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Document 52012DC0746
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS EU Regulatory Fitness
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Adeguatezza della regolamentazione dell'Unione europea
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Adeguatezza della regolamentazione dell'Unione europea
/* COM/2012/0746 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Adeguatezza della regolamentazione dell'Unione europea /* COM/2012/0746 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Adeguatezza della regolamentazione
dell'Unione europea 1. Legiferare con intelligenza:
una risposta all'imperativo economico La legislazione europea è fondamentale per
realizzare gli obiettivi del trattato UE e per stabilire le condizioni per una
crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che giovi ai cittadini, alle
imprese e ai lavoratori. La realizzazione di questi obiettivi è responsabilità
comune della Commissione, delle altre istituzioni europee e degli Stati membri.
La crisi economica e finanziaria ha fatto emergere i costi dell'inazione, di
una legislazione debole e di una sua debole attuazione in taluni settori, e ha
fatto sorgere la necessità di rafforzare la governance economica rafforzata e
la regolamentazione finanziaria a livello UE. Al tempo stesso, la crisi ha
attirato l'attenzione sui costi della legislazione europea e sulla sfida che
rappresenta l'applicare e il far rispettare le leggi già in vigore. Le
amministrazioni nazionali, già sotto pressione, hanno difficoltà a stare al
passo con il recepimento e l'applicazione della legislazione dell'UE. Le
imprese e i cittadini esprimono preoccupazione in merito alla complessità e al
carico amministrativo delle leggi. Il Consiglio europeo ha invitato a
impegnarsi ulteriormente per ridurre nel complesso gli oneri normativi che
pesano a livello europeo e nazionale. La Commissione sta rispondendo a queste preoccupazioni.
Due anni fa ha delineato nuove iniziative[1],
e da allora ha consolidato il sistema di valutazione d'impatto. L'obiettivo del
25% stabilito dal programma d'azione per la riduzione degli oneri
amministrativi è stato realizzato e addirittura superato. La legislazione è
stata semplificata e codificata. Proposte significative di semplificazione in
vari settori politici sono all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio. La
Commissione ha proposto ad esempio un ambizioso programma di semplificazione riguardante
il prossimo quadro finanziario pluriennale[2].
Sta inoltre applicando il principio "pensare anzitutto in piccolo", e
sta usando tutta la serie di strumenti normativi (da consultazioni rafforzate e
valutazioni d'impatto a uno specifico monitoraggio dell'attuazione) per
adattare la regolamentazione UE alle necessità delle micro-imprese[3]. Sono state lanciate
valutazioni pilota delle politiche ("controlli di idoneità")[4]. Molti problemi sulla corretta
applicazione della legislazione europea sono stati risolti senza la necessità
di ricorrere a procedimenti formali di infrazione. I cittadini vengono
sistematicamente consultati in merito alle iniziative politiche. La Commissione porterà avanti queste attività ed è
decisa a realizzare gli obiettivi politici a un costo minimo, ottenendo i
benefici che solo la legislazione dell'UE può apportare ed eliminando tutti gli
oneri regolamentari non necessari. Continuerà a rafforzare i suoi strumenti
normativi e ad applicarli sistematicamente nelle sue attività di regolamentazione.
La Commissione intensificherà inoltre il lavoro di recepimento e attuazione in
stretta cooperazione con le altre istituzioni europee e con gli Stati membri.
Combinerà le varie iniziative in corso in un Programma di controllo
dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (Regulatory Fitness
and Performance Programme - REFIT), volto ad eliminare i costi superflui
della regolamentazione (gli oneri) e a garantire che il corpus legislativo
europeo resti idoneo allo scopo. La Commissione non crede che fissare obiettivi
generali e/o formule quantitative per gestire tutto l'insieme della
legislazione produrrà i risultati desiderati. Occorre un approccio su misura,
con una valutazione dei benefici e dei costi reali – in modo da determinare se
siano direttamente legati alla legislazione dell'UE o alle scelte fatte dagli
Stati membri quanto alla sua attuazione. Un tale approccio permetterebbe di
considerare in modo più mirato e più accurato le riduzioni dei costi e i
miglioramenti delle leggi, e sarebbe più adatto alle specificità
dell'elaborazione delle politiche dell'UE. Nel rafforzare il suo approccio alla legiferazione
intelligente, la Commissione si è ispirata a contributi del Parlamento europeo[5], del Comitato delle regioni[6], a una consultazione pubblica[7], al comitato per la valutazione
d'impatto[8],
al lavoro del gruppo ad alto livello di esperti nazionali in materia di
regolamentazione e del gruppo ad alto livello sugli oneri amministrativi, e
alla raccomandazione 2012 dell'OCSE sulla politica di regolamentazione e la
governance[9]. 2. Programma di controllo
dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione L'attuale situazione economica richiede che la
legislazione dell'Unione sia ancora più efficace ed efficiente nella
realizzazione dei suoi obiettivi di interesse generale, dimostrando di avere un
chiaro valore aggiunto, apportando pieni benefici a costi minimi e rispettando
i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Il risultato finale deve essere
un quadro regolamentare semplice, chiaro, stabile e prevedibile per le imprese,
i lavoratori e i cittadini. Per raggiungere questo obiettivo la Commissione
avvierà un Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della
regolamentazione (REFIT), basandosi sulla propria esperienza di valutazione e
di riduzione degli oneri amministrativi. REFIT servirà a individuare oneri,
incoerenze, lacune e misure inefficaci. Verrà accordata attenzione a eventuali
oneri regolamentari legati alle modalità di attuazione della legislazione
europea a livello nazionale e subnazionale[10].
Con il programma REFIT la Commissione individuerà, valuterà, adotterà
iniziative e ne controllerà l'attuazione, permettendo di ridurre o semplificare
in misura significativa i costi regolamentari. Il programma REFIT si basa su un approccio più
ampio alla valutazione delle politiche, articolato intorno ai controlli di
idoneità avviati dal 2010[11].
L'esperienza ha comprovato finora la necessità di un quadro comune per condurre
queste valutazioni – allo scopo di mostrare come si inseriscano
nell'obiettivo generale di garantire una regolamentazione intelligente e di
eliminare oneri, di coinvolgere tutti i livelli rilevanti di governo e di
facilitare l'ampia partecipazione delle parti interessate. Il processo REFIT comincerà con un inventario
delle aree regolamentari e dei testi legislativi che più si prestano a una
semplificazione delle disposizioni e a una riduzione dei costi normativi per le
imprese e i cittadini senza che vengano compromessi gli obiettivi di interesse
generale. In linea di principio l'inventario riguarderà settori in cui è
necessaria un'ulteriore valutazione, in particolare dei costi e dei benefici.
Queste valutazioni serviranno anche a stabilire se è necessario fissare
obiettivi quantitativi, ai fini della riduzione degli oneri, nei settori
interessati e in relazione alle rispettive responsabilità dell'UE e degli Stati
membri. Se l'inventario dimostrerà in modo sufficiente la necessità di
un'azione più immediata, sarà avviata una procedura di valutazione d'impatto
per le proposte in questione. Le parti interessate saranno informate nel corso
di tutto il processo e il loro parere sarà fondamentale per stabilire quali
azioni debbano essere portate avanti in via prioritaria. Il programma REFIT sarà attuato all'insegna della
trasparenza. Conformemente alla sua politica che vuole "in primo luogo la
valutazione", la Commissione, in linea di principio, non esaminerà
proposte nei settori della legislazione in vigore finché non sia stato svolto
l'inventario della regolamentazione e il successivo, pertinente lavoro di
valutazione. La pianificazione sarà pubblica. Le valutazioni REFIT saranno rese
pubbliche a partire dal 2014 in piani rafforzati di valutazione pluriennali. Un
apposito allegato del programma di lavoro della Commissione elencherà, a
decorrere dal programma di lavoro 2014, tutte le iniziative REFIT pianificate.
Sarà istituito un sistema di tracciabilità (quadro di controllo) per valutare
l'avanzamento delle proposte nelle istituzioni dell'UE e nella fase dell'attuazione.
Altri settori da inserire eventualmente nella
pianificazione delle valutazioni REFIT potranno provenire anche da attività già
in corso o in cantiere, ad esempio dai risultati della consultazione delle PMI
attualmente svolta nell'UE sulle dieci regolamentazioni europee che esse
considerano come le più onerose, e dai risultati dei controlli di idoneità
attualmente in corso e di altri lavori di valutazione delle normative[12]. L'attuale programma modulato
di semplificazione e i lavori in corso per la riduzione degli oneri
regolamentari per le piccole imprese saranno a loro volta immediatamente
incorporati nel nuovo programma. Le valutazioni delle politiche riguardanti
l'informazione e la consultazione dei lavoratori in campo sociale,
l'omologazione dei veicoli a motore, il mercato interno dell'aviazione e la
legislazione relativa alla catena alimentare apporteranno a loro volta
ulteriori indicazioni. È stato già pianificato il riesame della legislazione
sui rifiuti, sul settore del commercio al dettaglio, sulla salute e sicurezza
sul lavoro, sulla raffinazione del petrolio, sull'alluminio e su altri prodotti
industriali. REFIT includerà infine ABR Plus, il seguito del
programma per la riduzione degli oneri amministrativi (Administrative Burden
Reduction Programme – ABR). Il programma del 2007 era volto a ridurre del
25% entro il 2012 gli oneri gravanti sulle imprese in virtù della legislazione
UE, e riguardava l'80% circa delle principali fonti di oneri amministrativi. La
Commissione è andata al di là dell'obiettivo fissato presentando proposte
dirette a tagliare gli oneri amministrativi di più del 30 %, mentre i
colegislatori hanno adottato misure equivalenti al 25 %. I risultati
dettagliati del programma d'azione sono presentati in un documento di lavoro di
accompagnamento[13].
I risultati di queste iniziative non si
concretizzeranno finché l'ABR non sarà attuato con successo. ABR Plus
riguarderà quindi il follow-up negli Stati membri: questi ultimi saranno
invitati a riferire entro il 31 dicembre 2013 in merito alle modalità di
attuazione delle misure ABR. Al gruppo ad alto livello sugli oneri
amministrativi spetterà prestare assistenza e consulenza su questo follow-up,
raffrontando i risultati stimati con le valutazioni iniziali e facilitando lo
scambio di migliori prassi fra gli Stati membri. Il gruppo svolgerà inoltre un
lavoro di follow-up con le imprese e gli Stati membri sull'attuazione, da parte
degli Stati membri, delle misure UE di riduzione degli oneri amministrativi
superflui, in particolare per le piccole imprese. Il mandato del gruppo ad alto
livello è pertanto prorogato fino alla fine dell'attuale mandato della
Commissione. 3. Strumenti per legiferare con
intelligenza: prestazioni più incisive Per legiferare con intelligenza la Commissione si
avvale di una serie di strumenti, che vengono costantemente migliorati. 3.1. Valutazioni d'impatto Il sistema delle valutazioni d'impatto della
Commissione – che serve ad analizzare in modo trasparente le opzioni
legislative e non legislative raffrontandone i potenziali costi e benefici in
termini economici, sociali e ambientali - è stato giudicato eccellente[14]. Si tratta di un sistema
completo, trasparente e soggetto a un esame indipendente[15], che viene applicato per tutte
le proposte aventi grosse ripercussioni dirette. Negli ultimi due anni sono
stati pubblicati orientamenti operativi per le valutazioni d'impatto sui
diritti fondamentali[16],
sulla competitività[17]
e sulle micro-imprese[18].
L'esame indipendente svolto dal comitato per la valutazione d'impatto (Impact
Assessment Board - IAB)[19]
migliora la qualità delle relazioni. Inoltre, in linea di principio, è
necessario un parere positivo dell'IAB perché una proposta possa essere
presentata alla Commissione per decisione. L'esame dell'IAB è stato rafforzato
grazie a cambiamenti mirati nel suo mandato e nel suo regolamento interno[20]. Lo svolgimento o meno di una
valutazione d'impatto è annunciato in tabelle di marcia pubbliche[21], e anche i pareri dell'IAB e
le valutazioni d'impatto sono pubblicati. Dalla sua creazione nel 2006, l'IAB
ha emesso più di 700 pareri. L'istituzione di una nuova Direzione
"Valutazione dell'impatto" al Parlamento europeo aggiunge un
ulteriore livello esterno di esame e controllo della qualità. La maggior parte degli interessati che hanno risposto
alla consultazione è favorevole all'approccio integrato della Commissione. I
suggerimenti più frequenti per raggiungere in modo più costante un livello di
qualità ancora più elevato comprendono: un maggiore sforzo di quantificazione
degli impatti; una presentazione più chiara dei risultati essenziali;
consultazioni sui progetti di valutazione d'impatto; membri esterni per l'IAB e
il requisito vincolante di ottenere un parere positivo del comitato. Le prove a disposizione e gli studi realizzati
mostrano che l'impostazione attuale sta dando risultati efficaci. Stando a uno
studio svolto dal Parlamento europeo[22],
il sistema UE è relativamente ben sviluppato, con verifiche e contromisure
interne ed esterne, e vi è un consenso generale sul fatto che l'IAB contribuisca
a migliorare la qualità delle valutazioni d'impatto. Secondo un'analisi del
CEPS/Università di Exeter[23],
la quantificazione dei costi e dei benefici è tanto frequente quanto in altri
sistemi, se non addirittura di più. In nessun sistema il parere di un organo
d'esame indipendente è vincolante per i responsabili delle decisioni politiche.
La Commissione pertanto ritiene che non siano necessari né membri esterni
dell'IAB né un requisito vincolante per i pareri del comitato, che non
sarebbero compatibili col proprio diritto d'iniziativa, con il ruolo
istituzionale del Parlamento europeo e del Consiglio e con l'obbligo di
rispondere ai cittadini in generale. Per quanto riguarda le domande di consultazione
sui progetti di relazioni delle valutazioni d'impatto, va osservato che la
Commissione richiede già la consultazione delle parti interessate su tutti gli
aspetti fondamentali di una valutazione d'impatto, e che si prevede di
apportare ulteriori miglioramenti al processo di consultazione. La consultazione
avviene di norma in una fase precoce del processo di valutazione d'impatto, per
consentire alle parti interessate di influenzare fin dall'inizio l'impostazione
dei problemi e la scelta delle opzioni. Se le consultazioni fossero organizzate
solo una volta sui progetti di valutazione d'impatto, le opzioni sarebbero già
state individuate e quindi risulterebbe ridotta la possibilità che le parti
interessate apportino contributi significativi. Se si dovessero tenere due
consultazioni, il ciclo di elaborazione delle decisioni sarebbe ancora più
lungo. Inoltre, poiché le relazioni di valutazione d'impatto che accompagnano
le proposte della Commissione sono pubbliche, le parti interessate possono
esprimere il proprio parere anche nel corso dell'iter legislativo. Vi è tuttavia ancora spazio per migliorare la
qualità e la chiarezza delle relazioni di valutazione d'impatto, e per
sfruttare meglio i processi di valutazione d'impatto ai fini di REFIT. La
Commissione migliorerà ulteriormente la valutazione ex ante dei costi e dei
benefici. Nelle sue relazioni di valutazione d'impatto includerà inoltre una
sintesi standardizzata di due pagine per permettere di evidenziare rapidamente
i risultati principali di tale valutazione, compresi i benefici e i costi
stimati. Rivedrà e aggiornerà gli orientamenti per la valutazione d'impatto nel
2014, dopo una consultazione pubblica. 3.2. Valutazione La valutazione è parte integrante dello sforzo
della Commissione di massimizzare i benefici e di ridurre al minimo i costi
delle politiche dell'UE, come già indicato nella comunicazione del 2010 "Legiferare
con intelligenza". Rafforzare la valutazione delle misure regolamentari
dell'UE va di pari passo con una maggiore attenzione per la valutazione dei
programmi finanziari. L’articolo 318 del trattato sul funzionamento dell’Unione
europea (TFUE) ha introdotto un nuovo obbligo per la Commissione, quello di
presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione di valutazione
delle finanze dell’Unione basata sui risultati conseguiti. La Commissione sta rafforzando il suo sistema di
valutazione e applica il principio “in primo luogo la valutazione”. La
proporzione di proposte significative nel programma di lavoro della Commissione
sostenute dalle valutazioni già disponibili o in corso è aumentata dal 32 % al
44 % fra il 2011 e il 2012. Dal lavoro di rafforzamento della valutazione e
dalle risposte alla consultazione pubblica sono emerse varie questioni.
Tradizionalmente, le valutazioni servivano a esaminare singoli programmi di
finanziamento o singole normative, mentre si dedicava minore attenzione a
settori legislativi ampi e a questioni trasversali. Esiste anche un problema di
tempistica, poiché le ripercussioni dei vari programmi e delle varie politiche
sono misurabili solo molti anni dopo il loro avvio. Per migliorare la pertinenza politica dei
risultati delle valutazioni e la responsabilizzazione, la Commissione sta
riesaminando il suo sistema di valutazione e nel 2013 presenterà un quadro
riveduto per la valutazione delle politiche e dei programmi. Il nuovo approccio
permetterà di esaminare come i risultati delle valutazione possono essere
collegati meglio al ciclo di elaborazione delle politiche. Il processo di
valutazione potrebbe venire ideato contestualmente all’elaborazione della
politica stessa, con migliori modalità di monitoraggio e informazione. Si
potrebbe rendere più trasparente la pianificazione e coinvolgere maggiormente
le parti interessate. Si potrebbe inoltre valutare la possibilità di condurre
un riesame alla fine del mandato della Commissione sulla base dei risultati
delle valutazioni. Gli orientamenti per le valutazioni, compresi
quelli per le valutazioni nell’ambito di REFIT, saranno riveduti dopo una
consultazione pubblica. Infine, data l’importanza dell’aspetto dell’attuazione
per l’efficacia e l’efficienza delle normative, il nuovo approccio lancerà
anche, su base sperimentale, valutazioni congiunte con gli Stati membri
interessati. Il gruppo ad alto livello di esperti nazionali in materia di
regolamentazione sarà invitato a dare consigli su queste esperienze pilota e
sulle modalità della partecipazione degli Stati membri. Il mandato di questo
gruppo è prorogato fino alla fine del mandato dell’attuale Commissione affinché
esso possa fornire consigli e contribuire allo scambio di migliori pratiche
sulle attività legate alla regolamentazione intelligente. La Commissione sta inoltre esaminando come
riformulare e migliorare la relazione di cui all’articolo 318 del TFUE. È
necessario un metodo affidabile per l’elaborazione della valutazione annuale
relativa ai risultati ottenuti, sulla base dei quadri di valutazione previsti
dagli attuali e futuri quadri finanziari pluriennali e dei risultati del
monitoraggio ottenuti con gli strumenti di rendicontazione annuale della Commissione[24]. 3.3. Consultazione dei cittadini e
delle parti interessate L’ascolto dei cittadini e delle parti interessate
è fondamentale per legiferare con intelligenza in tutte le fasi del ciclo di
elaborazione delle politiche. Per interagire con gli interessati la Commissione
possiede tutta una serie di mezzi definiti nei trattati e nei documenti
politici[25].
Un ampio insieme di strumenti – dalle tabelle di marcia a consultazioni
pubbliche aperte e mirate – è a disposizione della Commissione per dialogare con
le parti interessate a vari stadi. Dall'inizio del 2012 le parti interessate hanno
più voce in capitolo, poiché la Commissione ha esteso la durata minima della
consultazione pubblica da 8 a 12 settimane[26].
Le PMI e le micro-imprese, inoltre, hanno espresso direttamente i loro problemi
e le loro preoccupazioni in apposite conferenze organizzate negli Stati membri.
È stato svolto un riesame della politica in materia di consultazione pubblica,
i cui risultati sono presentati in dettaglio in un documento di lavoro di
accompagnamento[27]. La Commissione procede ad ampie consultazioni,
rispettando i principi di apertura e trasparenza e seguendo norme minime che
sono generalmente riconosciute come appropriate, rispondono alle migliori
prassi internazionali e sono generalmente rispettate. Negli ultimi tre anni,
l'opinione delle parti interessate è stata sollecitata in più di 300
consultazioni aperte pubblicate sul sito web "La vostra voce in
Europa". Tutte le relazioni di valutazione di impatto elaborate nello
stesso periodo si sono basate su ampie consultazioni aperte o mirate. In 9
consultazioni aperte su 10, il periodo minimo è stato rispettato. Il riesame ha confermato la validità della
politica e degli strumenti di consultazione della Commissione, così come i progressi
in materia di attuazione realizzati nel corso degli anni. Tuttavia, il riesame
e le opinioni delle parti interessate hanno attirato l'attenzione su settori in
cui l'attuazione potrebbe essere ulteriormente migliorata. Le consultazioni non
pongono sempre le giuste domande al buon momento e talvolta non riescono a
raggiungere i soggetti direttamente interessati poiché non è sempre possibile
rivolgersi a loro nella loro madrelingua. Il documento di lavoro di
accompagnamento presenta in dettaglio le misure previste per far fronte a tali
problemi. La Commissione estenderà la portata delle
consultazioni pubblicando sul sito web "La vostra voce in Europa" un
calendario modulato delle consultazioni previste, mobilitando meglio i canali
di comunicazione degli Stati membri, studiando l'uso di strumenti di
consultazione innovativi, migliorando la qualità del feedback ed esaminando la
possibilità di tradurre un maggior numero di documenti di consultazione e di
sintesi, nei limiti di bilancio esistenti. Aggiornerà inoltre e preciserà le
norme minime includendovi criteri operativi più chiari. Infine, per promuovere
il miglioramento della qualità, saranno rafforzati il controllo interno e i
meccanismi di supporto (come gli orientamenti e le raccolte di migliori prassi).
L'insieme di queste misure consentirà alle consultazioni pubbliche di sostenere
meglio tutte le fasi della valutazione, della valutazione d'impatto e dei
processi decisionali. 4. Legiferare con intelligenza:
governance e migliore attuazione La legislazione dell'UE non può realizzare i
propri obiettivi se non viene efficacemente attuata e applicata. L'aspetto
dell'attuazione è fondamentale in tutte le fasi del ciclo di elaborazione delle
politiche. I progressi nell'attuazione, inoltre, sono un fattore centrale nella
valutazione dell'adeguatezza della regolamentazione. 4.1. Sostenere l'attuazione della
legislazione dell'UE La responsabilità dell'attuazione della
legislazione europea spetta in primo luogo agli Stati membri. La Commissione li
sostiene con una serie di misure: piani di attuazione che individuano le
principali sfide e propongono misure di supporto, meccanismi di risoluzione dei
problemi come EU Pilot[28]
e scambi di migliori prassi (ad es. la Relazione sulle buone pratiche del
gruppo ad alto livello sugli oneri amministrativi[29]). Sono stati inoltre
rafforzati il dialogo inter-istituzionale e la trasparenza[30]. La Commissione continuerà a monitorare i progressi
realizzati nell'attuazione dei settori principali della legislazione dell'UE,
concentrandosi sugli ambiti prioritari del mercato unico che sono stati
individuati[31].
Applicherà alla valutazione della conformità un approccio più sistematico e
basato sui rischi, che rafforzerà la verifica della conformità e fornirà un
valido contributo per la valutazione ex post. Preparerà inoltre più
sistematicamente piani d'attuazione per le direttive e applicherà date comuni
di entrata in vigore per i regolamenti e le decisioni dell'UE che interessano
più largamente le imprese. La Commissione farà infine il possibile per
garantire che sia previsto un lasso di tempo adeguato fra la data di adozione e
quella di recepimento. 4.2. Rendere la legislazione più
chiara e più accessibile Gestire la qualità della legislazione significa
anche garantire che sia il più possibile chiara, accessibile e facile da
rispettare. Sarà portato avanti l'impegno già prodigato a questo fine, che
comprende la semplificazione, la codificazione, la rifusione e il
consolidamento dei testi giuridici così come la riduzione del volume della legislazione
grazie all'abrogazione delle disposizioni obsolete. Dal 2005 la Commissione ha
approvato 640 iniziative di semplificazione, codificazione o rifusione. Più di 4 450 atti giuridici sono stati abrogati, di
cui 1750 a seguito di codificazione e rifusione. Tutti i regolamenti e le
direttive modificati, così come una selezione di decisioni, sono stati
consolidati in tutte le lingue in cui sono stati tradotti in origine, e sono
disponibili sul sito EUR-Lex. È oggetto di migliorie anche l'accesso elettronico
all'intero corpus della legislazione dell'UE: il nuovo portale e-Justice è
stato varato nel 2011 e il nuovo portale comune EUR-Lex diventerà operativo
on-line nel 2013. Nel 2011, la Commissione ha proposto di dare effetto
giuridico all'edizione elettronica della Gazzetta ufficiale[32]. La Commissione
porterà avanti, infine, i suoi sforzi per migliorare la qualità redazionale,
allo scopo di garantire testi più concisi e leggibili. Questa misure andranno a
sostegno della valutazione integrata dei settori d'azione, faciliteranno le
consultazioni pubbliche e aiuteranno le amministrazioni nazionali nel lavoro di
recepimento e di attuazione. 5. Legiferare con intelligenza:
una missione condivisa 5.1. Il Parlamento europeo, il
Consiglio e gli organi consultivi Nella sua comunicazione del 2010 la Commissione ha
invitato il Parlamento europeo e il Consiglio a utilizzare meglio le
valutazioni d’impatto nei processi decisionali e ad analizzare le ripercussioni
di qualsiasi modifica sostanziale già in fase di discussione, conformemente
all’impegno assunto nell’ambito dell’accordo interistituzionale “Legiferare
meglio”. Per quanto riguarda la valutazione degli impatti
delle modifiche sostanziali, la Commissione ha registrato finora progressi
limitati. La Commissione accoglie favorevolmente la
creazione di una nuova Direzione "Valutazione dell’impatto"
nell'ambito del Parlamento europeo e sostiene le buone prassi di alcune
commissioni parlamentari, che fanno della valutazione d’impatto il punto di
partenza per un ulteriore lavoro analitico del Parlamento. Questo dovrebbe
garantire la comparabilità con l’approccio alla valutazione d’impatto della
Commissione, evitando duplicazioni di sforzi. Il Consiglio non ha creato alcuna capacità ai fini
delle valutazioni d’impatto. La Commissione ritiene che tale istituzione, nei
suoi processi decisionali, potrebbe avvalersi maggiormente delle valutazioni
d’impatto, ad esempio prendendo pienamente in considerazione le valutazioni
d'impatto della Commissione stessa all’inizio dei lavori sulle proposte che
esse accompagnano. La Commissione continuerà a rispondere in modo
costruttivo alle richieste di ampliare determinati aspetti delle valutazioni
d’impatto e/o di condividere i suoi dati e la sua metodologia, caso per caso.
Invita le due istituzioni a concentrarsi sui risultati, in modo che una
proporzione maggiore delle modifiche che esse apportano benefici direttamente
delle valutazioni d’impatto, che sono basate su dati concreti. Lieta di constatare che le istituzioni sostengono
e avallano il suo lavoro di sfrondamento e di massima riduzione degli oneri
amministrativi e regolamentari, la Commissione le invita a sostenere anche le
proposte di semplificazione attualmente in discussione e ad approvare e
sostenere il programma REFIT. La Commissione si compiace inoltre del sostegno
apportato dal Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni. Le
loro piattaforme e le loro reti possono costituire un’importante fonte di
informazioni per la preparazione delle valutazioni e delle valutazioni
d’impatto. 5.2. Stati membri La cooperazione fra la Commissione e gli Stati
membri è fondamentale affinché la legislazione dell’UE possa produrre tutti i
suoi benefici a un costo minimo per cittadini, per i lavoratori e per le
imprese. La forza della capacità amministrativa nazionale e la qualità della
regolamentazione nazionale hanno un’incidenza diretta sulla possibilità di
realizzare, sul campo, gli obiettivi di politica pubblica dell’UE. I contributi
delle amministrazioni e delle istituzioni degli Stati membri sono di
un’importanza fondamentale per l’elaborazione e valutazione della legislazione
dell’UE. Nel recepire e attuare la legislazione dell’UE, comprese le norme che
disciplinano le attività finanziate dal bilancio dell’Unione, gli Stati membri
hanno la responsabilità di assicurare che il loro quadro regolamentare sia
chiaro ed accessibile. I parlamenti nazionali svolgono un ruolo centrale nel
controllo della corretta applicazione del principio di sussidiarietà. La Commissione incoraggia le autorità degli Stati
membri a partecipare più attivamente alle consultazioni pubbliche e alle
valutazioni, anche mobilitando le loro reti nazionali specializzate, in modo
che le politiche siano elaborate su una migliore base fattuale. In tale
contesto, essa insiste sull’importanza fondamentale di un rapido feed-back da
parte degli Stati membri per una solida analisi della sussidiarietà. La Commissione sottolinea anche che la valutazione
d’impatto nazionale può essere utile per facilitare i dibattiti in seno al Consiglio
sulle modifiche alle sue proposte e per aiutare gli Stati membri ad affrontare
problemi di recepimento e di attuazione. La Commissione invita gli Stati membri a garantire
la diffusione a livello nazionale delle iniziative di riduzione degli oneri
amministrativi in corso, e a tenere debitamente conto delle raccomandazioni
contenute nella relazione di febbraio 2012 sulle migliori prassi, ad applicare
la legislazione dell’UE nel modo meno gravoso possibile ed a partecipare
attivamente allo scambio di informazioni sui metodi efficienti di attuazione
della regolamentazione dell’Unione[33].
Li invita inoltre a trarre pieno vantaggio dalle possibilità di semplificazione
offerte dalla legislazione dell’UE e a garantire la chiarezza e l’accessibilità
delle norme nazionali di recepimento di tale legislazione. La Commissione sottolinea infine l’importanza di
un’amministrazione pubblica efficiente per un recepimento, un’attuazione e
un’applicazione tempestivi della legislazione dell’Unione. 6. Conclusioni Perché sia garantita la qualità della
regolamentazione europea, la legislazione dell’Unione e le norme nazionali di
attuazione devono essere amministrate in modo che gli obiettivi di politica
pubblica prefissati siano realizzati in modo costante ed efficace. I quadri
regolamentari devono essere idonei allo scopo e devono rimanere tali,
parallelamente all’evoluzione dei problemi, all’emergere di nuove soluzioni e
al cambiamento delle priorità politiche. A tal fine l’individuazione dei costi
superflui, e delle aree in cui i risultati possono essere migliorati, sarà resa
dalla Commissione parte integrante e permanente del processo di elaborazione e
di programmazione delle politiche, in tutti settori della legislazione europea. [1] COM(2010) 543,
"Legiferare con intelligenza nell'Unione europea". [2] Si veda: COM(2011) 500, "Un bilancio per la
strategia 2020", il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012, e COM(2012)
42, "Programma di semplificazione per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020". [3] COM(2011) 803, "Ridurre al minimo indispensabile
gli oneri normativi che gravano sulle PMI". All'inizio del 2013 la
Commissione presenterà una prima relazione sui progressi compiuti e un quadro
di valutazione, incentrati in particolare sulle priorità individuate dalle
piccole imprese nel corso delle conferenze svoltesi negli Stati membri e
nell'ambito delle consultazioni su scala UE fino alla fine del 2012. [4] http://ec.europa.eu/dgs/secretariat_general/evaluation/docs/fitness_check_en.pdf.
[5] Relazione sulla 18a relazione "Legiferare
meglio" e relazione sulla 28a relazione annuale sul controllo
dell'applicazione della legislazione dell'Unione europea. [6] Parere
del Comitato delle regioni – "Legiferare con intelligenza", 2012/C 9/04. [7] http://ec.europa.eu/governance/better_regulation/smart_regulation/consultation_2012/docs/consultation_en.pdf. [8] SEC(2012)
101, "Impact Assessment Board Report for 2011". [9] http://www.oecd.org/gov/regulatorypolicy/49990817.pdf. [10] Gli oneri amministrativi che vengono ad aggiungersi per
l'attuazione della legislazione dell'UE a livello nazionale sono stimati a
circa un terzo del totale. [11] Questi controlli hanno riguardato: in campo ambientale, la
politica dell'UE relativa all'acqua dolce; in campo sociale, l'informazione e
la consultazione dei lavoratori, e inoltre l'omologazione dei veicoli a motore
e la politica relativa al mercato interno dell'aviazione. [12] In
particolare i risultati già disponibili per la costruzione, le imprese e i
servizi turistici. [13] SWD(2012) 422, "Review of the Commission
Consultation Policy". [14] OCSE 2011 – "Sustainability in Impact Assessments
— A review of Impact Assessment Systems in selected OECD Countries and the
European Commission"; Parlamento europeo 2011 – "Comparative study on
the purpose, scope and procedures of impact assessments carried out in the
Member States of the EU"; CEPS/University of Exeter 2012 –
"Regulatory Quality in the European Commission and the UK: Old questions
and new findings". [15] Relazione speciale della Corte dei conti europea n. 3/2010
"Le valutazioni d'impatto nelle istituzioni dell'Unione europea
costituiscono un supporto al processo decisionale?" [16] http://ec.europa.eu/governance/impact/key_docs/docs/sec_2011_0567_en.pdf. [17] http://ec.europa.eu/governance/impact/key_docs/docs/sec_2012_0091_en.pdf. [18] http://ec.europa.eu/governance/impact/key_docs/docs/meg_guidelines.pdf. [19] http://ec.europa.eu/governance/impact/iab/iab_en.htm. [20] http://ec.europa.eu/governance/impact/iab/members_en.htm. [21] http://ec.europa.eu/governance/impact/planned_ia/planned_ia_en.htm.
[22] Si
veda nota a pié di pagina n.14. [23] Si
veda CEPS/University of Exeter 2012 nella nota a pié di pagina n.14. [24] Ossia
il ciclo di pianificazione e programmazione strategica della Commissione – le
relazioni annuali di attività, le rendicontazioni di bilancio annuali, ecc. [25] Si
veda SWD(2012) 422. [26] http://europa.eu/rapid/press-release_IP-12-1_it.htm [27] SWD(2012) 423, "Action Programme for Reducing
Administrative Burdens in the EU – Final Report". [28] http://ec.europa.eu/eu_law/infringements/application_monitoring_it.htm. [29] http://ec.europa.eu/dgs/secretariat_general/admin_burden/best_practice_report/docs/bp_report_signature_it.pdf. [30] Si
veda GU L 304/47 e GU C369/14. [31] Si
veda COM(2012) 259, "Una governance migliore per il mercato unico". [32] COM(2011) 162, "Proposta di regolamento del Consiglio
relativo alla pubblicazione elettronica della Gazzetta ufficiale dell'Unione
europea". [33] http://ec.europa.eu/dgs/secretariat_general/admin_burden/best_practice_report/best_practice_report_en.htm