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Document 52012AE1581

Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alle seguenti proposte: «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per le frontiere esterne e i visti» COM(2011) 750 final — 2011/0365 (COD); «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo Asilo e migrazione» COM(2011) 751 final — 2011/0366 (COD); «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo Asilo e migrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi» COM(2011) 752 final — 2011/0367 (COD); «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi» COM(2011) 753 final — 2011/0368 (COD)

OJ C 299, 4.10.2012, p. 108–114 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

4.10.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 299/108


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alle seguenti proposte: «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per le frontiere esterne e i visti»

COM(2011) 750 final — 2011/0365 (COD);

«Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo Asilo e migrazione»

COM(2011) 751 final — 2011/0366 (COD);

«Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo Asilo e migrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi»

COM(2011) 752 final — 2011/0367 (COD);

«Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi»

COM(2011) 753 final — 2011/0368 (COD)

2012/C 299/20

Relatore: PARIZA CASTAÑOS

Il Consiglio, in data 16 febbraio 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per le frontiere esterne e i visti

COM(2011) 750 final — 2011/0365 (COD) alla

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo Asilo e migrazione

COM(2011) 751 final — 2011/0366 (COD) alla

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo Asilo e migrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi

COM(2011) 752 final — 2011/0367 (COD) e alla

 

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell'ambito del Fondo Sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi

COM(2011) 753 final — 2011/0368 (COD).

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 28 giugno 2012.

Alla sua 482a sessione plenaria, dei giorni 11 e 12 luglio 2012 (seduta dell'11 luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 133 voti favorevoli e 2 astensioni.

1.   Osservazioni generali

1.1

Le proposte della Commissione europea in merito al bilancio per il settore degli affari interni per il periodo 2014-2020 sono fondamentali per costruire uno spazio di sicurezza, libertà e giustizia, nonché un'Europa più aperta, sicura e solidale. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sostiene il rafforzamento dell'importanza dei fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna nel bilancio.

1.2

Il Comitato ritiene che l'Unione europea apporti un notevole valore aggiunto per tali politiche, dal momento che la gestione dei flussi migratori, dell'asilo e delle minacce alla sicurezza sono settori che gli Stati membri non possono affrontare da soli.

1.3

Il Comitato appoggia la proposta della Commissione che suggerisce di condividere la gestione e di adottare un approccio orientato ai risultati attraverso l'elaborazione di programmi pluriennali nel quadro di un dialogo politico di alto livello, in modo che i programmi nazionali siano in linea con gli obiettivi politici e le priorità dell'UE.

1.4

È fondamentale che tutte le azioni finanziate siano basate sulle politiche (gli obiettivi relativi allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia), abbiano un valore aggiunto europeo e contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi politici dell'UE.

1.5

Il CESE plaude agli sforzi della Commissione europea volti a semplificare gli strumenti finanziari mediante la creazione di due fondi, il Fondo Asilo e migrazione (1) e il Fondo Sicurezza interna (2), i quali sono accompagnati da un regolamento orizzontale e da una serie di norme comuni in materia di programmazione, informazione, gestione finanziaria, controllo e valutazione (3).

1.6

Il CESE appoggia il quadro orizzontale comune, che rappresenta una notevole semplificazione dell'attuale sistema e offre maggiore flessibilità nella gestione finanziaria e nella sua esecuzione, oltre che un sistema rafforzato di monitoraggio e valutazione.

1.7

Il CESE sostiene la proposta della Commissione di istituire un importo di base e un altro importo di natura variabile o flessibile al momento di distribuire le risorse finanziarie tra gli Stati membri.

1.8

Occorre migliorare i sistemi di valutazione dei risultati attraverso l'utilizzo di indicatori adeguati, e a questo fine andranno finanziati gli studi indipendenti dei centri di ricerca e delle organizzazioni della società civile.

1.9

Il Comitato sostiene che il principio di partenariato deve essere la base dei programmi nazionali, ma ritiene che occorra migliorare i sistemi di partecipazione di tutti i soggetti: autorità nazionali, enti regionali e locali, organizzazioni della società civile e parti sociali. Il principio di partenariato deve essere obbligatorio nei regolamenti, affinché non dipenda dalle norme e pratiche nazionali.

1.10

Il CESE, che collabora con le altre istituzioni dell'UE allo sviluppo delle politiche di immigrazione e asilo, è impegnato in particolar modo nelle attività del forum europeo dell'integrazione. Il Comitato, pertanto, sottolinea l'importanza del Fondo Asilo e migrazione per l'integrazione degli immigranti e dei rifugiati, e ritiene che le politiche di integrazione debbano anche essere accompagnate dalle risorse del Fondo sociale europeo.

1.11

Il Comitato propone l'aumento delle risorse finanziarie per le "Azioni dell'Unione", in quanto esse hanno un grande valore aggiunto a livello europeo. A queste azioni bisogna destinare il 20 % del Fondo e la Commissione deve instaurare un dialogo con il CESE e con il Forum europeo dell'integrazione, oltre a tener conto che con questo strumento finanziario bisogna rafforzare le attività del forum e sostenere le reti europee della società civile e delle parti sociali.

1.12

Il CESE ha proposto che a livello nazionale, regionale e locale vengano creati forum e piattaforme a cui partecipino le organizzazioni di immigrati e altre organizzazioni della società civile. Il funzionamento di queste attività deve essere finanziato con le risorse del Fondo Asilo e migrazione.

1.13

Il CESE ritiene che le politiche di integrazione - con un approccio teso a ridurre l'esclusione sociale dei cittadini europei, delle minoranze e degli immigranti - debbano anche poter contare sulle risorse finanziarie del Fondo sociale europeo.

1.14

L'Europa deve reagire in maniera decisa dinanzi ai crescenti episodi di razzismo e xenofobia contro le persone provenienti da un contesto migratorio. Le istituzioni dell'Unione devono essere molto attive contro tali comportamenti e ideologie.

1.15

La tutela dei diritti umani e il rispetto della Carta dei diritti fondamentali devono essere pienamente garantiti in ogni azione finanziata dai fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna.

1.16

Il Comitato auspica un miglioramento dell'equilibrio tra libertà e sicurezza. L'Unione europea deve continuare a essere una società libera e aperta, fondata sullo stato di diritto, e non deve mai sacrificare i valori della libertà e la tutela dei diritti fondamentali.

1.17

Il CESE ritiene necessario che il regolamento assicuri un ruolo più attivo alla società civile organizzata nella valutazione dell'impatto, dell'efficacia e del valore aggiunto delle iniziative e azioni previste nella strategia europea sulla sicurezza interna.

2.   Il Fondo Asilo e migrazione: l'approccio della società civile

2.1

In linea generale, il CESE giudica favorevolmente le iniziative e le linee di bilancio proposte dalla Commissione, e sostiene il rafforzamento del principio di partenariato.

2.2

Il CESE considera con particolare interesse le proposte contenute nel Fondo Asilo e migrazione e propone che, nei negoziati in seno al Consiglio, gli Stati membri approvino le cifre proposte dalla Commissione, senza ridurle, visto che le questioni relative all'asilo, alla migrazione, all'integrazione e alla tutela dei diritti fondamentali delle persone richiedono risorse adeguate, specialmente durante una crisi economica.

2.3

Contrariamente all'attuale regime di bilancio, il ruolo del Parlamento europeo sarà decisivo, poiché, in quanto colegislatore, potrà valutare in modo democratico tutte le iniziative e assicurare il valore aggiunto europeo.

2.4

Il CESE ritiene che il PE debba rafforzare la dimensione europea delle priorità politiche che riceveranno un finanziamento, anche a livello nazionale. Inoltre, nel processo politico di adozione dei regolamenti esso deve agevolare la partecipazione della società civile organizzata attraverso il principio di partenariato e la creazione di forum e piattaforme, oltre che mediante la realizzazione di valutazioni indipendenti.

2.5

Il CESE accoglie con favore le nuove disposizioni contenute nei regolamenti che agevolano l'accesso della società civile alle sovvenzioni, ma raccomanda che le procedure siano più flessibili affinché anche le piccole organizzazioni possano partecipare, grazie alla riduzione degli oneri amministrativi e finanziari.

2.6

La società civile apporta un grande valore aggiunto per l'individuazione delle necessità sulla base di relazioni indipendenti e per la realizzazione di studi e valutazioni delle politiche. Le organizzazioni della società civile hanno una grande esperienza e conoscenza della realtà a livello locale, e pertanto conoscono bene il modo in cui le azioni vengono sviluppate.

2.7

Il CESE ritiene che il principio di partenariato sia un asse centrale del nuovo quadro finanziario, che deve garantire un approccio più partecipativo di tutti i soggetti: autorità nazionali, enti regionali e locali, organizzazioni della società civile e parti sociali.

2.8

Il principio di partenariato deve essere attuato in tutte le fasi, dall'elaborazione ed esecuzione sino al monitoraggio e alla valutazione del finanziamento concesso, includendo sia gli Stati membri che le azioni dell'UE (4).

2.9

Il CESE appoggia che nel regolamento finanziario gli Stati membri siano tenuti ad avviare partenariati con le autorità e gli organi competenti al fine di sviluppare ed eseguire i programmi nazionali. Tra tali autorità e organi vanno inclusi gli enti regionali e locali, la società civile (organizzazioni non governative, organizzazioni di immigrati e parti sociali) e le organizzazioni internazionali (UNHCR, OIM, ecc.).

3.   Le priorità e il dialogo politico

3.1

Il CESE segnala che un "dialogo politico" è fondamentale per stabilire le priorità alla base dei programmi nazionali, ma ritiene che a tale dialogo debbano partecipare, oltre alla Commissione europea e agli Stati membri, anche tutti i soggetti istituzionali europei (PE, CESE e CdR).

3.2

Nel quadro del dialogo politico, bisogna garantire un ruolo concreto sia al CESE che al Forum europeo dell'integrazione, per individuare le priorità e gli obiettivi di finanziamento e per superare gli ostacoli. Il Forum e il CESE possono rafforzare il valore aggiunto europeo del Fondo Asilo e migrazione nella programmazione pluriennale di ciascuno Stato membro.

3.3

Il Forum e il CESE devono inoltre essere consultati quando vengono stabilite le priorità nelle azioni transnazionali o di interesse speciale per l'Unione europea, nonché durante la revisione intermedia delle azioni specifiche. La Commissione europea deve inoltre avviare un partenariato con le parti sociali e le organizzazioni non governative nel quadro delle Azioni dell'Unione.

3.4

Del pari, il CESE propone che il nuovo quadro finanziario garantisca che tutti gli Stati membri avviino a livello nazionale un dialogo strutturato e pluralista con le parti sociali e le organizzazioni non governative, in modo che esse svolgano un ruolo importante nella determinazione delle priorità nazionali prima del dialogo con la Commissione europea.

4.   Programmazione e gestione

4.1

Il CESE ritiene che occorra ampliare la capacità finanziaria delle Azioni dell'Unione, ossia i fondi destinati alle attività politiche prioritarie (di sostegno alla legislazione e al coordinamento politico), nonché ai progetti che coinvolgono la società civile organizzata e le parti sociali. A tal fine, il CESE è favorevole a che la Commissione europea disponga del 20 % del bilancio totale del Fondo Asilo e migrazione. Per la gestione di tale Fondo, la Commissione deve instaurare un dialogo più attivo con il CESE, il forum e le organizzazioni della società civile.

4.2

Il CESE sostiene la proposta della Commissione secondo la quale il contributo finanziario nel quadro dei programmi nazionali dovrebbe coprire il 75 % del totale delle spese ammissibili del progetto, che potranno parimenti essere cofinanziate da fonti pubbliche o private.

4.3

Inoltre, sostiene la possibilità di aumentare il contributo fino al 90 % in virtù delle priorità strategiche definite in ciascuno dei regolamenti specifici, "anche in circostanze debitamente giustificate, in particolare nei casi in cui i progetti non potrebbero essere altrimenti attuati e gli obiettivi del programma nazionale non sarebbero realizzati". A tal proposito, si dovrebbe dare priorità al sostegno di azioni e progetti condotti dalle organizzazioni non governative di piccole dimensioni.

4.4

Il CESE condivide l'obiettivo di semplificare e ridurre l'onere amministrativo, e di rendere prioritari il monitoraggio e la valutazione dei programmi e dei progetti a livello sia nazionale che europeo. È essenziale garantire una valutazione indipendente e della massima qualità, in collaborazione con la società civile organizzata, e mettere a sua disposizione le risorse finanziarie necessarie.

4.5

Sulla base delle relazioni di valutazione inviate dagli Stati membri (una intermedia, nel 2017, e l'altra ex post, nel 2023), la Commissione presenterà al Parlamento europeo, al Consiglio, al CESE e al CdR una relazione sull'applicazione e sugli effetti dei regolamenti. Il CESE ritiene che occorra coinvolgere la società civile nella valutazione e a questo fine proporrà alla Commissione la creazione di un sistema strutturato di consultazione e l'organizzazione di un convegno.

4.6

Il CESE sostiene la proposta della Commissione di istituire un importo di base e un altro importo di natura variabile o flessibile al momento di distribuire le risorse finanziarie tra gli Stati membri. Per quanto attiene all'importo flessibile, il CESE ritiene essenziale che ciascuno Stato membro elabori il proprio programma annuale in rapporto alle priorità dell'UE, comprendendo la cooperazione con altri Stati membri.

4.7

In merito al Fondo Asilo e migrazione, il CESE ritiene che occorra includere esplicitamente come azione prioritaria, da finanziare con importo variabile, l'istituzione di forum e/o piattaforme nazionali, regionali e locali di immigrazione e integrazione, alla quali partecipino le organizzazioni della società civile.

4.8

Inoltre, si deve procedere con maggiore trasparenza nell'assegnazione delle quote del Fondo dedicate a ciascuno degli obiettivi specifici, per garantire in tal modo un bilancio equilibrato a livello nazionale.

4.9

Le risorse finanziarie per le Azioni dell'Unione dovranno essere destinate non solo agli aiuti di emergenza, alla rete europea sulle migrazioni, all'assistenza tecnica e all'esecuzione di determinati incarichi operativi da parte di agenzie dell'Unione, ma anche al sostegno del forum europeo dell'integrazione e alle reti europee della società civile e delle parti sociali.

4.10

Il CESE non condivide la proposta della Commissione di finanziare unicamente i progetti di ricerca considerati "innovativi" dal punto di vista della loro applicazione da parte dei servizi e delle forze di sicurezza. Occorre continuare a sostenere progetti di ricerca a cui partecipino la società civile, le parti sociali e le organizzazioni non governative, e che valutino le politiche di sicurezza e di immigrazione e il loro impatto sui diritti fondamentali.

5.   Campo di applicazione soggettivo del Fondo Asilo e migrazione

5.1

Il CESE sostiene la flessibilità espressa nella proposta della Commissione in relazione al campo di applicazione soggettivo e sottolinea l'esigenza di garantire che le azioni finanziate possano essere applicate a un vasto gruppo di destinatari, che vada al di là dei cittadini dei paesi terzi residenti legalmente nell'UE. Tale questione è stata discussa ampiamente nel Forum europeo dell'integrazione e nei pareri del CESE.

5.2

Il CESE auspica che il Fondo Asilo e migrazione renda possibili azioni rivolte a tutte le persone, a prescindere dal loro status, compresi gli immigrati senza documenti; pertanto accoglie con favore la proposta della Commissione di ampliare il gruppo di beneficiari delle azioni, dal momento che si tratta dell'unico modo per finanziare il lavoro di integrazione delle parti sociali e delle organizzazioni non governative che operano nel settore dell'integrazione delle persone "senza documenti".

5.3

Tuttavia, il CESE è contrario alla proposta della Commissione di includere nel campo di applicazione delle azioni di integrazione i cittadini di uno Stato membro con un passato di immigrazione che abbiano "almeno un genitore cittadino di un paese terzo", in quanto ciò può implicare situazioni di discriminazione. Infatti i cittadini degli Stati membri non possono essere sottoposti a programmi o test di integrazione quale condizione previa alla residenza e alla libera circolazione, in quanto ciò contravverrebbe al principio della parità di trattamento garantito dallo status di cittadini dell'Unione.

5.4

Il CESE ritiene che il Fondo Asilo e migrazione sia uno strumento volto a finanziare politiche di integrazione e accoglienza delle persone che sono arrivate in Europa di recente. Per evitare l'esclusione sociale e la mancanza di opportunità per alcuni cittadini europei che sono i discendenti di persone con un passato di immigrazione, oppure per i cittadini dell'UE che risiedono in uno Stato membro diverso da quello di cui possiedono la nazionalità, l'UE dispone di strumenti finanziari più adeguati, come il Fondo sociale europeo.

5.5

I programmi destinati alla tutela di persone particolarmente vulnerabili devono avere la priorità di finanziamento, specialmente quelli per i minori non accompagnati, le donne in stato di gravidanza e le vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale.

6.   Informazione, trasparenza e pubblicità

6.1

Il CESE appoggia il fatto che nel nuovo quadro finanziario venga garantita una maggiore informazione, pubblicità e trasparenza. Occorre assicurare che gli Stati membri e le autorità competenti garantiscano l'accesso all'informazione sui programmi nazionali (attraverso la creazione di un portale web).

6.2

Tuttavia, la semplificazione dei procedimenti non può comportare minore trasparenza. Il nuovo quadro deve rafforzare il livello di trasparenza nell'esecuzione dei programmi e delle azioni a livello nazionale, regionale e locale.

7.   Diritti fondamentali

7.1

Il CESE ritiene che il quadro finanziario debba migliorare la tutela dei diritti umani in tutte le azioni, dato che la Carta dei diritti fondamentali ha un impatto positivo sulle politiche di sicurezza interna, asilo e migrazione. Il Comitato ha già elaborato un parere di iniziativa (5) affinché i diritti umani siano tutelati nelle politiche di immigrazione, asilo, rimpatrio e frontiere.

7.2

Il CESE propone che nei regolamenti dei fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna si garantisca che ogni azione e progetto finanziato dall'UE rispetti rigorosamente i diritti fondamentali delle persone e si assicuri che i diritti previsti nella Carta siano effettivamente tutelati.

7.3

L'Agenzia per i diritti fondamentali (FRA) di Vienna dovrebbe assumere un ruolo attivo e concreto nella valutazione della compatibilità tra politiche e azioni finanziate dall'UE e diritti fondamentali. Le organizzazioni non governative possono svolgere un ruolo essenziale nel valutare l'impatto delle azioni nazionali, regionali e locali sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali.

7.4

Il forum europeo dell'integrazione può altresì valutare la compatibilità tra le politiche di integrazione, la tutela dei diritti fondamentali e la non discriminazione.

8.   Emergenze e assistenza tecnica

8.1

Il nuovo regolamento rivolge particolare attenzione alle situazioni di emergenza e di crisi. Il CESE condivide la proposta della Commissione tesa ad assicurare una capacità di azione flessibile a livello europeo, con risorse finanziarie sufficienti per le emergenze.

8.2

Il CESE appoggia l'iniziativa della Commissione volta a disporre di risorse che possano essere mobilitate con rapidità in caso di "crisi legate alla migrazione" o per far fronte a "necessità urgenti e specifiche in caso di situazioni d'urgenza" e che, entro i limiti delle risorse disponibili, gli aiuti possano ammontare al 100 % delle spese ammissibili.

8.3

Tuttavia, il Comitato propone che tali fondi siano destinati principalmente ad affrontare situazioni di crisi umanitaria, in quanto la solidarietà deve concentrarsi in primo luogo sulla tutela e sulla sicurezza delle persone coinvolte.

8.4

Al contempo, occorre assicurare che gli Stati membri e le autorità dell'UE rispettino le garanzie, gli standard e i diritti comuni previsti nel diritto europeo anche in situazioni di emergenza.

8.5

Il CESE appoggia altresì l'istituzione di un meccanismo di emergenza che consenta all'UE di finanziare un intervento rapido iniziale, in collaborazione con gli Stati membri, in caso di catastrofi, attacchi terroristici o attacchi informatici su grande scala.

9.   Dimensione esterna

9.1

Il CESE ritiene che, con la nuova priorità conferita alla dimensione esterna di tali politiche, il finanziamento delle azioni debba essere in linea con le priorità interne ed esterne dell'UE in questi settori.

9.2

Occorre migliorare la cooperazione tra la DG Affari interni e il Servizio europeo per l'azione esterna al momento di stabilire e concordare le priorità politiche, il che consentirà alle politiche e ai progetti finanziati nel nuovo quadro di bilancio di essere complementari e non incongruenti con le politiche di sviluppo e le relazioni esterne dell'UE. Occorre migliorare la collaborazione mediante gli accordi tra l'UE e i paesi terzi, ma non bisogna condizionare gli aiuti allo sviluppo ad accordi in materia di riammissione o di controllo delle frontiere.

9.3

La dimensione esterna di tali politiche deve mirare sia al miglioramento della sicurezza interna che allo sviluppo dei paesi terzi. La politica esterna e gli aiuti allo sviluppo costituiscono il quadro più coerente per la dimensione esterna delle politiche in materia di asilo, migrazione e sicurezza interna (6).

9.4

Il CESE propone che i fondi Asilo e migrazione e Sicurezza interna accelerino altresì i progressi nelle questioni legate ai diritti umani e alla qualità dello Stato di diritto, soprattutto affinché i paesi terzi rafforzino i loro sistemi di asilo e il rispetto delle norme internazionali.

9.5

Inoltre, occorre tenere conto del fatto che i paesi vicini all'UE non devono farsi carico per intero dei costi delle procedure d'asilo connessi alle persone che transitano sul loro territorio. L'UE deve collaborare mediante lo stanziamento di fondi.

10.   Integrazione

10.1

Il CESE appoggia la proposta della Commissione affinché le politiche di integrazione vengano sviluppate a livello locale e regionale mediante corsi di lingua, di orientamento civico e di partecipazione alla vita sociale e civile, promuovendo il dialogo interculturale e facilitando la parità di trattamento per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi. È fondamentale che le azioni siano gestite dalle organizzazioni non governative e dagli enti locali e regionali.

10.2

Il Comitato ha elaborato un parere di iniziativa (7) in cui ha avanzato questa stessa proposta e ha organizzato un convegno a Valencia, con la partecipazione di vari enti regionali e locali e di numerose organizzazioni della società civile. Tale approccio è stato inoltre sostenuto dal Forum europeo dell'integrazione.

10.3

Si deve prestare particolare attenzione a sostenere azioni e progetti che tengano conto del fatto che l'integrazione costituisce un processo sociale bidirezionale e dinamico di adattamento reciproco.

10.4

Il CESE appoggia la proposta della Commissione affinché i fondi europei si concentrino su obiettivi concreti e non siano utilizzati per finanziare programmi nazionali che non sono legati a quelli europei (8).

10.5

Il Comitato propone che le risorse del Fondo Asilo e migrazione non siano impiegate per finanziare programmi nazionali che violino i diritti umani o siano contrari ai principi fondamentali comuni dell'integrazione. Il CESE è contrario all'utilizzo, da parte di alcuni Stati membri, dei "test di integrazione" per il rinnovo del permesso di soggiorno, per il ricongiungimento familiare o per l'accesso ai beni e ai servizi pubblici.

10.6

Il Comitato ha sottolineato in altri pareri (9) che è necessario migliorare la complementarità tra il Fondo per l'integrazione e il Fondo sociale europeo nel finanziamento di alcuni programmi.

11.   Asilo

11.1

Il CESE condivide le priorità del sistema europeo comune di asilo (CEAS) e, in particolare, le misure di sostegno volte a migliorare le condizioni di accoglienza e integrazione e le procedure di asilo, nonché a rafforzare la capacità degli Stati membri.

11.2

Il Comitato propone che una parte dei fondi sia destinata a progetti e attività tesi a garantire che gli Stati membri rispettino i loro obblighi di tutela internazionale e diano attuazione alla legislazione europea.

11.3

Il CESE ritiene prioritario finanziare la valutazione delle politiche di asilo degli Stati membri, specialmente quelle rivolte al miglioramento delle procedure e della qualità della protezione dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

11.4

Il CESE sostiene lo sviluppo di un programma di reinsediamento per il trasferimento dei rifugiati da paesi non membri dell'UE e il loro insediamento nell'Unione.

11.5

Il Comitato sostiene inoltre il programma di ricollocazione all'interno dell'UE che deve offrire incentivi finanziari agli Stati membri che assumano un impegno a questo riguardo.

11.6

L'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, con sede a Malta (EASO), deve avere un mandato chiaro per valutare i sistemi di asilo nazionali e la loro compatibilità con gli obblighi previsti dal diritto europeo e internazionale e con i diritti fondamentali. Tale valutazione deve essere effettuata in collaborazione con la società civile e l'UNHCR.

12.   Ammissione

12.1

Il CESE condivide l'approccio dato dal fondo Asilo e migrazione alla possibilità di finanziare misure "di sviluppo delle capacità", come l'elaborazione di strategie volte a promuovere la migrazione legale mediante procedure di ammissione flessibili e trasparenti e a migliorare la capacità degli Stati membri di sviluppare e valutare le loro politiche di immigrazione.

13.   I partenariati per la mobilità

13.1

Il CESE ha elaborato un parere specifico (10) che indica che i partenariati per la mobilità e la migrazione debbano comprendere quattro pilastri: agevolare e organizzare la migrazione legale e la mobilità; prevenire e ridurre la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani; promuovere la protezione internazionale e rafforzare la dimensione esterna della politica di asilo; massimizzare l'impatto della migrazione e della mobilità sullo sviluppo.

14.   Rimpatrio

14.1

Il CESE ritiene che si debba in primo luogo utilizzare il rimpatrio volontario coadiuvato da sistemi di sostegno, pertanto appoggia la proposta della Commissione affinché nelle azioni nazionali si avviino programmi di rimpatrio volontario assistito.

14.2

Le risorse del Fondo devono essere indirizzate in modo che il rimpatrio volontario disponga di sistemi di sostegno che consentano che il rimpatrio sia un'esperienza positiva per le persone e per il paese di origine.

14.3

Quando in occasioni eccezionali vengono avviate procedure di rimpatrio forzato, bisognerà rispettare appieno i diritti umani, tenendo conto delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa (11).

14.4

Tuttavia, il Comitato è contrario all'utilizzo di fondi europei per finanziare operazioni di rimpatrio forzato, alcune delle quali sono state giudicate contrarie alla Carta dei diritti fondamentali dalla società civile.

15.   "Sicurezza interna" e frontiere

15.1

È prioritario sostenere la cooperazione tra le forze di polizia nella prevenzione della criminalità transfrontaliera e nella lotta alla criminalità organizzata. Il CESE appoggia le misure volte a migliorare la cooperazione tra i servizi di sicurezza e il lavoro di Europol.

15.2

Il CESE appoggia la proposta della Commissione tesa a migliorare la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità transfrontaliera nell'UE, in particolare le misure volte a migliorare la cooperazione tra servizi di sicurezza nella lotta alla criminalità organizzata. È fondamentale che tutte le priorità siano incentrate sul rafforzamento della fiducia reciproca tra le forze di sicurezza, compresi gli aspetti relativi allo Stato di diritto.

15.3

Occorrerebbe utilizzare i fondi per migliorare e sviluppare la qualità e la trasparenza delle metodologie comuni impiegate a livello europeo al momento di identificare le minacce e i rischi per la sicurezza dell'Europa, come ad esempio per quanto attiene al lavoro di Europol e alle sue relazioni sulla criminalità organizzata (OCTA).

15.4

L'Unione europea deve migliorare la lotta alle reti criminali della tratta di esseri umani e del trasporto illegale di persone, tenendo conto del fatto che le frontiere sono particolarmente vulnerabili nel Mediterraneo e nell'Europa orientale.

15.5

Il CESE appoggia il fatto che il fondo Sicurezza interna sostiene gli Stati membri nei controlli di frontiera in modo che essi siano più efficaci, tenendo presente che il controllo delle frontiere costituisce un servizio pubblico; ritiene tuttavia che detta cooperazione, comprese le operazioni coordinate da Frontex, debbano essere trasparenti e basate sul codice frontiere Schengen e sulla Carta dei diritti fondamentali.

15.6

Il CESE condivide la necessità di assistere gli Stati membri affinché diano una migliore applicazione dell'acquis di Schengen, compreso il sistema di visti e l'introduzione di un sistema integrato di gestione delle frontiere. È fondamentale garantire che tutti gli Stati membri applichino in maniera coerente le norme comuni relative al controllo delle frontiere e che rispettino i diritti fondamentali e la libera circolazione delle persone.

15.7

Il CESE ritiene che il Parlamento europeo debba esercitare un maggiore controllo democratico sul bilancio destinato alle agenzie europee di sicurezza interna - in particolare Europol, Eurojust, Frontex, ecc. - in rapporto alle loro attività, in particolare per quanto attiene ai compiti che potrebbero implicare maggiori problemi a livello della Carta dei diritti fondamentali, quali ad esempio le loro competenze operative a livello nazionale, lo scambio e l'utilizzo di dati personali, la qualità delle informazioni scambiate con le autorità nazionali e quelle dei paesi terzi, oltre all'oggettività delle loro analisi di rischio.

15.8

È necessario avviare un dibattito pubblico con i rappresentanti della società civile in merito al valore aggiunto, all'impatto di bilancio e alla tutela dei diritti fondamentali del sistema EUROSUR (il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere). È essenziale che un'iniziativa politica talmente importante vada di pari passo con una completa trasparenza e certezza del diritto per quanto riguarda sia gli obiettivi che il campo di applicazione.

15.9

Il CESE invita il Parlamento europeo a rivolgere particolare attenzione alla proporzionalità di Eurosur e al contributo che tale sistema offre per la tutela dei diritti umani nei controlli di frontiera e la sorveglianza nel Mediterraneo, tenendo conto del fatto che il primo dovere delle guardie di frontiera è quello di salvare le persone che si trovano in situazioni di pericolo.

15.10

Il Comitato raccomanda che tutte le proposte politiche, in particolare quelle che hanno un impatto così notevole sul bilancio, siano oggetto di una discussione democratica e trasparente, tenendo presente il principio di proporzionalità e i diritti fondamentali.

16.   Sistemi informatici su larga scala (VIS, SIS, Eurodac)

16.1

Il CESE ritiene che il Parlamento europeo debba condurre una valutazione sulla necessità, sulla proporzionalità e sull'efficacia dei sistemi informatici su larga scala già esistenti (Sistema d'Informazione Schengen (SIS), Sistema d'informazione visti (VIS) e Eurodac), oltre che dei sistemi in via di attuazione (SIS II).

16.2

Tale valutazione deve essere ultimata prima della decisione di finanziare nuovi sistemi, come quelli proposti dalla Commissione europea nella comunicazione sulle "frontiere intelligenti", in particolare il sistema di registrazioni di entrata/uscita (SRES) e il programma per viaggiatori registrati (RTP) che la Commissione intende presentare nel 2012.

16.3

Il Comitato sottolinea la responsabilità della nuova agenzia per la gestione operativa dei sistemi informatici, con sede a Tallinn, che riveste grande importanza per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, dal momento che essa coordinerà tutti i sistemi attualmente esistenti e quelli che verranno creati in futuro. Il Parlamento europeo deve esercitare un controllo democratico più profondo su questa agenzia, in particolare per quanto attiene alla compatibilità delle sue azioni con la protezione dei dati, la riservatezza e il principio di limitazione delle finalità (purpose limitation principle) nell'uso delle informazioni e in relazione alla possibilità di ampliare le sue competenze attuali per comprendere lo sviluppo e il coordinamento di sistemi informatici futuri.

Bruxelles, 11 luglio 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  COM(2011) 751 final.

(2)  COM(2011) 750 final, COM(2011) 753 final.

(3)  COM(2011) 752 final.

(4)  Comments on the Commission’s Proposals for a New EU Funding of Asylum and Migration Actions under the Multiannual Financial Framework ("Osservazioni sulle proposte della Commissione relative a un nuovo finanziamento UE delle azioni in materia di asilo e migrazione nell'ambito del quadro finanziario pluriennale"), Caritas Europa, CCME, Comece, Eurodiaconia, ICMC, JRS-Europe, QCEA, consultabile all'indirizzo web http://www.caritas-europa.org/module/FileLib/MFF-Christiangroupstatement_April2012.pdf.

Civil Society Statement and Recommendations on the Future EU Funding in the Area of Migration and Asylum 2014-2020 ("Dichiarazione e raccomandazioni della società civile sul futuro finanziamento UE nel settore della migrazione e dell'asilo per il periodo 2014-2020"), Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli e altre 40 organizzazioni della società civile, marzo 2012, consultabile all'indirizzo web http://www.ecre.org/index.php?option=com_downloads&id=444.

(5)  Cfr. parere CESE GU C 128 del 18.5.2010, pag. 29.

(6)  UNHCR’s Observations on Future Arrangements for EU Funding in the Area of Home Affairs after 2013 ("Osservazioni dell'UNHCR sui futuri accordi per il finanziamento UE nel settore degli affari interni dopo il 2013"), giugno 2011, consultabile all'indirizzo web http://www.unhcr.org/4df752779.pdf.

(7)  Cfr. parere CESE, GU C 318 del 29.10.2011, pag. 69–75.

(8)  Relazione delle parti interessate The Future of EU Funding for Home Affairs: A Fresh Look ("Il futuro del finanziamento UE per il settore degli affari interni - Una nuova prospettiva"), Commissione europea, DG Affari interni, Bruxelles, 8 aprile 2011, consultabile all'indirizzo web http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/event/docs/mff_conference_report_11-5-2011_final_participants.doc.pdf. Una delle conclusioni della relazione è che "il finanziamento dell'UE non dovrebbe sostituire i finanziamenti nazionali, ossia gli Stati membri mantengono la responsabilità di garantire un finanziamento nazionale sufficiente per sostenere le politiche nel settore degli affari interni. Per accrescere il valore del finanziamento europeo, la spesa UE dovrebbe tener conto delle priorità e degli impegni strategici dell'UE e dovrebbe sostenere l'attuazione dell'acquis nel settore degli affari interni".

(9)  Cfr. parere CESE, GU C 347 del 18.12.2010, pag. 19.

(10)  Cfr. il parere del CESE in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - L'approccio globale in materia di migrazione e mobilità, relatore: PARIZA CASTAÑOS, correlatrice: KING (GU C 191 del 29.6.2012, pag. 134).

(11)  Venti orientamenti sul rimpatrio forzato, COM(2005) 40 final.


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