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Document 52011DC0133

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Terza relazione di follow-up sulla comunicazione “Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell’Unione europea” - COM(2007) 414 definitivo

/* COM/2011/0133 def. */

52011DC0133

/* COM/2011/0133 def. */ RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Terza relazione di follow-up sulla comunicazione “Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell’Unione europea” - COM(2007) 414 definitivo


[pic] | COMMISSIONE EUROPEA |

Bruxelles, 21.3.2011

COM(2011) 133 definitivo

RELAZIONE DELLA COMM ISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Terza relazione di follow-up sulla comunicazione “Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell’Unione europea” - COM(2007) 414 definitivo

SEC(2011) 338 definitivo

RELAZIONE DELLA COMM ISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Terza relazione di follow-up sulla comunicazione “Affrontare il problema della carenza idrica e della siccità nell’Unione europea” - COM(2007) 414 definitivo

INTRODUZIONE

Nel 2007 la Commissione ha adottato una comunicazione su carenza idrica e siccità[1]. La comunicazione ha identificato sette settori strategici in cui è necessario intervenire se l’Europa vuole progredire verso un’economia che consenta un uso efficiente delle risorse idriche. Nell’ottobre 2007[2], il Consiglio ha sostenuto le opzioni individuate nella comunicazione e ha invitato la Commissione a riesaminare la strategia in materia di carenza idrica e siccità entro il 2012. Inoltre nel 2008 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui sottolinea la necessità di azioni urgenti e di ulteriori finanziamenti. L’azione intesa a migliorare l’uso efficiente delle risorse in questione deve essere valutata nel contesto dell’iniziativa faro per l’impiego delle risorse[3] nell’ambito della strategia Europa 2020.

La prima (2008)[4] e la seconda (2009)[5] relazione che hanno fatto seguito alla comunicazione sulla carenza idrica hanno individuato alcune iniziative strategiche incoraggianti a livello nazionale e dell’UE, ma sono giunte alla conclusione che molto restava ancora da fare.

Nel giugno 2010, il Consiglio ha riconosciuto che in diverse regioni d’Europa la carenza idrica e la siccità costituiscono già ora due gravi problemi, ha invitato gli Stati membri a promuovere un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche e ha rammentato che occorrono dati attendibili su cui basare l’ulteriore sviluppo delle politiche in materia. Il Consiglio ha invitato la Commissione a valutare la combinazione ottimale di misure e strumenti finanziari necessaria per far fronte ai fenomeni di carenza idrica e siccità nonché a presentare se del caso le opportune proposte.

La presente relazione si riferisce al periodo che va dal maggio 2009 al maggio 2010 ed è basata sulle risposte inviate da 21 paesi al questionario annuale della Commissione[6]. La situazione in materia di carenza idrica è la seguente:

- tre Stati membri (CZ, CY, MT) hanno indicato di dover affrontare regolarmente problemi di carenza idrica;

- cinque Stati membri (FR, PT, HU, ES, UK) hanno segnalato di aver dovuto far fronte a episodi di siccità o a una pluviometria inferiore alla media sul lungo termine; e

- quattro Stati membri (FR, NL, RO e SE) hanno avuto casi limitati di carenza idrica a livello locale.

Pertanto in alcuni degli Stati membri interessati sono state sviluppate misure di mitigazione e applicate restrizioni intese a limitare l’uso dell’acqua (FR), l’irrigazione (RO, SE, CY) e la navigazione (NL). Sei Stati membri (AT, BE, EE, IE, LU, SK), come pure la Svizzera (CH), hanno indicato di non aver avuto episodi di siccità o di penuria d’acqua. Queste informazioni comunicate dagli Stati membri devono essere valutate in rapporto allo relazione sullo stato dell’ambiente dell’Agenzia europea dell’ambiente per il 2010[7], da cui risulta che, con l’eccezione di alcuni paesi nordici scarsamente popolati che posseggono abbondanti risorse, numerose zone in Europa presentano gravi carenze idriche, in particolare nei paesi meridionali che devono far fronte contemporaneamente a una grave penuria e a una forte domanda di acqua.

La presente relazione fornisce ulteriori dettagli sulla gravità dei fenomeni di carenza idrica e siccità nell’Unione europea e sulle misure attuate per affrontare entrambe le situazioni. La relazione illustra inoltre le iniziative che la Commissione deve mettere in atto per preparare la revisione della politica in materia di carenza idrica e siccità nel 2012.

VERSO UN PIANO PER LA SALVAGUARDIA DELLE RISORSE IDRICHE EUROPEE

Entro la fine del 2012, la Commissione intende adottare un piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee basato sulle valutazioni concernenti l’attuazione della direttiva quadro sulle acque[8], la politica in materia di carenza idrica e siccità nonché la vulnerabilità delle risorse idriche ai cambiamenti climatici e ad altre pressioni antropiche. La presente valutazione ha un duplice obiettivo:

- riesaminare e valutare l’attuazione e i risultati delle politiche e delle misure intese a garantire la tutela e la disponibilità delle risorse idriche dell’Unione europea, individuando inoltre lacune e carenze;

- anticipare l’andamento della vulnerabilità dell’ambiente acquatico, al fine di identificare le misure e gli strumenti che saranno necessari in diversi ambiti politici dell’UE per garantire un uso sostenibile delle risorse idriche sul lungo termine.

Il piano sintetizzerà le raccomandazioni strategiche e sarà accompagnato da una serie di nuove iniziative, eventualmente anche a carattere legislativo. Esso esaminerà inoltre la necessità di prevedere ulteriori finanziamenti, incentivi, misure e il sostegno necessario per la raccolta di dati e per lo sviluppo scientifico e tecnologico. Il piano prenderà in esame i collegamenti tra i vari aspetti della politica sulle risorse idriche, inclusi quelli concernenti qualità e disponibilità, e sarà sviluppato in stretta collaborazione con le parti interessate.

Il lavoro svolto dalla Commissione poggerà sull’analisi integrata condotta dall’Agenzia europea dell’ambiente, che stabilisce un collegamento tra l’uso efficiente delle risorse, la contabilità, le esternalità ambientali e gli strumenti della politica in materia di acque.

RIESAME DELLA POLITICA IN MATERIA DI CARENZA IDRICA E SICCITÀ

La prima consultazione delle parti interessate riguardo al riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità si è svolta nel mese di aprile 2010, quando la Commissione ha presentato i principali elementi alla base di tale riesame nonché la procedura e i tempi per la sua preparazione.

I principali elementi alla base del riesame della politica concernente carenza idrica e siccità sono:

- l’efficienza idrica (in agricoltura e in ambiente urbano),

- una migliore pianificazione (gestione della domanda, pianificazione dell’uso del suolo, osservatorio sulla siccità e sviluppo di indicatori, migliore integrazione della politica in materia di carenza idrica e siccità nei piani di gestione dei bacini idrografici e nelle politiche settoriali), e

- adeguati strumenti di attuazione (come il finanziamento dell’efficienza idrica, la tariffazione dell’acqua, la ripartizione delle risorse idriche).

Nell’ambito del riesame saranno discussi anche gli aspetti esterni del problema della carenza idrica e della siccità. In diverse zone del mondo le risorse idriche diventano sempre più vulnerabili e buona parte dell’impronta idrica dell’UE (indicatore del consumo diretto e indiretto di acqua) è collegata alle merci importate che richiedono grandi quantità di acqua (come i prodotti agricoli, alimentari e tessili). Gli approcci basati sull’impronta idrica e sull’analisi del ciclo di vita sono sempre più utilizzati per aumentare la consapevolezza del consumo di acqua collegato ai prodotti o ai processi di produzione e con il riesame si valuterà in quale misura tali strumenti possano essere usati a fini strategici.

MIGLIORARE L’EFFICIENZA IDRICA

In base alla gerarchizzazione delle scelte idriche descritta nella comunicazione del 2007, la maggiore efficienza idrica costituirà un elemento importante del riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità.

Efficienza idrica degli edifici

Ad oggi, la maggior parte degli Stati membri non ha dato attuazione alla normativa nazionale concernente le norme relative all’efficienza idrica degli edifici o dei dispositivi che consumano acqua, anche se alcuni aspetti sono inclusi nei piani di gestione dei bacini idrografici (BG, CY, IE, SK). Il Regno Unito ha definito nuovi obiettivi di efficienza da parte delle società idriche.

Alla fine del 2010, la Commissione ha avviato uno studio inteso a effettuare un’ulteriore analisi delle possibilità di migliorare il rendimento idrico dell’edilizia in Europa. La Commissione si concentrerà su tre aspetti per migliorare detto rendimento e cioè i dispositivi per il risparmio idrico, le modalità di costruzione, progettazione e ristrutturazione che consentono di razionalizzare l’uso dell’acqua e la misurazione del rendimento degli edifici.

Lo studio determinerà quali misure regolamentari o non regolamentari siano più indicate per migliorare il rendimento idrico nell’edilizia, a partire da una direttiva (simile alla direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia[9]), fino all’inserimento dell’efficienza idrica nelle misure regolamentari in vigore e a un complesso di altre misure e norme. Esso valuterà inoltre l’impatto a livello ambientale, economico e sociale delle misure proposte.

Riduzione delle perdite nei sistemi di distribuzione

Un modo per ottenere una migliore efficienza consiste nel ridurre le perdite delle reti idriche. Da studi effettuati risulta che in alcune zone di Europa la perdita di acqua nelle reti di distribuzione può giungere al 50% del volume prelevato. Tuttavia le perdite registrate nei diversi Stati membri presentano differenze significative.

Gli Stati membri indicano inoltre di considerare importante la riduzione delle perdite e tredici di essi (AT, BE, BG, CY, ES, FR, IE, IT, MT, PT, RO, SE, SK, UK) riferiscono di aver intrapreso importanti iniziative in tal senso nel periodo cui si riferisce la relazione. Tra le misure attuate figurano la manutenzione periodica, l’aggiornamento degli orientamenti in materia, la rilevazione, la misurazione e la riduzione delle perdite, nuove norme legislative che impongono alle autorità locali di promuovere piani d’azione e programmi di lavoro pluriennali nonché l’integrazione delle misure per il ripristino delle reti idriche nei piani di gestione dei bacini idrografici e nei programmi nazionali. In alcuni Stati membri (CZ, EE, HU, LU) i lavori di rinnovamento delle reti non sono pianificati, mentre i Paesi Bassi hanno indicato di avere perdite limitate (inferiori al 5%) nella rete di distribuzione idrica e di non ritenere pertanto necessarie misure per ridurle.

Nel 2010, su richiesta del Parlamento europeo, la Commissione europea ha avviato un progetto pilota per determinare l’efficienza delle reti di distribuzione idriche sotto il profilo economico e delle risorse. Il progetto prevede da cinque a otto studi pilota, intesi ad analizzare e a quantificare i diversi fattori che causano perdite nelle reti di distribuzione a livello di bacino idrografico. Esso ha inoltre lo scopo di individuare le soluzioni che presentano il miglior rapporto costi/benefici per la riduzione delle perdite e di formulare raccomandazioni riguardo a iniziative politiche intese a migliorare l’efficienza idrica nei sistemi di distribuzione.

Efficienza idrica in agricoltura

Una comunicazione della Commissione sulla politica agricola comune (PAC) verso il 2020[10] è stata adottata nel mese di novembre 2010. Nella comunicazione si riconosce che l’agricoltura contribuisce a una maggiore resilienza a inondazioni e siccità, ma si osserva anche che numerose pratiche agricole possono esercitare una pressione sull’ambiente e provocare degrado dei terreni, carenze idriche e inquinamento nonché perdita di biodiversità. La possibilità di includere nell’ambito della condizionalità la direttiva quadro sulle acque sarà esaminata quando quest’ultima sarà stata attuata e gli obblighi operativi per gli agricoltori saranno stati identificati.

Gli Stati membri hanno istituito servizi di consulenza per le aziende agricole allo scopo di aiutare gli agricoltori a rispettare le norme della condizionalità. Nei diversi Stati membri, non tutti i servizi in questione danno la stessa importanza al problema delle risorse idriche. Poiché erano necessari ulteriori orientamenti, la Commissione e le parti interessate hanno elaborato un manuale per le amministrazioni che indica come integrare le questioni relative all’acqua nei servizi di consulenza aziendale[11].

Alla fine del 2010, la Commissione ha avviato uno studio per avere una visione complessiva dell’attuale situazione con riguardo all’uso delle risorse idriche nell’agricoltura europea. Lo studio raccoglierà le informazioni sulle possibilità di risparmiare acqua in questo settore.

Il problema della captazione non autorizzata delle acque è stato discusso in occasione di una conferenza tenuta nel 2010 nell’ambito della Presidenza belga. Diversi Stati membri devono far fronte a detto problema, che incide sulla disponibilità delle risorse idriche. Occorrono migliori controlli per individuare e punire gli abusi, pertanto la Commissione continuerà a mettere in evidenza questo problema nella preparazione del riesame della politica in materia.

Porre fine alla desertificazione

Su richiesta del Parlamento europeo, nel 2010 la Commissione ha avviato progetti pilota per arrestare la desertificazione, con l’intento di diffondere in Europa le migliori pratiche in materia. I progetti forniranno anche esempi di misure per l’efficienza idrica e contribuiranno con esempi e buone pratiche al riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità.

MIGLIORE PIANIFICAZIONE

Oltre a ricercare soluzioni per migliorare l’efficienza idrica, il riesame della politica in materia di carenza idrica e siccità permetterà anche di esplorare le possibilità di migliorare da un lato la pianificazione e la capacità di risposta alla siccità e, dall’altro, la gestione della domanda idrica.

Vari paesi hanno intrapreso iniziative per integrare la questione della carenza di risorse idriche e della siccità nelle loro politiche settoriali, in particolare per quanto concerne la riduzione dei consumi di acqua (AT, BG, BE, CY, FR, HU, IT, MT, RO, SK, NL, LU, RO) e l’adattamento ai cambiamenti climatici (AT, ES, PT e CH). Nella relazione viene fatto riferimento anche all’integrazione di azioni in materia di carenza di risorse idriche e siccità nei piani di gestione dei bacini idrografici (BE, CY, HU, IT, MT, RO, SK, NL) e a specifici programmi nazionali (BG, LU, UK) concernenti l’industria, l’agricoltura (LU, RO) e le famiglie.

Attuazione dei piani di gestione dei bacini idrografici

L’adozione dei piani di gestione dei bacini idrografici, per ciascun distretto idrografico ai sensi della direttiva quadro sulle acque, doveva essere conclusa entro il mese di dicembre 2009 mentre tutte le informazioni in proposito dovevano essere trasmesse entro il 22 marzo 2010. Nel dicembre 2010 diversi Stati membri in cui la carenza di risorse idriche e/o la siccità rischiano di essere più gravi (CY, EL, ES, PT, RO) non avevano ancora pubblicato i rispettivi piani di gestione dei bacini idrografici.

Nel 2010 è iniziata negli Stati membri l’attuazione dei piani di gestione dei bacini idrografici. Contemporaneamente la Commissione ha avviato la valutazione dei piani presentati, che riguarderanno anche la carenza di risorse idriche e la siccità. La relazione sulle modalità seguite dagli Stati membri per affrontare i rispettivi piani di gestione sarà pubblicata nel 2012 nell’ambito del piano.

Garantire lo sviluppo di un osservatorio e di un sistema di allerta rapida sulla siccità

Il prototipo dell’osservatorio europeo sulla siccità è stato ulteriormente sviluppato al fine di assicurare un continuo monitoraggio degli indicatori di siccità in Europa e la loro visualizzazione con un servizio di cartografia on-line (map server). Gli indicatori concernono l’intero continente europeo e sono presentati sotto forma di dati effettivi e di deviazione dalla media prevista sul lungo termine. Sul lungo periodo i servizi dell’iniziativa GMES (Monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza) potrebbero rivelarsi un utile supporto per le attività di monitoraggio operativo.

Nel 2010 sono state condotte le prime prove di previsione meteorologica della siccità e sono stati conclusi i primi accordi di interoperabilità con i servizi regionali, nazionali e locali, tra l’altro con il Centro di gestione della siccità per l’Europa sudorientale, con l’osservatorio spagnolo per la sostenibilità e con l’Autorità del bacino del fiume Ebro.

Raccolta di dati ed elaborazione di un quadro completo di indicatori

Le conoscenze che abbiamo in materia di carenze idriche e siccità nell’Unione europea presentano ancora gravi lacune per cui sono necessari dati affidabili e comparabili sulla distribuzione spaziale e temporale dei fenomeni di carenza e siccità, sui previsti effetti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche e sulla vulnerabilità degli ecosistemi oltre che sugli aspetti socioeconomici collegati a tali fenomeni.

Nel quadro della strategia comune di attuazione della direttiva quadro sulle acque per il periodo 2010-2012, un gruppo di esperti sta lavorando alla definizione di indicatori per la carenza di risorse idriche e la siccità. Sono necessari indicatori diversi per valutare rispettivamente la carenza di risorse idriche e la siccità. Gli indicatori per la carenza di risorse idriche spesso seguono un’impostazione pressione-stato-risposta (PSR o pressure-state-response) e mettono a confronto l’estrazione/l’uso di acqua con la sua disponibilità a lungo termine. Gli indicatori per la siccità sono in genere basati su variabili meteo-idrologiche, come le precipitazioni, la portata dei corsi d’acqua, l’umidità del suolo, le riserve nei bacini artificiali e i livelli delle acque sotterranee

La Commissione ha inoltre iniziato a sviluppare[12], nell’ambito di scenari diversi per quanto concerne i cambiamenti climatici e le condizioni socio-economiche, una serie di indicatori di vulnerabilità per l’impatto a livello di risorse idriche nonché a elaborare un inventario delle possibili misure di adattamento e una valutazione delle loro conseguenze che danno un particolare rilievo ai problemi di carenza idrica e siccità.

Essa ha anche avviato una valutazione delle misure di ritenzione delle acque naturali e del loro possibile impatto, ad esempio per la prevenzione delle carenze idriche e della siccità. In una futura comunicazione della Commissione verranno illustrati i diversi benefici effetti delle infrastrutture verdi , tra cui il ruolo svolto nella ritenzione delle acque e nell’attenuazione di fenomeni di estrema gravità. Le infrastrutture verdi aiutano a trattenere l’acqua nei bacini idrografici per un periodo più lungo, permettendo a suolo, foreste, praterie e zone umide di svolgere il loro compito nella conservazione e nell’evacuazione delle acque.

Inoltre, in collaborazione con Eurostat e con il Centro comune di ricerca, l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) sta progressivamente sviluppando in Europa una contabilità delle risorse idriche per facilitare l’adozione di una gestione più sostenibile di dette risorse. Questa contabilità quantificherà, a livello di bacino idrografico e su base mensile, la disponibilità di acqua e il consumo da parte di tutti i settori. Questo approccio permette di identificare le zone soggette a stress idrico e di quantificare gli sfruttamenti eccessivi. Sarà così possibile stabilire misure ottimali per affrontare l’uso non sostenibile delle acque. I primi risultati dovrebbero essere disponibili nel 2011.

STRUMENTI

Finanziamento

Grazie ai Fondi europei e agli aiuti di Stato vi sono sempre maggiori possibilità di rispondere alle sfide rappresentate dalla carenza di risorse idriche e dalla siccità. A livello europeo l’assegnazione dei fondi deve essere coerente con gli obiettivi di Europa 2020, anche per quanto concerne le problematiche ambientali e l’uso efficiente delle risorse.

Nell’ottobre 2010 la Commissione ha adottato una comunicazione[13] di revisione del bilancio dell’UE per gli anni successivi al 2013. Per quanto riguarda la politica di coesione , la Commissione ha proposto un nuovo ciclo di pianificazione e di gestione per garantire che i futuri finanziamenti dell’Unione europea siano strettamente collegati agli obiettivi di Europa 2020.

La comunicazione della Commissione dal titolo “Il contributo della politica regionale alla crescita sostenibile nel contesto della strategia Europa 2020”[14] incoraggia le autorità di gestione a utilizzare i finanziamenti della politica regionale per progetti di prevenzione dei rischi naturali che possono tutelare i servizi ecosistemici, come la quantità e la qualità delle acque, e a stabilire le priorità per le “infrastrutture verdi” tra cui il recupero delle pianure alluvionali, che permettono di mantenere la disponibilità di acqua potabile. Inoltre, dette autorità sono invitate a tenere nel debito conto la gerarchizzazione delle opzioni idriche e a dare priorità ai progetti intesi a risparmiare l’acqua e a garantire un uso efficiente di tale risorsa.

La recente comunicazione sugli orientamenti relativi alla riforma della politica agricola comune (PAC) indica che in futuro i pagamenti diretti dovrebbero includere una componente “ecologica” obbligatoria, sostenendo misure ambientali applicabili sull’intero territorio dell’UE. Queste dovrebbero tradursi in interventi semplici, generalizzati, non contrattuali e annuali, che riguardino l’agricoltura (come pascoli permanenti, coperture vegetali, rotazione delle colture e set-aside ecologico). Gli interventi potrebbero contribuire al miglioramento delle risorse idriche, in quanto gli agricoltori dovranno impegnarsi attivamente in pratiche agricole che hanno un impatto positivo sulla qualità delle acque e rendono più efficace la gestione delle risorse idriche.

Gli Stati membri intendono destinare alla gestione dell’acqua il 26,9% dei fondi della “Valutazione dello stato di salute della PAC” e del “Piano europeo di ripresa economica” (European Economic Recovery Plan - EERP). Per il restante periodo in corso, nell’ambito dei diversi programmi di sviluppo rurale stabiliti si prevede di spendere questi fondi destinando 184 milioni di euro alle riserve idriche, 568 milioni di euro alle tecnologie di risparmio idrico e 119 milioni di euro al recupero di zone umide[15]. La politica di sviluppo rurale continuerà a essere nei prossimi anni uno strumento indispensabile per migliorare la tutela delle preziose risorse idriche dell’UE.

Nell’ambito del Fondo di solidarietà dell’Unione europea si applica tuttora un termine di 10 settimane dal verificarsi della calamità per la presentazione delle richieste di aiuto. Tuttavia in caso di calamità a evoluzione graduale è oggettivamente difficile presentare le domande alla Commissione entro detto termine. Una comunicazione sul futuro del Fondo di solidarietà dell’Unione europea sarà pubblicata nel primo semestre del 2011 e affronterà anche la questione delle calamità a evoluzione graduale, come la siccità.

Nella sua politica di prestiti per il settore idrico, la Banca europea per gli investimenti (BEI) mette l’accento sull’uso efficiente delle risorse e sull’ottimizzazione delle soluzioni. L’attuale concetto di gestione efficace delle risorse idriche richiede efficienza a livello di consumatori, di ripartizione tra i diversi utenti, di fornitori dei servizi e di sistemi materiali. Nel 2009/2010, i prestiti concessi al settore idrico nell’UE sono ammontati a 4,3/5,4 miliardi di euro per un costo complessivo dei progetti di 14/13 miliardi di euro, metà dei quali destinata all’approvvigionamento idrico. È stato approvato un prestito di 100 milioni di euro per un progetto di distribuzione dell’acqua a Madrid che prevede investimenti per il trattamento e la distribuzione di acqua riciclata.

Tariffazione dell’acqua e finanziamenti a livello nazionale

Dalle relazioni risulta che gli Stati membri hanno finanziato il miglioramento della gestione delle risorse idriche e l’aumento dell’efficienza idrica tramite i bilanci nazionali (BG, FR, EE, ES, LU, MT, PT, SK), fondi provenienti dall’UE (CY, CZ, HU, MT, SK) e fondi privati (IT, PT).

Un sistema di tariffazione dell’acqua è stato introdotto di recente in numerosi Stati membri (AT, BG, BE, EE, ES, NL, SE, UK) o è in fase di sviluppo (CY, CZ, IE, RO, SK) al fine di garantire il recupero dei costi dei servizi idrici. Secondo le relazioni, la misurazione dei consumi idrici si sta estendendo nella maggior parte degli Stati membri.

La Commissione ha inoltre avviato una valutazione che include l’esame di casi specifici sulle politiche di tariffazione dell’acqua per il settore agricolo in determinati bacini idrografici. La valutazione conterrà raccomandazioni riguardo alle migliori pratiche.

Ripartizione delle risorse idriche

A seguito della valutazione dello stato di salute della PAC, dal 2010 gli Stati membri dovranno definire norme applicabili alle aziende agricole concernenti il rispetto delle vigenti procedure nazionali in materia di autorizzazione per l’uso di acqua a scopi irrigui. Nel 2010, tutti gli Stati membri tranne uno avevano notificato le norme relative a detta autorizzazione, stabilendo un collegamento tra tariffazione e concessione del permesso. La Commissione segue con attenzione l’applicazione delle norme in materia di condizionalità e potrebbe applicare rettifiche finanziarie qualora tali norme non siano correttamente attuate.

Dalle relazioni nazionali risulta che nell’UE è diffuso il ricorso a una procedura di autorizzazione per l’estrazione di acqua e alcuni Stati membri (MT, IE) stanno perfezionando le procedure esistenti al fine di conformarsi alla direttiva quadro sulle acque. L’Unione europea e la Svizzera applicano restrizioni all’uso delle risorse idriche per tutelare gli organismi acquatici e lo stato ecologico dei corpi idrici (AT, CY, CZ, ES, FR, HU, IT, NL, PT, RO, SK, SE, UK), ma la loro attuazione non è completa in alcuni Stati membri (BE, BG, EE, IE, LU, MT).

La maggior parte degli Stati membri (tranne UK e ES nonché BE che ha introdotto i buoni ecologici o écochèques ) non prevede di istituire mercati dell’acqua per far fronte alle carenze.

La gerarchizzazione delle scelte idriche è presa in considerazione nelle procedure di pianificazione, ma le risposte al questionario indicano che è necessario progettare e costruire nuovi serbatoi o reti di distribuzione idrica (BG, CZ, ES, FR, IE, PT, RO, SK, SE) e impianti di desalinizzazione.

Prospettive in materia di ricerca e sviluppo tecnologico

Nell’ambito del progetto di ricerca XEROCHORE sono state pubblicate raccomandazioni e linee guida basate sulle conoscenze disponibili in materia di siccità. È stata creata una piattaforma per lo scambio di informazioni su tale problema, che è ora gestita e sviluppata dal centro europeo sulla siccità[16]. Nell’ambito del 7° programma quadro sono stati avviati nuovi progetti, tra cui DEWFORA (Perfezionamento dei sistemi di allarme rapido e di previsione della siccità al fine di migliorare la preparazione e l’adattamento alla siccità in Africa) e SIRRIMED (Uso sostenibile dell’acqua per l’irrigazione nella regione del Mediterraneo). Inoltre, nel 2011 è stato pubblicato un invito a presentare proposte dal titolo “Vulnerabilità e aumento del rischio di siccità in Europa”.

I risultati dei progetti attuati nell’ambito del 6° programma quadro riguardo alle carenze idriche e alla siccità (WATCH[17] e CIRCE[18]) saranno disponibili entro la fine del 2011.

A livello nazionale, sono state segnalate ricerche sull’adattamento ai cambiamenti climatici (BE, AT, CZ, ES, UK) e sulla gestione sostenibile delle risorse idriche (BE, BG, CH, CY, ES, HU, LU, MT, RO, NL).

Educazione e sensibilizzazione

Numerosi paesi hanno segnalato l’introduzione di nuovi programmi di educazione e campagne di sensibilizzazione, indipendentemente dal fatto che prevedessero (CH, ES, SE, SK) o meno (AT, ES, FR, IE, IT, MT, PT, UK, NL, RO) episodi di carenza idrica negli anni 2010 e 2011.

Nel preparare il riesame della politica sulla carenza di risorse idriche e sulla siccità, la Commissione esaminerà ulteriori possibilità di svolgere attività di sensibilizzazione e di educazione.

CONCLUSIONI

Usare l’acqua in modo efficiente e gestire le risorse idriche naturali in modo efficace, in un mondo in cui queste risorse subiscono notevoli pressioni, significa assicurare grazie a una gestione integrata la disponibilità delle risorse idriche naturali necessarie, in termini di qualità e quantità, al fabbisogno degli esseri umani, dell’ambiente naturale e dell’economia.

La presente relazione si interessa agli elementi fondamentali della futura politica in materia di carenza idrica e siccità, vale a dire efficienza idrica, migliore pianificazione e adeguati strumenti di attuazione, che costituiscono fattori essenziali per istituire un’economia efficiente nella gestione dell’acqua che consegua gli obiettivi della strategia Europa 2020.

La tappa successiva di detta politica consiste nel suo riesame, che verrà pubblicato nel 2012 (“Anno dell’acqua”) nell’ambito del piano per le acque europee.

Nei prossimi mesi la Commissione opererà segnatamente per colmare le lacune e per condurre una valutazione d’impatto del riesame. Il lavoro si baserà sui risultati della valutazione dei piani di gestione dei bacini idrografici, sulla modellizzazione della vulnerabilità delle acque a causa della pressione esercitata dall’uomo, sull’analisi del rapporto costi-benefici delle misure per la ritenzione delle acque naturali, sui contributi dell’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), del Centro comune di ricerca (CCR) e di Eurostat, e sull’imminente comunicazione relativa alla tabella di marcia dell’UE per un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse.

[1] COM(2007) 414 definitivo del 18.7.2007.

[2] Documento 13888/07 del 15.10.2007, ENV 515, DEVGEN 182, AGRI 325.

[3] COM(2011) 21 del 26.1.2011.

[4] COM(2008) 875 definitivo del 19.12.2008.

[5] COM(2010) 228 definitivo del 18.5.2010.

[6] 21 paesi (AT, BE, BG, CH, CY, CZ, DK, EE, ES, FR, HU, IE, IT, LU, MT, NL, PT, RO, SE, SK e UK) hanno risposto al questionario relativo alla relazione annuale (inviato ai 27 Stati membri nonché alla Norvegia e alla Svizzera).

[7] http://www.eea.europa.eu/soer/europe/water-resources-quantity-and-flows

[8] Direttiva 2000/60/CE, GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.

[9] Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell’edilizia.

[10] COM(2010) 672 definitivo del 18.11.2010.

[11] Disponibile all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/water/quantity/scarcity_en.htm

[12] www.climwatadapt.eu

[13] COM(2010) 700 definitivo del 19.10.2010.

[14] COM(2011) 17 definitivo del 26.1.2011.

[15] Scheda informativa della Commissione: Quadro generale dello stato di salute della PAC e del piano europeo di ripresa economica.

[16] http://www.geo.uio.no/edc/

[17] www.eu-watch.org/

[18] www.circeproject.eu/

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