzia, agli anziani e ai disabili, così da incrementare l'occupazione femminile;

47.

prende atto della scarsa presenza delle donne nei sindacati e in particolare nei loro organi direttivi; sottolinea l'importanza di rendere le attività sindacali maggiormente accessibili, così da incrementare la partecipazione femminile;

48.

sottolinea che le donne spesso lavorano in cattive condizioni e in attività di famiglia non registrate né retribuite, e sono pertanto oggetto di abusi e sfruttamento; invita il governo turco a intraprendere tutte le azioni necessarie per lottare contro l'economia sommersa;

Partecipazione politica

49.

si compiace dell'incremento del numero di deputate nel parlamento turco, la cui percentuale è passata dal 9,1 % nelle elezioni del 2007 al 14,3 % dopo le elezioni del 2011; rileva, tuttavia, che tale percentuale è ancora esigua, e chiede una nuova legge sui partiti politici e le elezioni onde istituire un sistema di quote obbligatorie che garantisca un'equa partecipazione delle donne alle liste elettorali; è preoccupato per la rappresentanza generalmente limitata delle donne turche in politica, nei ruoli manageriali nella pubblica amministrazione e nei partiti politici;

50.

sottolinea la necessità di una revisione, da parte del governo e dei partiti politici turchi, dell'attuale legge elettorale al fine di contribuire a una partecipazione equa e democratica di uomini e donne alla politica, che preveda fra l'altro una presenza di donne più equilibrata sotto il profilo del genere nei posti eleggibili nelle liste elettorali;

51.

invita tutti i partiti politici turchi ad adottare strategie globali per l'uguaglianza di genere nonché una serie di norme interne che assicurino la presenza femminile a tutti i livelli;

52.

è preoccupato per la percentuale, assai esigua, delle donne nella politica locale, e invita tutti i partiti politici a far sì che tale situazione cambi nelle elezioni locali del 2014; segnala che in Turchia soltanto l'1 % dei Comuni hanno un sindaco donna e quindi, per favorire l'inclusione delle donne nella politica locale, invita anche a livello locale a introdurre un sistema di quote per donne nelle liste elettorali;

Una prospettiva 2020

53.

invita la Turchia, in quanto paese candidato all'UE, ad approvare gli obiettivi della strategia UE 2020 e a mettere le donne in condizioni di partecipare più attivamente al mercato del lavoro;

54.

esorta la Commissione a fare dei diritti delle donne un tema centrale dei negoziati con la Turchia; sottolinea l'importanza che la Turchia adempia ai propri obblighi giuridici e politici derivanti dall'acquis dell'UE, nonché dalle decisioni pertinenti dell'UE e della CEDU, al fine di agevolare l'apertura del capitolo 23 dei negoziati di adesione sul sistema giudiziario e i diritti fondamentali, così da sostenere le riforme della Turchia sui diritti delle donne previste da tale capitolo;

55.

invita la Turchia ad adempiere a tutti gli obblighi derivanti dall'accordo di associazione CE-Turchia e dal suo protocollo aggiuntivo, che la Turchia non ha ancora attuato per il sesto anno consecutivo, in modo da dimostrare il proprio impegno reale a diventare una democrazia pluralista a pieno titolo, che poggia sul rispetto e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali di uomini e donne;

56.

sottolinea che, per quanto riguarda l'apertura del Capitolo 19 dei negoziati di adesione in materia di politica sociale e di occupazione, altamente essenziale per migliorare la situazione socioeconomica delle donne e rafforzare la loro presenza sul mercato del lavoro, una delle condizioni è che la Turchia presenti alla Commissione un programma d'azione relativo all'attuazione dell'acquis in ogni ambito coperto dal Capitolo 19, compresa l'adozione di un approccio che tenga conto dell'uguaglianza di genere; propone che la direzione generale per la condizione femminile sia strettamente associata a tale processo;

57.

sottolinea che l'Agenda positiva, introdotta dalla Commissione per completare i negoziati di adesione con la Turchia, dovrebbe fungere da forum privilegiato per promuovere i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere in Turchia; invita la Commissione ad assicurare che in tutti i gruppi di lavoro dell'Agenda positiva si tenga presente la dimensione dell'uguaglianza di genere;

58.

sottolinea l'importanza di una rivalutazione dei rigidi valori esistenti che riguardano il ruolo della donna nella struttura sociale e ribadisce che, in definitiva, sarà necessario un cambio di mentalità per tradurre in realtà il quadro legislativo;

59.

chiede si organizzino campagne di sensibilizzazione, destinate a tutta la società e incentrate sui diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, la prevenzione della violenza basata sul genere, la condanna dei delitti d'onore e il pregiudizio di genere nei mezzi di comunicazione;

60.

chiede la partecipazione attiva di dirigenti e lavoratori nel sostenere i diritti e i ruoli delle donne nelle imprese, nella società e in politica e nell'includere le donne nel dialogo fra le parti sociali;

61.

invita il governo turco a introdurre, a tutti i livelli del sistema di istruzione, l'uguaglianza di genere e la tolleranza come materie obbligatorie nei programmi scolastici;

62.

suggerisce la creazione di un progetto nazionale che riunisca modelli femminili e maschili e giovani donne e uomini in una discussione sul futuro della Turchia, così che le donne e gli uomini di tutte le fasce d'età e credi politici possano lavorare insieme a una strategia per trasformare con successo una società strutturata secondo un modello patriarcale in una società caratterizzata dalla partecipazione equa e socialmente accettata delle donne alla vita politica, economica e sociale;

63.

riconosce l'impossibilità di ottenere un cambio di mentalità senza la partecipazione e il coinvolgimento degli uomini e, pertanto, chiede al governo turco di avviare discussioni pubbliche finalizzate allo scambio di opinioni fra donne e uomini di tutti i settori sociali nel paese quale strumento per affrontare le cause della violenza di genere e raggiungere definitivamente un'autentica uguaglianza di genere;

64.

è convinto che sia necessario prestare particolare attenzione al conferimento di poteri alle donne nelle regioni meno sviluppate della Turchia; accoglie quindi con favore progetti del governo turco come quello dei centri sociali polivalenti (CATOM) nella Turchia sudorientale, pur sottolineando la necessità di ulteriori iniziative che rispettino e promuovano i diritti di tutte le donne, incentrandosi in particolare sulla inclusione sociale e sull'acquisizione di potere delle donne nelle aree rurali, delle donne disoccupate e delle donne che vivono in condizioni di povertà;

65.

è convinto che, se la Turchia ambisce al ruolo di modello per i paesi della Primavera araba, essa dovrebbe proseguire con determinazione sulla via delle riforme e garantire l'attuazione della legislazione approvata; ricorda che la Turchia necessita di conseguire risultati tangibili e concreti nell'applicazione del principio di uguaglianza e nel rispetto dei diritti delle donne;

66.

sottolinea il ruolo cruciale dei media nella difesa dei diritti delle donne, e incoraggia l'inclusione del tema dell'uguaglianza di genere nella formazione interna delle organizzazioni dei mezzi di comunicazione; pone l'accento sull'importanza di presentare un'immagine femminile nei media che eviti gli stereotipi di genere;

67.

sottolinea l'importanza di integrare la dimensione di genere nell'elaborazione del bilancio, dal momento che nessuna riforma può essere attuata senza risorse adeguate;

68.

invita la Turchia a intensificare gli sforzi per attuare riforme globali, a soddisfare i criteri di Copenaghen ai fini della propria modernizzazione e a instaurare un clima di comprensione e rispetto reciproci con tutti i 27 Stati membri dell'UE, rendendo in tal modo possibile con tutti lo scambio di migliori prassi in materia di uguaglianza di genere, a vantaggio delle donne in Turchia;

*

* *

69.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, all'Agenzia delle Nazioni Unite per le donne, al Direttore generale dell'Organizzazione internazionale del lavoro e al governo e al parlamento della Turchia.


(1)  GU C 157 E del 6.7.2006, pag. 385.

(2)  GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 174.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2011)0090.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2012)0116.


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